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domenica 8 dicembre 2024

8 dicembre / Immacolata Concezione della Santissima Vergine con don Prospero Guéranger

L'introito è tratto dal proprio della Messa per l'Immacolata Concezione della Vergine Maria nella II Domenica di Avvento. Vedi, in particolare, Un memento sulla data dell'Immacolata Concezione (quando cade di Domenica) [qui]. Vedi, qui Dominica Secunda Adventus e La pratica dell'Avvento - dom Prosper Guéranger;

8 dicembre / Immacolata Concezione della Santissima Vergine
con don Prospero Guéranger


Intróitus
Is. 61, 10 - Gáudens gaudébo in Dómino, et exsultábit ánima mea in Deo meo: quia índuit me vestiméntis salútis: et induménto iustítiae circúmdedit me, quasi sponsam ornátam monílibus suis.
Ps. 29, 2 - Exaltábo te, Dómine, quóniam suscepísti me: nec delectásti inimícos meos super me. Glória Patri…
Is. 61, 10 - Gáudens gaudébo in Dómino…
Introito
Isaia 61, 10 - Mi rallegrerò nel Signore, e l’ànima mia esulterà nel mio Dio: perché mi ha rivestita di una veste di salvezza e mi ha ornata del manto della giustizia, come sposa adorna dei suoi gioielli.
Sal. 29, 2 - Ti esalterò, o Signore, perché mi hai rialzato: e non hai permesso ai miei nemici di rallegrarsi del mio danno. Gloria al Padre…
Isaia 61, 10 - Mi rallegrerò nel Signore…

La festa dell’Immacolata Concezione della Santa Vergine è la più solenne di tutte quelle che la Chiesa celebra nel sacro tempo dell’Avvento; e se è necessario che la prima parte dell’anno presenti la commemorazione di qualcuno dei misteri di Maria, non ve n’è alcuno il cui oggetto possa offrire più commoventi armonie con le pie preoccupazioni della Chiesa in questa mistica stagione della attesa. Celebriamo dunque con gioia questa solennità, poiché la Concezione di Maria presagisce la prossima Nascita di Gesù.

L’intenzione della Chiesa, in questa festa, non è solo di celebrare l’anniversario dell’istante in cui ha inizio, nel seno della pia Anna, la vita della gloriosissima Vergine Maria; ma anche di onorare il sublime privilegio in virtù del quale Maria è stata preservata dal peccato originale che, per decreto supremo ed universale, tutti i figli di Adamo contraggono nell’istante stesso in cui sono concepiti nel seno delle loro madri. La fede della Chiesa cattolica che fu solennemente riconosciuta come rivelata da Dio stesso il giorno per sempre memorabile dell’8 dicembre 1854, questa fede proclamata dalla Sede apostolica per bocca di Pio IX, tra le acclamazioni di tutta la cristianità, ci insegna che nell’istante in cui Dio ha unito l’anima di Maria, che era stata appena creata, al corpo che essa doveva animare, quell’anima per sempre benedetta non solo non ha contratto la bruttura che invade in quel momento ogni anima umana, ma è stata riempita d’una grazia immensa che l’ha resa, fin da quell’istante, lo specchio della santità di Dio stesso, nella misura che è possibile per un essere creato.

Questa sospensione della legge emessa dalla giustizia divina contro tutta la posterità dei nostri progenitori era motivata dal rispetto che Dio ha per la sua stessa santità. I rapporti che Maria doveva avere con la divinità, essendo non soltanto la Figlia del Padre celeste, ma chiamata a divenire la stessa Madre del Figlio e il Santuario ineffabile dello Spirito Santo, questi rapporti esigevano che nulla di immondo vi fosse, anche per un solo istante, nella creatura predestinata a così intime relazioni con l’adorabile Trinità; che nessun’ombra avesse mai oscurato in Maria la purezza perfetta che Dio sommamente santo vuol trovare anche negli esseri che chiama a godere in cielo della sua semplice visione; in una parola, come dice il grande Dottore sant’Anselmo: “Era giusto che fosse ornata d’una purezza superiore alla quale non se può concepire una maggiore se non quella di Dio stesso, questa vergine a cui Dio Padre doveva dare il Figlio suo in un modo tanto speciale, in quanto quel Figlio sarebbe divenuto per natura il Figlio comune ed unico di Dio e della Vergine; questa Vergine che il Figlio doveva eleggere per farne sostanzialmente la Madre sua, e nel seno della quale lo Spirito Santo voleva operare la concezione e la nascita di Colui dal quale egli stesso procedeva” (De Conceptu Virginali, cap. xviii).

Nello stesso tempo, le relazioni che il figlio di Dio doveva contrarre con Maria, relazioni ineffabili di tenerezza e di rispetto filiale, essendo state eternamente presenti al suo pensiero, obbligano a concludere che il Verbo divino ha provato per quella Madre che doveva avere nel tempo, un amore di natura infinitamente superiore a quello che provava per tutti gli esseri creati dalla sua potenza. L’onore di Maria gli è stato caro sopra ogni cosa, perché doveva essere la Madre sua, e lo era già nei suoi eterni e misericordiosi disegni. L’amore del Figlio ha dunque protetto la Madre; e se quest’ultima, nella sua sublime umiltà, non ha respinto alcuna delle condizioni alle quali sono sottomesse tutte le creature di Dio, alcuna delle esigenze stesse della legge di Mosè che non era stata emessa per lei, la mano del Figlio divino ha annullato per essa l’umiliante barriera che trattiene ogni figlio di Adamo che viene in questo mondo e gli chiude il sentiero della luce e della grazia, fino a quando non sia stato rigenerato in una nuova nascita.

Il Padre celeste non poteva fare per la nuova Eva meno di quanto aveva fatto per l’antica, la quale fu costituita fin da principio, al pari del primo uomo, nello stato di santità originale in cui non seppe mantenersi. Il Figlio di Dio non poteva soffrire che la donna dalla quale avrebbe attinto la sua natura umana avesse alcunché da invidiare a colei che era stata la madre di prevaricazione. Lo Spirito Santo, che doveva coprirla con la sua ombra e renderla feconda con la sua divina operazione, non poteva permettere che la sua Diletta fosse anche per un solo istante intaccata dalla vergognosa macchia nella quale noi siamo concepiti. La sentenza è universale, ma una madre di Dio doveva esserne esente. Dio autore della legge, Dio che ha posto liberamente tale legge, non era padrone forse di esentarne colei che aveva destinata ad esserle unita in tanti modi? Lo poteva, e lo doveva: quindi l’ha fatto.

Non era forse questa gloriosa eccezione che egli stesso annunciava nel momento in cui comparvero dinanzi alla sua maestà offesa i due prevaricatori dai quali noi siamo usciti? La promessa misericordiosa discendeva su noi nell’anatema che cadeva sul serpente: “Porrò io stesso – diceva Dio – una inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e il suo frutto; ed essa ti schiaccerà il capo”. Così era annunciata la salvezza alla famiglia umana sotto la forma di una vittoria contro Satana; e questa vittoria è la Donna che doveva riportarla per tutti noi. E non si dica che sarà solo il figlio della donna a riportare tale vittoria: il Signore ci dice che l’inimicizia della donna contro il serpente sarà personale, e che, con il suo piede vittorioso, essa schiaccerà il capo dell’odioso rettile; in una parola, che la nuova Eva sarà degna del nuovo Adamo, vittoriosa come lui; che la stirpe umana un giorno sarà vendicata, non solo dal Dio fatto uomo, ma anche dalla Donna miracolosamente sottratta ad ogni contagio del peccato; di modo che la creazione primigenia nella santità e nella giustizia (Ef 4,24) riapparirà in essa, come se non fosse stata commessa la prima colpa. Rialzate dunque il capo, figli di Adamo, e scuotete le vostre catene. Oggi l’umiliazione che pesava su di voi è annientata. Ecco che Maria la quale è vostra carne e vostro sangue, ha visto retrocedere davanti a sé il torrente del peccato che trascina tutte le generazioni: l’alito del drago infernale si è distolto per non contaminarla; la primiera dignità della vostra origine è in essa ristabilita. Salutate dunque questo giorno benedetto in cui è rinnovata la primitiva durezza del vostro sangue: è apparsa la nuova Eva; e dal suo sangue che è anche il vostro, salvo il peccato, essa vi darà tra poche ore, il Dio-uomo che procede da lei secondo la carne come viene dal Padre suo per eterna generazione.

E come potremmo non ammirare la purezza incomparabile di Maria nella sua immacolata concezione, quando sentiamo, nel divino Cantico, lo stesso Dio, che così l’ha preparata per essere la Madre sua, dirle con l’accento d’una compiacenza piena d’amore: “Sei tutta bella, o mia diletta, e in te non vi è alcuna macchia” (Ct 4,7)? È il Dio di ogni santità che parla; il suo occhio che tutto penetra non scopre in Maria alcuna traccia, alcuna cicatrice di peccato; ecco perché si compiace in lei e la felicita del dono che si è degnato di farle. Dopo di ciò stupiremo ancora che Gabriele, disceso dal cielo per recarle il divino messaggio, sia preso d’ammirazione alla vista di quella purezza della quale il punto di partenza è stato tanto glorioso, e i progressi senza limiti? Che si inchini profondamente dinanzi a simile meraviglia e dica: “Ave, Maria, piena di grazia”? Gabriele vive la sua vita immortale al centro di tutte le bellezze della creazione, di tutte le ricchezze del cielo; è il fratello dei Cherubini e dei Serafini, dei Troni e delle Dominazioni; il suo sguardo percorre senza posa le nove gerarchie angeliche dove la luce e la santità risplendono sovranamente, aumentando sempre di grado in grado; ma ecco che ha trovato sulla terra, in una creatura di rango inferiore agli Angeli, la pienezza della grazia, di quella grazia che è stata data solo limitatamente agli Spiriti celesti, e che abita in Maria fin dal primo istante della sua creazione. È la futura Madre di Dio sempre santa, sempre pura, sempre immacolata.

Questa verità rivelata agli Apostoli dal divin Figlio di Maria, ricevuta dalla Chiesa, insegnata dai santi Dottori, creduta con fedeltà sempre maggiore dal popolo cristiano, era contenuta nella nozione stessa di Madre di Dio. Credere Maria Madre di Dio significava già credere implicitamente che colei in cui doveva realizzarsi questo titolo sublime non aveva avuto mai nulla di comune con il peccato, e che Dio l’avrebbe in ogni modo preservata. Ma d’ora in poi l’onore di Maria è fondato sulla sentenza esplicita che ha dettato lo Spirito Santo. Pietro ha parlato per bocca di Pio IX; e quando Pietro ha parlato, ogni fedele deve credere, poiché il Figlio di Dio ha detto: “Ho pregato per te, o Pietro, perché non venga meno la tua fede” (Lc 22,32); e ha detto ancora: “Vi manderò lo Spirito di verità che rimarrà con voi per sempre, e vi farà ricordare tutto ciò che vi ho insegnato” (Gv 14,26).

Il simbolo della nostra fede ha dunque acquistato non una nuova verità, ma una nuova luce sulla verità, che era già in precedenza oggetto della credenza universale. In questo giorno, il serpente infernale ha sentito di nuovo la vittoriosa pressione del piede della Vergine Madre e il Signore si è degnato di darci il pegno più prezioso delle sue misericordie. Egli ama ancora questa terra colpevole, poiché si è degnato di illuminarla tutta con uno dei più bei raggi della gloria della Madre sua. Non ha forse trasalito questa terra? Qualche cosa di grande si compì in questa metà del XIX secolo, e attenderemo d’ora innanzi i tempi con maggiore fiducia, poiché, se lo Spirito Santo ci avverte di temere per i giorni in cui le verità diminuiscono presso i figli degli uomini, ci dice abbastanza chiaramente con ciò che dobbiamo considerare come beati i giorni in cui le verità aumentano per noi in luce e in autorità.

Nell’attesa della solenne proclamazione di questo dogma, la santa Chiesa lo confessava già ogni anno celebrando la festa di oggi.

Tale festa non era chiamata, è vero, l’Immacolata Concezione, ma semplicemente la Concezione di Maria. Tuttavia, il fatto della sua istituzione e della sua celebrazione esprimeva già abbastanza la credenza della cristianità. San Bernardo e il Dottore Angelico concordano nell’insegnare che la Chiesa non può celebrare la festa di ciò che non è santo; la Concezione di Maria fu dunque santa ed immacolata, perché la Chiesa, da tanti secoli, l’onora con una festa speciale. La Natività di Maria è oggetto d’una solennità nella Chiesa, perché Maria nacque piena di grazia; se dunque il primo istante della sua esistenza fosse stato segnato dal comune contagio, la sua Concezione non avrebbe potuto essere oggetto d’un culto. Ora, vi sono poche feste così universali e meglio stabilite nella Chiesa di quella che celebriamo oggi.

Come potrebbero gli uomini non porre tutta la loro gioia nell’onorarti, o divina aurora del Sole di giustizia? Non rechi forse ad essi, in questi giorni, la notizia della loro salvezza? Non sei forse, o Maria, quella radiosa speranza che viene d’un tratto a brillare nel seno stesso dell’abisso della desolazione? Che cosa saremmo diventati senza il Cristo che viene a salvarci? e tu sei la sua Madre sempre diletta, la più santa delle creature di Dio, la più pura delle vergini, la più amante delle madri!

O Maria, che la tua dolce luce allieti deliziosamente i nostri occhi stanchi! Di generazione in generazione, gli uomini si succedevano sulla terra; guardavano il cielo con inquietudine, sperando ad ogni istante di veder spuntare all’orizzonte l’astro che avrebbe dovuto strapparli all’errore delle tenebre; ma la morte aveva chiuso i loro occhi, prima che avessero anche solo potuto intravvedere l’oggetto dei loro desideri. Era riserbato a noi di vederti ascendere radiosa, o Stella splendente del mattino, i cui raggi benedetti si riflettono sulle onde del mare, e gli arrecano la calma dopo una notte di tempesta! Oh, prepara i nostri occhi a contemplare lo splendore vittorioso del sole divino che s’avanza dietro a te! Prepara i nostri cuori, poiché è ai nostri cuori che egli vuol rivelarsi. Ma per meritare di vederlo, i nostri cuori bisogna che siano puri; preparali dunque tu che sei la Immacolata e la Purissima! Fra tutte le feste che la Chiesa ha consacrate in tuo onore, la divina Sapienza ha voluto che quella della tua Concezione immacolata si celebrasse in questi giorni dell’Avvento, affinché i figli della Chiesa, pensando con quale divina gelosia il Signore ha preso cura di allontanare da te ogni contatto di peccato, in onore di Colui del quale dovevi essere la Madre, si preparassero anch’essi a riceverlo con la rinuncia assoluta a tutto ciò che è peccato e affetto al peccato. Aiutaci, o Maria, ad operare questo grande cambiamento. Distruggi in noi, con la tua Concezione Immacolata, le radici della cupidigia, spegni le fiamme della voluttà, abbassa le alture della superbia. Ricordati che Dio ti ha scelta come sua abitazione per venire quindi a porre la sua dimora in ciascuno di noi.

O Maria, Arca dell’alleanza formata di legno incorruttibile, rivestita del più puro oro, aiutaci a corrispondere ai disegni ineffabili del Dio che, dopo essersi glorificato nella tua incomparabile purezza, vuole ora glorificarsi nella nostra indegnità, e non ci ha strappati al demonio che per fare di noi il suo tempio e la sua più diletta dimora. Vieni in nostro aiuto tu che, per la misericordia del Figlio tuo, non hai mai conosciuto il peccato, e ricevi in questo giorno i nostri omaggi. Poiché tu sei l’Arca di Salvezza che galleggia sola sulle acque del diluvio universale; il bianco Vello bagnato di celeste rugiada mentre tutta la terra rimane nella siccità; la Fiamma che le acque immani non hanno potuto spegnere; il Giglio che fiorisce fra le spine; il Giardino chiuso al serpente infernale; la Fonte sigillata, la cui limpidezza non fu mai intorbidata; la Casa del Signore sulla quale i suoi occhi si sono sempre posati e nella quale non può entrare nulla di immondo; la mistica città di cui si narrano tante meraviglie (Sal 86). Noi troviamo gusto nel ripetere i tuoi titoli d’onore, o Maria, poiché ti amiamo, e la gloria della Madre è anche dei figli. Continua a benedire e a proteggere coloro che onorano il tuo augusto privilegio nel giorno della tua concezione; e affrettati a nascere, a concepire l’Emmanuele, a darlo alla luce e a mostrarlo al nostro amore.
EPISTOLA (Pr 8,22-35). – Il Signore mi possedette all’inizio delle sue opere, fin da principio, avanti la creazione. Ab aeterno fui stabilita, al principio, avanti che fosse fatta la terra: non erano ancora gli abissi ed io ero già concepita. Non ancora le sorgenti delle acque rigurgitavano, non ancora le montagne s’eran formate sulla grave mole. Prima delle colline io ero partorita. Egli non aveva fatto ancora né la terra, né i fiumi, né i cardini del mondo. Quando preparava i cieli io ero presente, quando con legge inviolabile chiuse sotto la volta l’abisso, quando rese stabile in alto la volta celeste e vi sospese le fonti delle acque, quando fissava al mare i suoi confini e dava legge alle acque di non passare il loro termine, quando gettava i fondamenti della terra io ero con lui a ordinare tutte le cose. Sempre nella gioia scherzavo dinanzi a lui continuamente, scherzavo nell’universo: è mia delizia stare coi figli degli uomini. Or dunque, o figli, ascoltatemi: Beati quelli che battono le mie vie. Ascoltate i miei avvisi per diventare saggi, non li ricusate. Beato l’uomo che mi ascolta e veglia ogni giorno alla mia porta, ed aspetta all’ingresso della mia casa. Chi troverà me avrà trovata la vita, e riceverà dal Signore la salute.
L’Apostolo ci insegna che Gesù, il nostro Emmanuele, è il primogenito di ogni creatura (Col 1,15). Queste profonde parole significano che egli è, in quanto Dio, eternamente generato dal Padre; ma esprimono inoltre che il Verbo divino, in quanto uomo, è anteriore a tutti gli esseri creati. Tuttavia questo mondo era uscito dal nulla e il genere umano abitava questa terra da lunghi secoli quando il Figlio di Dio si unì ad una natura creata. È dunque nell’eterna intenzione di Dio, e non nell’ordine dei tempi che bisogna cercare questa anteriorità dell’Uomo-Dio su ogni creatura. L’Onnipotente ha innanzitutto risoluto di dare al suo eterno Figlio una natura creata, la natura umana, e in seguito a una tale risoluzione, di creare perché fossero il dominio di quell’Uomo-Dio tutti gli esseri spirituali e corporali. Ecco perché la divina Sapienza, il Figlio di Dio, nel brano della scrittura che la Chiesa ci presenta oggi e che abbiamo or ora letto, insiste sulla sua preesistenza rispetto a tutte le creature che formano questo mondo. Come Dio, egli è generato da tutta l’eternità nel seno del Padre suo; come uomo, era nel pensiero di Dio il tipo di tutte le creature, prima che esse fossero uscite dal nulla. Ma il figlio di Dio, per essere un uomo come noi secondo il decreto divino, doveva nascere nel tempo, e nascere da una Madre: questa Madre è stata dunque eternamente presente al pensiero di Dio come il mezzo con il quale il Verbo assumeva la natura umana. Il Figlio e la Madre sono dunque uniti nello stesso piano dell’Incarnazione; Maria era dunque presente come Gesù nel decreto divino, prima che la creazione uscisse dal nulla. Ecco, perché, fin dai primi tempi del cristianesimo, la santa Chiesa ha riconosciuto la voce della Madre unita a quella del Figlio in questo sublime passo del libro sacro, ed ha voluto che si leggesse nell’assemblea dei fedeli, come gli altri passi analoghi della Scrittura, nelle solennità della Madre di Dio. Ma se Maria ha un’importanza tale nel piano eterno; se, come il Figlio suo, è in quel senso prima di ogni creatura, poteva Dio permettere che fosse soggetta al contagio originale nel quale incorre tutta la specie umana? Senza dubbio essa sarebbe nata a sua volta, come pure il Figlio, in un tempo determinato; ma la grazia avrebbe deviato il corso del torrente che trascina tutti gli uomini, affinché non fosse neanche toccata e trasmettesse al Figlio suo, che doveva essere ancora il Figlio di Dio, l’essere umano primogenito che fu creato nella santità e nella giustizia.
VANGELO (Lc 1,26-28). – In quel tempo: l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea detta Nazareth, ad una Vergine sposata ad un uomo della casa di David, di nome Giuseppe, e la Vergine si chiamava Maria. Ed entrata da lei, l’Angelo disse: Salute, o piena di grazia: il Signore è teco! Benedetta tu fra le donne!
Questo è il saluto che reca a Maria l’Arcangelo disceso dal cielo. Tutto vi spira ammirazione e umilissimo rispetto. Il santo Vangelo ci dice che a quelle parole la Vergine si sentì turbata, e chiedeva a se stessa che cosa potesse significare simile saluto. Le Sacre Scritture ne riportano parecchi altri e – come notano i Padri, sant’Ambrogio e sant’Andrea di Creta seguendo Origene – che non ve n’è uno che contenga simili elogi. La Vergine prudente dové dunque stupire di essere l’oggetto di un linguaggio così lusinghiero, e – come rilevano gli autori dell’antichità – dové pensare al colloquio fra Eva e il serpente. Si chiuse dunque nel silenzio, e attese, per rispondere se l’Arcangelo avesse parlato per la seconda volta.

Tuttavia Gabriele aveva parlato non solo con tutta l’eloquenza, ma anche con tutta la profondità di uno spirito celeste iniziato ai pensieri divini; e nel suo linguaggio sovrumano annunciava che era giunto il momento in cui Eva si trasformava in Maria. Davanti a lui c’era una donna destinata alle più sublimi grandezze, la futura Madre di Dio; ma in quell’istante solenne Maria era ancora solo una figlia degli uomini. Ora, in quel primo stato, calcolate la santità di Maria quale la descrive Gabriele, e comprenderete che l’oracolo divino del paradiso terrestre ha già ricevuto in essa il compimento.

L’Arcangelo la proclama piena di grazia. Che cosa significa ciò, se non che la seconda donna possiede in sé l’elemento di cui il peccato privò la prima? E notate che non è detto solo che opera in essa la grazia divina ma che ne è ripiena. “In altri abita la grazia – dice san Pier Crisologo – ma in Maria abita la pienezza della grazia”. In essa tutto risplende della purezza divina, e il peccato non ha mai gettato la sua ombra sulla sua bellezza. Volete conoscere la portata dell’espressione angelica? Chiedetela alla lingua stessa di cui si è servito il narratore di simile scena. I grammatici ci insegnano che l’unico termine che egli usa sorpassa ancora quello che noi esprimiamo con “piena di grazia”. Non solo esprime lo stato presente, ma anche il passato, una incorporazione innata della grazia, la sua attribuzione piena e completa e la sua permanenza totale. È stato necessario mitigare il termine nel tradurlo.

Se poi cerchiamo un testo analogo nelle Scritture, per penetrare i termini della traduzione mediante un raffronto, possiamo interrogare l’Evangelista san Giovanni. Parlando dell’umanità del Verbo incarnato, egli la designa con una parola sola: dice che è “piena di grazia e di verità”. Ma questa pienezza sarebbe reale se fosse stata precduta da un solo momento in cui il peccato occupava il posto della grazia? Si chiamerà forse pieno di grazia chi avesse avuto bisogno di essere purificato? Senza dubbio bisogna tener conto rispettosamente della distanza che separa l’umanità del Verbo incarnato dalla persona di Maria nel cui seno il Figlio di Dio ha attinto quella umanità; ma il testo sacro ci costringe a confessare che la pienezza della grazia ha regnato proporzionalmente nell’una e nell’altro.

Gabriele continua ad enumerare le ricchezze soprannaturali di Maria. “Il Signore è con te”, le dice. Che cosa significa questo, se non che prima di aver concepito il Signore nel suo purissimo seno, Maria lo possiede già nell’anima sua? Ora, queste parole potrebbero forse ancora aver ragione di essere se si dovesse intendere che quella unione con Dio non è stata perpetua e che è avvenuta solo dopo l’espulsione del peccato? Chi oserebbe dirlo? Chi oserebbe pensarlo, quando il linguaggio dell’Arcangelo è di tanta gravità? Chi non sente qui il contrasto tra Eva nella quale non abita più il Signore, e la seconda donna che, avendolo ricevuto in se stessa come Eva, fin dal primo istante della sua esistenza, l’ha custodito con la sua fedeltà essendo rimasta così come fu fin dal principio?

Per ancor meglio l’intenzione del discorso di Gabriele che ha annunciato il compimento dell’oracolo divino e indica qui la donna promessa come strumento della vittoria su satana, ascoltiamo le ultime parole del saluto. “Tu sei benedetta fra le donne”: che cosa significa questo, se non che, essendo stata ogni donna, da Eva in poi, sotto la maledizione, condannata a partorire nel dolore, ecco ora l’unica, colei che è sempre stata nella benedizione, che è stata l’eterna nemica del serpente, e che darà senza dolore il frutto del suo seno?

L’Immacolata Concezione di Maria è dunque espressa nel saluto che le rivolge Gabriele; e comprendiamo ora il motivo che ha portato la santa Chiesa a scegliere quel brano del Vangelo per farlo leggere oggi nell’assemblea dei fedeli.
da: dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico. – I. Avvento – Natale – Quaresima – Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 280-289

14 commenti:

  1. Felice solennità dell'Immacolata Concezione alla cara Mic ed a tutti gli amici e amiche del blog.

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  2. Sia benedetta la Santa e Immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria, Madre di Dio.

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  3. Festa dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima, dogma proclamato dal Papa Pio IX l'8 dicembre 1854.

    Catechismo Maggiore di S. Pio X – Dell’Immacolata Concezione
    https://www.sodalitium.biz/catechismo-maggiore-s-pio-x-dellimmacolata-concezione/

    Tota pulchra es, Maria. Et macula originalis non est in Te. Tu gloria Ierusalem. Tu laetitia Israel. Tu honorificentia populi nostri. Tu advocata peccatorum. O Maria, O Maria. Virgo prudentissima. Mater clementissima. Ora pro nobis. Intercede pro nobis. Ad Dominum Iesum Christum.

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  4. Cito Peter Kwasniewski:
    Oggi nella Messa alta, il sacerdote ha pregato tre serie di orazioni: per il Cuore Immacolato (primo sabato); per Sant'Ambrogio; e per la prima domenica di Avvento. Parliamo di una lex orandi giustamente virile!!!

    COLLETTE

    Dio onnipotente, eterno, che hai preparato nel Cuore della Vergine Maria una dimora degna dello Spirito Santo; concedi misericordiosamente che noi, contemplando devotamente la festa di quel Cuore Immacolato, possiamo essere in grado di vivere secondo il Tuo cuore. Per nostro Signore...

    O Dio, che hai dato il benedetto Ambrogio come ministro della salvezza eterna al tuo popolo: concedi, ti preghiamo, che noi, che lo abbiamo avuto come maestro in terra, possiamo meritarlo come nostro avvocato in cielo. Per nostro Signore...

    Muovi la tua potenza, ti preghiamo, o Signore, e vieni: che dai pericoli minacciosi dei nostri peccati, per la Tua protezione possiamo meritare di essere salvati, ed essere salvati dalla Tua liberazione: Chi vive e regna...

    SECRETE

    Offrendo l'Agnello Immacolato alla Tua Maestà, o Signore, imploriamo che il fuoco divino che ineffabilmente infiammava il cuore della Beata Vergine Maria sia acceso nei nostri cuori. Per lo stesso nostro Signore...

    Dio onnipotente ed eterno, per intercessione del beato Ambrogio, Tuo Confessore e Vescovo, rendi i doni offerti alla Tua Maestà efficaci per la nostra salvezza eterna. Per nostro Signore...

    O Signore, questi santi Misteri ci purifichino con la loro potente efficacia, e ci permettano di venire con maggiore purezza a Colui che è il loro fondamento. Per nostro Signore...

    POSTCOMMUNIO

    Ristorati dai doni divini, ti preghiamo umilmente, o Signore, affinché, per intercessione della Beata Vergine Maria, la solennità del cui Cuore Immacolato abbiamo appena venerato, possiamo essere liberati dai pericoli presenti e raggiungere le gioie della vita eterna. Per lo stesso Signore...

    Concedi, ti preghiamo, o Dio onnipotente, che noi, che abbiamo ricevuto i Sacramenti della nostra salvezza, possiamo essere aiutati dalle preghiere del beato Ambrogio, tuo Confessore e Vescovo, nel cui onore abbiamo offerto questi doni alla Tua Maestà. Per nostro Signore...

    O Signore, riceviamo la Tua misericordia in mezzo al tuo tempio: affinché, rendendoti onore, possiamo prepararci alle solennità che si avvicinano alla nostra redenzione. Per nostro Signore...

    Si potrebbe scrivere un intero libro sulla ricchezza della teologia e della spiritualità contenuta in queste orazioni in sé e nella clamorosa armonia che si creano quando si intrecciano tra esse. In questo caso, credo davvero che "più è meglio" e "migliore [contenuto di preghiera] sia più [degno di Dio e impetratorio per noi]."

    LEX ORANDI, LEX CREDENDI

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  5. "L'assenza della macchia del peccato nella vita di Maria è fonte di consolazione e di speranza per l'intera umanità: vuol dire che il cuore di ognuno ha la possibilità di essere specchio cristallino della vita di Dio. Significa che l'essere umano può generare in questo mondo l'essere divino. Questo privilegio di Maria, nata senza peccato, è in realtà un dono per tutti gli uomini. Lo hanno sempre saputo i fedeli, anche i più semplici, che nei secoli hanno venerato la Madonna come la creatura più vicina a loro e a Dio. La Chiesa ha fatto di questa verità un dogma, proclamato da Pio IX nel 1854...."(tratto da: https://www.santiebeati.it/dettaglio/20600)

    Ed è questo il caso limitato della famosa infallibilità papale: quando pronuncia solennemente, dopo approfonditi studi e preghiere, un dogma di fede, come quello dell'Immacolata Concezione, verità sempre creduta sin dai Santi Apostoli.
    Buona Immacolata a tutti gli amici.

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  6. Durante il venerdì santo, il 14 nisan, il giorno dell’immolazione degli agnelli, Gesù Ostia-vittima, sacerdote, altare e sacrificio, fu accusato dal Sommo Sacerdote e dal sinedrio, tradito da uno dei dodici, rinnegato da Pietro e ingiustamente condannato dalla giustizia umana (il magistrato Pilato) nel disinteresse dell’autorità civile giudaica (Erode Antipa, già resosi turpemente protagonista del martirio del Battista).

    Resta salda nella fede Maria Santissima (con altre donne e Giovanni), che è sempre Piena di Grazia mentre avviene il Sacramento Eucaristico sul Calvario.

    Lei ha dato carne al Verbo, l’ha portato in grembo nove mesi, ha dato battito al suo cuore, ha continuato a far battere quel cuore dalle tre del pomeriggio al momento della resurrezione. Lei è l'Immacolata, la creatura umana senza peccato, senza la mancanza che corrompe l'integrità della creazione dopo il misfatto di Adamo.
    Cristo ridà integrità all'intero, all'Uni-verso cui tutto tende e da cui tutto dipende (tutto fu creato per mezzo Suo e sussiste in Lui). Lei è la corredentrice (con accanto Giovanni che l’avrà per madre fino all’assunzione).

    Come è possibile che una creatura umana abbia potuto questo?

    Per volontà di Dio, per dare carne umana a Dio, in Cristo vero uomo e vero Dio.

    Immacolata Concezione: meditare è misurare e cogliere il limite dell'umano e vederlo superato in Dio, in ogni Ave Maria detta pensando all'Intero, all'Uno, superata ogni mancanza, vinta la disintegrazione, risanata la creazione dalla corruzione per l'Incarnazione e la Redenzione. Pregare offre questa contemplazione e intuizione.

    Il dogma dell'Immacolata è facile dal punto di vista di Dio: per Dio tutto è facile, semplice (senza pieghe), spiegato.
    Invece secondo i nostri criteri misurativi e razionali è complicato (con le pieghe) da spiegare.

    Bisogna riannodare tutta la faccenda. Genesi: Adamo riconosce di essere nudo e si nasconde, per paura di essere visto. Non per pudicizia. La nudità è dello schiavo. Dopo il peccato Adamo sa di essere uno schiavo, incatenato. Ma non siamo stati creati per essere schiavi e perciò questo spaventa l'umanità.

    Chi libera lo schiavo dalle catene? Chi lo redime. Qualcuno (Dio Figlio) lo compera per liberarlo (per volere di Dio). Ma per liberare l'uomo, Dio deve farsi uomo. Uomo libero: si carica della schiavitù umana, ma non del peccato dell'uomo (che non ha).

    Dio si è fatto carne. Come? Nel grembo di Maria. La Madonna è il veicolo dell'Incarnazione (per volere di Dio).

    Il volere di Dio è un mistero, dedotto dalla rivelazione.
    Il dogma è che Cristo (Dio) senza peccato ha una madre umana senza peccato, svincolata dal peccato di Adamo che sarà liberata.
    Maria (umana) è insieme liberata e liberante. In lei il tempo si schiaccia sull'eternità, il prima e il dopo insieme.
    Degna dimora (libera) del Figlio liberante e liberatore (mediante la morte di croce), lei è previamente liberata dal peccato in vista della redenzione.
    Maria pre-redenta (madre libera) per i meriti di Cristo con cui corredime, ordinata a Lui e perciò già redenta come creatura!

    Una creatura di libertà che partecipa alla redenzione che libera.
    Così dal dogma già sancito si intuisce quello che verrà.

    Dalla parte di Dio è tutto istantaneo. Tutto l'Universo è dentro l'Immacolata Concezione. La Madonna sa quanto pesa la catena, senza essere mai stata incatenata... e sa come toglierla. La catena del rosario...

    Nella liturgia l'inno prega così: la Madonna culla in grembo il Creatore e il Redentore dell'universo, quindi lei culla in grembo l'universo!

    Bisogna affidarsi, restando muti davanti al mistero, per Grazia.
    Si apre l'universo intero, integro, senza la corruzione che l'incatena.

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  7. «Senza nessuna macchia Maria ha calpestato la testa del serpente tentatore e corruttore. Quando si avvicina Maria, il demonio fugge; così come scompaiono le tenebre, quando spunta il sole. Dove è Maria, non è Satana; dove è il sole, non è il potere delle tenebre»

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  8. 9’ Giorno -Novena della Immacolata
    Mater Divini Amoris
    https://www.youtube.com/watch?v=hvJM6QBd61k&t=5s
    In breve : Immacolata! Immacolata! Immacolata!

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  9. IMMACOLATA

    "Percorri pure col pensiero l’universo, o uomo, e vedi se v’è qualcosa maggiore o uguale della Santa Vergine Madre di Dio"
    San Proclo di Costantinopoli.

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  10. Un collega sacerdote una volta gli disse, dopo un altro arresto: "Non sarai mai un vescovo".
    "Aspetti un attimo", rispose Monsignor Reilly: "Quando hanno cambiato le regole? Pensavo che fosse una condizione per diventare vescovo. Pensavo che ti dessero la tonaca rossa per versare il tuo sangue per la verità. Tutti gli apostoli sono stati arrestati e messi in prigione. Gesù Cristo fu arrestato e morì per la verità. Quando hanno cambiato le regole?".
    https://gloria.tv/post/84ZZrGuTdm6VBsphto9RzwMQD
    Lo sara' in Cielo per mano diretta della SS.Trinita'.

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  11. Il Creatore e Redentore dell'Universo è lo stesso Dio che, come Cristo giudice, condannerà nel giorno del Giudizio parte consistente dell'umanità all'eterna dannazione.
    Mai dimenticare questa essenziale anche se spiacevole verità oggi a ragion veduta tenuta nascosta.
    Z.

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  12. “Chi è Colei che appare come l’alba, pura come la luna, bella come il sole, terribile come un esercito schierato a battaglia?”.

    [Cantico dei Cantici, 6:10].

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  13. Roma, Immacolata Concezione
    https://www.youtube.com/shorts/o1UxbOJReeQ

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  14. A margine della buona riflessione di Tralcio che spiega il mistero della redenzione in cui la Madonna è coinvolta in quanto pre-redenta... vorrei fare una precisazione o correzione laddove nel toccare il mistero del Figlio di Dio nostro Salvatore dice che
    "...per liberare l'uomo, Dio deve farsi uomo. Uomo libero: si carica della schiavitù umana, ma non del peccato dell'uomo....."
    Qui non sono d'accordo: ricordo che tanti anni fa al Catechismo ci spiegavano che Gesù si è caricato proprio dei nostri peccati. Si pensi infatti all'invocazione dell Agnus Dei:
    Agnus Dei QUI TOLLIS PECCATA MUNDI..... ecc...
    Quindi Gesù si è caricato effettivamente di tutti i peccati del mondo, non solo della schiavitù (che fu causata proprio dai peccati).
    Invece in italiano si perde quel "carico" che gli abbiamo imposto, perchè diciamo : "... che togli" ma "tollere" significa prendere su di sè, prima di eliminare...
    verbo latino: tollo, is, sustŭli, sublātum, tollĕre

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