È il giorno in cui si celebra l’ingresso di Gesù Cristo in Gerusalemme, che nella Sua vita terrena fu il suo solo trionfo visibile. Fino a quel giorno, Egli aveva volontariamente respinto ogni tentativo di glorificarlo. Solo sei giorni prima della Pasqua non soltanto accetta volentieri l’avvenimento, ma lo provoca. Compiendo alla lettera ciò che aveva detto il profeta Zaccaria: «Ecco, a te viene il tuo re… cavalca un asino» (Zc 9, 9), Egli ha mostrato chiaramente che voleva essere riconosciuto e acclamato come Messia, Re e Redentore d’Israele. Il racconto del Vangelo sottolinea, in effetti, tutti questi tratti messianici: le palme, i canti di Osanna, l’acclamazione di Gesù come Figlio di Davide e Re d’Israele. La storia di Israele raggiunge il suo scopo: tale è il senso di questo avvenimento. Infatti, il senso di questa storia era di annunciare e preparare il regno di Dio, la venuta del Messia. Oggi essa è compiuta, perché il Re entra nella sua città santa, e in lui le profezie e tutta l’attesa di Israele trovano il loro compimento. Egli inaugura il suo regno. Prepariamoci alla Santa Pasqua di Resurrezione che è la Speranza promessa da Gesù Cristo ai Suoi.
Ricordiamo che con la Domenica delle Palme, detta appunto “De Passione Domini”, si apre la Settimana Santa. Nel tempo la contemplazione della Passione del Signore, culmine della Redenzione e fonte di vitalità spirituale, venne anticipata e celebrata anche nella settimana precedente. Vedi: "Velatio" di croci e immagini nelle chiese. Teologia e tradizione di un rito antico, previsto ancora oggi [qui].
Purtroppo anche questa ricorrenza, complici diversi pastori della neochiesa, viene percepita da molti, anche cattolici, solo come la festa della pace e del vogliamoci bene, dimenticando che senza Dio la pace è solo una parola vuota!
RispondiElimina"Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti".
RispondiEliminaTra gli antichi costumi liturgico-popolari locali di questa domenica, spicca indubbiamente la 'processione coll'asino'. https://traditiomarciana.blogspot.com/2019/04/la-processione-dellasino-lantico.html
RispondiEliminaDi fronte all'enormità di Dio che prima si incarna per farsi uomo e poi -vero Dio e vero uomo- si lascia crocifiggere (Gesù ha lasciato fare alla volontà insana del mondo) ogni nostra misura (e pretesa) è necessariamente e inevitabilmente poca cosa.
RispondiEliminaDi fronte all'umiltà messa in evidenza nell'umanità di Gesù e all'amore per l'umanità che il Padre mostra nel chiedere così tanto al Figlio crocifisso per redimere (nello strazio corredentore della Madre che osserva tutto questo), ogni nostra ostentazione di umiltà rischia solo di esserne una debolissima eco o -peggio- un falso clamoroso.
Misurati e pesati da queste misure iperboliche, le nostre mezze misure e i nostri compromessi, risultano ancor meno coraggiosi di quelli del vituperato Pilato, letti oggi nella Passio.
In questi giorni è ritornata alla ribalta un'enciclica preziosa, postconciliare eppure antica come la Chiesa, la Veritatis Splendor. Un'enciclica che parla anche di martirio, perché fare la volontà di Dio, che è il Bene, vale per l'uomo più della vita stessa.
Il Sommo Bene ha in sé un "di più" di Verità e di Bene che dà senso a tutto il resto.
Non c'è pragmatismo o utilitarismo né bilanciamento dei beni nelle varie situazioni che giustifichino moralmente l'agire malvagio e ogni agire in spregio a Dio è malvagio.
Se la moralità consiste nel decidere e nell'esprimere con atti la bontà o la malizia con i quali noi li compiamo, il significato vero della vita sta nel giudizio (di Dio) al quale ci espone ciò che compiamo. La Terra Promessa che guida le speranze del popolo fedele dell'Antico Testamento diventa il Regno dei Cieli al quale tende il credente del Nuovo Testamento: e se mi chiedo "come ottenere la vita eterna" non è perchè non ci sia l'eternità, ma perché non è detto che là vi avrò vita (spirituale), bensì vi sosterò nella morte (spirituale).
Buono è solo Dio e Dio chiede atti per essere santi. Per essere "perfetti" come lo è il Padre. Nell'umiltà e nell'obbedienza della Madre piena di grazia (che dice del figlio: fate tutto quello che vi dirà") e del Figlio, Verbo incarnato (che dice del Padre: sia fatta la tua volontà"), la nostra vita è ascolto e risposta dell'amore -enorme- di Dio per noi.
E' un immenso dono di Dio a renderci capaci di compiere la volontà di Dio. Ed Dio, per non lasciarci soli, ci sta accanto, umile e nascosto, oserei dire consegnato e indifeso, nel mistero della Santa Eucaristia, dove trova chi Lo adori e purtroppo trova anche sciatteria, indifferenza, offesa, oltraggio e sacrilegi.
La domenica delle palme è un'occasione per chiederci chi saremo noi pochi giorni dopo aver gridato "Osanna" e "Benedetto" al Dio che piace alle folle...
Grideremo "Barabba"? Grideremo "Crucifige"?
E' uno spartiacque morale, perché chiede di scegliere un Bene che va oltre pragmatismo e utilitarismo. Chiede di andare al di là del mercanteggiamento e del relativismo. A fare liberi è la Verità, che viene prima della libertà e la fonda. Gesù E' la Verità e se non si segue Lui si resta liberi come animali intelligenti, capaci solo di nutrirsi di materialità... Non a caso il "pane supersustanziale" non appassiona.
Non a caso il vino che è sangue versato da Cristo non lava via il peccato, che anzi viene giustificato come "amore".
"Abbiamo rivissuto nella visibilità del rito e nella segreta commozione degli animi l’ingresso di Gesù in Gerusalemme.
RispondiEliminaE con questa rievocazione ci siamo introdotti nel dramma della Settimana Santa: un dramma dove l’odio più inspiegabile si intreccia con la più sorprendente donazione d’amore; dove al tradimento e alla viltà degli uomini si contrappone il totale sacrificio per noi del Figlio di Dio; dove il trionfo assurdo della morte, che arriva a colpire e a sottomettere a sé colui che è la fonte stessa di ogni esistenza, è premessa necessaria all’affermazione splendente della vita risorta e al rinnovamento dell’universo.
Tutto ciò è la Pasqua, l’evento che sta al centro della storia ed è il fondamento di ogni speranza non illusoria".
Cardinale Giacomo Biffi
PREGHIERA NELLA DOMENICA DELLE PALME
RispondiElimina(Testo del Servo di Dio don Dolindo Ruotolo)
"Ti acclamarono i fanciulli degli Ebrei, portando rami di ulivo, ti acclamarono stendendo per terra anch'essi le loro vesti e benedicendo il tuo nome, mentre Tu incedevi, Re mansueto, sul puledro di un’asina.
Ah, Gesù mio, non permettere che noi ti seguiamo con rami levati in alto, avendo il cuore macchiato!
Facci imitatori dell’innocenza dei fanciulli che ti acclamano e facci partecipi dei loro meriti affinché, appresso a Te e nel tuo Nome, c’incamminiamo verso le mete che ci assegna la tua Volontà nel mortale cammino e verso la Patria eterna!
Picchia ai nostri cuori con l'asta della croce, perché la nostra insensibilità si scuota nel dolore; entra da Re in quest'anima che è tuo tempio e regna in tutte le sue potenze perché t’acclamino: - Osanna!".
Gesù non amava la gloria umana e non la ama, eppure GLI spetta e la accetta nel giorno del riconoscimento della Sua Messianicità Divina, giorno breve, perché l'amore deve stare alla base di quella gloria dovuta al Re dei re, amore che non era forte in molti, anzi ...tanto che in pochi saranno sotto la Sua Croce e nessuno lo ha difeso nel processo. I pochi che Lo hanno seguito erano stupefatti ed angosciati, Maria era corredentrice e saliva anche Lei su quella Croce, per accoglierci figli. Quando daremo tutti la carità che spetta al Re, verrà il Suo regno sulla terra in pienezza. Oggi si ripete la scena: guardavo oggi i teatranti della Passione agli amboni e riflettevo che anche loro sono tra i crocifissori senza manco pensarci: gli apostoli son andati al tempio, ormai svuotato, ripetendo riti ormai senz'anima in quanto privi di coerenza, stan seguendo quello che ormai è svuotato, un'apparenza senza essenza, una conchiglia vuota (cosi' fu programmato dai fratelli muratori).Maria sta tenendo in piedi i suoi figli, con le anime vittime, come diceva Gesù a Maria Valtorta.
RispondiElimina" ... nos portántes palmas, et ramos olivárum, bonis áctibus occurrámus óbviam Christo: et per ipsum in gáudium introëámus æternum ...
RispondiEliminaPétimus, Dómine sancte ... ut hanc creatúram olívæ ... benedícere, et sanctificáre dignéris: ut quicúmque ex ea recéperint, accípiant sibi protectiónem ánimæ et córporis ...
... Deus ... bénedic étiam hos ramos palmæ et olívæ, quos tui fámuli ad honórem nóminis tui fidéliter suscípiunt: ut, in quemcúmque locum introdúcti fúerint, tuam benedictiónem habitatóres loci illíus consequántur: et omni adversitáte effugáta, déxtera tua protégat quos redémit Jesus Christus Fílius tuus Dóminus noster ..."
Causa rami di ulivo,che di regola distribuisco a chi in Chiesa non va più, sono entrata in una Chiesa che so averne sempre una buona riserva. Le panche erano piene, lettura del Vangelo, omelia, comunione, che ho ascoltato ed osservato da ospite attenta. Impressione, la comunità celebra se stessa, con garbo, compostezza, una botta al cerchio ed uno alla botte, NSGC viene citato con grande rispetto come esempio della corrente politica, aggiornata, trainante, senza darlo a vedere, né a sentire. La lettura poi degli impegni devozionali, culturali, musicali della settimana Santa, prima del canto mariano finale, che ho iniziato ed interrotto e ripreso causa un nodo in gola che non riuscivo ad ingoiare. Chi, dall'interno, penserà mai di guardare fuori da queste magnifiche pentole senza coperchio, dove altri uomini ti riscaldano e rimestandoti ti sorridono amabilmente? La schizofrenia ipocrita e/o l'ipocrisia schizofrenica ha contaminato tutti, ognuno ignorando di essere stato contaminato. Signore pietà!
RispondiEliminaMentre la Chiesa si svuotava, è stata riaperta la cappella degli ulivi per i ritardatari che non erano presenti all'inizio della Messa. Qui l'arrembaggio ed il saccheggio dei rami d'ulivo, da parte di persone mature ed anziane, mentre i cestino delle offerte si riempiva con abbondanza. Lasciata l'offerta, afferrato il mio mazzetto, tiratami fuori, da quella calca, ripresa la mia strada mi andavo dicendo che forse il Signore sorride nel guardare questi vecchi bambini in lotta per gli ulivi che, forse ingenuamente prima, hanno ascoltato in silenzio la propaganda, lontani mille miglia anche dal supporla. Sì, per noi Cattolici è naturale, verrebbe naturale, entrare in Chiesa come bambini. Anzi credo che un cattolico debba restare bambino cattolico a vita. Mai diventare adulto. Questo è il peccato più grande di chi dopo aver tradito il Signore, tradisce la fiducia di molti adulti rimasti bambini. Altro discorso per i conformisti, per gli ipocriti di cui sopra. Altro ancora per chi ha compreso, quello che mai e poi mai avrebbe voluto vedere, udire e comprendere.
Cara irina,
RispondiEliminabisognerebbe raccogliere i tuoi pensieri per farne un florilegio. Ogni volta comunque colgono nel segno e offrono una fotografia meditata della situazione...
Lo stesso vale per Tralcio Fabrizio Paolo e diversi altri. In ogni caso vi ringrazio tutti per i vostri contributi che sono una bella edificante palestra per tutti.
RispondiElimina"Egli non aveva nulla in se stesso per cui potesse morire per noi, se non avesse preso da noi una carne mortale. In tal modo egli immortale poté morire, volendo dare la vita per i mortali. Rese partecipi della sua vita quelli di cui aveva condiviso la morte. Noi infatti non avevamo di nostro nulla da cui aver la vita, come lui nulla aveva da cui ricevere la morte. Donde lo stupefacente scambio: fece sua la nostra morte e nostra la sua vita. Dunque non vergogna, ma fiducia sconfinata e vanto immenso nella morte del Cristo".
RispondiEliminaSant'Agostino, da Disc. Guelf. 3; PLS 2, 545-546
ad anonimo delle 13.48
RispondiEliminaChe meraviglia!
Grazie!
GLI INSEGNAMENTI DI PADRE PIO
RispondiElimina“Dopo confessioni particolarmente difficili, più di una volta lo si vedeva piangere. Una volta gli domandarono:
“Perché piange, padre Pio?
“Un santo disse che se vedessimo l’ orrore del peccato, moriremmo dall’ orrore. Ma noi, miserabili, abituati al peccato, non sentiamo molto e non ci disturba molto…
Oh, le anime, le anime ……- diceva – , se sapessero il prezzo che costano... "