Pubblico la lettera che segue – inviatami da un lettore a commento della recente Omelia di Mons. Viganò – perché credo rappresenti la voce di molti fedeli disorientati e fortemente perplessi nella temperie anomala e inedita in cui siamo immersi anche sul fronte ecclesiale, causa prima dell' inversione che caratterizza la politica e tutti gli ambiti socio-antropologici ormai senza più etica, che non è moralismo e che non può esistere, se non agganciata alla fede e orientata al Soprannaturale, che per noi ha solo un Nome: Cristo Signore, purtroppo estromesso a partire da chi dovrebbe annunciarLo.
Il nostro interlocutore ne è ben consapevole. Io ho solo voluto introdurre il discorso esprimendo pensieri per noi ovvi ma che diventano il cuore del problema per chi si affacciasse solo ora su queste pagine. Ci diamo comunque il tempo di un esame più approfondito dello scritto.
Ciò premesso, accolgo la sentita riflessione con una osservazione. Non trovo che una chiosa finale al focus della presa di posizione di Mons. Viganò: il vizio di consenso – dedotto dalla serie ininterrotta di atti contrari al fine del Munus petrinum – che non è un'ipotesi di scuola ma è stato dall'Arcivescovo ben motivato qui. Trovate qui l'indice dei precedenti.
Certamente la sua contestazione dell'accusa di scisma (vedi qui capi d'imputazione) avrebbe potuto limitarsi all'aspetto teologico, religioso della questione, senza tirare in ballo la faccenda della Sede vacante per "vizio di consenso", questione spinosa e che distrae dal tema principale.
Quella che appare palesemente assurda, con nessun cenno da parte del nostro interlocutore, è l'accusa di "scisma" per non accettare il Vaticano II, trattandosi di un Concilio che si è voluto solo pastorale e che ha posto le premesse di riforme che hanno creato il caos nella Chiesa, col quale si intendevano abolire i dogmi, ma è stato trasformato in indiscutibile superdogma. Anche noi possiamo chiederci se non sarebbe stato più appropriato e utile a tutti se Mons. Viganò avesse contestato con una serie di precisi argomenti (sistematizzandone nell'occasione la serie infinita già denunciata e a noi ben nota) quest'assurda accusa di scisma, che non riguarda solo lui, evidentemente. (M.G.)
Lettera aperta in risposta
all'omelia di sua eccellenza Mons. Viganò
Gentile Dott.ssa Guarini e gentili curatori del blog Chiesa e post-concilio,
La vergine ci protegga ed illumini la via da percorrere.
Dopo aver visto che avete pubblicato l'omelia di sua eccellenza mons. Viganò, ho deciso di scrivere anche a voi quanto già mandato al dott. Valli.
Nella consapevolezza della mia ignoranza in materia, così come della mia personale pochezza, scrivo perché temo per quanti seguono la strada del delitto di scisma rifiutando di riconoscere Papa Francesco quale attuale vicario di Cristo in terra (cosa che prego di non fraintendere come una irragionevole e quindi scriteriata sottomissione).
Un cattivo papa, diceva Newman, è come un disastro ferroviario: un evento davvero spettacolare, destinato a sconvolgere e assorbire la mente. Ma è una reazione eccessiva quella delle persone che concludono “che il viaggio in treno è pericoloso e suicida, e non viaggeranno mai più su una carrozza”. Statisticamente, il viaggio in treno resta più sicuro di altre alternative, e non dobbiamo scandalizzarci, dice Newman, del fatto che “in una lunga serie di due o trecento papi, tra martiri, confessori, dottori, saggi governanti e padri amorevoli del loro popolo, se ne possono trovare uno o due o tre che rispondono alla descrizione del servo malvagio fatta dal Signore”.
È chiaramente impossibile, dal punto di vista logico, negare che i papi, quando non parlano ex cathedra, possano talvolta sbagliare. E, naturalmente, questo era già noto a tutti, a causa dei casi imbarazzanti dei papi Giovanni XXII e Liberio, e del più spettacolare, papa Onorio, condannato da tre concili ecumenici e da un pontefice successivo, san Leone II.
Permettetemi di dar sfogo alla mia preoccupazione di cattolico per i miei fratelli, tra i quali lei e molti lettori del suo blog, nella forma di domande che prendono spunto dalla recente omelia di sua eccellenza mons. Viganò nella Solennità del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo.
Sua eccellenza esordisce dicendo:《Pochi giorni fa una chiesa asservita al mondo mi ha processato per scisma e condannato con la scomunica per aver professato apertamente la Fede che il Signore con la Consacrazione episcopale mi ha ordinato di predicare; la stessa Fede per la quale furono uccisi i Martiri, perseguitati i Confessori, imprigionati o esiliati sacerdoti e Vescovi》.
Sua eccellenza non è stato condannato per scisma in quanto dalle sue affermazioni pubbliche risulta il suo rifiuto a sottomettersi al Sommo Pontefice o ad essere in comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti》?
L'accusa riportata nel documento della CDF è la seguente:《Le accuse mosse nei confronti di S.E.R. Mons. Viganò riguardano il delitto di scisma: si tratta delle affermazioni pubbliche del Presule dalle quali risulta il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti》.
《Fede per la quale furono uccisi i Martiri, perseguitati i Confessori, imprigionati o esiliati sacerdoti e Vescovi》non crede anche che ogni giurisdizione sulla terra deriva dal Papa, il quale è il solo a ricevere il potere da Cristo stesso e che quindi la Chiesa nom può esistere senza il pontefice?
Sue eccellenza scrive:《Ma come possiamo anche solo pensare che sia la vera Chiesa a colpire i suoi figli e i suoi Ministri, e allo stesso tempo ad accogliere i suoi nemici e a far propri i loro errori?》
È noto a tutti che, purtroppo, ci sono stati Papi che hanno nuociuto ai loro figli e ministri.
Visto il frequente accostamento di sua eccellenza a Sant'Atanasio, uso quest'ultimo a titolo d'esempio. Il santo vescovo di Alessandria fu per tutta la vita testimone e strenuo difensore dei principi stabiliti dal Concilio niceno, e per questa sua fermezza dovette subire diverse condanne all’esilio e la scomunica.
“[…] (Papa) Liberio iniziò ad affondare sotto le sofferenze dell’esilio e la sua risoluzione (contro gli ariani e a favore di Atanasio, ndr) fu provata dalle continue sollecitazioni di Demofilo, vescovo ariano di Beroea, e di Fortunato, vescovo temporeggiatore di Aquileia. Ascoltando suggestioni e lusinghe a cui doveva con orrore rifiutare di porger l’orecchio, egli si indebolì al punto di cedere alla tentazione con grave scandalo della Chiesa intera. Egli sottoscrisse la condanna di Atanasio e una confessione o un credo redatto dagli ariani a Sirmio, benché l’eresia non fosse espressa in esso. E scrisse ai Vescovi ariani orientali di aver ricevuto la vera fede cattolica che molti vescovi avevano approvato a Sirmio. La caduta di un tale prelato e un tale confessore è un terrificante esempio dell’umana debolezza, che nessuno può richiamare alla mente senza tremare. San Pietro cadde per una presuntuosa confidenza nella propria forza e nelle proprie risoluzioni, affinché noi imparassimo che si può stare in piedi solo con l’umiltà” (A. Butler, The Lives of the Saints, Londra 1934).
Ancora sua eccellenza:《Così, come nella scelta moralmente necessaria di tornare alla Messa Apostolica ho ritrovato il vero significato del mio Sacerdozio, anche nella decisione di denunciare l’apostasia della Gerarchia modernista e globalista ho ritrovato il senso del mio Episcopato, dell’essere un Successore degli Apostoli, testimone di Cristo e Pastore nella Sua Chiesa》.
Concordo. È, infatti, certo che ogni fedele ha il diritto (e direi anche il dovere se non vuole peccare contro la fede) di confrontare l'insegnamento dei privati dottori con quello della Chiesa universale e a questa stregua riconoscere se un autore esprime la Verità di fede o un suo opinamento contrario ad essa. È parimenti certo che ciò vale anche per il Papa. "Lo Spirito Santo infatti non è stato promesso ai successori di Pietro perché facessero conoscere sotto la sua rivelazione una nuova dottrina, ma perché con la sua assistenza, custodiscano santamente ed espongano fedelmente la Rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede" (costituzione dogmatica "Pastor Aeternus").
Di conseguenza nessuno metterebbe in dubbio ciò che San Tommaso dice a proposito dell'obbedienza: «L'uomo è soggetto a Dio in modo assoluto, e in tutte le cose, interne ed esterne: è quindi tenuto a obbedire a Dio in tutte le cose. Tuttavia, i sudditi non sono tenuti a obbedire ai loro superiori in tutte le cose, ma solo in alcune cose. (…) Si possono quindi distinguere tre tipi di obbedienza: il primo, sufficiente alla salvezza, obbedisce solo nelle questioni obbligatorie; il secondo, essendo perfetto, obbedisce in tutte le cose lecite; il terzo, essendo disordinato, obbedisce anche nelle cose illecite» (Summa theologiae, II-IIae, q. 104, a. 3).
Per questo all'inizio ho voluto chiarire che riconoscere Papa Francesco per quel che è, il vicario di Cristo, non vuol dire acritica assunzione del suo pensiero, nè pavido silenzio imbarazzato. Non è però altrettanto lecito rifiutarsi di riconoscerne la suprema autorità. Senza il Papa dove andiamo?
Sua eccellenza:《Pavidità, rispetti umani, valutazioni opportunistiche, sete di potere o corruzione hanno condotto molti miei Confratelli a compiere la scelta più semplice: lasciare solo il Signore nella Sua Passione e mischiarsi tra la folla dei Suoi carnefici, o anche solo rimanere a guardare per timore di mettersi contro i sommi sacerdoti e i gli scribi del popolo. Alcuni di essi, come Pietro, ripetono il Non Lo conosco per non essere condotti davanti allo stesso sinedrio. Altri se ne stanno chiusi nel loro cenacolo, accontentandosi di non essere processati e condannati. Ma è questo che il Signore vuole da noi? è a questo che Egli ci ha chiamati, scegliendoci come Suoi Ministri e come annunciatori del Suo Vangelo?》
Concordo. Il cardinal Newman nel suo saggio “Ariani del IV secolo” riporta le sconcertanti testimonianze di alcuni santi padri del IV secolo:《A.D. 360: San Gregorio Nazianzeno afferma, più o meno in questo periodo: “I pastori hanno certamente fatto cose folli; poiché, a parte pochi, i quali o per la loro insignificanza furono ignorati, o per la loro virtù resistettero e furono lasciati come un seme e una radice per la rifioritura e rinascita di Israele sotto l’influenza dello Spirito Santo, tutti cedettero al compromesso, con la sola differenza che alcuni cedettero subito e altri dopo; alcuni furono campioni e guide nell’empietà e altri si aggregarono a battaglia già iniziata, succubi della paura, dell’interesse, delle lusinghe o – ciò che è più scusabile – dell’ignoranza (Orat. XXI.24).
Cappadocia. San Basilio afferma circa nell’anno 372: “I fedeli stanno in silenzio, ma ogni lingua blasfema è libera di parlare. Le cose sacre sono profanate. I laici davvero cattolici evitano i luoghi di preghiera come scuole di empietà e sollevano le braccia in preghiera a Dio nella solitudine, gemendo e piangendo” (Ep. 92). Quattro anni dopo aggiunge: “Le cose sono giunte a questo punto: la gente ha abbandonato i luoghi di preghiera e si è radunata nel deserto. È uno spettacolo triste. Donne e bambini, vecchi ed infermi, soffrono all’aria aperta, in inverno sotto la pioggia, la neve, il vento e le intemperie e, in estate, sotto un sole cocente: essi sopportano tutto ciò perché non vogliono aver parte al cattivo fermento ariano” (Ep. 242). E ancora: “Solo un peccato è ora gravemente punito: l’attenta osservanza delle tradizioni dei nostri Padri. Per tale ragione i buoni sono allontanati dai loro paesi e portati nel deserto” (Ep. 243)》.
Sant'Atanasio stesso non usa mezzi termini:《Volete essere figli della luce, ma non rinunciate ad essere figli del mondo. Dovreste credere alla penitenza, ma voi credete alla felicità dei tempi nuovi. Dovreste parlare della grazia, ma voi preferite parlare del progresso umano. Dovreste annunciare Dio, ma preferite predicare l’uomo e l’umanità. Portare il nome di Cristo, ma sarebbe più giusto se portaste il nome di Pilato. Siete la grande corruzione, perché state nel mezzo. Volete stare nel mezzo tra la luce e il mondo. Siete maestri del compromesso e marciate col mondo. Io vi dico: fareste meglio ad andarvene col mondo ed abbandonare il Maestro, il cui regno non è di questo mondo》.
Nessuno dei campioni della fede di quel tormentato momento storico (Sant'atanasio d'Alessandria, Sant’Ilario di Poitiers, Sant Eusebio di Vercelli, San Paolino da Treviri, San Lucifero di Cagliari, San Dionigi da Milano) ha mai accusato il Papa di non essere il vicario di Cristo in terra, anche una volta caduto in eresia. Come può Cristo lasciarci senza il suo vicario? I santi vescovi sopra elencanti ben sapevano che non vi è autorità che non discenda dal Papa, unico a riceverla direttamente da Dio.
Da 11 anni Dio è venuto meno alle sue promesse? Come può essere che l'Essere perfettissimo venga meno alla parola data?... Il corretto uso della ragione necessita del principio di non contraddizione.
Un ultimo estratto dell'omelia di sua eccellenza:《Ci è chiesto di tramandare intatto ciò che abbiamo ricevuto – tradidi quod et accepi – senza aggiunte, senza cambiamenti, senza omissioni. E di predicare il Verbo opportune, importune, sopportando tutto: in omni patientia et doctrina (2 Tim 4, 2)》.
Non dimentica sua eccellenza di tramandare intatto anche il seguente insegnamento sotto riportato?
《Il divin Redentore governa il suo corpo mistico anche in modo visibile e ordinario mediante il suo Vicario in terra. Sapete infatti, Venerabili Fratelli, come Cristo Dio, dopo aver governato in persona il "piccolo gregge"(Luc. 12, 32) durante il suo viaggio mortale, nell'ora di lasciare il mondo e ritornare al Padre, affidò al Principe degli Apostoli il governo visibile di tutta la società da lui fondata. Giacchè, sapientissimo quale egli era, non poteva mai abbandonare senza un capo visibile il corpo sociale della Chiesa che aveva fondata. Né a scalfire siffatta verità si può asserire che, per un primato di giurisdizione costituito nella Chiesa, un tale corpo mistico sia stato provveduto di un duplice capo. Pietro infatti, in forza del primato, non è altro che il Vicario di Cristo, e in tal guisa si ha di questo Corpo un solo Capo principale, cioè Cristo, il quale, pur continuando a governare in modo arcano la Chiesa direttamente da sé, visibilmente però la dirige attraverso colui che rappresenta la sua persona, poiché, dopo la sua gloriosa ascensione in cielo, non la lasciò edificata soltanto in sé, ma anche in Pietro, quale fondamento visibile. Che Cristo e il suo Vicario costituiscono un solo Capo, lo spiegò solennemente il Nostro Predecessore Bonifazio VIII d’immortale memoria con la sua Lettera Apostolica "Unam Sanctam" (cfr. Corp. Iur. Can., Extr. comm. I, 8, 1), e la medesima dottrina non cessarono mai di ribadire i suoi Successori.
Si trovano quindi in un pericoloso errore coloro i quali ritengono di poter aderire a Cristo, Capo della Chiesa, pur non aderendo fedelmente al suo Vicario in terra. Sottratto infatti questo visibile Capo e spezzati i visibili vincoli dell’unità, essi oscurano e deformano talmente il corpo mistico del Redentore, da non potersi più né scorgere né raggiungere il porto della salute eterna.
Ciò che qui abbiamo detto della Chiesa universale deve asserirsi anche delle comunità particolari dei cristiani, sia orientali, sia latine, le quali costituiscono una sola Chiesa cattolica. Poiché anch’esse sono governate da Gesù Cristo con la voce e l’autorità del Vescovo di ciascuna. Perciò i Vescovi non soltanto devono esser ritenuti quali membri più eminenti della Chiesa universale, perché sono uniti al divin Capo di tutto il Corpo con un vincolo veramente singolare (onde con diritto son chiamati "le principali parti delle membra del Signore" (Greg. Magn., Moral., 14, 35, 43; Migne PL, 75 col. 1062), ma anche, in quanto riguarda la propria Diocesi, son veri Pastori che guidano e reggono in nome di Cristo il gregge assegnato a ciascuno (cfr. Conc. Vat., Const. de Eccl., cap. 3). Ma essi mentre fanno ciò, non sono del tutto indipendenti, poiché sono sottoposti alla debita autorità del Romano Pontefice, pur fruendo dell’ordinaria potestà di giurisdizione comunicata loro direttamente dallo stesso Sommo Pontefice. Perciò essi, come successori degli Apostoli per divina istituzione (cfr. Cod. Jur. Can., can. 329,1), devono essere venerati dal popolo; e ai Vescovi, ornati del carisma dello Spirito Santo, più che ai governanti anche più elevati di questo mondo, si addice il detto: "Non toccate i miei unti" (I Paral. 16, 22; Psal. 104, 1.5)》("Mystici Corporis Christi", Pio XII).
Minando la suprema autorità di giurisdizione (sua eccellenza ritiene che ne siamo sprovvisti da almeno 11 anni) non si annulla la necessità del papato, si annienta la Chiesa, e si offende Dio dandogli del bugiardo?
Pertanto prego, da fratello nella fede tremendamente frustrato e turbato come lo siete voi per lo stato pietoso in cui versa la Sposa di Cristo militante sulla terra, di fermarvi dal compiere in parole e atti un gesto così sconsiderato come quello del separarvi da Cristo, separandovi dal suo Vicario. Prego sua eccellenza di non continuare in questa lacerazione della inconsuntibile tunica del nostro Signore e Salvatore.
Come all'inizio ho riportato, giustamente sua eccellenza ha ribadito che siamo tutti tenuti a professare apertamente (opportune, inopportune) la Fede che il Signore ci ha dato e specialmente sua eccellenza e tutti i ministri che con la consacrazione hanno ricevuto in modo particolare tale mandato, anche a costo di dover resistere apertamente (con la debita carità che si deve ad un padre) perfino al vicario di Cristo che non fa uso dei doni che Dio, sempre fedele, gli vuole dare.
La vergine ci protegga ed illumini la via da percorrere.
Lettera firmata
A leggere ...viene da dire che questa persona non ha letto cosa ha scritto mons. Viganó, il quale non ha detto che siamo da 11 anni senza Papa ma che siamo ora indubbiamente senza un Papa, non ha mai detto di non essere sottomesso al Papa ma di essere in comunione con venti secoli di Papi oltre che con la Sacra Scrittura. Ed il fatto che Dio ci avrebbe tradito se Bergoglio non fosse Papa io rispondo che Dio ci avrebbe tradito in modo vergognoso se Bergoglio fosse Papa. Da premesse diverse, conseguono quindi critiche inutili. Si ricordi La Salette : Dio castigherà come mai prima al più tardi nella seconda metà del XX secolo. Monsignor Viganó penso sia disponibile ad un sinodo tra gerarchia fedele per appurare perchè siamo con un eretico a capo. E non si citino gli errorini di taluni Papi del passato per giustificare l'idolatria attuale. Anche mons. Viganó come san Atanasio difende il Concilio niceno. Invece Papi furono dichiarati in errore come pure concili. Ed altri furono dichiarati antipapi. Accettare un eretico come Vicario di Cristo è una contraddizione.
RispondiEliminaIo credo che il lettore sia sincero e secondo me ha totalmente ragione. Bisogna finirla con le tesi di illegittimità di Bergoglio per varie ragioni:
RispondiElimina1. Per quanto ci si arzigogoli su, non ci sono prove definitive;
2. Poi ti fanno passare per il ribelle scismatico;
3. Tanto, all’atto pratico, nessuno oggi si metterebbe contro un papa anche illegittimo portato avanti dal globalismo, quindi la resistenza passiva è più intelligente.
Bisogna fare come gli spagnoli: obbedirgli in tutto quello che è coerente con fede e tradizione e, in quel che non lo è, porsi sanamente la domanda: “Ma chi è il Papa? (Rispetto a Gesù e gli Apostoli)” e ignorare le sue istruzioni o i suoi comandi, senza diventare troppo visibili.
Antonio
RispondiEliminaL'auteur de la lettre ouverte parle onze fois de Bergoglio comme du "vicaire du Christ".
«… scrivo perché temo per quanti seguono la strada del delitto di scisma rifiutando di riconoscere Papa Francesco quale attuale vicario di Cristo in terra… »
Ce faisant, il semble ignorer que c'est Bergoglio lui-même qui a renoncé à ce titre en 2020.
Renonciation que le cardinal Gerhard Ludwig Müller a qualifiée de "barbarie théologique" (voir : https://www.cath.ch/newsf/le-pape-nest-plus-le-vicaire-de-jesus-christ/).
S'il n'est plus "vicaire du Christ", qu'est-il en vérité ? Chef de l'Église ?
Mais tout catholique bien formé sait que le Chef de l'Église c'est le Christ, non le pape.
Alors ?
Comme beaucoup de catholiques, Mgr Viganò n'a fait que tirer les conséquences, avec douleur, d'une telle apostasie.
Perché scrivere un così lungo papiro se si riconosce la propria “ignoranza in materia”? Personalmente preferisco un commento più breve all’omelia di mons. Viganò: https://padreelmocorazza.blogspot.com/2024/07/mons-vigano-centra-il-punto.html?m=1
RispondiEliminaChe dobbiamo obbedire in tutto ciò che è lecito, ovvero la tesi di don Elia, sembra cosa buona e giusta, all' apparenza, peccato che le nomine, ad esempio,solo per dirne una, che rientrano nella giurisdizione, hanno fatto si che teologi eretici fossero creati Cardinali ed ottenessero cariche importanti nei vari "dicasteri". La conseguenza è sotto gli occhi di tutti, il diffondersi di errori ed eresie e l'elezione di un "papà" come Bergoglio.
RispondiEliminaCredo, sinceramente, che questa apparente obbedienza sia un modo di mettere la testa sotto la sabbia, contribuendo, di fatto, all' attuale apostasia, al di là delle buone intenzioni.
Antonio (Napoli)
Invito perciò il lettore prima di tutto alla preghiera fatta mediante Gesù Cristo, il cui sangue toglie le macchie dei nostri peccati, affinché non s’illuda che possa bastare la lettura senza la pietà, la speculazione senza la devozione, la ricerca senza l’ammirazione, l’attenzione senza la gioia, l’attività senza la pietà, la scienza senza l’amore, l’intelligenza senza l’umiltà, lo studio senza la Grazia, l’intuizione e la ricerca umana senza la sapienza ispirata da Dio.
RispondiEliminaSan Bonaventura da Bagnoregio (1221-1274), in "Itinerarium mentis in Deum"
Questa vulgata è simile allo slogan del problema ucraino dell'aggredito e dell'aggressore. Ci si ostina a non guardare le cause causanti, peraltro ampiamente manifeste al mondo non miope. Ne abbiamo parlato pochi giorni fa. Per quel che mi riguarda il 'vizio di consenso'
RispondiEliminanon solo riguarda Bergie, ma riguarda anche le dimissioni coartate di BXVI. Potete trascrivere l'intera 'Enciclopedia dei Papi' se vi giova, fate pure. Invece Mons. Viganò, a mio avviso, non dovrebbe usare una omelia per un'arringa anche sacrosanta. Una lettera a xy andrebbe benissimo. Come ha scritto un commentatore: Non lasciamoci sfuggire, per dar sfoggio alle nostre pensate, questo Vescovo Coraggioso!
m.a.
Mi viene in mente una battuta deliziosa che circola nell'ambiente militare:
RispondiEliminaPerché i generali sono stupidi?
Perché li scelgono tra i colonnelli.
Parallelamente alcuni Papi sono scadenti perché scelti tra cardinali scadenti.
Dio mette alla prova.
RispondiEliminaIl saggio evita che sorgano problemi.
L’intelligente sa come gestirli e risolverli.
Lo sciocco genera problemi e vi affoga.
La Chiesa è piena di problemi.
Segno dei tempi.
Cosa c'entra Liberio? Era prigioniero e gli atti e documenti firmati sotto timore e minaccia di violenza non hanno valore, come sostenuto da alcuni storici di vaglia, che al limite riconoscono debolezza in Liberio, ma non deviazione dall'ortodossia. Ben diversa quindi dalle situazioni ex CVII e successori, che sono liberi e spavaldi nel seminare zizzania modernista. Poi, magari il problema si ponesse solo da undici anni! Il problema si pone, come asserisce ormai lo stesso Mons. Viganò, da svariati decenni.
RispondiEliminaE poi si continua a svalutare il magistero ordinario, quello corrente di un pontefice, per cui se non vi sono pronunciamenti ex cattedra, sul resto si può discutere e criticare. E allora, praticamente da decenni, è come se il Papa avesse perso quel carisma che lo contraddistingue, perché se aspettiamo i pronunciamenti ex cattedra possiamo dormire sonni tranquilli! Ma ci sono le Encicliche, i vari documenti ufficiali, ecc.ecc. A queste non si può derogare. E allora, che facciamo?
Il magistero ha tre diversi gradi, mi pare, e solo il terzo consente un assenso diciamo "elastico". Ma le Encicliche, i Motu propri, e altri documenti ufficiali richiedono piena adesione. E un "Papa", nè tantomeno un Concilio, non può contraddire secoli di Tradizione, Scrittura. A forza di mettere la polvere del CVII sotto il tappeto in nome dell'unità (e del quieto vivere dei chierici e porporati) la stanza è satura e bisogna aprire la finestra sul Cielo, per fare uscire il fumo di satana.
Una cosa che non capirò mai è perché ci si perda sempre dietro alla questione della eresia di Bergoglio. Alla fine, essendo o apparendo papa, si finisce sempre con il "prima saedes a nemo iudicatur". La questione secondo me può essere risolta passando da un giudizio soggettivo su Bergoglio a un giudizio oggettivo su ciò che lui e i suoi tirapiedi insegnano. Ossia, i cardinali e i vescovi "dubbiosi" (a quanto sono serviti all'atto pratico i famosi "dubia"? a zero!) prendano carta e penna e scrivano apertamente che un certo elenco di affermazioni è eretico. A quel punto, chiunque le pronunci si comporta ipso facto da eretico, senza bisogno di un giudizio su di lui. C'è poi il "piccolo dettaglio" che, come avviene nella lotta contro le associazioni a delinquere, se anche il capo è "intoccabile" non lo sono i suoi scagnozzi. Sei un vescovo serio e un tuo parroco segue le eresie bergogliane? Lo scomunichi. Il "prima saedes" si applica solo al papa, non dai cardinali in giù. Invece, salvo Viganò e pochissimi altri, tutti zitti oppure parlano parlano e non concludono un accidente. Burke si è pure fatto scippare lo SMOM da sotto il naso, ci rendiamo conto? Tutti pecore, altro che pastori!
RispondiElimina
RispondiEliminaLa prassi di far cardinali teologi facitori di eresie l'ha inaugurata Giovanni Paolo II imponendo la berretta a Henri de Lubac, esponente di spicco della "nuova teologia".
Papa Francesco ha continuato in questo caso su una via già tracciata.
La lettera in risposta all' omelia di Mons. Viganò è assolutamente coerente e condivisibile. La critica all' operato del Papa non comporta necessariamente non riconoscere l'autorità dello stesso. Inascoltato, questo è vero, mons Viganò ha ecceduto e direi pure vi è stato condotto da una pletora di gente tradizionalista che ha tirato il sasso e poi non si è presa la responsabilità come lui.
RispondiEliminaUmanamente dispiace per lui, ma la conseguenza era evidente perché sprezzante è stata la sua non difesa.
Non dite poi che la Messa Vetus Ordo non è divisiva, lo ha detto chiaramente Mons. Viganò, crea uno spartiacque evidente fra Chiesa Preconciliare e Chiesa Postconciliare, che lo si voglia o meno.
Ciò che invece fa rabbia è che chi condivide totalmente, e si leggono costantemente commenti anche in questo blog, lo fa in modo anonimo mentre dovrebbe mandare una bella lettera firmata al Sant' Uffizio e come Mons. Viganò accettarne le conseguenze.
Per lei stessa Dott.ssa Guarini è arrivato il momento di fare una scelta di campo, mica si può lanciare queste omelie di uno fino a prova contraria scomunicato e non aspettarsi lettere come quella che ha ricevuto? Lei in questo modo rischia involontariamente di condurre i semplici a imboccare una strada che porta a perdersi, e non penso che questo sia il suo intento.
C.T.
La nostra vita spirituale e la nostra "salus" non dipendono da un Papa, da un Vescovo o da un Sacerdote in particolare ma solamente dall'Elezione divina già realizzata nel nostro battesimo fonte delle tre virtù teologali che ci fanno vivere.
RispondiEliminaIl suo perno è proprio nel "Credo la Chiesa" e da nessuna parte ci è mai stato richiesto di più.
La Chiesa Stessa è detta Santa e peccatrice, Santa in quanto Corpo di Cristo e peccatrice in quanto composta di peccatori.
È la Chiesa che fa il Papa e non il Papa la Chiesa, come non sono i peccatori che fanno la Chiesa ma la Chiesa che fa i santi coi peccatori.
San Pietro è lodato da Gesù in quanto proferisce parole che solo lo Spirito Santo può avergli ispirato, ma nel versetto immediatamente seguente dello stesso episodio evangelico il Cristo gli commina un ben sentito "Vade retro, Satana".
Siamo guidati quindi dalla Chiesa, che in quanto Santa è animata dallo Spirito Santo: non c'è quindi nessuna ragione di angosciarsi e di arrabbiarsi perché nella Chiesa ci sono peccatori fino al più alto scranno.
Le cose sono francamente molto semplici: sia il Papa insegna quel che la Santa Chiesa insegna e sempre sapremo quando lo fà, e ciò senza alcun bisogno di studiare teologia o di fare lunghe esegesi o apologetiche circa i suoi discorsi; così come anche il cristiano che vive delle tre virtù teologali e che frequenta i sacramenti senza sacrilegi, sà benissimo, senza tanti discorsi quando quanto detto dal Papa Bergoglio semplicemente erra e questo perché è lo Spirito Santo stesso che informa il fedele nel più profondo della sua anima di battezzato.
Sentirsi assolto nel nostro peccato perché si ha seguito i falsi insegnamenti di un Papa Bergoglio è quindi un'errata giustificazione, in quanto sempre lo Spirito Santo presente nella nostra anima ci indicherà quando siamo nell'errore: non è causa attenuante ma causa aggravante.
Cioè non siamo mai soli: come insegna S. Pietro nella sua seconda lettera quel che lo Spirito Santo insegna (nella Chiesa, Scritture, Tradizione) solo lo Spirito Santo stesso (nelle nostre anime) lo può riconosce.
Dobbiamo quindi preoccuparci di una sola cosa, assicurarci di essere in stato di Grazia il che ci garantirà una coscienza all'unisuono dello Spirito Santo e dei Suoi Insegnamenti.
Che il Papa sia o non sia per davvero Papa per N ragioni, in fin dei conti è una realtà oggettiva che non ci concerne: è solo una considerazione intellettualmente interessante ma che, di per sé, non ci rende né migliori né peggiori.
Che Papa Bergoglio fucili a colpi di lupara TC la relazine bimillenaria tra lex credendi e lex orandi impatta solamente chi non vive in stato di Grazia: chi vive in stato di Grazia sà che le due leges sono due aspetti complementari di una stessa realtà e che la Liturgia Cattolica Autentica è quella che mantiene ancora oggi tale relazione esistente da due millenni.
Quando Papa Bergoglio si comporta come un apostata, o un eretico, o, come nel caso di TC, addirittura da scismatico, ben lo sappiamo ma non ci deve tangere rispetto alle nostre decisioni e azioni e santificazione. Senza stress facciamo quel che lo Spirito Santo ha sempre insegnato nella Chiesa.
Tutto il discorso di Mons Viganò è validissimo ed è il grido di un'anima che ama la sua Chiesa e soffre, ma amiamo questa Chiesa assieme al Cristo: Papa Bergoglio è chiamato ad essere ispirato dallo Spirito Santo, ma se alla fine quel che dice e fa è degno solo di un Vade Retro, francamente, che ce ne cala a noi, semplici cattolici veraci e spirituali? Può questo toccarci e condannarci? Lui si condanna se stesso (ma tocca a noi pregare per lui, ovviamente) ma in cosa la sua condanna comporterebbe la nostra?
Occupiamoci invece delle persone di cui siamo concretamente in carica e aiutiamoli a salvarsi insegnando con il nostro esempio quel che la Chiesa , cioè lo Spirito Santo, sempre insegna da duemila anni.
Di tutti i passi dei documenti citati nello scritto pubblicato nonché delle obiezioni dei conservatori, ai modernisti non interessa niente! La loro "chiesa" è nata col Concilio Vaticano II, chi vuole farne parte deve accettare tutto quanto, senza permettersi di sindacare quel che si può o non di può accettare. Del resto, è quello che fanno abitualmente clero, religiosi e fedeli della "chiesa" nata col Concilio, dappertutto, anche coloro ai quali è stato graziosamente e temporaneamente concesso di celebrare la S. Messa di sempre e di assistervi (con i cambiamenti richiesti, p. e per il Venerdì Santo). È pura disonestà nei confronti dei semplici fedeli continuare a spaventarli con le "scomuniche" lanciate da personaggi che nei detti e nei fatti non dimostrano nessuna sincera volontà di servire N. S. Gesù Cristo e cullarli nelle illusioni. Per avere un'idea di quel che è e non è esattamente la loro "chiesa", vi consiglio di leggere gli articoli dei due blog di don Paolo Cugini - Pensando e Meditando -, il quale è pure autore di diversi libri. Cito don P. Cugini perché ho studiato con lui durante gli anni dell'istituto Magistrale Matilde di Canossa di Reggio Emilia (poi, abbiamo preso strade diverse) e lo ricordo con gran piacere come un ragazzo buonissimo e sensibilissimo. Ripeto: delle lagne dei conservatori non interessa niente a nessuno. Si tratta di furbizie che hanno fatto il loro tempo. Occorre armarsi di coraggio e piantarla di credere che il Signore accolga in Cielo gli amanti dei compromessi.
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RispondiElimina"Non dite che la Messa Vetus Ordo non è divisiva.."
Non lo è, infatti. Divisivo è stato il volerla far sparire per sostituirla con una Messa nuova in vernacolo, pseudo-cattolica (come rilevarono i cardinali Bacci e Ottaviani), della quale nessuno sentiva il bisogno, salvo i facitori di eresie della Nuova Teologia.
E ci si salva fregandosene bellamente dello stato di tua madre che si ubriaca.... anche fosse una matrigna? Non credo proprio, non è carità cristiana...la Chiesa è nostra Madre tradita e massacrata. I discorsi di cui sopra piuttosto astiosi e menefreghisti vanno confrontati con lo stato attuale del Corpo mistico in stato di Passione e Morte , alla stregua del Capo venti secoli or sono, anche allora decisero che la prima sede non era giudicabile e se decideva il Deicidio così aveva ad essere: la storia si ripete. Quanto alla dott. Guarini sa difendersi da sola, ma mi pare di aver già letto la sua risposta, sempre se ben ricordo: siamo tutti scomunicati di fatto alla pari di mons. Viganó se fosse che fosse scomunica...ma a lui non preoccupa tale scomunica da parte di chi erra, uccidendo la Chiesa. Preoccupano piuttosto le nostre miserie di peccatori, anche in accidia , e preoccuperebbe molto tradire il Vangelo, seguendo i capi. Iddio sa che vogliamo il trionfo del Cuore Immacolato. E ci sarà.
RispondiEliminaMi hanno colpito certi commenti risentiti, la persecuzione avanza.
RispondiEliminaJMB è il culmine del terremoto iniziato almeno nel 1958, in questi più di 60 anni la Chiesa è diventata chiesa conciliare ecumenica sinodale con alto tasso di frociaggine e diversi fatti di cronaca nera sono accaduti al suo interno, vedi morti sospette. Detto ciò, come facciamo noi ad ignorare tutto ciò quando ne parla il mondo intero? Anzi la situazione dell'intero mondo dipende proprio dal collasso della Chiesa Cattolica. Quindi se vogliamo aiutare il mondo intero, di questo dobbiamo occuparci, cioè dobbiamo fare del nostro meglio per aiutare la chiesa a tornare Chiesa Cattolica, capace di aiutare il mondo con un insegnamento che non lasci dubbi, sì sì, no no. Il mondo è corrotto e confuso ed ha bisogno dell'insegnamento del Signore Gesù Cristo, trasmesso da suoi fedeli coraggiosi sacerdoti non collusi con il peccato e col mondo indemoniato come non mai prima. Quindi solo ad una Chiesa esemplare noi possiamo affidare i nostri cari, non certo ad una chiesa mondana senza vergogna.
RispondiEliminaNon vorrei rimpiangere Francesco se Parolin diventasse papa... Lui non sarebbe un Giovanni XXIV ma più un Sisto VI...
Elimina"Per lei stessa Dott.ssa Guarini è arrivato il momento di fare una scelta di campo"
RispondiEliminaCondivido. Il dottor Valli, dopo giravolte ed equilibrismi sulla faccenda Viganò, ha preso una linea chiara: sta con Viganò, cioè con la sede vacante e il sacerdozio invisibile (come la Chiesa stessa).
È chiaro che il gestore di un blog è come un editore, ha la responsabilità di quello che pubblica. Siamo chiamati alla coerenza dalla nostra dignità di uomini, ma ancor più, come battezzati cattolici, siamo chiamati alla responsabilità davanti a Dio delle posizioni a cui diamo diffusione.
...
Se pubblico Viganò vuol dire che gli do' credito; ma non ho bisogno di giravolte ed equilibrismi perché ho un mio pensiero che ho espresso più volte soprattutto negli articoli più recenti.
RispondiEliminaE non mi piace essere autoreferenziale; perciò, quando càpita, amo i confronti che sono sempre utili per chiarire le idee a molti.
Del resto questo stesso articolo è accompagnato da una mia introduzione che contiene alcune osservazioni ben precise che non sono giravolte né arzigogoli e, se lette, dovrebbero pur dire qualcosa!
Aggiungo che, con il tempo a disposizione che ho, ultimamente mi limito all'essenziale (tipo introduzione citata) ; ma chi conosce il blog conosce anche i fiumi di articoli circostanziati che ho scritto in oltre un decennio, rintracciabili usando la ricerca attraverso il motore interno o consultando gli indici inseriti nella colonna di destra sui principali argomenti. Ricordo che all'epoca, denunciavo in diretta ed ero 'scomoda' per i più, mentre venivo insultata da molti con diverse etichette (la più bonaria delle quali era tradiprotestante), senza peraltro esser mai confutata nel merito...
RispondiEliminaConosco il blog, lo leggo da sempre. Ed infatti sulla questione Una Cum e sulla questione della sede vacante lei si è espressa sempre in modo chiarissimo. Nel corso degli anni ha saputo fra l' altro argomentare e descrivere bene il postconcilio. Indipendentemente dall'avere o meno una posizione come la sua, l'apprezzamento che le riconosco e in generale che le viene riconosciuto è grande, perché lei ha fatto un bel servizio.
EliminaMa come per questa lettera firmata lei ha fatto giustamente un cappello o commento, non le pare doveroso che da ora in poi alle parole di Viganò debba essere premesso che si tratta di un monsignore scomunicato, e che quindi non dovrebbe celebrare sacramenti, tantomeno fare omelie con la pretesa di evangelizzare? Lui ha il suo sito in cui diffondere la sua opinione. Ha bisogno di questo blog per alimentare lo scisma?
Viganò è stato scomunicato perché a causa dei suoi dubbi su Concilio, ha tratto la conclusione erronea che Papa Francesco non fosse Papa per vizio di consenso.
Se alla pubblicazione delle sue Dissertazioni quindi (non sono omelie, lui non celebra Una Cum il Papa perché è scomunicato, quindi tanto meno fa Omelie), non premette la sua condizione di scomunicato, lei non fa un servizio alla verità. Tutto qui.
C.T.
"Viganò è stato scomunicato perché a causa dei suoi dubbi su Concilio, ha tratto la conclusione erronea che Papa Francesco non fosse Papa per vizio di consenso."
EliminaDov'è la dimostrazione che si tratta di una conclusione erronea?
Inoltre non mi pare che il "vizio di consenso" sia fondato sugli errori del Concilio, ma su atti e detti che non dipendono solo da questi...
Mi sembra, caro lettera firmata che nella sua omelia Mons Viganò dica cose importanti ed anche con un tono pacato, nonostante la gravità delle accuse. Ben ha fatto Maria a pubblicarla, così come altri (Valli e Renovatio21, che ti è sfuggito). All'intelligenza del lettore il giudicare...
RispondiEliminaPerché scomunicare un fedele che non riconosce Bergoglio come papa quando è lui stesso a non riconoscersi? Non è stato lui a definirsi vescovo di Roma piuttosto che papa? E relegare in ultima pagina il titolo di Vicario di Cristo? Nemmeno Dio obbliga chiunque ad accettare un incarico non voluto. Nella storia di tutti i papi nei loro scritti o nei loro discorsi almeno una volta si sono presentati e definiti "papi"! Di Bergoglio, a memoria, non mi risulta. Dio non obbliga alla obbedienza se questa fosse causa della perdizione!
RispondiEliminaPer capire come va l'Unione europea e i suoi "brillanti" illetterati politici che siedono in parlamento, si legga l'esaustiva disamina di Luca Volontè oggi in NBQ.
RispondiEliminaQuale spregio della volontà popolare si sia già consumato in questi giorni nelle votazioni dei vari rappresentanti, come si sia esautorata la componente dei "Patrioti europei", quella del partito conservatore polacco e via discorrendo.
Spero che la Meloni si renda conto che potrebbe essere l'ultima occasione per questa Unione, perché il tessuto sociale è lacerato e le conseguenze di un mancato ascolto della volontà popolare (che ha premiato l'area politica di destra, specie nei paesi più rappresentativi) sono imprevedibili. A buon intenditor...
La signora Ursula è stata condannata dalla commissione su collegamenti pfizer ... e avranno il coraggio di votarla?
RispondiEliminaFrequentando le varie possibilità offerte in alternativa al no, sperando sempre di trovare LA soluzione, infelicemente non trovata, posso dire di poter fare dei confronti tra le varie realtà ....non mi ritrovo comunque in una in particolare per poter dire: ecco, qui è la Chiesa infallibile. Nè a destra nè a sinistra....sono tempi di Passione e Sepolcro come ben evidenziato da mons. Viganó col confronto coll'arresto di Gesù. Si vuole sfidare i fedeli a dichiarare valido e subire, accettare, un Papato apostata ( seconda tessalonicesi e lettera ai galati) con ricatti? Come accaduto a mons. Viganó? Si scisma per decreto di san Pietro in primis ( si deve obbedire a Dio) con san Giovanni , e san Paolo, (leggendo pure cosa ci dice Gesù su questa nostra ora di tenebre) , non certamente chi segue il Magistero bi-millenario, ma bensì si scisma chi predica un vangelo nuovo contro il Magistero bi-millenario. Noi tutti dobbiamo scegliere tra i Papi di venti secoli e l'attuale sedente, il quale peraltro, come afferma vigorosamente ormai ( quindi dopo maturata riflessione) mons. Viganó NON PUÓ essere Papa , provato ció dal comportamento del medesimo, al di là del decennale dubbio su chi fosse veramente tale dal 2013, e delle prove portate in merito ( tre indizi fanno una prova?). Oltre agli altri quesiti irrisolti dalla seconda metà del secolo scorso che si aggiungono alle prove sull'impossibile doppio papato ( impossibilità citata dallo stesso critico di mons. Viganó nell'articolo ) . Impossibile che uno non predichi le verità di Cristo, del Magistero e possa essere pure Vicario di Cristo: si legga la citazione in merito sopra, non 2 giurisdizioni ma una sola, immutabile essendo Iddio perfetto. E noi abbiamo pure avuto due vestiti di bianco oltre ad avere tuttora una giurisdizione diversa da quella di Cristo.
RispondiElimina"Gentile Dott.ssa Guarini e gentili curatori del blog Chiesa e post-concilio,
RispondiEliminaDopo aver visto che avete pubblicato l'omelia di sua eccellenza mons. Viganò, ho deciso di scrivere anche a voi quanto già mandato al dott. Valli."
Non riesco a trovare la pubblicazione di questa lettera da parte di Valli.
Qualcuno di voi è così gentile da darmi il link?
Grazie.
Dalle ricerche non viene fuori... qualcuno informava della pubblicazione da parte di Valli e di un altro sito
EliminaSe è vero che Valli ha fatto una scelta di campo pro Viganò, non stupisce che non abbia pubblicato la lettera di qualcuno contrario alla posizione ecclesiale di Viganò.
EliminaFare una scelta di campo non impedisce di prendere atto di posizioni critiche, che fanno parte di una realtà diffusa, se non altro per confutarle e approfondire....
Elimina
RispondiEliminaLa battuta supposta "deliziosa" sulla supposta stupidità dei generali.
Direi piuttosto sciocca, come battuta. Forse Napoleone I e il generale De Gaulle erano "stupidi"? Più terra terra e vicino a noi, il generale Vannacci italiano eletto al parlamento europeo con la Lega, "stupido" anche lui? Non ha detto nel suo libro forse tutto quello che doveva dire ma molto ha detto, dimostrando oltre che coraggio anche perspicacia, direi.
Z.
YouTube - Transmettre la Tradition
RispondiEliminaConférence de Mgr Lefebvre chez la Princesse Pallavicini (1977)
Conferenza del 6 giugno 1977 di Mons. Lefebvre tenutasi al Palazzo della Principessa Elvina Pallavicini, a Roma, sul tema "La Chiesa dopo il Concilio". La storica e al contempo attualissima conferenza è in lingua francese. Da ascoltare!
Il vescovo Schneider: "La corruzione più pericolosa che Satana diffonde è la corruzione della mente: la corruzione della purezza verginale della dottrina cattolica. La battaglia tra Maria e Satana, tra la Chiesa e Satana, durerà fino alla fine dei tempi, ma Satana non conquisterà mai la purezza della fede di Maria e l'integrità della dottrina della Chiesa; perché ci saranno sempre anime di semplicità e purezza, mantenendo l'invincibile sensus fedelium ("senso dei fedeli") dentro la Chiesa"
RispondiEliminaArticolo: https://www.permariam.com/p/full-text-bp-schneiders-treatise
Roberto de Mattei, storico, ha commentato: “Mons. Strickland ha riconosciuto l’autorità di papa Francesco, rifiutandosi di seguire i consigli di quei conservatori e/o tradizionalisti americani che lo incitavano a resistere alla decisione del Pontefice”.
RispondiEliminaHa ragione lo storico De Mattei; Il vescovo Strickland ha riconosciuto e riconosce ancora l’autorità del falso papa Francesco come legittimo papa, anche adesso dopo l’emissione della Fiducia supplicans. Così facendo, si è allineato alla sua apostasia e ribellione contro Dio. Fare riferimento alla cosiddetta obbedienza al Santo Padre è assurdo. Bergoglio, che si è scomunicato dalla Chiesa, non può esserne il capo, come affermano i Padri e i Dottori della Chiesa.
De Mattei fa poi riferimento alla costituzione Pastor aeternus: “Ma quando il Papa prende delle decisioni che riguardano la disciplina e il governo della Chiesa, senza trasgredire direttamente la legge divina e naturale, ciò che è doverosa non è la resistenza, ma l’obbedienza…”
Ma nel caso di Bergoglio le decisioni non vengono prese senza trasgredire direttamente la legge divina e naturale. L’ha già trasgredito in Amoris laetitia, dove ha praticamente abrogato i comandamenti di Dio e negato l’esistenza di norme morali oggettivamente valide. Ha sostituito la legge divina con un approccio soggettivo. Con la dichiarazione dogmatica Fiducia supplicans, egli cancella di fatto l’intero Decalogo. In Ad theologiam promovendam ha stabilito il principio del cambio di paradigma, affermando che tutto ciò che è contrario a ciò che ha decretato è nullo e non valido. In questo modo ha invalidato la Sacra Scrittura e la Tradizione. Ne consegue che ciò che è un dovere sacro è la disobbedienza e la resistenza a ciò che l’apostata Bergoglio ha decretato.
RispondiEliminaVraiment remarquable, la conférence de Mgr Lefebvre, le 6 juin 1977, au palais de la Princesse Pallavicini, à Rome, sur le thème « L’Église après le Concile ».
https://www.youtube.com/watch?v=F8evXQKq9Gg&t=210s
A écouter absolument !
Lascio il mio commento non osando lasciare un mio pensiero ma commentando con le parole di due Santi: San Paolo Apostolo e Santa Ildegarda di Bingen Dottore della Chiesa.
RispondiEliminaSan Paolo Apostolo, lettera ai Galati 1:6-10.
Ammonizione.
6 Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. 7 In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. 8 Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! 9 L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! 10 Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!
Santa Ildegarda di Bingen è severa con gli uomini, fosse anche il Papa. Infatti ci va giù pesante quando scrive al papa Anastasio IV, che denuncia apertamente:
«O uomo accecato dalla tua stessa scienza, ti sei stancato di por freno alla iattanza dell’orgoglio degli uomini affidati alle tue cure, perché non vieni tu in soccorso ai naufraghi che non possono cavarsela senza il tuo aiuto? Perché non svelli alla radice il male che soffoca le piante buone?… Tu trascuri la giustizia, questa figlia del Re celeste che a te era stata affidata. Tu permetti che venga gettata a terra e calpestata… Il mondo è caduto nella mollezza, presto sarà nella tristezza, poi nel terrore… O uomo, poiché, come sembra, sei stato costituito pastore, alzati e corri più in fretta verso la giustizia, per non essere accusato davanti al Medico supremo di non aver purificato il tuo ovile dalla sua sporcizia!… Uomo, mantieniti sulla retta via e sarai salvo. Che Dio ti riconduca sul sentiero della benedizione riservata ai suoi eletti, perché tu viva in eterno!».
Amico e consigliere di Santa Ildegarda di Bingen fu il grande San Bernardo di Chiaravalle che la incoraggiava ad andare avanti, soprattutto quando si vide costretta a disobbedire al suo Vescovo perchè "era lui a non seguire il Vangelo".
Don Dolindo Ruotolo
RispondiElimina"Maria, debellatrice di tutte le eresie, sarà glorificata nella Chiesa in maniera singolarissima proprio quando i suoi maestri e dottori saranno maggiormente disorientati dallo spirito satanico, e cadranno in molti insidiosissimi errori, lusingandosi di portare nell’insegnamento della Chiesa una nota di modernità e di scienza, che viceversa sarà una nota di materialità tutta terrena, che sfigurerà gl’ineffabili tesori della dottrina della Chiesa... "
"Quella che appare palesemente assurda, con nessun cenno da parte del nostro interlocutore, è l'accusa di "scisma" per non accettare il Vaticano II"
RispondiEliminaIn realtà Viganò non è stato scomunicato per motivi dottrinali, cioè per eresia, per la sua avversione al CVII, ma per avere dichiarato più volte apertis verbis di non volere assolutamente essere in comunione con papa Bergoglio e la "sua" chiesa, quindi solo per scisma.
Basta consultare il testo ufficiale della Santa Sede per rendersene conto.
Notavo che tra i capi di imputazione è esplicitato:
RispondiElimina14. Alcune dichiarazioni dell'accusato confermano il suo rifiuto del Concilio Vaticano II e della sua autorità magisteriale....
E la condanna comprende l'intera pletora delle imputazioni
Per la precisione, la condanna è per "scisma", non per "eresia".
EliminaAvrebbe potuto essere per "eresia e scisma", ma così non è stato.
La condanna per scisma è motivata per la volontà di non volersi esplicitamente sottomettere al sommo pontefice e non riconoscere la sua legittimità.
La menzione al CVII è nelle premesse ma in conclusione non è materialmente motivazione giuridica della condanna. D'altronde non accettare la legittimità di un concilio equivale a separarsi formalmente dalla Chiesa, indipendentemente dai relativi contenuti magisteriali.
È vero che nell'immaginario collettivo e secondo le ben note intenzioni personali di mons. Viganò egli appare condannato per eresia, per il fatto di non aderire al modernismo e alle novità dottrinali del pastorale CVII, ma la realtà giuridica è comunque un'altra. Occorre prenderne atto per onestà intellettuale.
Per tutti gli anni in cui mons. Viganò ha tuonato contro i contenuti conciliari non è accaduta alcuna censura. Il vaticano è intervenuto solo quando recentemente mons. Viganò ha formulato la sua tesi sedeprivazionista e ha affermato a chiare lettere l'illegittimità del pontefice e della curia.
RispondiEliminaUn texte important — mais peut-être un peu oublié — de Roberto De Mattei sur la fameuse conférence, évoquée plus haut, de Mgr Lefebvre chez la princesse Pallavicini, le 6 juin 1977 :
https://www.corrispondenzaromana.it/un-esempio-di-resistenza-cattolica-la-principessa-pallavicini/
Déjà à l'époque les menaces d'excommunication, venues du Vatican, tentaient — mais en vain — de faire taire les critiques…
14. Alcune dichiarazioni dell'accusato confermano il suo rifiuto del Concilio Vaticano II e della sua autorità magisteriale....
RispondiEliminaÈ praticamente una condanna “dottrinale”. Forse il primo che abbiamo avuto dopo il Concilio. Ciò merita la nostra riflessione, dibattiti e approfondimenti. Soprattutto se consideriamo la soluzione delle due ermeneutiche: chi fa un'ermeneutica della rottura, accetta il Concilio?
Come ho già accennato in altri post, il passaggio da Benedetto XVI a Francesco può essere paragonato al passaggio della presidenza americana da Trump a Biden. In questo caso, considerando le due ermeneutiche, non possiamo considerare che oggi l’ermeneutica della riforma nella continuità non è bergogliana e quella della rottura non è ratzingeriana? In qualche modo rimane il fatto che nella diagnosi ratzingeriana gli ermeneutici della rottura hanno rimasto liberi fino alla fine del suo pontificato.
Il Concilio Vaticano II è un concilio che qualunque può dare la peggiore di tutte le interpretazioni, cioè quella di un “great reset” che prende il Concilio come se prima di lui non esistesse alcuna Chiesa. Però, rifiutarlo e la sua autorità... Ricordo ancora che in questo senso che Benedetto XVI, nel suo famoso discorso del 22 dicembre 2005, paragona questa interpretazione a una nuova costituzione che emerge per sostituire quella vecchia. Vale la pena ricordare le sue parole:
"In questo modo, esso viene considerato come una specie di Costituente, che elimina una costituzione vecchia e ne crea una nuova. Ma la Costituente ha bisogno di un mandante e poi di una conferma da parte del mandante, cioè del popolo al quale la costituzione deve servire. I Padri non avevano un tale mandato e nessuno lo aveva mai dato loro; nessuno, del resto, poteva darlo, perché la costituzione essenziale della Chiesa viene dal Signore e ci è stata data affinché noi possiamo raggiungere la vita eterna e, partendo da questa prospettiva, siamo in grado di illuminare anche la vita nel tempo e il tempo stesso".
Purtroppo, io non vedo altro modo di considerare il Concilio se non proprio come una costituizione. È proprio nelle nostre repubbliche che vediamo degli ermeneutici della riforma nella continuità e della rottura. In loro vediamo una legge proibire o avere un significato sul qualcosa oggi e domani permettere questa cosa cambiando il suo significato. Tutto questo è chiaro agli nostri occhi. In quanto nella Chiesa del Concilio, le cose cambiano e dicono che non cambiano, la disciplina che è la dottrina applicata al caso concretto cambia, ma la dottrina rimane invariata.
Il proprio atto di rinuncia di Benedetto XVI può essere considerato un tentativo di emenda costituzionale. La legge sulla rinuncia papale è ben definita, ma egli si è comportato come se non esistesse alcuna legge in materia (tale come fanno gli ermeneutici della rottura).
La cosa è così cattiva che le corte supremi degli Stati moderni (che sono anche pessime) funzionano meglio del magistero conciliare. Almeno esistono per garantire un'interpretazione “diritta” della Costituzione. Se per una costituzione fossero consentite due ermeneutiche, con piena libertà, come nel concilio, quale sarebbe la ragione dell’esistenza di tali corti?
Mons. Viganó viene scomunicato per scisma dall'ultimo concilio e dall'ultimo papa ( in minuscolo non a caso). Ora tuttavia egli è in comunione con 20 secoli di Chiesa autentica, l'unica Divina. In conclusione chi puó essere fuori strada tra le 2 posizioni? Chi si distacca da 20 secoli di Chiesa e chi ha fatto un nuovo vangelo ( non a caso minuscolo)? O chi resta con 20 secoli di Magistero e di Papi? Siamo ad un bivio : o stiamo coi Papi di venti secoli incluso Pietro, fondata su Cristo......o stiamo con il nuovo papa di un doppio papato impossibile ad esistere nella Chiesa Divina, eretico ed apostata dalla Chiesa Divina, autore di un golpe per la fondazione ( ora con lui è la fondazione....prima si sono solo preparati i mattoni) di una chiesa umana come quella degli imperatori pagani? Ricordiamoci che gli imperatori erano i pontefici, anzi si ritenevano persino dei, quindi erano loro a decidere il bene ed il male, come avviene oggi sia nella società ormai pagana ( aborto legale, divorzio legale, eutanasia legale, matrimoni contro natura legali...) che nella chiesa ( minuscola) dove Bergoglio decide che quanto è male per Dio non conta se lui lo dichiara bene.
RispondiEliminaChiederei retoricamente all'autore di elencarmi cosa c'è che non va nella Chiesa oggi, anche piccole cose, e dirmi se il Vaticano II c'entra o non c'entra.
RispondiEliminaPer esempio: qualche pretastro si rifiuta di amministrarti la Comunione alla bocca? Ma è "ilconcilio"!
Le suore ciondolano in giro vestite da vecchie sguattere? Ma è "ilconcilio"!
I preti si sono autoridotti a psicologi fai-da-te e animatori da villaggio turistico? Eh, sai, stiamo obbedendo al vescovo e ad "ilconcilio"!
Vorresti rendere culto a Dio ma trovi ovunque che la liturgia è ridotta ad uno spettacolino autogestito con sfilate sul palcoscenico per letture e preghierine, con le obbligatorie canzonette imbarazzanti e teologicamente squinternate? Ma è "ilconcilio"!
Scacciano dal seminario le vocazioni che non fanno abbastanza "dialogo con la gente" (sottinteso: sono un pochino sospettabili di tradizionalismo, "non vivono ilconcilio") mentre per parecchi decenni fanno andare avanti la "frociaggine"? Ma è "ilconcilio"!
Prepari al parroco il Messale (di Paolo VI) col segnalibro sul Canone e lo vedi agitarsi scalmanato a spostarlo sulla II Prex Eucharistica "altrimenti non la finiamo più"? Ma è "ilconcilio"!
Il prete va perdendo tempo in riunioni, meeting, presentazioni, e l'unica volta che spende una parola per la gente è solo per vaccate pseudopsicologiche, confusamente veterotestamentarie, buoniste-ambientaliste-mondane? Ma è "ilconcilio"!
E le chierichette? Le brutture delle moderne suppellettili sacre? I bizzarri e ridottissimi orari per le confessioni? I paramenti peggio di tendaggi kitsch? Gli autoimpegnati laici della parrocchia onnipresenti e che ci manca solo che celebrino messa? La massa di insignificanti documenti "pastorali" e di discussioni sull'aria fritta "pastorale"? Il parroco che pur di non scrivere adorazione eucaristica scrive letteralmente "worship" sul volantino? Ma è "ilconcilio"!
(La lista potrebbe continuare molto a lungo e Viganò presumerà che la conosciate, altrimenti anziché leggere i suoi interventi vi sareste limitati al solito giustizialismo di comodo).
Riassumiamo, dunque, tre punti fondamentali:
1) qualsiasi problema della Chiesa da 60 anni a questa parte ha come alibi "eh, ma ilconcilio!"
2) amici e nemici de "ilconcilio" concordano sull'ermeneutica di rottura
3) i fautori de "ilconcilio", anche quando apparentemente "moderati", in ultima analisi si ritrovano a dover censurare «ciò che per le generazioni anteriori era sacro e grande» (non solo la liturgia tridentina).
A questo punto chiunque sia un convinto fautore de "ilconcilio", fosse anche un papa Ratzinger, non può contribuire a una soluzione perché è un fautore del problema.
Ed infatti papa Ratzinger, pur avendo promulgato il Summorum Pontificum, non ha mai dato l'esempio, non ha mai celebrato da Sommo Pontefice una liturgia tridentina. Ne sarebbe bastata una sola, anche soltanto in privato, purché trapelasse ufficialmente anche una sola foto. E invece, lascia un contentino che Bergoglio ha già parzialmente spazzato via con la Traditionis Custodes.
Sul serio: nulla togliendo ai problemi della Chiesa precedenti "ilconcilio", dobbiamo avere l'onestà di ammettere che non c'è una singola cosa buona, anche piccola, che sia attribuibile genuinamente a "ilconcilio". (E se per assurdo ci fosse ci ritroveremmo a confrontarla alle altre cosacce e chiederci se "ilconcilio" meriti ancora spazio).
Il miracolo in cui speriamo è che Bergoglio si ravveda e "confermi i suoi fratelli". Altrimenti sarà come discettare della pulizia delle ringhiere del Titanic mentre il Titanic affonda.
"Ed infatti papa Ratzinger, pur avendo promulgato il Summorum Pontificum, non ha mai dato l'esempio, non ha mai celebrato da Sommo Pontefice una liturgia tridentina. Ne sarebbe bastata una sola, anche soltanto in privato, purché trapelasse ufficialmente anche una sola foto. E invece, lascia un contentino che Bergoglio ha già parzialmente spazzato via con la Traditionis Custodes".
RispondiEliminaCaro Tripudio,
Benedetto XVI in viaggio alla Francia nel lontano 2008 ha detto bene che cosa significa il Motu Proprio:
"DOMANDA: Che cosa dice a coloro che in Francia temono che il Motu proprio "Summorum pontificum" segni un ritorno indietro rispetto alle grandi intuizioni del Concilio Vaticano II? In che modo può rassicurarli?
BENEDETTO XVI: È una paura infondata perché questo Motu proprio è semplicemente un atto di tolleranza, ai fini pastorali, per persone che sono state formate in quella liturgia, la amano, la conoscono, e vogliono vivere con quella liturgia. È un gruppo ridotto poiché presuppone una formazione in latino, una formazione in una cultura certa. Ma per queste persone avere l'amore e la tolleranza di permettere di vivere con questa liturgia, sembra un'esigenza normale della fede e della pastorale di un vescovo della nostra Chiesa. Non c'è alcuna opposizione tra la liturgia rinnovata del Concilio Vaticano II e questa liturgia". INTERVISTA CONCESSA DAL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AI GIORNALISTI DURANTE IL VOLO VERSO LA FRANCIA, https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2008/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20080912_francia-interview.html
Considerando queste parole di Benedetto XVI, il problema liturgico, la Messa tridentina, non ha nulla a che vedere con il Motu Proprio, perché è lui stesso a sostenere che è stato un atto di tolleranza (per definizione, qualcosa o qualcuno che è malvagio è tollerato).Inoltre, la tolleranza non è una base solida, lei dipende dalla situazione e dalle circostanze: qualcosa può essere tollerato per un po’ e poi smettere di essere tollerato. Questo è il vero fondamento del Motu proprio e fu per questo motivo che il proprio Benedetto XVI non celebrò mai la Messa tridentina.
La riforma liturgica di Paolo VI creò un nuovo rito, ma fu presentato come una riforma della liturgia tridentina. In questo senso, se il suo rito fosse davvero una vera riforma, si tratterebbe infatti di due forme dello stesso rito: il primo non sarebbe altro che la riforma del secondo. Come ho detto in altri post, non ha senso che il rito riformato e la sua versione precedente coesistano.
Molti obiettano che san Pio V ha concesso la libertà a riti che hanno più di 200 anni, ma questa obiezione nel contesto conciliare non è valida. Semplicemente perché Roma non ritiene che si tratti di due riti diversi, ma di due forme dello stesso rito dove quello attuale di Paolo VI sarebbe la riforma del Rito di San Pio V. Se Roma concede libertà alla Messa tridentina, come san Pio V concesse ai riti con più di 200 anni, equivarrebbe ad ammettere che non c’è stata una riforma liturgica, ma quella che di fatto è stata accaduta la sostituizione di un rito per altro (Vetus Ordo per il Novus Ordo - come nell'analogia della costituizione fatta da Benedetto XVI...). Così, il punto centrale del problema liturgico è la creazione di un nuovo rito e la sua presentazione come una riforma del precedente ossia la riforma liturgica è stata una vera e propria falsificazione da ciò che se capisce per riforma e il Motu Proprio Summorum Pontificum nemmeno parla di questo problema. Afferma che la Messa tridentina non è mai stata abrogata, ma come forma straordinaria del Rito Romano. Questa classificazione però nasce solo dopo il Motu Proprio...
"...dicevamo che è normale immaginare che in un’assise elettiva ci siano gruppi partitici, che si sforzino di far eleggere il proprio candidato mediante cordate. Si tratta di dinamiche ben note negli organismi elettorali.
RispondiEliminaRiguardo al conclave del 2005, il partito conservatore, che aveva quale suo candidato di bandiera il card. Ratzinger, aveva la maggioranza del conclave, ma non quella sufficiente per farlo eleggere. Come si pervenne all’elezione?
Beh, da quel che si sa, il Gruppo di San Gallo cercò di far cadere quella candidatura, non facendogli raggiungere nei primi scrutini la maggioranza necessaria per l’elezione (540). In questo modo, come solitamente avviene nei consessi elettivi, la candidatura sarebbe dovuta venir meno, in favore di qualche altro candidato di compromesso, che andasse bene ai due schieramenti. Il merito del Partito del Sale della terra fu quello di tenere duro e non rinunciare a quel candidato. Per cui, creandosi una situazione di stallo, fu cercato un compromesso tra i due schieramenti e questo fu trovato nel fatto che ci fosse una sorta di passaggio di testimone tra i due candidati principali di quel conclave, cioè Joseph Ratzinger e Jorge Mario Bergoglio. Si stabilì verosimilmente che dapprima sarebbe stato eletto Ratzinger, in quanto più anziano del secondo, e poi, dopo un certo tempo, se questi non fosse morto prima, sarebbe subentrato un cardinale di area progressista, verosimilmente Bergoglio.
Trovato l’accordo, in effetti, Ratzinger trovò immediatamente i voti necessari per l’elezione, tanto da essere eletto in tempi brevi.
Del resto, se non si fosse trovato questo compromesso, non mi spiegherei come mai i cardinali progressisti avrebbero dovuto votare per il candidato conservatore Ratzinger, che era da loro non gradito (541).
Certo, si potrebbero nutrire dubbi sul cardinale che abbia fatto filtrare quanto avvenuto nel conclave del 2005. Del resto, Benedetto XVI aveva sempre negato – direi comprensibilmente – l’esistenza di accordi elettorali (542). Ma, d’altronde, si sa: la segretezza del conclave, molte volte, è un segreto di Pulcinella, nel senso che prima o poi qualche gola profonda racconta quanto in esso sia avvenuto.
È capitato anche con Francesco: forse ci si ricorderà dello scoop di Antonio Socci, il quale in un suo libro ricostruiva quanto avvenuto nel conclave del 2013 (543): raccontava quanto il giornalista aveva appreso da un cardinale anonimo che vi aveva partecipato e poi confermato da alcuni altri giornalisti vicini a Francesco come l’argentina Elisabetta Piqué corrispondente del quotidiano La Nación (e non solo) sul modo in cui avvenne l’elezione dell’allora card. Bergoglio.
Tornando al conclave del 2005, ci sono altri diversi indizi che comprovano questa ricostruzione. È poco noto, ma si apprende da ambienti romani che, nel 2006, Papa Benedetto richiese un parere al Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi sull’atto di rinuncia. Ne fa cenno nella sua premessa Mons. Bux. Evidentemente già nel 2006 aveva pensato a un simile atto?
C’è di più. C’è la testimonianza-testamento nel 2015 del sacerdote gesuita padre Silvano Fausti, poco prima della sua morte (era infatti malato gravemente). Questi era stato guida spirituale e confessore del card. Martini, e quindi persona a lui molto vicina. Egli, prima di morire, lasciò la sua testimonianza sul conclave del 2005 e sul modo in cui si pervenne alla rinuncia di Ratzinger nel 2013 (544)". Intervista all’Avvocato Francesco Patruno sul problema della rinuncia di Ratzinger/Benedetto XVI - http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV6013_Masciullo_Intervista_all%27Avv_Francesco_Patruno.html
Da leggere!!!
"Il miracolo in cui speriamo è che Bergoglio si ravveda e "confermi i suoi fratelli". Altrimenti sarà come discettare della pulizia delle ringhiere del Titanic mentre il Titanic affonda."
RispondiEliminaBergoglio o successori, un miracolo del genere diventa inutile se non li si riconosce come Papi. Per il resto d'accordo su tutto, da sempre.
È il discettare "Papa si Papa no", inventandosi formule come il vizio di consenso per dare vita ai propri desideri, che mi dà l'impressione dell'orchestrina del Titanic.
Beneficio per le anime? Nessuno. Stato di confusione nel mondo tradizionale (italiano)? Aumentata.
Se riconosce Bergoglio come papa, deve anche obbedirgli in tutto, senza pretendere di esaminare ogni suo atto e di giudicare se è buono o cattivo. Bergoglio indice un nuovo raduno di Assisi? Bergoglio indice una nuova processione con la Pachamama? Bergoglio emana un motu proprio che abolisce il Vetus Ordo, come lo chiamate voi? Bergoglio emana encicliche sulla sessualità e l'ecologismo in linea col mondialismo arcobaleno più sfrenato? Bisogna accettare tutto, senza mettersi a fare i criticoni e senza pretendere di inventarsi delle ragioni per rifiutare la minestra che passa Bergoglio. È quello che fanno abitualmente tutti i preti, i religiosi e le religiose, i laici che conosco - e che deve fare pure lei -, che non sanno nemmeno che esista il S. Sacrificio della Messa, votano tranquillamente per il PD. Per costoro, però, la Chiesa comincia col Concilio Vaticano II, e tutto il resto, al più, è 'storia della Chiesa'. Nella mia parrocchia, i piviali che si usavano un tempo per l'asperges e molti altri paramenti liturgici sono stati usati per carnevale, e le foto sono comparse sul bollettino parrocchiale. Sono piccolezze, è vero, ma sono piccolezze rivelatrici più di un trattato di teologia del Card. L. Billot. Ciascuno è libero di allinearsi dietro Bergoglio e la chiesa conciliare (è quello che fanno da decenni associazioni un tempo dissenzienti e benemerite, quali Alleanza Cattolica e gli istituti che sappiamo) oppure dietro Gesù Cristo.
EliminaNego l'alternativa: obbedienza assoluta ("indiscreta", dice s. Tommaso) vs sedevacantismo, tertium non datur (secondo lei). L'esempio di mons. Lefebvre mostra cosa va fatto senza cadere né in un errore né nell'altro.
EliminaTra l'altro vi sarete accorti di una cosa: ci sono molti preti che tifano Viganò, alcuni gli hanno pure scritto i complimenti sul sito di AMV... tutti sotto pseudonimo!
Quindi mentre Mons. Viganò inveisce (anche giustamente( contro la pavidità del clero, questi continuano a stare sottocoperta, a tenersi il loro stipendio e la loro Messa paolo VI e nutrendosi di parole. Poi nella loro doppia vita telematica sono fautori del vizio di consenso.
Come vede, l'alternativa che lei pone non vale nemmeno per gli entuasiasti di Viganò: disconoscono il Papa e nello stesso tempofingono di obbedirgli.
I fenomeni che nascono sul web finiscono sul web.
RispondiEliminaLa ricostruzione riproposta da Gederson sembra la più attendibile.
La lobby "progressista" a sfondo arcobaleno elesse Ratzinger a condizione che dopo un numero limitato di anni si ritirasse, per lasciar passare Bergoglio.
La corruzione nelle alte Gerarchie era dunque più profonda di quanto si potesse credere.
Si prega per la conversione di Bergoglio comunque, indubbiamente egli non puó essere papa, anche se non spetta a me dichiararlo urbi et orbi, tuttavia a me spetta discernere la situazione in amore di verità. E agire di conseguenza . La ricostruzione di Gederson è plausibile e come dice un altro commentatore: la corruzione era avanzata nelle alte sfere, confermato dalla Madre di Dio nel 1846: se non si convertono Dio castigherà come mai.... Forse non si rendevano conto della gravità delle cose che fecero, almeno in parte. Si torna al quesito 1958, volenti o nolenti. Lo snodo parte da là. A conferma c'è il libro di Meloni ( non vorrei confondere con altri testi letti) ove si legge che il card. Martini spostó i voti su Ratzinger dopo un colloquio con lo stesso. Inoltre nel periodo immediatamente precedente un grosso eretico ( re-integrato) suo amico lo visitó, un Vescovo parló della sua prossima morte, ed ebbe un incidente che lo lasció moralmente prostrato alla giornata mondiale della gioventù. Ricordiamoci che egli fece il facente funzione di Papa GPII, ormai inabile tanto che si vociferava a livello pure periferico della necessità di sue dimissioni. Cosa si dissero dunque i 2 al conclave tanto da spostare i voti sul partito giusto? Ipotizzo: se ti trovassi nelle condizioni di GPII daresti le dimissioni? Certamente. Quale vittoria maggiore di questa per la mafia di san Gallo? La demolizione della sacralità Divina del Papato vero.
RispondiEliminaCari Anonimi,
EliminaCerca il Conclave del 2005 è da considerare:
Ratzinger aveva più voti che Bergoglio e in teoria la maggioranza dei cardinali era neoconservatore. Quale era la necessità dei voti di Martini?
Come spiegare che un collegio di cardinali elettori di maggioranza neocon formato nel pontificato di GPII e BXVI ha eletto Papa un ultra progressista come Bergoglio?
Benedetto XVI dal 2006 già aveva il parere del pontificio consiglio sulla modalità di rinuncia papale. Questo dato confuta le tesi delle sue dimissioni invalide. Se pensava nella rinuncia già nel 2006 non sono stati pressioni esterni che gli hanno fatto rinunciare. È più probabile che la rinuncia era parte dall'accordo dal Conclave del 2005.
Ricordo ancora che Benedetto XVI prima di rinunciare ha parlato con Martini. Così il cardinale è stato una delle persona più importante nel suo pontificato. Nel Conclave lui viene eletto dopo una conversa con lui e prima di rinunciare è andato anche a parlare con lui. La rinuncia viene appena 5 mesi dopo la morte di Martini.
Si deve indagare su tutte questi fatti ... non possono più esser lasciati sotto il tappeto, ormai stanno straripando dal mucchio troppo grosso...le lenzuola sporche stanno in piazza: urge lavarle che nasconderle est impossibile.
EliminaSe c'è stato un 'combino' Ratzinger/Martini sulle dimissioni, cos'era che faceva da comune fondamenta ? Cioè i due complottavano per mettere la stella cometa JMB sul soglio pontificio? JMB non è la stella cometa, è un maggiordomo di altri. Questi altri non possono essere che i 'globalisti' . Ma dei globalisti già conosciamo il dna. Ora tra JR e CMM chi era quello più globalista in pectore? Ipotizzo che fosse CMM. Forse entrambi lo furono in modo diverso, non so. Forse JR sperava, durante il pontificato di trovare una qualche scappatoia alle dimissioni, ma tutti i lupi gli ululavano intorno. Ricordiamo che non gli fu concesso di entrare nella Università di Roma, La Sapienza, dove entra di tutto. Gotti Tedeschi, che JR aveva chiamato, fu da altri presto congedato e tanti altri sinistri riguardi che ora non ricordo. Infine lo stop dei bancomat. Si dimise, rimase in Vaticano, vestito di bianco e omaggiato da tutti.Questa ultima parte post dimissioni, a mio parere, fu il 'tiè con pernacchia.' che il mite JR dedicò ai lupi che lo braccavano ancor prima che fosse eletto.
RispondiEliminam.a.
"Se c'è stato un 'combino' Ratzinger/Martini sulle dimissioni, cos'era che faceva da comune fondamenta ? "
RispondiEliminaLe cose che sono di conoscenza pubblica:
Ratzinger è stato eletto Papa, dopo che Martini ha trasferito a lui i suoi voti;
Prima di rinunciare già come Papa Benedetto XVI, lui ha parlato con Martini;
Cinque mesi dopo la morte di Martini, Benedetto XVI rinuncia.
Credi davvero che il Papa, pastore supremo della Chiesa, non possa fare altro che dimettersi, vestirsi di bianco, mantenere il suo stemma e voler mantenere il suo nome?
Il problema di Benedetto XVI è stato anche quello di avere una concepzione particulare del papato, basata nel pensiero del cardinale Newman che cita nel suo libro "L'elogio della coscienza. La verità interroga il Cuore", come se può leggere:
"A chi non viene in mente, a proposito del tema "Newman e la coscienza", la famosa frase della Lettera al Duca di Norfolk: "Certamente se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo un pranzo — cosa che non è molto indicato fare — allora io brinderei per il Papa. Ma prima per la coscienza e poi per il Papa"?"
In base a questo principio, considerato che i lupi hanno sempre “brindato” prima per la loro coscienza e solo poi per il Papa, non si può fare nulla in modo efficace contro i lupi all'interno della Chiesa. Don Romulo Murri, modernista dei tempi di San Pio, parlava sull'insegnamento del cardinale Newmann:
"Se le due esigenze, quella della libertà e quella dell'unità, fossero inconciliabili, noi dovremmo purtuttavia, penso, dare la precedenza alla prima. Poichè i fini dell'essere e della vita sono concretamente posti nell'individuo e raggiunti da esso, e ogni individuo non può altrimenti raggiungerli che cercando la conservazione, la pienezza, l'armonia del suo proprio essere. Se le Chiese esistono per le coscienze e non queste per quelle, il giudizio della coscienza, come Newman diceva, è superiore al papa, è definitivo ed inappellabile; e qualora non ci fosse, per ottenere l'unità delle coscienze, altro modo che il giudizio supremo ed inappellabile del papa, del capo di una Chiesa, rinunziamo alle Chiese, avvenga quel che vuole". Il cristianesimo e la religione di domani - https://gutenberg.org/cache/epub/25265/pg25265-images.html
In occasione della rinuncia di Benedetto XVI, Sidney Silveira, un noto filosofo tomista brasiliano scriveva a questo riguardo (traduzione del Google):
"«La coscienza si presenta come il baluardo della libertà di fronte alle limitazioni imposte dall'autorità», scriveva l'allora cardinale Ratzinger nel 1991, riferendosi a una polemica in ambito cattolico. In questo noto scritto, il teologo tedesco affermava: “Due concezioni del cattolicesimo si oppongono [in questa disputa]. Da un lato, una rinnovata comprensione della sua essenza, che spiega la fede cristiana nella prospettiva della libertà e come principio di libertà, e dall’altro, un modello superato, “preconciliare”, che sottopone l’esistenza cristiana all’autorità .” Nelle parole del cardinale Ratzinger, la moralità della coscienza e la moralità dell'autorità sembravano, in un simile contesto, eliminarsi a vicenda, essendo la coscienza la norma suprema che l'uomo deve seguire, anche quando lo fa rivoltare contro l'autorità. Il teologo tedesco ha citato in tono critico la formula – fedele alla moderna tradizione filosofico-teologica – secondo cui la coscienza è “infallibile”.
Quel testo di Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale dice di più: in quella visione, l'autorità (leggi, letteralmente, Magistero della Chiesa) potrebbe parlare anche di morale, ma spetterebbe tutt'al più proporre elementi per la formazione di giudizi di coscienza autonomi, che avrebbero sempre l'ultima parola. Ma il punto decisivo, per quanto ci interessa sottolineare, viene dal seguente brano: «Sperimentiamo in modo del tutto nuovo la forza del ricordo [della fede] e la verità della parola apostolica. Il vero significato dell'autorità dottrinale del Papa sta nel suo essere custode della memoria cristiana. Il Papa non impone [la fede] dall'esterno, ma sviluppa la memoria cristiana e la difende. (...) Senza coscienza non ci sarebbe Papato. Tutto il potere del Papato è potere della coscienza»[1].
RispondiEliminaSe portiamo alle ultime conseguenze la premessa ratzingeriana, vedremo che, nella sua concezione, l'autorità ecclesiastica non è mai imposta dall'insegnamento della verità, che i fedeli ricevono ex auditu e al quale acconsentono per obbedienza all'autorità di Cristo , in nome del quale parlano i Papi e il Magistero; tutt'al più dialoga con la coscienza individuale autonoma. Il soggettivismo di questa posizione è chiaro, e per nulla gli anatemi sono quasi scomparsi, sia in questo che nei precedenti Pontificati risalenti a Giovanni XXIII. Rinuncia simbolica al potere spirituale, in un mondo senza fede, Sidney Silveira, traduzione del Google - https://contraimpugnantes.blogspot.com/2013/03/renuncia-simbolica-ao-poder-espiritual.html
Di questa oppozione all'interno della Chiesa parlava anche D. Romulo Murri, ma la concepzione della libertà non era considerata cattolica, era eretica. Oggi, è considerata cattolica, e come vediamo, la "concepzione" del cattolicesimo dell'autorità è praticamente scomparsa...
Per fine, sul Ratzinger e Martini, raccomando o quanto ci racconta il professore Enrico Maria Radaelli ci racconta nel libro "Al cuore di Ratzinger Al cuore del Mondo" che cosa facevano da comune fondamenta.