Ieri ricorreva un anniversario. L'11 dicembre 1925. Quas primas. Pio XI proclama il dogma della Regalità Sociale di Cristo. Si tratta di un dogma particolarmente odiato dallo spirito dalla funesta Rivoluzione francese, del cosiddetto Risorgimento e dal pensiero moderno
I principali nemici di questo dogma.Se a Cristo Signore è stata data ogni potestà in cielo e in terra; se tutti gli uomini redenti con il Sangue suo prezioso sono soggetti per un nuovo titolo alla sua autorità; se, infine, questa potestà abbraccia tutta l'umana natura, chiaramente si comprende, che nessuna delle nostre facoltà si sottrae a tanto impero. Se i prìncipi e i magistrati legittimi saranno persuasi che si comanda non tanto per diritto proprio quanto per mandato del Re divino, si comprende facilmente che uso santo e sapiente essi faranno della loro autorità, e quale interesse del bene comune e della dignità dei sudditi prenderanno nel fare le leggi e nell'esigerne l'esecuzione. In tal modo, tolta ogni causa di sedizione, fiorirà e si consoliderà l'ordine e la tranquillità. D'altra parte sbaglierebbe gravemente chi togliesse a Cristo Uomo il potere su tutte le cose temporali, dato che Egli ha ricevuto dal Padre un diritto assoluto su tutte le cose create, in modo che tutto soggiaccia al suo arbitrio.
La peste della età nostra è il così detto laicismo (la laicità, ndr) coi suoi errori e i suoi empi incentivi; e voi sapete, o Venerabili Fratelli, che tale empietà non maturò in un solo giorno ma da gran tempo covava nelle viscere della società. Infatti si cominciò a negare l'impero di Cristo su tutte le genti; si negò alla Chiesa il diritto — che scaturisce dal diritto di Gesù Cristo — di ammaestrare, cioè, le genti, di far leggi, di governare i popoli per condurli alla eterna felicità. E a poco a poco la religione cristiana fu uguagliata con altre religioni false e indecorosamente abbassata al livello di queste; quindi la si sottomise al potere civile e fu lasciata quasi all'arbitrio dei prìncipi e dei magistrati. Si andò più innanzi ancora: vi furono di quelli che pensarono di sostituire alla religione di Cristo un certo sentimento religioso naturale. Né mancarono Stati i quali opinarono di poter fare a meno di Dio, riposero la loro religione nell'irreligione e nel disprezzo di Dio stesso. I pessimi frutti, che questo allontanamento da Cristo da parte degli individui e delle nazioni produsse tanto frequentemente e tanto a lungo, Noi lamentammo nella Enciclica Ubi arcano Dei e anche oggi lamentiamo: i semi cioè della discordia sparsi dappertutto; accesi quegli odii e quelle rivalità tra i popoli, che tanto indugio ancora frappongono al ristabilimento della pace; l’intemperanza delle passioni che così spesso si nascondono sotto le apparenze del pubblico bene e dell’amor patrio; le discordie civili che ne derivarono, insieme a quel cieco e smoderato egoismo sì largamente diffuso, il quale, tendendo solo al bene privato ed al proprio comodo, tutto misura alla stregua di questo; la pace domestica profondamente turbata dalla dimenticanza e dalla trascuratezza dei doveri familiari; l’unione e la stabilità delle famiglie infrante, infine la stessa società scossa e spinta verso la rovina. Ci sorregge tuttavia la buona speranza che l’annuale festa di Cristo Re, che verrà in seguito celebrata, spinga la società, com’è nel desiderio di tutti, a far ritorno all’amatissimo nostro Salvatore. Accelerare e affrettare questo ritorno con l’azione e con l’opera loro sarebbe dovere dei Cattolici, dei quali, invero, molti sembra non abbiano nella civile convivenza quel posto né quell’autorità, che s’addice a coloro che portano innanzi a sé la fiaccola della verità. Tale stato di cose va forse attribuito all’apatia o alla timidezza dei buoni, i quali si astengono dalla lotta o resistono fiaccamente; da ciò i nemici della Chiesa traggono maggiore temerità e audacia. Ma quando i fedeli tutti comprendano che debbono militare con coraggio e sempre sotto le insegne di Cristo Re, con ardore apostolico si studieranno di ricondurre a Dio i ribelli e gl’ignoranti, e si sforzeranno di mantenere inviolati i diritti di Dio stesso.
Preghiera a Santa Lucia, protettrice degli occhi e della vista
RispondiEliminaDa recitare con fede e fiducia
O Santa Lucia,
che hai preferito lasciare che i tuoi occhi venissero strappati
per non rinnegare la fede e macchiare la tua anima;
e Dio, con un miracolo straordinario,
ti ha restituito altri due occhi sani e perfetti
per ricompensare la tua virtù e la tua fede,
e ti ha costituito protettrice contro le malattie degli occhi,
ricorro a te perché tu protegga la mia vista
e curi la malattia dei miei occhi.
O Santa Lucia, conserva la luce dei miei occhi
perché io possa vedere la bellezza del creato.
Conserva anche gli occhi della mia anima, la fede,
mediante la quale posso riconoscere il mio Dio,
comprendere i suoi insegnamenti,
riconoscere il suo amore nei miei confronti
e non errare mai nel cammino che mi condurrà
dove sei tu, Santa Lucia,
in compagnia degli angeli e dei santi.
Santa Lucia, proteggi i miei occhi
e conserva la mia fede.
Amen.
Signore non Ti chiedo di non soffrire, ma di essere aiutato nel soffrire,
RispondiEliminanon Ti chiedo di non aver paura, ma di rendermi amica la sofferenza,
non Ti chiedo di esentarmi dalla prova, ma di darmi coraggio nell'affrontare questa vita e la morte,
non imploro pietà, ma chiedo di darmi pazienza e speranza di luce,
non imploro saggezza, ma Ti chiedo di darmi la fede in Te,
non Ti chiedo la forza per il domani, ma desidero con tutto il cuore l'alleanza nel tempo per affrontare con Te l'oggi e il domani,
non Ti voglio lontano ma Ti chiedo sii in me per sempre. Amen....
Padre Daniele Hekic
Anima di Cristo, santificami.
RispondiEliminaCorpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua dei costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, esaudiscimi.
Fra le tue piaghe ascondimi.
Non permettere ch'io mi separi da te.
Dal nemico maligno difendimi.
Nell'ora della morte chiamami.
E comanda che io venga a te.
Affinché ti lodi con i tuoi santi nei secoli eterni.
Così sia.
(Sant'Ambrogio)
Pio XI una vera miniera di Sapienza; per dirla con il Cardinel Biffi "Il più grande pontefice del '900"
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