Francesco decapita la diocesi di Roma, promuovendo per rimuovere. Via il suo vicario De Donatis e il suo “nemico”, l’ausilario Libanori
Papa Francesco ha deciso a modo suo di risolvere la lunga disputa fra il suo vicario a Roma, cardinale Angelo De Donatis e il gesuita Daniele Libanori, vescovo ausiliare della capitale: li ha sollevati entrambi dall’incarico ricoperto promuovendoli ad altro incarico. Come spiegato dal bollettino della sala stampa vaticana di sabato 6 aprile, il cardinale De Donatis è stato nominato nuovo penitenziere maggiore del Vaticano in sostituzione del cardinale Mauro Piacenza dimissionato qualche mese in anticipo (compirà 80 anni a fine estate). Libanori è stato invece nominato assessore personale del Papa per la vita consacrata, incarico creato ad hoc perché non è mai esistito: dovrà occuparsi di tutti gli istituti di vita consacrata.
Era da tempo che il Papa aveva fatto trapelare l’intenzione di sostituire De Donatis, che lui stesso aveva fortemente voluto e nominato con parecchie resistenze in Curia. I rapporti fra i due però sono presto diventati difficili, e qualcosa si capì nel 2020 a inizio pandemia (il 13 marzo) quando il cardinale De Donatis ordinò di chiudere tutte le chiese di Roma per evitare contagi su richiesta del Papa, che però lo sconfessò facendogli revocare quello stesso decreto il giorno successivo. Era stato ipotizzato anche che lo stesso Libanori potesse prendere il posto di De DonatiWos, con cui c’erano stati aperti contrasti. Alla fine però il Papa ha deciso di allontanare (promoveatur ut amoveatur) entrambi dal vicariato di Roma.
Lo strano caso del gesuita Rupnik, prima difeso e poi mandato a processo dal Papa
La cosa curiosa è che il maggiore contrasto fra i due litiganti è stato sul caso dell’artista gesuita Marko Rupnik, accusato da alcune suore che vivevano con lui di molestie e violenza sessuale. Rupnik fu processato dalla congregazione della dottrina della Fede, e fra i suoi grandi accusatori c’era proprio il vescovo gesuita del settore centro di Roma, Libanori. Quando sembrava certa la scomunica di Rupnik (secondo l’accusa aveva assolto in confessione proprio una delle suore che avrebbe violentato), una “manina” lo salvò dalla scomunica. Si disse che era quella dello stesso Papa, suo grande amico da anni. Rupnik è comunque stato dimissionato dai gesuiti, e fra i suoi difensori c’era stato proprio il cardinale De Donatis, che forse pensava anche di fare cosa gradita al Papa criticando la linea dura dei gesuiti e del vescovo ausiliare Libanori. Solo che Papa Francesco poi a sorpresa ha cambiato linea su Rupnik decidendo anche dopo la denuncia di cinque suore venute allo scoperto per denunciarlo, che l’artista gesuita doveva andare a processo. Ma in quanto a Rupnik, espulso lo scorso giugno dalla Compagnia di Gesù per disobbedienza ai provvedimenti restrittivi imposti dall'Ordine, oggi è formalmente incardinato nella diocesi di Capodistria, nella sua Slovenia, ma secondo alcune fonti sentite vive tranquillamente indisturbato presso il Centro Aletti a Roma.
Roma forse resta sede vacante. Altrimenti in pole per il vicariato Lojudice e Zuppi
In questo momento dunque la diocesi del romano pontefice, Roma è senza un vicario del Papa, perché la rimozione non è avvenuta come solitamente avviene con la nomina del nuovo vicario. È possibile che Francesco non voglia nessuno e che preferisce essere lui stesso suo vicario, decidendo di appoggiarsi a un vescovo ausiliario di sua fiducia (ne ha nominati tanti in questi anni, poi spedendone alcuni dei prescelti altrove). In Vaticano in ogni caso è già partito un toto-nomi per un nuovo vicario. I bookmakers oltre Tevere danno favorito l’ex vescovo ausiliare di Roma ed attuale vescovo di Siena, Paolo Lojudice, che Francesco ha fatto da poco cardinale. Puntate alte anche su un altro ex di Roma, come l’attuale vescovo di Bologna e presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi. Se invece non ci sarà alcun vicario il preferito del Papa fra gli attuali ausiliari è il siciliano Baldo Reina, che Francesco ha voluto come vicereggente di De Donatis e che qualche giorno fa ha nominato nuovo vescovo responsabile del Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili.
Fra le sacre mura c’è chi scommette che il prossimo obiettivo sia Delpini
Ha fatto comunque una certa impressione l’improvvisa accelerazione del Papa nella decapitazione della diocesi di Roma, che pure era parzialmente attesa. Nei sacri Palazzi non pochi sono sgomenti per i repentini cambiamenti di giudizio del Pontefice sui collaboratori che in un primo tempo lui stesso si era scelto. Ma c’è chi fa notare come Francesco perdoni molto a tutti, ma nulla alla dirigenza ecclesiastica che non gli obbedisca senza se e senza ma. Non sono pochi i vescovi e i cardinali su cui aveva puntato in un primo momento, poi fulminati anche solo per un discorso ritenuto non in linea con il Papa. E c’è chi scommette già sui prossimi obiettivi di Francesco. In testa alla lista delle scommesse dei porporati c’è il nome dell’attuale arcivescovo di Milano, Mario Delpini, che il Papa non ha mai voluto nominare cardinale e con cui proprio per questo c’erano state clamorose incomprensioni, come quando Delpini aveva ironizzato sulla porpora cardinalizia concessa al vescovo di Como, Oscar Cantoni. Ironia tutt’altro che apprezzata dal Papa, che se la sarebbe legata al dito…
Al netto, ovviamente, della buona fede delle persone cui è stato insegnato così, e che quindi "non sanno quello che fanno", non so cosa sia peggio: il famoso spot delle patatine o la Comunione sulla mano e la distribuzione della Comunione affidata ai primi che capitano.
RispondiEliminaLo spot sulle "patatine" è solo la conseguenza, poiché esattamente questo è lo spirito con cui parte della Chiesa tratta Gesù Eucaristia.
Concordo. Inoltre per non vedere lo spot basta cambiare canale. Ma per vedere ripristinato il rispetto dovuto alla Santa Eucarestia non possiamo fare nulla, se non andare alle chiese dove si celebra il V. O., finché ci è consentito.
EliminaVicariato di Roma
RispondiElimina10 Aprile 2024
Ai Presbiteri,ai Diaconi e ai fedeli laici della Diocesi di Roma
* Carissime/i
https://gloria.tv/post/xdKqVGqJVkLM3XGR4v1AAMxhD
* N.B. Carissime = per via delle quote rosa?
Francesco ripristina un titolo papale abolito da Benedetto XVI
RispondiEliminaFrancesco ripristina il titolo papale di 'Patriarca d'Occidente' nell'Annuario Pontificio del Vaticano 2024.
https://gloria.tv/post/2ah83frqChSU3pMaJ2TLDyTw3
Comunicato stampa, 10 aprile 2024
RispondiElimina�� Aborto, Europa. Pro Vita Famiglia. Campagna shock al Parlamento Europeo contro aborto in Carta Diritti UE: “Uccidere un bambino non è un diritto fondamentale”
“To Kill a Baby is Not a Fundamental Right”, Uccidere un bambino non è un diritto fondamentale: questo il forte messaggio che circola da oggi tramite un grande camion-vela intorno al Parlamento Europeo a Bruxelles, su iniziativa di Pro Vita & Famiglia Onlus, in vista del voto di domani 11 aprile sull’inserimento dell’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.
Accanto allo slogan, campeggia l’immagine stilizzata di un feto insanguinato circondato dalle 12 stelle della bandiera europea.
«Con questa iniziativa - spiega il portavoce della Onlus Jacopo Coghe - vogliamo denunciare la folle intenzione del Parlamento Europeo di consacrare l’uccisione di un bimbo inerme nel grembo materno come “diritto fondamentale” e “valore comune” dell’Unione Europea, tramite l’inserimento di questa pratica nella Carta dei Diritti Fondamentali.
Sponsorizzando l’aborto come valore sociale e culturale positivo nel mezzo di una spaventosa crisi demografica, l’Europa si sta letteralmente scavando la fossa, accelerando un declino morale e sociale del continente che porterà in breve al collasso dell’intero progetto europeo.
Domani sarò presente a Bruxelles con una delegazione di Pro Vita & Famiglia per seguire da vicino il voto sulle proposte di risoluzione presentate dai diversi gruppi politici.
Ci allarma, in particolare, la risoluzione promossa da Socialisti, Verdi e Renew Europe, che pur avendo solo valore politico e non giuridico, realizza una gravissima violazione della competenza esclusiva degli Stati membri in tema di aborto.
Dopo il voto, faremo sapere ai cittadini come avranno votato gli eurodeputati italiani affinché ne tengano conto alle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno».
https://gloria.tv/post/o7ht3Aha8CAQ2KPy6C6wcvCtM
"Francesco vai a riparare la mia casa che è in rovina”. Così il crocifisso di San Damiano al piccolo fratello di Assisi nel 1205. Più tardi, Papa Innocenzo III sogna San Francesco che innalza San Giovanni in Laterano.
RispondiElimina“Francesco vede e distrugge la Chiesa”. Questo invece accade nel 2024 e invece di un sogno che rilancia la Chiesa per il cattolicesimo romano è diventato un vero e proprio incubo.
Iniziamo la nostra breve lettera con questi due esempi. Da una parte San Francesco che ripara, sostiene, costruisce, dall’altra Francesco (volutamente con la minuscola) che distrugge, demolisce, rade al suolo come nemmeno Attila è riuscito a fare, grazie anche all’esecutore materiale che ha importato dalla Sicilia (la scelta è suggestiva?) e a un piccoletto che ha assunto il ruolo di gigante della legge (ma si sa che gli esecutori non devono essere intelligenti ma obbedienti).
Speravamo che dopo tutti gli scandali emersi con appalti fatti agli amici degli amici, con affitti al ribasso a persone più che facoltose, con vendite a dir poco esilaranti, con decine di migliaia di euro buttati via in mobili, con crediti milionari concessi a persone molto sospette, inseguite dagli stessi amici per recuperare i soldi dati a banche fantasma, con personaggi molto vantati che hanno subito anch’essi lo schiaffo in faccia, non dico dalle istituzioni italiane, ma dalle stesse Nazioni Unite, e tutto questo in barba ai poveri, ai veri poveri, quelli in cui dovremmo riconoscere il volto di Cristo, il Vescovo di Roma avesse deciso di dare ai poveri, ai veri poveri, quelli in cui dovremmo riconoscere il volto di Cristo, il volto di Cristo, non dico dalle istituzioni italiane, ma dalle stesse Nazioni Unite, e tutto questo in barba ai poveri, ai veri poveri, a quelli in cui dovremmo riconoscere il volto di Cristo, il Vescovo di Roma avesse deciso di dare una svolta seria mandando a casa chi ha permesso che questo accadesse, chiaramente sconcertato da documenti che, ricordiamolo, non sono stati smentiti da nessuno.
E, invece, il nostro vescovo non solo li ha tenuti lì, ma li ha premiati. Allora ci chiediamo: perché? Una domanda che non troverà mai risposta finché assisteremo, impotenti, alla distruzione della Chiesa di Roma.
Esprimiamo la nostra totale solidarietà ai nostri Prefetti che hanno detto all’esecutore materiale, forte e chiaro, che non incontreranno o parleranno più con il vescovo (il siciliano) fino a quando non sarà nominato un nuovo Vicario e fino a quando certi individui non saranno messi in condizione di non nuocere più.
Clero e popolo di Dio della Chiesa di Roma.
Andrea Grillo è in preda al delirio nel Monastero di Camaldoli.
RispondiEliminaIl luogo, fucina di eresie, da dove #PapaFrancesco tira fuori i vescovi per la Sardegna ospita il tuttologo savonese.
Ancora una volta Grillo propala la teoria per cui le donne devono accedere al sacerdozio. Completamente delirante, peraltro, non riesce a capire come il sacerdozio non sia “luogo del potere” ma servizio.
https://twitter.com/silerenonpossum/status/1692626830195364172