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mercoledì 10 luglio 2024

Mons. Athanasius Schneider / Credo. Compendio della Fede cattolica

Interessante notizia per chi ama la Tradizione: la pubblicazione diffusa in varie lingue dell'opera di mons. Schneider che, oltre ad essere un Compendio esaustivo degli insegnamenti della chiesa, fornisce anche risposte agli errori contemporanei.

Credo. Compendio della Fede cattolica.
di Mons. Athanasius Schneider

L’anno scorso [2023], è stato pubblicato negli Stati Uniti il libro Credo – Compendium of Catholic Faith [Credo – Compendio della Fede Cattolica] (Sophia Institute Press), di Mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana nel Kazakistan.
Dopo le edizioni in inglese e francese, l’opera sarà pubblicata entro il 2024 in spagnolo, portoghese e italiano. Nel frattempo si stanno approntando le traduzioni in tedesco, polacco, ungherese e russo. L’edizione in francese è andata esaurita tre mesi dopo la pubblicazione, ma sarà nuovamente disponibile entro la metà di maggio 2024.
All’inizio del libro vi sono diverse raccomandazioni, come quella del cardinale Robert Sarah, ex Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, che si è fatto notare per una coraggiosa allocuzione ai vescovi del Camerun. Vi è anche quella di Mons. Joseph Strickland, vescovo destituito, l’11 novembre 2023, dalla sua sede di Tyler (Texas, USA) da Papa Francesco, per le sue critiche del Sinodo sulla sinodalità.

Delle risposte agli errori contemporanei
Come nota il Padre Michael Fiedowiccz, della facoltà di teologia di Treviri in Germania, «ciò che rende interessante questo Compendium è che sono chiariti alla luce dell’insegnamento tradizionale della Chiesa molte questioni e problema attuali, come il transumanesimo, il pentecostalismo, l’interdizione dei riti cattolici tradizionali, il culto della Terra Madre, i metodi asiatici di meditazione, il sacerdozio o il diaconato delle donne; offrendo così ai fedeli un orientamento utile in questi tempi di confusione».

In una intervista concessa a Jean-Pierre Maugendre, che ha curato la pubblicazione in francese, Mons. Schneider ha dichiarato: «Sono apparsi diversi nuovi temi che non sono stati trattati nel nuovo Catechismo della Chiesa cattolica [1992], come l’ideologia del genere, il transumanesimo, il culto rinnovato di antiche divinità pagane, come quello della Pachamama, ecc. Lo stesso dicasi per temi come la massoneria, il fenomeno del pentecostalismo e delle sette, ecc.»
E il prelato kazako non esista ad affermare: «il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica contiene certe formulazioni dottrinali ambigue che dovrebbero essere chiarite alla luce della Tradizione perenne della Chiesa.
«Bisogna anche dire che i papi possono fare delle dichiarazioni ambigue ed errate al di fuori delle loro dichiarazioni dottrinali definitive e al di fuori delle decisioni ex Cathedra, come è già successo nella storia e come purtroppo è il caso di alcune dichiarazioni e atti di Papa Francesco.
«È opportuno menzionare anche il problema della riforma del rito della Messa, che contiene alcuni elementi ambigui dottrinali sul carattere sacrificale della Messa».

La prudenza di Mons. Schneider sembrerà un po’ eccessiva ai lettori del Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae [1969] dei cardinali Alfredo Ottaviani e Antonio Bacci.
Questi alti prelati non hanno parlato solamente di «alcuni elementi dottrinali ambigui», ma hanno denunciato con vigore che la riforma «rappresenta, sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino, il quale, fissando definitivamente i «canoni» del rito, eresse una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del magistero».
È augurabile che una tale volontà – non solo chiarificatrice delle ambiguità, ma anche denunciatrice degli errori del Novus Ordo Missae – permetta a Mons. Schneider di scegliere la celebrazione esclusiva della Messa tradizionale, lui che adesso in alcune circostanze celebra anche la Messa di Paolo VI.
Tanto più che nel 2022, egli invitava i sacerdoti e i fedeli legati alla Messa tradizionale a non temere una forma di «esilio liturgico», da accettare come una persecuzione subita da Dio e dalla Sua Chiesa.

Nello stesso ordine di idee, la traduttrice in francese del Compendium, Karen Darantière, su Paix liturgique del 27 aprile presenta così l’opera: «Questo libro ha il grande merito di chiarire le affermazioni ambigue dei documenti conciliari e quelle del Catechismo di Giovanni Paolo II. Per esempio, la domanda: “Lo Spirito Santo utilizza le false religioni per dare all’uomo la grazia e la salvezza?”
Ed ella risponde: “No. Benché Dio possa donare delle grazie ad un uomo che pratica una falsa religione, tenuto conto della sua ignoranza innocente e della sua sincera buona volontà, così che tali grazie non sarebbero dovute in alcun modo alla stessa falsa religione o alla sua mediazione. Al contrario, la grazia può essere donata [direttamente] all’uomo malgrado il suo errore, al fine di condurlo da tale errore alla verità della vera fede”.
«Il testo chiarisce Unitatis redintegratio, n° 3 e il  Catechismo della Chiesa cattolica, n° 819».
 
Ma più che un chiarimento è una denuncia.

Sullo stesso tema, Paix liturgique segnala: «Procede nella stessa ottica il passo del Compendium relativo all’unità della Chiesa e all’ecumenismo: «il vero ecumenismo deve realizzare il ritorno dei dissidenti alla sola vera Chiesa di Cristo, visto che essi hanno già avuto la disgrazia di separarsene» (si tratta di una citazione della Mortalium animos di Pio XI).

«Non è giusto dire che lo Spirito di Cristo utilizza le comunità cristiane sperate come “mezzi di salvezza la cui virtù deriva dalla pienezza di grazia e di verità che è stata affidata alla Chiesa di Cristo»
«Questa affermazione – che Mons. Schneider rigetta fermamente perché “concede insidiosamente una qualche legittimità alle comunità cristiane separate e mina l’unicità della Chiesa favorendo il relativismo dottrinale” – è, come è detto in nota, una citazione di Unitatis redintegratio n° 3 del Vaticano II».
Anche qui, non si tratta di un chiarimento, ma del rigetto di un errore moderno che si oppone alla dottrina perenne ricordata da Pio XI.
 
Una esposizione della dottrina accessibile ad un vasto pubblico
Nella sua presentazione, Karen Darantière descrive con precisione la struttura dell’opera: «Questo Compendium contiene una esposizione chiara, completa e concisa di ogni articolo della fede, della morale e del culto cattolici, nella forma tradizionale di domande e risposte, e comprende più di 600 citazioni del Magistero, dei Padri e dei Dottori della Chiesa.

«Esso segue il piano classico in tre parti: la prima espone ciò che noi crediamo, seguendo il Simbolo degli Apostoli (lex credendi); la seconda spiega i princípi dell’agire morale, seguendo l’ordine dei Comandamenti (lex vivendi); la terza tratta della grazia e dei mezzi di santificazione, soprattutto la preghiera e i sacramenti (lex orandi)».
La presentatrice mostra a quale pubblico è destinato il Compendium: «Credo si rivolge a tutti i cattolici universalmente: alla gioventù che ha sete di verità; ai genitori e ai nonni che vogliono trasmettere la fede ai loro bambini e ragazzi; ai catechisti che preparano i catecumeni a ricevere i sacramenti; ai sacerdoti parrocchiali che vogliono raccomandare un solido catechismo ai loro fedeli.

«Questo libro è scritto in un linguaggio comprensibile per coloro che non sono esperti in questioni teologiche, pur essendo preciso ed esatto. Infatti, Mons. Schneider fa parlare i Concilii, i Padri, i Dottori, con in particolare delle citazioni dalla Somma teologica di San Tommaso d’Aquino; così che i semplici fedeli possano comprendere facilmente».

A sostegno delle sue affermazioni, la traduttrice cita Mons. Schneider che, nella sua prefazione francese, indica lo scopo che si è prefisso: «Io sono obbligato a rispondere alle domande di numerosi figli e figlie della Chiesa che sono perplessi di fronte alla confusione dottrinale che regna nella Chiesa del nostro tempo.
«Io propongo quest’opera, Credo – Compendio della fede cattolica, per fortificarli nella loro fede e per guidarli verso l’insegnamento immutabile della Chiesa. Cosciente del dovere episcopale di essere un “alimentatore della fede cattolica e apostolica” […] io ho composto quest’opera […] principalmente per i “piccoli” di Dio … che hanno fame del pane della retta dottrina».
 
La Tradizione è l’essenza della Chiesa, e dunque la sua speranza
Nella sua presentazione al Compendium, Karen Darantière segnala anche che l’autore risponde alla domanda: «Cos’hanno prescritto i papi per un autentico rinnovamento della Chiesa?» con una citazione di San Pio X: «I veri amici del popolo non sono i rivoluzionari, né i novatori, ma i tradizionalisti».
In effetti, ciò che colpisce nell’insieme dell’opera è la fiducia inalterabile di Mons. Schneider nella capacità della Tradizione di restaurare la Chiesa non in maniera teorica, ma concreta. Su questo punto, egli riferisce a Jean-Pierre Maugendre ciò che constata in tutto il mondo: «In particolare, l’amore travolgente e soprannaturalmente ispirato di molti giovani e delle famiglie per la fede cattolica tradizionale, chiara e senza ambiguità.

«Il tutto legato ad un forte attaccamento alla liturgia tradizionale della Santa Messa, malgrado i recenti tentativi da parte della Santa Sede e di certi vescovi di impedire la celebrazione di questa liturgia tradizionale.

«La fede e la liturgia tradizionali esercitano sulle anime un’attrazione operata da Dio, un’attrazione che l’attuale burocrazia ecclesiastica, ostile alla Tradizione perenne della Chiesa, non potrà fermare. La Tradizione è l’essenza della Chiesa e dunque anche la sua speranza, anche nella crisi attuale». Fonte     

4 commenti:

  1. Sed contra: la sinodalità10 luglio, 2024 13:17

    Il documento di lavoro per il Sinodo è infarcito di "ascolto", "circolarità", "conversione relazionale" e "conversazione nello Spirito". Per "camminare insieme" basta il come, senza sapere dove.
    Stefano Fontana

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  2. A proposito di Sinodo10 luglio, 2024 15:58

    Bergoglio ha nominato per il Sinodo, Padre Maurizio Chiodi il quale sostiene che gli "atti omosessuali" sono moralmente buoni...nel frattempo la Messa Tridentina rischia la fine!

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  3. Cit. Antonioalessandro Dottori
    Anche le ostetriche di Milano, nella persona della loro presidente si schierano, come un parroco di Ancona, senza vergogna per lui, a favore dell'orgoglio pride.
    E, di fronte a una contestazione di un gruppo di aderenti all'associazione, diciamo più tradizionaliste, legate cioè all'assistenza al parto ginecologico, cioè non alla maternità surrogata o alla mutazione transgender per via ormonale, affezionate diciamo al vecchio mestiere di assistenza al parto e non agli aborti, la presidenza dell'associazione milanese non ha trovato di meglio che redarguirle e ingiungere loro una sorta di rieducazione.
    Non avendo frequentato il corso di aggiornamento sull'inclusione dei generi e sulla sensibilizzazione alle tematiche della omotransfobia e della genderofobia, venivano invitate ad aggiornarsi, a frequentarlo e a prendere i relativi crediti sul percorso di aggiornamento professionale mirante al superamento di ogni esclusione sociale, in particolare sulle tematiche lgbtq*.
    L'ostetrica dunque non sarà più la levatrice, colei che si occupa di assistere la gestante durante il periodo di gravidanza, parto e puerperio; no, nella nuova versione politicamente corretta e linguisticamente aggiornata secondo i dettami della neolingua orwelliana, sarà l'assistente alla maternità surrogata e alle trasfusioni ormonali in modo che sia rispettato il diritto a gestire autonomamente la scelta del proprio sesso.
    In questo nuovo ambito c'è spazio anche per il parroco che, nel mentre a Roma sì svolge una marcia a favore della vita, autonomamente decide di prender parte a un gay pride.

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  4. Siamo in piena apostasia. Preghiamo senza stancarci.

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