Il vulnus diventa uno squarcio
I processi innescati a ritmi incalzanti da una Santa Sede irriconoscibile stanno portando la Chiesa verso un altrove che ne ribalta l'identità e la funzione. La Verità è tradita e addirittura ribaltata. Ormai chi tace è complice. Non basta più neppure la "correzione formale" all'Amoris Laetitia, che pure si sta facendo attendere. Una Correctio dei cardinali - quella filialis più recente già allarga al modernismo e alle derive protestantizzanti - non potrà che essere ampia e avere il suo focus nella Liturgia, fonte e culmine di tutto. Dov'è il nostro Atanasio?
La spinosa e vexata questio era stata da noi tempestivamente sollevata qui. Ciò che si temeva purtroppo sta accadendo a ritmi sempre più serrati confluiti nel motu proprio Magnum principium [qui]. Siamo al 'rompete le righe' col decentramento alle Conferenze episcopali della preparazione dei libri liturgici, che mina l'unità e dell'universalità de La Catholica.
Recentemente è intervenuto il Cardinal Robert Sarah, con una nota [qui] che attenua la svolta rivoluzionaria favorita dal Motu Proprio Magnum Principium. alla cui stesura, come già osservato, egli era stato tenuto estraneo.
Oggi la Nuova Bussola Quotidiana [qui] registra un caso senza precedenti. Giorni fa aveva pubblicato la nota del card. Sarah dando risalto, come noi, al fatto che egli proponeva una interpretazione del motu proprio nel senso di limitare l'autonomia delle Conferenze episcopali nella traduzione dei testi liturgici. Ora il papa in persona chiede la pubblicazione della sua lettera autografa [qui l'originale] al Prefetto per la Congregazione del Culto divino, che ne smentisce l'interpretazione. Il card, Sarah ha sottolineato la distinzione tra confirmatio e recognitio in ragione dell’effetto prodotto : la confirmatio attiene semplicemente alla traduzione della edizione tipica latina; la recognitio riguarda nuovi testi e modifiche rituali. Esse tuttavia si configurano come atti identici avuto riguardo alla responsabilità della Santa Sede. Il che renderebbe ancora possibile una analisi dettagliata del tutto, a garanzia dell'unità della Chiesa, messa a rischio da un decentramento che amplia le responsabilità delle Chiese locali.
L'anomalia sta anche nel fatto che il papa corregge il Prefetto del Culto Divino con le proposizioni del Segretario della stessa Congregazione.
L'anomalia sta anche nel fatto che il papa corregge il Prefetto del Culto Divino con le proposizioni del Segretario della stessa Congregazione.
Riporto di seguito il commento de la NBQ alla Correctio, questa volta, papale. Come si temeva, si va in direzione di una vera e propria “devolution” liturgica:
... Egli [il Papa] precisa infatti che i due procedimenti – confirmatio e recognitio - non sono identici e che nell’esercizio di queste due azioni si dà una responsabilità «diversa» sia da parte della Santa Sede, sia da parte delle Conferenze Episcopali:
- La recognitio «indica soltanto la verifica e la salvaguardia della conformità al diritto e alla comunione della Chiesa». È una frase un po’ ermetica ma che va probabilmente interpretata con le parole del commento con cui monsignor Artur Roche, segretario della Congregazione per il Culto Divino, ha accompagnato la pubblicazione di Magnum Principium: «La recognitio (...) implica il processo di riconoscimento da parte della Sede apostolica dei legittimi adattamenti liturgici, compresi quelli “più profondi”, che le conferenze episcopali possono stabilire e approvare per i loro territori, nei limiti consentiti. Su questo terreno d’incontro tra liturgia e cultura, la Sede apostolica è chiamata dunque a recognoscere, cioè a rivedere e valutare tali adattamenti, in ragione della salvaguardia dell’unità sostanziale del rito romano».
- La confirmatio è l’atto sul quale la lettera papale centra di più l’attenzione. È detto chiaramente che il giudizio sulla fedeltà delle traduzioni con l’originale tipico latino è delle Conferenze Episcopali, «sia pure in dialogo con la Santa Sede». La quale Santa Sede, nel concedere la confirmatio, non attuerà più «un esame dettagliato parola per parola», eccetto casi evidenti di formule rilevanti come le preghiere eucaristiche o le formule sacramentali. Insomma molta più libertà alle conferenze episcopali.
Nella lettera al cardinal Sarah poi, il Papa spiega che vanno ricomprese o abrogate alcune parti di Liturgiam Authenticam (2001), il documento normativo per le traduzioni attualmente in vigore. «Vanno attentamente ri-compresi» i nn. 79-84, che riguardano l’approvazione della traduzione e la recognitio della Sede Apostolica; «sono decaduti» invece i nn. 76 e 80. Quest’ultimo è incentrato sulla recognitio, ed è stato ovviamente riformulato, mentre il n. 76 richiedeva alla Congregazione di partecipare «in maniera più stretta al lavoro di preparazione delle traduzioni nelle principali lingue».Un ulteriore passaggio della lettera del Papa richiede attenzione. Dice infatti che «Il Magnum Principium non sostiene più che le traduzioni devono essere conformi in tutti i punti alle norme del Liturgiam Authenticam, così come veniva effettuato nel passato». Tale affermazione unita all’altra secondo cui una traduzione liturgica “fedele” «implica una triplice fedeltà» - al testo originale, alla lingua della traduzione, alla comprensibilità dei destinatari – lascia intendere che Magnum Principium è inteso come l’inizio di un processo che può portare molto lontano.
Mentre per le considerazione sul merito e le conseguenze del provvedimento rimando alle riflessioni ampiamente consultabili dai link sopra riportati, ripeto qui alcuni elementi conclusivi.
Oggi appare ben chiaro come tutto l'impianto delle innovazioni e l'apparato concettuale che lo sottende sia fondato, già in nuce, su un'idea rivoluzionaria di Chiesa di conio vaticansecondista, che non fa altro che citare all'infinito documenti conciliari e post-conciliari che si richiamano l'un l'altro legittimandosi a vicenda, le cui variazioni - ormai vere e proprie rotture - si fanno sempre più audaci ad ogni tappa successiva, in continuità esclusivamente all'interno del loro nuovo impianto paradigmatico, ma senz'alcun legame, e quindi in discontinuità, col magistero perenne ritenuto obsoleto per definizione. Nel contesto in esame l'innovazione non espressa nei testi citati, ma che è alla radice di tutto è collegialità. Per approfondire devo riproporvi la lettura dell'articolo: Collegialità episcopale o episcopato subordinato? Le implicazioni nell'Amoris Laetitia [qui], insieme a quella di tutti i precedenti che richiama. Ribadisco di seguito considerazioni che ripeterò ad nauseam finché non ci sarà chi di dovere che ne tragga le conseguenze pratiche per poter ripareggiare la verità.
Oggi appare ben chiaro come tutto l'impianto delle innovazioni e l'apparato concettuale che lo sottende sia fondato, già in nuce, su un'idea rivoluzionaria di Chiesa di conio vaticansecondista, che non fa altro che citare all'infinito documenti conciliari e post-conciliari che si richiamano l'un l'altro legittimandosi a vicenda, le cui variazioni - ormai vere e proprie rotture - si fanno sempre più audaci ad ogni tappa successiva, in continuità esclusivamente all'interno del loro nuovo impianto paradigmatico, ma senz'alcun legame, e quindi in discontinuità, col magistero perenne ritenuto obsoleto per definizione. Nel contesto in esame l'innovazione non espressa nei testi citati, ma che è alla radice di tutto è collegialità. Per approfondire devo riproporvi la lettura dell'articolo: Collegialità episcopale o episcopato subordinato? Le implicazioni nell'Amoris Laetitia [qui], insieme a quella di tutti i precedenti che richiama. Ribadisco di seguito considerazioni che ripeterò ad nauseam finché non ci sarà chi di dovere che ne tragga le conseguenze pratiche per poter ripareggiare la verità.
Il nocciolo del problema è che oggi, a partire dal concilio 'pastorale', nessun papa si è più pronunciato, né - per come stanno ora le cose - più si pronuncerà ex cathedra (e dunque impegnando l'infallibilità). E ciò anche in virtù del nuovo paradigma di 'tradizione vivente' in senso storicista che assegna la facoltà di riformare la Chiesa alla Chiesa del presente secondo la ratzingeriana ermeneutica della riforma intesa come rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa [qui] che cambia ad ogni epoca, commisurata alla cultura del tempo e realizza la lettura del Vangelo sulla base di quest'ultima, anziché viceversa. [Vedi, tra l'altro, qui]. Per cui, mentre da un lato il card. Burke può dire che l'esortazione Amoris Laetitia non è Magistero perché non riafferma l'insegnamento costante della Chiesa e non implica adesione de fide [qui], dall'altro il card. Shönborn può affermare che essa è Magistero e come tale va accolta e il credente vi si deve adeguare [qui]. Ma finché non si metteranno d'accordo sulla giusta collocazione del soggetto-Chiesa rispetto all'oggetto-tradizione, la confusione continuerà a regnare sovrana con gravi conseguenze per la salus animarum.
Finché non si prenderà atto che gli aspetti ribaltanti dell'eredità conciliare sono i veri nodi da sciogliere, il nostro impegno di riaffermazione della verità secondo il Magistero perenne sarà utile per le anime libere, potrà continuare a defluire come una vena aurea cui attinge chi la trova o come un canale carsico che potrà riaffiorare al termine di questa notte oscura, ma oggi non può avere alcuna efficacia su una realtà così deformata e deformante. E la stessa grave solennità di una possibile correzione canonica, - rischia di non ottenere i risultati voluti e sperati. A meno che non intervengano fattori o si destino altre rette volontà al momento impensabili.
Non sono più tollerabili pronunce dall'improprio soglio mediatico o tramite interviste., conferenze, incontri. Un ordo mirabile si è trasformato nel trionfo dell'informe. Proprio stamane citavamo Chesterton sulla fossilizzazione di Lutero, che rispecchia esattamente i processi che stiamo subendo oggi e le loro conseguenze:
Non sono più tollerabili pronunce dall'improprio soglio mediatico o tramite interviste., conferenze, incontri. Un ordo mirabile si è trasformato nel trionfo dell'informe. Proprio stamane citavamo Chesterton sulla fossilizzazione di Lutero, che rispecchia esattamente i processi che stiamo subendo oggi e le loro conseguenze:
“Un fossile non è un animale morto, o un organismo in decomposizione, o in sostanza neppure un oggetto antiquato. Il dato essenziale di un fossile è che esso è la forma di un animale o di un organismo, dalla quale è completamente scomparsa tutta la sua sostanza animale o organica; ma che ha mantenuto la sua forma, perché è stata riempita da una sostanza totalmente diversa grazie ad un processo di distillazione o secrezione. Tanto che potremmo quasi dire, come nella metafisica medievale, che la sua sostanza è scomparsa e solo i suoi incidenti rimangono.”
Non basta più neppure la "correzione formale" all'Amoris Laetitia, che pure si sta facendo attendere. Una Correctio dei cardinali - quella filialis più recente già allarga al modernismo e alle derive protestantizzanti - non potrà che essere ampia e avere il suo focus nella Liturgia, fonte e culmine di tutto. Dov'è il nostro Atanasio?
Maria Guarini
È fatto tutto scientemente, ben sapendo che la centralizzazione è garanzia di continuità e controllo, mentre la frammentazione e la regionalizzazione di confusione, arbitrio e discontinuità. Un esempio? Quello che è successo con la famigerata riforma del Titolo V (quinto) della Costituzione italiana, che ha delegato agli Enti locali (Regioni) le deleghe su sanità ed istruzione. Quindi, è tutto fatto deliberatamente...per accelerare lo sfascio infame della nostra Chiesa.
RispondiEliminaRiflessione di un ignorante :
RispondiEliminaA che serve la figura del " Prefetto per la Congregazione del Culto divino " visto che fa tutto Lancillotto e i cavalieri della tavola rotonda ? Non serve .
L'avevo detto che l'avrebbe smentito !
RispondiEliminaLettera del Card.Sarah = 13 Ottobre
Lettera del Papa Francesco = 15 Ottobre
A stretto giro di posta .
Lodiamo Dio perche' tutto e' permesso da Lui in vista
di un bene migliore . Non dividiamoci , pensiamoTUTTI a Dio ,
l'obbedienza e' sempre a Dio !
Non so dove sia Atanasio. So che, nel segreto, esistono tanti sacerdoti in disaccordo con la strada intrapresa e anche tanti fedeli sentono le scarpe strette in chiesa.
RispondiEliminaDunque cominciamo seriamente tutti, in tutto il mondo, con adeguato passaparola, a recitare il rosario in latino, da lì si passi, piano piano, cioè quando si è certi che lo si sa dire correttamente, a memoria, e con gusto, si passi ad aggiungere altre preghiere in latino, una per volta, cantate magari, ritmo facilita la memorizzazione. Preghiere e canti devono essere desunti dalla Messa VO. Quando tutto sarà pronto,ben appreso, pronunciato e gustato, un anno, due, tre dopo l'inizio, si potrà celebrare una bella Messa VO cantata, nella quale tutti si sentiranno a casa. Nel mentre si continuerà a celebrare come si è soliti. Senza però mischiare. Che ne dite?
Bah, a parte che l'ha solo firmata perché è troppo scritta bene e in stile curialesco, mi ha fatto specie ascoltare la sua frase in presentazione della nuova trasmissione tv2000 Padre nostro, in cui afferma che la preghiera del PN fa paura........tout se tient.no comment.
RispondiEliminaFa tutto lui, il biancovestito, aiutato dai suoi alleati. Davanti c'è il baratro, nel frattempo tutto sembra continuare come sempre, nessun parroco, nessun vescovo, nessun cardinale(tranne pochissimi, ovviamente derisi e isolati) osa alzare la voce. Questa acqua stagnante sta diventando velenosa. Dov'è finito il timor di Dio?
RispondiEliminaDel resto quella del card. Sarah non era altro che una pezza. Sarebbe rimasta, nella pratica, lettera morta. È chiaro a cosa mira e dove porta l'ultimo motu proprio.
RispondiEliminaDunque è perfettamente inutile cercar di salvare la forma mentre la sostanza è più che degenerata se non se ne affrontano le cause.
Ma da questo orecchio sembrano non sentirci neppure i cardinali cosiddetti conservatori che alla fine per conservare il concilio senza metterne in discussione i punti controversi, buttano alle ortiche la tradizione costante...
Di fatto la riaffermano; ma, se non la si può praticare e diffondere, riaffermarla restano parole al vento!
Però! Quando vuole risponde...
RispondiEliminaE ancora non è finito. Vediamo cosa succederà dopo maggio 2018 con l'ultimo appuntamento per aggiornare ai nostri tempi l'Humanae Vitae .
RispondiEliminaFrilù
E' interessante notare come la "Nuova Pentecoste" abbia sortito l'effetto opposto a quello della Pentecoste vera: la confusione delle lingue. Ricordo ai tempi del Sinodo sulla Famiglia si e' avuto un momento di empasse perche' mancavano i traduttori e i documenti erano disponibili solo in italiano. Ora questa nuova querelle sulla traduzioni vernacole, che arrivano a minacciare l'unita' della Chiesa. Se pensiamo che solo cinquant'anni fa, durante il Vaticano II, i padri intervenivano in aula in latino, e nelle Universita' pontificie le lezioni erano tenute in latino, possiamo renderci conto del degrado non solo culturale che in questi cinquant'anni si e' verificato. Il Concilio Vaticano II non assomiglua tanto ad una nuova Pentecoste, ma ad una nuova Torre di Babele!
RispondiEliminaOramai è palese che i capidicasteri, fatta eccezione di quelli nominati da Bergoglio, sono di fatto esautorati e che sono i subalterni che informano il papa = denunciano ( ma non ha detto di avere in orrore le chiacchiere?) che alla fine decide, anche di licenziare come alla CdF tre eccellenti collaboratori e senza dare nessuna spiegazione, metodi degni di una dittatura.
RispondiEliminaSbarcato Müller, smentito = discreditato Sarah, come è bella e credibile la misericordia nella ""chiesa di Francesco"".
Con la velocità del lampo il papa ricorre ai siti per smentire il capo di un dicastero e dunque per screditarlo, corregge chi lo corregge, e lo fa sapere, perchè non ha risposto con uguale rapidità e argomenti a tutti coloro che gli hanno scritto a proposito dell`AL?
Non solo c'è la maliziosa contraddizione rilevata da Manuela (h.12,18), ma anche l'offesa di trattarlo da ufficio stampa e passacarte nei confronti dei siti, con l'implicita accusa di aver passato ad essi il Commento indirizzato al papa.
RispondiEliminaAntonio (Roma)
@mic ha detto...
RispondiEliminaè perfettamente inutile cercar di salvare la forma mentre la sostanza è più che degenerata se non se ne affrontano le cause… I cardinali cosiddetti conservatori, alla fine, per conservare il concilio senza metterne in discussione i punti controversi, buttano alle ortiche la tradizione.
Analisi perfetta. Momento buio, preghiamo Nostra Signora, alla fine…
… e attenzione ai troll, facilmente riconoscibili, che sviano il discorso per trasbordarlo altrove
OS
RispondiEliminaQui la lettura dell`Al fatta dal card. Barbarin.
Barbarin racconta l`incontro dei sacerdoti della sua diocesi, Lione, con Bergoglio, durante un`ora e mezzo hanno parlato solo di Amoris laetitia, dice che Bergoglio, che non si priva di etichettare chi non gli aggrada in modo offensivo, ha chiesto di non metter più etichette, che non bisogna più dire... divorziato, sposato, risposato aggiungendo che lui stesso, in Amoris laetitia ha vegliato a mai utilizzare il linguaggio del permesso e del proibito!
Barbarin ha chiesto scusa a chi si è sentito escluso (= divorziati risposati) , occultando la verità che si sono volutamente auto-esclusi, in fondo e in sintesi porte spalancate ai divorziati risposati che vogliono comunicarsi, è la persona che decide se comunicarsi o no, per taluni il cammino di fede li porterà a partecipare alla Messa senza comunicarsi, per altri il loro cammino li porterà a comunicarsi, se non poter fare la Comunione allontana dalla Chiesa allora bisogna aprire le porte per non rinchiudere le persone nell`amarezza, aggiunge anche che se un divorziato risposato decide di comunicarsi ...nessuno lo giudica e che dire questo non è far prova di lassismo ma accogliere e amare ognuno come è e là dove si trova...
https://www.riposte-catholique.fr/perepiscopus/le-cardinal-barbarin-interprete-amoris-laetitia
PS : se capite il francese leggete i commenti.
1Ts 1,1-5 S.Paolo corregge i Tessalonicesi .
RispondiEliminaLa correzione e' paterna , benevola , di sollecitudine , di cura , cio' nonostante li conduce verso un amore piu' grande .
Sul sito del Vaticano,nella sezione Lettere del papa , non vi è nessuna traccia della Lettera al Cardinal Sarah .
RispondiEliminaMolto strano
RispondiEliminaProposta di intenzione di preghiera a proposito della lettera del Papa al card. Sarah
Propongo di pregare la S.ma Vergine e in particolare S. Paolo Apostolo, affinché il card. Sarah:
1. Rifiuti la "correctio" apportata dal Papa alla sua interpretazione del motu proprio;
2. Ne dichiari l'incompatibilità con la tradizione della Chiesa;
3. Nonché la pericolosità, nel senso di un'ulteriore, grave spinta alla frammentazione e al degrado liturgici, già notevoli;
4. Rassegni contestualmente il suo mandato al Papa (si dimetta da Prefetto del Culto), non intendendo collaborare alla definitiva distruzione della Liturgia cattolica.
La situazione è talmente grave che i Cardinali, i Vescovi, i Sacerdoti, ancora fedeli, prendano atto dello stato di apostasia in cui versa il Papa e agiscano di conseguenza:convacazione di un conclave che giunga alle elezioni di un Papa. Il piccolo gregge di Cristo riprenderà il cammino nella storia. La grande chiesa anticristica terminerà la sua corsa per consunzione naturale. Come già in altra occasione avevo fatto notare, questo non è più il tempo nei convegni e dei documenti, esso è terminato dal marzo del 2013. Se ancora si perderà il tempo in parole non rimarrà più niente.
RispondiEliminaPrincipio grande, Prefetto piccolo
RispondiEliminadi Andrea Grillo
Pubblicato il 13 ottobre 2017 nel blog: Come se non
http://www.cittadellaeditrice.com/munera/principio-grande-prefetto-piccolo/
Bisogna interpretare il diritto canonico alla luce del Concilio Vaticano II.
17/10/2017 PIERLUIGI CONSORTI
https://people.unipi.it/pierluigi_consorti/bisogna-interpretare-il-diritto-canonico-alla-luce-del-concilio-vaticano-ii/
Autocritica del Magistero e riforma della Chiesa
di Andrea Grillo
http://www.cittadellaeditrice.com/munera/autocritica-del-magistero-e-riforma-della-chiesa/
Regina degli Apostoli prega per noi
RispondiEliminahttps://twitter.com/Card_R_Sarah
RispondiEliminahttps://it-it.facebook.com/Antonio-Socci-pagina-ufficiale-197268327060719/
Preghiamo, appunto, perché il card. Sarah non ripeta il suo cedimento del 2016 allorché firmò il Decreto 'In Missa in Coena Domini' con cui Papa Bergoglio autorizzava la lavanda dei piedi alle donne il Giovedì Santo, rompendo con la Tradizione apostolica e inficiando il significato del Rito.
RispondiEliminaAggiungerei solo che il card. Sarah dovrebbe andarsene non in punta di piedi ma 'sbattendo la porta', cioè convocando immediatamente una conferenza stampa per denunciare l'attentato alla Fede (perché di questo alla fine si tratta) provocato a livello ufficiale dal motu proprio Magnum principium.
Dico a livello ufficiale: perché va detto, comunque, che a livello pratico il clero 'conciliare' in questi decenni ha praticato e promosso abusi liturgici di ogni genere, a cominciare dalle assurde 'liturgie' di Giovanni Paolo II inventate dal Marini senior, fervido discepolo di Annibale Bugnini.
Non metto riferimenti perché il web è strapieno di esempi in merito, tra video e foto e quant'altro. C'è solo l'imbarazzo della scelta.
Insomma 'Liturgiam authenticam' era lì solo pro forma, perché tanto alla fine preti, vescovi e persino Papi facevano di testa loro, facendo strame di traduzioni e norme liturgiche esistenti solo sulla carta.
Si, basta, riti tribali e danze indu' nonché ipocrite richieste di perdono a tutti, hanno stufato. Torniamo all' austerità, che significa Verità e rispetto per Cristo ed il Suo messaggio.
Elimina"Dov'è finito il timor di Dio? ", scrive Anonimo.
RispondiEliminaMa il timor Dei esiste solo quando esiste la fede in Dio. Una fede formale, affermata solo nei discorsi ma che non diviene vita produce inevitabilmente il suo velenoso frutto: la mancanza di timor Dei!
Chi non ha timor Dei non ha fede e oggi questo è un dato palesissimo. La cosiddetta fiducia in Dio, nella sua misericordia, senza timor Dei e senza il profondo senso di essere dei poveri peccatori non è che presunzione di essere salvati. Tale presunzione - basta sfogliare qualsiasi catechismo tradizionale - è un vero e proprio peccato.
Per questo qualsiasi predecessore dell'Argentino non si è mai avventurato nei territori nei quali lo stesso oggi penetra con estrema sicumera.
Il Signore direbbe a tutte le persone con questi pensieri alterati: "Quello che devi fare fallo presto!", come disse a Giuda. Dopo il tradimento e la passione c'è, però, la resurrezione e l'umiliazione del Maligno e dei suoi accoliti.
What Francis teaches us is to be sceptical about papal teaching. (Fr. Ray Blake)
RispondiEliminaLa légitimité du pontificat de Bergoglio ou bien la foi catholique. Il faut choisir.
Come volevasi dimostrare. Pronta la controinterpretazione bergogliona.
RispondiEliminaPerò non ho capito la frase "erroneamente attribuitale"
È un modo elegante per dire "rimangiatela con questa scusa che non è tua o io mi mangio te e ti rimando a zappare la terra".
Il documento del Card. Sarah è suo o non è suo? È autentico? E se è autentico, poteva il Card.Sarah interpretare il motu proprio? Insomma, solo Bergoglio può interpretare il suo pensiero, oppure può farlo solo chi la pensa come lui.
Adesso il Card. Sarah che farà? Accetta di rimangiarsi tutto o si dimette, di servitori col capo chino ne abbiamo fin troppi
Commento di Antonio Socci.
RispondiElimina""Mi spiace, ma sono in totale disaccordo. Finché continuerete ad accreditare a Bergoglio la continuità col Concilio Vaticano II sarete i suoi migliori alleati e supporter. Non avete capito che lui sta facendo un Vaticano III in contrapposizione anche al Vaticano II. Il vostro è un errore molto grave.""
Mais représentez-vous bien qu'au Moyen-Âge, qui n'est certes pas la plus sombre époque de l'Église, les livres de l'Église latine étaient assez librement adaptés dans les évêchés, et de nouveaux rites ont pu librement éclore, tels notamment les rites cartusien et dominicain.
RispondiEliminahttps://www.lifesitenews.com/news/cardinal-burke-the-apostasy-of-faith-in-our-time-rightly-and-profoundly-fri
RispondiElimina"... Non dividiamoci..."
RispondiEliminaAnonimo 12:52
Giustissimo, ora che vediamo i risvolti opachi dei migliori, non facciamoci prendere dal demone del perfezionismo...negli altri.
Cominciamo a vederci tutti quali siamo, non buttiamo a mare chi non è stato esemplare, è dei nostri, è di NSGC e noi siamo Suoi. Vogliamo esserlo. Con tutto il cuore.
Preghiamo, incontriamoci a Roma per un rosario intero, in ginocchio, poi ognuno a casa sua. Che ne dici Maria?
Risonanza biblica e liturgia desacralizzata: i frutti mostrano la qualità dell'albero.
RispondiEliminahttp://traditioliturgica.blogspot.it/2017/10/la-risonanza-della-parola.html
Grazie per l'attenzione.
Preghiamo, incontriamoci a Roma per un rosario intero, in ginocchio, poi ognuno a casa sua. Che ne dici Maria?
RispondiEliminaPotrò dire qualcosa di più a giorni.
In risposta al commento di Antonio Socci (non ho trovato la fonte) sopra riportato da Mic:
RispondiEliminanegare che le attuali derive bergogliane abbiano la loro origine, per quanto remota, nel Vaticano II, è volersi illudere inutilmente.
Equivale a dire che le purghe staliniane non possono assolutamente aver avuto alcuna origine negli scritti dell'inoffensivo studioso dottor Karl Marx, che non ha mai torto un capello a nessuno...
Comunque, a farla breve, e per restare nel campo liturgico, invito Socci a guardarsi il video seguente, postato su Gloria TV e segnalato su Le Forum Catholique da un lettore sotto choc.
Sotto choc perché il video riguarda la consacrazione di una nuova chiesa in Germania, nel 1979, effettuata dall'allora Cardinale Joseph Ratzinger...
Due cose principali da rilevare:
1) la processione d'ingresso del Cardinale, con una lunga fila di sacerdoti tra i quali due pastori luterani nel loro
tipico abito liturgico: dunque non semplicemente presenti per ragioni di cortesia, ma inseriti volutamente tra i sacerdoti cattolici nell'ambito di un rito liturgico qual'è la processione d'ingresso;
2) la presenza di quattro o cinque chierichette: cosa severamente proibita in quel tempo (l'"autorizzazione" sarebbe venuta solo nel 1994, cioè 15 anni dopo...).
Ecco il link al video: https://gloria.tv/video/u98yTT387UvC2dFSQiSWzK84K
Socci ci dirà che il Card. Ratzinger non interpretava bene il Vaticano II e la 'mens' a questo sottesa, sia in campo ecumenico che liturgico?
Papa Bergoglio non fa che continuare ad esplicitare questa 'mens' portandola alle sue estreme ma logiche conseguenze.
Quella voce "satanica" rallentata in sottofondo poi rende tutto più inquietante
EliminaIn risposta al commento di Antonio Socci (non ho trovato la fonte) sopra riportato da Mic:
RispondiEliminaLa fonte: un messaggio a commento di questo articolo
Per quanto mi riguarda, accetto le proposte di Irina e del prof. Pasqualucci.
RispondiEliminaSolo la preghiera intensa, fiduciosa, mirata e finalizzata al V.O. ci può salvare.
Aggiungo che dovremmo anche coordinarla con gruppi di preghiera, anche a distanza, come il venerdì di riparazione di questo blog.
Stabiliamo un giorno e un orario per partire insieme, e in latino.
Cerchiamo di conoscerci, vederci, entrare in contatto dal vivo.
Riguardo ai cardinali, inizialmente, ero a favore della gradualità e della prudenza, lo sono in tutte le cose...ma non a passo di lumaca!
Da un grado si passa all'altro e si accelera se il pericolo diventa imminente, mentre nel nostro caso i cardinali sembrano essersi fermati.
Prendessero esempio dai vescovi polacchi, che hanno preso posizione apertamente e hanni deciso di disapplicare la A.L. favore della dottrina tradizionale.
Un poco di coraggio e fermezza chiediamo.
Oramai non ci sono più motivi validi per temporeggiare.
Un papa che non ha nessuno scrupolo a causare la divisione tra i fedeli, tra il clero e tra i fedeli e il clero, abbandonando senza il minimo scrupolo chi non lo appoggia e sostiene pur di realizzare le sue modifiche eretiche, e anzi imponendole assumendo spesso comportamenti arroganti e l prepotenti.
Un papa che umilia, disprezza, deride, emargina, offende, scavalca, che abbandona senza il minimo scrupolo le pecore affidategli dal vero Re della Chiesa, che cerca l'approvazione del mondo e condivide con esso le critiche e le calunnie più infondate e becere contro la Chiesa che dovrebbe difendere...
Pur nello scandalo dello stillicidio di Santa Marta, mi permetto di formulare una riflessione un po' provocatoria, per chiarire la partigianeria dell'ultima trovata bergogliana.
RispondiEliminaImmaginiamo per assurdo che sia possibile delegare alle Conferenze Episcopali nazionali la disciplina liturgica, cosa che peraltro è stata concepita in nuce dal solito concilio di cui tutti deplorano gli "eccessi" senza vedere quanto invece essi siano perfettamente coerenti con esso.
Immaginiamo che la Conferenza Episcopale di una nazione legiferi in senso tradizionale, ad esempio stabilendo delle norme molto restrittive in ambito liturgico. Immaginiamo che tutti i Vescovi di un fantomatico stato, magari appellandosi alla Sacrosanctum Concilium, decidano che d'ora innanzi sia obbligatorio che venga celebrata la Messa in lingua latina - usus linguae latinae in ritibus latinis servetur -, confinando l'uso del vernacolo a casi specifici e sporadici. Immaginiamo che essi, applicando il Motu Proprio Summorum Pontificum impongano al proprio Clero nazionale di saper celebrare nella cosiddetta forma "straordinaria". Immaginiamo che detta Conferenza Episcopale stabilisca che in ogni parrocchia almeno una Messa domenicale debba esser celebrata in rito antico.
Credete che la Santa Sede - a parole tanto rispettosa della decentralizzazione e dell'autonomia delle Conferenze Episcopali - accetterebbe che in quella nazione il Motu Proprio Magnum principium sia inteso in senso tradizionale? Credete veramente che Bergoglio non interverrebbe? Credete che lascerebbe impuniti i Vescovi di quella nazione? O non userebbe il proprio potere e la propria autorità diretta, immediata e assoluta per ristabilire la babele liturgica e delegittimare la decisione dei Vescovi?
Ecco quindi dimostrata la tendenziosità e la partigianeria del documento papale. Il quale usa come pretesto l'autonomia delle chiese nazionali con l'unico scopo di delegare ad esse - come avviene ora con Amor laetitiae - l'introduzione di norme lassiste e permissive, l'approvazione di prassi sempre più progressiste ed ecumeniche, con la certezza che nei posti di potere ci sono persone che assecondano il volere del prence. E come appunto con Amor laetitiae ci sono molte Conferenze Episcopali che ammettono i concubinari ai Sacramenti e solo alcune che confermano la prassi cattolica tradizionale, così in ambito liturgico vi devono essere Conferenze Episcopali che cancellano l'aspetto sacrificale della Messa per introdurre l'intercomunione con i protestanti, mentre solo alcune, mal tollerate, continuano a non autorizzarla, almeno ufficialmente.
E' lo stesso discorso dello jus soli. Se grazie ad esso si concedesse la cittadinanza italiana ad immigrati cattolicissimi come i Filippini, la nostra Italia non avrebbe da temere una pacifica convivenza con questi nuovi cittadini. Ma questo non è lo scopo per cui neo-chiesa e politici propagandano lo jus soli: essi vogliono che giungano in Italia maomettani e idolatri e pagani e atei, in modo da cancellare le ultime reliquie di cattolicità del nostro Paese. E se avvenisse che davvero un contingente di Filippini dovesse muovere verso l'Italia, ecco che immediatamente si pretenderebbe da loro il giuramento di fedeltà alla laicità dello Stato, si vincolerebbe la concessione della cittadinanza all'accettazione di aborto, eutanasia, coppie gay ecc.
Si ricordi che tutte le utopie politiche e religiose anticristiane si sono SEMPRE E NECESSARIAMENTE imposte sotto specie di consenso popolare dal basso, mentre nella realtà esse si sono dimostrate nell'operare come tirannidi.
moetodo e contenuti della lettera papale sono inaccettabili, ma Sarah se la è proprio cercata. Forse era meglio se applicava la sua idea di recognitio caso per caso piuttosto che sollevarequesto polverone, che di fatto la rende inapplicabile facendo il gioco dei novatori.
RispondiEliminaIn ogni caso grazie a Dio, per ora, tutto questo non riguarda il Vetus, sempre piùchiaramente unica ancora di salvezza nella Chiesa di oggi e di domani.
Ricordiamo il caso della traduzione della liturgia in lingua filippina, fabbricata in fretta e furia nel 1976 da un pretuncolo fai da te, e in oltre 41 anni nessuno si è mai preoccupato di farla approvare dalla Santa Sede. Anzi, lo stesso cardinal Tagle la celebra.
RispondiEliminaQuesto genere di argomenti dovrebbe essere sufficiente per far fuggire come la peste la liturgia postconciliare, ormai in balìa delle mode gesuitiche. Altro che il presunto "arricchirsi a vicenda"...
Sacerdos quidam ha detto: "negare che le attuali derive bergogliane abbiano la loro origine, per quanto remota, nel Vaticano II, è volersi illudere inutilmente".
RispondiEliminaEsatto, ma fino a che ci si mantiene sulle generali mancheranno le prime basi necessarie a qualunque disamina critica: i testi originali. E da questo punto di vista basta leggere e fare il confronto tra "Dignitatis Humanae" (CVII), "Quanta Cura" (Pio IX) e "Amoris Laetitia". Sfido chiunque abbia conservato almeno un po' di onestà intellettuale a negare, da un lato, che DH e QC non siano addirittura contraddittorie, tanto che la prima pare scritta per contraddire i punti fondanti della seconda, e, dall'altro, che il linguaggio e la metodologia euristica di DH non sia dello stesso identico tipo di quelli usati in AL. Tanto per chiarire con un esempio: in DH si ignora (per ignoranza colpevolissima) la distinzione FONDAMENTALE tra foro interno e foro esterno, senza la quale è impossibile capire quale sia il limite da attribuirsi alla coscienza individuale erronea. In altre parole, si sottace una distinzione teorica fondamentale e il discorso cade nella totale ambiguità. AL ha fatto di un tale metodo la propria essenza, dunque, giungendo all'estremizzazione, ma in continuità con lo stesso paradigma epistemologico e secondo lo stesso "spirito".
Socci, datti una sveglia! Guarda la realtà, in questo caso dei testi, per quello che è. Cosa ti servirà testimoniare la verità in modo parziale, ossia rimanendo attaccato a pregiudizi che una corretta analisi delle cose dimostra tali?
Il mio commento completo è qui:
RispondiEliminahttp://opportuneimportune.blogspot.gr/2017/10/autonomia-si-ma-senso-unico.html
Magistero wireless.
RispondiEliminaCon tutte le castronerie che ha sparato proprio nelle interviste e con gli insulti ai cattolici nelle omelie di Santa Marta è il caso di dire che la antica Chiesa di Roma è in pessime mani. Si spera (e si prega, per l'unità di tutti i credenti in Cristo) che il Signore intervenga presto, e ristabilisca la Sua signoria sulla chiesa latina.
Dimenticavo il link:
RispondiEliminahttp://it.radiovaticana.va/news/2017/10/22/papa_le_mie_interviste,_un_dialogo_con_valore_pastorale/1344364
Ho letto il commento di Baronio. Ineccepibile.
RispondiEliminaÈ vero che non basta più la correzione su Amoris Laetitia, siamo ormai oltre con la devolution sulla Liturgia e le famose commissioni segrete all'opera per "perfezionare" l'humanae vitae e la cosiddetta "Messa Ecumenica".
RispondiEliminaSarah se la è proprio cercata. Forse era meglio se applicava la sua idea di recognitio caso per caso piuttosto che sollevare questo polverone, che di fatto la rende inapplicabile facendo il gioco dei novatori.
RispondiEliminaNon capisco questa considerazione. Se l'è cercata esercitando il suo dovere? Piuttosto il problema è che in fondo ci ha messo una pezza. Ma ormai, come già ampiamente spiegato, non basta!
Ma preghiamo per lui e per tutti coloro che ancora riescono a riconoscere l'errore attuale. E che riescano a risalire alle cause prossime e remote.
RispondiEliminaChi giustifica il magistero mediatici dicendo che non modifica la dottrina, dimentica che la pastorale è teologia pratica. E che certe cose le dica chi si dice essere papa ha il suo peso. Comunque, la dottrina non è affatto salva, visto che, come detto, la pastorale è sempre teologica, è c.d. teologia pratica.
RispondiEliminaLetto su Fb
Memoráre, o piíssima Virgo María,
RispondiEliminanon esse auditum a sǽculo,
quemquam ad tua curréntem præsidia,
tua implorántem auxilia,
tua peténtem suffrágia, esse derelíctum.
Ego tali animátus confidéntia, ad te,
Virgo Virginum, Mater, curro, ad te vénio,
coram te gemens peccator assisto.
Noli, Mater Verbi, verba mea despícere;
sed áudi propitia et exáudi.
Amen.
""Il cardinal Sarah aveva interpretato il testo ribadendo alcuni "punti fermi" onde evitare la creazione di una sorta di "federalismo liturgico".
RispondiElimina...
Papa Francesco ha chiesto a Sarah di far girare il testo di questa sua "Correctio". "Infine -scrive infatti Papa Bergoglio riferendosi a Sarah- "Eminenza, ribadisco il mio fraterno ringraziamento per il suo impegno e constatando che la nota “Commentaire” è stata pubblicata su alcuni siti web, ed erroneamente attribuita alla sua persona, Le chiedo cortesemente di provvedere alla divulgazione di questa mia risposta sugli stessi siti nonché l’invio della stessa a tutte le Conferenze Episcopali, ai Membri e ai Consultori di codesto Dicastero". Sarah è considerato uno dei cardinali maggiormente espressivi delle istanze dei conservatori. In più di una riflessione è stato indicato come il possibile candidato dei tradizionalisti al prossimo Conclave. A contrapporsi al Cardinale africano, dicono i ben informati, potrebbe essere il Cardinale Tagle, sul quale punterebbe forte per la successione proprio Papa Francesco. Sandro Magister, nello specifico, ha dipinto questo quadro in un articolo riguardante le "prove di Conclave", per le quali il Segretario di Stato di Sua Santità Parolin, potrebbe rappresentare una sintesi. Scenari ovviamente solo ipotizzati. Di certo c'è che esiste un forte dibattito sulla tematica della liturgia.""
Quelli se la cantano e se la suonano tutta fra loro, in un crescendo mortale.
RispondiEliminaD'altra parte, se alla notizia dell'elezione di J.M. Bergoglio al soglio di Pietro, molti chierici argentini scoppiarono in pianto - consci delle macerie che il 'nostro' aveva già prodotto nella Chiesa in patria - un motivo ci sarà ben stato...
Visto che Antonio Socci, di cui ho stima, legge questo Blog, vorrei fargli notare che il suo atteggiamento verso i documenti del Vaticano II rispecchia stranamente quello attuale dei sostenitori dell'Amoris laetitia.
RispondiEliminaDifatti nella redazione di quest'ultima Lettera apostolica si è seguita la stessa tecnica sovversiva adoperata durante il Vaticano II: redazione di testi logorroici, una mole immensa di pagine che avevano l'unico scopo di mimetizzare i vari errori o le varie ambiguità dottrinali ivi disseminati.
E come oggi i sostenitori di Amoris laetitia pretendono assurdamente che essa vada letta nel suo insieme, senza fermarsi troppo sui particolari (come quelli contenuti nel famigerato cap. 8) affermando che tutto è in regola, allo stesso modo Antonio Socci difende il Vaticano II appellandosi alla massa di testi ortodossi che lo compongono e minimizzando viceversa - o forse negando, non so - la presenza di testi erronei ivi inseriti.
E' un atteggiamento sbagliato, poiché Satana normalmente si nasconde nei particolari, in piccole fessure nella diga che poi saranno gradualmente erose ed allargate fino a farla crollare.
Invito dunque Antonio Socci a documentarsi meglio sul Vaticano II ed i problemi che questo Concilio ha suscitato, magari iniziando con la lettura delle due opere di Mons. Brunero Gherardini "Concilio Ecumenico Vaticano II - un discorso da fare" (Casa Mariana Editrice, Frigento 2009) e "Concilio Vaticano II - il discorso mancato" (Lindau, Torino 2011).
Nel frattempo lo invito anche a consultare i vari testi presenti sulla colonna di destra di questo Blog sotto il titolo "Pagine fisse in evidenza", che contengono appunto precise analisi critiche su questo argomento.
Anch'io ho molta stima di Socci. Ma purtroppo, su questo punto non riusciamo ad intenderci. Ancora non trovo uno spiraglio che possa infrangere il muro della chiusura totale a qualunque critica (per quanto argomentata e rispettosa) al concilio, che evidentemente anche lui prende in blocco come un evento, un 'unicum'a sé stante e non come l'insieme dei suoi documenti, con i cui contenuti dobbiamo fare i conti proprio per distinguere il grano dal loglio. Ed è lì che troviamo le radici delle innovazioni e delle ambiguità (ben individuate e documentate da molti studiosi) che hanno innescato quella che oggi è, in crescendo, la rivoluzione bergogliana. Ed è legittimo farlo proprio nella misura in cui lo si è dichiarato pastorale e non dogmatico. Fermo restando l'unicum anomalo rappresentato da Bergoglio che 'rompe' persino con i suoi immediati predecessori...
RispondiEliminaOvviamente il concilio rimane dogmatico, di fatto, solo negli aspetti che non confliggono con l'insegnamento costante della Chiesa...
Socci si è “formato” in tempi ed ambienti post CVII, non so quanta Chiesa, Messa, Sacramenti, Dottrina pre conciliare abbia personalmente conosciuto e vissuto. Anche ideologicamente, politicamente, socialmente, parte da Sinistra per poi accentrarsi, ma è sempre “DC sociale”, è Ciellino della I ora, è Siena (!), la sua aria, che respira pure lui, è un dongiussanino, un GPII “papaboy”, un amante di BXVI. Essendo un cattolico, è fedele al “primo amore che ha sposato”-la Chiesa post CVII dei Don Giussani -, non lo tradirebbe mai.
RispondiEliminaDategli il tempo. Prima o poi si accorgerà che quel “primo amore” non era cosi innocente e puro, come lui pensava, ma che lo tradiva con chiunque, anzi si prostituiva agli angoli delle strade e sotto i portici. E che lo ha alla fine piantato per uno più ricco e più giovane. Ed il suo “amore” diventerà un odio profondo per chi l’ ha ingannato in tutto questo tempo.
Se Bergoglio dovesse veramente promuovere la Messa ecumenica, o qualche altra eresia pratica, rifacendosi al sacrosanto CVII, e basandosi sui suoi sacri testi, Socci “vedrà la luce”.
Si spera.
Il Giornale, La "Correctio" del Papa al cardinal Sarah
RispondiEliminaPapa Francesco ha scritto una lettera a Sarah in funzione di un'interpretazione del Cardinale ad un suo Motu Proprio. Scontro sulla liturgia
Francesco Boezi - Dom, 22/10/2017 - 16:32
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/correctio-papa-cardinal-sarah-1455188.html
http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/Papa-Francesco-punizione-cardinale-contesta/
RispondiEliminaScoperto un altro Lefebvriano travestito da vescovo cattolico. Grande Francesco!
RispondiEliminaRr, mancava da un po' il tuo giudizio tranchant, welcome back, non vi tedierò col dirvi ciò che ho sempre pensato di CL, ho ancora amici carissimi con cui condivido l'amicizia che ancora ci lega fin dai tempi della scuola, e ho detto tutto, poi il toscanaccio orgoglioso, come tutti i suoi conterranei, farà fatica a riconoscere l'errore, mi fa piacere che AMV sia finalmente uscito dalla stanza dei risvegli, era ora, per il resto mi aspetto le dimissioni sua sponte, ovvio, del card.Sarah e la defenestrazione, pardon, la messa a riposo, il 9 dicembre p.v. di mons. Gänswein, poi non vedo altre ombre che oscurino o diano fastidio al lider maximo. Meglio buttarla sull'ironia come fa Baronio, sennò sarebbe disperante. Lupus et Agnus.
RispondiEliminaL'articolo è stato ripreso da Corrispondenza Romana
RispondiEliminahttps://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/vulnus-diventa-uno-squarcio-papa-corregge-card-sarah/
LNBQ, Marco Tosatti, LA GUERRA INTERNA AL PORPORATO
RispondiEliminaSarah isolato e umiliato, ma combatte da solo
ECCLESIA 25-10-2017
http://www.lanuovabq.it/it/sarah-isolato-e-umiliato-ma-combatte-da-solo
Le riforme della liturgia di Papa rischiano di risolvere i cattolici "negli anni '70": esperto di liturgia
RispondiEliminaOct 24, 2017
https://www.lifesitenews.com/news/popes-liturgy-reforms-risk-taking-catholics-back-to-the-1970s-liturgy-exper
Per capirne di piu' con l'aiuto di Padre Scalese .
RispondiEliminahttp://querculanus.blogspot.it/2017/10/la-balcanizzazione-della-liturgia.html#more
un abisso tra questa lettera di Francesco e le calde parole di stima espresse per iscritto al cardinale Sarah, pochi mesi fa, dal "papa emerito" Benedetto XVI. Il quale si diceva certo che con Sarah "la liturgia è in buone mani" e quindi "dobbiamo essere grati a papa Francesco di avere posto un tale maestro dello spirito alla testa della congregazione che è responsabile della celebrazione della liturgia nella Chiesa".
RispondiEliminaTutte le opere buone unite assieme, non valgono il Santo Sacrifico della Santa Messa, perché quelle sono le opere dell'uomo; mentre la Santa Messa è l'Opera di Dio.
RispondiElimina(San Giovanni Maria Vianney, il Curato d'Ars).