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sabato 14 novembre 2015

don Elia. Credo la Chiesa

Cristo ha dotato la Chiesa di una struttura che sarebbe rimasta immutabile nella sua essenza, perché inaccessibile alle forze fluttuanti relative della città terrena. L’influenza dell’immagine mutevole della città terrena sugli uomini della Chiesa non avrebbe mai condizionato la perennità della sua essenza strutturale di Regno (padre Teodosio Maria della Croce).
Queste ispirate parole di un mistico greco fattosi cattolico, scomparso nel 1989, ci sono di grande conforto nell’ora tenebrosa che stiamo attraversando. Per quanto le sue guide, fino ai livelli più alti, possano lasciarsi influenzare dalle idee fluttuanti della città terrena, la Chiesa non può mutare né nella sua natura, che ne fa l’inizio del Regno di Dio, né nella sua struttura essenziale, invulnerabile rispetto alle forze occulte del mondo e immodificabile dalle vicissitudini della storia. È quest’anima eterna della Chiesa che noi crediamo, come si può percepire dal sussulto di vigore e di convinzione con cui un’assemblea di una dozzina di persone canta alla Messa Et unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam…

Questo è l’oggetto della nostra fede. Non quella sedicente Chiesa povera per i poveri che spende dodici milioni di euro per riorganizzare il Governatorato della Città del Vaticano e affida la gestione delle sue finanze ad una multinazionale americana. Non quella che si accanisce contro gli unici istituti religiosi che ancora praticano una povertà reale a differenza della quasi totalità degli altri, i quali, con il pretesto del rinnovamento della vita consacrata, hanno invece tradito il Vangelo e il carisma dei fondatori. Non quella che, ritrattando l’approvazione concessa all’Ordine da un Papa venerato come santo, si giustifica con il fatto che ormai è morto. Non quella diretta da qualcuno che, assuntasi la piena responsabilità della persecuzione, ne ammette subito dopo l’origine diabolica, osservando che il demonio è molto infastidito da quei frati e suore consacrati all’Immacolata…

Se queste notizie non fossero tutte registrate e verificabili, le si dovrebbe attribuire ad una fantasia delirante; ancora una volta, invece, la realtà supera l’immaginazione. Ma come si è potuti giungere a questa situazione aberrante e a simili farneticazioni? La risposta è ben nota: a partire da uno strano concilio i cui testi problematici hanno spalancato voragini dottrinali e morali, mentre quelli ambigui hanno potuto essere interpretati altrettanto bene in un senso che in quello contrario, a seconda della precomprensione del lettore, così che ognuno vi ha trovato conferma per le sue idee e letto ciò che più gli piaceva. Lo stesso metodo, cinquant’anni dopo, è stato adottato per stilare la relazione conclusiva di un’assise di ben più modeste proporzioni, ma che una certa corrente ha considerato ideale compimento di quanto sarebbe rimasto incompiuto e disatteso del cosiddetto spirito del Concilio: un testo redatto in modo tale da potervi leggere anche quanto non vi è scritto, attribuendo ad esso, oltretutto, un’autorità di cui è completamente sprovvisto.

Noi non crediamo questa “chiesa” mondana che non fa altro che porre domande, insinuare dubbi, provocare perplessità e suscitare inquietudini senza mai dare risposte chiare e inequivocabili né fornire indicazioni precise sul da farsi, ma demonizzando al contrario chi ancora si sforza di farlo e abbandonando il gregge allo sbando programmato, inculcato con ritornelli di facile effetto buoni a ipnotizzare le masse e pure chi le guida… Noi non ci lasciamo suggestionare dallo stridulo canto, amplificato dai megafoni del sistema mediatico, di quelle sirene che, conoscendo bene i meccanismi della psiche, introiettano nel subconscio di tanti fedeli falsi ideali religiosi che, alterando la loro coscienza, li rendono refrattari alla verità e alla grazia, dirottandoli su scogli mortali.

Noi non crediamo in quel nuovo umanesimo che, dopo aver negato il primato di Dio con la scusa di difendere l’uomo, ne ha cancellato la nozione stessa nella sua mente e abolito la legge nella sua vita. Noi non crediamo in un culto orizzontale in cui i mortali esaltano sé stessi e le loro imprese terrene, dimentichi del Giudizio, dell’Inferno e del Paradiso. Noi non crediamo in una liturgia consegnata all’improvvisazione di chi ritiene di doverla “animare” e al temperamento di quanti la “presiedono”, dandole ognuno il proprio colore e trasformandola spesso in uno squallido one man show. Noi non crediamo in Pastori che puzzino di pecora anziché profumare di Cristo; che parlino solo di velleità puerili che dovrebbero aiutar la gente a stare meglio sulla terra e mai di quelle impegnative vie di santità che portano in cielo; che valutino i loro sacerdoti in base all’ideologia dominante piuttosto che sulla sanità della dottrina e della condotta morale; che vedano e condannino soltanto i peccati di natura socio-economica, avallando quelli contro la vita e la famiglia…

Le condizioni di questa “chiesa” rivoluzionaria e libertadora sono ormai irrecuperabili; inutile farsi pie illusioni: non c’è più niente da fare nemmeno per il buon Dio, dato che la grazia suppone la natura e quest’ultima gli si ribella con ottusa pertinacia, deformata e irretita com’è dalle menzogne dei novatori. L’unica via percorribile è formare insieme piccole oasi di fede e di grazia in cui la vera Chiesa possa sopravvivere come nelle catacombe, in attesa di poter rifiorire una volta passata la bufera. Smettiamo di frequentare luoghi infetti di eresie, scandali e abusi; se le denunce all’autorità competente cadono nel vuoto, nessuno può impedirci di andare altrove, dove la verità rivelata non sia ignorata o presentata come un groviglio di norme e dottrine complicate che ossessionano i giusti ed escludono i peccatori; dove la santa Messa sia celebrata da Cristo attraverso un sacerdote che si faccia il più possibile umile per far trasparire Lui; dove la carità non sia un’illusione velleitaria di impossibili cambiamenti planetari, ma la sorgente nascosta di ogni più piccola azione, che le conferisce un valore soprannaturale ed eterno.

Credo la Chiesa… quella di Cristo, come Lui l’ha pensata, voluta e fondata, non come la vuole o la preferisce un semplice uomo che dovrebbe rappresentarlo, anziché demolire la Sua opera con idee da rivoluzione francese e da teologia della liberazione. Credo la Chiesa quale ospedale in cui i malati vengono curati e guariti, non illusi di non esserlo più con la morfina di una falsa misericordia. Credo la Chiesa quale corpo unificato e mosso dalla grazia, non da un “dialogo” senza criteri e senza obiettivi; un corpo certo ferito e sporcato dai peccati dei suoi membri (che possono sempre essere cancellati in caso di pentimento), ma non paralizzato dalla connivenza con il peccato stesso (alla quale non c’è rimedio). Credo la Chiesa quale ovile protetto dal recinto di verità e giustizia che il suo Signore le ha eretto intorno, non quale bivacco promiscuo, esposto a tutte le intemperie, da cui le pecore sono mandate allo sbaraglio, prive di guida e di orientamento.

Credo la Chiesa. Quella che sant’Ambrogio vede profeticamente e tipologicamente rappresentata dalla prostituta di Gerico che, grazie alla sua fede operosa nel Dio di Israele, viene incorporata nel popolo eletto e così salvata con tutta la sua famiglia (cf. Gs, 3; Eb 11, 31; Gc 2, 25): è la Chiesa composta di quei pagani che, con la loro conversione a Cristo, sono stati innestati sull’Israele di Dio e, mediante la grazia del Battesimo, resi di nuovo vergini per formare la Sua Sposa. Essa – come osserva sant’Agostino – deve sopportare nel suo seno la zizzania seminata dal nemico, cioè i falsi cristiani di cui il Padrone del campo attende il ravvedimento fino alla mietitura; quel giorno, infatti, essa sarà separata dal frumento per essere legata in fasci e bruciata nel fuoco eterno (cf. Mt 13, 30.40-42). Che la nostra fedeltà al Signore ne strappi coloro che rischiano di finirci per esser tornati a rotolarsi nel fango dopo essere stati lavati (cf. 2 Pt 2, 22).

Credo la Chiesa.

7 commenti:

  1. Noi non crediamo in quel nuovo umanesimo che, dopo aver negato il primato di Dio con la scusa di difendere l’uomo, ne ha cancellato la nozione stessa nella sua mente e abolito la legge nella sua vita.
    Noi non crediamo in un culto orizzontale in cui i mortali esaltano sé stessi e le loro imprese terrene, dimentichi del Giudizio, dell’Inferno e del Paradiso. Noi non crediamo in una liturgia consegnata all’improvvisazione di chi ritiene di doverla “animare” e al temperamento di quanti la “presiedono”, dandole ognuno il proprio colore e trasformandola spesso in uno squallido one man show. Noi non crediamo in Pastori che puzzino di pecora anziché profumare di Cristo; che parlino solo di velleità puerili che dovrebbero aiutar la gente a stare meglio sulla terra e mai di quelle impegnative vie di santità che portano in cielo; che valutino i loro sacerdoti in base all’ideologia dominante piuttosto che sulla sanità della dottrina e della condotta morale; che vedano e condannino soltanto i peccati di natura socio-economica, avallando quelli contro la vita e la famiglia…

    Bravo don Elia. Non si può affidare la propria esistenza a queste cose.

    L'unico problema è che, in assenza d'altro, bisogna coesistere anche con la "zona grigia".
    E avere tutta la carità possibile di figli alle presi con una madre malata.
    Senza dimenticarci di essere pure noi malati... e più soli, con una madre malata.

    Resta il Medico. Quello di famiglia.
    Dipende dall'umiltà dei malati il poterne seguire i consigli e le prescrizioni.
    Essere "pazienti" configura patimento, ma anche abbisogna tempo, da abitare di speranza.
    Non è, come dopo certi "concili", che si patisca meno o si guarisca prima o addirittura che ci si dichiari sani, dando dei malati a quelli che vedono troppi asterischi sugli esami.
    La realtà non muta. Bisogna essere pazienti. Uniti al Medico, che ha patito per noi.

    Perciò non credo alle favole e ai guaritori che non sanno che cosa dire di fronte alla tragedia di Parigi. La ragione del male, il peccato, è derubricata dal vocabolario di certi campeggiatori con velleità ospedaliere... Stiamo male veramente, perciò non sappiamo che farcene di sorrisetti, simpatia e battutine acide, ma solo silenzi quando c'è da dire qualcosa di forte di fronte alla morte!

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  2. Sono, purtroppo, pienamente d'accordo.

    Siamo arrivati al piccolo gregge.

    Combattiamo la giusta battaglia per il Purgatorio.

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  3. Caro Don Elia, noi crediamo in un solo Dio Padre Onnipotente, che ci ha dato la vita, e ci ha donato il Suo Figlio Unigenito per la salvezza, tramite la Crocefissione e la Resurrezione, noi crediamo la Chiesa, Una Santa, Cattolica ed Apostolica e di Essa ne professiamo la fede in Cristo - in conclusione crediamo in un solo Dio Trinitario e nella comunione dei Santi.
    Nella speranza che torni quel giorno di rivedere la bellezza di quella Chiesa che salva l'anima, e trema se solo uno dei Suoi figli si perde, perchè non sente più l'odore del Suo Cristo a causa di uno solo dei Suoi Ministri.

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  4. Ad Jesum per Maria, Mediatrice, Corredentrice e Avvocata nostra. Quante croci continua ad abbracciare Maria Santissima che ha scelto il giorno 13 per apparire a Fatima e, proprio nella XIII stazione della via Crucis, riceve tra le sue braccia il corpo straziato del Figlio, di cui può contemplare ogni singola piaga e dolore patiti per la nostra salvezza, mentre altri hanno scelto questo giorno per profanarlo, come gli attentati ieri a Parigi. Tra le sue braccia, appoggiati al suo Immacolato Cuore, il nemico infernale verrà sconfitto, ma dovremo offrire ogni preghiera, sacrificio e penitenza, perché giunga presto il suo trionfo.

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  5. "Non quella che, ritrattando l’approvazione concessa all’Ordine da un Papa venerato come santo, si giustifica con il fatto che ormai è morto."

    È successo anche questo?
    Chi mi sa dare indicazione sulla fonte?

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  6. La vera rivoluzione di Francesco è a colpi di nomine
    Negli Stati Uniti e in Italia le svolte più clamorose. Con nuovi vescovi e nuovi cardinali in "stile Bergoglio". In Belgio, la rivincita di Danneels su Ratzinger. Il trionfo del club di San Gallo
    di Sandro Magister
    http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351176

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  7. È successo anche questo?
    Chi mi sa dare indicazione sulla fonte?


    Mi pare evidente che in questo caso si riferisce allo stravolgimento delle costituzioni dei FI, che erano state approvate da Giovanni Paolo II.

    Ma c'è anche un altro aspetto che configura un 'oltrepassamento' analogo del magistero dei due predecessori:
    Non dimentichiamo che il Sinodo ha deciso di seguire quasi esattamente ciò che il Papa aveva detto nell'udienza generale del 5 agosto, durante la quale aveva espresso disaccordo con la tradizione di Giovanni Paolo II nella Familiaris consortio (1981) confermata da Benedetto XVI nella Sacramentum Caritatis (2007). Non li ha contraddetti esplicitamente. Ma ne ha citato i passaggi rilevanti, senza affermare le conclusioni finali e il Sinodo ha fatto lo stesso. Il silenzio sulla formulazione di Giovanni Paolo II, non significa certo consenso, ma che l'insegnamento precedente viene tagliato fuori...

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