Di Altare e Mensa nella riforma liturgica abbiamo parlato qui - qui - qui. Mentre sulla celebrazione ad Orientem [qui]. Non mancano approfondimenti sul mio saggio «La questione liturgica. Il rito Romano usus antiquior e il Novus Ordo Missae a 50 anni dal Vaticano II». Ed Solfanelli [qui], di cui a maggio scorso è stata stampata la Seconda Edizione.
Il 7 luglio scorso abbiamo ricordato il nono Anniversario del Summorum Pontificum che de iure, pur se stenta a realizzarsi de facto, ha sdoganato come tesoro della Chiesa universale il Rito Romano Antiquior [qui]. Nell'occasione riprendevamo parti della prolusione del card. Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, in apertura del Convegno “Sacra Liturgia UK” svoltosi a Londra (5-8 luglio).
Il cardinale, oltre a riproporre un’idea già espressa in precedenza:
«Contrariamente a quanto è stato a volte sostenuto, è del tutto conforme alla costituzione conciliare, è addirittura opportuno che, durante il rito della penitenza, il canto del Gloria, le orazioni e la preghiera eucaristica, tutti, sacerdote e fedeli, si voltino insieme verso Oriente, per esprimere la loro volontà di partecipare all’opera di culto e di redenzione compiuta da Cristo» (L’Osservatore Romano [qui], 12 giugno 2015).
dichiarava:
«Quando sono stato ricevuto in udienza dal Santo Padre lo scorso aprile, Papa Francesco mi ha chiesto di studiare la questione di una riforma della riforma e di come arricchire le due forme del rito romano. Questo sarà un lavoro delicato che richiede pazienza e preghiera. Ma se vogliamo implementare Sacrosantum concilium più fedelmente, se vogliamo raggiungere ciò che il Concilio desiderava, questa è una questione seria che deve essere attentamente studiata e per cui occorre agire con la necessaria chiarezza e prudenza». Di nuovo, nella circostanza, c'è l’indicazione di una data, a partire dalla quale il cambiamento ad Orientem andrebbe attuato: la prima domenica di Avvento (27 novembre 2016).
Ora arriva una secca smentita dalla Santa Sede, attraverso la penna ivi più accreditata [qui]. La riprendo pari pari dal punto che più significativo.
[,...]
Nei giorni scorsi il cardinale Sarah è andato nuovamente in udienza da Francesco. E nel pomeriggio di lunedì 11 luglio padre Federico Lombardi, nel giorno in cui è stata annunciata la nomina del suo successore, ha rilasciato una dichiarazione evidentemente concordata con il Pontefice e con il cardinale, che smonta la valenza dell’invito di Sarah e boccia pure l’espressione «riforma della riforma», già a suo tempo abbandonata da Benedetto XVI.
«È opportuna una precisazione - afferma il portavoce vaticano - a seguito di notizie di stampa circolate dopo una conferenza tenuta a Londra dal cardinale Sarah, Prefetto della Congregazione del Culto Divino, alcuni giorni fa. Il cardinale Sarah si è sempre preoccupato giustamente della dignità della celebrazione della messa, in modo da esprimere adeguatamente l’atteggiamento di rispetto e adorazione per il mistero eucaristico. Alcune sue espressioni sono state tuttavia male interpretate, come se annunciassero nuove indicazioni difformi da quelle finora date nelle norme liturgiche e nelle parole del Papa sulla celebrazione verso il popolo e sul rito ordinario della messa».
«Perciò è bene ricordare - continua Lombardi - che nella Institutio Generalis Missalis Romani (Ordinamento Generale del Messale Romano), che contiene le norme relative alla celebrazione eucaristica ed è tuttora pienamente in vigore, al n.299 si dice: “Altare extruatur a pariete seiunctum, ut facile circumiri et in eo celebratio versus populum peragi possit, quod expedit ubicumque possibile sit. Altare eum autem occupet locum , ut revera centrum sit ad quod totius congregationis fidelium attentio sponte convertatur” (cioè: “L’altare sia costruito staccato dalla parete, per potervi facilmente girare intorno e celebrare rivolti verso il popolo, la qual cosa è conveniente realizzare ovunque sia possibile. L’altare sia poi collocato in modo da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l’attenzione dei fedeli”)».
«Per parte sua il Papa Francesco - afferma ancora il portavoce vaticano - in occasione della sua visita al dicastero del Culto Divino, ha ricordato espressamente che la forma “ordinaria” della celebrazione della Messa è quella prevista dal messale promulgato da Paolo VI, mentre quella “straordinaria”, che è stata permessa dal Papa Benedetto XVI per le finalità e con le modalità da lui spiegate nel motu proprio Summorum Pontificum, non deve prendere il posto di quella “ordinaria”».
«Non sono quindi previste nuove direttive liturgiche a partire dal prossimo Avvento - chiarisce Lombardi - come qualcuno ha impropriamente dedotto da alcune parole del cardinale Sarah, ed è meglio evitare di usare la espressione “riforma della riforma”, riferendosi alla liturgia, dato che talvolta è stata fonte di equivoci. Tutto ciò è stato concordemente espresso nel corso di una recente udienza concessa dal Papa allo stesso cardinale Prefetto della Congregazione del Culto Divino».
Il portavoce Vaticano si è premurato immediatamente di smentire la notizia della "riforma",quando si chiedono altre precisazioni, ad esempio sull'esortazione AL, tutto tace!Teresa
RispondiEliminaI chiarimenti sull'AL li ha dati a La Civiltà Cattolica il card. Schoenborn. Ne abbiamo parlato.
RispondiEliminaLa situazione è grave...
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/07/11/caffarra-schonborn-sbaglia-e-questo-e-cio-che-vorrei-dire-al-santo-padre/
RispondiEliminaLa Redattrice di questo stimato blog sa come la penso al riguardo. Abbiamo fatto il nostro dovere appoggiando l'esortazione del Card. Sarah, che ovviamente riguardava la cd "forma ordinaria" del rito... anche se in cuor nostro sapevamo già come sarebbe andata a finire.
RispondiEliminaAlmeno però, c'è da tenerne conto, questa volta, a differenza del passato , la reprimenda cardinalizia è stata fatta alla luce del sole e pubblicamente con tanto di nota del portavoce vaticano.
Qualcosa sta cambiando nella comunicazione vaticana ?
Buona giornata a tutti.
Ridico qui quel che ho già detto nel post precedente, è inesatto affermare che Benedetto XYVI ha "abbandonato" l`espressione "riforma della riforma" e Tornielli, che così commenta la messa a punto di Lombardi, lo sa perfettamente visto che è lui ad aver intervistato e nel 2009 e nel 2010 Canizares.
RispondiEliminaE si vede quanto e come l`espressione "riforma della riforma" risultava già allora indigesta all`intelligentsia della Chiesa, non passerà, non deve passare!
Nel 2009 per confermare quel che lui stesso aveva preannunciato con una delle sue solite "fughe di notizie" ( recupero del latino, comunione in bocca, orientamento ad oriente almeno durante la consacrazione), articolo seguito subito da una secca smentita di Ciro Benedettini... Tornielli intervista Canizares che, pur non confermando nè smentendo, conferma che il suo "dicastero aveva lavorato intensamente e stilato delle proposte che il Santo Padre aveva approvato e che costituiscono la base del prosieguo dei lavori", un impegno voluto da Benedetto XVI per mettere un termine agli abusi liturgici nella liturgia riformata, dunque per applicare quella "riforma della riforma",
ma, già un anno dopo,
nel 2010, re-intervista di Tornielli a Canizares che afferma che è improprio parlare di "riforma della riforma", "«Non so se si possa, o se convenga, parlare di “riforma della riforma” e che bisogna piuttosto promuovere un "nuovo movimento liturgico".
Di quei lavori non se n`è più sentito parlare, tutto è svanito nel nulla, Tornielli nel 2009 con le sue "indiscrezioni" e tendendo il microfono a Canizares ha lanciato l`allerta e nel 2010, con la sua nuova intervista, ha potuto rassicurare che il pericolo era stato sventato...
-http://www.ilgiornale.it/news/interni/ratzinger-riforma-messa-basta-l-ostia-sulla-mano-298411.html
-http://tertiumnondatur.blogspot.ch/2011/02/ridateci-la-nostra-messa-la-messa-di.html
-http://blog.messainlatino.it/2010/12/intervista-al-card-canizares-tante.html
-http://querculanus.blogspot.ch/2009_10_01_archive.html
Mi correggo : Benedetto XVI!
RispondiEliminaSe gli ordini di usare il rito antico fossero stati dati sarebbero arrivati, invece il vescovo mio si è rifiutato...Il gioco massonico è stato di sistemare prima come vescovi dei loro e poi i biancovestiti.Il gioco è stato scritto un secolo fa almeno? E' stata una mossa benedettiana che è stato messo lì dall'antichiesa per fagocitare la resistenza:inutile illudersi che le cose siano doverse, fanno parte dello stesso gioco del poliziotto buono e cattivo, delle 3 campanelle...Quanto a bergoglio i tempi premono si vede chiaramente e l'antichiesa deve avere poco tempo (2017?) per cui urge smantellare veloce le rovine rimaste e lui è il personaggio adatto allo scopo come lo era il primo per fare l'apparente conservatore. Infatti non ci sono che abbracci e plausi tra i due. Stanno bene entrambi, sono vecchi entrambi...preparano entrambi la via all'AC ultimo?
RispondiEliminaQuanto alla smentita Bergoglio avrà detto quello che il cardinale ha riferito (serve a farli stare bravi in attesa del pensionamento) ma non ha problemi a dire il contrario pure.Il gioco esige entrambe le parti, si deve intervenire poi se la cosa viene risaputa...
http://www.catholicherald.co.uk/news/2016/07/11/cardinal-nichols-discourages-priests-from-celebrating-mass-ad-orientem/?utm_content=buffer7c043&utm_medium=social&utm_source=twitter.com&utm_campaign=buffer
RispondiEliminaUn Confiteor per questo esempio di obbedienza ( tra l'altro in anticipo sul programma del Card.Sarah )
Apprezzo sempre gli scritti di Luisa così pervasi di sincero amore per Benedetto XVI e mi auguro che non debba un giorno rimanere delusa per quel suo, e mio, sentimento... ogni tanto pare che l'anziano Ratzinger voglia smentire una parte di se stesso attraverso le recenti interviste ( per non parlare dell'ultimo discorso ai Parroci romani...)
RispondiEliminaCome ho scritto ieri sera su MiL "...la cosidetta "riforma della riforma" liturgica verrà attuata solo quando all'attuale leadership subentrerà, per effetto anagrafico, una nuova classe sacerdotale meno ideologizzata, condizionata cioè dalle posizioni "post sessantottine" della Chiesa-rivoluzionaria".
BXVI per primo ha dovuto rinunciare a quel progetto di "riforma della riforma" che aveva caratterizzato tutta la sua esperienza liturgica.
Non tutti, in Curia e nella Chiesa, erano in grado di percepire l'enorme ampiezza del progetto ratzinghieriano.
C'era troppa ideologia di mezzo ...
Possiamo tranquillamente dire che l'unico, vero e grande capolavoro di BXVI è stato il Motu Proprio Summorum Pontificum.
Buona giornata
Un Confiteor !
RispondiEliminaThe priest, FACING THE PEOPLE and extending and then joining his hands, invites the people to pray -INSTITUTIO GENERALIS MISSALIS ROMANI 146
11:11 PM - 10 Jul 2016
https://twitter.com/antoniospadaro/status/752248886085976064?ref_src=twsrc%5Etfw
visti i gusti liturgici di Bergoglio non ho creduto neanche per un momento che come dice Sarah " il papa gli avesse detto di studiare una riforma della riforma".
RispondiEliminaLe cose invece devono essere andate secondo questo scenario: il card. Sarah in udienza dal papa dice " mi piacerebbe iniziare a studiare una riforma della riforma", il papa annoiato e che già sta pensando ad altro risponde come si fa con gli allievi petulanti e rompiballe: "ma si fa pure...." intendendo con questo " sei hai tempo da perdere in una cosa inutile..."
Quando poi ha visto quanto dichiarava il card. deve essere andato su tutte le furie, visto il tenore della pubblica reprimenda.
Antonino
RispondiElimina@ Quale "riforma della riforma"?
L'unica sensata "riforma della riforma" sarebbe quella di frequentare tutti e per sempre
la S. Messa di Rito Romano Antico (OV). Nella S. Chiesa non possono coesistere due riti della S. Messa, il secondo dei quali inventato di recente, a tavolino, e con la collaborazione dei Protestanti eretici! Parvus
Totalmente in accordo con Parvus! Non è più tempo delle mezze misure.
RispondiEliminaSiamo giunti al dentro o fuori. Si, Mic, il momento è grave!
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/papa_francesco_rimette_in_riga_il_cardinale_sarah_capofila_della_fronda_tradizionalista-1851521.html
RispondiEliminaLa Chiesa Cattolica ridotta a una soap opera .
Mic, Google mi blocca tutti i "consiglia su Google" che metto agli ultimi post dal mio account Google.
RispondiEliminaSuccede anche a voi?
Siamo giunti al dentro o fuori.
RispondiEliminaChe pizza con questo "dentro o fuori"! È chiaro che noi siamo sempre dentro la Chiesa che è il Corpo mistico di Cristo e da sempre ci siamo dissociati da ogni deviazione o stortura.
A nessuno di noi è dato il "chiamarsi fuori", che equivale a dichiarare uno scisma. Non siamo noi gli scismatici ma in ogni caso a noi compete il denunciare e rettificare, fondati sul Magistero perenne. Le patenti di appartenenza o di scomunica non ci appartengono. A che serve star sempre lì a tirarle fuori?
"!L'unica sensata "riforma della riforma" sarebbe quella di frequentare tutti e per sempre
RispondiEliminala S. Messa di Rito Romano Antico (OV). Nella S. Chiesa non possono coesistere due riti della S. Messa"
si tratta di una posizione inaccettabile secondo la dottrina cattolica più tradizionale.
E allora il rito ambrosiano? Vorrebbe abolire anche quello? E il rito bizantino che i greco cattolici usano, vorrebbe abolire anche quello e che tutti celebrino in rito romano antico, anche gli altri orientali cattolici come i maroniti, gli armeno, i siro e i copto-cattolici?
Piu' che mai dentro la Chiesa Cattolica .
RispondiEliminaOgnuno al proprio posto pregando e sperando .
Senza rancori e senza odio .
Madre del Buon Consiglio prega per noi .
E allora il rito ambrosiano? Vorrebbe abolire anche quello? E il rito bizantino che i greco cattolici usano, vorrebbe abolire anche quello e che tutti celebrino in rito romano antico, anche gli altri orientali cattolici come i maroniti, gli armeno, i siro e i copto-cattolici?
RispondiEliminaProvocazione inutile e frutto di ignoranza. Per noi è scontato che nella Chiesa latina, per disposizione di San Pio V, coesistono, perché non abrogati, i riti all'epoca più antichi di 200 anni...
Non credo che il card. Sarah abbia mentito. È lo stile bergogliano parlare da politico, e per compiacere Sarah gli avrà detto qualcosa a proposito della riforma della liturgia. E il povero cardinale, da persona srria qual'è avrà creduto che dicesse sul serio.
RispondiEliminaChe desolazione! Mi è sempre appatso impossibile comunque che i preti e i vescovi avrebbero obbefito al ripristino della celebrazione verso oriente. È ancora un argomento tabù per la maggioranza.
In più occasioni il card Sarah ha espresso il suo pensiero sulla liturgia. Non è plausibile che non lo abbia esternato al Papa nel corso dell'udienza precedente al Convegno e alla sua dichiarazione.
RispondiEliminaÈ la confusione che regna sovrana e il diktat contro la tradizione che cade come maglio inesorabile nei momenti di possibile apertura....
In ogni caso se l'esito della Riforma della riforma dovesse essere il famigerato ibrido sia pure nella remota ipotesi di mettere a rischio il VO, meglio lasciare le cose come stanno.
In più occasioni il card Sarah ha espresso il suo pensiero sulla liturgia. Non è plausibile che non lo abbia esternato al Papa nel corso dell'udienza precedente al Convegno e alla sua dichiarazione.
RispondiEliminaÈ la confusione che regna sovrana e il diktat contro la tradizione che cade come maglio inesorabile nei momenti di possibile apertura....
In ogni caso se l'esito della Riforma della riforma dovesse essere il famigerato ibrido sia pure nella remota ipotesi di mettere a rischio il VO, meglio lasciare le cose come stanno.
Era ovvio che le dichiarazioni del cardinal Sarah non avrebbero avuto lunga vita...
RispondiEliminaIl problema della Messa è tutto racchiuso nella liceità di modificare e cambiare il rito della Messa per conferirgli altri scopi e valori. La risposta, forti anche degli anatemi del Concilio di Trento, è ovvia: la Messa non si tocca. Se piccole variazioni intervengono sono e devono essere di secondo ordine. Nel suo complesso la struttura e i contenuti del rito non possono essere mutati. Quindi è ovvio che si vada alla Messa tridentina, che per sua natura esprime in modo egregio le verità di fede da noi credute. In poche parole tale Messa riflette la vera dottrina cattolica.
Capisco però il problema di molti: tale Messa non c'è nelle vicinanze. Per vicinanze intendo nel raggio di 40-60 minuti. Sì, perché se faccio 90' al giorno per andare a lavorare, non vedo perché per la Messa, cosa ancor più importante, non debba essere disposto a spendere che 5 minuti!
Allora, visto che nelle vicinanze non vi è Messa tridentina, si va all'altra. Così cerchiamo di salvare il precetto domenicale o festivo concedendoci una Messa indegnamente riformata e che altresì può contribuire a dissolvere quelle poche verità dottrinali che il "popolo di Dio" di conciliare definizione ancora ha.
Certo che alcune verità sono dissolte, perché la Messa nuova non parla esplicitamente di sacrificio, a meno che il sacerdote si sforzi di sua iniziativa a proporre questa verità. Nel complesso però, raramente l'essenza sacrificale del rito riformato è sottolineata. La presenza reale? Cosa è? Di fronte all'Onnipotente pare che nemmeno il suo Vicario non trovi più doveroso inginocchiarsi!
Se poi, oltre alla Messa in sè passiamo ad analizzare quanto nella Messa ci è "suggerito" dalle parole e dagli atteggiamenti del sacerdote, allora possiamo veramente dire che l'ascesi cattolica moderna è veramente alla portata di chiunque! Omelie in cui non si parla più della santificazione personale, in cui prima ancora del fedele è confuso il sacerdote che predica, discorsi che di soprannaturale evidenziano solo la pazienza di qualche raro fedele che li ascolta. E non illudiamoci di rafforzare la nostra fede osservando e imitando la devozione di coloro che sono seduti accanto a noi...
Riassumendo, ma che riforma della riforma aspettiamo?
Se veramente vogliamo riformare la nostra vita spirituale, non abbiamo che da recarci regolarmente ad una Messa tridentina e pregare il Signore che ci dia dei santi e buoni pastori. Tale invocazione non rimarrà senza frutto se fatta con coerenza, sincerità ed umiltà. E forse allora anche i chilometri da percorrere diminuiranno.
Tutte le altre riforme delle riforme sono tentativi incoerenti di ritrovare la vera Messa apostolica partendo da delle modifiche fatte (involontariamente dai più, ma consciamente dai pochi che le progettarono) per relativizzare la dottrina cattolica (ecumenismo) e per cercare di intaccare l'efficacia del rito (massoni).
Detto l'essenziale, cosa dire di più?
È del tutto evidente che il Card. Sarah è andato a parlare di Liturgia con Papa Francesco e questo gli ha detto "si si studia sta cosa" insomma tieniti occupato... il Card. Sarah avrà creduto di trovare nel Papa un sincero appoggio. Ahi. Mai fidarsi di chi ti dà da studiare. O ti dice di fare, oppure non conta un tubo.
RispondiEliminaMic , secondo me "o dentro o fuori " voleva semplicemente dire, in maniera un po' maldestra , che occorre una presa di posizione netta . E , sempre secondo me , qyesto è vero :io non frequento più il NO , tranne casi ecczionali , in cui cerco di mettermi in un angolino e momn "partecipare " , e consiglio anche ai miei figli di non farlo . Consiglio peraltro ormai superfluo . Non voglio che loro (si hanno capito , ma mai presumere della propria forza )e gli indifesi nipotini scivolino nel protestantesimo . Del resto mi pare questa la oosizione della FSSPX
RispondiEliminaQuanto al precetto , anch'io sono stata a lungo dubbiosa . Però : la situazione è profondamente mutata , allora il precetto prevedeva di assistere alla Massa di sempre , assolutamente sicura : Inoltre , anche allora il precetto stesso esimeva in caso di grave incomodo (malattie , assistenza di infermi o bambini , distanze eccessive o pericolose da percorrere ... ) , e quale incomodo più grave del rischio di protestantizzarsi ? Ripeto , sarebbe presunzione da parte di noi tutti la convinzione di essere totalmente immunizzati , secondo me . Il rischio è reale , vedo persone anche ottantenni , quindi di formazione retta ben più lunga della nostra , che pensano e agisvono come tali .
RispondiEliminaMic è più che plausibile che il card. Sarah abbia espresso al papa il suo pensiero sulla liturgia, e non una ,ma chissà quante volte, il problema però è appunto questo: sono le opinioni di Sarah e non quelle del papa.
RispondiEliminaantonino
RispondiElimina"Critica alla Amoris laetitia di 45 teologi e filosofi cattolici di tutto il mondo"
"Un gruppo di 45 teologi, filosofi e pastori di anime di diverse nazionalità ha consegnato nei giorni scorsi al Cardinale Angelo Sodano, Decano del Sacro Collegio, una forte critica dell’Esortazione Apostolica post-sinodale Amoris laetitia . Nelle prossime settimane il documento, in diverse lingue, sarà fatto pervenire ai 218 Cardinali e ai Patriarchi delle Chiese Orientali, chiedendo loro di intervenire presso Papa Francesco per ritirare o correggere le proposizioni erronee del documento."
http://www.corrispondenzaromana.it/critica-alla-amoris-laetitia-di-45-teologi-e-filosofi-cattolici-di-tutto-il-mondo/
Mi domando perchè i firmatari di quella critica alla Al hanno scelto l`anonimato.
RispondiEliminaQuesta vicenda mi ha fatto ricordare quanto successe riguardo al MP di Benedetto tra il card. Castrillon Hoyos e lo stesso Benedetto quando nel giro di 48 ore dichiararono cose completamente contrastanti. Secondo papà Benedetto il MP era destinato ad una minoranza di fedeli e emanato per tolleranza nei loro confronti , mentre il card dichiarò che era volontà del Papa che si celebrasse una Messa di sempre ogni domenica in ogni parrocchia del mondo. II fatti fecero capire in seguito che era solo un pio desiderio del cardinale.
RispondiEliminaAntonino
La poverta' secondo Francesco .
RispondiEliminahttp://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351336
http://www.neripozza.it/collane_dett.php?id_coll=7&id_lib=972
RispondiElimina@ Ulteriore spiegazione all'anonimo delle 12:49, che considera l'impossibilita' di due riti contro la dottrina tradizionale della Chiesa.
Mic ha gia' risposto, in prima battuta. Precisando ulteriormente, bisogna dire che con "i due riti" si intendeva evidentemente un rito perfettamente ortodosso consacrato dalla tradizione quasi bimillenaria, visto che il suo Canone (secono i Papi) risale ai tempi apostolici, e un rito ambiguo, inventato di sana pianta, da qualche decennio, servendosi anche della collaborazione degli eretici. Una cosa inaudita. Un rito pertanto artificioso. Per di piu' rivoluzionario anche per via dell'abolizione della lingua liturgica consacrata dalla tradizione, il latino. Un rito che, a causa del parimenti inaudito principio della creativita' introdotto dal Vat II, si presta come ben sappiamo ad ogni sorta di aberrazione liturgica. Anche questo abbiamo dovuto vedere.
E' ovvio che, come ha gia' rilevato Mic, un rito del genere non puo' esser messo sullo stesso piano dei riti antichi e tradizionali riconosciuti dalla Chiesa. Quei riti sono perfettamente ortodossi, senza ambiguita' di sorta.
S. Pio V porto' a termine nel 1570 la nuova edizione tipica del Missale Romanum, ordinata dal Concilio di Trento, per sanare il caos liturgico che si era creato con lo Scisma protestante. Ma S. Pio V, come spiego' mons. K. Gamber, "non introdusse nulla di nuovo. Si fece una redazione del Messale dalla quale furono espunte, con l'occasione, alcune innovazioni penetrate nel corso dei secoli. Si fu pero' cosi' tolleranti da lasciare in vigore, intatti, i Riti particolari antichi di almeno duecento anni". Tra di essi l'ambrosiano, in vigore ovviamente sino ad oggi, nell' OV. (Gamber, La riforma della liturgia romana. Cenni storici. Problematica, Suppl. a Una Voce, giugno-dic. 1980, p. 14). Tra l'altro, circa la celebrazione "verso il popolo" nel NO, mons. Gamber specifica che: "e' stata la concezione di Pius Parsch - di un Culto Divino, cioe' pastoralmente fecondo e vicino al popolo - ad essersi imposta nella Costituzione [conciliare] sulla Liturgia e con essa sono penetrati alcuni errori del Parsch - come per esempio l'esigenza di una celebrazione 'versus populum' erroneamente giustificata sul piano storico" (ivi, p. 18). Parvus
OT Si intensificano le voci esplicite di disapprovazione nei riguardi dell'esortazione Amoris Laetitia:
RispondiEliminahttp://www.lastampa.it/2016/07/12/blogs/san-pietro-e-dintorni/amoris-angoscia-polemica-fitta-d3Q81oZfZ61QEmPeBjXIUL/pagina.html
Ho pubblicato adesso la nostra traduzione dell'articolo di Edward Pentin sul National Register
RispondiEliminaNon si deve essere complici della ''reprimenda'' su Sarah sminuendo un elemento epocale della sua proposta che non noto percepita sin qui nei commenti: il Cardinale invita non solo alla direzione comune del ministro coi fedeli, ma proprio persino a recuperare l'Orientamento nella celebrazione eucaristica, e, quindi...recuperarlo nella stessa assialità delle cappelle principali degli edifici sacri: Come era sempre stato nella tradizione cattolica fino al '700! Quel tradimento della tradizione, in quella svolta, ha messo le basi poi per la profanazione definitiva degli anni '60. Ma come si è infatti arrivati a tale crollo definitivo? Proprio il ''disorientamento'' nella prassi ecclesiale già consumato dunque con l'illuminismo generò l'inconsistenza che ha corroso il senso liturgico nel secolo passato. Dunque il richiamo di Sarah, al di là delle bieca e prevedibile smentita, ritrova tutta la sua portata epocale e provvidenziale. Perché questo pare proprio essere il 'punto cieco' e l'anello tragicamente debole della (sacrosanta!) resistenza tradizionalista odierna: essa vuole, giustamente e doverosamente, reagire alla catastrofe di quelli che sono sì poi gli effetti rituali infine conclamati nella riforma liturgica, ma non riesce a cogliere, essa 'resistenza', la causa remota e sempre in agguato di quegli stessi effetti conclamati, ossia appunto la causa che sta nell'abominevole abbandono dell'effettivo, tangibile, Orientamento liturgico nella Cristianità occidentale. Prima certo con i Protestanti, ma, presto, anche già tra i Cattolici romani. Se non si comincia ad avere il coraggio di guardare in faccia la portata di questo vulnus immane, anche e soprattutto da parte tradizionalista, non si fa vera diagnosi dell'esito della crisi che ci attanaglia. E, tanto meno, se dunque non si prova a fare questa diagnosi, si coglie l'intenzione e la possibile portata dell'intervento di Sarah. Vorrei con forza apportare questo tentativo di chiarimento: l'indicazione di Sarah in fondo non comporta affatto allora il rischio di confondere, al di là di assunti di circostanza, le due cosiddette 'forme' del Rito, ma, anzi, fornisce l'opportunità inaspettata di restituire la cornice Dogmatica,e Apologetica, fondamentale per inquadrare, riscoprire, capire, più radicalmente e fondatamente il Rito romano nella "forma straordinaria" come tale e per se stesso, tramite allora dunque la riscoperta ultima appunto della fondazione davvero tradizionale di quello che resti poi inoltre lo stesso posizionamento comune dei fedeli e del ministro nella forma 'straordinaria'. Quindi...a Sarah non interessavano, evidentemente, almeno in quel suo intervento, tutte le manfrine su una contaminazione delle 'due forme', ma anzi in ultima analisi qui sta in gioco una formidabile riconferma e riscoperta del Rito romano gregoriano come tale. E, se sono riuscito a spiegarmi, sulla base di questa considerazione mi duole quindi la sufficienza scettica di diversi 'nostri' commenti tradizionisti, pur se certo ne comprendo bene nel merito le intenzioni e le diverse premesse di lettura della medesima indicazione di S.E. il Card. Sarah. A cui infine va, ripeto, qui però invece tutta anzi la fiducia e il sostegno, entro una 'prospettiva' che guarda più lontano e in profondo. E invito dunque, nonostante tutto, a davvero allietarci e sorprenderci per il straordinario impatto che la forza di questa presa di posizione di Sarah potrà avere. Come sempre, questo dipende adesso allora da "noi", e non conviene invece magari fare pur inavvertitamente il gioco del Nemico.
RispondiEliminaLuisa,
RispondiEliminahai presente l'Arcipelago Gulag ? Tu vivi in Svizzera, da sempre terra di rifugiati politici, quell veri, non i finti che ci ammorbano l'aria, quindi non puoi capire la mentalità di un Sudamericano, abituato a Junte militari, Peronismi, Chavismi, Castrismi, ...
....la montagna aveva partorito il topolino. In questo caso la gravidanza non è durata neppure una settimana: si è fatto ricorso alla pillola del giorno dopo per interromperla immediatamente. E, per scoraggiare, non dico gli entusiasmi (quelli erano svaniti ormai da tempo), ma anche solo le residue speranze di un qualche ritocco alla riforma liturgica, Padre Lombardi si è affrettato a precisare che «è meglio evitare di usare l’espressione “riforma della riforma”, riferendosi alla liturgia, dato che talvolta è stata fonte di equivoci». Capito? Anche la Chiesa aperta al cambiamento e alle sorprese dello Spirito, dove sono non solo possibili, ma necessari mutamenti della prassi pastorale e sviluppi della dottrina, anche questa Chiesa ha i suoi punti fermi, i suoi principi non negoziabili, i suoi dogmi che non possono essere messi in discussione. Uno di questi è la riforma liturgica: non solo non si può metterla in discussione (e infatti nessuno, tanto meno il povero Card. Sarah, lo aveva fatto), ma non si può neppure ipotizzarne una qualsiasi revisione. Si può riformare tutto, ma non la riforma stessa. Questo fa capire fino a che punto la Chiesa sia divenuta ormai preda dell’ideologia: la riforma liturgica non vale in quanto tentativo — piú o meno riuscito e quindi perfettibile — di restaurare un antico affresco (per usare la bella immagine del Card. Ratzinger nella premessa all’Introduzione allo spirito della liturgia), ma solo come “bandiera” di una rivoluzione che non può e non deve essere messa in discussione. C’è qualcuno che non è d’accordo? “Avete avuto il motu proprio Summorum Pontificum — questo il senso della dichiarazione di Padre Lombardi — che altro andate cercando?”.
RispondiElimina(P. Giovanni Scalese)
Murmex ha capito perfettamente cosa intendessi con "dentro o fuori".
RispondiEliminaNon era difficile. Nelle rapide battute dei commenti spesso si equivoca. Ecco perché in genere evito di commentare. Non importa.
Mic , secondo me "o dentro o fuori " voleva semplicemente dire, in maniera un po' maldestra , che occorre una presa di posizione netta . e per Anonimo 22:15
RispondiEliminaSu questo sono d'accordo. Non è tuttavia chiaro né scontato avuto riguardo al tipo di interventi più frequenti...
Padre Lombardi, e i suoi mandanti, smentiscono Benedetto XVI:
RispondiEliminaBenedetto XVI nella Prefazione al libro di Uwe M. Lang, "Rivolti al Signore", Cantagalli, 2008
Versus Deum per Iesum Christum: “La direzione ultima dell’azione liturgica, mai totalmente espressa nelle forme esterne, è la stessa per il sacerdote e il popolo: verso il Signore” […] “Al cattolico praticante normale appaiono i risultati più evidenti della riforma liturgica del Concilio Vaticano II: la scomparsa della lingua latina e l’altare orientato verso il popolo. Chi legge i testi conciliari potrà constatare con stupore che né l’una né l’altra cosa si trovano in essi in questa forma…[…] Dell’orientamento dell’altare verso il popolo non si fa parola nel testo conciliare. Se ne fa parola in istruzioni postconciliari. La più importante di esse è la Institutio generalis Missalis Romani, l’Introduzione generale al nuovo Messale romano del 1969, dove al numero 262 si legge “è auspicabile laddove è possibile”. Questa aggiunta è stata letta da molte parti come un irrigidimento del testo del 1969, nel senso che adesso ci sarebbe un obbligo generale di costruire – “laddove possibile” – gli altari rivolti verso il popolo. Questa interpretazione, però, era stata respinta dalla competente Congregazione per il Culto divino già in data 25 settembre 2000, quando spiegò che la parola expedit [è auspicabile] non esprime un obbligo ma una raccomandazione. L’orientamento fisico dovrebbe – così dice la Congregazione – essere distinto da quello spirituale. Quando il sacerdote celebra versus populum, il suo orientamento spirituale dovrebbe essere comunque sempre versus Deum per Iesum Christum [verso Dio attraverso Gesù Cristo]…. Sarebbe un grave errore immaginare che l’orientamento principale dell’azione sacrificale sia la comunità. Se il sacerdote celebra versus populum, ciò che è legittimo e spesso consigliabile, il suo atteggiamento spirituale dev’essere sempre versus Deum per Iesum Christum. Siccome riti, segni, simboli e parole non possono mai esaurire la realtà ultima del mistero della salvezza, si devono evitare posizioni unilaterali e assolutizzanti al riguardo. [...] Bollare frettolosamente certe posizioni come ‘preconciliari’, ‘reazionarie’, ‘conservatrici’, oppure ‘progressiste’ o ‘estranee alla fede’, non dovrebbe più essere ammesso nel confronto, che dovrebbe piuttosto lasciare spazio ad un nuovo sincero comune impegno di compiere la volontà di Cristo nel miglior modo possibile”....
http://www.internetica.it/neocatecumenali/Ratz-versusDeum.htm
“Il luogo dove trovo più gioia nel parlare con Dio è il tabernacolo, perché Lui sta lì”.
RispondiEliminahttp://www.lanuovabq.it/it/articoli-fernando-santos-la-fede-come-dodicesimo-uomo-16744.htm
Prossimi esercizi spirituali in Portogallo , da Fernando ( in pullman )
http://querculanus.blogspot.it/2016/07/quod-erat-demonstrandum.html
RispondiEliminaPerfetto !
Occorre forse sottolineare che l'importanza dell'orientamento dei "simboli" stessi della celebrazione, e, dunque poi sia del ministro che dei fedeli allora ad essi, non è in alcun modo un dare di nuovo importanza "alla orientazione dei fedeli" a detrimento della necessità del comune allineamento poi anche del ministro. Al contrario, l'orientamento più radicale del simbolo sacro e, dunque, di tutta la celebrazione, protende ancor di più la tensione oltre l'autocelebrazione circoscritta incentrando invece sull'orientamento stesso di Segni i quali essi stessi siano allora così colti come ancora 'reciprocamente' rivolti nella loro comune prospettiva a Cristo oltre che colti a rappresentarselo subito in loro giacché appena se ne riflettano mentre se ne elidano dunque localmente tra di loro.
RispondiEliminaQui altrimenti temo si possa cadere nel rilancio inconsapevole dell'errore di voler sottovalutare la Presenza reale in nome della malintesa attesa escatologica. Se infatti appare strano, nel NO, acclamare alla 'Venuta del Signore' già appena dopo della consacrazione avvenuta, ciò è perché intanto vi si svilisce che la realizzazione di un'attesa si è appunto verificata con la consacrazione: ma allora quella stessa Presenza reale che non richiede una 'attesa' che le sia ancora posteriore è però la stessa che invece avrà animato un'attesa pur ancor appena precedente. Tanto che proprio nel VO si può intendere proprio un offertorio sacrificale anteriore al sacrificio consacratorio, trovando tutto il senso per la tensione della "attesa escatologica" nell'eucaristia.
In pratica, voglio dire che è pericoloso voler, in certo senso, "profanare" il senso della Presenza centrale della riserva eucaristica facendo intervenire in anticipo un suo senso allora escludente anche del valore della consacrazione che di nuovo ha da avvenire, escludendovelo già dunque dall'inizio della celebrazione. Infatti il tabernacolo nella messa romana ha da essere centrale insieme però alla croce. E viceversa. Insomma, quello che liturgicamente all'inizio della messa "tiene in comunione" il Santissimo custodito con le Sacre Specie consacrate poi invece di nuovo, è proprio l'orientamento, almeno supposto, di tutto tale Mistero: e tale non lo è, da solo, l'orientazione del celebrante verso di esso Mistero, almeno, poi sintanto che si voglia dare un valore al senso comunque di una centralità dei Segni anche oltre del ministro che agisce in 'Persona Christi'. Insomma, se si isola, già comunque dall'inizio stesso della celebrazione, un aspetto del Mistero eucaristico assolutizzandone la sua efficacia simbolica si apre proprio così poi la strada all'assolutizzazione successiva della valenza cristologica del ministro. Sicché, non vale usare l'argomento, di per sé rilevante, della centralità del Tabernacolo, già però per negare la necessità, almeno implicita, dell'orientamento reale degli stessi Sacri Segni, reso, questo, dall'allineamento realmente orientato teso tra il ministro e il Mistero.
Infine: l'orientamento dello stesso Simbolo sacrificale non depone allora nel senso di relativizzare l'urgenza dell'orientamento del ministro per farlo magari rivolgere allora comunque ai fedeli, ma al contrario fonda in modo più saldo e nitido il senso poi anche dunque dell'allineamento di ministro e fedeli nella stessa direzione. Perché, in definitiva, il significato redentivo della Presenza reale custodita non è pur tutto nella 'stazione' ma è "anche" nella partecipazione liturgica che si mutua con l'adesione di fede alla Consacrazione che si rinnova.
Lorenz
Meno male che se continua così, tra 50 anni non ci sarà più un prete a celebrare "coram populo", essendo i seminari sempre più vuoti, e gli unici sacerdoti a dire la S. Messa, lo faranno "coram Deo", essendo tutti FSSPX o simili !
RispondiEliminaSì, ma a noi che ci cale, non ci saremo più allora :(
RispondiEliminaconsiglio l'articolo di Tosatti sui FI e quello di Father Z : More deception on card.Sarah war no comment.
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2016/07/robert-sarah-ancora-un-cardinale-umiliato/
RispondiEliminaSul sito il sismografo, Andrea Grillo, comparando l'intervento del cardinal Sarah e quello di padre Lombardi, scrive: "....nella Nota di alcuni giorni fa si censura invece l’uso della espressione “riforma della riforma”. Il cerchio si chiude. Il cammino conciliare può riprendere. Il teorema di una “riforma della riforma”, come idealizzazione aggressiva di una chiesa autoreferenziale e che si immunizza dalla storia e dalla esperienza, viene finalmente censurato a livello ufficiale.
RispondiEliminaLe conseguenze ecclesiali: Vescovi e Curia
Quali saranno le conseguenze di questa “nota”? Io credo che la logica che ha inaugurato il progetto di “riforma della riforma” – messo in piedi dalla fine degli anni 90 – ha provato a scavalcare progressivamente le competenze episcopali, raggiungendo il suo apice con il MP Summorum Pontificum, che di fatto esautora i Vescovi in materia liturgica.
Il recupero di competenza episcopale – che tutto il pontificato di Francesco mette in primo piano – dovrà ricevere normative chiare, che superino lo “stato di eccezione” introdotto da SP. Competenze sulle traduzioni, competenze sugli usi/abusi e competenze sull’uso della forma straordinaria.
Se i Vescovi torneranno a “governare” anche liturgicamente le loro diocesi, sarà inevitabile che la Commissione Ecclesia Dei perda gran parte dei poteri che le sono stati attribuiti da SP.
Il decentramento della curia procede anche liturgicamente".
Capito??? Quando avranno ridotto tutti i Vescovi a " governare anche liturgicamente", dopo le loro nuove normative, la Ecclesia Dei non servirà più e a quel punto: avranno partorito il loro nuovo rito?
Non ho ancora letto attentamente l'articolo di Liberta'e persona perche' tre punti hanno colpito la mia attenzione :
RispondiElimina1 - Tornielli , ha il compito di monitorare quanto si scrive sui blog "tradizionalisti " e riferire ? Ha un elenco ? A chi riferisce ?
2 - L'Arcivescovo Nichols invita i presbiteri a lui sottoposti a disubbidire ( quindi a boicottare ) al Prefetto del Culto Divino , appena dopo una conferenza stampa , primancora che sia definito alcunche' valevole per tutta la Chiesa Cattolica . Come puo' un Arcivescovo che si definisce " cattolico " decidere anzitempo per il suo gruppo rischiando di disubbidire anche al Papa ? Oppure gia' sa come la pensa il Papa in materia ? La Chiesa cattolica e' perlappunto universale e non di un piccolo gruppo.
3 - Sicuramente sbaglio ( se del caso correggetemi ) eppure mi sembra che siamo davanti ad uno " scandalo " . Riprendere pubblicamente e a velocita' perfino ( nell'articolo si parla di umiliazione ) un fedele servitore di Cristo se non altro e' indice di mancanza di carita' . Che fretta c'era ....
4 - Forse , forse , dietro alcuni comportamenti si intravedono degli zoccoli e una coda....?.... Speriamo di no .
5 -Che l'Altare sia separato dalla parete e' sempre una possibilita' non un obbligo altrimenti non si vede perche' in alcune rubriche e' previsto che il Sacerdote debba volgersi verso il popolo . Se fosse obbligatorio staccare l'altare dalla parete , il Sacerdote sarebbe gia' rivolto verso il popolo . Il proposito del Card.Sarah mira soltanto a recuperare la giusta liturgia dove preti e fedeli guardano a Colui che deve venire , a Colui che ricapitolera' in Se' tutte le cose , tutta la creazione che e' stata rigenerata dal Sacrificio Redentivo di Cristo . Il rivolgersi ad Oriente sta a rimarcare che il nostro aiuto e' Cristo , da Lui solo ci proviene la Redenzione .
Andrea Grillo è di casa sul Sismografo, quasi un "teologo " di riferimento, e mi fa sorridere che, a proposito della "fine della riforma della riforma”, egli parli di "piccola storia di un delirio autoreferenziale", e il suo di delirio autoreferenziale quando prenderà fine?
RispondiEliminaOramai i cardinali non allineati sono umiliati o estromessi senza scrupolo alcuno, evviva la misericordia della chiesa di Francesco!
RispondiEliminaI Bolscevichi, nell'estromettere i Menscevichi e nell'impadronirsi della Russia, furono altrettanto duri. Speriamo almeno non scorra il sangue.
RispondiElimina"La riforma della riforma" demonizzata col suo autore ancora in vita...
Ma lasciamoli pure al loro delirio ideologico, che finirà come tutti i deliri ideologici. Il Terrore si mangiò i figli della Rivoluzione, e Stalin fece fuori i Leninisti ed i Trozkisti. Si faranno fuori da soli, nel cercare il più puro, il più fedele alla linea.
Per non dimenticare le faide e le lotte sanguinose tra i vari seguaci di Lutero, Calvino, Cramwell, Cromwell, Quaccheri, Puritani ...ne vedremo delle "belle". Sediamoci sulla sponda del fiume ed attendiamo...
Luisa,
RispondiEliminaormai è un regime in tutto e per tutto.
RispondiEliminaSegnalo:
"Gesù tornerà da Oriente. Ma in Vaticano hanno perso la bussola"
"La Santa Sede sconfessa il cardinale Sarah, che nella messa vuole che preti e fedeli siano tutti "rivolti al Signore". Ma lui non cede e rilancia la proposta. Da Ratzinger a Bergoglio, l'incerto destino della "riforma della riforma"
di Sandro Magister
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351338
E
"Liturgia, con Sarah il Vaticano "corregge" Ratzinger"
di Lorenzo Bertocchi
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-liturgia-con-sarah-il-vaticano-corregge-ratzinger-16759.htm
Il Responso del Culto divino del 25 settembre 2000, venuto in seguito a una domanda che fu posta dal card. Schonborn, concludeva così: «Irrigidirsi su una posizione e “assolutizzarla” potrebbe tradursi nel rifiuto di alcuni aspetti della verità che meritano rispetto e accoglienza». D'altra parte proprio Ratzinger, nel volume “La mia vita”, si era detto «convinto che la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia». Una diagnosi che pare non abbia mai trovato molto “rispetto e accoglienza” nell'orbe cattolico.
RispondiEliminaPerche' non ha trovato molto "rispetto e accoglienza " ?
Perche' la fede si e' illanguidita , si e' anemizzata .
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351338
RispondiEliminaGesù tornerà da Oriente ma nella Chiesa hanno perso la bussola.
A proposito di ignoranza.
RispondiEliminauna celebrazione "versus populum" non è mai esistita. Esisteva solo la celebrazione ad orientem (reale o solo ideale, rappresentato dalla croce). A seconda del posizionamento dell'altare rispetto all'oriente, si disponeva il celebrante. Fermo restando che soprattutto durante la parte centrale della sinassi eucaristica, anche tutti i fedeli presenti si volgevano ad oriente. In conseguenza di ciò, se, come ad esempio nella basilica di san Pietro o del Santissimo Salvatore al Laterano, l'oriente era dalla parte della porta d'ingresso, tutti i fedeli si volgevano verso la porta, dando le spalle all'altare. In una liturgia orientale, tuttora il diacono ad un certo punto dice ai fedeli: volgetevi ad oriente. E la risposta che si dà all'inizio del prefazio "habemus ad Dominum" potrebbe significare proprio l'essersi rivolti verso oriente. Quanto sia opportuno e anche liturgicamente adeguato tale volgere le spalle alla Presenza Reale ognuno sano di mente lo può valutare da sé. Ecco perché Pio XII nella sua mirabile enciclica sulla liturgia ricordava come non sia saggio ricondurre tutto all'antico. Ecco un esempio in cui l'antico costume non era l'ideale, e non può esser replicato.
Il titolo dato da Magister al suo ultimo articolo sintetizza alla perfezione una questione nata nell'ignoranza e, dopo esser diventata velocemente emblematica del nuovo corso, ed aver assunto forti connotazioni ideologiche, non prima d'essersi diffusa a macchia d'olio fu alla fine quasi imposta dall'apparato rubricale del Novus Ordo. Nelle poche parole di un titolo giornalistico Magister sottolinea infatti la dimensione fortemente escatologica e cristocentrica di quella posizione sprezzantemente definita -quasi a volerla liquidare- come "di spalle". Espressione questa che ben sottolinea l'antropocentrismo che è alla base del Novus Ordo, Il titolo di Magister in più evidenzia molto bene la situazione attuale che è proprio uno smarrimento......... nell'inseguir chimere. Smarrimento tipico di chi ha perso proprio la bussola, di chi, volgendosi altrove ha finito per perdere il punto di riferimento, di chi, correndo di qua e di là, ha finito per non trovare più la stella polare! Solo qualche anno fa proprio l'ex Congregatio Rituum pubblicò un documento per ricordare come ogni sinassi sia teocentrica, anche quando è celebrata "versus". Tempi tristissimi quelli in cui bisogna ricordare l'ovvietà .... Insomma, per dirla in parole povere a Roma dicono questo: se state dicendo "ti amo" alla vostra ragazza mentre vi voltate altrove e con gli occhi ne state guardando un'altra......va bene lo stesso. Schizofrenie tipicamente neomodernistiche
RispondiElimina