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venerdì 12 luglio 2024

La celebrazione 'una cum': alcune considerazioni essenziali

Se si perde il senso dei due pilastri costituiti dal Signore nel governo della Chiesa: Tradizione e giurisdizione, si rischia di perdere l'orientamento. Riprendo gli insegnamenti ricevuti e dico con semplicità la mia. Al resto non potrà che provvedere il Signore servendosi dell'autorità di pastori fedeli, autorità e responsabilità che a noi laici non compete e quindi non possiamo né dobbiamo assumercela. Per tutti gli altri principi messi in discussione da questo pontificato, con radici — ben individuate nelle variazioni disseminate in alcuni punti dei documenti del Vaticano II veicolate dalla 'pastorale' apparentemente senza dottrina — resta valido l'insegnamento perenne della Chiesa bimillenaria e non solo conciliare né tantomeno conciliarista... Mons. Viganò ha enumerato quelli più eclatanti per di più inseriti nel contesto globale.

La celebrazione 'una cum':
alcune considerazioni essenziali

Chiede un lettore nell'ultima discussione innescata dalla pubblicazione dei capi di imputazione  a mons. Viganò qui
Ma non sarebbe il caso di declinare i “principi” in suggerimenti pratici che possano aiutare i fedeli cattolici a districarsi nella situazione concreta in cui essi si trovano? Faccio una sola domanda esemplificativa: andare a Messa laddove si celebra in comunione con “Francesco” significa sempre e comunque far parte della “setta bergogliana”? [aborro l'uso termini del genere: un linguaggio che toglie efficacia anche alla parresia di mons. Viganò per tutto il resto -ndr]. In altre parole, ciò di cui i fedeli necessitano è sapere come concretamente muoversi per rimanere cattolici.
L'ho già detto, ma conviene ribadirlo.  Il problema è stato a suo tempo creato da Don Minutella e dal suo seguito col continuare a giustificare con argomenti speciosi la sua falsa tesi della invalidità della Messa una cum il papa regnante. Poi si aggiungono altri in ordine sparso. Ma ciò contraddice il dogma della Presenza Reale di Cristo - che deriva "ex opere operato"  e a prescindere dall'una cum - dalle parole della Consacrazione anche se pronunciate da un sacerdote eretico o scomunicato. Avrei preferito tenermi estranea ad un dibattito che corre il rischio di sfociare in dispute interminabili senz'alcun costrutto. Ma esiste anche una responsabilità nei confronti di quelle anime semplici che sono nel dubbio in questa temperie di grande confusione e si lasciano convincere e trascinare da alcuni argomenti veritieri mentre non sono in grado di discernere su altri che, invece, sviano dalla Verità tutta intera. Inoltre la chiarezza serve anche a non dare agli avversari della Tradizione la possibilità di fare di ogni erba un fascio a causa di una predicazione che offre contenuti tradizionali, ma poi diventa  arbitraria e foriera di ulteriore confusione.
Purtroppo l'errore grave che sta commettendo Don Alessandro Minutella,  e tutti coloro che aderiscono a questo principio, è quello del passare dalle legittime critiche verso l'attuale pontificato, o meglio verso fin troppe  espressioni o documenti che ne fanno parte, ad una disobbedienza tout court all'autorità massima attuale visibile della Chiesa. All'inizio Minutella ad esempio pregava per i cardinali Burke, Brandmuller, Muller, ed altri, per il Vescovo Schneider, Negri, ecc, perché comtinuassero a difendere la sana dottrina, anche con un atteggiamento vigoroso nei confronti delle presunte aperture di Papa Francesco che avrebbero potuto recare danno alle anime, con delle iniziative specifiche che i Pastori della Chiesa possono compiere in situazioni eccezionali, anche per correggere eventuali errori che il Papa possa commettere, quando non parla ex-cathedra, in buona fede. Allora il suo atteggiamento, pur con qualche sfasatura, era assolutamente legittimo. In seguito però ha iniziato a rifiutare totalmente l'autorità del Papa attuale, considerandolo solo come il cardinale Jorge Mario Bergoglio, e considerando ancora Romano Pontefice nel pieno dei suoi poteri Benedetto XVI, con un salto nel passato, a 6 anni fa, al 1 agosto 2012... Questo non è accettabile per chi vuol rimanere cattolico apostolico romano. 
Su Benedetto XVI e la sua abdicazione rimando alla congerie di articoli pubblicati nel corso degli anni fin dall'inizio. Sulla questione dell'una cum riprendo la conclusione di quanto già pubblicato qui in un precedente articolo.

Non vi è nessun peccato nel nominare nel Canon Missae  il nome del Papa ritenuto, ma non provato, decaduto dal Pontificato perché ammesso e non concesso che non sia membro della Chiesa per eventuale indegnità o eresia, ne resta il Capo e il fondamento visibile quanto al governo. Quindi è lecito celebrare e assistere alla Messa “una cum” senza commettere alcun peccato mortale. 

Un battezzato scellerato per vita immorale o per mancanza di fede, ma  eletto canonicamente Papa non è più membro vivo o tout court della Chiesa, però ne resta il Capo (anche se indegno) quanto al potere di giurisdizione. Quindi la governa visibilmente e lo si deve nominare nel Canone della Messa senza per questo macchiarsi di peccato e sporcare la Chiesa, che è Santa quanto alla sua natura (Corpo Mistico di Cristo), al suo fine (il Cielo),  alla sua origine (Dio)  e ai suoi mezzi (Sacramenti, Magistero infallibile e Leggi), ma è composta di membri santi e peccatori per divina volontà. Il Papa come membro può essere un peccatore anche contro la fede, ipoteticamente potrebbe essere considerato “eretico”, una volta solo in maniera puramente investigativa o dubitativa, come quando S. Tommaso d’Aquino si chiede in forma fittiziamente dubitativa “An Deus sit / Se Dio esista” (S. Th., I, q. 2, a. 3), oggi in maniera drammaticamente inedita. Tuttavia egli resterebbe Capo visibile (anche se indegno) della Chiesa quanto al governo di Essa. 
Diversa è l'imputazione di mons. Viganò del "vizio di consenso" che renderebbe invalida l'elezione... Me la cavo con in dubiis libertas. Ma non può bastare. È troppa la confusione in questa temperie assurda.

Ora privare oggi, in questo mondo infernale, i fedeli della Messa tradizionale perché viene celebrata nominando nel Canone il nome del Papa regnante è un azzardo scellerato, che espone la maggior parte dei fedeli al rischio prossimo di non poter vivere in stato di grazia abitualmente, privandoli di tutti i Sacramenti amministrati “una cum”. 
Così come sarebbe un azzardo scellerato privare della loro Messa i fedeli che frequentano il NO per necessità o per scelta. Tutto dipende da un dato preciso da chiarire preliminarmente: se il celebrante crede o meno nella Presenza reale del Signore. È questo che, con una Consacrazione valida, rende valida la Messa, pur nella diminutio dell'insieme, purtroppo conseguenza della Riforma di Paolo VI. L'antico resta sempre l'orizzonte del nuovo.
Personalmente confesso che, da qualche tempo, a questo punto della Santa Messa, metto tutto nel Cuore del Signore. Non c'è altro posto in cui mi senta più sicura... 

18 commenti:

  1. "Tutto dipende da un dato preciso da chiarire preliminarmente: se il celebrante crede o meno nella Presenza reale del Signore".
    Chiedo umilmente da povera fedele incompetente: davvero.stanno così le cose? 'Ex opere operato" non significa proprio che i sacramenti sono validi indipendentemente dal peccato (e quindi anche dalla fede) di chi li celebra?
    A sostegno di questo fatto si potrebbero portare anche i miracoli eucaristici avvenuti nelle mani di sacerdoti che dubitavano della Presenza.Reale (Lanciano, Orvieto, ad esempio)

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  2. Penso che un conto sia 'dubitare' della Presenza reale, un altro conto sia il non crederci, perché in questo caso si invaliderebbe il principio che il sacerdote accetti di fare ciò che intende fare la Chiesa. Resta l'ipotesi che il sacerdote, pur non credendo, accetti di fare ciò che intende fare la Chiesa. Ma si può esserne certi?

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  3. Ma, in questa situazione confusa, non si potrebbe invece mettere, al posto del nome, l'aggettivo possessivo: nostro? Molti Santi Papi defunti  saranno felici di aiutarci, a rotazione, in questo difficile frangente.
    m.a.

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  4. Iddio, che brucerebbe l'universo per la salvezza di una singola anima (se ciò non violasse la libertà della stessa), potrebbe permettere che il Santo Sacrificio del Figlio sia legato a una qualsiasi forma verbale così legalistica? Gli ebrei non furono ammoniti per aver soffocato i fedeli con i loro codicilli? Giusto discutere ma nessuno creda che un prete non credente che faccia finta di "dir messa" possa per questo rovinare le anime acquistate a così caro prezzo.
    Il Signore agirà come una faina in un pollaio facendo strage di coloro che lo stanno umiliando ma non per questo perderà anche solo una delle Sue pecore.
    Nemmeno il demonio, infinitamente più potente di qualsiasi uomo, può osare toccare l'ovile di Cristo.

    "Io ti ho chiamata ad essere riparatrice del mio Santissimo Sacramento. Alla santa Comunione tu proverai quei dolori della mia passione con i quali ho salvato te, povero niente. Soffri, offri e ripara in silenzioso nascondimento" [Sant'Anna Schaffer - 1910]

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  5. "Tutto dipende da un dato preciso da chiarire preliminarmente: se il celebrante crede o meno nella Presenza reale del Signore. È questo che, con una Consacrazione valida, rende valida la Messa"

    Questo è falso. Si può dare il caso di un celebrante che pur credendo nella Presenza reale ESCLUDE POSITIVAMENTE ad esempio il fine propiziatorio del Sacrificio, che sa essere ritenuto dalla Chiesa dell'essenza della S. Messa: quella Messa è invalida.

    Al contempo può esserci un prete che non crede alla Presenza reale ma non ha mai posto un atto interno contrario alla voluntas faciendi quod facit Ecclesia, e costui celebra validamente, al pari di un ateo o un musulmano che viene richiesto di battezzare un morente e lo può fare validamente.

    Ma questo è secondario: il vero errore è pensare che la sola validità basti a rendere legittima la partecipazione a un rito liturgico, in questo caso alla S. Messa. Cerca di confutare questo diffuso argomento Kwasniewski nel suo ultimo volume pubblicato in italiano.

    Che sia poi la coscienza del fedele a doversi informare e decidere, in questo vuoto di autorità rettamente esercitata, non c'è dubbio.

    Faccio poi notare che il vero problema non è se sia lecito partecipare a Messe tradizionali "una cum" (ovviamente sì, dato che da 60 anni nessun vero argomento è stato portato per dimostrare la vacanza del Papato, e l'onere della prova sta a chi propone tale tesi, non a chi constata la presenza di Papa riconosciuto come tale da tutta la Chiesa) ma se sia lecito partecipare a Messe tradizionali non "una cum", cioè scismatiche.

    Mi permetto di dire che questa inversione dell'autentica domanda da porsi ha qualcosa di inquietante: stiamo davvero perdendo la trebisonda.

    Oso sperare nella pubblicazione nonostante il netto disaccordo su vari punti. Cordialmente.

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    1. Innanzitutto ringrazio per le precisazioni.
      Tante volte, partecipando per necessità a Messe NO molto spettacolarizzate dal protagonismo dei sacerdoti, ho pensato che comunque il Signore, al di là di tutto, non poteva non aver misericordia e concedere la Sua Grazia a tutti quei fedeli che erano lì per Lui!
      Sono d'accordo che il vero problema sia partecipare a Messe non 'una cum'... ma anche qui quello che addolora è quante anime, nella superficialità che impera, si lascino trascinare!
      Cor Iesu Sacratissimum, miserere nobis!

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  6. Giovanni Paolo II in Ecclesia De Eucharistia scrive al punto 39 " Ogni celebrazione dell'Eucaristia è fatta in unione non solo con il proprio Vescovo ma anche con il Papa, con l'Ordine episcopale, con tutto il clero e con l'intero popolo. Ogni valida celebrazione dell'Eucaristia esprime questa universale comunione con Pietro e con l'intera Chiesa, oppure oggettivamente la richiama, come nel caso delle Chiese cristiane separate da Roma " dunque se non ho capito male, ogni messa validamente celebrata è anche in comunione con protestanti, Lutero riempiva di insulti il Papa, e gli ortodossi che hanno i loro Patriarchi e non riconoscono il Papa.

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  7. O.T. Quel catholique sincère aura le courage de porter plainte contre Jorge Mario Bergoglio pour complicité d'assassinat dans la campagne de propagande orchestrée au niveau mondial par les laboratoires pharmaceutiques en faveur de l'innoculation du pseudo-vaccin contre le COVID-19 (innoculation qualifiée d'"acte de charité" par Bergoglio et ses comparses dépravés), opération criminelle qui, outre qu'elle a délibérément contribué à tromper le public quant à l'efficacité de ce produit frauduleux contenant notamment des éléments de fœtus avortés, a provoqué et continue de provoquer des milliers, voire des centaines de milliers de morts dans le monde entier, et qui a notamment permis au Vatican de réaliser une répugnante opération financière en lançant sur le marché une pièce de 20 euro vantant les mérites de la funeste injection ?

    Je suis personnellement prêt à me joindre à tous ceux qui entreprendront cette urgente et nécessaire action en justice. Il est temps, en effet, que les responsables, quel que soit leur statut et où qu'ils se trouvent, rendent gorge de leurs crimes et de l'argent que ces crimes leur ont fait gagner.

    Voir, à ce sujet, le dernier livre du Professeur Christian Perronne : « Le réveil 4 ans après », Éditions Guy Trédaniel, 2024 ; https://tvl.fr/zoom-professeur-christian-perronne-4-ans-apres-la-verite





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  8. Storicamente parlando, un problema simile si è verificato nell'URSS dei primi tempi, quando sorse il movimento dei "non commemoranti", ovvero coloro che celebrando la Divina Liturgia non commemoravano il patriarca colluso coi comunisti. Nessuno ha storicamente messo in discussione la validità del sacramento così celebrato. E il Signore ha fatto sorgere da questo movimento prima la Chiesa Ortodossa Russa all'Estero, poi la Orthodox Church of America, che nessuno mette in discussione.
    Allo stesso modo, una cum o non una cum, il sacramento rimane valido, in quanto conta l'intenzione del sacerdote di celebrare secondo la mens della Chiesa, che finora non ha mai negato in forma ufficiale la transustanziazione. Se invece lo facesse, il sacramento diverrebbe nullo, come è nullo quello dei protestanti.
    Anch'io giunti al momento fatidico "metto tutto nel cuore del Signore"...

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  9. @ Anonimo 10:31
    Da queste articolate considerazioni si evince che è lecito partecipare esclusivamente alle Sante Messe celebrate dalla FSSPX. O sbaglio?
    Se è così chiederei all'autore del commento citato o a chiunque lo abbia letto con attenzione una conferma. Lo chiedo per capire non per fare sterile polemica.Ringrazio anticipatamente chi mi risponderà.

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    1. @ Anonimo13 luglio, 2024 11:28
      Penso che l'unica soluzione accettabile senza dubbi e contorcimenti di sorta sia quella relativa a tutti coloro che tuttora, dopo oltre mezzo secolo di nuovo corso, stanno proseguendo imperterriti senza variazione alcuna e senza compromessi ciò che da sempre si faceva nella Chiesa fino al CVII.
      In questa linea vedo la FSSPX e i due preti di Vocogno. Forse ve ne sono altri che però non conosco...

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    2. La posizione dell'anonimo è in effetti questa. Va detto che nemmeno i sacerdoti della FSSPX sostengono la cosa in questi stretti termini quanto al punto 4.

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  10. @ Anonimo13 luglio, 2024 10:31

    5- se è lecito partecipare a Messe tridentine la cui consacrazione è certamente valida celebrate seguendo una qualsiasi tesi sedevacantista escludente la comunione col pontefice regnante.

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  11. Io mi sono chiesta, da quando è iniziata a prendere sempre più forza questa confusione dell'UNA-CUM, ma non sarebbe possibile semplificare tutto e invece di mettere i nomi indicare semplicemente UNA-CUM il Papa, il Vescovo eccetera? Così non si incorrerebbe in alcun errore.
    Mi scuso per la semplificazione sicuramente poco teologica e troppo semplice ma mi sembrano discussioni quasi inutili se si pensa alla cosa immensa cui assistiamo: il sacrificio di Gesù sul Calvario che ci nutrirà del Suo Sacratissimo Corpo e del Suo Preziosissimo Sangue.

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    1. Quel che conta non è la possibilità di un errore materiale, ma che io prete dichiari la mia volontà (per quanto sta in me) di riconoscere che non celebro in mio nome ma in nome della Chiesa e che esiste una gerarchia visibile, per quanto essa vada risanata.

      Se non possiamo più identificare la gerarchia (che deriva tutta dalle nomine dei Papi o da loro confermate) , come riconosceremo il Pontefice o i Pontefici che inizieranno a riportare la barra dritta? Pensiamoci.

      Ecco perché è importante, fondamentale, mantenere il riconoscimento della gerarchia NOMINATAMENTE.

      Diverso è il discorso sull'obbedienza: è lì che si gioca la giusta reazione, o meglio si dovrebbe giocare visto il poco coraggio o la poca autentica prudenza di clero e prelati.

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    2. @ Lia13 luglio, 2024 17:45

      È scritto sul Messale che occorre nominare esplicitamente il Papa ed il Vescovo regnanti. Non si può fare altrimenti.

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  12. Se porto l'auto dal meccanico e gli dico "c'è questo rumoraccio, non funziona niente", il meccanico capisce cosa intendo, non si mette a studiare filologicamente la mia denuncia, non mi sgancia un'accusa di autovacantismo.

    Mi pare che i termini usati da mons.Viganò, per quanto severi (la gentilezza e l'affabilità avrebbero funzionato meglio? fate esempi, please!), non escludano categoricamente la possibilità che Bergoglio si ravveda e rettifichi a quel consenso "viziato": semplicemente accusano un pericolo che dagli indizi rilevati in oltre undici anni diventa sempre più faticoso escludere.

    Ora, il Papa è chiamato a pascere gli agnelli e le pecorelle, non a maltrattarli, non a privarli del nutrimento, non a confonderli, non a metterli in secondo piano rispetto agli acattolici, non ad affidarli a mercenari.
    E qui ci lamentiamo di venir privati non del cosiddetto "sacerdozio femminile", ma della liturgia che ha nutrito diciassette secoli di santità.

    Bergoglio è stato eletto dai cardinali nominati da Benedetto XVI e Giovanni Paolo II.
    E dobbiamo pensare che c'era un "progetto" su di lui anche prima, visto che al conclave che elesse Ratzinger il Bergoglio aveva già preso qualche voto (voti non rilevanti in quel contesto ma che alla luce di quel che successe nel 2013 vanno riclassificati come chiaro segnale).

    E ricordiamoci pure di tutti gli uomini di Chiesa che lungo gli scorsi decenni ci hanno maltrattato, privato di nutrimento spirituale, confuso, smollati in secondo piano per gloriare qualche acattolico, affidati a mercenari... si sono sempre tutti giustificati con "eh, ma il Concilio". Preti e vescovi che si rifiutano di amministrarti la Comunione "alla bocca"? "Eh ma il Concilio". Divieti e soprusi contro la Messa tridentina? "Eh ma il Concilio". Abortire vocazioni sospette di simpatie "preconciliari"? "Eh ma il Concilio". Letteralmente una nuova religione, talebana e fondamentalista: "il Concilio".

    Insomma, sono stati loro stessi - molto prima (e molto più frequentemente) di Viganò e di tutti gli altri che non credono che il Vaticano II sarebbe un superdogma - a dirci che tutto ciò che è "preconciliare" è da considerarsi irrevocabilmente proibito e dannoso (al massimo ve lo consentono in versione intimista: "ti piace il latino? chiuditi in camera da solo col tuo rosario in latino; qui da noi non si fanno cose preconciliari").

    E no, non fatevi ingannare dai "conciliari" che acconsentono a processioni, devozioni mariane, adorazioni eucaristiche, perché c'è sempre la fregatura ("il Concilio") in agguato. Sono sempre prontissimi a guardarti con quel beffardo sorrisetto sarcastico e accusarti: eh, ti concedevamo il dito ma volevi tirarti tutto il braccio, eh, furbacchione?
    E comunque non mancano mai di inquinare le cose buone (il rosario con le canzonette, l'adorazione-show, la processione-spettacolo... come se avessero una paura ancestrale di essere loro accusati di non essere abbastanza conciliari).

    Sono proprio loro, i conciliari, ad aver detto (con molta più convinzione di noi) che il Concilio è l'evento fondante della nuova Chiesa che manda in soffitta tutto ciò che c'era prima (e se qualcosa sopravvive è solo perché è stato fin troppo conciliarizzato).

    La scomunica, che non hanno mai neppure osato pensare contro gli eretici veri e manifesti (come i neotecumenali), l'hanno inflitta in fretta e furia a mons.Viganò, per tarparne le ali, per trasformarlo nel personaggio tipico del "ribelle che dice cose da ribelle" - cioè uno che gli opinionisti possano guardare con sufficienza e banalizzare senza far troppa fatica.

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