Estraggo e pubblico di seguito lo scritto di un lettore, che merita attenzione, soprattutto perché rispecchia un 'sentire' di fatto dissonante dalle nuove istanze 'mondane' che pervadono attualmente la Chiesa e dalle quali non sono immuni, in primis, gli Ordini religiosi.
Sono esse all'origine del commissariamento dei FFI, evidente tentativo (finora riuscito) di imborghesirli, di scarnificarli di tutta la spiritualità originaria uniformandoli e normalizzandoli. Del resto è evidente la "rieducazione" dei seminaristi che ancora sono rimasti, recentemente ricevuti dal papa [qui].
Sappiamo, de fide, che la vittoria finale non potrà essere che dell'Immacolata; ma al momento la situazione è sconfortante.
Sono esse all'origine del commissariamento dei FFI, evidente tentativo (finora riuscito) di imborghesirli, di scarnificarli di tutta la spiritualità originaria uniformandoli e normalizzandoli. Del resto è evidente la "rieducazione" dei seminaristi che ancora sono rimasti, recentemente ricevuti dal papa [qui].
Sappiamo, de fide, che la vittoria finale non potrà essere che dell'Immacolata; ma al momento la situazione è sconfortante.
Grazie per questa bella testimonianza di fra Ambrogio [qui]; ho ritrovato lo stesso fervore, che nei lontani, ormai, primi anni ottanta, in una visita a Frigento con mons. A. Piolanti, esperimentai di persona.
L'impulso dato dal C. V. II, nella Perfectae charitatis, chiedeva di tornare alle origini del carisma dei Fondatori, ed allora molti Ordini religiosi in uno straordinario fervore, misero in atto il famoso "rinnovamento", sicuramente dettato da buone e sante motivazioni, ma i risultati sono visibili a tutti. Purtroppo il virus insinuatosi in tale processo, era il malinteso senso di libertà-liberazione, tutto mondanità, rispetto, al vivere sub regula...
Tutto andava cambiato, adattato al vivere moderno, si diceva, così vuole il Concilio: tutto è stato stravolto! Non vi è più nessuna distinzione fra un Ordine e l'altro, se non al senso di appartenenza (non parlo di abito, anche, ma dell'habitus legato al carisma!). Altro equivoco: in Ordini monastici o semicontemplativi: la pastorale. Dunque: fuori dai conventi, come se lo specifico religioso, non fosse e non sia pastorale... Chi era attento agli aspetti tradizionali: liturgia, abito, disciplina e pratiche (Rosario! etc.), era visto come persona problematica da psicologo... Quante vocazioni perse, quanti drammi personali, quanti abbandoni!
Capisco tutto ciò che scrive fra Ambrogio. Ai miei tempi i problemi venivano dai superiori prossimi, non così in alto! In tutti questi anni, ed in questa circostanza, una frase di S. Giovanni Crisostomo mi ha sempre guidato: la vita monastica non è questione solo di abito, ma è cura del monaco interiore! Oltre le circostanze contingenti, o le scelte che verranno di volta in volta attuate, la consacrazione battesimale ci chiede la cura del monaco interiore che ha come prototipo Gesù stesso nell'osservanza dei voti o come oggi si usa dire, consigli evangelici. (Salvianus)
Questo E' il succo !
RispondiEliminaPensando su tutte le azione di Cardinal de Aviz e di Pd Volpi e i suoi contra i FFI per normalizzarli, sembra che un motivo fondamentale è la prova di imporre una psicologia ideologica trattatto dagli errori moderni, conforme alle dottrine massoniche e modernistiche secondo le quale la vita religiosa tradizionale mariana non trova oltre che condanna.
RispondiEliminaUna domanda che sorge in mente, anche è questo: essendo che Arcivescovo Bergoglio aveva poco contatto con i FFI prima, forse era condizione della sua "elezione" che egli perseguita i FFI.
Dal punto di politica ecclesiastica perversa, sembra molto conveniente che Bergoglio perseguita i FFI: perche altrimenti la sua rivoluzione massonica che impone sulla chiesa con ogni atto e ogni parola perversa infedeli avrebbe un esemplare contrario in loro. E fra poco la gente avrebbe avuto un spinto per condannare Bergoglio per le sue eresie e i suoi errori.
Romano
E' una frase che riassume tutto. E cosi' si giunge al cuore del problema che, a mio avviso, poggia da un lato sulla trasmissione delle Fede: una Fede che deve rimanere immutabile a prescindere dalle contingenze temporali e mondane (altrimenti non sarebbe piu' "la" Fede, ma qualche altra cosa declinabile in un numero imprecisato di accezioni, semantiche e contenutistiche). Dall' altro, appunto, sul modus operandi dei Consacrati che, proprio per il fatto di essere stati "consacrati", hanno un ruolo diverso da quello dei laici ai quali devono (o purtroppo, visto come vanno le cose, dovrebbero) trasmettere la Fede senza interpretazioni personali, senza adattamenti di circostanza. Una trasmissione che passa tramite la "parola" (laddove per parola intendo la "Parola" di Dio, non il bla bla di cui sono piene le bocche degli odierni consacrati ed i loro inutili documenti stile polit-buro) ma anche tramite l'esempio. Il consacrato e' chiamato alla cura delle anime, all'apostolato, ma soprattutto alla preghiera. La famigerata "pastorale" e' stata come il "tana libera tutti" che ha svuotato chiese e conventi in nome della pseudo necessita' che la Chiesa si aprisse al mondo. Necessita' (chi, come me, ha vissuto quei tempi, lo ricorda bene) non richiesta dalla stragrandissima maggioranza dei fedeli ma da una minoranza rumorosa e ben organizzata di consacrati e laici animati da discutibili intenzioni.
RispondiEliminaAdesso, dopo cinquant'anni, finita la sbornia restano le macerie. Torna il bisogno di spiritualita', di silenzio e di quella vita contemplativa che fin dal Medio Evo e' stata asse portante della nostra Fede. Ma oggi gli irriducibili epigoni della stagione post conciliare sono al potere e per nulla al mondo accetterebbero di riconoscere il proprio fallimento. E soffocano ogni tentativo di tornare sulla retta via. I FI pagano soprattutto per questo.
A proposito di cella interiore in cui ciascuno di noi è monaco...
RispondiEliminaOggi credo stiano venendo al pettine i nodi irrisolti di una terribile apostasia sotterranea, condotta non attraverso la manifesta abiura dei dogmi, bensì una loro astuta e sapiente "decostruzione", utilizzando le terminologie tradizionali, ma vuotandole progressivamente del loro vero significato, fino a far ricascare gli stessi annunciatori della Redenzione operata dal Salvatore nel peccato originale che il battesimo dovrebbe cancellare: mettere l'uomo al posto di Dio!
Molti pessimi teologi hanno inoculato un nutrimento velenoso nei tralci della vite che ora produce frutti cattivi pur essendo una pianta buona, costituendo una variante inedita, molto transgenica, sia del racconto della Genesi, sia del monito di Gesù sulla bontà dei frutti e delle relative piante. Di fatto la nostra amata Chiesa, la Chiesa che ci ha generati alla fede e ci è Madre, in molti casi sta avvelenando i propri figli.
La sana teologia non è affatto un astratto ragionare "su Dio" o "di Dio", ma un umile disporsi a ricevere (in parte mediante gli strumenti della ragione, ma soprattutto misticamente e spiritualmente anche in persone piccole e semplici) la Sua rivelazione, si è lasciata irretire dalle montanti pretese che da Cartesio sono proseguite in Kant e Hegel, passando per Heidegger, finendo con il pensare che in fondo anche "Dio è un'idea". E di chi è questa idea? Dell'uomo!
Dopo secoli di "esperienza di Dio" (la Bibbia) e di razionale disputa teologica dei Padri, sancendo dogmi che non sono astruserie dell'ingegno umano, ma la definizione di come Dio si è rivelato all'uomo in Cristo, vero Dio e vero uomo, passando per geni come S. Agostino e S. Tommaso d'Aquino (la cui "scolastica" è stata raccomandata persino dal Concilio Vaticano II, poi tradito), si è arrivati a rimettere nell'umanità, e proprio dentro la Chiesa, la perniciosissima bestemmia che il pensiero fondi l'Essere e non viceversa!
Il Creatore non è più colui che ci pensa (e ci dona la facoltà di pensarlo, la "capacità di Dio" secondo il Catechismo), bensì noi, creature di un "Dio idea", Lo pensiamo!
La nostra stessa esistenza umana sarebbe così una domanda di senso alla quale Dio risponderebbe con Cristo, un uomo che costituirebbe l'autorisposta dell'uomo (di un uomo all'uomo): Dio a questo punto sarebbe solo la completa e pura conoscenza dell'uomo di sé, e Cristo come uomo accetta la "promessa di Dio" in una sorta di perfetta autoconoscenza!
Come ha spiegato bene qualche critico di Rahner (i FFI hanno commesso il peccato di indagare pubblicamente e sistematicamente) è il cosiddetto "idealismo trascendentale" che mescola e confonde Creatore e creatura, natura e Grazia, relativizzando il dogma e identificando l'uomo con la "tensione a Dio" in un'autotrascendenza che rende incomprensibile sia il peccato che la Redenzione.
Tutto viene ridotto idealisticamente a "morale", a rapporto etico tra le creature, a "mondo", a un anelito atematico accomunabile a ogni esperienza religiosa per cui il cristianesimo viene dissolto in una fratellanza che sa tanto di gnosi massonica, che rifiuta il ruolo trinitario di Persona Divina allo Spirito santo (che diventa "amore", una relazione), tace il più possibile la natura divina di Gesù (visto come uomo saggio che non ha certo dettato dei dogmi, ma ha liberato dalla Legge), nega la divina maternità di Maria e concepisce Cristo "dal basso", in un'esperienza di popolo che su questa leva raggiungerà la salvezza autoredimendosi senza passare dal sacrificio di Dio per l'uomo!
Se questa lettura fosse una semplice opinione tra le tante, non si spiega la persecuzione che colpisce chi nella Chiesa odierna prova a dissentire.
Proverò poi a spiegare come cambia la visione stessa di Chiesa
Riprendo, e mi rifaccio a un contributo caro tra l'altro alla visione della Chiesa ortodossia, perchè il nostro cattolicesimo malato deve aver l'umiltà di accettare le buone medicine dei "parenti stretti".
RispondiEliminaLa salutare "divinizzazione" dell'uomo, permessa dall'adozione a figli e dall'azione dello Spirito santo che ci fa conoscere il Figlio e così il Padre, sta diventando (per molte fette di Chiesa cattolica) la pretesa dell'uomo di farsi Dio secondo le categorie hegeliane: l'anima umana esprime lo "spirito universale", l'uomo possiede questo spirito, l'uomo è l'artefice del proprio destino.
Secondo questi novatores la storia è il divenire dialettico di questo pensiero, la teologia è solo un discutere con il mondo in ogni epoca e pensiero, assimilando tutto ciò che lo feconda: ad esistere non è ciò che E' (Dio eterno), ma anche il semplice tentativo di pensare ciò che potrebbe esserci... l'essere è "nel concetto" (da Cartesio a Kant) e lo vivo esistenzialmente.
L'esito tragico di questo minestrone (denunciato tra gli altri da Mons. Gherardini e Padre Cavalcoli) di idee che perde di vista la Verità per inseguire i dialoghi è (ancora non sufficientemente evidente, per la capacità di confondere le carte e la carità comunque necessaria nel comunicare la diagnosi) l'apostasia.
La Chiesa nasce con la Pentecoste. Non a caso la festa in cui gli ebrei ricordano la consegna della Legge da Dio a Mosè! Dio che si è rivelato ad Abramo e che ha liberato il popolo dalla schiavitù, adesso consegna una Legge aprendo il Cielo alla terra. Da quell'apertura Dio entrerà nella storia, facendosi carne! Cristo è la porta del Cielo e Maria la porta umana per trasformarla divinamente!
La Chiesa non nasce per risolvere le contraddizioni del mondo (che ci sono ancora tutte, dopo secoli di annuncio cristiano) ma per comunicare alle creature che c'è una porta aperta verso il Cielo.
La Chiesa della Pentecoste guarda a Dio, alla vita eterna. Vive di grazia, adora, prega e così può divinizzare l'uomo secondo le promesse di Cristo, vero Dio e vero uomo. La Chiesa è una realtà mistica. Non è un'istituzione (che in certe espressioni gerarchiche obbliga all'obbedienza anche quando non mostra fedeltà ai suoi stessi dogmi) volta a "fare" a promuovere la tolleranza (concetto illuministico), a fare dell'uomo "un dio" a se stesso che possa fare a meno di Dio, quello vero, rivelato da Cristo. Questa Chiesa modificata fa dello Spirito santo un ideale di vita e del vangelo un programma politico per dar corpo all'ideale. Non c'è "corpo (e sangue) di Cristo" , ma solo il nostro corpo, la nostra dimensione sociale, l'al di qua che assorbe ogni nostra attesa, persino dei miracoli.
Quando e dove la Chiesa cessa di essere un mistero, una realtà mistica e metastorica, al massimo è un'organizzazione che dispensa (quando va bene), delle consolazioni psicologiche e aiuti umanitari, auspicando opportune scelte politiche, seppur "in nome di Dio" ma avendo a cuore solo l'uomo. Una Chiesa che ama "far casino", arrivare a sirene spiegate come l'ambulanza, organizzare grandi happening, aprire tutte le porte togliendo il crocifisso dai muri...
Fa un po' più fatica a stare in silenzio, adorando Dio e confessando i peccati più brutti, che non riguardano le fragilità umane, ma la superbia e l'apostasia diffusa: forse importano poco ai mezzi di comunicazione, ma al Signore e alle anime più umili che vivono nascoste nella cella interiore del proprio cuore?
Se il Signore ci fa la grazia di accorgerci dei "segni dei tempi" è per prepararci. Perchè Lui lascia fare, attendendo il ritorno di ogni figlio scapestrato, anche i suoi figli prediletti. Ha solo posto una domanda molto importante: il Figlio dell'uomo troverà la fede quando tornerà sulla terra? Preghiamo tanto.
Se c'è stato un campo in cui Il Concilio, o ,,se preferite, il post- Concilio, è distruttivo, questo è proprio la vita religiosa.
RispondiEliminaDiceva un vecchio frate.
"Con il Concilio, è entrato in Convento il DDT". Non si riferiva *SOLO* all'insetticida cancerogeno. Era la sigla per DONNE (per quelli femminili Uomini), DANARI E TITOLI (nobiliari e/o accademici).
Ovvero, ai tre voti si aggiunti degli attributi:
OBBEDIENZA "dialogata".
CASTITà "arrangiata" (quando non proprio "coniugata").
POVERTà, MEGLIO NON PARLARNE!
Nella teologia eliogabalica del cardinale Braz de Aviz, forse la vita religiosa non sia una questione solo di abito, ma senz'altro è anche e sopratutto una questione di abito. Lo dimostra la sua bellissima collezione di parrucche. Oso dire che è la più bella tra tutti i prelati bergogliani.
RispondiEliminaLa distruzione di molti ordini dopo il Consiglio dovrebbe essere evidente a tutti, eppure quel corso d'azione è ancora perseguito. Il francescano dell'Immacolata sono stati una boccata d'aria fresca e il loro santo, preghiera e penitenza carisma è stato veramente necessario. E così è disprezzato da coloro che vogliono solo andare con il mondo. Questo nuovo 'governo' è radicato nella disobbedienza e ribellione e il desiderio di strappare il controllo; non durerà.
RispondiEliminaIn tempo di Dio, questa bella Istituto berestored. Possiamo solo pregare che accadrà prima che poi.
"Del resto è evidente la "rieducazione" dei seminaristi che ancora sono rimasti, recentemente ricevuti dal papa", così scrive mic nel corpus del thread...
RispondiElimina...e nel leggere le parole tanto accorate di San PIO X nel suo Motu Proprio di cui sotto riporto uno stralcio, oggi sembrerebbe TUTTO ROVESCIATO rispetto a quelle paterne raccomandazioni ai vescovi, cioè ai tempi attuali pare proprio - parafrasando ciò che dice il Santo Pontefice - che “chi non è modernista conclamato (oltre che acclamato, come tale) venga PROPRIO PER QUESTO estromesso da ogni incarico di reggere e di insegnare, o rimosso se già si trova con tale incarico…”, senza parlare, appunto, di ciò che soffrono alcuni uomini religiosi legati alla Tradizione...
SAN PIO X – dal Motu Proprio “SACRORUM ANTISTITUM”
“[…] A questi ordinamenti tanto Nostri che del Nostro Predecessore occorre volgere l'attenzione ogni qual volta si tratti di scegliere i RETTORI E GLI INSEGNANTI DEI SEMINARI e delle Università cattoliche.
Chiunque in alcun modo sia CONTAMINATO DA MODERNISMO, SIA TENUTO LONTANO SENZA RIGUARDI DI SORTA SIA DALL’INCARICO DI REGGERE, SIA DA QUELLO DI INSEGNARE: SE GIA’ SI TROVA CON TALE INCARICO, NE SIA RIMOSSO: si faccia lo stesso con coloro che in segreto o apertamente favoriscono il modernismo, o lodando modernisti e giustificando la loro colpa, o criticando la Scolastica, i Padri e il Magistero ecclesiastico, o ricusando obbedienza alla potestà ecclesiastica, da chiunque essa sia rappresentata; lo stesso con chi in materia storica, archeologica e biblica si mostri AMANTE DI NOVITA'; e infine, con quelli che non si curano degli studi sacri o paiono anteporre a questi i profani.
In questa parte, o Venerabili Fratelli, e specialmente NELLA SCELTA DEI MAESTRI, non sarà mai eccessiva la vostra attenzione e fermezza; dato che sull'esempio dei maestri si formano per lo più i discepoli. Poggiati dunque sul dovere di coscienza, procedete in questa materia con prudenza sì, ma CON FORTEZZA”.
Fuori argomento: il Papa ha rimesso, finalmente, il pallio di foggia classica e ha eliminato quello precedente, osceno. Cosa vuol dire????
RispondiEliminaSe rileggiamo ciò che scrive, tra le altre cose, il già fra Ambrogio nella lettera aperta a Bergoglio pubblicata nell'altro thread, cioè:
RispondiElimina"Almeno compensiamo a questo con una vita intensa nel sacrificio che costa di più alla natura umana, quello della preghiera notturna, del tempo personale… era questo l’intento di padre Stefano nel dare una spinta verso l’alto alla nostra vita! [...] Se si ha tempo di vedere FILM INUTILI, CARTONI ANIMATI O PARTITE DI CALCIO vuol dire che NON SI USA BENE IL TEMPO… siamo qui per salvare anime, che c’entra il calcio!"
..e lo confrontiamo con le disposizioni di SAN PIO X per i SEMINARISTI redatte nel Motu Proprio "SACRORUM ANTISTITUM" (in cui è annesso il cosiddetto Giuramento antimodernista"), possiamo coglierci subito la somiglianza con la linea seguita dai Padri Fondatori dei Francescani dell'Immacolata (naturalmente con le differenze legate all'epoca, ma la sostanza appare quella), con addirittura lo STESSO RIFERIMENTO A NON DOVER PERDERE TEMPO di cui parla l'ex-seminarista francescano:
Scriveva dunque San PIO X:
"Affinché i giovani [nota: si riferisce ai SEMINARISTI] NON PERDANO TEMPO nel seguire altre questioni e non vengano distratti dallo studio principale, VIETIAMO DEL TUTTO a costoro la lettura di qualsiasi quotidiano e periodico, anche se ottimo, PENA un onere sulla coscienza di quei RETTORI che non avranno vigilato scrupolosamente per impedirlo".
(da "Sacrorum Antistitum")
...ma ormai la bandiera con i colori modernisti e relativisti è da tempo pluridecennale innalzata come vessillo di questa chiesa 2.0, e mancava oramai solo la rappresaglia in grande e apertissimo stile contro tutti coloro che osano dissociarvisi...arrivata puntualmente anch'essa.
MATER ECCLESIAE, ORA PRO NOBIS!
Sempre apppresa da Rorate. È in pubblicazione (domani), l'intervista di Muller sulla teologia della liberazione (cioè le istanze sociali) come nuova forma mentis della chiesa.
RispondiEliminaLa forma mentis di un sudamericano che bisogna che noi europei ci diamo, d'altronde non ha detto l'ineffabile Bagnasco che l'Europa non è più il centro del mondo?Guardiamo al sudamerica e prendiamone esempio,lì i cattolici in 20 anni si sono dimezzati a favore degli evangelici protestanti che comprano, comprano anime e quant'altro.....meditateci su.
RispondiEliminaMi pare che Bergoglio ha mostrato pienamente e sufficientamente che non è cattolico per niente: inoltre, il Collegio dei Cardinali ha mostrato pienamente che la sua mala fede è sufficiente per loro, anzi i "conservatori" tra loro lo defendono...(che pazzia e disonestà!)
RispondiEliminaQuindi, a ragione del loro diritto divino e naturale, il clero Romano, cui respondere unicamente il diritto per eleggere, ha il diritto di convenire, condannare l'eretico, e di scegliere il vero successore di Benedetto XVI...essendo che il decreto di Paolo V, sufficit per condannare la validità apparente di Bergoglio
Essendo che il Cardinali sono mostrato in toto come consentatori alla perversità di Bergoglio, perdono il loro diritto positivo per eleggere: quindi quelli con il diritto divino e natural ricevono di nuovo la capacità per usarlo...
Sia che tra il clero romano esistono ancorca qualche Cattolico cristiano!
Osservatore
http://www.immacolata.com/index.php/it/35-apostolato/ffi-news/285-lettera-aperta-di-un-frate-studente
RispondiEliminaPeccato non si sappia il nome del frate studente...Lo contatterei personalmente per suggerirgli di consegnare la sua letterina, ben studiata, sottolineando che chi non ha espresso l'obbedienza e creato il putiferio, sono proprio coloro che ora lui tanto elogia. Ipocrita.
fr
Nella lettera del frate anonimo (perchè non darsi un nome? Che problema ci sarebbe visto che è con chi ha il potere?) leggo:
RispondiElimina"Senza la visione soprannaturale, senza lo spirito di obbedienza insegnato da San Massimiliano Kolbe – il quale dice che se il superiore comanda di fare una cosa e quella cosa non è palesemente un peccato, bisogna farlo, perché chi obbedisce non si sbaglia mai – senza questo presupposto, tutto crolla.
Noi che abbiamo professato i voti perpetui dobbiamo sapere questo meglio di tutti gli altri.
Chi non obbedisce – dice esplicitamente San Massimiliano –, è uno strumento del diavolo.
Ma, anonimo frate studente, CHI HA DISOBBEDITO al Superiore?
Dobbiamo dedurre che i 5 frati ribelli che si sono opposti a Padre Manelli sono uno strumento del diavolo?
Che è a causa della loro disobbedienza che tutto sta crollando?
Bisognerebbe riflettere prima di scrivere.
RispondiElimina"Quanto più noi religiosi dobbiamo accettare con fede la decisione del commissariamento voluto dal Papa − una decisione che egli ha preso dopo molta riflessione e dopo aver sentito tutte e due “le campane” − e di questo fatto ci ha assicurato egli stesso."
I fatti contraddicono il frate studente, il Papa non ha "sentito la campana" di chi è stato accusato, i Padri fondatori, i responsabili, i formatori non hanno avuto modo di difendersi davanti a lui, senza intermediari.
P.
La lettera del Frate studente ricorda certi articoli laudatori di Stalin o Mao o Tito pubblicati sulla Pravda et similia, quando stava per partire la caccia al dissidente, per rincuorare, diciamo così, i potenti che il gregge era buono e tranquillo, e non dare occasione alla stampa controrivoluzionaria e borghese delle democrazie capitalistiche occidentali di ricamare troppo su qualche testo dissidente arrivato fortunosamente oltrecortina. I comunisti, che siano vestiti alla Mao o da frati, non si smentiscono mai. Dovrebbero tener presente che molti di noi i tempi di Stalin, Breznev, Mao e Tito, ecc, se li ricordano benissimo, anche per esperienza diretta.
RispondiEliminaUsare poi il Nome di San Kolbe per parlare di un'obbedienza pelosa, lui che se fosse stato obbediente, non sarebbe morto in campo di concentramento…chissà quanto dà fastidio questa morte a certa gente…un cattolico, prete, morto in campo di concentramento… anche questo, forse, ha reso gli FFI un bersaglio.
R.Roccaforte
La lettera del frate studente o come darsi la zappa sui piedi.
RispondiEliminaCara Mic,
RispondiEliminaOggi mi ho ricordato male di qualcuna parole di Benedetto XVI sul ritorno della Chiesa alle opere prima del Concilio. E me sembrs che Benedetto ha parlato sul questo più di una volta. Ti ricorda di queste parole?
Questo punto è interessante, perchè i FFI, in certo senso, sono l'immagine di questo ritorno. E una volta comissariati i FFI, se io non ho ricordato male, se può dimostrare la esistenza di una rottura tra la volontà di Benedetto e la volontà di Bergoglio.
RispondiElimina"Francescani dell’Immacolata: Il Commissario Volpi liquida il diritto della Chiesa"
http://www.corrispondenzaromana.it/francescani-dellimmacolata-il-commissario-volpi-liquida-il-diritto-della-chiesa/