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sabato 27 aprile 2024

Rimanere fedelmente cattolici alla fine del pontificato di Francesco

Nella nostra traduzione da Crisis magazine l'evidenziazione delle deviazioni dottrinali di Bergoglio sostanziate anche dal contrario di una vera pastorale. Con la distinzione netta tra Tradizionalismo e legame con la Tradizione e accenni all'esclusione di tutte quelle tesi che propugnano l'invalidità dell'elezione o lo spogliamento dalla investitura per effetto delle eresie. Interessante l'analogia ricavata dall'AT,. Richiamo l'attenzione sulla mia nota.

Rimanere fedelmente cattolici alla fine del pontificato di Francesco

È ormai evidente a molti cattolici di tutto il mondo che il pontificato di Francesco è stato una delusione e persino un disastro. Ci sono cattolici più colti di me che hanno catalogato accuratamente la miriade di modi in cui Papa Francesco, fin dall’inizio del suo pontificato nel 2013, ha fatto dichiarazioni e promosso pratiche pastorali che si discostano dalla Scrittura, dalla Sacra Tradizione e dai precedenti insegnamenti consolidati del magistero.  
“Tate chiasso” [vedi], ha detto il Papa pochi mesi dopo la sua elezione circa i suoi piani per scuotere la Chiesa. Ebbene, ha ottenuto ciò che voleva.
In cima ai miei pensieri, ecco alcuni dei più grandi problemi di cui è responsabile Francesco:
  • firmare un documento che afferma che “il pluralismo e la diversità delle religioni… sono voluti da Dio” [qui - qui], anche se Dio ci dice che è Uno (Deuteronomio 6:4) e che Lui solo dobbiamo servire (Luca 4:8);
  • affermare che la contraccezione può essere usata dalle coppie sposate “in alcuni casi” [vedi], chiarendo attraverso il suo portavoce che questi includono “casi di emergenza o situazioni speciali”, anche se il Catechismo della Chiesa Cattolica segue l’Humanae Vitae nell’insegnare che l’uso della contraccezione è “intrinsecamente malvagio” – vale a dire, che è sempre e in ogni caso moralmente sbagliato usare la contraccezione nel matrimonio, indipendentemente dalla circostanza o dallo scopo;
  • creare le premesse e poi approvare esplicitamente una pratica pastorale che permette a coloro che commettono il grave peccato di adulterio di ricevere la Santa Comunione, nonostante questa pratica neghi il Sesto Comandamento e l’insegnamento cattolico dei papi precedenti;
  • approvando una pratica pastorale che consente la benedizione delle coppie omosessuali, nonostante tale pratica contraddica il precedente insegnamento cattolico e l’esplicita condanna dell’omosessualità da parte della Bibbia (qui);
  • l’approvazione delle unioni civili per le persone attratte dallo stesso sesso, nonostante il precedente insegnamento cattolico affermi espressamente che “il rispetto per le persone omosessuali non può portare in alcun modo all’approvazione del comportamento omosessuale o al riconoscimento legale delle unioni omosessuali”;
  • promuovere le idee di “inferno vuoto” e che “non è nella logica del Vangelo” che qualcuno debba essere “condannato per sempre”, nonostante Cristo abbia affermato il contrario nei Vangeli (qui);
  • permettere che un idolo venisse adorato nei Giardini Vaticani e portato in processione nella Basilica di San Pietro durante le cerimonie da lui presiedute, nonostante Dio abbia dichiarato che Lui solo è Dio e che non dobbiamo avere divinità sconosciute davanti a Lui (Esodo 20:2-5).(qui - qui - qui)
La caratteristica di alcuni di questi pastrocchi è la mancanza di misericordia nei confronti di coloro che presumibilmente hanno lo scopo di aiutare. Mantengono i peccatori bloccati nel loro peccato, rifiutandosi di chiamarli al pentimento e alla redenzione. Queste pratiche, lungi dall’amare il peccatore, gli impediscono di ricevere la grazia salvifica e gli chiudono il Paradiso, lasciandolo nelle tenebre spirituali mentre incappa nell’abisso per essere inghiottito. Il che è il contrario di una vera pastorale. È il contrario dell'offrire una vera misericordia.

Di fronte a tutti questi pastrocchi, tutti caratterizzati da un allontanamento dall’insegnamento e dalla morale cattolica, una tendenza allarmante che ho notato tra i cattolici scandalizzati è quella di cadere preda dell’idea spiritualmente maligna che Francesco non sia in qualche modo il Papa, mel migliore dei casi che sia un usurpatore e un impostore nel peggiore.

Alcuni hanno addirittura invitato i cattolici a “separarsi” da Francesco per rimanere “in comunione” con la Chiesa. Queste fonti pretendono di presentare accuratamente il cattolicesimo, mentre propongono queste idee che sono, in sostanza, anticattoliche perché attaccano l’ufficio pastorale di Pietro – la roccia – che è stato istituito da Cristo come appartenente al fondamento stesso della Chiesa cattolica. Ho constatato in prima persona il grave danno spirituale di coloro che aderiscono a queste idee, col risultato che alcuni di loro si sono separati dalla Chiesa cattolica e hanno perso la fede.

Molti sono attualmente condotti allo scisma da coloro che danno voce a questa idea, e così abbandonano la loro Madre ferita, la Chiesa, che è stata buttata alle ortiche ed è sanguinante e lacerata, mentre cercano una Chiesa alternativa creata a loro piacimento che è stata sventrata dagli ultimi papi e concili. Si tratta, ovviamente, di una falsa chiesa di origine umana. L’ingegno diabolico di Satana consiste nell’essere riuscito ad allontanare le anime dalla Chiesa fondata da Cristo così come esiste oggi, tentandole con visioni distorte della Chiesa come esisteva centinaia di anni fa, quando, secondo la tentazione, tutto era “migliore” e non c’erano “problemi”.

Solo il Serpente poteva essere così sottile da trasformare la tradizione in un’ideologia – il tradizionalismo che ha la meglio su tutto il resto – e usarla per condurre tanti cattolici ben intenzionati ma ignari fuori dal seno della Chiesa. Satana ha fatto qualcosa di simile con le Scritture qualche tempo fa, trasformandole in un’ideologia -Sola scriptura- che ha fatto sì che innumerevoli cattolici venissero trascinati nelle tenebre esterne quando hanno lasciato il seno della Santa Madre Chiesa.

Le fonti citate mettono in dubbio la validità dell’elezione di Francesco, dicendo che è stata truccata da una mafia di cardinali. Oppure, sottolineano gli errori nei suoi documenti e nelle sue dichiarazioni, sostenendo che, commettendoli, il Papa si è in qualche modo spogliato della sua autorità di sedere sulla cattedra di Pietro. Sebbene Papa Francesco possa essere un cattivo Papa, non è certo un usurpatore o un impostore. Un usurpatore è definito come qualcuno che prende una posizione di potere o di importanza in maniera illegale o con la forza. Un impostore è qualcuno che finge di essere qualcun altro per ingannare gli altri.
Il fatto è che Papa Francesco è stato validamente eletto il 13 marzo 2013, dopo le dimissioni di Papa Benedetto. Come lo sappiamo? Perché nessun cardinale che ha eletto Jorge Bergoglio, che avrebbe poi preso il nome di Francesco, ha mai contestato i risultati dell’elezione. Neanche uno. Tutti gli argomenti a favore di un’elezione non valida si scontrano con questo solido muro di mattoni: non c’è un solo cardinale che sostenga questa tesi.

Sono i cardinali, i principi della Chiesa, gli unici ad avere il potere e la possibilità di contestare i risultati di un’elezione papale. Benedetto, quando era ancora in vita, ha certamente riconosciuto in alcune occasioni che Francesco era, di fatto, il Papa valido. Tra tutti, sarebbe stato il primo a gridare allo scandalo se l’elezione non fosse stata valida.

Il fatto è che se Francesco non fosse in qualche modo il Papa, questo da solo creerebbe molti più problemi di quanti ne risolverebbe, poiché significherebbe che il papato è fallito, che non c’è un vicario di Cristo sulla terra e che la promessa di Cristo di far prevalere la Chiesa, la sua guida e la sua dottrina fino alla fine dei tempi è stata infranta. Nessuno che si definisca cattolico può avere questa idea. La Chiesa è indefettibile per grazia di Dio; Satana non potrà mai prevalere contro di lei (Matteo 16:18).
Inoltre, sebbene sia stata ventilata da alcuni cattolici di spicco all’inizio del pontificato di Francesco l’idea che egli abbia cessato di essere il Papa dal momento in cui ha pronunciato questo o quell’altro falso insegnamento, resta il problema che non c’è nessuno al di sopra del Papa che possa fare ufficialmente questa dichiarazione e renderla vincolante. Nessuno su questa terra è al di sopra del Papa e può rimuoverlo dal suo ufficio. Solo Dio ha il potere di farlo, di solito attraverso la morte. Il Papa, naturalmente, potrebbe dimettersi di sua iniziativa, cosa che Francesco non sembra intenzionato a fare.

Ciò significa che i cattolici, volenti o nolenti, sono incastrati con Francesco come papa valido. Rimane però la domanda: come rimanere fedeli alla Chiesa una, santa, cattolica e apostolica guidata da Papa Francesco mentre si avvicina la fine di un pontificato disastroso? Come rimanere fedeli quando la nostra guida spirituale potrebbe esercitare il suo potere in modo analogo a San Pietro, il primo Papa, che tradì Cristo nel momento più importante quando disse: “Non conosco quell’uomo”, non una, ma tre volte? Sì, la nostra Chiesa ha avuto una lunga storia di papi che hanno tradito Cristo, a partire dal primo e senza fermarsi. [di fatto tuttavia Pietro rinnegò il Signore prima dell'investitura, non dopo -ndT]

Prima di tutto, i cattolici devono stare con il Papa per rimanere nel seno della Chiesa. I cattolici non possono mai separarsi dal papa e rimanere in qualche modo fedeli a Cristo e uniti alla sua Chiesa. Sant’Ambrogio di Milano, dottore della Chiesa del IV secolo, che fu determinante per la conversione di Sant’Agostino, enunciò questo principio spirituale quando disse: “Dove c’è Pietro, lì c’è la Chiesa”. Uno dei modi più sicuri per sapere che si rimane uniti alla Chiesa è perché si è uniti al capo visibile della Chiesa, il Papa.

Qualcuno vuole sapere dove si trova la Chiesa fondata da Cristo? Trovate Pietro e troverete la Chiesa. Al contrario, se si lascia Pietro, si lascia la Chiesa. E lasciare la Chiesa mette certamente a rischio la propria salvezza. Così come nessuno si è salvato al di fuori dell’arca al tempo di Noè, chi lascia la barca di Pietro, la Chiesa, si mette in grave pericolo.

La Chiesa è di Cristo. L’ha fatta nascere dal suo costato con sangue e acqua quando è stato trafitto da una lancia sulla croce. La Chiesa è la sua sposa. Egli salverà la sua sposa. I cattolici ben intenzionati devono rendersi conto che non è compito loro salvare la Chiesa. Gesù è il Salvatore! Gesù è certamente colui che sosterrà la sua Chiesa, essendo già morto per lei e l’ha purificata. Spetta a Gesù, a suo tempo, salvare la sua Chiesa – la barca di Pietro – dall’essere sommersa dalle ondate di eresia, abusi, insabbiamenti e ipocrisia che minacciano di affondarla. I discepoli andarono a svegliarlo dicendo: “Signore, salvaci! Affoghiamo!””. (Matteo 8:25). Dobbiamo continuare a supplicare Gesù: “Signore, salva la tua Chiesa!”.

Come dovrebbero tenere nel cuore un Papa come Francesco i cattolici che amano la Chiesa e la vedono seguire il suo Signore nella crocifissione? Credo che i cattolici che desiderano rimanere in comunione con la Chiesa debbano assumere la posizione di Davide nei confronti del cattivo re Saul in relazione del loro rapporto con Papa Francesco.

Davide, da giovane, fu unto dal profeta Samuele per essere il successivo re d’Israele (Samuele 1:16) dopo che lo spirito di Dio si era ritirato da Saul a causa del male che il re aveva commesso. A questo punto Saul era diventato un re piuttosto disastroso. Stava combinando un sacco di guai. Era persino tormentato da uno spirito maligno che aveva sostituito lo spirito di Dio nella sua vita.

Quando Saul si rese conto che Davide aveva conquistato le lodi del popolo e sarebbe stato acclamato come prossimo re al posto di uno dei suoi figli, tentò di ucciderlo in numerose occasioni. Davide dovette fuggire per salvarsi. I suoi compagni cercarono di convincere il giovane guerriero a uccidere Saul e a liberarsi di questo cattivo re per entrare, per mano sua, nella regalità per la quale Davide era stato unto dal profeta di Dio. Ma Davide rifiutò sempre, anche quando aveva il re in suo potere nella caverna o quando lo trovò mal sorvegliato mentre dormiva in un accampamento, dicendo che non avrebbe messo la mano contro “l’unto del Signore”, perché nessuno poteva compiere un’azione simile ed essere “senza colpa”.

Il comportamento di Davide era fedele al principio che, mentre era ancora in vita, Saul era “l’unto del Signore”, anche se era un cattivo re che stava combinando un disastro. Davide capì che nessun uomo aveva l’autorità di rimuovere l’unto del Signore dall’ufficio a cui Dio lo aveva nominato. Davide confidava nel fatto che Dio avrebbe agito con Saul a Suo modo e nei Suoi tempi.

Quando Saul fu sconfitto in battaglia e vide i suoi figli uccisi davanti ai suoi occhi, si disperò. Saul chiese a un giovane dell’accampamento di ucciderlo, cosa che il giovane fece. Quando il giovane lo raccontò a Davide, Davide si stracciò le vesti e pianse prima di giustiziare l’uomo per aver ucciso il re. Prima dell’esecuzione, Davide rimproverò il giovane dicendo: “Come mai non hai avuto paura di stendere la mano per distruggere l’unto del Signore?”.

Quando si tratta di Papa Francesco, il nostro sentimento dovrebbe essere lo stesso di Davide. Coloro che promuovono l’idea che Francesco non sia il Papa, che sia un usurpatore o un impostore, credo stiano alzando la mano contro “l’unto del Signore”. Un percorso migliore è quello di seguire l’esempio di quei principi della Chiesa che sono impegnati in campagne di preghiera per la purificazione della Chiesa.

Detto questo, la Scrittura indica comunque un percorso per opporsi a un papa errante “in faccia”, pur rispettando il suo ufficio (Galati 2:11). Davide ha certamente resistito a Saul rispettando il suo ufficio. In ultima analisi, i cattolici devono rispettare il fatto che Francesco sia papa e lasciare che il Signore lo sostituisca quando il buon Dio lo riterrà opportuno.

Per ragioni che al momento possono essere imperscrutabili, Dio ha permesso a Francesco di diventare capo della sua Chiesa per i disegni e gli scopi di Dio stesso. Ciò che è chiaro è che sotto il pontificato di Francesco, la palude che esiste nella Chiesa e tutti i mostri che la abitano si sono manifestati sfacciatamente. Sono stati incoraggiati da Francesco a rivelarsi, senza più nascondersi nelle acque torbide per trascinare le anime ignare. Ciò significa che un futuro Papa, chiamato da Dio a ripulire la situazione, saprà esattamente chi sono i nemici all’interno della Chiesa, il che renderà ancora più facile il suo compito di affrontarli. In altre parole, Dio potrebbe aver permesso a Francesco di creare un garbuglio per aiutare la futura purificazione della Chiesa.

Un altro aspetto positivo del pontificato di Francesco è che il suo disordine ha costretto i cattolici che vogliono essere fedeli a Cristo e alla Chiesa a scoprire da soli cosa insegna effettivamente la Chiesa praticamente su ogni argomento. Il pastrocchio di Francesco ha avuto l’effetto di risvegliare i cattolici comuni dal loro torpore come nessun altro papa è stato in grado di fare. Questo può solo portare a una Chiesa più forte e più fedele nel tempo.

Nel 2021, ho avuto uno scambio di e-mail con il vescovo Athanasius Schneider su questa tendenza angosciante dei cattolici ad abbandonare il Papa. Egli mi disse – con commenti pubblicati qui per la prima volta – che i cattolici “non devono lasciarsi fuorviare da sofistici argomenti canonici sulla presunta invalidità del pontificato di Papa Francesco”. [qui]

“La persona scismatica è colui che rifiuta il Papa in quanto Papa, cioè il papato, o che rifiuta la validità del Papa attuale, o che stabilisce una propria chiesa parallela senza alcuna unione canonica con il Papa”, ha aggiunto. Schneider mi ha ricordato che i cattolici “devono essere sobri e avere una visione soprannaturale e una grande fiducia nella Provvidenza di Dio e nel suo potente intervento anche in questo disastroso pontificato”.

Sì, aumentare la nostra fiducia in Dio è il modo per rimanere fedeli in questi tempi confusi. [qui] “Confidate nel Signore con tutto il cuore e non affidatevi al vostro intuito. Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli raddrizzerà i tuoi sentieri” (Proverbi 3, 5-6). O, come scrisse Santa Faustina Kowalska nel suo diario, “quanto più grande è l’oscurità, tanto più completa deve essere la nostra fiducia” (par. 357). Nel frattempo, mentre aspettiamo che il Signore Gesù salvi la sua Chiesa e si occupi del disordine a modo suo, al momento opportuno, è utile anche qualche santo consiglio tratto dal libro delle Lamentazioni: “È bene che si attenda in silenzio la salvezza del Signore” (3,26).1
Pete Baklinski

Pete Baklinski ha conseguito una laurea presso il Thomas Aquinas College e un master in teologia presso l’International Theological Institute. È sposato con Erin e insieme hanno otto figli, di cui uno in arrivo. Ha lavorato per dieci anni come reporter e redattore per un’organizzazione giornalistica pro-vita. Ora lavora come direttore delle comunicazioni per un’organizzazione pro-vita. Vive a Combermere, Ontario.
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Nota di Chiesa e post-conmcilio
1. Anche per questo autore, non spetterebbe a noi – semplici laici – giudicare il Papa. Tuttavia, l'amore alla volontà di Dio ci può spingere a rifiutare quelle autorità e quelle leggi che rinnegano la verità e che, rinnegandola, pregiudicano la gloria di Dio e mettono in pericolo le anime. San Tommaso afferma: “A Dio l’uomo è soggetto in modo assoluto, e in tutte le cose, sia interne che esterne: per cui è tenuto a ubbidirgli in tutto. I sudditi invece non sono soggetti ai loro superiori in tutto, ma soltanto in alcune cose determinate. (...) Così dunque si possono distinguere tre tipi di obbedienza: la prima, sufficiente per salvarsi, si ferma ad ubbidire nelle cose d’obbligo; la seconda, perfetta, ubbidisce in tutte le cose lecite; la terza, disordinata, ubbidisce anche nelle cose illecite”. Ciò significa che l’obbedienza non è cieca e incondizionata, ma ha dei limiti nel momento in cui ci fosse comandato qualche cosa di nocivo alla vita spirituale. Il Doctor Angelicus, in diverse sue opere, insegna che nel caso di pericolo della fede è lecito ed anzi doveroso resistere pubblicamente a una decisione papale. 
Pertanto, di fronte alle evidenti variazioni (termine usato da Romano Amerio) e discontinuità veicolate dalla pastoralità conciliare, trasformata in pastoralismo, che minacciano la fede delle nuove generazioni, ognuno di noi si è assunto e si assume, nella propria situazione e confermato dalla sanior pars dei pastori di riferimento, la responsabilità di tornare a chiamare col loro nome gli errori – e precipuamente quelli disseminati nei documenti conciliari comprese le attuali conseguenze – per ripareggiare (sempre per dirla con Romano Amerio) la verità e riproponendo molti dei tesori sepolti della nostra fede millenaria.
Ed è in questo spirito che si dispiegab tutta la nostra attività, nella consapevolezza più volte ribadita, ma purtroppo misconosciuta da molti conservatori, che, se si continuano a ignorare le cause della crisi, non potranno mai essere adottati i rimedi efficaci1 ad opera di un papa di retta fede che il Signore, nella Sua infinita misericordia, non mancherà di donare alla Sua Chiesa se quel che ne resta rimane nella fedeltà senza aderire a gruppuscoli o contesti velleitari.

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni
(ora che sono sola ce n'è più bisogno) 
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23 commenti:

  1. Intanto abbiamo avuto 2 papi in contemporanea, come ha detto il suo segretario, uno emerito e l'altro in esercizio, con accettazione da parte del primo. Un vescovo vestito di bianco e abbiamo avuto l'impressione che fosse papa. O no? Si vedrà, nessuno è infallibile. È stato accettato come tale e nulla ci possiamo fare noi, Dio avendolo permesso. Per discernere grano e loglio. Noi possiamo e dobbiamo restare fedeli a Cristo e difendere la verità come fecero e dissero sia Pietro e sia Giovanni agli allora pontefici. Intanto tuttavia anche si mormora ( a dire il vero detto anche in tv) che si sia preparato il funerale e che stia per morire , per cui vorrà essere messo in Santa Maria e con la bara chiusa ( non è che intenda risorgere apocalitticamente? ) . Si dice che pure per re Charles si stiano preparando in merito. Strano abbinamento o no? Dato che l'unità d'Italia si legge che fu finanziata dalla massoneria inglese e che tali reali sarebbero di origine tedesca con cognome mutante.

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  2. Riguardo alla Liturgia27 aprile, 2024 10:42

    15 secoli di continuità, secondo quanto ammetteva lo stesso Jungmann. Oggi i settori modernisti, nei loro sforzi di difendere la rivoluzione liturgica spargendo l'ignoranza, dall'alto delle loro cattedre ci domandano perché rimaniamo fedeli al Messale del 1570, come se la Messa di sempre nascesse dal Concilio di Trento.

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  3. Articolo illuminante che porta a far riflettere e correggere alcuni errori personale.

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  4. Un conto è la validità e legittimità dell'elezione e un conto è la divina assistenza, da cui proviene l'autorità papale. Che la Sede non sia vacante mi pare pacifico, perché essa è occupata sulla base di un'elezione che nessuno, cardinale o vescovo, ha contestato.
    L'eventuale appiglio della Bolla Cum ex Apostolatus di Papa Paolo IV sull'elezione (definita di per sè invalida e nulla) di un cardinale eretico (perciò tale già prima della elezione) non so se applicabile in tal caso.
    Diverso è chiedersi se l'occupante, sulla base di alcune sue dichiarazioni, documenti ufficiali, e in sostanza il suo magistero, voglia e persegua abitualmente il bene della Chiesa. E qui non parliamo di pontefici che predicano bene e razzolano male (rispondendone in privato) ma, nella migliore delle ipotesi, fanno il contrario, mettendo a rischio le anime.
    Grave problematica che mi pare sia sollevata da non pochi, a partire da Mons. Viganò.
    Ma il discorso va esteso ai pontefici postconciliari, tutti (nessuno escluso), ed al loro magistero fluido e contraddittorio rispetto alla dottrina bimillenaria.
    Il fine teologo domenicano Guerard des Lauriers con la sua tesi di Cassiciacum potrebbe essere una risposta non banale ai crescenti interrogativi.

    &&&

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  5. FRANCESCO AL G7
    Questo è l'ennesimo errore di un pontificato sciagurato, perché riduce il ruolo del Pontefice a quello di un politico qualsiasi.
    Purtroppo è papa, almeno finché il "rahnerismo" non sarà dichiarato eretico e i "rahneriani" tutti espulsi dalla Chiesa, ma questo non spetta determinarlo né ai giornalisti, né ai laici dotti, né ai semplici preti, a meno che non si voglia venire giustamente scomunicati. Giustamente, ripeto, perché la Chiesa non è una democrazia e la gerarchia va rispettata. Si può criticare, a ragion veduta e con cognizione di causa, ma con rispetto dei ruoli.
    La zizzania del "rahnerismo" deve evidentemente crescere assieme all'erba buona, come nella parabola, prima di venire separata a tempo debito e gettata nel forno.
    PS no comment sulla signora Meloni, che più di così non ci arriva.
    Cit. Davide Lovat

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    1. Ma come si può dire un pontificato sciagurato... nessun papato è stato sciagurato nella difesa della dottrina anche tra i più accaniti peccatori tra i papi. Papi peccatori ma non eretici. Non esiste un Papa eretico visto che ha il mandato Divino di confermare i fratelli nelle Fede. Vi ostinate a considerarlo papa ma non lo è mai stato perché solo Benedetto XVI era il legittimo Papa in sede impedita. Quando umilmente lo capirete?

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    2. Eventualmente, se e quando qualcuno che ne ha l'autorità lo dimostrerà a ragion veduta

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  6. " Ci corre l’obbligo di se­gnalare due pericoli mortali che incombono sull’azione evangelizzatrice del nostro tempo. Tutti e due provengono dal desiderio improvvido di «facilitare» la nostra missione accorciando arbitrariamente, per così dire, la distanza che separa la miseria dell’uomo dalla salvezza di Dio.
    È la tentazione di sostituire alla pietà del Signore che vuol trasformare i cuori con la luce della verità, una nostra apparente misericordia che – illanguidendo la distinzione sia tra i fatti avvenuti e le pure idee sia tra il bene e il male – toglie alla creatura ogni ragione di purificarsi e di ele­varsi secondo il disegno del suo Creatore.
    C’è prima di tutto l’inclinazione a risolvere il fatto salvifico – che esige il «salto» coraggioso dell’atto di fede – in una serie di valori agevolmente esitabili sui mercati mon­dani. Così il Vangelo non è più precipuamente il vangelo della morte redentrice, della risurrezione, dell’universale signoria di Cristo: diventa il vangelo della solidarietà, del dialogo tra i popoli e le religioni, del progresso, della pro­mozione umana, della ecologia ecc.
    A questo modo, se ci si arresta a questi valori e non si riesce a risalire all’evento pasquale, che tutti li fonda, più che evangelizzare si viene mondanizzati; più che offrire un riscatto, che ci è donato dall’alto, si dà all’umanità l’illusio­ne che possa riscattarsi da sola con una serie di buoni pro­positi; più che apostoli di Gesù di Nazaret, si diventa pro­pagandisti omologati dei miti secolaristici.
    Il discorso è delicato e può provocare dei frainten­dimenti. Perciò mi pare opportuno tornare a chiarire, come ho già fatto altrove, il rapporto che c’è tra la persona del Salvatore e l’offerta di alcune mète come socialmente ap­prezzabili per se stesse.
    È indubitabile che il cristianesimo sia prima di ogni al­tra cosa «avvenimento»; ma è altrettanto indubitabile che questo avvenimento propone e sostiene dei «valori» irri­nunciabili. Non si può, per amore di dialogo, sciogliere il fatto cristiano in una serie di valori condivisibili dai più; ma non si può neppure disistimare i valori autentici, quasi fos­sero qualcosa di trascurabile. Occorre dunque un discerni­mento.
    Ci sono dei valori assoluti: tali sono il vero, il bene, il bello. Chi li percepisce e li onora e li ama, percepisce, ono­ra e ama Gesù Cristo, anche se non lo sa e magari si crede ateo, perché nell’essere profondo delle cose Cristo è la ve­rità, la giustizia, la bellezza.
    Ci sono valori relativi, come il culto della solidarietà, l’amore per la pace, il rispetto della natura, l’atteggiamento di dialogo, ecc. Questi meritano un giudizio più articolato, che preservi la riflessione da ogni ambiguità.
    Solidarietà, pace, natura, dialogo possono diventare nel non cristiano le occasioni concrete di un approccio ini­ziale e informale a Cristo e al suo mistero. Ma se nella sua attenzione essi si assolutizzano fino a svellersi del tutto dal­la loro oggettiva radice o, peggio, fino a contrapporsi al­l’annuncio del fatto salvifico, allora diventano istigazioni all’idolatria e ostacoli sulla strada della salvezza.
    Allo stesso modo, nel cristiano, questi stessi valori – so­lidarietà, pace, natura, dialogo – possono offrire preziosi impulsi all’inveramento di una totale e appassionata ade­sione a Gesù, Signore dell’universo e della storia. Ma se il cristiano, per amore di apertura al mondo e di buon vicina­to con tutti, quasi senza avvedersene stempera sostanzial­mente il fatto salvifico nella esaltazione e nel conseguimen­to di questi traguardi secondari, allora egli si preclude la connessione personale col Figlio di Dio crocifisso e risorto, e consuma a poco a poco il peccato di apostasia".

    Cardinale Giacomo Biffi

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  7. Per rimanere cattolico sono dovuto diventare mangiapreti come i comunisti duri e puri del secolo scorso. Questo clero vergognoso, ribelle e rivoluzionario, è molto peggiore di quei comunisti, perché inganna i semplici che si fidano di autorità usurpatrici, di chierici empi e traditori, passati armi e bagagli dalla parte del Nemico di Cristo e dell' umanità ( e quindi anche di loro, che si solo alleati con lui). doppiamente sciagurati, quindi....

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  8. anonimo 27 aprile 12,02. La bolla di Papa Paolo IV è valida, a dichiarare invalida l'elezione , se si dimostra che ci fu adesione all'eresia da prima della nomina a Vescovo o Papa,, in quanto cita la primazia, e primazia è il Vescovo di Roma, in modo particolare. Piuttosto mancano i cardinali che affrontino la questione. Posso presumere che si siano affrontati già tali nodi da alcuni, come mons. Viganó ha espresso il riconoscimento della evidente ormai non volontà, esplicita e pubblica, di essere Vicario di Cristo, ma che si preferisca attendere il funerale onde non causare botti d'artificio. Molto strano che il papa nel caso- preghiamo sempre per la sua conversione con amore- abbia voluto dare le disposizioni che ha dato. Devo dire che provo pena per lui, per la vita eterna . Se i rimproveri egli accogliesse e mutasse strada, quale vittoria per Cristo! Inoltre tengasi conto che i cardinali ( e Vescovi) rimasti fedeli sono ridotti ad un minimo resto e quindi temono, per certi versi anche giustamente, una dichiarazione prima che la morte concluda l'attuale papato. Quindi il botto ci potrà essere al prossimo conclave: se verrà eletto un cattolico questi altri infiltrati lupi e briganti giocheranno il tutto per tutto eleggendo un antipapa ( già successo nel passato). E il Papa sarà perseguitato e magari non seguito dal popolo ormai apostata che considera adulterio e sodomia normalità ( e questo chiunque che frequenti fedeli parrocchiali lo constata). Se, Dio non voglia - sarebbe peggio- avesse ad eleggersi un lupo apostata, in prima istanza, saranno quei pochissimi cardinali cattolici a non accettarne - giustamente- l'elezione e a provvedere con una elezione canonica. Non vedo altre vie. E quindi sarà scisma comunque: dopo aver accettato di piegarsi al mondo per evitare lo scisma, scisma sarà comunque. Prepariamoci e combattiamo con il ss Rosario, si possono vincere anche le guerre. Non è il numero che vince, quando si ha Dio con noi.

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  9. Rimanere fedelmente cattolici...

    Non bisogna certo aspettare la morte di questo e quello per restare cattolici, anzi sono decenni che il cattolico, davanti alle contraddizioni che sono venute e che vengono dai pastori e dai pastoroni, ha cercato e cerca di irrobustire la sua fede con tutti i mezzi che trova e ha trovato. Stranamente questa deriva epocale della Fede cattolica ha serrato le fila dei cattolici, in particolare di quelli che sono 'tornati a casa'. Avendo loro guardato in faccia il mondo, non sono stati ingannati dalle illusioni mondane che hanno occupato la Casa del Signore,  così  hanno puntato subito a far piazza pulita, nel loro cuore, delle banalità di occupazione e si son dati da fare per cercare il buon Pane di sempre e trovatolo se ne son nutriti e continuano a nutrirsene con grande beneficio e riconoscenza verso chi non ha mai e poi mai cambiato la ricetta di sempre.
    a.m.

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  10. Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria27 aprile, 2024 17:28

    Tutti i problemi elencati dall'autore erano già realtà nella Chiesa conciliare. Pertanto non è corretto ritenere che egli sia l’unico responsabile.

    Parliamo di problemi morali... Questi sono risultati di diversi cambiamenti, principalmente quelli a livello di principi. Ricordiamo che cosa ha scritto il cardinale Ratzinger nel testo “La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali”:


    "Sino al Vaticano II la teologia morale cattolica veniva largamente fondata giusnaturalisticamente, mentre la Sacra Scrittura veniva addotta solo come sfondo o a supporto. Nella lotta ingaggiata dal Concilio per una nuova comprensione della Rivelazione, l’opzione giusnaturalistica venne quasi completamente abbandonata e si esigette una teologia morale completamente fondata sulla Bibbia

    Ricordo ancora come la Facoltà dei gesuiti di Francoforte preparò un giovane padre molto dotato (Bruno Schüller) per l’elaborazione di una morale completamente fondata sulla Scrittura. La bella dissertazione di Padre Schüller mostra il primo passo dell’elaborazione di una morale fondata sulla Scrittura. Padre Schüller venne poi mandato negli Stati Uniti per proseguire gli studi e tornò con la consapevolezza che non era possibile elaborare sistematicamente una morale solo a partire dalla Bibbia. Egli tentò successivamente di elaborare una teologia morale che procedesse in modo più pragmatico, senza però con ciò riuscire a fornire una risposta alla crisi della morale.
    Infine si affermò ampiamente la tesi per cui la morale dovesse essere definita solo in base agli scopi dell’agire umano. Il vecchio adagio «il fine giustifica i mezzi» non veniva ribadito in questa forma così rozza, e tuttavia la concezione che esso esprimeva era divenuta decisiva. Perciò non poteva esserci nemmeno qualcosa dì assolutamente buono né tantomeno qualcosa di sempre malvagio, ma solo valutazioni relative. Non c’era più il bene, ma solo ciò che sul momento e a seconda delle circostanze è relativamente meglio".

    Il documento Dignitatis Humanae di Paolo VI se basa sulla OPZIONE (Ho scritto la parola in maiuscolo per evidenziare che la legge naturale è diventata solo un'opzione) giusnaturalistica. Nello stesso tempo in cui il documento si fondava sulla legge naturale, Paolo VI sapeva che nella Chiesa si andava sviluppando un'altra OPZIONE morale “fondata sulla Bibbia”. Ciò che abbiamo osservato nella recezione dell'Humanae Vitae riflette dunque esattamente questo duplice atteggiamento: la parte tradizionale della Chiesa, che riteneva il documento infallibile, lo ha accettato. D'altra parte, i progressisti stavano già sviluppando questa nuova moralità biblica e rifiutarono il documento. Come utilizzare il magistero papale ex cathedra e allo stesso tempo consentire la creazione di una nuova moralità? Qualcuno può rispondere?

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  11. Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria27 aprile, 2024 17:28

    Per l'occasione di Humanae Vitae, il teologo protestante Karl Barth scrisse una lettera intitolata "Il rispetto per "l'eroica solitudine" di Paolo VI, dove può essere letto:

    "“Il punto che in questa discussione mi turba è il problema teologico fondamentale della "legge naturale", che nell'enciclica è adottato in modo pieno di conseguenze - o piuttosto, il suo valore come seconda fonte di rivelazione - dalla parte dei critici del suo testo, la "coscienza" della singola persona o del singolo cristiano, a cui viene attribuita una funzione corrispondente.

    Nel lungo cammino della mia relazione con la teologia, è diventato impossibile per me, a questo punto, camminare con Tommaso d'Aquino, in quale cammino, insieme a Vostra Santità, si muovono gli amici e i critici enciclica [Humanae Vitae], e, inoltre, molti non anche cattolici. Da questo punto di vista, non posso, da parte mia, considerare l'enciclica come convergente con la bella Costituzione Dei Verbum dell'ultimo Concilio, nella quale non trovo che se parle né di "legge naturale" né a "coscienza" come fonti di rivelazione”.

    Entra qui in gioco la questione della “continuità dell'unico soggetto Chiesa”, senza che venga trasmesso l'oggetto della tradizione. Ora, se la Tradizione non è un insieme di verità da trasmettere dalla Chiesa «in ogni tempo e luogo», potrebbe esserlo la legge naturale? Insieme alla caduta dell'«oggetto della tradizione» da trasmettere cade anche il diritto naturale. In questo modo la morale conciliare finisce per riprodurre quanto accaduto nella liturgia, cioè è una morale fabbricata.

    Questa non è colpa solo di Francesco, ma di tutti i Papi conciliari. Lo stesso Benedetto XVI sapeva dell'abbandono dell'“OPZIONE” della legge naturale in favore di una morale biblica anch'essa fabbricata. Cosa ha fatto contro di esso? Nulla. La colpa della tua visione è del maggio 68...

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  12. I MIRACOLI SONO PARTE DELLA STORIA

    "Può lo storico cristiano, soddisfatto di avere in tal modo indicato in linea generale il carattere soprannaturale degli animi umani, sentirsi dispensato dal registrare le manifestazioni di minore importanza che la bontà e la potenza divine hanno disseminato lungo il corso dei secoli al fine di ravvivare la Fede nelle generazioni successive?

    Si guarderà bene dal macchiarsi di tanta ingratitudine; e come sarà felice di riconoscere che il Redentore non ha promesso invano ai fedeli i segni visibili del suo intervento fino alla fine dei secoli, così sarà sollecito a iniziare i propri fratelli alla gioia provata nell'incontrare sul proprio cammino gli infiniti raggi di una luce inattesa che, pur collegandosi non sempre direttamente ai tre grandi centri, offrono tuttavia, ciascuno di essi, testimonianza della fedeltà di Dio alle proprie promesse e conferma preziosa che illumina tutto l'insieme.

    I singoli miracoli possono a buon diritto appartenere alla storia ogni qual volta non abbiano soltanto portata individuale, ma suscitino vasta eco.
    Inutile aggiungere che per fare un resoconto serio e veramente storico, gli studiosi devono seguire una critica imparziale. Perciò l'apparizione della croce a Costantino può a ragione figurare negli annali del IV secolo.
    Lo stesso vale per i prodigi che avvennero nella stessa epoca a Gerusalemme quando Giuliano l'Apostata volle ricostruire il tempio di Salomone.
    Né si devono più tacere i miracoli di San Martino che così profonda influenza esercitarono sull'estinzione dell'idolatria fra i Galli; né quelli di San Filippo Neri a Roma e di San Francesco Saverio nelle Indie, che nel XVI secolo attestaromo clamorosamente che la Chiesa papale, malgrado le blasfemie della riforma e la decadenza dei costumi, era tuttavia l'unica depositaria delle promesse e roccaforte della fede"

    Prosper Guéranger "Il senso cristiano della Storia"

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  13. Come ricorda il Card. Biffi, il culto della solidarietà e l'amore per la pace sono valori relativi, così anche il rispetto della natura, ecc.
    Cristo non è venuto a portare la pace.
    Pertanto, non possiamo ambire alla pace sociale a costo della verità e della fede.

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  14. « Votre devoir est d'établir et restaurer sans cesse la civilisation chrétienne, la Cité catholique, contre les attaques incessantes des insensés, des rebelles et des mécréants. Omnia instaurare in Christo. »

    Saint Pie X, Notre Charge Apostolique.

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    1. Merci beacoup, mon cher ami, merci!

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  15. Personalmente trovo singolare l'affermazione che il papa attuale deve essere legittimo perché nessun cardinale ne contesta l'elezione. Sarà pure legittimo pastore di una Chiesa che si chiama cattolica. Non è la vera Chiesa quale Cristo la volle.
    Il cardinale Parolin ha affermato ieri che dopo Francesco non ci saranno cambiamenti, la sua linea sarà rispettata.
    Chi vuole restare buon cattolico è avvertito.

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  16. Caro Valli,

    il premier Meloni ha annunciato in pompa magna che papa Francesco parteciperà in presenza al prossimo incontro del G7 che si terrà a metà giugno in Puglia e interverrà nella sessione dedicata all’intelligenza artificiale aperta ai Paesi non membri [qui].
    È la prima volta che un pontefice partecipa a una riunione dei “grandi della terra” e la presidenza italiana del G7 “intende valorizzare il percorso promosso dalla Santa Sede sull’Intelligenza artificiale con la Rome Call for AI Ethics e portarlo all’attenzione degli altri leader in occasione del vertice in Puglia”, ha sottolineato la Meloni nel proprio videomessaggio, convinta che “la presenza di Sua Santità darà un contributo decisivo alla definizione di un quadro regolatorio, etico e culturale all’Intelligenza artificiale”.
    https://www.aldomariavalli.it/2024/04/27/il-papa-il-g7-e-lintelligenza-artificiale/

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  17. Chi ha una certa età ne ha viste di tutti i colori, dalla fine del Concilio Vaticano II fino ad ora; e, dopo decenni di allenamento, dovrebbe essere diventato più robusto nel parare i colpi inferti a Fede, Speranza e Carità da coloro che occupano la Sede di Pietro. Chi ricorda lo squallore delle liturgie beat dei tempi di Montini sa benissimo che quelle odierne forse sono migliori (si fa per dire!) di quelle montiniane. E il Buddha installato su di un altare durante il primo raduno di Assisi woytyliano, ve lo siete scordato? La Pachamama è arrivata dopo. Voglio dire questo: la Rivoluzione nella Chiesa non è arrivata con Francesco. E se anche ricomparissero trono, baldacchino, flabelli e Corte Pontificia (la quale svolgeva ottimamente il suo ruolo, sia detto chiaramente), ma tutto rimanesse più o meno com'è adesso (da decenni!), si tratterebbe di un'altra fregatura conservatrice. Sembra che molti aspirino a qualcosa del genere, una riedizione degli anni Ratzinger. Che lo Spirito Santo, che il Signore, in questa IV Domenica dopo Pasqua, ci promette, continui a sostenerci nella battaglia per la conservazione di Fede, Speranza e Carità. Particolarmente da Lui imploriamo Lume, Fortezza e serenità!

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  18. Anonimo 10,21. Se Dio ha permesso uno sfascio del genere , non si tornerà di certo a pizzi e merletti, ma ad un cambiamento epocale, veramente epocale. Si mediti meglio il segreto, ( non a caso apparizioni sì veggenti no!), di La Salette, in particolare: se non si convertono, Dio castigherà come mai prima, al più tardi nella seconda metà del XX secolo. Come mai prima, ormai si vede cosa ha voluto dire comparandolo col periodo storico della seconda metà del secolo trascorso. Siamo a una svolta da cui la Chiesa uscirà più bella, rinnovata e svecchiata, ma quanti si perderanno?

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  19. Paradossalmente concordo con quel che ha detto Paroline: dopo Francesco? Un altro Francesco! Inutile illudersi! Dalla neochiesa solo questo può uscire!! Salvis miraculis....ovviamente!!

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  20. Avete taciuto abbastanza.
    È ora di finirla di stare zitti.
    Gridate con centomila lingue.
    Io vedo che a forza di silenzio,
    il mondo è marcito.

    Santa Caterina da Siena

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