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domenica 8 settembre 2024

8 Settembre/ Natività della Beata Vergine Maria

Non c'è dubbio che la Natività di Maria sia, dopo quella di Gesù, la più importante. Chi nasce è la persona ed in Gesù, Dio fatto uomo, la persona è divina, mentre in Maria la persona è umana; quindi Maria è la persona umana più importante. È l'unica a nascere pura fin dal suo concepimento, Immacolata Concezione, come si presentò a santa Bernadette nel 1858, Madre di Dio, sempre Vergine, Corredentrice, Madre nostra di misericordia, Assunta in Cielo corpo ed anima, Mediatrice di tutte le Grazie. 
Communio: Beáta víscera Maríae Vírginis, quae portavérunt aetérni Patris Fílium / Beate le viscere di Maria Vergine, che portarono il Figlio dell’eterno Padre.

8 Settembre/ Natività della Beata Vergine Maria  

Intróitus
Sedulius - Salve sancta parens, enixa puérpera Regem: qui coélum terrámque regit in saécula saeculórum, allelúia.
Ps. 44, 2 - Eructavit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi.
Glória Patri…
Sedulius - Salve sancta parens,…
Introito
Sedulius - Salve, o Madre Santa,che hai dato alla luce il Re: che governa il cielo e la terra nei secoli dei secoli.
Sal. 44, 2 - Erompe da mio cuore una fausta parola: io canto le mie opere al Re.
Gloria al Padre… 
Sedulius - Salve, o Madre Santa,…

Versetti del Carmen pascale (canto del poeta romano cristiano del V secolo, Sedulius)
da cui è tratta l'antifona
Salve sancta parens Enixa puerpera Regem
Qui cælum terramque regit In sæcula sæculorum.
Eructavit cor meum Verbum bonum
Dico ego opera mea Regi.
Audi filia et vide et inclina aurem tuam. Et obliviscere populum tuum et domum patris tui.
Et concupiscet rex speciem tuam. Quoniam ipse est Dominus tuus et adora eum.
Congratulazioni, Santa Madre, che hai partorito il Re,
Colui che governa il cielo e la terra nei secoli dei secoli.
Dal mio cuore sgorgano parole belle:
io proclamo al Re il mio poema.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l'orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
Al re piacerà la tua bellezza.
Egli è il tuo Signore: pròstrati a lui

Giorno di gioia.
Esultante di gioia, oggi la Chiesa ci fa dire con ragione: "La tua nascita, o Vergine Madre di Dio, fu per il mondo intero messaggio di consolazione e di gioia, perché da te è sorto il sole di giustizia, Cristo nostro Dio, che ci ha liberati dalla maledizione per darci la benedizione e, vincitore della morte, ci ha assicurato la vita eterna" (Antifona dei secondi Vespri).

La nascita di un bambino porta gioia nella casa ai genitori, che pure ne ignorano l'avvenire e, se la Chiesa il 24 giugno ci dice che quel giorno è un giorno di gioia, perché la nascita del Battista ci fa sperare la nascita di Colui del quale egli viene a preparare la strada, la nascita di Colei che sarà la Madre del Redentore non porterà gioia a tutti coloro che attendono la salvezza e la vita?

Sappiamo dal Vangelo che la nascita del Battista fu motivo di gioia per i suoi genitori, per il villaggio di Ain Karim e per le borgate vicine. Nulla invece sappiamo della nascita di Maria; ma, se tale nascita passò inosservata per molti, se Gerusalemme restò davanti ad essa esteriormente indifferente, sappiamo tuttavia che il giorno di tale nascita resterà un giorno di incomparabile gioia non solo per una città o per un popolo, ma per tutto il mondo e per tutti i secoli.   

Gioia del cielo.
È gioia in cielo per la Santissima Trinità; gioia del Padre, che si rallegra per la nascita della sua prediletta, che egli farà partecipe della sua paternità; gioia del Figlio, che contempla la soprannaturale bellezza di Colei che diventerà sua Madre, alla quale egli chiederà in prestito la carne per riscattare il mondo; gioia dello Spirito Santo di cui Maria è il santuario immacolato e la cooperatrice nell'opera della concezione e dell'incarnazione del Verbo.

È gioia per gli Angeli: Essi vedono che questa fanciulla è la meraviglia delle meraviglie dell'Onnipotente; in Lei Dio ha spiegato la sua sapienza, la sua potenza, il suo amore più che in tutte le altre creature; egli ha fatto di Maria lo specchio purissimo in cui si riflettono tutte le sue perfezioni; essi comprendono che Maria, da sola, dà al suo creatore più onore e più gloria che tutte le loro gerarchie insieme e già la salutano come regina, gloria dei cieli, ornamento del mondo celeste e del mondo terrestre (Giovanni il Geometra, Annunciazione, 37, PG 106, c. 845).

Gioia nel limbo.
San Giovanni Damasceno pensa che anche le anime trattenute nel limbo abbiano conosciuto questa nascita felicissima e che Adamo ed Eva, con una gioia mai più provata dopo la loro caduta nel paradiso terrestre, abbiano gridato: "Sii benedetta, o figlia, che il Signore ci promise il giorno della nostra caduta: da noi hai ricevuto un corpo mortale e ci restituisci la veste dell'immortalità. Tu ci richiami alla nostra prima dimora; noi abbiamo chiusa la porta del paradiso e tu restituisci libero il sentiero che porta all'albero della vita" (Dormitio Virginis: PG 96, c. 733).

Altri scrittori antichi ci presentano i patriarchi e i profeti, che da lontano avevano annunziata e benedetta la venuta di Maria, intenti a salutare il compimento dei loro oracoli divini (Giacomo il Monaco, Natività di Maria: PG 127, c. 573).   

Gioia sulla terra.
Fu anche gioia sulla terra. Senza temerità, possiamo con i santi pensare che Dio diede alle anime "che attendevano allora la redenzione d'Israele" (Lc 2,38) una allegrezza straordinaria, una gioia grave e religiosa, che si insinuò nei loro cuori, e intimamente le convinse, senza spiegare come, che l'ora della salvezza del mondo era ormai prossima.

Ma gioia particolare in questo senso ebbero i felici genitori, i santi Gioacchino e Anna. Essi contemplarono rapiti la radiosa, piccola bambina, loro donata nella vecchiaia, contro tutte le speranze. Forse essi si chiesero se non era uno degli anelli della linea benedetta dalla quale doveva uscire il Re, che avrebbe ristabilito il trono di Davide e salvato Israele e il loro ringraziamento salì fervido al Signore, che essi sentivano presente nella loro umile casa.

"O coppia felice, esclama san Giovanni Damasceno, tutta la creazione ha un debito verso di voi, perché per mezzo vostro ha offerto a Dio il più prezioso dei doni, la Madre ammirabile, che, sola, di lui era degna. Benedetto il tuo seno, o Anna, perché ha portato colei che nel suo seno porterà il Verbo eterno, colui che nulla può contenere e che porterà agli uomini la rigenerazione. O terra da principio infeconda e sterile, dalla quale è sorta una terra dotata di fecondità meravigliosa, che sta per produrre la spiga, che nutrirà tutti gli uomini! Beate le vostre mammelle, perché hanno allattato colei, che allatterà il Verbo di Dio, nutrice di Colui che nutre il mondo... " (Sulla Natività, PG 96, c. 664-668).   

Maria causa della nostra gioia.
La nascita di Maria è dunque causa di gioia e la gioia è sentimento che oggi tutto assorbe e tutto penetra. La Chiesa desidera che noi entriamo in questa gioia che straripa e trionfa. Ci invita a questa gioia in tutto l'Ufficio e ci fa cantare, fino dall'invitatorio di Mattutino: "È la nascita di Maria, facciamole festa, adoriamo Cristo, suo figlio, nostro Signore". E poco dopo ci fa aggiungere: "Celebriamo con tenera divozione la nascita della beata Vergine Maria, perché interceda presso Gesù Cristo. Con allegrezza e tenera divozione, celebriamo la nascita dì Maria" (Responsorio del Mattutino).

La Chiesa ci invita alla gioia perché Maria è la Madre della divina grazia e, nel pensiero divino, già la Madre del Verbo incarnato. Le parole grazia e gioia hanno in greco una stessa radice, vanno sempre a fianco e si richiamano a vicenda: Maria, essendo piena di grazia, è anche piena di gioia per sé e per noi. La Liturgia ci mostra in questa graziosa bambina appena nata la Madre di Gesù, tanto Maria è inseparabile dal Figlio, che è nata solo per lui, per essere sua Madre e per divenire madre nostra, dandoci la vera vita, la vita della grazia. Tutte le preghiere della Messa acclamano la maternità della Vergine Maria quasi per dire che la Chiesa non può separare la sua nascita da quella dell'Emmanuele.   

Il luogo di nascita di Maria.
Dove nacque la Santissima Vergine? Un'antica e costante tradizione indica come luogo di nascita Gerusalemme, là ove è la chiesa di S. Anna, presso la piscina Probatica. Là "nell'ovile paterno, dice san Giovanni Damasceno, è nata colei, da cui ha voluto nascere l'Agnello di Dio". Là più tardi furono sepolti i santi Gioacchino e Anna e le loro tombe furono scoperte dai Padri Bianchi il 18 marzo 1889, presso la grotta della Natività. Là fu costruita nel secolo IX una chiesa e le monache benedettine vi si stabilirono dopo l'arrivo in Palestina dei Crociati e vi restarono fino al secolo XV. Poi una scuola mussulmana sostituì il monastero e, solo in seguito alla guerra di Crimea, il sultano Abd-ul-Medjid donò la chiesa e la piscina probatica alla Francia, che era entrata vittoriosa a Sebastopoli il giorno 8 settembre 1855.

Origine della festa.
La festa della Natività sorse in Oriente. La Vita di Papa Sergio (687-701) la elenca fra le quattro feste della Santa Vergine esistenti a quel tempo e sappiamo inoltre che l'imperatore Maurizio (582-602) ne aveva prescritta la celebrazione con le altre tre dell'Annunziazione, della Purificazione e dell'Assunta. San Bonifacio introdusse la festa in Germania. Una graziosa leggenda attribuisce al vescovo di Angers, Maurilio, l'istituzione della festa e forse veramente egli introdusse nella sua diocesi una festa, per realizzare il desiderio della Vergine, che gli era apparsa nelle praterie del Marillais verso l'anno 430, e di qui il nome di Nostra Signora Angevina o festa dell'Angevina, che ancora le dà, nella regione occidentale, il popolo cristiano.

Chartres da parte sua rivendica al vescovo Fulberto (1028) una parte preponderante nella diffusione della festa in tutta la Francia. Il re Roberto il Pio (o il suo seguito) diede le note ai tre bei Responsori Solem iustitiae, Stirps Iesse, Ad nutum Domini, nei quali Fulberto celebra il sorgere della stella misteriosa, che doveva generare il sole, il virgulto sorto dal ceppo di Jesse che doveva portare il fiore divino sul quale riposerà lo Spirito Santo, la onnipotenza che dalla Giudea produce Maria, come una rosa dalle spine.

Nel 1245, durante la terza sessione del primo Concilio di Lione, Innocenzo IV stabilì per tutta la Chiesa l'Ottava della Natività della Beata Vergine Maria (oggi soppressa) compiendo il voto emesso da lui e dai Cardinali durante la vacanza di diciannove mesi, causata dagli intrighi dell'imperatore Federico II alla morte di Celestino IV e terminata con l'elezione di Sinibaldo Fieschi col nome di Innocenzo.

Nel 1377, il grande Gregorio XI, il Papa, che aveva spezzate le catene di Avignone, completò gli onori resi alla Vergine nascente con l'aggiunta della vigilia alla solennità, ma o perché non espresse al riguardo che un desiderio o per altre cause, le intenzioni del Pontefice non ebbero seguito che per qualche tempo negli anni torbidi, che seguirono la sua morte.   

La pace.
Quale frutto di questa festa, imploriamo con la Chiesa (Colletta del giorno) la pace, che nei nostri tempi sventurati pare allontanarsi sempre di più. La Madonna nacque nel secondo dei tre periodi di pace universale segnalati sotto Augusto, il terzo dei quali segnò l'avvento del Principe stesso della pace.

Mentre si chiudeva il tempio di Giano, l'olio misterioso sgorgava dal suolo a Roma nel luogo dove doveva sorgere il primo santuario della Madre di Dio, si moltiplicavano i presagi per il mondo in attesa e il poeta cantava: "Finalmente giunge l'ultima era preannunziata dalla Sibilla, si apre la serie dei secoli nuovi, ecco la Vergine" (Virgilio, Egloga IV).

In Giudea, lo scettro era stato tolto a Giuda (Gen 49,10) ma anche colui, che se ne era impadronito, proseguì la splendida restaurazione, che doveva permettere al secondo Tempio di ricevere fra le sue mura l'Arca santa del nuovo Testamento.

È il mese sabbatico, primo mese dell'anno civile e settimo del ciclo sacro Tisri, in cui comincia il riposo stabilito ad ogni settennio, cioè l'anno santo giubilare (Lv 25,9), il mese più ricco di gioia con la Neomenia solenne, annunziata da suoni di tromba e da canti (ivi 23; Nm 29; Sal 80), la festa dei Tabernacoli e il ricordo della dedicazione del primo Tempio sotto Salomone.

In cielo il sole è uscito dal segno del Leone ed entra in quello della Vergine. Sulla terra due oscuri discendenti di Davide, Gioacchino e Anna, ringraziano Dio, che ha benedetto la loro unione, per molto tempo infeconda.   

Messa
La Chiesa intona alla Madre di Dio il bel canto del Sedulio. Come l'Altissimo, essa vede Maria già Madre, così come realmente lo è nella predestinazione avanti i secoli. E Maria risponde al saluto col canto dalla Sposa, il salmo epitalamico, che mai si adattò così bene ad un'anima come a quella di Maria, fin da questo primo giorno.
EPISTOLA (Pr 8,32-35). - Il Signore mi possedette all'inizio delle sue opere, fin da principio, avanti la creazione. "Ab aeterno" fui stabilita, al principio, avanti che fosse fatta la terra: non erano ancora gli abissi ed io ero già concepita. Non ancora le sorgenti delle acque rigurgitavano, non ancora le montagne s'eran fermate sulla grave mole. Prima delle colline io ero partorita. Egli non aveva fatto ancora né la terra, né i fiumi, né i cardini del mondo. Quando preparava i cieli io ero presente, quando con legge inviolabile chiuse sotto la volta l'abisso, quando rese stabile in alto la volta celeste e vi sospese le fonti delle acque, quando fissava al mare i suoi confini e dava legge alle acque di non passare il loro termine, quando gettava i fondamenti della terra, io ero con lui a ordinare tutte le cose. Sempre nella gioia, scherzavo dinanzi a lui continuamente; scherzavo nell'universo: è mia delizia stare coi figli degli uomini. Or dunque, figli, ascoltatemi: Beati quelli che battono le mie vie. Ascoltate i miei avvisi per diventare saggi, non li ricusate. Beato l'uomo che mi ascolta e veglia ogni giorno alla mia porta, e aspetta all'ingresso della mia casa. Chi troverà me avrà trovato la vita, e riceverà dal Signore la salute.
La predestinazione di Maria.
Presso la culla dei principi si suole pronosticare un avvenire grandioso, facendo loro un'aureola della gloria degli avi. La Chiesa oggi fa questo e meglio di questo. Col Vangelo ci ricorderà la nascita temporale del Messia e di colei, che oggi nasce perché egli possa nascere, ma prima ci mette in evidenza, e per il Figlio e per la Madre, la genesi in Dio con un passo dei Proverbi, e dice: Io era prima che i monti, prima che la terra, io era presente quando egli preparava i cieli. La nostra debole umanità, essendo soggetta al tempo, percepisce le cose nelle evoluzioni successive, ma Dio le considera fuori del tempo in cui le ha poste per la manifestazione della sua gloria. Per Dio il principio di ogni opera è la ragione che la determina. L'Altissimo, che egli domina nella sua eternità, nell'ordine di mutua dipendenza, agendo al di fuori di sé, agì soltanto per rivelare se stesso mediante il Verbo fatto carne, divenuto figlio di una Madre creata, pur essendo figlio del Creatore. L'Uomo-Dio come fine, Maria come mezzo: tale è l'oggetto dell'eterna risoluzione di Dio, la ragione d'essere del mondo, la concezione fondamentale nella quale tutto il resto sarà solo accessorio e dipendente.

O Signora che ti degni chiamarci figli, siamo felici che in te la bontà eguagli la grandezza! Felice l'umanità, che vegliava, da tanti secoli, nella tua attesa e finalmente ti incontra, perché con te è la salvezza e la vita.
VANGELO (Mt 1,1-16). - Libro della generazione di Gesù Cristo, figlio di David, figlio di Abramo, Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i fratelli di lui. Giuda ebbe Fares e Zara da Tamar; Fares generò Esron, Esron generò Aram. Aram generò Aminadab, Aminadab generò Naasson; Naasson generò Salmon. Salmon ebbe Booz da Raab; Booz ebbe Obed da Rut, Obed generò Iesse e Iesse generò David, il re. E il re David ebbe Salomone da quella che era stata di Uria. Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asa. Asa generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Joatam, Joatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia. Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amon, Amon generò Giosia, Giosia generò Geconia e i di lui fratelli al tempo dell'esilio di Babilonia. E dopo l'esilio di Babilonia Geconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabel. Zorobabel generò Abiud, Abiud generò Eliacim, Eliacim generò Azor. Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliud, Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Matan, Matan generò Giacobbe. Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale nacque Gesù chiamato il Cristo.
Il Mistero di Maria.
Maria, dalla quale è nato Gesù: qui è tutto il mistero della Madonna, il titolo costitutivo, come abbiamo veduto, del suo essere di natura e di grazia; come Gesù dovendo nascere da Maria figlia della donna (Gal 4,4) e figlia di Dio (Rm 7,3-4), era dal principio ragione nascosta della creazione il cui mistero si sarebbe rivelato solo alla pienezza dei tempi (Ef 3,9). Opera unica questa della quale il profeta, nella sua estasi diceva: Farai conoscere, o Dio, nella pienezza degli anni l'opera tua; verrà il Santo dalla montagna oscura; i poli del mondo si curvano sotto il passo della sua eternità (Ab 3,3-6). La montagna donde deve venire il Santo, l'Eterno, il Dominatore del mondo, quando sarà il tempo, è la Beata Vergine, che l'Altissimo coprirà della sua ombra (Lc 1,35) e l'altezza della quale, già alla nascita, sorpassò tutte le altezze del cielo e della terra.

I tempi sono dunque compiuti. Dal momento in cui l'eterna Trinità uscì dal suo riposo per creare cielo e terra (Gen 1,1) tutte le generazioni del cielo e della terra, come dice la scrittura (ivi 2,4) erano in travaglio dal giorno che dona al Figlio di Dio la Madre attesa. Parallelamente alla linea, che scende da Abramo e da Davide al Messia, tutte le genealogie umane preparavano a Maria la generazione dei figli adottivi che Gesù, figlio di Maria, si sceglierà per fratelli.   

Preghiera a Maria Bambina.

Finalmente, o Maria, il mondo ti possiede! La tua nascita gli rivela il segreto del suo destino, il segreto d'amore che lo chiamò dal nulla, perché diventasse l'abitazione di Dio al di sotto dei cieli.

Ma qual è dunque il mistero di questa debole umanità, che, inferiore agli Angeli per natura, è tuttavia chiamata a dare loro un Re e una Regina? Il Re l'adorano neonato fra le vostre braccia, la Regina la riveriscono oggi nella culla insieme con gli angeli. Astri del mattino, questi nobili spiriti davano inizio alle manifestazioni dell'Onnipotenza e lodavano l'Altissimo (Gb 38,7), ma il loro sguardo non scoprì mai meraviglia pari a quella che li fa ora esultare: Dio, riflesso in modo più puro sotto i veli del corpo fragile di una bambina di un giorno che nella forza e nello splendore dei nove cori; Dio, conquistato egli stesso da tanta debolezza, unita per grazia sua a tanto amore che egli ne fa il suo capolavoro, manifestando in essa suo Figlio.

Regina degli Angeli, tu sei anche nostra Regina, ricevici per manifestare fede e omaggio. In questo giorno in cui il primo slancio della tua anima santissima fu per il Signore, il primo sorriso degli occhi per i genitori che ti misero al mondo; si degni la beata Anna ammetterci a baciare in ginocchio le tue mani benedette, già pronte alle divine larghezze delle quali sono predestinate dispensatrici. E intanto cresci, dolcissima bambina, si irrobustiscano i tuoi piedi, per schiacciare il capo al serpente, prendano forza le tue braccia, per portare il tesoro del mondo; l'angelo e l'uomo, tutta la natura; Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, sono in attesa del momento solenne in cui Gabriele potrà spiccare il volo dal cielo per salutarti piena di grazia e portarti il messaggio d'amore.
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1056-1063)  

11 commenti:

  1. Quando Maria ha gettato le sue radici in un’anima, vi produce delle meraviglie di grazia che ella sola può produrre perché ella sola è la Vergine feconda che non ha mai avuto né avrà mai simile in purezza e in fecondità.
    Louis Marie Grignion de Montfort

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  2. Une pensée, aussi, pour sainte Anne et saint Joachim, qui ne devaient pas être des gens médiocres…

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  3. Santa Maria Bambina, Capolavoro della Divina Grazia, intercedi e prega per noi!

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  4. "Vergine felicissima, che Dio fece nascere al solo fine di diventare la nostra corredentrice, dando alla luce il comune Riparatore, fate che per esso siamo salvati da ogni male, e conseguiamo con sicurezza la nostra eterna salute"

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  5. Don Alberto Secci08 settembre, 2024 15:49

    Affermare Cristo nell'umilta della nostra vita, mettendo il suo insegnamento in ogni nostra azione, in ogni nostra giornata, in ogni ideologia....prima affermare Cristo, concretamente..questo è umiltà..

    Bellissimo il richiamo alla Messa tradizionale dove tutto è affermare Dio...si pensi al numero della genuflessioni ..affermare Dio anche con il nostro corpo, con i nostri gesti

    Omelia Dominica XVI post Pentecosten

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  6. Edvige Carboni :

    Mi sognai la S. Vergine.
    Si avvicinò dicendomi:

    Oggi, 8 Settembre , festa della mia nascita, Figlia mia, confidate in me:
    tutte le grazie passano nelle mie mani.

    La giornata di oggi è la più odiata dal nemico infernale, perché colla mia nascita doveva venire la salvezza del genere umano.

    Giorno senza notte è il giorno della mia nascita!
    Ma il mondo poco o niente capisce tali misteri.
    Te, assieme a Paola, pregate oggi molto molto; pregate per tutti quelli che non mi conoscono, oppure mi conoscono, ma non mi amano, anzi mi oltraggiano con le più orrende bestemmie.

    ( dal diario spirituale )

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  7. Buona domenica da Sant’Anna!08 settembre, 2024 16:11

    Oggi, 8 settembre, ricordiamo la Natività della Vergine Maria. A Gerusalemme questa ricorrenza si celebra nella chiesa di Sant'Anna, splendido edificio di epoca crociata.

    Tra le imponenti mura della chiesa i canti della celebrazione risuonano maestosi, creando un’atmosfera intensa e suggestiva. Infine la processione raggiunge la cripta sottostante, dove un’icona della Vergine è posta a eterno ricordo della sua nascita.

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  9. 𝐌𝐀𝐑𝐈𝐀, 𝐃𝐀𝐋𝐋𝐀 𝐐𝐔𝐀𝐋𝐄 𝐄' 𝐍𝐀𝐓𝐎 𝐆𝐄𝐒𝐔' 𝐂𝐇𝐈𝐀𝐌𝐀𝐓𝐎 𝐂𝐑𝐈𝐒𝐓𝐎.

    “𝑳𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒈𝒊𝒏𝒆 𝒔𝒊 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒂𝒗𝒂 𝑴𝒂𝒓𝒊𝒂” (𝙻𝚌 1,27).

    Questo nome significa, si dice, “𝑺𝒕𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒎𝒂𝒓𝒆”, e conviene mirabilmente alla Vergine Maria.

    Nulla è più giusto di confrontarla con una stella che diffonde i suoi raggi senza essere trasformata, così come ella partorisce il figlio senza danno al suo corpo vergine. Ella è davvero la “stella spuntata da Giacobbe” (𝙽𝚞𝚖 24,17), il cui splendore illumina il mondo intero, che brilla nei cieli e giunge fino agli inferi.

    E' veramente quella stella bella e ammirabile che doveva levarsi sopra il mare infinito, sfavillante di meriti, che illumina col suo esempio.

    Voi tutti, chiunque siate, che vi sentite oggi in mare aperto, scossi dal temporale e dalla tempesta, lontani dalla terraferma, tenete fissi gli occhi sulla luce di questa stella, per evitare il naufragio. Se i venti della tentazione si alzano, se vedi avvicinarsi lo scoglio della prova, guarda la stella, invoca Maria! Se sei sballottato dalle onde dell'orgoglio, dalla maldicenza o dalla gelosia, leva gli occhi alla stella, invoca Maria.

    Se sei turbato dalla grandezza dei tuoi peccati, umiliato dalla vergogna della coscienza, spaventato dal timore del giudizio, se sei sul punto di soccombere nella voragine della tristezza e della disperazione, pensa a Maria.

    Nel pericolo, l'angoscia, il dubbio, pensa a Maria, invoca Maria! Il suo nome non si separi mai dalle tue labbra e dal tuo cuore.

    Seguendola, non ti perderai; pregandola, non dispererai; pensando a lei, eviterai ogni falsa strada.

    Se ella ti tiene per mano, non soccomberai; se ti protegge, non temerai; condotto da lei, non conoscerai la fatica; protetto da lei, arriverai fino alla meta. E capirai con la tua esperienza quanto sono appropriate quelle parole: “La vergine si chiamava Maria”.

    𝚂𝙰𝙽 𝙱𝙴𝚁𝙽𝙰𝚁𝙳𝙾

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  10. Oggi, 8 settembre, una data così lieta per noi cattolici, tuttavia triste per noi italiani.
    Mi riferisco alla nostra storia recente: l'8 sett del 1943 l'Italia ottenne l'armistizio dagli Alleati dopo però aver accettato (il Re) la durissima resa incondizionata da loro impostoci. In Italia vi si accenna come "all'Armistizio dell'8 settembre", all'estero, quando ne parlano, alla "resa incondizionata dell'Italia". Triste non fu certo il voler uscire dall'infausta guerra, tristo fu il modo nel quale le trattative furono condotte dal Re e da Badoglio, nuovo capo del governo, dopo l'arresto di Mussolini, il 25 luglio precedente. Si lasciarono travolgere dagli eventi lasciando le forze armate in balia dei tedeschi, già preparati a colpirci, e si rifugiarono presso gli Alleati, sia pure sempre da sconfitti. Ma le cose furono condotte così male che sembrava fosse il Re passato dall'altra parte. Invece ci arrendemmo e basta. L'attacco tedesco era giustificato in termini di ragion di Stato e militari ma avvenne senza dichiarazione di guerra. Il Re era giustificato a dichiarare guerra alla Germania che ci aggrediva in quel modo. Ma non lo fece. Non fece niente. Solo dopo la nascita al Nord della R.S.I., imposta da Hitler, con Mussolini redivivo, il 23 settembre 43, agli Alleati faceva comodo che lo Stato italiano rappresentato nella sua continuità dal Re, dichiarasse guerra alla Germania, il che avvenne solo il 13 ottobre 43. Ma restando sempre l'Italia un nemico, che, per i casi della storia, si trovava a combattere lo stesso nemico degli Alleati (nemici cobelligeranti - stessa formula adottata per Romania, Bulgaria, Finlandia quando fecero l'armistizio con Stalin, mentre all'Ungheria non riuscì il tentativo di sganciarsi, né alla Slovacchia). Quindi, non passammo mai dall'altra parte, pur essendoci fatta la fama negativa di averlo fatto.
    Sono i casi della storia: c'è da chiedersi se Dio abbia scelto questo giorno, l'8 sett, grande festa cattolica, per punirci dei nostri peccati come popolo.
    Il risvolto religioso di questa data l'ho visto una volta sola menzionato a commento di una foto della propaganda inglese di guerra. Si vede una foto, piuttosto insolita, di soldati britannici del tutto equipaggiati in ginocchio con il fucile accanto che pregano a mani giunte. La didascalia riporta il commento di un reduce, che doveva esser cattolico: per noi inglesi [cattolici] il fatto che l'Italia sia crollata l'8 settembre, festa della Natività della S.ma Vergine, fu come un segno del cielo a favore della giusta causa per la quale ci battevamo, l'abbattimento delle dittature, la libertà dei popoli.
    PP

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  11. "Io non credo che una persona possa acquistare un'unione intima con Nostro Signore e una perfetta fedeltà allo Spirito Santo, senza una grandissima unione con la santissima Vergine e una grande dipendenza dal Suo aiuto".

    (Louis-Marie Grignion de Montfort, "Trattato della Vera devozione alla Santa Vergine")

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