Gloria Riva, da Settimo cielo di Sandro Magister [qui].
Importante ricordare che la comunione non è per i perfetti, ma per coloro che stanno combattendo la buona battaglia. E chi è in stato di peccato - pur sempre sanabile, ma col pentimento, il proposito di uscirne con l'aiuto della grazia e il sacramento della riconciliazione - non può essere in comunione col Signore. Chiediamoci: qual è il ruolo dato alla grazia dai padri sinodali, rispetto alle acrobazie vernali travestite da teologia?
Importante ricordare che la comunione non è per i perfetti, ma per coloro che stanno combattendo la buona battaglia. E chi è in stato di peccato - pur sempre sanabile, ma col pentimento, il proposito di uscirne con l'aiuto della grazia e il sacramento della riconciliazione - non può essere in comunione col Signore. Chiediamoci: qual è il ruolo dato alla grazia dai padri sinodali, rispetto alle acrobazie vernali travestite da teologia?
Il Beato Angelico affresca una cella del convento fiorentino di San Marco con la comunione distribuita agli apostoli. […] Questa particolare versione dell’ultima cena è letta dall’Angelico in relazione alla celebrazione eucaristica. La tavola, infatti, è spoglia come una mensa d’altare e Cristo dispensa ai suoi pane e vino. Otto discepoli sono seduti a mensa, significando così gli invitati a nozze, quelli di cui parla anche il Vangelo di domenica scorsa, XXVIII del tempo ordinario. È il popolo dell’ottavo giorno che in profonda relazione con il mistero del Salvatore siede alla stessa mensa.
Vi sono però quattro sgabelli vuoti, lasciati da altri quattro chiamati alla mensa, i quali aspettano pazientemente il loro momento stando in ginocchio, cioè in atto penitenziale. Questi quattro simboleggiano quell’umanità che vorrebbe accostarsi alla mensa del Signore, ma ancora non può. Tra questi quattro, nella medesima postura, nella medesima attesa, sta anche Giuda. Lo riconosciamo per l’aureola nera e per la posizione un po’ arretrata.
La posizione in ginocchio ci informa sulla qualità di questo cibo che vuole da noi un cuore perfetto e contrito. L’affresco fa meditare se confrontato con le tipologie di discorsi che si vanno facendo oggi sulla celebrazione eucaristica e il mistero in essa significato. Oggi ricevere la comunione è guardato, a mio avviso, con eccessiva scontatezza, come se l’eucaristia fosse il termine naturale della messa e non piuttosto il coronamento per coloro che sono degni di accostarsi alla mensa del Signore.
La facilità con cui in questi anni i cristiani si sono avvicinati alla comunione, senza le dovute disposizioni e senza – spesso – essersi confessati ha generato una riduzione del mistero e del sacramento. Era senz’altro necessario correggere una certa eredità giansenista eccessivamente restrittiva e scrupolosa rispetto all’eucaristia ma, purtroppo come spesso accade nella storia, si è scivolati sul versante opposto senza avere modo di tenere il tutto in giusto equilibrio. […]
L’eucaristia è una iniezione di eternità, prepara e abitua l’uomo a stare con Cristo ma – come dicevano i Padri della Chiesa – essa è come il sale, conserva nello stato in cui sei. Se sei in grazia di Dio, sei conservato nel bene; se non sei in grazia di Dio si accelera il processo di corruzione. Lo dice appunto tutta la vicenda di Giuda che, dopo aver preso il boccone uscì e la sua uscita fu nefasta. Non solo tradì il suo Maestro con il quale aveva condiviso la mensa ma, e questo fu l’aspetto peggiore, disperò del suo perdono. Non ebbe la forza di pentirsi e di ritornare in seno alla comunità. Egli diede su di sé un giudizio inappellabile tale da togliersi la vita.
Troppo facilmente oggi si concede l’eucaristia anche a quelli che, regolarmente sposati o semplicemente fidanzati, si comunicano senza confessione; pertanto anche il discernimento sugli stati di vita irregolari, incompatibili con il sacramento della comunione col Cristo, è confuso e incerto.
Siamo certi che è necessario un giudizio di misericordia, ma senza dimenticare la verità. Siamo certi che molte persone hanno bisogno di essere accompagnate dentro un cammino nuovo, di consapevolezza e santità, ma questo senza dimenticare i gesti posti precedentemente in atto nella vita.
Il ricevere la Comunione e' guardato con eccessiva scontatezza perché ci hanno propinato molti dei nostro vescovi e dei teologi il concetto luterano di cena, abbandonando o mettendo la sordina a quello di sacrificio e poi perché il NOM e' carente della bellezza e della sacralità. Poi in questi ultimi anni ci si è aggiunta la Comunione sulla mano. Peggio di così ...
RispondiEliminaCarissimi tutti,
RispondiEliminasono un uomo di mezz'età che da sempre si è ritrovato con un' inclinazione omosessuale.
La mia coscienza mi ha sempre detto che non ho altra scelta che la castità.
Ho sempre escluso la possibilità di instaurare una relazione affettiva, il che mi è costato molta solitudine.
Ci sono stati lunghi periodi nella vita in cui non ce l'ho fatta ad essere sempre casto, ed ho avuto incontri occasionali, sfoghi di pura genitalità, ma mi son sempre sentito di essere in peccato mortale e quindi ho sempre evitato di comunicarmi.
Ora, leggendo certe cose, mi chiedo se non sono stato io a sbagliare, chi me l'ha fattofare, etc, ma sono pensieri che combatto e che so che vengono dal Maligno.
Incidentalmente, vi racconto un fatto:
molto tempo fa un collega mi disse che la Chiesa ammetteva le relazioni omosessuali fisse, e che l'aveva letto su di un libro comprato alle Paoline. Gli chiesi di mostrarmi il libro, era della Claudiana, quindi protestante.
Ecco come le persone poco informate o distratte possono essere fuorviate.
Che il Signore la benedica e la custodisca, Ggg e ci aiuti tutti!
RispondiEliminaGentile GGG, preghiamo tutti gli uni per gli altri. Mi sento di dire 2 cose, spero non ci resti male.
RispondiElimina".... ma mi son sempre sentito di essere in peccato mortale e quindi ho sempre evitato di comunicarmi."
nel suo percorso, che è comunque un percorso di ricerca di conversione e santificazione, se pentito per quando non ha saputo resistere, può accostarsi di cuore alla Confessione per quelle cadute, e c'è la possibilità di accostarsi all'Eucarestia, nel desiderio e impegno di non sfociare più...nell'atto.
Anche chi non ha vissuto la sua vicenda, per altre cose deve ugualmente combattere, emendarsi e santificarsi. Sembrano rinunce al momento, ma con che contraccambio?
L'amicizia col Signore, la Sua Grazia, i tesori soprannaturali ed eterni che ci ha preparato.
Questo percorso che è accidentato, osteggiato a volte riesce meglio se teniamo fissi gli occhi su Gesù, su quanto ha fatto per noi. Restiamo saldi su di Lui e cerchiamo di non lasciarci troppo intristire dal gossip e dagli strafalcioni della nostra povera Chiesa.
Gesù diceva a tutti coloro che l'hanno riconosciuto e creduto "Siate Santi!".
vale per tutti noi, da qualunque strada passata proveniamo.
Non pensi mai "chi me l'ha fatto fare", ecco Chi, Gesù ci chiama individualmente e anche lei ha sentito la Sua voce. Facciamo che sia Lui a vincere le nostre debolezze, diamoGli spazio, e restiamo attaccati ai Sacramenti, specie lì dove vengono celebrati con onore e senza banalizzarli.
Per il resto, che il Signore ci aiuti tutti quanti.
Anni fa più volte ascoltai Forte a radio Maria. Già allora ebbi l'impressione che riuscisse a parlare per un'ora continua senza però dire nulla di sostanziale. Insomma, una vendita di fumo. Forte sarebbe stato un ottimo politico italiano.
RispondiEliminaForte sarebbe stato un ottimo politico italiano.
RispondiElimina15 ottobre 2014 19:49
Suo fratello è stato sindaco di Napoli.
Meglio così che Kasper abbia giudicato i vescovi africani. Così si saprà che il suo animo e' colmo di razzismo. Grave per un cattolico, gravissimo,per un vescovo.
RispondiElimina@ anonimo delle 19,49: buon sangue non mente.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSuo fratello...
RispondiEliminaAh, ' mo sci scpiega tutto- da pronunciare alla napoletana.
Un altro " bell guaglione" , tipo De Magistris, Schettino, " Faccia d' angelo"...
Come scriveva il Gallone: " ah, le preziose mani rubate alla venga !"
Rr
@ Ggg
RispondiEliminaCarissimo,
forse senza accorgersene ha fatto anche lei una professione di fede dicendo:
La mia coscienza mi ha sempre detto che non ho altra scelta che la castità. Ho sempre escluso la possibilità di instaurare una relazione affettiva, il che mi è costato molta solitudine.
E ha pure umilmente ammesso che è comunque un peccatore:
Ci sono stati lunghi periodi nella vita in cui non ce l'ho fatta ad essere sempre casto ... ma mi son sempre sentito di essere in peccato mortale e quindi ho sempre evitato di comunicarmi.
Ebbene condivido quanto le ha ben detto Josh, anzi, la sua è una situazione "privilegiata", poiché ha la fede e riconosce pure di essere peccatore.
Se posso darle un consiglio anch'io le suggerisco di approfittare della vera misericordia di Dio e trovi la forza ed il coraggio di confessarsi e poi comunicarsi. Ritroverà la serenità e quel che ben più conta la grazia di Dio che la aiuterà e le darà la forza per cercare di resistere ad eventuali nuove tentazioni.
E se la carne è debole e dovesse ricadere, sii umile e ritorna a confessarti e comunicarti.
Già la tua sofferenza, perché ti rendi conto della tua situazione, è un segno di contrizione, condizione indispensabile per ottenere l'assoluzione.
Vedrai che con la pazienza, nel tempo arriverà anche la santificazione!
Le sono vicino nella preghiera.
letture consigliate ai "sinodali" (quelli in buona fede)
RispondiEliminagender e dintorni:
http://www.rassegnastampa-totustuus.it/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=143
Leggendo la relatio post disceptationem della premiata ditta Erdo & Forte sembra di avere a che fare con gli articoli di Adista.
RispondiEliminaAvendo visto la foto di Forte da giovane '68 ino, pubblicata su Rorate coeli, posso proprio dirlo: - ma che bel guaglioncello ! Faccia da attore, modello, cantante, steward, ...Ah, la bella faccia rubata allo showbiz!-
RispondiEliminaRr
@ Rr: dissento. Braccia rubate all'agricoltura.
RispondiEliminaAlessandro, sopra citavo Prof. Gallone, gran chirurgo ed autore del testo in uso in molte Università italiane a miei tempi. Lui appunto commentava, di fronte a certi disastri operatori, "ah, le preziose mani rubate alla vanga", modo più elegante di dire quel che hai detto tu.
RispondiEliminaPero, sai, il mondo contadino era più tradizionalista di quello cittadino, tanto più se cosmopolita come Napoli e Roma. Nelle grandi città e' più facile mimetizzarsi, confondersi, sentirsi meno diverso...
Rr
L'OBLIO DELL'ASCESI
RispondiEliminaOsservazioni a margine del recente sinodo vaticano sulla Famiglia.
http://traditioliturgica.blogspot.it/2014/10/che-succede-quando-in-una-chiesa-non.html
Ecco il commento atteso.
E se dietro tutto quello che sta accadendo al sinodo, cioè il tentativo di colpo di stato dottrinale, ci fosse un motivo un po' più basso e cioè il pagamento, da parte dell'eletto, del dazio ai tedeschi per essere stati i suoi grandi elettori e i trascinatori nell'ultimo conclave? Se capitolazione ci fu, essa poi deve essere onorata. Forse i tedeschi avevano mandato la cambiale in pagamento.
RispondiEliminaE da' la Sistina alla Porsche per lo stesso motivo ? Deutschland ueber alles, che vuol dire sopra tutto, sopra ogni cosa.
RispondiEliminaAdolf starà pensando, nell' aldilà: " ah, afessi trofato uno come Percoglio, altro che Mussolini !"
Rr
2 Tessalonicesi 2, 11-17
RispondiElimina"E per questo Dio manda loro una potenza d'errore che li faccia credere alla menzogna, affinchè siano giudicati tutti coloro che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nell'iniquità."
Nel testo sacro, "manda loro", è un presente e non un futuro. Quindi pare esprimere non tanto un tono profetico da realizzarsi in futuro in un momento puntuale, ma una legge stabile del governo di Dio rispetto alle creature morali, secondo cui chi rifiuta con insistenza di accogliere la verità e di ubbidirla, alla lunga, colmata la misura, è abbandonato alla potenza dell'errore.
Il credere o non credere alla verità morale e religiosa è cosa che dipende sia dal cuore che dalla mente, è questione sia morale che intellettuale.
Similmente S. Paolo sui pagani romani che rifiutano con protervia di convertirsi (Romani 1,18 e segg.) ma anche quel ch'è detto di Faraone (Esodo 9,12).
L'espressione ενεργειαν πλαυης (efficacia d'errore) è stata interpretata sia come «una potente inclinazione del loro cuore all'errore», ovvero «una potenza seduttrice che agisce con mezzi particolarmente efficaci per travolgerli sempre più nell'errore».
L'attività pervertitrice dell'anticristo stesso sarebbe presentata come una punizione dello sprezzo della verità, sopra gli uomini degli ultimi tempi, affinchè siano giudicati.
L'atto morale del respingere con insistenza e lucidità la verità di Dio per compiacersi nell'iniquità, è atto decisivo per l'orientamento di una vita umana e non può quindi sfuggire al giudizio di Dio che scruta le fonti della vita.
Sarà condannato il Seduttore ma non sono e non saranno tenuti innocenti (Naum 1,3) quelli che hanno troppo facilmente e volentieri ceduto alle seduzioni, specie se dotati di tutti gli strumenti per capire, intendere, ascoltare, approfondire, obbedire la voce del Signore.