Espunta la dimensione spirituale dell'essere umano, si cercano soluzioni puramente psicologiche a problemi che sono prima di tutto morali e spirituali. Chi vive senza Dio, chi non ha la preghiera come rifugio, chi non sa che ogni croce ha un significato nell'economia della salvezza, è inevitabilmente più esposto alla disperazione quando arrivano le prove. La prevenzione del suicidio dovrebbe partire proprio da qui: dal riportare Cristo al centro delle nostre vite, dal riscoprire il valore sacro dell'esistenza umana, dal capire che ogni dolore può diventare partecipazione alla passione di Gesù. Invece assistiamo a una società che ha espulso Dio dalla quotidianità e poi perde il senso della vita. Precedente qui. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
I Cattolici, la Verità e il fine vita
“L’obbedienza del cattolico si è tramutata in un’infinita docilità a tutti i venti del mondo”. Così Nicolás Gómez Dávila ha brillantemente sintetizzato la contemporanea deriva al ribasso dei cattolici che invece di seguire l’eterno preferiscono adattarsi alle mode e alle ideologie del mondo. I cattolici, in sostanza, sono sempre più propensi a seguire in discesa il mondo anziché faticosamente inseguire in salita la verità. Del resto, il fatto in sé non è di certo nuovo: dei dodici apostoli soltanto uno si ritrovò in ginocchio ai piedi della verità crocifissa, mentre gli altri in un modo o in un altro, anche se temporaneamente, si dileguarono. Il canovaccio ritorna quanto mai attuale sul tema del fine vita in approdo al Senato, per il quale larga parte dell’associazionismo cattolico milita in senso favorevole sull’assunto che sarebbe meglio una legge del centrodestra, piuttosto che una peggiore proposta dal mondo progressista. Sul punto alcune osservazioni. Posto che l’esistenza degli orrori progressisti non è di per sé legittimante per gli errori di tutti gli altri, ci sono specifici motivi di ordine dottrinale, magisteriale e logico per cui i cattolici dovrebbero opporsi ad una legge sul fine vita invece di assecondarla.
Dal punto di vista dottrinale per un cattolico dovrebbe essere chiaro e cristallino, infatti, l’insegnamento della Congregazione per la dottrina della fede per la quale “la laicità indica in primo luogo l’atteggiamento di chi rispetta le verità che scaturiscono dalla conoscenza naturale sull’uomo che vive in società. Sarebbe un errore confondere la giusta autonomia che i cattolici in politica debbono assumere con la rivendicazione di un principio che prescinde dall’insegnamento morale e sociale della Chiesa” (Nota sull’impegno dei cattolici in politica, III, 6). In questo senso i politici e le associazioni cattoliche che credono di compiere il male minore sostenendo l’iniziativa del centrodestra sul fine vita stanno equivocando il proprio ruolo e il concetto di laicità, scambiando l’integrità della verità dottrinale con l’ambiguità dell’opportunità politica. Dal punto di vista magisteriale, inoltre, emergono gli insegnamenti di San Giovanni Paolo II per il quale “la difesa categorica, ossia senza cedimenti e compromessi, delle esigenze assolutamente irrinunciabili della dignità personale dell’uomo, deve dirsi via e condizione per l’esistere stesso della libertà” (Veritatis splendor numero 96).
Il santo pontefice in sostanza ricorda come sulla verità non è possibile pattuire alcunché: o si riconosce la cogenza della verità, e quindi le soluzioni al ribasso non sono possibili; o si accettano i compromessi, ma si disconosce la verità. Non si può pretendere di compiere compromessi che all’un tempo siano anche rispettosi della verità: è necessaria una buona dose di onestà intellettuale. Dal punto di vista logico, infine, bisognerebbe che il mondo cattolico comprendesse la gravità di una simile iniziativa che per quanto possa essere animata dalle migliori intenzioni, cioè quelle di limitare i danni della parallela iniziativa delle forze progressiste, costituisce di fatto una resa, l’ultima resa, sui temi eticamente sensibili. Valicato il confine della indisponibilità della vita e della disponibilità della morte, infatti, tutto il resto perde automaticamente la sua rilevanza.
Perché dovrei potermi autodeterminare fino alla morte, ma non potrei utilizzare sostanze stupefacenti leggere o pesanti? Perché potrei decidere di morire secondo le modalità offerte dal centrodestra, ma non potrei sposare una persona del mio stesso sesso con il matrimonio egualitario? Perché potrei porre fine alla mia esistenza attraverso la strumentalizzazione di un eventuale medico volontario, ma non potrei affittare un utero per dare inizio ad una nuova vita sempre tramite la strumentalizzazione di un altro medico volontario? Come si intuisce fin troppo facilmente, tranne che ci si trovi in una condizione di grave incapacità di intendere e volere, varcato l’argine della vita e della morte tutto diventa possibile, anche ciò che non dovrebbe esserlo. In conclusione, un interrogativo inesorabile: i cattolici sono in grado di capirlo o, oltre ad aver anemizzato la propria stessa fede, hanno anche smarrito il loro buon senso e perfino la ragione?
Daniele Trabucco e Aldo Rocco Vitale,
21 luglio 2025 - Fonte
Se solo si considerasse il Male che portano le guerre forse si riuscirebbe a comprendere come lavora il Diavolo. Esso può solo distruggere ed illudere, meglio mentire. Il '900 è iniziato con la prima guerra mondiale ed ha alternato guerre regionali con seconda querra mondiale ed ancora guerre regionali non ancora finite, anzi continuano. Sulle cause reali di tutto questo guerregggiare c'è la volontà di furto degli avidi e la resistenza di altri per non farsi derubare. Questi ammazzamenti secolari sempre più spietati portano la guerra perpetua e con sé oltre l'indottrinamento dei popoli, per convincerli che è giusto ammazzare e farsi ammazzare, espongono i combattenti a venir drogati per affrontare pericoli e morte e le donne vengono esposte alla prostituzione coatta.Questo, a grandi e superficiali linee, ha reso la vita altrui di importanza molto relativa, anzi disfarsi del prossimo che impatta con la tua vita è diventato un diritto sancito dai magistrati, assassini in pectore. Quindi aborto ed eutanasia sono nei fatti reali garantiti dalla legge anche se l'abortito era lì lì per nascere ed il morto era lungi dal desiderare il trapasso. Si ammazza alla cieca, chi capita capita. Come in guerra. Allora un secolo e più di guerre ha reso la vita insignificante.Ogni vita. Ma ogni vita è sacra, davanti a Dio e davanti agli uomini che credono in Dio. Però anche i credenti sono diminuiti assai, in verità la guerra vera e continua è contro Dio, Uno e Trino, è contro la Sue Creature.
RispondiEliminaColoro che sono disposti ad eliminare come fastidioso nucleo di cellule l'embrione umano, parlando di "salute riproduttiva", e solo in Italia si tratta di milioni di morti innocenti, sono gli stessi che invocano la libertà di morire, oltretutto a carico dello Stato (anche se in questo progetto di legge tale evenienza è, per il momento, esclusa) per uno sbandierato principio di uguaglianza. Il problema è: quanto incidono oggi i cattolici in politica e in società? Considerando poi tutta quella fascia di cattolici progressisti che continuano a scardinare le fragili resistenze morali e quella parte corposa di cattolici in sonno. Fa ben sperare l'attivismo di associazioni come Pro Vita e Famiglia che tenta di controbilanciare l'attivismo dei radicali, ma i poteri che contano sono con questi ultimi.
RispondiElimina¥¥¥
Quasi nessuno ha parlato del vescovo di Perugia, che non ha detto una parola per distogliere quella povera donna sofferente ed atea dal suo proposito di suicidarsi e per cercare di convertirla. Il suo suicidio non è solo un fatto doloroso, ma resta a vergogna di una chiesa che ha rinunciato ad evangelizzare!!
RispondiEliminaIl vescovo di Perugia ha incontrato la signora lo scorso anno. Dell'incontro la signora ha detto: “l'impressione di un uomo libero, molto umile e profondo. Non ha cercato di convincermi o di dissuadermi dal fare qualche cosa. Mi ha abbracciata, mi ha passato la borraccia, si è seduto e mi ha ascoltata”.
EliminaLei scrive che la chiesa ha rinunciato ad evangelizzare. Chiedo a lei e ai tanti come lei: ma è sicuro che è sufficiente cercare di evangelizzare? Non le passa per la mente che ci sono tantissime persone che oggi non solo non vogliono essere evangelizzate ma non hanno alcun interesse all'argomento? Perché non si guarda in giro prima di sentenziare?
Nemmeno tanti pagani volevano essere evangelizzati! Ma i primi cristiani evangelizzavano sempre e comunque, anche a prezzo della vita! Seguendo Gesù che ha detto di andare e predicare il Vangelo a tutte le creature! Cosa che quel vescovo non ha fatto, ma è rimasto in silenzio, come confermato dalla stessa interessata!!
EliminaPortare l’annuncio della Verità significa saper dire che la croce ha un senso e che esiste la vita eterna: la salvezza che deve interessare maggiormente (la parte migliore che non sarà tolta) è quella dell’anima. Il corpo però conta: riguarda tutto il buono che ci compete in questa vita, con il gusto che viene dal contemplare già anche l’altra. Annunciare Cristo racchiude tutto questo, sapendo dare un nome alla distanza e al rifiuto (il peccato).
RispondiEliminaLontani da Gesù tutto prende un’altra piega, non di rado assurda e crudele. Presso Gesù la croce dice vita, anche nella crudeltà del sangue che scorre.
Esemplare l’esito dell’inchiesta per appurare l’accaduto circa il proiettile sparato contro la chiesa della Sacra Famiglia a: non è stato un colpo intenzionale e nemmeno un errore umano… il colpo è partito da solo, e che mira! E’ stata l’arma, non il dito…
In famiglia ci uniamo ogni giorno alla recita del Santo
EliminaRosario delle ore 18,00 in diretta da Lourdes; in uno di questi incontri mi ha colpito la
esortazione di un Vescovo che ha incoraggiato i suoi parrocchiani malati
definendoli "volontari della sofferenza" (o qualcosa di simile) facendoli sorridere
ha dato loro una opportunita' di lavoro attivo e non passivo nel Corpo Mistico.
A volte il tempismo con cui il Signore agisce nella storia e nella vita delle persone è sorprendente e mooolto significativo. Mentre l'Italia nichilista palude alla 'dolce dipartita' della giornalista di Perugia eutanasizzata con 'sentimento' la cui vicenda infuoca i paladini dei diritti e dell'autodeterminazione, a Lourdes, in silenzio accade un fatto che fa da contrappasso: la 72 esima guarigione scientificamente inspiegabile, dicesi MIRACOLO, proprio dalla SLA, proprio in questi giorni, sottovoce.
RispondiEliminahttps://www.adnkronos.com/cronaca/italiana-guarita-dopo-lourdes-il-neurologo-esperienza-al-limite-dellimpossibile_53REmksPDRkQHI5RTQSvMx
Il commento del giorno di Pierluigi Bianchi Cagliesi
RispondiEliminavenerdì 25 luglio 2025
RICONFERMATA MADAMA BARONESSA
https://gloria.tv/post/S8fjXNqiksZU3fAXYTyrfWH68
Il glorioso traguardo raggiunto dal delirio in corso.
Tutto sotto il controllo del serpente.
W i sardi !!!
RispondiEliminahttps://gloria.tv/post/DNYSkzpNVQy74Ew6KohEDnopW
Daije!
Ho letto, grazie! Allora non è solo
RispondiEliminala loro voragine di guadagno, come per i clandestini, come per le vaccinazioni, come lo spostamento del lavoro dai mestieri e dalle professioni ai vitalizi, bonus, questi ed altri artifici hanno essenzialmente due scopi:
*Abbattimento della popolazione mondiale;
*Indebolimento della forza di qualsiasi popolo via clandestini;
*Esproprio di terre agricole e/o di terre ricche di metalli o altro;
*Animali da pascolo per lana, latte e carne sotto stretto controllo da poter usare anche come cavie da laboratorio;
*Spingere con la manipolazione dei popoli restanti tanto da instupidirli a mandrie da guidare secondo le necessità di lorsignori.
Insomma si son montati la testa e ambiscono a sottomettere e/o sfoltire le moltitudini, ma...i popoli si stanno svegliando!!!
ONORE AL POPOLO SARDO!
Stavo riflettendo ancora sulla risposta al Cardinal Bagnasco data da Repubblica. In effetti, ci sono episodi che non sono semplici fatti di cronaca, ma sintomi, spie luminose di una malattia più profonda. Quando chi difende la vita viene accusato di durezza, quando chi richiama una verità naturale viene bollato come nemico del progresso, non siamo davanti a un normale confronto di idee. Siamo di fronte a una logica che non tollera più la differenza. È la stessa logica che attraversa la modernità fin dalle sue radici e che oggi, sotto il volto rassicurante della democrazia, rivela tratti inquietanti di vecchi totalitarismi mascherati da libertà.
RispondiEliminaIl Novecento ha conosciuto regimi che, pur dichiarandosi opposti, erano fratelli di sangue: comunismo, fascismo, nazismo. A prima vista agli antipodi, in realtà uniti da un nucleo comune: il rifiuto della trascendenza, l’illusione che la salvezza venga dalla politica, la fede cieca nella possibilità di creare l’uomo nuovo con la forza delle leggi. Il passato era il nemico, il futuro la redenzione. Chi non accettava il progetto era un ostacolo, e l’ostacolo andava eliminato. Allora si usavano i manganelli e i gulag. Oggi i metodi sono più raffinati ma non meno violenti sul piano morale: gogna mediatica, cancel culture, esclusione sociale.
Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti. Chi rifiuta il suicidio assistito è accusato di disumanità. Chi ricorda che la famiglia non è un costrutto ideologico ma una realtà naturale è bollato come omofobo. Chi osa criticare la legge Zan o i percorsi di educazione gender è considerato pericoloso per la democrazia. Non si discute, si scomunica. Non si argomenta, si cancella. Non è più pluralismo, è inquisizione laica. E intanto l’Occidente si compiace della sua tolleranza, mentre costruisce la più rigida delle intolleranze: quella che non ammette verità fuori dal proprio dogma.
Il problema non è solo politico, è antropologico e teologico. Quando si espelle Dio dall’orizzonte, quando si nega un ordine naturale e trascendente, qualcuno deve riempire quel vuoto. Ieri era lo Stato, il Partito, il Duce. Oggi è la Cultura dominante, il potere diffuso che decide cosa si può dire e cosa si deve tacere. Non è più questione di destra o sinistra: è la malattia dell’ideologia, il virus che muta e torna, sempre con la stessa pretesa di salvare l’uomo e finendo per opprimerlo. La libertà non nasce dall’omologazione, ma dal riconoscimento di un ordine più grande dell’uomo, che nessun potere può manipolare. Se dimentichiamo questo, torneremo a generare mostri. Non avranno più le camicie nere, ma le polizie del pensiero. Cambieranno le divise, ma non il principio.
E in questo scenario si inserisce un pericolo più grave: che la Chiesa, per timore di essere esclusa, finisca per allearsi con chi nega i suoi stessi principi. Non serve una dichiarazione esplicita: basta un silenzio complice, un “non disturbare”, un accomodamento tattico che si trasforma in resa strategica. È la tentazione di ogni epoca: salvare la pace sacrificando la verità. Ma così si paga il prezzo più alto: la propria identità. Forse in fondo c’è un senso di inferiorità, un complesso mai guarito. Da tre secoli il Vangelo è giudicato alla sbarra dell’Illuminismo, e troppi cristiani hanno finito per vergognarsene. Oggi il rischio è di liquefare la fede per renderla compatibile con la mentalità dominante, come se la croce avesse bisogno di essere addolcita per essere accettata. Ma la croce resta scandalo. E se per sfuggire alla persecuzione si svuota il Vangelo, allora si commette il tradimento più grande: vendere Cristo per il prezzo di una tranquillità apparente. È la storia che si ripete: Giuda non è morto, rivive ogni volta che la Chiesa baratta la sua fedeltà con l’applauso del mondo. E alla fine, quel mondo non risparmia nessuno, ma lascia solo il silenzio di un sepolcro.