Perché il modernismo “cattolico” non sopporta il Diritto
Perché il modernismo e il neomodernismo (purtroppo imperante oggi nella Chiesa) non sopportano il Diritto Naturale?
Stat Crux dum volvitur orbis |
La spiegazione è molto semplice. Perché riconoscere tale Diritto significa riconoscere Dio come Logos, ovvero come Colui che nella sua natura è primariamente Verità e poi Amore. Primariamente, non nel senso ontologico né cronologico, ma logico.
Il Dio Logos ha impresso nel creato la sua natura ordinata e questo e ciò che si chiama Legge Eterna.
Il modernismo, antico e nuovo, rifiuta tutto questo al fine di relativizzare il Dogma, cioè la Verità.
La Verità è immutabile se Dio è Verità. Se invece è solo Volontà, è un altro discorso.
Qui si inserisce il tema della "dislocazione della divina Monotriade" illustrato da Romano Amerio, che riprendo di seguito. [Vedi anche: Quando l'azione, l'amore e la volontà prendono il sopravvento sull'idea, sul pensiero, sulla verità, sulla conoscenza qui. Unica nota stonata l'accostamento a don Milani nella presentazione su L'Osservatore Romano.]
Il fatto è che quando l’uomo riconosce il primato alla verità, il Lògos, essa attira e costringe a sé l’amore, la volontà e la libertà; richiede di conformarsi alla sua luce. Via obbligante, ma certo non obbligata, dal momento che l'uomo può scegliere lucidamente di aderire a essa come di dissentire, è nondimeno una strada su misura per gli umili; per chi sa credere come un bambino.
Uno dei problemi-concause della crisi attraversata nella Chiesa del nostro tempo, che Romano Amerio aveva già inquadrato con drammatica e purtroppo silenziata chiarezza. Quello che egli chiama "dislocazione della divina Monotriade". E spiega:
«Come nella divina Monotriade l’amore procede dal Verbo, così nell’anima umana il vissuto procede dal pensato. Se si nega la precessione del pensato al vissuto, della verità alla volontà, si tenta una dislocazione della Monotriade; allo stesso modo separare l’amore, la carità, dalla verità non è cattolico».«Al fondo del problema moderno – scrive Amerio – c’è il Filioque, perché chi nega il Filioque concede il primato, indiscreto e assoluto, all’amore: l’amore non ha limiti, non ha remore; qualunque azione tu faccia “con amore”, quell’azione è buona».
In fondo lo riconosciamo nell'agire e nel 'sentire' che precedono il conoscere, da cui invece dovrebbero scaturire. Il prevalere della prassi con esclusione della ragione: prassi a-teoretica, senza alcun approfondimento e spiegazione, divenuta ormai lo stile apparentemente irreformabile dei pastori a partire dal Trono più alto, che non appare più un Trono... ma paradossalmente lo diventa quando si tratta di introdurre cambiamenti rivoluzionari che stiamo subendo come fatti compiuti e che vanno oltre il nostro sensus fidei cattolico.
Coraggio, riappropriamoci della Verità che ci salva ci nutre ci sostiene e ci dà tutto il resto, in attesa di un suo ineludibile ripareggiamento, sempre per usare un termine di Romano Amerio...
Stat Crux dum volvitur orbis!
Coraggio, riappropriamoci della Verità che ci salva ci nutre ci sostiene e ci dà tutto il resto, in attesa di un suo ineludibile ripareggiamento, sempre per usare un termine di Romano Amerio...
Stat Crux dum volvitur orbis!
Cunctas haereses sola interemisti in universo mundo
RispondiElimina(Tu sola hai sterminato tutte le eresie nel mondo universo)
In presenza dell'attuale confusione, nella quale ci sentiamo come pecore allo sbando, senza pastori, Maria Vergine è il nostro punto di riferimento, Colei che ci guida al porto sicuro.
Dal Trattato della Vera Devozione del Montfort
Un pensiero al giorno con Montfort
Là dove c’è Maria, non ci può essere lo spirito maligno; e uno dei segni più infallibili che si è guidati dallo spirito buono, sta nel fatto di essere molto devoti di Maria, di pensare spesso a lei e di parlarne sovente. È il pensiero di un santo, il quale aggiunge che, come il respiro è un segno certo che il corpo non è morto, così il pensiero frequente e l’invocazione amorosa di Maria sono un segno sicuro che l’anima non è morta a causa del peccato.
Come dice la Chiesa, e lo Spirito Santo che la guida, soltanto Maria ha distrutto tutte le eresie; anche se i critici borbottano, un fedele devoto di Maria non cadrà mai nell’eresia o nell’errore, almeno formalmente; potrà sbagliare materialmente, o scambiare una menzogna per verità, o lo spirito maligno per quello buono, anche se succederà più difficilmente che ad altri; ma presto o tardi si accorgerà del proprio errore e sbaglio materiale, e quando lo saprà, non si ostinerà affatto a credere e a sostenere ciò che gli era sembrato verità.
(Trattato della vera devozione a Maria, 166- 167)
Avete mai osservato che i santi temono l’inferno; ma non lo negano mai; mentre i grandi peccatori negano l’inferno; ma non lo temono mai?
RispondiEliminaPERCHÉ I MODERNI NEGANO L’INFERNO?
Perché i moderni negano il peccato. Se negate la colpevolezza umana, voi dovete negare anche il diritto d’uno stato a giudicare un criminale, e inoltre il diritto di condannarlo alla prigione. Una volta che voi negate la sovranità della legge, dovete necessariamente negare la punizione. Una volta negata la sovranità di Dio, si deve negare anche l’inferno. […]
La ragione basilare per la quale i moderni non credono nell’inferno consiste nel fatto che essi realmente non credono nella libertà del volere e nella responsabilità. Credere nell’inferno è affermare che non sono indifferenti le conseguenze delle buone e delle cattive azioni. […] È tanto difficile costruire una nazione libera,senza giudici e senza prigioni, quanto è difficile costruire un mondo libero, senza giudizio e senza inferno.
Uno stato non può esistere sulla base di un cristianesimo liberale che nega il contenuto di quelle parole che dirà Cristo nel giudizio finale: “Via da me, voi maledetti, nel fuoco eterno, che fu preparato per il demonio e i suoi seguaci” (S. Matteo, 25, 41). […]
I moderni negano l’inferno anche perché hanno timore della propria coscienza. Avete mai osservato che i santi temono l’inferno; ma non lo negano mai; mentre i grandi peccatori negano l’inferno; ma non lo temono mai?
I moderni si costruiscono un credo secondo il modo con cui vivono; piuttosto che costruirsi un modo secondo cui vivere. Il demonio non è mai tanto forte come quando riesce a indurre i materialisti e gli scettici a dipingerlo con le vesti rosse, una coda attorcigliata e un lungo forcone in mano, è come se avesse fatto dimenticare per sempre la verità profonda e tremenda che egli è un angelo decaduto.
Segue/
RispondiEliminaI moderni che non vivono in accordo con la propria coscienza, hanno bisogno d’una religione che abbia questi caratteri: una religione senza Croce, un Cristo senza Calvario, un regno senza Giustizia, una comunità con un “gentile ecclesiastico che non nomina mai l’inferno, per non urtare le orecchie delicate”.
Coloro che dicono di essere Cristiani, o che limitano il cristianesimo al discorso del monte, sono invitati a non dimenticare che Nostro Signore chiude quel discorso, che occupa i capi quinto, sesto e settimo del vangelo di Matteo, con queste parole: “Ogni albero che non fa buon frutto, è tagliato e gettato nel fuoco. Voi li conoscerete dunque dai frutti. Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno nel giorno del giudizio: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato in nome tuo e in nome tuo non abbiamo cacciato i demoni, e fatto in nome tuo molte opere potenti? E io allora dirò loro apertamente: Io non vi conobbi mai. Andatevene da me, voi tutti operatori d’iniquità” (7, 19-23).
Nel vangelo di San Marco poi si legge: “Se la tua mano ti fa cadere in peccato, mozzala; è meglio per te entrare monco nella vita, che avere due mani e andare nella Geenna, dove il verme (del rimorso) non muore e il fuoco non si spegne. E se il tuo piede ti fa cadere in peccato, mozzalo. È meglio per te entrare zoppo nella vita che avere due piedi ed essere gettato nella Geenna. E se il tuo occhio ti fa cadere in peccato, cavatelo. È meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che averne due ed essere gettato nella Geenna, dove il verme non muore e il fuoco non si estingue” (9, 42-48). […]
In ultima analisi, le anime vanno all’inferno per questa unica ragione: perché si rifiutano di amare. Se le anime vanno all’inferno perché trasgrediscono i comandamenti di Dio, in qual modo esse si rifiutano di amare? Dio non proibisce la menzogna, l’assassinio, l’impurità, l’adulterio per divertire se stesso. Questi non sono comandamenti arbitrari. Egli proibisce queste azioni, perché esse fan del male a noi: perché esse sono un segno del nostro anti-amore. […]
Come il Paradiso è l’eterna benedizione guadagnata da chi s’è spogliato del proprio egoismo e s’è rivestito di amore, così l’inferno è l’eterna maledizione, guadagnata da chi s’è fatto pienamente auto-centrista e detestabile. IL PARADISO È COMUNITÀ; L’INFERNO È SOLITUDINE.
( Fulton J. Sheen, da "Vi presento la religione"; titolo originale: A Preface to Religion, 1950; traduzione dall’inglese di Antonio Cojazzi, Torino, Borla Editore, 1952, pp. 133-136):
Il pericolo più grave per la Chiesa nel futuro è la politicizzazione o la trasformazione della teologia in politica, dei seminari in scuole di servizio sociale e della predicazione della Parola di Dio in una vaga nozione di “presenza”. (...)
RispondiEliminaLa “presenza cristiana”, che spesso è solo una presenza fisica senza lo Spirito di Cristo, addolcisce solo il mondo, ma non lo riconcilia con Dio. (...)
Ai nostri giorni, l’attacco alla Chiesa è il secolarismo ed è diretto contro la santità, il sacrificio, l’abnegazione, e la kenosis.
(Fulton J. Sheen, da "Those Mysterious Priests" 1974)
Il peccato principale dei modernisti è la negazione (o la dimenticanza) del Dio Creatore.
RispondiEliminaRodbertus
A ben vedere una intera epoca è stata caratterizzata dal Tradimento, che ha invaso la società intera e i cui araldi sono stati i più alti rappresentanti della Chiesa e degli Stati, della fede e della cultura, sempre fatte salve rarissime eccezioni. Incredibile come tanti abbiano tradito e continuino a tradire, ormai solo se stessi. Uno strumento del tradimento delle moltitudini sono stati certamente i mezzi di comunicazione di massa, che abbandonando il vero ed il buon esempio si sono spostati sul falso ed il pessimo esempio elegante, ammagliante. Radio, televisioni, telefonini, computer entrati nei conventi li hanno svuotati, entrati nelle famiglie le hanno disintegrate. Per non parlare dei libri , dei periodici spazzatura. Solo pochissimo tempo fa mi è tornato alla memoria il gesto delle madri che coprivano gli occhi dei figli affinché non vedessero, o coprivano le loro orecchie affinché non udissero, per ripararli da situazioni non adatte ai piccoli. Oggi si vedono bambini in carrozzina con questi simil telefonini, nocivi anche alla vista, e di cui nessuno conosce i reali contenuti. Si tradiscono e si corrompono i propri figli con una superficialità, che gli analfabeti di un tempo non avevano. Generazioni di traditi e corrotti, incapaci anche di capire che son stati traditi e corrotti, spesso da chi li ha allevati, che non hanno trovato sulla loro strada neanche un buon esempio che li impressionasse. La ragione ed i sensi si ottundono, ormai sono ottusi per intere moltitudini.
RispondiEliminam.a.
«Il pensiero è l'unico antidoto contro la massificazione e il conformismo che sono le forme moderne delle barbarie.»
RispondiEliminaHannah Arendt, “La banalità del male”