Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 22 settembre 2014

La Messa in lingua filippina non è approvata dalla Sede Apostolica

Perfino il card.Tagle celebra
la Messa in lingua filippina
Le due lingue ufficiali delle Filippine sono l'inglese e la lingua filippina. Quest'ultima, una distinta variante della lingua tagalog, è la prima lingua di circa 15-25 milioni di persone, specialmente nell'area metropolitana di Manila, capitale delle Filippine.

Un cattolico filippino ha verificato che la traduzione della Messa Novus Ordo in lingua filippina ("Misa ng Bayang Pilipino") ancor oggi non ha alcuna approvazione della Santa Sede (ed è perciò formalmente illegale), sebbene ogni tanto si vociferi di un riconoscimento in arrivo e qua e là si affermi (senza prove) che sarebbe stata approvata il 10 agosto 1976.

Le decisioni sulla lingua volgare, promosse dai vescovi locali, devono essere approvate e confermate dalla Sede Apostolica. Ma nella sbornia postconciliare qualcuno ha avuto troppa fretta di essere "pastoralmente" vicino al popolo (e di "fare inculturazione" incorporando nella liturgia espressioni popolari tagalog, proverbi tagalog, modi di dire tagalog, abbondanza di rime e cadenza ritmica perché gradite alla mentalità filippina... se non ci credete, leggete direttamente dall'entusiasmo del traduttore del rito, don Ascar Chupungco). E così, in quel 1976, si è proceduto in fretta e furia a pubblicare quella traduzione folkloristica dei libri liturgici in filippino senza aspettare conferme da Roma.

Padova, Italy:
Misa ng bayang Pilipino
Nel 1995 proposero a Giovanni Paolo II di celebrare in filippino, ma il Papa si rifiutò.

C'è di comico che le messe in lingua filippina - con la consueta abbondanza di pagliacciate liturgiche - vengono celebrate un po' ovunque ancor oggi, anche in Italia (per esempio dagli Oblati, nelle parrocchie, nei santuari mariani, ecc.).

12 commenti:

Alessandro Mirabelli ha detto...

OT Secondo www.iltimone.org mons. Pietro Marini sarà il nuovo prefetto della Congregazione per il Culto divino.
Per carità di Chiesa preferisco rilasciare la seguente dichiarazione: no comment.

Non praevalebunt ha detto...

"C'è di comico"...c'é da piangere!

E.P. ha detto...

Notare il prete presentatore del sacro Zecchino d'oro: due chierichette in talare e cotta, un bambino in camice (sarà un diacono permanente?) e due bambini in abbigliamento laico.

E.P. ha detto...

Gli Acta Apostolicae Sedis del 1976 sono reperibili a questo indirizzo [link] (862 pagine di PDF). Non contengono nessuna menzione di presunte "approvazioni" riguardanti la liturgia in lingua filippina. Le Filippine vengono citate solo nelle nomine dei vescovi e nell'erigere diocesi e prelature e provincia ecclesiastica.

Insomma, nel fatidico 10 agosto 1976 non avvenne proprio nulla, se non nella fantasia dei tifosi delle licenze poetiche di don Chupungco. Del quale, da 38 anni, celebrano un'allegra traduzione liturgica.

Sì, c'è poco da ridere e molto da piangere.

Rr ha detto...

Quondi la Messa VO no, e ' sta pagliacciata si? Comincio a capire molte cose sui filippini e filippine che conosco qui a Milano...
Rr

Anonimo Pisano ha detto...

Il 14 aprile 2000 moriva Mons.Salvador Lazo, vescovo emerito di San Fernand nelle Filippine. Nel 1995 era tornato alla Santa Messa di San Pio V e si era trasferito nel Priorato della FSSPX "Nostra Signora delle Vittorie" (un nome che è un programma). Aveva reso pubblica la sua scelta scrivendo una lettera aperta alle Autorita' (Papa, Card. Ratzinger, Card.Sin, etc.). L'Osservatore Romano ha dato notizia della sua morte, senza fare alcun cenno ad eventuali censure, che, in effetti, non ha avuto. Ha perfino dato il nome della "Casa religiosa" dove viveva. Fino all'apertura del priorato della FSSPX, gli unici preti in talare che era facile trovare nelle Filippine erano quelli della variante locale dei Vetero-cattolici (che, scommetto, non hanno mai usato il N.O.versione talagog).

Anonimo ha detto...

Povero Belpaese svenduto !
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-cosi-la-sicilia-sta-diventando-un-emirato-10385.htm

Anonimo ha detto...

Aggiungo che la prima donna-"prete" che opera (fin dagli ani '90) a Roma è una colf filippina, anglicana, che, moglie di un pastore, se non sbaglio commerciante.
La domenica entrambi indossano dei paramenti che non sono secondi ai più pomposi paramenti dei preti cattolici degli anni '30 (si vede che debbono essere della Chiesa Alta) e celebrano al Holy Miss, per la comunità dei filippinio anglicani.

viandante ha detto...

Filippine o meno io constato semplicemente che col NO quasi in ogni parrocchia il sacerdote praticamente "traduce" come meglio gli aggrada il rito della celebrazione. Con la scusa del "far capire meglio" se ne sentono di tutti i colori.
Alla comunione, p.es. distribuendo l'ostia: il pane che salva, il corpo del Signore, il cibo della vita eterna, il corpo di Cristo, la sorgente di vita...

Ma in fin dei conti sappiamo tutti che le traduzioni sono state volute, negli ultimi decenni, per aggirare la dottrina più che per cercare di trasmetterla integralmente.

RIC ha detto...

in uscita ad ottobre un libro di Antonio Socci dal titolo "Non e'Francesco".

Rr ha detto...

La Sicilia non sta " diventando", sta purtroppo " ritornando" ad essere un emirato. Come lo fu 1000 anni fa, e fu un' invasione devastante, le cui tracce sui " mores" siciliani sono ancora ben presenti, nonostante i successivi Normanni, Svevi, Aragonesi, Piemontesi.
Nel caso, pero' , che sia annessa all' Omar o Qatar o Arabia saudita, cosi noi altri smettiamo di pagare per lei.
Rr

Anonimo ha detto...

Correction: the "Misa ng Bayang Pilipino" is not the Vernacular translation of the Missale Romanum. The Official Vernacular Translation in the Philippines is the "Aklat ng Pagmimisa sa Roma."