Pagine fisse in evidenza

giovedì 22 agosto 2024

Dittatura globalista 2030 "in progress"

Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica-
Dittatura globalista 2030 "in progress"

Dopo aver puntellato il sistema di potere in Francia e nel Regno Unito (UK) tramite elezioni anticipate, l'élite globalista apolide ora deve tenersi la Casa Bianca per continuare il programma di transizione dalla democrazia alla tecnocrazia della Finanza, secondo i programmi dell'Agenda 2030 e gli obiettivi perseguiti da Word Economic Forum, Open Society e altri enti che sono emanazione dell'élite che domina l'Occidente.

Nei 4 mesi che concluderanno il decisivo 2024 assisteremo alle mosse conclusive della strategia di consolidamento del potere da parte dell'élite globalista apolide che domina l'Occidente, che progressivamente comincerò a chiamare semplicemente "l'Impero".

Davanti al montare di un dissenso diffuso, seguito agli anni della pandemia e all'esplosione della guerra in Donbass, l'élite (che per la sua caratteristica di rimanere occulta e di servirsi di marionette per esercitare il potere, potrei anche chiamare "il Lato Oscuro") è corsa ai ripari per non vedere i suoi fantocci sconfitti alle elezioni, nonostante il controllo assoluto che essa ha sui mass media. Abbiamo visto come i due partner storici degli USA - dove il Potere risiede - siano stati portati a simultanee elezioni anticipate, e sia in UK che in Francia l'ondata popolare ostile al globalismo è stata sconfitta o arginata; abbiamo visto anche come le elezioni dell'Unione Europea, ovvero l'organo che riunisce le "colonie di fatto" dell'Impero, siano state sterilizzate, nonostante un risultato evidentemente contrario all'agenda globalista, e sia la signora Von der Leyen che la signora Metsola siano state confermate nel rispettivo ruolo istituzionale. Abbiamo visto come contro la Russia stia procedendo l'escalation, essendo l'Ucraina tecnicamente finita e totalmente ridotta a strumento logistico dell'Impero e, contemporaneamente, abbiamo visto come la legittima reazione di Israele ai fatti terribili del 7 Ottobre 2023 sia degenerata, col plauso di tutti i mass media imperiali, in pulizia etnica e distruzione totale della Striscia di Gaza, con tanto di ulteriore escalation verso l'Iran che è partner geopolitico della Russia e della Cina.

Ora resta la battaglia fondamentale che è la riconquista della Casa Bianca che, per adesso, si ottiene ancora tramite la procedura delle elezioni popolari. Dapprima si voleva tenere il fantoccio impagliato Biden, evidentemente rincoglionito, perché era l'uomo ideale per esercitare il potere tramite i funzionari a lui vicini, ma purtroppo la sua decadenza fisica e mentale già evidente si è resa a tutti palese in modo clamoroso nel duello televisivo con Trump. A questo punto l'Impero ha pensato di eliminare Trump, ma per un movimento fortuito della testa, ripreso dalle telecamere, il proiettile che stava per fargli saltare il cervello colpendolo in pieno gli ha solo strisciato l'orecchio. A questo punto si è resa necessaria la censura totale sui mass media, per non dare enfasi all'attentato, e contemporaneamente è stato deciso che Kamala Harris, vicepresidente finora ritenuta incapace, fosse l'ultima risorsa e Biden è stato fatto dimettere.

Così è cominciata una campagna martellante pro Harris, come se fosse una nuova proposta grazie alla memoria corta della massa votante, e finché sarà possibile non farla parlare e trasmettere solo il suo viso sorridente con una narrazione elegiaca di sottofondo che annuncia in tempo reale sondaggi trionfanti in crescendo continuo (in un servizio al TG1 italiano ho sentito in tre minuti il suo vantaggio su Trump crescere di uno, poi di due, poi addirittura di 3-4 punti) non ci saranno problemi. I problemi ci potrebbero essere quando la Harris venisse messa alla prova, dato che è un'inetta con scarsa intelligenza, ma l'Impero ha tutti i mass media in mano e dovrebbero farcela a tamponare i problemi. Non bastasse, c'è sempre l'eventualità della proverbiale "October surprise", un qualche evento clamoroso che offra di nuovo la "necessità" di votare massicciamente per posta come nel 2020, quando decine di migliaia di defunti votarono all'unanimità per Biden, assieme alla totalità dei votanti "ritardatari" che risolsero la contesa in due degli Stati in bilico.

La partita è troppo importante: in gioco c'è la guerra con la Russia per l'industria degli armamenti, c'è la possibilità di nuove pandemia per l'industria farmaceutica, c'è la transizione ecologica da continuare per l'industria della Green Economy, c'è la transizione agricola e zootecnica da promuovere per l'industria alimentare; ma c'è anche l'ampliamento di Israele in vista dell'edificazione del Terzo Tempio a Gerusalemme, tanto caro all'Impero; c'è la Cina da arginare e affrontare anche militarmente, come dimostrano le grandi manovre nello scacchiere orientale; c'è la transizione umana da spingere, per reificare i sudditi del Nuovo Ordine Globalista non più democratico, ma tecnocratico secondo le esigenze dei grandi fondi sovrani gestiti dall'élite apolide; c'è da procedere con la trasformazione della Chiesa Cattolica in ente di coordinamento per la nuova religione mondiale delle masse scristianizzate; e c'è soprattutto da dare compimento a quanto più volte annunciato e liturgicamente rappresentato nei recenti grandi eventi popolari di risonanza mondiale, di cui l'ultima Olimpiade parigina è stata un esempio limpidissimo.

La sola speranza per noi resistenti della "Repubblica" è nel proverbio che dice "Il Diavolo fa le pentole, ma non i coperchi". Io da qualche tempo sostengo che siamo vicini alla conquista totale del potere da parte dell'Impero e che noi, come oppositori, dovremo darci alla macchia e iniziare la resistenza, fatta di guerriglia sporadica e soprattutto di preghiera, per salvare il seme in vista di futuri, lontani, forse lontanissimi, tempi migliori. Dio ci ha proprio abbandonati, secondo me, per punirci e per metterci alla prova. Spero tanto di sbagliarmi, ma sia fatta sempre e comunque la volontà di Dio. Capiremo tutto in Novembre, quando sapremo se la Harris diventerà Presidente (con la schwa finale al posto della "e", immagino) degli USA, centro dell'Impero.

Resta un post scriptum, in tutta questa disamina sconsolata, ad avvalorare tutto il resto. Nella Repubblica Italiana, periferia dell'Impero, sono già iniziate le grandi manovre per far cadere il Governo Meloni e sostituirlo con uno più consono al Governo Harris che starebbe arrivando. Forza Italia, che io chiamo "Fogna Italia", ha cominciato a creare problemi con la cittadinanza agli stranieri per "ius scholae", con il suicidio assistito, con la gravidanza surrogata e con il posizionamento in UE dell'Italia; il tutto, si badi bene, in stereofonia con il signor Renzi del World Economic Forum che ha rialzato la cresta, proprio mentre la Magistratura si interessa della sorella del Presidente del Consiglio, importante funzionario del primo partito italiano. VEDETE VOI...
Davide Lovat - Fonte

31 commenti:

  1. "Può un cattolico essere a favore della Harris?
    La Clinton infiamma l'elettorato: "Kamala ripristinerà il diritto all'aborto" (che solo in alcuni stati degli Usa è stato limitato seriamente, mentre in altri non ci sono limiti e i finanziatori dei dem vendono pezzi di bambini abortiti, e comunque un'americana può passare da uno stato all'altro per abortire senza violare nessuna legge).
    Ora, io capisco che il tema pro-life non può essere tutto in politica, però è la condizione minima. Senza questo, il candidato è irricevibile. E non è un'opinione, non per il Catechismo della chiesa Cattolica.
    Possiamo ragionare sui limiti e i difetti di tutti i candidati, ma quelli che fanno dell'aborto la loro bandiera, per un cattolico semplicemente non esistono.
    Se poi uno ha solo una certa simpatia per Gesù, al quale comunque non serve credere, allora certo, può avere simpatia anche per Kamala".
    Cit. Costanza Miriano

    RispondiElimina
  2. Alla convention di Kamala Harris Planned Parenthood ha piazzato degli abortifici mobili in prossimità dell'evento. Questa cosa dovrebbe far riflettere, una persona intelligente dovrebbe chiedersi perché. Se vincesse la Harris, nel giro di pochi mesi ci sarebbe una nuova legge federale per finanziare di nuovo Planner Parenthood e per votare una nuova legge sull'aborto peggiore della precedente. Il designato candidato vice di Kamala non è stato scelto a caso, è favorevole all'aborto a nascita parziale, il peggiore dei peggiori crimini ipotizzabili che consiste nel bucare il cervello del bambino mentre è ancora attaccato al cordone ombelicale, quando i polmoni non sono ancora espansi, non avendo ancora respirato, e arrivare al confine ultimo tra aborto e infanticidio. In medicina legale l'autopsia per stabilire se si tratta di infanticidio o di aborto deve certificare, appunto, lo status dei polmoni. Dicevo, una volta eletta Kamala Harris e i democratici immediatamente legifererebbero a favore dell'aborto. Poi cambierebbero le regole della SCOTUS: poiché i giudici ora eletti lo sono a vita e sarebbe impossibile demolire la maggioranza trumpiana, come già ipotizzato da Biden e dai suoi badanti basterebbe aumentare per legge il numero dei giudici e nominarne un paio democratici. Qualcuno diceva che è impossibile, che di questo passo ogni volta che cambiasse il presidente potrebbe nominare nuovi giudici, aumentarne il numero e di fatto rompere l'autonomia della Corte Suprema. Di fatto però da chi gioca tutte le sue carte sul genocidio dei nascituri possiamo aspettarci di tutto. Mettiamoci in testa che spingere l'aborto fino a farlo diventare il tema numero uno della campagna elettorale, ha tutta l'aria di un sacrificio umano al demonio in cambio di favori, di un rito satanico. Purtroppo molti magari credono in Dio fatto Uomo ma non accettano questo argomento, ma non importa, di fatto esiste la consacrazione al demonio, esiste la vendita dell'anima a satana e in questo caso è talmente palese che solo 50 anni fa tutti, dico tutti i media mondiali ne avrebbero parlato con assoluta certezza. In questo mondo scristianizzato il nemico si prende tranquillamente gioco di noi mammalucchi, ci dice in faccia quel che sta facendo, tanto siamo, appunto, dei mammalucchi, quindi non capiamo. Che bisogno c'è di presentare Kamala e di intrattenere gli elettori col macabro rito degli abortifici a quattro ruote?
    In novembre gli americani saranno chiamati a scegliere tra un presidente prolife e grande diplomatico su tutti i fronti internazionali (come ha dimostrato fino al 2020) e una donna esponente della lobby LGBT, abortista, scientista, atea, materialista, guerrafondaia. Non ci sarà pace finché ci saranno gli aborti, diceva Madre Teresa. Chissà che cosa direbbe oggi osservando le vicende politiche americane e constatando che dall'inizio del 2025 il mondo potrebbe essere governato o da una guerrafondaia abortista in attesa di legalizzare l'infanticidio (prossimamente su quei perversi canali), o da un già visto prolife che in 4 anni aveva quasi risolto le principali contese belliche mondiali. Scrivo su Facebook dal 2008 e prima sul mio vecchio blog da circa il 2003. Da sempre sostengo che aborto, gender, eutanasia, sarebbero diventati gli argomenti principali di tutte le elezioni mondiali e che in particolare l'aborto sarebbe diventato l'argomento per stabilire la futura visione antropologica del pianeta. Ci siamo.
    Attilio Negrini

    RispondiElimina
  3. Credo necessario ed urgente che, vista l'aria che tira a destra e a manca, l'Italia , il popolo italiano ricco e povero, colto e non, cominci a pensare al suo destino di Stato sovrano. Riprendiamo in mano la nostra religione, la nostra cultura, la  nostra economia. Riprendiamo in mano noi stessi senza farci plagiare da tizio e caio, invadere da tizio e caio, senza farci tutelare da tizio e caio. Occorre ritrovare la nostra vera identità, senza questa, siamo destinati prima a servire,  poi a scomparire. Basta vivere in questa porcilaia, ma per fare questo occorre la determinazione di tutto il popolo, alto e basso, senza tradimenti e senza cedere alla cantilena straniera che noi siamo indietro, siamo cafoni, siamo incapaci...gli altri hanno solo dimostrato di essere  corrotti, ladri, assassini, menzogneri, assatanati di potere. Quindi iniziamo a capire se vogliamo andare per la nostra strada o se vogliamo continuare ad andare a rimorchio dei pazzi criminali.
    m.a.

    RispondiElimina
  4. Il candidato più marcatamente sionista non è Harris ma Trump. Le guerre in medioriente sono state sostenute in particolare dai neocon.
    I più forti sostenitori di Israele non sono i woke (anzi la tanto sbandierata libertà di espressione è stata repressa quando gli studenti hanno iniziato a toccare Israele). I più grandi sostenitori di Israele sono i super conservatori di marca evangelica. Anche queste cose andrebbero dette. Anzi proprio qui dovrebbero venir evidenziate con particolare vigore.
    Detto tra noi, se fossi americano non so se andrei a votare. In ogni caso, Trump non sarebbe per me un'opzione valida.

    Roberto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ben detto Roberto, andrebbe anche detto chi sono queste elites che vogliono la sostituzione etnica in Italia e in Europa, dovrebbero avere dei nomi e cognomi

      Elimina
    2. Condivido pienamente il suo prezioso commento.

      Elimina
  5. Se vi saranno elezioni corrette fra Trump e la Harris non ci sarà partita, Trump è uno scalino superiore.

    RispondiElimina
  6. Se andassi a votare Trump non sarebbe per me un'opzione valida...

    E quale sarebbe l'opzione valida? Trump ha non pochi difetti, lo sappiamo, ma questo passa il convento, come si suol dire. Se vince la Harris è il trionfo finale della Rivoluzione Sessuale e la fine dell'Occidente. Il trionfo della corruzione e dell'ignoranza, per meglio dire.
    Trump almeno in alcuni valori ancora crede. Il partito del non voto è sempre il peggiore.
    Trump appoggia Israele? Vogliamo appoggiare Hamas, che non mostra alcuna fretta di giungere ad un cessate il fuoco, totalmente indifferente alle perdite di civili, tra i quali si nasconde?
    Z.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È semplice, nessuno è valido fanno tutti parte del sistema, se vince la Harris semplicemente si fa più veloce mentre Trump è a marcia lenta

      Elimina
  7. Planned Parenthood porta un camion mobile per l’aborto alla Convention Democratica di Chicago, scatenando una bufera di critiche e un acceso dibattito sulla "cultura della morte" del progressismo di sinistra.

    RispondiElimina
  8. Si legge sul New York Times che i partecipanti alla convention dem di Chicago durante i momenti del programma, «avranno anche la possibilità di sottoporsi gratuitamente a una vasectomia o di abortire farmacologicamente a pochi isolati di distanza». Ossia sterilizzazione per i maschi e soppressione di un bambino nel grembo nella madre per le fanciulle. La sagra del male pubblico già così diffuso e ulteriormente incrementato. Lo stesso giornale riporta: «un centro sanitario mobile gestito da Planned Parenthood Great Rivers, che serve gran parte del Missouri e parte dell’Illinois meridionale, si fermerà nei pressi del luogo della convention e di offrire questi servizi a chi si prenoterà». C'è bisogno di commenti? Doloroso, impotente sconcerto!

    RispondiElimina
  9. Antonio Margheriti
    I giornalisti RAI al seguito degli ucraini che "invadono" la Russia?
    Ignoranza? No, malafede, perché gli altri colleghi stranieri si sono fermati saggiamente al confine, conoscendo la legge internazionale.
    Cosa penso io?
    Che è un atto di sabotaggio, che sono stati spinti e autorizzati da "qualcuno" a Roma ma anche a Parigi e Bruxelles, per mettere in difficoltà il governo Meloni e Crosetto che un giorno sì e l'altro pure si smarca, e insieme reggono il filo sottile dei legami civili con Mosca, striscianti.

    Entro novembre devono tentare di far cadere il governo per sostituirlo con la Belloni... basta leggere quel bollettino semiufficiale dello stato profondo, Huffington, legato agli ambienti britannici, dove si prospetta "il lodevole esperimento del primo Berlusconi che non faceva differenza e nel governo chiamò a raccolta socialisti, radicali, missini, democristiani, anticomunisti, comunisti, ex comunisti, e intellettuali di enorme spessore" [tipo... Melograni e Pera, e ho detto tutto].

    La Meloni sta facendo la morta in attesa di novembre, ma potrebbe non sfuggire all'attenzione dei predatori estivi che agiscono sempre ad agosto.... Se mai arriva a novembre e Trump vince, dovrà sudare 10 camicie per farsi perdonare la smaccata esibizione di bidenismo, e molti se la son legata al dito. Ha una sola carta: Orban. Se la salva lui.
    Ma proprio per tutto questo, la vogliono far fuori prima per mano dei suoi stessi alleati. Segnali ogni giorno: l'Italia non è abbastanza allineata e ha pure detto no alla Ursula.

    RispondiElimina
  10. da ex studente di Giurisprudenza22 agosto, 2024 22:16

    Da qualche parte si era asserito che la famigerata e "potentissima" lobby ebraica americana è nata solo nel 1967, quando gl USA scelsero di sostere Israele senza se e senza ma, come dicono oggi. Prima gli Ebrei americani si erano ritagliati uno spazio in cui facevano i loro affari ed erano loro a non disturbare chi stava loro vicino.
    Si era anche fatto osservare che prima di allora gli ebrei americani che erano giunti a posizioni di spicco vi erano arrivati quasi per fortuna, più da giocatori d'azzardo che da consumati economisti. Il mio medico di base è cinefilo e, almeno per quel settore, mi ha dimostrato che i fondatori della MGM e della Paramount erano riusciti a diventare magnati avendo semplicemente cavalcato la novità del cinematografo, facendosi mandare macchine e pellicole e iniziando come dei veri enthusiast. Poi, visto che funzionava, hanno monetizzato.
    Ricordo che un ricercatore di Scienze Politiche, quand'ero all'università, aveva spiegato (mi pare fosse per antropologia criminale) sull'antisemitismo anche negli USA e aveva fatto il nome del fondatore della U-Haul (una grossa azienda americana di autotrasporti) che non fu ammesso a un circolo perchè il suo cognome "sembrava ebraico", si chiamava Shoen, ma lui era di origini scozzesi ed era cattolico!
    Sì, decisamente i candidati alla presidenza non si sa chi sia peggio e ricordo che nientemeno che G. W. Bush dichiarò pubblicamente che alle presidenziali del 2020 non sarebbe andato a votare, e infatti se ne è stato a casa.

    RispondiElimina
  11. Se vince Harris non si ha solo una semplice "accelerazione" bensì un cataclisma. Tra l'altro è assolutamente incapace, l'ha già fatto vedere. Ma la Cupola che comanda in America, non si preoccupa della facciata, visto che chi dirige davvero sembra essere Obama. Così almeno si dice.

    RispondiElimina
  12. Più che di "impero" io parlerei di "cupola".

    RispondiElimina
  13. Dicesi democrazia
    di Marco Travaglio

    Ormai, appena sento “democrazia”, mi viene la ridarella. Specie quando la cerco nel vocabolario Treccani: “Forma di governo che si basa sulla sovranità popolare e garantisce a ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del potere pubblico”. Da scompisciarsi. Il faro della democrazia sono gli Usa, dove si tiene la Convention del Partito – indovinate un po’? – Democratico. Che, come tale (ma lo fa anche il Repubblicano), affida agli elettori la scelta del candidato alla presidenza con apposite primarie. Quelle repubblicane le ha vinte Trump, dunque il candidato è Trump, che però è antidemocratico. Invece quelle democratiche le ha vinte Biden, dunque il candidato alla Casa Bianca è la Harris: che c’è di più democratico? Si dirà: si è scoperto che Biden è rincoglionito. Sì, ma lo si sapeva da tre anni e le primarie si sono tenute da febbraio a giugno di quest’anno senza che nessuno aprisse bocca. Poi a luglio i Clinton e gli Obama han deciso che doveva ritirarsi. Non perché era rinco (l’avrebbero ricandidato pure da morto, seguitando a telecomandarne la salma), ma perché s’era fatto sgamare nel tele-dibattito con Trump e rischiava di perdere, e loro con lui. Così la Convention Democratica incorona la Harris, considerata fino a ieri una mezza pippa. Già a settembre il Washington Post implorava di ritirarsi sia Joe sia lei (“non è riuscita a guadagnare terreno nel Paese e neppure nel partito”). Ma ora i giornaloni, tra fiumi di bava e gridolini di giubilo, la trovano improvvisamente geniale. Pazienza se non l’ha scelta un solo elettore: a issarla sul trono provvedono gli Obama e i Clinton, in un tripudio di familismo amorale che fa impallidire il nostro, ma nessuno nota per non turbare il Nuovo Mondo a cuoricini e fiorellini.

    Siccome si chiamano Democratici, si credono democratici: un Democratico non può fare cose antidemocratiche nemmeno se le fa. E tutti esultano per la grande vittoria delle donne, perché Bill e Barack fanno democraticamente parlare Hillary e Michelle. Poi Kamala fa parlare il marito Douglas Emhoff, pure lui avvocato, e i nostri giornaloni si eccitano per la sua storia molto femminista: “Avevo appena risolto il problema importante di un cliente e quello, per ringraziarmi, mi organizzò un appuntamento al buio. Fu così che ebbi il numero di Kamala e la chiamai”. Ma come, una donna in omaggio come un pacco Amazon? E il #MeToo che dice? Mentre va in scena il teatrino democratico, il NYT scopre che Biden a marzo ha firmato un piano segreto (chissà cosa ne avrà capito) per puntare nuove e vecchie armi nucleari contro Russia, Corea del Nord e Cina. È il suo lascito al successore e a tutti noi: un regalino molto democratico, pure troppo.

    RispondiElimina
  14. Sereno Graffiante23 agosto, 2024 16:27

    Non sono molti i partiti che nel mondo possono fregiarsi del titolo di "democratico", tra i quali quello statunitense e il nostro. Pensiamo ai nostri poveri eredi del comunismo, quale tribolazione han vissuto, loro che sono dovuti passare dal PCI al Partito Democratico della Sinistra sino all'attuale PD e chissà che non cancellino in futuro anche il preambolo di Partito, visto che probabilmente non ci sarà più bisogno dei partiti nel transumanesimo rossoverde. Tutto per dimostrare, col titolo di DEMOCRATICO nel nome, a quel popolino "ignorante e arretrato" che un comunista può essere democratico, tutto per vincere quella ostilità diffusa e malsana verso il comunismo, che ha dato prova invece di profonda democraticità ovunque è andato al potere. Pensiamo solo all'Est Europa o all'Unione sovietica, dove si mangiava pane e democrazia tutti i giorni, o alla Cina. Eppure certi pregiudizi sono duri a morire, un po' come coloro che ancora credono che solo le donne rimangano incinta. Eh sì, la democrazia loro ce l'hanno nel sangue, come il progresso. Mi viene un dubbio: sarà nato prima il partito democratico o la democrazia? Forse Elly lo sa.

    RispondiElimina
  15. FOGNA ITALIA
    L'azione di guerriglia intrapresa dal partito che fu fondato da Berlusconi e che oggi serve a travasare all'occorrenza parte del voto di Centrodestra alle forze dichiaratamente globaliste, è da leggersi in vista delle presidenziali USA.
    Se i globalisti, in un modo o nell'altro, vinceranno come previsto e porranno Kamala Harris al vertice istituzionale dell'Impero (cioè l'Occidente a guida USA), allora anche il Governo coloniale italiano dovrà cambiare e diventare più affine alla linea pro guerra aperta contro la Russia, pro aborto, pro gender, pro pulizia etnica contro i palestinesi, pro transizione digitale, ecologica e umana, nonché pro tecnocrazia della sorveglianza al posto della ormai considerata obsoleta democrazia.
    Ed ecco che l'assurdo dibattito sulla cittadinanza per "ius scholae" (termine coniato apposta, perché non esiste nel diritto classico), le aperture sull'eutanasia, sulle tecniche riproduttive artificiali e sui privilegi da concedere ai "fluidi arcobaleno" - tutte cose non dichiarate per ottenere il voto dagli elettori - assumono un chiaro significato, così come anche la ricomparsa del buon Renzi, emissario di fiducia delle élites globaliste.
    Mi rivolgo a chi in buona fede vota ancora per il partito fondato da Berlusconi: morto il fondatore, Forza Italia è ormai solo "Fogna Italia" e dargli il voto significa favorire il PD, la Schlein e i padroni stranieri che li dirigono. Aprite gli occhi, per favore!

    RispondiElimina
  16. "Il figlio di Bob Kennedy abbandona la sua corsa in solitaria da indipendente per la presidenza americana e appoggia il ticket Trump-Vance. Omonimo di suo padre, Robert Kennedy junior ha detto nel suo endorsement che si schiera con Trump per le sue idee “sulla libertà di parola, le armi all’Ucraina e la guerra che viene fatta ai nostri figli”. A Harris e Walz, portatori degli interessi di chi i figli li vuole abortire pure al nono mese di gravidanza e di chi vuole continuare ad ottenere commesse multimiliardarie pubbliche per far proseguire i conflitti in Europa e nel
    Mediterraneo, restano le lobby e la retorica della “gioia”. Da oggi a sinistra impazziranno perché sarà un Kennedy a far perdere questa riedizione della gioiosa macchina da guerra. Ovviamente proveranno a delegittimarlo facendolo passare per un pazzo, ma la verità è che anche chi ha un approccio di sinistra serio non può votare gli affaristi guerrafondai che tirano i fili di Kamala Harris".
    Mario Adinolfi

    RispondiElimina
  17. Robert F. Kennedy ritira sua candidatura alle presidenziali USA accusando il partito democratico

    USA - Robert F. Kennedy Jr. :
    "Il Partito Democratico è diventato il partito della guerra, della censura, di Big Pharma, dei grandi interessi aziendali".

    UFFICIALE L'APPOGGIO A TRUMP

    RispondiElimina
  18. Fatico a capire le ragioni per cui la stampa e le televisioni italiane facciano smaccatamente il tifo per la Harris per le prossime presidenziali americane ed insistano a chiamare tycoon Trump con una certa intenzione dispregiativa.
    Confesso che non riesco a comprendere nemmeno perché la parola "sovranità" abbia acquisito una connotazione negativa e perché mai lo slogan "America First" trumpiano debba fare arricciare il naso ai "progressisti": forse il Presidente americano non deve fare gli interessi del suo popolo?
    Perché Trump dovrebbe rappresentare una minaccia per la democrazia, visto che durante la sua presidenza non ci sono state guerre, l'economia era florida, la libertà di parola garantita?
    In ogni caso alcuni amici americani da me interpellati mi hanno dipinto uno scenario molto diverso da quello offerto da RAI, Mediaset, La Sette et similia: in realtà Trump è molto amato e la Harris molto criticata.
    Vedremo ovviamente come andranno le cose a novembre.
    Cit Stefano Burbi

    RispondiElimina
  19. “La CNN ha interrotto il discorso di RFK Jr mentre spiegava come la convention democratica abbia truccato le primarie, sostituito il suo candidato con uno che non ha ricevuto un solo voto e come i media abbiano coperto e censurato il tutto”.

    RispondiElimina
  20. Commentatori italiani tutti schierati: tutti dalla parte di Kamala. ammettono candidamente: "Il programma non si conosce, ma The Donald è un pericolo per la democrazia".
    Uniti sul nulla e sull'odio.
    Che vergogna!

    RispondiElimina
  21. SWIFT, COMPLOTTISMO.
    Nel 2013, il giornalista Maurizio Blondet scrisse che la Declaratio di Benedetto XVI era stata forzata da Barack Obama e che l’abuso finale verso la Chiesa era stata la sospensione del Vaticano dallo SWIFT.
    Tutti si affrettarono a smentire, incluso Gotti Tedeschi.
    Gotti Tedeschi presiedeva lo IOR; nel 2010 la solita inchiesta ad orologeria lo pose in stato di accusa. Nel 2012 fu sfiduciato e nel 2014 fu assolto.
    Nel 2013, da privato cittadino ancorché sotto inchiesta, fu la principale voce contraria contro la rivelazione di Blondet.
    L’argomento principale contro la “fake news” di Blondet consistette, comunque, nel negare che la sospensione del Vaticano dallo SWIFT per volontà di una potenza straniera, sinanco gli USA, fosse possibile.
    Infatti, nel 2022, la prima cosa che hanno fatto contro i russi è stata escluderli dallo SWIFT.

    RispondiElimina
  22. da ex studente di Giurisprudenza25 agosto, 2024 21:27

    @amico delle 17:49
    Blondet può aver travisato la notizia: Benedetto XVI potrebbe essere stato spinto ad abdicare semplicemente dalla rielezione di Obama, dato che già fra i due diciamo che non erano mancati attriti.
    Se per questo, avevo sentito un'altra storia piuttosto inquietante, che tendo un po' a liquidare come una fantasia perchè mi ricorda quanto successo (però veramente, allora) 102 anni prima: che Bendedtto XVI sarebbe stato messo sul Soglio di Pietro nientemeno che su spinta dell'amministrazione di J.W. Bush e con un veto proprio al Card. Bergoglio! Le motivazioni sono assurde: che avrebbe "santificato" il massiccio ricorso americano alla pena capitale, anche tramite dei tribunali segreti, e alla guerra offensiva.
    Per chi non ha tempo di cercare: nel Conclave del 1903, l'Imperatore d'Austria pose il veto (privilegio che però allora aveva) all'elezione del Card. Mariano Rampolla del Tindaro, per la sua vicinanza alla Francia, e pure allora non mancarono delle teorie che oggi chiameremmo complottiste: l'Action Française diceva che fosse vicino ad ambienti massonici se non massone egli stesso; alcuni in Austria in anni molto successivi (ho letto di un certo "dott. G. Holler", non so chi sia o sia stato) hanno asserito che il Card. Rampolla conoscesse la verità su Mayerling, cosa fosse di tanto compromettente non l'ho trovato.
    La mancata elezione del Card. Bergoglio nel 2005 spiegherebbe (non credo sia mai successo che un cardinale non eletto Papa a un conclave lo fosse a quello successivo) perchè nel 2013 la sua elezione sia stata così inaspettata, pare si prevedesse quella del Card. Scola o di un altro di cui non ho capito il nome, entrambi però italiani.

    RispondiElimina
  23. Dopo Kennedy, anche Tulsi Gabbard, che definisce il suo ex partito, i Dem, "congrega elitaria di guerrafondai".

    RispondiElimina
  24. In pratica, i dem in America hanno fatto la stessa metamorfosi dei comunisti qui da noi.
    Da Partito popolare e anti capitalista, e quindi contraria alla guerra, sono diventati il suo esatto opposto, un partito di sistema con vocazione antidemocratica.. Quindi per le persone oneste che si trovano da quella parte diventa sempre più urgente rispondere alla domanda: resto fedele a una sigla o ai miei ideali ?

    "Dopo Kennedy, anche Tulsi Gabbard, che definisce il suo ex partito, i Dem, "congrega elitaria di guerrafondai".
    Se nel 2020 furono i repubblicani guerrafondai come Bush e McCain ad appoggiare il democratico Biden, questa volta sono vari democratici ad appoggiare il repubblicano atipico Trump".
    Cit. Francesco Agnoli

    RispondiElimina
  25. COMMANDER IN CHIEF
    ( di Gianmarco Landi )

    "I Marines, unitamente a grandissima parte dei militari USA, non hanno mai riconosciuto Biden come vertice dell’Unione. Ieri abbiamo visto Trump deporre fiori sulla tomba del milite ignoto per la ricorrenza delle 13 morti in Afghanistan.

    Il 26/8/2021 in Afghanistan ci fu la fine ingloriosa della pantomima 11/9/2001, e ci furono 7 Marines uccisi. A commemorarli c’era il CIC Donald Trump, non Biden, non Harris.

    Per i Marines il Presidente è Trump, ed egli è rispondente alla catena di comando che secondo i drop di Q avrebbe portato a compimento il Piano in qualsiasi modo. Come ho già spiegato ai Dem è stato permesso di ‘vincere’ le presidenziali con i brogli del 2020, ma a Biden non sono stati trasferiti i poteri più importanti, cioè quelli relativi alla gestione finanziaria internazionale e quelli di comando militare. In caso limite Trump avrebbe potuto rompere la pantomima e agire con la forza, motivo per cui Biden è stato indotto a far parte del Piano in veste di utile idiota".

    RispondiElimina
  26. Stoltemberg: "La Nato intensifica gli aiuti militari a Kiev".
    In pratica stiamo assistendo alla guerra tra Russia e Nato, nonostante l'Ucraina non fosse membro della Nato.
    Ho i miei dubbi che sia una guerra per procura visto che è molto probabile che i soldati Nato siano da tempo in Ucraina per far funzionare l'imponente apparato bellico super tecnologico.
    Ma non vi vergognate di prendere in giro la gente?
    E voi giornalisti zerbini? Non vi fate due domande?

    RispondiElimina
  27. Davide Lovat
    BASTA CON QUESTA GUERRA E STIAMONE FUORI
    Togliere le limitazioni territoriali all'uso delle armi fornite all'Ucraina per difendersi significherebbe, tecnicamente, entrare in guerra contro la Russia che non ha mai aggredito un Paese NATO.
    Ci sarebbe a quel punto "un aggredito e un aggressore" e l'aggredito sarebbe la Russia di Putin, l'aggressore sarebbe la NATO.
    Bene fa, per ora, l'Italia a unirsi all'Ungheria nel rifiuto dell'escalation che - va ricordato a chi non fa mente locale - comporta il diritto alla legittima difesa e al contrattacco da parte della Russia.
    Tradotto meglio: possibili bombe atomiche sulle nostre teste tramite missili intercontinentali, fine della nostra vita.
    Bisogna a questo punto pretendere la fine delle ostilità e indurre l'Ucraina alla resa condizionata, salvando il salvabile, e finirla con questa guerra che a noi non conviene, perché a noi conviene avere buoni rapporti con la Russia.
    Ma il padrone americano non la pensa alla stessa maniera? Cominciamo a opporci al padrone americano e a pensare come fargli cambiare atteggiamento.

    RispondiElimina
  28. L'Europa non aveva denaro per salvare la Grecia; ma ne sborsa a fiumi per armare l'Ucraina.

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.