«Lo Spirito del Signore ha riempito il mondo intero ed esso, che tutto contiene, conosce ogni voce». Questa antifona della festa di Pentecoste, tratta dal libro della Sapienza (1, 7), ci manifesta la realtà invisibile nella quale siamo immersi. Il senso letterale del testo biblico esprime l’onnipresenza e l’onniscienza di Dio, che ha creato l’universo per mezzo del Verbo (cf. Gv 1, 3), principio ordinatore del tutto, e lo conserva nell’essere mediante lo Spirito Santo, sorgente inesauribile di vita. Con l’instaurazione della Nuova Alleanza, avvenuta nella morte e risurrezione del Figlio di Dio fatto uomo, quelle parole si sono compiute in un senso più pieno: il Paraclito, effuso dal Cristo glorificato sulla Chiesa nascente come frutto del mistero pasquale, suscitando la predicazione degli Apostoli e facendola comprendere in tutte le lingue si è diffuso su tutta la terra in modo nuovo, per abitare nel cuore dei credenti rigenerati nel Battesimo, santificare le loro persone e divinizzare il loro agire. Niente di meno che questo ci garantisce la nostra fede.
Nella Pentecoste abbiamo dunque celebrato il compimento della Pasqua. Essa rappresenta il trionfo della Croce: gli uomini riconciliati con il Padre per effetto del Sacrificio redentore sono interiormente rinnovati dall’inabitazione dello Spirito di verità e di pace. Il supplizio infamante si è trasformato nell’albero della vita, i cui frutti guariscono i popoli dalla cecità dell’ignoranza di Dio e dalle piaghe del peccato. Un immenso potenziale di grazia è messo a nostra disposizione e attende di essere da noi “sfruttato” più a fondo, mentre la maggioranza degli uomini ne è ancora priva e giace sotto il potere del diavolo, a causa della colpa originale e di tutte quelle personali. La Chiesa, che nei santi Sacramenti ce lo dispensa continuamente, ha il potere di liberare anche loro, istruendoli nella verità di Cristo e battezzandoli nel nome della Trinità santissima; è quindi necessario che essa predichi il deposito senza timori né censure, in modo integrale e con evangelica franchezza. Se molti Pastori esitano a farlo, rendiamo i nostri comportamenti un annuncio vivente della fede.
So bene quanti di voi si sentano frustrati, afflitti, traditi e avviliti dall’attuale situazione ecclesiale: come far brillare, in queste condizioni di spirito e in un ambiente spesso ostile o indifferente, la luce che abita le nostre anime? Bisogna anzitutto crederci fermamente, senza incertezze né oscillazioni, chiedendo al contempo allo Spirito Santo, con insistente fiducia, di infiammare i nostri cuori e di rischiarare il nostro sguardo interiore. Certo, non potrà ottenere granché chi Lo considera un puro nome e non ne ricerca la soave carezza, barricandosi in un saccente dottrinarismo che allontana dal Dio vivente e precipita in abissi di superbia. Non potrà sperimentare la Sua visita dolcissima chi si erge a giudice inappellabile di tutto e di tutti, distribuendo brevetti di chiese vere o false. Non ne potrà mai conoscere l’ineffabile unzione chi si separa dal Corpo Mistico per aderire a congreghe di “eletti” che si riconoscono immediatamente dalla capziosità dei ragionamenti con cui, respingendo ogni correzione, difendono accanitamente le proprie posizioni, dato che non resta loro altro punto d’appoggio in luogo di quella comunione ecclesiale da cui si sono tagliati fuori.
Lo Spirito Santo si rivela ai miti e umili di cuore, cioè a quanti seguono, per grazia e per scelta, Colui che così si è definito, esortandoci ad imparare da Lui (cf. Mt 11, 29). I dolci frutti della Sua presenza sono «carità, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, continenza» (Gal 5, 22-23). Meditiamo con calma su ognuno di essi, per verificare in quale misura li desideriamo e ci stiamo dando da fare per accrescerli; così non ci ritroveremo, per prolungata trascuratezza, a celare la carnalità e il materialismo sotto una patina fasulla di formalismo dottrinale, liturgico e morale. Soltanto la familiarità con il Paraclito e con il Suo agire può consentirci di contribuire realmente al bene della Chiesa e di fare ciascuno la sua parte nel lavoro di restaurazione: «“Va’ e ripara la mia Chiesa!”. Va’, ripara con la tua fede, la tua speranza e la tua carità. Va’ e ripara con la tua preghiera e la tua fedeltà. Grazie a te, la mia Chiesa ridiventerà la mia casa» (Robert Sarah, Le soir approche et déjà le jour baisse, Paris 2019 ) [qui - qui - qui].
Attualizzando l’appello che san Francesco d’Assisi si sentì rivolgere dal Crocifisso di San Damiano, nel suo ultimo libro il cardinal Sarah ci sprona a ravvivare le virtù teologali: è questo il vero modo di rispondere alla crisi ecclesiale, di ripararne i danni, di correggerne le derive, di sanarne le ferite. La Provvidenza ha disposto che ci trovassimo a vivere in quest’epoca perché voleva farci dono di una grazia irripetibile, quella di poter resistere alla peggiore crisi interna che la storia ecclesiastica abbia mai conosciuto non solo conservando la fede, ma anche dando gloria al nostro Salvatore. Una grazia analoga fu concessa ai numerosi martiri vittime degli ariani: molto prima di Vandali e Goti, furono preti e vescovi eretici a braccare e uccidere i cattolici con l’appoggio dell’autorità imperiale. Noi non siamo ancora giunti al sangue, sebbene la persecuzione proveniente dall’interno sembri voler stringere sempre più il cerchio, respingendo tante vocazioni genuine e obbligando numerosi sacerdoti all’inattività o alla clandestinità… «Ma la parola di Dio non è incatenata» (2 Tm 2, 9): non la si può arrestare né imbrigliare.
Chiediamo allo Spirito Santo occhi per riconoscere i germogli della Sua odierna azione, le opere del futuro che stanno sorgendo nell’umiltà e nel nascondimento, così da poterle sostenere sia con la preghiera che con aiuti materiali. Con la necessaria discrezione, a suo tempo potrò indicare, a chi ne faccia richiesta scritta, dove devolvere le offerte con cui dare espressione concreta alla fede, alla speranza e alla carità. «Va’ e ripara la mia Chiesa»: vi assicuro che ci sono tanti giovani dal cuore puro pronti a rispondere all’appello del Signore; bisogna solo offrire loro una strada percorribile e i mezzi per percorrerla. Non abbiamo idea di ciò che la Provvidenza sta preparando, ma è sufficiente che ci lasciamo sorprendere dalle Sue insospettate risorse e siamo docili alle Sue richieste. Come già l’Incarnazione, anche quest’impresa divina sta iniziando nell’ombra e nel silenzio, ma è gravida di sviluppi imprevedibili.
Si ravvivi dunque la fiducia nei nostri cuori e ci aiuti a portare la croce dando un obiettivo agli atti di abnegazione e di offerta che la quotidianità esige costantemente da ognuno di noi: il sostegno alle vocazioni con cui il Signore rinnoverà la Chiesa. In tal modo potremo ricevere dallo Spirito Santo la forza di far brillare la luce che è in noi e di conquistare anime al Salvatore con la nostra vita: molti attendono solo un gesto o una parola per lasciarsi persuadere e accogliere la grazia. Se davvero desideriamo che trionfi il Cuore immacolato della nostra Madre celeste, dobbiamo cominciare a farlo trionfare nei sentimenti e negli atti di ogni giorno; più essi Le saranno graditi, più ci otterrà la grazia del Suo divino Sposo, la quale passa attraverso di Lei senza trovare il minimo ostacolo, ma può arrestarsi di fronte a quelli che trova in noi. Ho l’impressione che certi lettori siano più propensi alla polemica che alla preghiera, come sembrano indicare le statistiche del sito. Vi scongiuro ancora una volta: passate più tempo a implorare il Cielo che non a leggere, oppure leggete soprattutto per pregare e alimentare l’unione con Dio. [vedi]
Durante la sua ultima celebrazione del Corpus Domini, da lui presieduta nel 2004, Giovanni Paolo II non era più in grado di camminare, sicché fu necessario fissare la sua poltrona alla piattaforma del veicolo previsto per la processione. Davanti a lui, al di sopra dell’inginocchiatoio, era esposto l’ostensorio con il Santissimo Sacramento. Poco dopo la partenza Giovanni Paolo II si rivolse a un cerimoniere e gli domandò se poteva inginocchiarsi. Questi gli spiegò, con delicatezza, che era troppo rischioso, dato che il percorso era piuttosto accidentato e questo riduceva la stabilità del veicolo. Trascorsi alcuni minuti, il Papa ripetè:
RispondiElimina– “Vorrei inginocchiarmi”.
Gli risposero di aspettare che il fondo stradale migliorasse. Alcuni istanti dopo il Papa disse:
– “Lì c’è Gesù… per favore!”.
I due maestri delle cerimonie lo aiutarono a inginocchiarsi nell’inginocchiatoio. Dato che non riusciva a reggersi sulle gambe, il Papa tentò di aggrapparsi alla sua estremità ma, quasi subito, dovettero farlo di nuovo sedere.
Il Salvatore divino è con noi, non già come ombra fugace della fama e del nome che resta sulle tombe e sui monumenti dei grandi uomini che passano, ma quale Dio presente nella sua divinità e umanità, Dio nascosto nell'ombra dei pani mutati: ombra che Ci par di ravvisare in quelle tenebre del lago di Tiberiade, in quella notte che Cristo camminava sopra i marosi, e ai discepoli a fatica remiganti parve fantasma. No, non è un fantasma il Dio dei tabernacoli che adoriamo. È quel medesimo che allora disse ai pavidi discepoli: Abbiate fiducia; sono io, non temete. È quel medesimo che dice: Eccomi con voi tutti i giorni fino alla consumazione dei tempi. È quel medesimo che cammina sulle onde dei secoli, signore dei venti e delle procelle umane. Egli cammina sull'onde tempestose al fianco e innanzi alla sua Chiesa; risponde ai suoi ministri che lo chiamano con la voce sacra, a loro da lui largita; e ai suoi altari invita e aduna da venti secoli le nazioni e le genti, il popolo e i regnanti, i martiri e le vergini, i pontefici e i sacerdoti, prostrati nell'adorarlo presente, nell'amarlo nascosto, nell'invocarlo compagno nella gioia e nel dolore, nella vita e nella morte.
RispondiElimina(Pio XII, Discorso ai partecipanti al Congresso Nazionale Italiano dei Sacerdoti Adoratori, 28 aprile 1939)
Sto leggendo un libro sui miracoli eucaristici, dal 595 ad oggi. E continuano a sottoporre le santissime ostie ed il vino, divenuti dopo la consacrazione carne e sangue di nostro Signore Gesù Cristo, agli 'esami della scienza' che non può che confermare che di tessuto cardiaco e di sangue si tratta, conservato, semplicemente, sotto vetro, quindi esposto a tutti i microorganismi dell'aria. Anche l'ONU ha partecipato a questi esami di verifica, ad esempio del miracolo eucaristico di Lanciano. Eppoi fanno gli gnorri!!! La maggior parte dei miracoli son avvenuti tra le mani di chi ha dubitato.
RispondiEliminahttps://lectiobrevis.blogspot.com/2018/01/lo-schifo-che-si-insegna-nel-seminario.html?m=1&fbclid=IwAR0L0Wuo26UUrgwmp2Ljqu5pzew4QihrvbgNM5EN5CSkeYmdjXkwR1qt8-8
RispondiEliminaAVE VERUM CORPUS
RispondiEliminanatum de Maria Virgine,
Vere passum, immolatum
in cruce pro homine,
Cuius latus perforatum
fluxit aqua et sanguine,
Esto nobis praegustatum
in mortis examine.
O dulcis, O pie,
O Iesu, fili Mariae,
Miserere mei. Amen.
Ave, o vero corpo,
nato da Maria Vergine,
che veramente patì e fu immolato
sulla croce per l'uomo,
dal cui fianco squarciato
sgorgarono acqua e sangue:
fa' che noi possiamo gustarti
nella prova suprema della morte.
O dolce, o pio,
o Gesù figlio di Maria.
Pietà di me. Amen.
Quale problema ha don Elia con la fsspx?
RispondiEliminaI Miracoli Eucaristici e le radici cristiane dell'Europa, Edizioni Studio Domenicano, 2007
RispondiElimina1)Il pane consacrato si trasforma in Carne e Sangue- Roma(VI-VII secolo)con riferimento ad una delle cinque messe miracolose di San Gregorio Magno
2)Miracolo Eucaristico di Lanciano-Italia (750)
3)Miracolo Eucaristico di Trani- Italia(1000)
4)Miracolo Eucaristico di San Pier Damiani- Italia (XI secolo)
5)Miracolo Eucaristico di Ferrara- Italia (1171)
6)Miracolo Eucaristico di Rimini- Italia (1227)
7)Miracolo Eucaristico di Alatri- Italia (1228)
8)Miracoli Eucaristici di Firenze- Italia (1230-1595)
9)Miracolo Eucaristico di Santa Chiara d'Assisi- Italia (1240)
10)Miracolo Eucaristico di Bolsena- Italia (1263)
11)Miracolo Eucaristico di Offida- Italia (1273-1280)
12)Miracolo Eucaristico di Gruaro(Valvasone)- Italia (1294)
13)Miracolo Eucaristico di Cascia- Italia (1330)
14)Miracolo Eucaristico di Macerata- Italia (1356)
15)Miracolo Eucaristico di Bagno di Romagna- Italia (1412)
16)Miracolo Eucaristico di Torino- Italia (1453)
17)Miracolo Eucaristico di Volterra- Italia (1472)
18)Miracolo Eucaristico di Asti- Italia (1535)
19)Miracolo Eucaristico di Morrovalle- Italia (1560)
20)Miracolo Eucaristico di Veroli- Italia (1570)
21)Miracolo Eucaristico di Mogoro- Italia (1604)
22)Miracolo Eucaristico di Canosio- Italia (1630)
23)Miracolo Eucaristico di Dronero- Italia (1631)
24)Miracolo Eucaristico di Torino- Italia (1640)
25)Miracolo Eucaristico di Cava dei Tirreni- Italia (1656)
26)Miracolo Eucaristico di Scala- Italia (1732)
27)Miracolo Eucaristico di Siena- Italia (1730)
28)Miracolo Eucaristico di Patierno (Napoli)- Italia (1772)
29)Miracolo Eucaristico di San Mauro la Bruca- Italia (1960)
30)Miracolo Eucaristico di Fiecht- Austria (1310)
31)Miracolo Eucaristico di Seefeld- Austria (1384)
32)Il preziosissimo Sangue di Gesù- Weingarten, Germania
33)Miracolo Eucaristico di Bettbrunn- Germania (1125)
34)Miracolo Eucaristico di Augsburg- Germania (1194)
35)Miracolo Eucaristico di Benningen- Germania (1216)
36)Miracolo Eucaristico di Kranenburg bei Kleve- Germania (1280)
37)Miracolo Eucaristico di Walldurn- Germania (1330)
38)Miracolo Eucaristico di Ettiswil- Svizzera (1447)
39)Il preziosissimo Sangue di Gesù- Neuvy, Saint Sépulcre, Francia
40)Miracolo Eucaristico di Douai- Francia (1254)
41)Miracolo Eucaristico di Parigi- Francia (1290)
42)Miracolo Eucaristico di Blanot- Francia (1331)
43)Miracolo Eucaristico di Dijon- Francia (1430)
44)Miracolo Eucaristico di Avignone- Francia (1433)
45)Miracolo Eucaristico di La Rochelle- Francia (1461)
46)Miracolo Eucaristico di Beauvais-en-Marseille- Francia (1533)
...Questi sono circa la metà dei Miracoli Eucaristici, completata la Francia, si continua con l'Isola della Réunion, Belgio, Olanda, Spagna, Portogallo,Egitto, India, Columbia; un capitolo su la Madonna e l'Eucarestia; I Santi, i Mistici e l'Eucarestia; le Comunioni prodigiose; San Tommaso D'Aquino, cantore
dell'Eucarestia.
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Lauda Sion Salvatórem
RispondiEliminaLauda ducem et pastórem
In hymnis et cánticis.
Quantum potes, tantum aude:
Quia major omni laude,
Nec laudáre súfficis.
Laudis thema speciális,
Panis vivus et vitális,
Hódie propónitur.
Quem in sacræ mensa cœnæ,
Turbæ fratrum duodénæ
Datum non ambígitur.
Sit laus plena, sit sonóra,
Sit jucúnda, sit decóra
Mentis jubilátio.
Dies enim solémnis ágitur,
In qua mensæ prima recólitur
Hujus institútio.
In hac mensa novi Regis,
Novum Pascha novæ legis,
Phase vetus términat.
Vetustátem nóvitas,
Umbram fugat véritas,
Noctem lux elíminat.
Quod in cœna Christus gessit,
Faciéndum hoc expréssit
In sui memóriam.
Docti sacris institútis,
Panem, vinum, in salútis
Consecrámus hóstiam.
Dogma datur Christiánis,
Quod in carnem transit panis,
Et vinum in sánguinem.
Quod non capis, quod non vides,
Animósa firmat fides,
Præter rerum ordinem.
Sub divérsis speciébus,
Signis tantum, et non rebus,
Latent res exímiæ.
Caro cibus, sanguis potus:
Manet tamen Christus totus,
Sub utráque spécie.
A suménte non concísus,
Non confráctus, non divísus:
Integer accípitur.
Sumit unus, sumunt mille:
Quantum isti, tantum ille:
Nec sumptus consúmitur.
Sumunt boni, sumunt mali:
Sorte tamen inæquáli,
Vitæ vel intéritus.
Mors est malis, vita bonis:
Vide paris sumptiónis
Quam sit dispar éxitus.
Fracto demum Sacraménto,
Ne vacílles, sed memento,
Tantum esse sub fragménto,
Quantum toto tégitur.
Nulla rei fit scissúra:
Signi tantum fit fractúra:
Qua nec status nec statúra
Signáti minúitur.
Ecce panis Angelórum,
Factus cibus viatórum:
Vere panis filiórum,
Non mitténdus cánibus.
In figúris præsignátur,
Cum Isaac immolátur:
Agnus paschæ deputátur
Datur manna pátribus.
Bone pastor, panis vere,
Jesu, nostri miserére:
Tu nos pasce, nos tuére:
Tu nos bona fac vidére
In terra vivéntium.
Tu, qui cuncta scis et vales:
Qui nos pascis hic mortáles:
Tuos ibi commensáles,
Cohærédes et sodáles,
Fac sanctórum cívium.
Amen. Allelúja.
Loda o Sion il Salvatore,
RispondiEliminaloda la Guida e il Pastore
in inni e cantici.
Quanto puoi tanto ardisci:
perché (Egli è) superiore ad ogni lode,
e (tu) non basti a lodarlo.
Come tema di lode speciale,
il Pane vivo e datore di vita
viene oggi proposto,
il quale, alla mensa della sacra cena,
alla schiera dei dodici fratelli,
non si dubita dato.
La lode sia piena, sia risonante,
sia lieto, sia appropriato
il giubilo della mente,
poiché si celebra il giorno solenne,
nel quale di questa mensa si ricorda
la prima istituzione.
In questa mensa del nuovo Re,
la nuova Pasqua della nuova legge
pone fine al vecchio tempo.
La novità (allontana) la vetustà,
la verità allontana l'ombra,
la luce elimina la notte.
Ciò che Cristo fece durante la cena
comandò da farsi
in suo ricordo.
Ammaestrati coi sacri insegnamenti,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salute.
Ai cristiani vien dato come dogma
che il pane si cambia in carne,
e il vino in sangue.
Ciò che non comprendi, ciò che non vedi,
ardita assicura la fede,
contro l'ordine delle cose.
Sotto specie diverse,
(che sono) solamente segni e non cose,
si nascondono cose sublimi.
La carne (è) cibo, il sangue bevanda:
eppure Cristo resta intero
sotto ciascuna specie.
Da colui che (lo) assume, non spezzato,
non rotto, non diviso:
(ma) intero è ricevuto.
(Lo) riceve uno, (lo) ricevono mille:
quanto questi tanto quello;
né ricevuto si consuma.
(Lo) ricevono i buoni, (lo) ricevono i malvagi,
ma con ineguale sorte:
di vita o di morte.
È morte per i malvagi, vita per i buoni:
vedi di pari assunzione
quanto sia diverso l'effetto.
Spezzato finalmente il Sacramento,
non tentennare, ma ricorda
che tanto c'è sotto un frammento
quanto si nasconde nell'intero.
Nessuna scissura si fa della sostanza;
si fa rottura solo del segno:
per cui né lo stato né la dimensione
del Segnato è sminuita.
Ecco il pane degli angeli
fatto cibo dei viandanti:
vero pane dei figli
da non gettare ai cani.
Nelle figure è preannunciato,
con Isacco è immolato,
quale Agnello pasquale è designato,
è dato qual manna ai padri.
Buon pastore, pane vero,
o Gesù, abbi pietà di noi:
Tu nutrici, proteggici,
Tu fa' che noi vediamo le cose buone
nella terra dei viventi.
Tu, che tutto sai e puoi,
che qui pasci noi mortali:
facci lassù Tuoi commensali,
coeredi e compagni
dei santi cittadini. Amen.
Alleluia.
Don Leonardo Maria Pompei
RispondiEliminaQualche domanda prima di accostarsi alla Comunione
https://www.youtube.com/watch?v=tfGnQtTgztw
La festa del Corpus Domini: sue origini e suo significato. L'autentica dottrina cattolica sulla presenza vera, reale e sostanziale di Gesù nell'eucaristia. Attenzione alle comunioni sacrileghe, che trasformano in veleno il farmaco dell'immortalità. Omelia domenica 23 Giugno 2019, solennità del Corpus Domini, santa Messa delle 8:30
Lo ricevono i buoni, (lo) ricevono i malvagi,
ma con ineguale sorte:di vita o di morte.
Avrei desiderato tanto ascoltare questa omelìa e questi avvertimenti severi , purtroppo non e' stato così . La Messa a cui ho potuto partecipare non ha onorato come avrebbe dovuto il Corpo e il Sangue di Cristo . Signore pieta'
Grazie Irina per averci ricordato quanto sopra e i meravigliosi inni/preghiera che mettono le ali all'anima e finalmente la fanno staccare da terra . Per quanto riguarda L'Ave Verum , avevo chiesto a mio figlio di metterlo sul mio cellulare al posto della suonerìa (con l'intento furbino di farlo suonare durante le Messe beat alla distribuzione della Santa Comunione), purtroppo non c'e' riuscito ! Le ragioni di salute non mi permettono di partecipare alla S. Messa VO e come suggerisce un figlio spirituale di Padre Pio bisogna che qualcuno vada a pregare a queste Messe beat anche per dare esempio ai fratelli che purtroppo non sono stati istruiti su come e' bene abbigliarsi , come salutare per primo e per ultimo il SS.Sacramento decentrato , come e' bene inginocchiarsi (anche a fatica per rialzarsi ) sul pavimento , come e' bene stare composti immersi nel mistero , come e' bene soffermarsi a ringraziare Dio . Vi assicuro che come noi osserviamo gli altri , gli altri ci osservano e piano piano qualche frutto matura . A lode e gloria di Dio e della Sua Mamma Santissima .! Madre nostra aiutaci a non insuperbirci !
RispondiEliminaMozart Ave Verum Corpus por Leonard Bernstein
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=6KUDs8KJc_c
UT queant laxis
RispondiEliminaREsonare fibris
MIra gestorum
FAmuli tuorum,
SOLve polluti
LAbii reatum,
Sancte Ioannes.