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mercoledì 16 settembre 2015

Il cardinale Ouellet si oppone alla riforma sulla comunione ai divorziati

Ancora una voce autorevole che si oppone alla famigerata Linea Kasper.
Link alle altre opere dalle firme illustri: quiqui - qui - quiqui - qui

Canadian Catholic News 10 Settembre 2015 - In un libro appena pubblicato il cardinale canadese Marc Ouellet ha versato acqua fredda sulla questione dell'ammissibilità alla comunione per i cattolici divorziati risposati da parte della Chiesa.

Ouellet, uno dei prelati di più alto rango in Vaticano, Cardinale Prefetto della Congregazione per i Vescovi, ha pubblicato una traduzione in inglese di Mistero e sacramento dell'amore: Una teologia del Matrimonio e della Famiglia per la Nuova Evangelizzazione. Il libro è uscito in italiano nel 2007, quando Ouellet era arcivescovo di Québec e primate del Canada e successivamente pubblicato in francese. L'edizione aggiornata inglese arriva alla luce delle edizioni 2014 e 2015 del Sinodo sulla Famiglia.

Il tema del divorzio e della comunione dovrebbe essere di primo piano quando i vescovi si riuniranno a Roma il mese prossimo per un Sinodo ordinario che riprenderà le discussioni sulle questioni riguardanti la famiglia iniziate lo scorso autunno.
Il libro di Ouellet non offre alcun supporto a coloro che, come il cardinale tedesco Walter Kasper, hanno proposto per i cattolici divorziati risposati un percorso penitenziale per ricevere la comunione. Neppure è di supporto per i teologi che hanno sostenuto una maggiore apertura alle unioni dello stesso sesso.

Il libro spiega come si è evoluta la dottrina a partire dal Vaticano II, ma dà poche speranze a coloro che credono che la Chiesa ha bisogno di 'aprire' in ordine alla comunione per coloro che vivono relazioni irregolari.
Scrive Ouellet: Per la Chiesa, «non è questione di essere più o meno 'misericordiosa' per quanto riguarda le persone in situazioni irregolari, ma di prendere sul serio la verità dei sacramenti (i doni dello Sposo) e la loro dimensione missionaria».
Egli ha detto che la comunione non è solo nutrimento spirituale, ma è anche «un segno oggettivo che esprime sacramentalmente l'unione personale con Cristo, anzi è testimoniare Cristo nel mondo».
Scrive inoltre: «Coloro che sono divorziati risposati si trovano in una situazione che contraddice obiettivamente il legame ecclesiale inscindibile che hanno espresso solennemente davanti alla comunità».
Allo stesso tempo, Ouellet esorta la Chiesa ad aiutare le persone in situazioni irregolari per trovare «altri mezzi per esprimere la propria fede e l'appartenenza alla comunità».
L'Arcivescovo Terrence Prendergast di Ottawa, che ha approvato il libro, ha detto che spera che avrà influenza sui partecipanti al Sinodo di ottobre.
Prendergast in un'intervista via e-mail ha detto: «Il Sinodo sulla famiglia sia lo scorso anno che il prossimo mese di ottobre ha a che fare con le numerose sfide poste all'unità basilare della cellula fondamentale della società e della coppia al suo interno». «Durante il suo pontificato, san Giovanni Paolo II ha prodotto bellissimi scritti sulla famiglia e il loro valore resta immutato».
Ha quindi dichiarato: «Spero che i delegati sinodali porteranno questa sintesi a supporto delle questioni che cercano di affrontare, questioni che tendono ad essere inquadrate in categorie semplicemente sociologiche».
Prendergast ha elogiato l'intuizione di Ouellet su «L'amore trinitario che discende e tocca la Terra e la vita delle persone, in particolare di coloro che sono chiamati al matrimonio». Ha detto inoltre: «Questo è un brillante tour-de-force che può dare speranza a persone che a volte vedono nel matrimonio e nella vita familiare solo rottura, lotte, delusioni e sconfitte».
L' Arcivescovo di Montreal Christian Lépine, esperto sulla teologia del corpo di san Giovanni Paolo II, ha detto che
il libro di Ouellet è pieno di speranza perché mette «Cristo al centro; la Santissima Trinità al centro». «Alla fine si tratta di Gesù Cristo e del piano di Dio», «Questo libro vuole aiutarci ad accogliere con favore il piano di Dio nella nostra vita. In questo senso si tratta di un libro molto prezioso, e di un tema importante».
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

19 commenti:

  1. E Vittorio Messori incontra papa Benedetto

    http://www.lanuovabq.it/mobile/articoli-una-mattina-nelleremo-del-papa-emerito-13834.htm#.Vfj8e5ffNxA

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  2. Sarebbe interessante leggere, nel libro, in che modo " si è evoluta la dottrina".

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  3. http://www.lanuovabq.it/it/articoli-una-mattina-nelleremo-del-papa-emerito-13834.htm

    Messori e la "vita di preghiera" di Benedetto XVI:
    "su sua richiesta, ho cercato di fargli una sintesi della situazione ecclesiale, almeno così come la avverto. Alla fine non ha detto che: «Io posso solo pregare».
    Gli ho chiesto però di farci un dono: un De Senectute di ciceroniana memoria ma, ovviamente, in prospettiva cristiana, anzi cattolica, raccogliendo egli stesso per iscritto la sua esperienza senile, spesso dolorosa, e l’apertura sull’Aldilà, sulla vita vera che tutti ci attende. Una occasione preziosa per affrontare il tema di quel Novissimi che è stato rimosso da una Chiesa tutta e solo preoccupata non della salvezza eterna ma del benessere, per tutti, in questa vita.

    Ha scosso il capo, e mi ha replicato: «Sarebbe una cosa preziosa, più volte ho denunciato questo oblio della morte, questa rimozione dell’aldilà con ciò che ci attende ”dopo”. Ma lei sa che sono abituato a ragionare da teologo, a filtrare la realtà attraverso le categorie filosofiche, dunque non potrei scrivere nulla se non in questo modo. Ma, ormai, per un simile impegno mi mancano le forze per farlo». E poi: «Il mio dovere verso la Chiesa e il mondo cerco di farlo con una orazione che occupa tutta la mia giornata». Preghiera mentale o verbale, Santità? mi è venuto, forse futilmente, di chiedergli. Pronta la sua risposta: «Verbale, soprattutto: il rosario completo, con le sue tre corone, poi i Salmi, le orazioni scritte dai santi e i brani biblici e le invocazioni del breviario». Alla preghiera mentale provvedono le molte letture di testi di spiritualità affiancati a quelli di teologia e di esegesi biblica."

    Uomo di Dio dalla grande mitezza.

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  4. Ho già scritto in un altro thread:

    Da quel che scrive oggi Messori su La Bussola traggo un'unica conclusione: il solito "dire e non dire", della serie: "State contenti umane genti al quia... vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare". (citavo a memoria dal cell e qui separo i due termini della citazione che non è consequenziale nel testo di Dante)
    E dunque resta il dilemma che forse, se e quando, solo la storia chiarirà: vittima o connivente? O semplicemente 'modernista', per quanto edulcorato?

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  5. "Modernista edulcorato", bien vu… Mais pas moins nocif pour autant. Du reste beaucoup d’inquiétudes circulent quant à l’innocuité de la saccharine…

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  6. Ma avete letto fino in fondo la descrizione fisica che ne fa Messori? Magrissimo, sordo, e con vista precaria ed obbligato a carrozzella e deambulatori per fare piccolissimi spostamenti, a 88 anni e con 2 bypass cardiaci che deve fare? Siamo seri, per favore, quand'anche avesse detto qualcosa sul vdr, Messori non lo scriverebbe mai., Senectus ipsa valetudo est et de hoc satis.

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  7. Il fatto che "senectus ipsa est morbus" e non "valetudo" non giustifica nulla. L'esercizio del proprio munus non è determinato unicamente dall'efficientismo e dalla salute fisica. Il problema è che non era affiancato da collaboratori fidati, come normalmente dovrebbe avvenire... In definitiva, una persona lucida come lui, pur se provata fisicamente, poteva sempre essere in grado di portare a termine il suo mandato, che non è fatto solo di viaggi e di esibizioni mediatiche, che sono un di più (che in caso di necessità può venir meno) e che spesso diventa deleterio, come nell'esasperazione attuale...

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  8. Non so se in passato, su questo blog, avete già ricordato e commentato questa lettera "profetica"

    http://www.lucisullest.it/documenti-il-laicismo-lettera-dell39episcopato-italiano-al-clero-del-25-marzo-1960-quando-la-cei-era-guidata-dal-cardinal-giuseppe-siri/

    Altri tempi, altra tempra!

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  9. 2 bypass cardiaci o due interventi per pacemaker ? sono due cose completamente diverse. Ed in entrambi i casi, se gli interventi sono fatti bene, il paziente dopo sta meglio, non peggio.

    Oggi ho ascoltato parte della catechesi del VdR sulla donna. Aveva una voce a momenti molto flebile, in altri passi riusciva ad alzarla, ma parlava, o verosimilmente leggeva, con una certa difficoltà, che mi è sembrata maggiore che in passato.
    Siamo sempre stati abituati ad avere papi vecchi, anche moto vecchi o molto malati. Nessuno ha ma chiesto loro di essere baldi e giovani. Anzi ricordo ancora un certo sconcerto dei fedeli davanti al neoeletto Woytila, che sembrava quasi un attore hollywoodiano per la sua relativa giovinezza e prestanza.
    Io non avrei avuto alcun problema a continuare a vedere, ascoltare e seguire le celebrazioni di un BXVI quasi cieco e un po' sordo,ma ancora, a quanto pare, lucidissimo intellettualmente. Avevo già avuto GPII. Sempre meglio di quel che si vede ed ode ora.
    RR

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  10. @RR, anch'io avrei preferito vederlo sempre al suo posto, anche se non riuscisse a parlare, mi bastava il suo volto sereno, la sua calma e la sua autorevolezza, ma evidentemente il lato tedesco deve aver avuto il sopravvento, sai del mito dell'efficientismo teutonico, ma forse lui, avendo visto quello che facevano 'altri' al posto del povero GP2 malato, ha preferito non prestarsi al gioco. Non amo ripetermi, ma per me è stato un trauma dolorosissimo l'11 febbraio 2013, non ne esco perché non riesco né mai riuscirò a farmene una ragione plausibile ed accettabile, perché soprattutto il teatro di Mangiafuoco è ancora lì; alla fine comincio a pensare che ci meritiamo questo ignobile show perché non abbiamo creduto, sperato, pregato abbastanza, e BXVI è stato lasciato colpevolmente solo da chi avrebbe dovuto aiutarlo e sostenerlo......adesso è troppo tardi, ma la ferita brucia, sarà che finalmente avevo trovato un religioso di cui fidarmi. Panta rei, attendo sviluppi. Lupus et Agnus.

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  11. " ma la ferita brucia, sarà che finalmente avevo trovato un religioso di cui fidarmi.

    Condivido, Lupus et Agnus, e non siamo i soli.

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  12. Vittima, connivente, semplicemente modernista?

    Per me nessuna di queste ipotesi può applicarsi a Benedetto XVI, certo è stato vittima di un accanimento ignobile, e non escludo che ci siano stati lupi che abbiano evocato il rischio di uno scisma per intimorirlo, ma la sua decisione l`ha presa, solo, perchè in anima e coscienza, e dopo aver pregato, come ci ha detto lui stesso, ha giudicato fosse quella giusta visto il suo stato di salute.
    L`ho già detto e mi ripeto, nessuno sembra aver prestato attenzione al semplice rammento della realtà di quella caduta a Cuba, che probabilmene veniva dopo altre allerte, e di una probabile diagnosi non positiva sui rischi futuri di un ictus che lo avrebbe reso incapace di guidare la Chiesa.
    Benedetto XVI è stato un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore.
    servo dei servi di Dio, il suo potere era quello di essere al servizio della Chiesa, presagendo che c`era un rischio altissimo di non poter più essere quel "servo inutile" si è ritirato per non esporre la Chiesa ad una riedizione degli ultimi anni di Giovanni Paolo II.
    Anch`io avrei preferito che restasse, ma soffrivo di vederlo declinare sempre più rapidamente, temevo il peggio, il peggio è venuto ma non come lo temevo, se la realtà del suo stato di salute e dei rischi possibili se non probabili è innegabile, è altrettanto innegabile che la sua scelta ha aperto le porte al disastro attuale.

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  13. Non conosceremo mai le cause della rinuncia, in pieno anno della fede e con un'enciclica scritta a metà. Avesse aspettato l'autunno, ad anno della fede concluso ed enciclica pubblicata avrebbe avuto già più senso. Tante cose non le conosciamo, la salute malferma evidentemente non può essere un motivo sufficiente.

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  14. Alessandro Mirabelli16 settembre, 2015 19:51

    @ Luisa: la caduta dal letto non è avvenuta a Cuba ma in Messico, nel marzo 2012. Poi la cosa stupefacente e' che quando il Papa ha manifestato a Bertona la sua decisione di dimettersi costui, anziché cercare di dissuaderlo in tutti i modi come aveva fatto Benelli con Paolo VI, gli ha ricordato solo quello che c'era da terminare. Il libro, l'enciclica. Strano modo di comportarsi per un segretario di stato la cui nomina, sbagliata all'ennesima potenza, era stato tutta e solo opera di Benedetto XVI. Altre nomine discutibili: Canizares, voluto da Bertone in alternativa a Patabendige Don Ranijt, Levada, forse neppure teologo in senso proprio, ed altre in importanti diocesi: Marx, ad esempio. No, proprio non ha avuto collaboratori validi. Vedasi l'ignobile fuga di documenti. Lontani anni luce dal suo modo di agire con Wojtyla che lo definì l'amico fidato. Lui codeste parole proprio non poté pronunciarle.

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  15. Vittima, ovviamente. Basta camminare per le vie, guardare la TV, leggere i giornali in qualsiasi paese dell'occidente per rendersi conto dell'onnipotenza dei suoi nemici, che oggi possono fare impunemente quello che da secoli sognano. Tutto in lui lo dice, anche la risposta a Messori sulla catastrofe della Chiesa: "io posso solo pregare". Cioè, non posso fare altro . Sicuramente un ricatto colossale.

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  16. Ringrazio Mirabelli di avermi corretta, non so perchè ma ero restata su quel ritorno da Cuba e su quelle immagini in cui si vedeva Benedetto XVI palesamente stanco.

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  17. Una leggenda che mia madre mi raccontava da piccola, e'che Celestino IV ,pregando Dio di fargli capire cosa fosse meglio, se restare o abdicare, stava vicino ad una stufa, e sentiva una vice come lontna: - Celestino, dimettiti! Celestino, dimettiti!- Convintosi che fosse la voce di Nnostro Signore, si dimise. Invece era Bonifacio VII che aveva scoperto che la canna fumaria della stufa era accessibile dalla sua stanza e, sentendo Celestino pregare, aveva colto la palla albalzo.
    Domanda: chi saranno stati i Bonifacio che, a BXVI orante, avranno ripetuto: - Dimettit, dimettiti!-
    Rr

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  18. RR lo sai benissimo chi e quanti sono i Bonifacio VII, non costringermi a fare un elenco di iniziali......sai che su blog anglofoni e polish circolano strane voci sulla provvidenziale morte, opportunamente avvenuta, guarda caso, il giorno prima dell'udienza del processo di Wesolowski? Caspita che tempismo, proprio quando rumors dalla Polonia facevano trapelare l'ipotesi che avrebbe vuotato il sacco......"Prendila così, via non ne facciamo un dramma, tu conosci già i problemi miei"...... recitava una vecchia canzone di Battisti. Anonymous

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  19. Anonymous,
    io alla morte naturale di Weslowoski non ci ho creduto un attimo. Tuttala vicenda puzza d' insabbiamento fina dall' inizio. Sei imedia non fossero tutti asserviti, qualcuno lo avrebbe scritto. Ed avrebbe rilanciato la notizia cosi tempestiva della morte. Invece all' inizio titoloni su TV e giornali, poi silenzio.
    Eh, fosse successo con BXVI!

    Rr

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