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mercoledì 30 aprile 2025

Una doppia persecuzione: La testimonianza del Cardinale Zen di Hong Kong

«Mentre il cardinale ha reagito al suo arresto con il commento “il martirio è normale nella nostra Chiesa”, il Segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin, ha risposto esprimendo non solo preoccupazione ma anche speranza che l’arresto non interrompa il dialogo con la Cina». Non è un articolo recente; ma illustra bene la situazione, immutata nella sostanza. 
Gli sviluppi della persecuzione li trovate in questo Indice degli articoli sulla questione Sino/Vaticana. 
Intanto (l'immagine è di ieri)  l'indomito vegliardo, testimone eroico e fedele, ancora una volta attraversa oceani e continenti per compiere il suo dovere fino in fondo e difendere la Verità partecipando agli incontri pre-conclave. Nonostante le tenebre, c’è ancora una flebile luce.

Una doppia persecuzione: 
La testimonianza del Cardinale Zen di Hong Kong
Il martire o il diplomatico – chi ha in mente il miglior interesse della Chiesa?
di Dr. R. Jared Staudt
Catholic World Report, 9 giugno 2022

Se la Chiesa deve continuare a essere la presenza di Cristo nel mondo, allora parte di questa missione include la continuazione del suo sacrificio.

Recentemente ho scritto della testimonianza sacrificale del sacerdote di fronte all’oppressione moderna, citando esempi come il Cardinale Nguyễn Văn Thuận e il Servo di Dio Walter Ciszek. In realtà, tuttavia, è una testimonianza che proprio ora continua in tutto il mondo. Sacerdoti, religiosi e fedeli laici vengono regolarmente rapiti e martirizzati in Nigeria dai terroristi islamici. La Chiesa affronta persecuzioni anche in Paesi tradizionalmente cattolici come il Nicaragua e il Venezuela, dove i leader vengono messi a tacere per aver parlato contro le ingiustizie. La Chiesa rimane una delle più forti testimoni della dignità umana di fronte alla continua oppressione comunista e alla dittatura del relativismo che si è abbattuta sulla società occidentale.

C’è un’altra forma di persecuzione che i cristiani devono affrontare, tuttavia, ancora più difficile da accettare. Papa Benedetto XVI ci ha ricordato che “la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai suoi nemici esterni, ma nasce dal peccato all’interno della Chiesa” (Intervista, 11 maggio 2010). È qualcosa che probabilmente abbiamo sperimentato in qualche modo nella Chiesa, con la nostra fede messa in discussione da molte contro-testimonianze del Vangelo. Possiamo sentirci delusi dalla Chiesa quando il clero, docenti e persino i laici non solo non si schierano a favore della verità, ma arrivano addirittura a sollevare ostacoli per seguirla. C’è sempre il tradimento nella Chiesa e seguire fedelmente Cristo porta alla persecuzione anche in essa.

Il Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, Vescovo emerito di Hong Kong, è stato recentemente arrestato per aver presumibilmente omesso di registrare presso la polizia un’associazione benefica destinata ad aiutare i dissidenti e per collusione con forze straniere. Mentre il cardinale ha reagito al suo arresto commentando: “il martirio è normale nella nostra Chiesa”, il Segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin, ha risposto esprimendo non solo preoccupazione ma anche speranza che l’arresto non interrompa il dialogo con la Cina. Il martire o il diplomatico: chi ha a cuore l’interesse della Chiesa?

Dopo il suo arresto, ho preso in mano le riflessioni del Cardinale Zen For Love of My People I Will Not Remain Silent: On the Situation of the Church in China (Per amore del mio popolo non tacerò: Sulla situazione della Chiesa in Cina) (Ignatius Press 2019, 153 pagine [QUI]). Mi aspettavo che il libro rappresentasse le dure critiche di Zen alle violazioni dei diritti umani in Cina, e così è, ma ha dedicato ancora più tempo a criticare la Santa Sede per aver minato, lasciandola nelle mani del Partito Comunista Cinese, la Chiesa Cattolica clandestina in Cina, che ha conservato clandestinamente la sua indipendenza.

Ci si aspetta che i comunisti attacchino la Chiesa. È quello che fanno. Il comunismo è un’ideologia malvagia e anti-umana che vede la religione come un oppiaceo del popolo che inibisce il progresso e che deve essere sradicato. Quello che non ci si aspetta è che la Chiesa si pieghi alle pressioni di questa ideologia, sacrificando i propri fedeli al gioco politico. Il libro di Zen riflette sulla profetica lettera del 2007 di Papa Benedetto XVI che invitava all’unità tra la Chiesa clandestina e l’Associazione Patriottica Cattolica cinese, senza però mai scendere a compromessi essenziali con il controllo del governo.

I Cattolici in Cina vivono la confusione di due Chiese parallele, una illegale e l’altra controllata dal Partito Comunista Cinese; quest’ultima con vescovi spesso ordinati senza l’approvazione della Santa Sede. La Santa Sede ha iniziato a legittimare alcuni vescovi ordinati illegalmente, aumentando la confusione generale e rendendo difficile percepire la linea di demarcazione tra inizio e fine dello scisma. Sebbene il desiderio di unità sia buono, il cardinale Zen ha sottolineato che il processo di integrazione delle due comunità è avvenuto a spese della Chiesa sotterranea.

La Chiesa sotterranea, che ha dovuto subire molte persecuzioni nel corso dei decenni, si trova ora a dover seguire vescovi che sono pedine del Partito Comunista. Zen descrive questa terribile situazione: “Nel corso degli anni, la Santa Sede ha incoraggiato il compromesso piuttosto che sostenere i coraggiosi. Qualcuno l’ha chiamata compassione. Quale compassione? Incoraggiare la gente ad accettare la schiavitù invece di liberarsene?” (146). Si capisce perché i comunisti odiano Zen e come egli possa essere una spina nel fianco anche per la Santa Sede, che descrive l’accordo fatto con la Cina come una “svendita della nostra Chiesa!” (149).

I fedeli in Cina subiscono una doppia persecuzione, le minacce e l’imprigionamento da parte dei comunisti e la mancanza di sostegno da parte di Roma, che li spinge nelle mani dei loro nemici. Zen cita un detto: “Per molti anni i nostri nemici non sono riusciti a farci morire. Ora dobbiamo morire per mano di nostro Padre. Bene, andiamo a morire” (141). La Chiesa Cattolica in Hong Kong, fino a poco tempo fa libera, si trova ora sotto il giogo di Pechino. Come ulteriore segno di ciò, ha appena cancellato la Messa commemorativa annuale per le vittime del massacro di Piazza Tienanmen. Il Cardinal Zen era la voce dei Cattolici senza voce della Cina continentale, e parlava dal suo posto un tempo sicuro sull’isola di Hong Kong. Il Partito Comunista Cinese non tollera il suono della sua voce profetica.

È stato chiamato a seguire le orme di Cristo: “Non dobbiamo scoraggiarci anche se tutto al momento sembra un fallimento, perché la sofferenza per il Signore è sempre una vittoria” (29). Ora anche lui è stato trovato degno di soffrire per il Nome.

[*] R. Jared Staudt, PhD, è sovrintendente associato per la missione e la formazione dell’Arcidiocesi di Denver e professore associato ospite dell’Augustine Institute. È autore di Restoring Humanity: Essays on the Evangelization of Culture (Divine Providence Press) e The Beer Option (Angelico Press), e curatore di Renewing Catholic Schools: How to Regain a Catholic Vision in a Secular Age (Catholic Education Press). Con la moglie Anne ha sei figli. È un oblato benedettino.

5 commenti:

  1. 30 aprile, Festa di Santa Caterina da Siena, Patrona d'Italia

    Ponetevi per obietto Cristo crocifisso, nascondetevi nelle piaghe di Cristo crocifisso, annegatevi nel sangue di Cristo crocifisso. E non indugiate, nè aspettate il tempo, perchè il tempo non aspetta voi.
    (Santa Caterina da Siena)

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  2. Conclave. Eijk e Sarah Danno il Tono alla Prima Congregazione. Sarah il più Applaudito. InfoVaticana.

    Mentre gli italiani si agitano e gli spagnoli si fanno notare per la loro assenza, due voci risuonano forti nell’aula del Sinodo: quella dell’olandese Willem Eijk e quella dell’africano Robert Sarah. Il tono generale tra i cardinali sorprende per la sua serenità.

    Lunedì è stato un giorno importante in questo pre-conclave che sta lentamente ma inesorabilmente prendendo forma. E non per manovre, perdite o movimenti di blocco, ma per quello che dovrebbe contare di più: il contenuto degli interventi. E tra tutti quelli ascoltati nella Congregazione Generale di ieri, due si sono distinti chiaramente per profondità, chiarezza e accoglienza: quello del Cardinale Willem Eijk e quello del Cardinale Robert Sarah.

    Eijk, arcivescovo di Utrecht, ha parlato con la sobrietà che lo caratterizza, ma anche con una forza dottrinale che non ha lasciato nessuno indifferente. Una diagnosi chiara, senza drammi: una Chiesa disorientata in Europa, senza direzione morale o liturgica, vittima della propria confusione interna piuttosto che delle minacce esterne. Ciò che più colpiva era il suo tono: né disfattista né allarmista, ma profondamente realistico. Molti hanno commentato che Eijk ha detto ad alta voce ciò che la maggior parte delle persone pensa in silenzio.

    Sarah, da parte sua, non ha deluso. Il suo discorso è stato, secondo diverse fonti, uno dei più applauditi della giornata. Parlando con fermezza, serenamente, con quel suo stile che fonde un vigore africano contenuto alla spiritualità monastica. Non ha fatto politica, non ha fatto nomi, non ha cercato notorietà: ha semplicemente ricordato che la crisi attuale si supererà solo con il ritorno a Dio, al silenzio, all’adorazione, alla verità. Parole grosse, che tuttavia non suonavano magniloquenti. Sembravano necessarie.

    Mentre queste due voci si sono levate con autorità, il resto del quadro era più diffuso. Gli italiani sono ancora nervosi, distribuiscono nomi senza riuscire a generare consenso o entusiasmo. E gli spagnoli – in blocco – rimangono dispersi. Non ci sono interventi in sospeso, nessuna proposta chiara, nessun minimo tentativo di leadership. È come se avessero accettato di giocare all’irrilevanza.

    Ciò che ha sorpreso tutti è il buon tono generale. Dopo anni di tensioni, sospetti, divisioni e silenzi imbarazzanti, le congregazioni sono sorprendentemente cordiali. Ci si ascolta a vicenda. Si applaude. Si sorride persino. Potrebbe essere una tregua momentanea. O forse, quando Francesco è morto così bruscamente, i cardinali hanno avvertito la vertigine di dover ricostruire, questa volta con più umiltà.

    In ogni caso, se c’è una cosa che ha chiarito lunedì, è che ci sono voci che possono ancora spiccare il volo. E che i cardinali, quando vogliono, siano ancora in grado di parlare come pastori, non come manager.
    https://www.marcotosatti.com/2025/04/29/conclave-eijk-e-sarah-danno-il-tono-alla-prima-congregazione-sarah-il-piu-applaudito-infovaticana/

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  3. "Intanto, l'indomito vegliardo, testimone eroico e fedele, ancora una volta attraversa oceani e continenti per compiere il suo dovere fino in fondo e difendere la Verità ."
    Questo e' il significato "fino alla effusione del sangue" ; questo e' il significato "finche' Tu o mio Signore mi darai respiro"; questo e' il significato della "cappamagna", delle scarpe color sangue, del cappello Saturno di tutti i simboli che ricordano a tutti di CHI si parla.

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  4. "Elevazioni spirituali" nella Basilica di San Pietro

    Giovedì 1 maggio ore 15:30
    La Basilica Vaticana offre a pellegrini e visitatori 30 minuti di canto polifonico sul mistero della Pasqua.
    Composizioni di Giovanni Pierluigi da Palestrina, eseguite dalla Cappella Giulia.

    Grazie a Dio!

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  5. Non c'è il papa? Pechino tira dritto...
    La Cina calpesta ancora la Chiesa e procede da sola con le designazioni nelle diocesi di Shanghai e Xinxiang. Entrambi i prelati sono espressione di istituzioni controllate dal regime. Un «test» per il futuro Santo Padre.

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