È morto a 91 anni Robert Spaemann, uno dei massimi filosofi tedeschi contemporanei, amico e compagno di studi di Joseph Ratzinger, erede della cattedra ad Heidelberg che era stata di Hans-George Gadamer. Cultore della philosophia perennis e amante del Rito Antico. Un anno fa, assieme al filosofo inglese Roger Scruton, al francese Rémi Brague e al polacco Ryszard Legutko, Spaemann aveva lanciato la “Dichiarazione di Parigi” [vedi, nel blog], un manifesto a favore dell’“Europa in cui crediamo”. Di seguito potete leggere le parti più interessanti.
Di Robert Spaemann abbiamo pubblicato diversi testi:
- "Tutto è diventato così avvizzito". Il filosofo Spaemann a cinquant'anni dal Concilio Vaticano II ;
- La requisitoria di Spaemann sul matrimonio fra chiesa e mondo ;
- Rifugiati, il filosofo Spaemann: “Non dobbiamo per forza convivere”
- Robert Spaemann sul caso Seifert, Amoris Laetitia e la testimonianza della Verità
- Spaemann: "Anche nella Chiesa c’è un limite di sopportabilità"
- Amoris Laetizia: "È il caos eretto a principio con un tratto di penna"
- «Rispondere ai dubia, non inabissare il Magistero» - «Il Papa faccia come Gesù: sì o no»
Il futuro dell’Europa dev’essere liberale nel senso migliore del termine, ovvero garante di discussioni pubbliche appassionate, libere da ogni minaccia di violenza e di coercizione (…)
Siamo in un vicolo cieco. La minaccia maggiore per il futuro dell’Europa non sono né l’avventurismo russo né l’immigrazione musulmana. L’Europa vera è a rischio a causa della stretta asfissiante che l’Europa falsa esercita sulla nostra capacità d’immaginare prospettive. I nostri Paesi e la cultura che condividiamo vengono svuotati da illusioni e autoinganni su ciò che l’Europa è e deve essere. Noi c’impegniamo dunque a resistere a questa minaccia diretta contro il nostro futuro. Noi difenderemo, sosterremmo e promuoveremo l’Europa vera, l’Europa a cui in verità noi tutti apparteniamo (…)
Dobbiamo essere franchi ancora una volta: le società europee si stanno sfilacciando malamente. Se non apriremo gli occhi, assisteremo a un uso sempre maggiore del potere statalista, dell’ingegneria sociale e dell’indottrinamento culturale (…)
Siamo in un vicolo cieco. La minaccia maggiore per il futuro dell’Europa non sono né l’avventurismo russo né l’immigrazione musulmana. L’Europa vera è a rischio a causa della stretta asfissiante che l’Europa falsa esercita sulla nostra capacità d’immaginare prospettive. I nostri Paesi e la cultura che condividiamo vengono svuotati da illusioni e autoinganni su ciò che l’Europa è e deve essere. Noi c’impegniamo dunque a resistere a questa minaccia diretta contro il nostro futuro. Noi difenderemo, sosterremmo e promuoveremo l’Europa vera, l’Europa a cui in verità noi tutti apparteniamo (…)
Dobbiamo essere franchi ancora una volta: le società europee si stanno sfilacciando malamente. Se non apriremo gli occhi, assisteremo a un uso sempre maggiore del potere statalista, dell’ingegneria sociale e dell’indottrinamento culturale (…)
I padrini dell’Europa falsa sono stregati dalle superstizioni del progresso inevitabile. Credono che la Storia stia dalla loro parte, e questa fede li rende altezzosi e sprezzanti, incapaci di riconoscere i difetti del mondo post-nazionale e post-culturale che stanno costruendo. Per di più, ignorano quali siano le fonti vere del decoro autenticamente umano cui peraltro tengono caramente essi stessi, proprio come vi teniamo noi. Ignorano, anzi ripudiano le radici cristiane dell’Europa. Allo stesso tempo, fanno molta attenzione a non offendere i musulmani, immaginando che questi ne abbracceranno con gioia la mentalità laicista e multiculturalista. Affogata nel pregiudizio, nella superstizione e nell’ignoranza, oltre che accecata dalle prospettive vane e autogratificanti di un futuro utopistico, per riflesso condizionato l’Europa falsa soffoca il dissenso. Tutto ovviamente in nome della libertà e della tolleranza (…)
Una società che non accoglie i figli non ha futuro (…)
Riconoscendo il carattere particolare dei Paesi europei, e la loro impronta cristiana, non dobbiamo lasciarci confondere dalle affermazioni pretestuose dei multiculturalisti. L’immigrazione senza l’assimilazione è solo una colonizzazione, e dev’essere respinta (…)
In Europa, i ceti intellettuali sono, purtroppo, fra i principali partigiani ideologici della boria dell’Europa falsa (…)
Le nostre classi dirigenti promuovono i diritti umani. Combattono i cambiamenti climatici. Progettano una economia di mercato più globalmente integrata e l’armonizzazione delle politiche fiscali. Supervisionano i passi compiuti verso l’eguaglianza di genere. Fanno così tanto per noi! Che importa dunque dei meccanismi con cui sono arrivati ai loro posti? Che importa se i popoli europei sono sempre più scettici delle loro gestioni? In questo momento, chiediamo a tutti gli europei di unirsi a noi per respingere le fantasie utopistiche di un mondo multiculturale senza frontiere. Amiamo a buon diritto le nostre patrie e cerchiamo di trasmettere ai nostri figli ogni elemento nobile che noi stessi abbiamo ricevuto in dote. [Fonte]
Una società che non accoglie i figli non ha futuro (…)
Riconoscendo il carattere particolare dei Paesi europei, e la loro impronta cristiana, non dobbiamo lasciarci confondere dalle affermazioni pretestuose dei multiculturalisti. L’immigrazione senza l’assimilazione è solo una colonizzazione, e dev’essere respinta (…)
In Europa, i ceti intellettuali sono, purtroppo, fra i principali partigiani ideologici della boria dell’Europa falsa (…)
Le nostre classi dirigenti promuovono i diritti umani. Combattono i cambiamenti climatici. Progettano una economia di mercato più globalmente integrata e l’armonizzazione delle politiche fiscali. Supervisionano i passi compiuti verso l’eguaglianza di genere. Fanno così tanto per noi! Che importa dunque dei meccanismi con cui sono arrivati ai loro posti? Che importa se i popoli europei sono sempre più scettici delle loro gestioni? In questo momento, chiediamo a tutti gli europei di unirsi a noi per respingere le fantasie utopistiche di un mondo multiculturale senza frontiere. Amiamo a buon diritto le nostre patrie e cerchiamo di trasmettere ai nostri figli ogni elemento nobile che noi stessi abbiamo ricevuto in dote. [Fonte]
"Robert Spaemann, morto ieri a 91 anni, è stato l’ultimo grande filosofo cattolico. La sua opera è stata una grande critica della modernità e una apologetica della ragione e della fede insieme a tutti i livelli nella verità. Il sodalizio con Benedetto XVI a Ratisbona. La denuncia di relativismo morale dopo la pubblicazione di Amoris laetitia".
RispondiEliminaStefano Fontana
http://www.lanuovabq.it/it/a-dio-spaemann-lultimo-grande-filosofo-cattolico
Filosofo "cattolico" .
RispondiEliminaAppunto...
Se oggi trovate qualcuno che afferma con forza la capacità della ragione di raggiungere la verità, allora si può quasi essere certi che si tratti di un cattolico.
RispondiEliminaRobert Spaemann (1927-2018)
s://www.maurizioblondet.it/dante-e-benedetto-xvi/
RispondiEliminaDANTE E BENEDETTO XVI
Maurizio Blondet 12 dicembre 2018
Di Ferruccio Benevieri
Bell'articolo di Veneziani
RispondiEliminahttp://www.marcelloveneziani.com/articoli/florenskij-scienziato-pensatore-e-martire/
"Una Nazione può sopravvivere ai suoi imbecilli ed anche ai suoi ambiziosi, ma non può sopravvivere al tradimento dall'interno...".
RispondiEliminaMarco Tullio Cicerone
Quanto prima, si giustificherà la mancata incarcerazione dei "diversamente europei", perché, altrimenti, si radicalizzerebbero ...
RispondiEliminahttp://www.marcelloveneziani.com/articoli/i-populisti-discesi-dai-monti/
RispondiEliminaDopo la resa del presidente Emmanuel Macron, parametro al 3,5%: Parigi è la vera malata dell'area euro, ma Bruxelles si concentra sui nostri «zerovirgola». Occhi chiusi anche sugli aiuti di Stato di Angela Merkel alle banche. (Maurizio Belpietro)
RispondiEliminaIeri notte si intravedeva spiraglio al 2,04% oggi sembra che Moscovici ancora faccia storie. A questo punto i nostri (checché ne dica Mattarella) non devono mollare....
http://m.ilgiornale.it/news/2018/12/13/il-cardinale-sui-migranti-lue-non-mostra-solidarieta-allitalia/1615839/
RispondiEliminaBologna
RispondiEliminaLa triste fine degli Italiani poveri mentre il Comune Pd assume spazzini asiatici o africani.
Il lavoro ci sarebbe ma gli appalti sono delle coop rosse...
In Italia ormai è così se non sei migrante non sei nessuno e puoi marcire x strada anche se hai lavorato una vita.
https://t.co/PXOiYS9Vqt
Manovra, ricapitolando: il deficit della Francia va bene, il nostro no. Ora sono chiare due cose
RispondiEliminaRicapitolando: dopo 10 anni di deficit eccessivi, con picchi addirittura al 7% del Pil e sfondamenti anche nel periodo in cui il commissario Ue Pierre Moscovici era ministro delle Finanze, la Francia ottiene l’ennesimo sforamento del tetto del 3%. Niente da fare invece per l’Italia: la riduzione del deficit dal 2,4% al 2,04 non va ancora bene.
Sono chiare a questo punto due cose fondamentali:
1) l’attacco della Commissione Ue nei nostri confronti è più politico che economico: contro i sovranisti Salvini e Di Maio (mentre il buon Macron è un fervido europeista) e contro le politiche del governo (quota 100 e reddito di cittadinanza). Le misure promesse dal presidente francese ai gilet gialli sono “indispensabili per l’urgenza del potere d’acquisto”, dice Moscovici. E il reddito di cittadinanza non è altrettanto indispensabile per rafforzare il potere d’acquisto – nullo – di 5 milioni di italiani poveri? Evidentemente no. “Eh, ma la situazione della Francia è meglio dell’Italia”, vero, ma meglio non significa bene, come dimostrano le proteste dei gilet gialli e alcuni dati macroeconomici: debito pubblico più basso del nostro ma sempre sostanzioso (98,5% del Pil nel 2017 contro il nostro 131%); disoccupazione a ottobre al 9,3% contro il nostro 10,6, ma se l’Italia è la terza peggiore in Europa dopo Grecia e Spagna, la Francia è quarta.
2) Questa Europa vuole la rivoluzione. Invece di riconoscere che i “gilet gialloverdi” al governo in Italia hanno instradato su canali democratici il malcontento che in Francia si sfoga nelle violenze di piazza (anche delle forze dell’ordine), tenta il tutto per tutto: stoppare con le leve economiche il governo italiano, per creare malessere e delusione negli elettori ed evitare uno tsunami di M5s e Lega alle prossime elezioni europee. Resta da vedere se, così facendo, non verrà travolta lo stesso – e con impeto ancora maggiore.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/13/manovra-ricapitolando-il-deficit-della-francia-va-bene-il-nostro-no-ora-sono-chiare-due-cose/4833472/
http://www.marcelloveneziani.com/articoli/il-comunismo-di-ritorno/
RispondiEliminaOgni volta negli ultimi anni che persone innocenti sono state uccise in attentati terroristici in Europa mi domando perché abbiamo ridotto la nostra casa in queste condizioni, mi chiedo quali siano i vantaggi che la tanto decantata società multiculturale ha apportato alle nostre vite, mi interrogo quali miglioramenti nella vita delle persone semplici, dei comuni cittadini europei abbia portato lo smantellamento e la negazione di valori millenari e delle nostre radici storiche, religiose e culturali. Mi ritorna in mente quanto si racconta su Napoleone che un giorno provocò sua madre che stava recitando il Rosario strappandoglielo di mano. La madre, sorridendo, reagì con queste parole: «E tu in cambio cosa mi dai?». Ecco, ognuno di noi si dovrebbe interrogare su cosa ci ha dato in cambio questa società egualitaria e multiculturale costruita negli ultimi anni se non centinaia di morti e una scia di sangue infinita.
RispondiEliminaSu “Boulevard Voltaire” la lettera di un ex insegnante della scuola elementare che frequentava l’attenatore di Strasburgo.
RispondiEliminaIn sintesi: un piccolo delinquente violento già ad 8 anni, figlio di un padre arrogante e mezzo delinquente, una famiglia che non poteva, ne’ voleva, integrarsi. Come centinai di altre trapianate a forza a Strasburgo per trasformare una tranquilla città di provincia nella megalopoli che l’UE voleva per se’.
Il bambino “radicalisé déjà à 8 ans », lascio’ la scuola, con sollievo generale, fu segnalafo ripetutamente ai servizi sociali ed alla polizia. Nessuno fece nulla, nessuno prese l’unica decisone possibile: spedire la sua famiglia a casa loro, privandoli della cittadinanza, e proibir loro di rientrare in Francia.
Ed andiamo avanti così.