“Il mondo è come un torchio, che spreme. Se tu sei morchia, vieni gettato via; se sei olio vieni raccolto. Ma essere spremuti è inevitabile. Soltanto osserva la morchia, osserva l’olio. La spremitura ha luogo nel mondo attraverso la fame, la guerra, l’indigenza, la carestia, il bisogno, la morte, la violenza, la rapina, la cupidigia; queste sono le miserie dei poveri e le calamità degli stati, noi le sperimentiamo…Vi sono uomini che oppressi da tali calamità si lamentano e dicono: “come sono cattivi i tempi cristiani”…”. Questa è la morchia, che defluisce dal torchio nei canali di scolo: il suo colore è nero, perché essi bestemmiano: non risplende. L’olio ha splendore. Poiché qui è un altro genere d’uomo che subisce la stessa pressione e torchiatura, che lo depura: non è stata infatti una torchiatura a raffinarlo così?”
[Agostino, Sermones]
"In questo mondo malevolo, in questo tempo perverso, in cui attraverso l'abbattimento presente la Chiesa si acquista la futura elevazione e viene istruita con lo sprone dei timori e il tormento delle sofferenze, con i disagi del lavoro e i pericoli delle tentazioni, lieta soltanto nella speranza, quando sa esser lieta, molti malvagi sono mescolati ai buoni. Gli uni e gli altri sono, per così dire, radunati nella pescagione del Vangelo e chiusi nelle reti nuotano, senza distinguersi, in questo mondo come in un mare, fino a che si giunga alla riva, dove i cattivi sono separati dai buoni e nei buoni, come nel suo tempio, Dio sia tutto in tutti. Perciò avvertiamo che si adempie la parola del salmista il quale diceva: Ho annunziato e proclamato: sono aumentati al di là di ogni numero" De Civitate Dei
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