Nemo è il profeta della patria europea
Lo diceva già il proverbio antico: “Nemo propheta in patria”: così Nemo, cantante non binario, sui generis, è stato eletto profeta canoro della non-patria europea. Nemo, che in latino vuol dire Nessuno, è svizzero e applica la neutralità anche al genere sessuale. Non ce ne saremmo mai occupati della notizia in sé, anche se ieri continuavano sulle prime pagine dei nostri più rispettabili giornali, bavose apologie del cantante “non binario” e del mondo che cambia in quella direzione. L’Eurovision ha riconosciuto, premiato, fatto trionfare un cantante la cui speciale virtù è quella di essere un mutante in bilico, che non si vuol riconoscere nel sesso nativo e nemmeno in quello adottivo. Hai qualcosa contro chi si definisce non binario? Figuriamoci, non sono mica un passaggio a livello, non mi occupo di chi attraversa i binari. Non ho il minimo interesse a spiare la vita altrui dal buco della serratura o da altri orifizi. Il problema non è la sua vita, come lui si sente, cosa vorrebbe essere, un camaleonte o una zucchina, fatti suoi e dei suoi intimi. Il problema non è nemmeno l’esibizione in mondovisione, con messaggio annesso, del suo sesso variabile, come il tasso dei mutui; ma il riconoscimento pubblico, l’attestazione internazionale, il premio alla sua mobilità sessuale, alla sua estemporaneità di genere. Come se fosse un precursore, un pioniere e un modello, esempio per tutti. La notizia su cui si sono concentrati tutti, al pari della motivazione del successo, non era la sua canzone, la sua esibizione, ma il suo status non binario, di umanità in transito, personale viaggiante dal maschile al femminile verso l’ignoto, senza fissa dimora.
Cambia qualcosa nella nostra vita dopo quella pagliacciata in eurovisione e quel glorioso coming out salutato come un evento epocale, tale da scomodare cieli e inferi? Ma no, assolutamente niente, si allarga semmai il disgusto, la nausea, il senso di estraneità verso tutto ciò che proviene dalla sfera pubblica, anche nell’ambito dell’intrattenimento e della ricreazione. Appena c’è qualcosa che evoca l’Europa, una guerra, una tragedia, un accidente o anche solo un festival, si allunga un’ombra di squallore. Amedeo Minghi da cantante s’indigna, e lo capisco, ha ragione; il generale Vannacci da militare vede una conferma che il mondo va a contrario, e capisco pure lui, ha ragione. Ma la cosa va ben oltre un banalissimo festival e un fatto intimo elevato a Ragione Universale.
A me quello che sconforta è che non c’è scampo, se vuoi volgere lo sguardo altrove, e occuparti d’altro, passi da un Nemo a un altro, ovvero da una nullità a un’altra, da un trasformista all’altro; sai che la Nullità mutante è andata al potere, va sul podio, vince i premi nella musica, come nel cinema, nell’arte, nella letteratura. È il trionfo del Nessunismo, cioè la negazione dell’identità come merito, meta e compito per tutti. Nemo non è un singolo ma un fenotipo, un’ideologia. Dicendo di chiamarsi Nessuno l’astuto Ulisse trovò un espediente per sfuggire a Polifemo. Qui invece la scelta non è di sfuggire alla furia dei ciclopi ma sfuggire a se stessi, alla propria natura, alla propria identità nel nome dei propri desideri, “perché così mi sento”.
Dai su, direte voi, cosa vuoi che sia una pagliacciata canora, un fenomeno da baraccone; lascia il circo, pensa alle cose serie. Ma è lì che sorgono i problemi, anzi è lì che si amplificano e diventano sistema, paradigma universale. Perché quando passi dallo spettacolo alla vita seria, alla politica, alle relazioni sociali, all’impegno civile il quadro che si prospetta è la continuazione del Medesimo, per dirla con Alain de Benoist; ossia è la continuazione del circo, dell’Eurovision in altre forme, è sempre la stessa roba, la stessa ideologia dominante. L’eurovision coincide con la visione dell’Europa. Nemo per tutti, tutti per Nemo.
Insomma, per dirla in modo più chiaro, il problema non è Nemo che vince un festival, ma è Nemo che guida l’Unione europea, ne è il parametro, lo spread e l’unità di misura. Quel Nessuno rappresenta un popolo ridotto a moltiplicarsi in tanti Nessuno, privi di identità; la cosa che oggi unisce l’Europa è il ripudio dell’identità comune e personale, individuale e generale, famigliare e di civiltà. La canzone ne è solo la sintesi fatua e simbolica a uso pop.
La perdita dell’identità, decantata come un’emancipazione, una liberazione, una presa di coscienza, un passaggio – per stare alle parole della canzone di Nemo – dall’inferno al paradiso, ha una serie di effetti nefasti che ricadono a cascata sulla vita concreta degli europei. L’identità di genere è solo il primo livello dell’identità, quello più elementare, più evidente, più naturale: poi c’è l’identità civica, l’identità culturale, l’identità popolare, l’identità derivata dalla storia e dalla tradizione, l’identità di civiltà.
Il rifiuto dell’identità o Euronemia produce danni a più livelli. Impedisce di riconoscere e accettare chi siamo davvero, la realtà nostra e degli altri, i corpi, i limiti, i confini, le eredità. Rende più vulnerabili e soccombenti rispetto a chi invece preserva e difende la propria identità, come per esempio gli islamici. E riduce i corpi a gelatine, le persone a tatuaggi, i pensieri a capricci e celebra storie intime come se fossero storie universali, tappe gloriose nel quadro dell’evoluzione della specie.
Sappiamo che in assenza di riferimenti alti, superiori e ulteriori, alla fine chi rappresenta, incarna ed esprime l’Europa e la sua icona è quello che ci giunge dagli eventi e dai personaggi pop, dai racconti di massa imbastiti sul terreno dello spettacolo e dell’intrattenimento. Di Nemo all’Eurovision chi se ne frega; ma deprime la visione dell’Europa ridotta a celebrare, non solo nei festival, il Nemo di turno e l’euronemia. Farà una brutta fine questa specie d’Europa, investita sui binari incustoditi dal treno della realtà. Marcello Veneziani - Fonte
Nemo, come persona non binaria, si sarà senz’altro scontrata contro il muro di bigottaggine ed odio per il diverso ben diffuso in certi ambienti.
RispondiEliminaViva Nemo, viva l’Europa, viva la libertà.
Non mi avrete mai come volete voi.
Il fatto è che non siamo noi che ti vogliamo a modo nostro. È Dio che non ha creato il genere umano per essere non binario o omo e sterile, ma "maschio e femmina li creò" perché crescessero e si moltiplicassero secondo la Sua volontà che è inscritta nella legge naturale che non abbiamo inventato noi...
EliminaC'è un aspetto positivo nel sentirsi persona non binaria: le persone non binarie non si riproducono. Sono destinate all'estinzione. Spontanea.
EliminaQuale liberta'??
RispondiEliminaDiciamo che l'Europa è su un binario morto, perché non sa da dove viene, chi sia e dove vada.
RispondiEliminaLa libertà non c'entra proprio nulla.
Cominciamo a rovesciare il noto assioma cartesiano "cogito ergo sum", e cioè rimettiamo "sum, ergo cogito" e poi ne parliamo.
La promozione dell'agenda sta dando i suoi frutti: i cristiani nel Regno Unito stanno diventando una minoranza.
RispondiEliminaI liberaldemocratici hanno ritirato il loro candidato David Campanale dalle elezioni della Camera dei Comuni perché aveva apertamente espresso la sua fede cristiana. Il politico si è ritirato dal voto dopo la denuncia degli attivisti LGBT, poiché in precedenza si era opposto al matrimonio tra persone dello stesso sesso. A quanto pare questo è un peccato imperdonabile per i democratici liberali.
Stranamente, Campanale non è il primo a subire il mandato di comparizione. Non molto tempo fa, Kate Forbes ha perso la maggioranza dei voti nella corsa contro Humza Yusuf per la carica di Primo Ministro scozzese a causa della sua affiliazione alla Chiesa presbiteriana libera. Forbes è stata pesantemente criticata da giornalisti, politici e attivisti dell'SNP per le sue opinioni impopolari.
Inoltre, i candidati islamici non devono giustificarsi per la loro fede. Un esempio di ciò è il vincitore delle elezioni del Consiglio comunale di Leeds, il candidato del Partito dei Verdi Motin Ali, che in un impeto di gioia ha cantato "Allahu Akbar", senza timore di conseguenze negative.
Nel complesso, la quota dell’elettorato musulmano sta gradualmente aumentando. In un certo numero di distretti, il numero dei musulmani varia dal 10 al 40% degli elettori; ci sono luoghi in cui sono più della metà.
Secondo gli ultimi dati, la popolazione musulmana in Inghilterra e Galles è salita al 6,5%. Qui i migranti hanno sicuramente fatto del loro meglio. Mentre il numero dei cristiani è sceso, per la prima volta nella storia, al 46%.
Dato il discorso anticristiano non solo in termini di propagazione dell'Islam, ma anche di distorsione dei dogmi cristiani, con la partecipazione della famiglia reale, il calo della quota di cristiani non sorprende affatto, e non potrà che peggiorare peggiorare. Pertanto, il Regno Unito potrebbe a buon titolo essere il primo paese in cui il cristianesimo diventerà estremista.
https://www.telegraph.co.uk/news/2024/05/13/david-campanale-christianity-british-politics/
Il computo è sbagliato, il 46% di non mussulmani non è composto da cristiani, è parte di quella popolazione ex cristiana che ha abiurato e tradito Nostro Signore già da molto tempo e, come propria identità, ha "liberamente" preso quella di Nemo. Egli è stato incoronato leader dell'Europa molto prima della pagliacciata televisiva descritta da Veneziani. Se si ragiona in termini di numeri, che sono uno degli specchietti per le allodole della democrazia i cristiani, in Europa, sono una netta minoranza. L'unica minoranza non protetta. Sono gli Scozzesi ed il resto dei Britannici che hanno rigettato Kate come leader in quanto cristiana, e sanno che, come cristiana, non potrebbe rappresentare i loro "valori". Non c'è più un 'Europa cristiana, c'è l'Europa occidentale. L'Europa demente che vota persone che le sono molto più ostili dei cristiani. Dio indurisce cuore e mente di coloro che vuole perdere. Cambia il cuore di pietra in uno di carne in coloro che si pentono. Consiglio di leggere e meditare il Libro dell'Esodo, molto utile come chiave di lettura che Dio ci offre, in questi tempi disgraziati (che hanno rifiutato la grazia), e che ne raccoglieranno i frutti.
EliminaValeria Fusetti.
Povero giovane sghignazza per non piangere.Ma non si può essere omosessuali senza maschere ridicole e senza la pretesa assurda di voler cambiare il mondo?
RispondiElimina
RispondiEliminaIl vile attentato a Fico primo ministro slovacco, ora in pericolo di vita.
Nota bene: aveva detto che bisognava por fine alla guerra in Ucraina.
Ci si è lamentati più volte dell'allineamento eccessivo del governo italiano alla posizione nato e americana sulla guerra.
Ma alla pelle i nostri ci tengono, no? Come gli altri, del resto.
Mi pare che qualche tempo fa uno dei capi del partito di destra spagnolo Vox, se non erro, o alleato a questo partito, sia stato sparato, in faccia. È sopravvissuto, ma è comprensibilmente sparito dalla circolazione.
Il fattore "paura" non è da sottovalutare.
Intanto la politica continua come prima. Sotto elezioni, l'inchiesta che vorrebbe inchiodare il Centro Destra, con noti giornali che pubblicano i verbali delle intercettazioni, un malcostume che non accenna a diminuire, nonostante i tentativi di riforma del presente governo.
L'indagine appare debole, come molte altre, i pagamenti fatti sono tutti rintracciabili regolarmente, si legge su ilGiornale.
L'Europa di Nemo. Rappresenta il Male, assoluto bisogna dire.
La perversione ostentata, il dileggio di tutti i valori.
Quest'Europa Dio la castigherà in modo durissimo, se non si cambia regime.
Z.
Beh, direi perfettamente al passo coi tempi.
RispondiEliminaPubblicita' su cartellone stradale vista stamane per le vie di Roma raffigurante una o due mani (non ricordo bene) che stringono un cilindro forse di plastica forse di bucchero recante la seguente scritta : "Un bel tuffo nel mare piu' blu, spargiamo le ceneri nel mare blu piu' profondo, Exquisa funerale tutto compreso solo 1250 euro."
Per quanto, la miglior fotografia dell'europaideologicamenteunita, direi piuttosto incatenata con la palla al piede, l'ha perfettamente descritta il Prof.Stefano Fontana nel trattare le elezioni europee vedi/ascolta RBC 14 Maggio u.s.
Il primo ministro slovacco Robert Fico, colpito da un attentatore soitario, aveva annunciato un’inchiesta sul “circo_Covid” e sui #vaccini.
RispondiElimina“Pubblicheremo e racconteremo al pubblico slovacco cosa è realmente accaduto durante questo periodo di Covid”, ha dichiarato il primo ministro Robert_Fico.
Ha accusato i governi precedenti di dare priorità agli interessi del settore farmaceutico rispetto a quelli del pubblico:
“Hanno guadagnato un sacco di soldi con acquisti non necessari di varie forniture mediche e vaccini”. Inoltre, Fico ha affrontato i funzionari pubblici, accusandoli di chiudere un occhio sulle morti cardiovascolari correlate ai vaccini.
Fico si è guadagnato l’ira della NATO dopo aver promesso di bloccare la consegna di armi all’Ucraina durante la sua ultima corsa alle elezioni. Fico ha anche espresso insoddisfazione per il patto di difesa di Bratislava con Washington, promettendo di rivederlo.
Fico ha espresso una fervida opposizione all’adesione dell’Ucraina alla NATO, e ha affermato di ritenere che la Russia abbia iniziato la sua operazione militare a seguito del dilagare dei neonazisti in Ucraina.
Fico ha avvertito che l’assistenza militare occidentale all’Ucraina non farà altro che prolungare la crisi e aumentare il numero delle vittime, e ha accusato le forze straniere di intromettersi nel conflitto, che “avrebbe potuto essere estinto fin dall’inizio”.
Fico ritiene che le sanzioni anti-russe abbiano “influito negativamente” sulla vita dei cittadini slovacchi.
Fico è stato criticato dai media europei come un analogo populista di sinistra del populista ungherese di destra Viktor Orban, con i media che hanno fatto di tutto per accusarlo di “regressione democratica” e di “violazione delle norme europee”, anche per la sua spinta. riformare il codice penale.
Il primo ministro slovacco si è anche fatto nemici potenti interessi politici ed economici europei, promettendo di avviare un’indagine indipendente sulle politiche autoritarie dell’UE durante l’era della pandemia.
Lo sparatore: un poeta di 71 anni…
RispondiEliminahttps://www.informazionecattolica.it/2024/05/15/i-boy-scout-usa-cambieranno-nome-per-essere-gender-neutral/
I BOY SCOUT USA CAMBIERANNO NOME PER ESSERE “GENDER NEUTRAL”
di Gianni Toffali
L’OSSEQUIO AL “GENDER CORRECT”
In ossequio al “gender correct”, vale a dire una delle molteplici dissonanze cognitive partorite dal cosiddetto Homo Sapiens (in che senso Sapiens non ci è dato a sapere) anche i Boy Scout cambieranno nome per essere gender neutral.
La Boy Scouts of America (BSA) si chiamerà dal prossimo anno Scouting America, in una mossa che rappresenta l’ultima fase di un profondo rebranding volto a promuovere principi di inclusività di genere e a distaccarsi dalla turbolenta storia di scandali sessuali che ha segnato il suo passato.
Roger Krone, presidente e CEO dell’organizzazione ha dichiarato che “il cambiamento sarà semplice ma estremamente significativo. Miriamo a garantire che chiunque possa sentirsi accolto nel mondo dello scoutismo”.
Parallelamente alla strampalata persuasione che aleggia nel metaverso delle società moderne, per cui se un Tizio, causa cattiva dormita, si ritrova Sempronia al mattino, par condicio pretenderebbe che la transizione di genere da maschio XY a femmina XX e viceversa, contemplasse anche la possibilità di transitare nel mondo animale. Tentativo, a dire il vero, già in atto: il Guinness dei primati ha mostrato soggetti “mutati” in gatti et similia, e più di recente, per umanizzare maggiormente i fratelli cani, il Ministero della Salute ha consentito l’accesso ai quattro zampe, nelle zone aperte al pubblico di bar e ristoranti.
Se applicato, il principio della transizione “gender human animal”, non andrebbe a beneficare esclusivamente l’organizzazione americana dei piccoli cercatori asessuati, ma di tutte le realtà terrestri.
Un mondo ridotto ad uno Zoo globale, sarebbe simile ad un paradiso terrestre privo di discriminazioni e ingiustizie. Tra Intelligenza artificiale e bestialità incipiente, “Carràmba! Che sorpresa”: Il mondo nuovo di Aldous Huxley, in versione manicomio, è qui!
Ségolène Royal critique violemment l’Eurovision : https://tvmag.lefigaro.fr/programme-tv/actu-tele/un-concours-de-laideur-de-vulgarite-de-grossierete-d-exhibitionnisme-segolene-royal-critique-violemment-l-eurovision-20240513
RispondiEliminaIn merito a quanto scritto da Blondet, vorrei rimandare al chiaro e ficcante intervento di Luca Volontè sulla Nuova Bussola Quotidiana di oggi circa i "mandanti morali" del vile attentatore slovacco. Si legga l'articolo per capire meglio dove siamo finiti, povera Europa.
RispondiEliminaArianna Editrice (newsletter)
RispondiEliminaLe colpe di Robert Fico
di Antonio Catalano
Un ottimo articolo. Chiunque non è d'accordo con 'i padroni del mondo' finisce male.
Segue altrimenti detto alla romana: " Nun t'allarga'! "
RispondiEliminam.a.
So che accadono cose infinitamente più importanti e gravi nel mondo, ma mi permetto una riflessione della domenica.
RispondiEliminaSono venuto a sapere che si è tenuta una competizione canora chiamata "Eurovision".
Non mi produrrò in una reprimenda verso gli spettatori, perché, dalle immagini che ho visto circolare, chi l'ha visto è già stato punito abbastanza, e non è il caso di infierire.
Scopro però anche che avrebbe vinto un tale Nemo, che si fa fotografare con i vestitini delle bambole addosso e gioca tutte le sue carte di talento canoro sull'ennesima eccitante "provocazione" di essere fluido (mi si è addormentato persino il braccio mentre scrivevo).
Ora, il signore / la signorina / l'ente perspirante (non mi sbilancio, barrate voi la casella appropriata) pare uno con le idee davvero chiare. E qui non scherzo.
Intervistato dice infatti: "Rendermi conto della mia identità mi ha reso libero."
E qual è questa identità?
Lo dice lui stesso, ovviamente: Nemo = Nessuno (in latino).
Il nome è stato scelto in modo mirato perché l'unica identità che qui rende liberi è l'assenza di identità.
E questo è filosoficamente di grandissimo interesse, perché rende esplicito nel modo più chiaro un punto importante, che va al di là delle pacchianate decerebranti dell'Eurovision.
La libertà che viene assunta come l'unica vera libertà residua da questa "cultura generazionale" è la libertà negativa, cioè la libertà come possibilità di sottrarsi ad ogni pressione esterna.
Ma anche lo stesso "Essere Qualcuno" è percepito come una forma di pressione esterna.
Dunque l'unica libertà realizzata è non essere nessuno.
Tutto ciò può sembrare molto suggestivo, new age, ma è in effetti una manifestazione esemplare di degenerazione motivazionale (o se vogliamo, di nichilismo militante). Infatti essere qualcuno, possedere (e coltivare) un'identità personale è la precondizione per ogni responsabilità, per ogni integrità personale, per ogni veridicità, per ogni volontà e progetto, e anche per ogni forma di affidabilità interpersonale.
Ma tutto ciò, tutti questi tratti etici che sono stati al cuore delle virtù personali nella variegata storia dell'umanità oggi vengono percepiti da questa cultura generazionale come un peso insostenibile, un onere.
La modernità neoliberale ha così vinto game, set e match.
Restano in giro identità vuote, liquide, malleabili, che nei pochi casi "vincenti" sono dei Nessuno in carriera, mentre nel mare dei perdenti si tratta di rotelline intercambiabili che il sistema può disporre dove vuole, per il tempo che vuole, senza incontrare alcuna resistenza.
In attesa che vengano sostituiti definitivamente da un automa - che però rischia ormai di dimostrare maggior carattere.
Cit. Andrea Zhok
Anonimo delle 13:33,
RispondiEliminaSei tu che non ci avrai mai come ci vuoi: modernisti, eretici, papolatri, pro-sodomia, pro-ideoligia di genere, relativisti morali e relativisti dogmatici.
Pecoroni che credono, contrariamente a ciò che la Chiesa ha sempre insegnato, che il Papa SIA la Tradizione e che abbia il potere di correggere sia il magistero precedente che la stessa rivelazione.
Studi un po' più e sia meno arrogante!
E, soprattutto, si ripassi i seguenti concetti :IMMUTABILE e IRRIFORMABILE.
Sembra proprio che i modernisti non abbiano abbastanza capacità astrattive per comprenderli bene!
Alcuni passaggi salienti estrapolati dai numerosi interventi ufficiali.
RispondiEliminaLa storica ex primo ministro conservatore del Regno Unito Britannico, la quale fu la prima donna in Europa Occidentale a ricoprire questa carica. Ha guidato il Paese dal 1979 al 1990.
Dai discorsi di colei che è stata la più grande, importante e autorevole Premier inglese contemporanea, la cosiddetta Lady di ferro: MARGARET THATCHER.
LIBERTÀ
«Il diritto di un uomo di lavorare quanto desidera, di spendere ciò che guadagna, di avere delle proprietà, di avere uno Stato che è al suo servizio e non il suo padrone: queste cose sono l'essenza di un'economia libera. E da quella libertà tutte le altre dipendono».
CRESCITA
«La via della ripresa passa attraverso il profitto. Buoni profitti oggi portano a maggiori investimenti domani, a lavori pagati meglio e a standard di vita migliori».
SOLIDARIETÀ
«Noi vogliamo l'economia libera non solo perché garante delle nostre libertà, ma anche perché è il miglior sistema di creazione di ricchezza e prosperità. È solo da questa prosperità che attingiamo le risorse per erogare servizi migliori per la comunità, per i bisognosi».
LAISSEZ FAIRE
«Non ho mai detto che tutto quello che dobbiamo fare è lasciare che l'economia si regoli da sola. Io credo che, come ognuno di noi ha il dovere di dare il meglio di sé, i governi hanno il dovere di creare l'ambiente in cui ognuno di noi lo possa dare».
INDIVIDUALISMO
«Alcuni socialisti sembrano credere che le persone siano come numeri inseriti in un computer statale. Noi crediamo che debbano essere degli individui. Nessuno è uguale all'altro. Nessuno, grazie al cielo, è come gli altri».
SOCIETÀ
«Abbiamo attraversato un periodo in cui troppi bambini e troppi adulti facevano ragionamenti del tipo:
. Ho un problema, ci deve pensare il governo a risolverlo!, oppure
. Ho un problema e ho il diritto di farmelo risolvere dal governo, o
. Sono senza casa, il governo me ne deve dare una.
E così affibbiavano i loro problemi alla società. E chi è la società? Non c'è niente del genere. Ci sono individui, uomini e donne, ci sono famiglie e nessun governo può fare nulla se non attraverso le persone e le persone, prima di tutto, pensano a loro stesse. È un nostro dovere badare a noi stessi e quindi anche aiutare i nostri vicini a badare a se stessi. La gente ha avuto troppo in mente i propri diritti acquisiti, senza pensare ai propri doveri, ma non esistono diritti acquisiti senza aver prima assolto i propri doveri».
IL MERCATO
«I Paesi non sono ricchi in base alle loro risorse naturali; se lo fossero, la Russia sarebbe il Paese più ricco del mondo. Ha tutto: petrolio, gas, diamanti, platino, oro, argento, metalli, legno e un terreno ricco. I Paesi ricchi sono quelli i cui governi incoraggiano la creatività dell'uomo, perché possa riuscire a lavorare con altri nel produrre beni e servizi che la gente vuole comprare».
COMPETIZIONE
«Vi sono alcuni commentatori che criticano il mercato. Ma il mercato non è l'invenzione di qualche economista accademico. La libertà di comprare, vendere e scambiare è una delle più antiche libertà conosciute dall'uomo. I consumatori decidono cosa comprare, i produttori cosa produrre e la competizione determina il prezzo».
CAPITALISMO
«La libertà economica e quella politica sono due facce della stessa medaglia. La libertà economica è vera libertà, non un suo surrogato. La capacità di lavorare, guadagnare, risparmiare, donare ed ereditare liberamente, senza essere soffocati dalla tutela dello Stato, è di vitale importanza in una società libera. L'economia non è una scienza gestionale, è una scienza morale. Il capitalismo è, nella realtà, democrazia economica».
Segue
RispondiEliminaREGOLE
«Tocqueville enfatizza l'importanza di una cornice legale, affinché i mercati funzionino nel modo corretto. Nessun mercato degno di questo nome ne è mai stato esente. Anche nei tempi più antichi c'erano regole che riguardavano i pesi e le misure, la qualità e l'onestà. Similmente, nei nostri tempi, un'economia di mercato che abbia successo dipende dalla cornice legale all'interno della quale può operare: la legge dei contratti, della proprietà privata, norme a salvaguardia del consumatore, atte a proteggere la salute e la sicurezza, per spezzare i monopoli e promuovere la competizione».
BUROCRAZIA
«Così, perché le libere imprese diano frutto, le leggi devono essere chiare, comprensibili e giuste. Le regole non devono essere più pesanti dello stretto necessario, sia per proteggere un bene genuinamente comune, quale l'ambiente, sia per rassicurare i consumatori, gli investitori, i lavoratori e gli altri, che certi standard saranno rispettati».
TASSE
«La tassazione deve essere imposta solo per soddisfare alcuni bisogni in cui i privati cittadini, individualmente o collettivamente, non riescono a subentrare».
STATO MINIMO
«In una società libera, tutto ciò a cui dobbiamo mirare è uno Stato limitato. Il che non significa uno Stato debole».
POLITICA
«Lo Stato deve essere un servitore, non un padrone. Non ci devono essere tentazioni paternaliste. Il paternalismo è nemico della libertà e della responsabilità. Benché si mostri sorridente e umano, è come tutti gli altri tipi di governo interventista: soffoca gli sforzi di tutti, fiacca le imprese, incoraggia la dipendenza e promuove la corruzione».
EUROPA
«L'Europa non è stata creata dal Trattato di Roma. Né l'idea europea è proprietà di alcun gruppo o istituzione... la cooperazione volontaria e attiva fra Stati sovrani indipendenti è il modo migliore per costruire una Comunità Europea di successo. Cercare di sopprimere le nazionalità e concentrare il potere al cuore di un conglomerato europeo sarebbe altamente dannoso e metterebbe a rischio gli obiettivi che cerchiamo di raggiungere».
RispondiEliminaLa Thatcher non capiva nulla di problemi militari. Voleva abolire le portaerei e basare la flotta solo sui sottomarini dotati di missili nucleari. I comandi inglesi si opposero, ovviamente. Cominciò un tira e molla. Le portaerei c'erano ancora quando gli argentini occuparono a sorpresa le Isole Falklands (Malvine per loro). Se la Royal Navy fosse rimasta senza portaerei non avrebbe potuto organizzare la rioccupazione delle isole. Dopo questo fatto, non si parlò più di abolire le portaerei.
Circa lo "Stato minimo": è l'ideologia liberale di sempre, che preferisce il principio dell'autogoverno locale. Una forma di governo che va bene per le piccole realtà sociali, nelle quali di fatto si impone sempre un governo dei notabili locali. Ma per le vaste società di oggi? Lo statalismo non va bene ma nemmeno va bene il "regionalismo" preeoccupato solo dei problemi locali e in genere niente affatto immune da inefficienza e corruzione.
Lo Stato non deve essere né minimo né massimo. Bisogna trovare la giusta dimensione e soprattutto avere il giusto concetto dello Stato.
Il mercato come lo vedeva la Tathcher era alquanto idealizzato. In realtà nel mercato tendono a formarsi, come dovunque, gruppi di potere che mirano a dominarlo, soprattutto se il mercato dipende troppo dalla Borsa, dall'alta finanza, come oggi.
Politicus
Siamo contro l'ideologia socialcomunista e il suo opprimente giogo sulla società.
RispondiEliminaSiamo contro il liberalismo, anche in campo economico (liberismo), che porta alla disgregazione sociale col suo esasperato individualismo.
Siamo per l'organizzazione corporativa della società cristiana, secondo i principi e la dottrina sociale della Chiesa.