«Il blocco totale davanti a una epidemia e la sospensione delle libertà costituzionali in un clima unanimistico, sono senza precedenti nella storia. Lo stato di emergenza può facilmente portare verso un totalitarismo postmoderno». «La Chiesa, guidata da una teologia secolarizzata, si trova a non avere nulla da dire proprio quando ci sarebbe bisogno della sua sapienza. E si è passati dalla salvezza eterna alla salvezza sanitaria». Parla il professor Giovanni Turco, filosofo della politica e del diritto.
Per capire la situazione creatasi con l’attuale epidemia bisogna certamente entrare nei particolare di disposizioni e ordinanze, ma anche assumere uno sguardo di ampia portata che ci permetta di vedere l’insieme di quanto sta accadendo. Altrimenti si rischia di perdere la rotta e venire deviati passo dopo passo. Con questo scopo abbiamo posto alcune domande al professor Giovanni Turco, filosofo della politica e del diritto di fama internazionale, docente all’Università di Udine.
Secondo alcuni osservatori, il blocco delle attività produttive è stata una misura eccessiva. Tanto più che, con ogni probabilità, bisognerà farle ripartire senza che la situazione epidemica sia sotto controllo.
Le misure adottate, non solo in Italia, mi sembra possano definirsi come un blocco della vita sociale, e non soltanto come un blocco delle attività produttive. Esse hanno stabilito, non semplicemente la cessazione forzata di buona parte della produzione, del commercio e dei servizi, ma hanno imposto alla gran parte della popolazione la segregazione forzata presso il proprio domicilio o addirittura nell’ambito del comune nel quale ci si è trovati al momento dell’entrata in vigore dei provvedimenti, salvo eccezioni fissate minuziosamente dalle stesse norme. Tali misure hanno imposto divieti che potrebbero essere tipizzati come il “divieto di incontro”, anche tra congiunti all’interno dello stesso comune, il “divieto di deambulazione” nelle strade, il “divieto di fare acquisti alimentari presso un rivenditore diverso da quello ubicato il più possibile vicino alla propria abitazione”. A riguardo c’è chi è giunto a parlare di “arresti domiciliari” generalizzati. A riguardo stupiscono, o meglio inducono ad interrogarsi, almeno tre elementi fattuali.
Il primo: tali provvedimenti hanno un carattere obiettivamente inedito. Mai nella storia il sopraggiungere delle epidemie aveva portato a misure tanto massivamente segregazioniste, imposte dai poteri costituiti. Anche se le risorse sanitarie nei decenni e nei secoli passati erano di gran lunga meno efficaci di quanto non lo siano quelle attuali. Anche di fronte alle catastrofi e alle guerre, la vita sociale non era mai stata paralizzata per decreto. Continuava, come poteva. Anzi era considerato – giustamente – apprezzabile non abbandonare la propria attività (religiosa, professionale, produttiva…).
Secondo elemento: tali provvedimenti di segregazione sociale sono stati imposti, di fatto, in un clima pressoché unanimistico, nel quale è stato in discussione solo il “come”, ma mai il “che cosa”. In fondo, l’unica variante nel dibattito non ha riguardato la possibilità, ma solo la quantità del segregazionismo. La risposta segregazionista è stata assunta come un dogma (laicissimo, ovviamente), posto per lo più fuori discussione. Almeno nel dibattito politico.
Terzo elemento: tutta una serie di garanzie delle libertà individuali, date per acquisite in quanto indicate come tutelate dalla gerarchia delle fonti normative, è stata sospesa con grande facilità. Non modificando la Costituzione, neppure mediante una legge ordinaria, ma semplicemente (almeno in esordio) mediante atti del governo. Ed è singolare che anche su questo punto non si sia registrato alcun dibattito di rilievo, né dottrinale, né politico, se si eccettuano singole voci dissenzienti.
Ritardi, disfunzioni e miopie del governo centrale sono sotto gli occhi di tutti, eppure molti premono per un ritorno della sanità in capo allo Stato. Lei vede pericolo di nuovi accentramenti?
L’unità del potere sovrano è uno dei presupposti dello Stato moderno (a partire principalmente dalla teoria di Hobbes). Da esso deriva l’unità dell’ordinamento e dell’organizzazione. Il centralismo burocratico-amministrativo ne costituisce una conseguenza. Da qui l’impostazione tipica dello Stato napoleonico (derivato dalla Rivoluzione francese), adottata in origine dallo Stato italiano. Questo modello, basato su presupposti chiaramente ideologici, ha dimostrato di non reggere alla prova dell’esperienza. Né poteva essere altrimenti. Rispetto ad esso, però, il decentramento, che trasferisce funzioni da svolgere ad enti subordinati (rispetto al centro del potere), ma secondo criteri fissati aprioristicamente dallo Stato, è piuttosto una variante che una alternativa. Piuttosto l’alternativa starebbe nella riscoperta del principio di sussidiarietà, quindi nella restituzione di autentiche autonomie ai corpi sociali (locali, professionali e volontari). Un discorso analogo – mutatis mutandis – riguarda anche l’organizzazione della sanità. Tornare allo statalismo, significherebbe riproporre un modello ideologico in crisi dappertutto (come non poteva non essere) e significherebbe negare la stessa lezione dell’esperienza. Per non parlare dell’elefantiasi burocratica, richiesta dall’accentramento, e dall’ammontare dei suoi costi.
Nell’incertezza e nella paura possono nascere nuovi autoritarismi, dei quali anche in Italia ci sono ormai molti esempi consolidatisi in questi tempi di emergenza: in che misura lei vede la possibilità di un nuovo “decisionismo pianificato”?
Si sa che facendo leva sulla paura, si può imporre anche l’inimmaginabile. Invocando l’emergenza, si possono introdurre leggi che altrimenti incontrerebbero resistenze tenaci. Presentandosi come “salvatori della patria”, si possono decretare norme capaci di immunizzare il potere da qualsivoglia obiezione. L’esempio della Rivoluzione francese è emblematico. Dichiarando la patria in pericolo, si giustificò il massacro dei preti refrattari (quelli che non avevano giurato la costituzione civile del clero) e dei detenuti nelle carceri (in gran parte tali arbitrariamente e per lo più sulla base di sospetti). In realtà, ad essere in pericolo non era la patria, ma la Rivoluzione. Gli avversari della Rivoluzione vengono presentati come nemici della patria. Così giustificando il loro sterminio. Almeno negli ultimi due secoli, le emergenze, fittizie o reali che fossero, sono state l’occasione per imporre cambiamenti rivoluzionari permanenti. Gli esempi storici potrebbero moltiplicarsi. Le emergenze, reali o fittizie che siano, costituiscono un’occasione propizia per estendere il controllo sociale, ed imporre mutamenti radicali nella vita di intere popolazioni. Questo è un dato. Ora, come in altre occasioni, i rischi sono “dietro l’angolo”. Chiunque guardi lucidamente alla situazione attuale se ne avvede. Ed i pericoli derivanti da scenari possibili, a mio avviso, non sono di derive autoritarie, ma molto di più. A ben vedere, si tratta di rischi di “totalitarismo postmoderno”. Sia detto, ovviamente senza alcuna pretesa predittiva, e senza alcuna presunzione di lettura delle intenzioni di chicchessia. Ma solo in via ipotetica. Quanto meno il rischio è che si instauri un regime autorizzativo generalizzato, come, ad esempio, quello che prevede la possibilità di uscire solo per alcune ragioni e non per altre, di raggiungere alcuni luoghi e non altri, di incontrare alcune persone e non altre, oppure solo a condizione di accettare un’applicazione sul proprio telefono cellulare, in grado di tracciare tutti i percorsi fatti, e così via.
D’accordo sulle attenzioni a nuovi autoritarismi e centralismi interessati e pianificati, ma anche la nostra democrazia ha dato e sta dando un cattivo esempio di sé, incapace di fare un minimo esame di coscienza . Non è d’accordo?
Un noto teorico del diritto (e della democrazia), Hans Kelsen, ha scritto che la democrazia è un regime politico “senza padri” e che essa comporta necessariamente il relativismo. Un pensatore americano, Richard Rorty, ha affermato di preferire la democrazia alla filosofia, giacché la filosofia resta comunque ancorata alla ricerca della verità, mentre la democrazia ne prescinde. Ovviamente, mi riferisco alla democrazia moderna. Non alla politeia illustrata da Aristotele. Di fronte alle emergenze (più o meno pesanti) si profila la necessità della competenza e della capacità di assumere decisioni gravi ed urgenti (eventualmente non gratificanti sotto il profilo elettorale). Solo per segnalare alcune esigenze, che in fondo le democrazie affrontano, paradossalmente, sospendendo elementi di democrazia ed introducendo elementi allogeni (che potrebbero far pensare, volta a volta, o all’oligarchia o all’aristocrazia). Si tratta di un problema permanente. Anche in questo caso, l’esperienza dovrebbe suggerire la necessità di una riflessione approfondita, di una ricerca ampia ed articolata, in vari campi di studio. Di cui si avverte, invece, la mancanza.
La teologia contemporanea ha formulato il criterio dei “segni dei tempi”. Però questo “segno dei tempi” rappresentato dall’epidemia in corso non viene adeguatamente interpretato dalla Chiesa, oppure lo è ma solo in senso umanistico e orizzontale, come solidarietà, speranza nella scienza, esigenza di collaborare tra noi e con le autorità … Non le sembra che manchi l’uso pieno della sapienza cristiana nella lettura di quanto sta accadendo, sapienza che ha la propria sostanza nella prospettiva della perdizione e della salvezza?
Di fronte alle catastrofi, alle epidemie ed alle guerre, da sempre, la voce della Chiesa, segnatamente quella dei santi, è stata chiarissima. Ha fatto appello alla conversione, individuale e delle comunità (nel loro insieme). Ha chiesto penitenza e preghiera. La ragione filosofica e teologica è evidente. I grandi pensatori cristiani vi hanno dedicato opere fondamentali. In questa prospettiva è chiaro che tutto ciò che accade, particolarmente ciò che va al di là delle forze umane o che le sovrasta per i suoi effetti, non può essere indifferente alla volontà di Dio, tanto rispetto alla volontà positiva quanto rispetto alla volontà permissiva. Ritenere Dio estraneo al corso della natura e della storia, significherebbe aderire al naturalismo, o meglio al deismo, ed in fondo all’ateismo.
Diversamente, ciò che qualunque osservatore attento ha potuto notare in questi mesi è la pressoché totale assenza, da parte della gerarchia ecclesiastica, di appelli istituzionali alla conversione, alla penitenza ed alla preghiera. A suo modo, è eloquente il fatto che, da un presenzialismo ecclesiastico spesso concentrato su temi ideologici (come quelli ecologistici o immigrazionistici), si è passati all’afasia.
Mi riferisco qui prevalentemente alle voci “istituzionali”, facendo salve tutte le diverse eccezioni. Proprio allorché ci sarebbe stato da pronunciare parole sapidamente teologali, è calato il silenzio. Una teologia secolarizzata, erede del modernismo, del trascendentalismo e del progressismo, non aveva più nulla da dire. Anzi, nulla, coerentemente, poteva dire. Al silenzio è poi seguito un grumo di appelli “religiosi”, comunque riguardanti esigenze temporali. Assenti i richiami alla prospettiva soprannaturale. Non sono mancati appelli alla cooperazione collettiva, non perdendo occasione per indicare l’unità del genere umano, come orizzonte e come termine delle varie iniziative. Si è passati dalla salvezza eterna alla salvezza sanitaria. Alla salvezza dalla perdizione si è sostituita la salvezza dal virus. In questo senso non ci si salverebbe “da soli”, in quanto si avrebbe bisogno dell’aiuto di altri, appunto per scampare al contagio e ai suoi effetti. La stessa interdizione della messa ai fedeli, è questione estremamente significativa.
I motivi della profilassi sono stati fatti prevalere – da chi ha avuto la responsabilità di questa decisione – rispetto a quelli del dovere del culto pubblico e della necessità morale dei sacramenti. In qualche caso, fino a proibire positivamente ai sacerdoti di celebrare la messa nei monasteri (per le religiose che vi abitano). Ritenendo, così, “responsabile” astenersi dal culto pubblico, piuttosto che il contrario. Con la conseguenza, però, di dovere dichiarare “irresponsabili” schiere di santi e generazioni di religiosi, che al contrario – nei secoli – mai hanno lasciato senza sacramenti i contagiati dalle epidemie più virulente. La serrata del culto e dei sacramenti ha qualche cosa di totalmente inedito in duemila anni di storia del Cristianesimo. Gli storici di domani avranno di che interrogarsi. A maggior ragione, se qualcuno cercherà di formulare un giudizio informato a categorie verticali.
Evitando ogni forma di indebita dietrologia ideologica, vorrei chiederle se secondo lei la cosa può, se non prodotta, quantomeno essere adoperata e sfruttata da forze politiche ed economiche per qualche nuovo ordine.
Non entro deliberatamente nel campo delle ipotesi sulle origini del virus. Non perché non abbiano interesse, ma perché – allo stato delle conoscenze, almeno per quanto ne sappia – restano ipotesi. In merito a possibili scenari futuri o in fieri, va detto che questi riguardano, piuttosto che la diffusione del virus (nei suoi aspetti clinici e terapeutici), gli orizzonti verso i quali potrebbero condurre i provvedimenti assunti in nome del contrasto all’epidemia. Riflettendo sotto un profilo puramente congetturale, si può ritenere che, se non vi sarà un rapido ritorno al corso ordinario della vita sociale – almeno nella misura in cui lo era fino a febbraio scorso – si profilano, come particolarmente preoccupanti, almeno due scenari, che lungi dall’escludersi potrebbero intrecciarsi. Da una parte, se il blocco della vita sociale perdura si apre la strada al collasso sociale. Con esiti di frantumazione dei legami civili, di conflittualità generalizzata e di impoverimento diffuso. Dall’altra, potrebbero registrarsi forme di controllo sociale sempre più pervasivo, attuate attraverso l’introduzione di un sistema di tipo autorizzativo, tale da toccare i più intimi aspetti della vita umana. Il tutto, in presenza di situazioni di grave penuria di cui soffrirebbero intere categorie, rimaste senza lavoro, con l’introduzione di forme di dipendenza sempre più forte da iniziative esterne (statali o non). L’intreccio dei due scenari darebbe luogo ad una “fluidificazione” sociale, che potrebbe concludersi in una sorta di “caos istituzionalizzato” o, se si vuole, di “disordine organizzato”. Se questo scenario può apparire solo un futuribile distopico, comunque si può rilevare che lasciano perplessi, anzi inducono serie preoccupazioni, ipotesi come quelle di introdurre regimi di segregazione anche all’interno dei nuclei di familiari conviventi, o di ripresa della possibilità di svolgere attività lavorative condizionata all’esito di esami clinici (s’intende, sul presupposto di motivazioni sanitarie …). A riguardo, potrebbe sovvenire un’analogia di carattere storico: come al tempo della Rivoluzione in Francia per potere circolare liberamente era necessario avere con sé il “certificato di civismo”, ai nostri giorni si potrebbe giungere a potere circolare liberamente, solo potendo contare sull’autorizzazione fissata da un “attestato sanitario” normativamente vincolante. Solo uno sguardo superficiale può illudersi che domani sarà più o meno uguale a ieri. Ciascuno in quanto soggetto razionale, capace quindi di deliberazioni razionali, particolarmente chi ha rilevanti responsabilità sociali, dovrebbe non lasciarsi travolgere dall’immediatezza delle urgenze (pur ovviamente avendo cura di quanto richiedono) o dall’incombere dell’emotività. Per conservare lucidità di mente e decidere prudentemente, per il bene comune. Fonte
"Reso noto il tradizionale documento dei vescovi italiani per la festa del lavoro del primo maggio, si leggono tutte le tesi che vanno di moda nella Chiesa odierna, come la sostenibilità, il riscaldamento globale, l'immigrazione e la redistribuzione di ricchezza. Proprio quando il coronavirus ha dimostrato la loro inconsistenza".
RispondiEliminaStefano Fontana
https://lanuovabq.it/it/cei-un-primo-maggio-che-fa-a-pugni-con-la-realta
Ma non vi indigna la sola ipotesi di restrizioni alla libertà di movimento per chi non scarica una app di tracciamento?
RispondiEliminaMic,
RispondiEliminam'indigna e m'infuria.
A me medico che lavora ancora in un ambulatorio SSN, nessuno dal Governo mi prescrive un tampone per interesse alla MIA salute e a quella dei pazienti che vengono a visita, ma vuole farmi scaricare un 'app che possa restringere la mia libertà di movimento ????
E decisa da chi, da un governicchio, causa di 'sta tragedia, che NON ho votato ?
Certo che indigna e per la verita' mai come in questo momento desidero essere un senzatetto !
RispondiEliminaGiornaloni e tv di regime non dicono nulla ma negli Stati Uniti è accaduto un fatto che ha dell'incredibile. Succede infatti che il presidente Donald Trump e Jerome Adams, il chirurgo generale degli Stati Uniti (e portavoce per le questioni di salute pubblica nel governo federale), abbiano dichiarato pubblicamente di accantonare il modello di previsione e contagio del Covid-19 publicizzato da Bill Gates, dal Centro per la Prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) e l'Organizzazione mondiale per la Sanità (OMS), e stiano ora lavorando con dati e statistiche reali e non manipolate.
RispondiEliminaA fronte di queste nuove acquisizioni, tra l'altro confermate scientificamente anche dal Premio Nobel e scopritore dell'HIV Luc Montagnier, il Chirurgo generale Adams ha sostenuto che le attività economiche potranno dunque riaprire a maggio e giugno.
Una presa di posizione totalmente contraria alla strategia allarmistica e terroristica propagandata da Bill Gates e dal dottor Anthony Fauci, i quali sono ormai presenza fissa sui media minacciando il pubblico che le attività produttive sarebbero rimaste chiuse per 6 mesi o un anno finché il governo non avesse acquistato una forma di vaccino brevettato dallo stesso Gates.
Cade dunque la stucchevole narrativa sulle mascherine "protettive", sui 3 metri di distanza e sulle balle raccontate per tenere agli arresti domicialiari una popolazione terrorizzata e impaurita come non era mai successo prima.
E cade anche la narrativa dei boccaloni governativi italioti che hanno messo in campo un "Lockdown", da bravi maggiordomi quali sono, come non è avvenuto in nessun altro Stato del mondo. Ora si dovrà aprire una stagione in cui è necessario fare i conti per tutti i disastri e i danni causati da un governo d'incapaci e golpisti. E se in questo disgraziato Paese albergasse ancora un minimo d'intelligenza e vitalità da parte dei suoi abitanti, il conto da presentare dovrebbe piuttosto salato!
Paolo Sensini su Fb
I disprezzatori di professione delle profezie che non sarebbero verità rivelate perché conclusasi con l'ultimo Apostolo (che pur quella profetizza di oggi) or che si stanno adempiendo tutte tra cui pure la chiusura delle chiese or che dicon? Ci dicon di metterci l'app per controllare me e pure coloro che incontrerò onde far ricoverare prontamente l'infetto scomodo per motivi di infezione intellettuale di verità? Il microchip dell'app ci controllerà ancor meglio e tutti vero? Ci darà il semaforo rosso giallo verde a uno ed all'altro abituandoci all'impianto fisico totale. Ed il disegno sarà compiuto - disegno anticristico appoggiato da ser Bergoglio. Mai dissi eroi chi non conoscevo né la polizia e manco andai sui balconi ad inneggiare ai defunti …. intanto il dragone rosso cinese già ha il semaforo...e chi protesta mica lo dicono alla tv o sui giornali di stato che non è stato. Fauci è stato accusato da un medico Rachid Buttar di aver diffuso il coronavirus. Burioni è stato smentito dal prof. Tarro.
RispondiEliminaL'ultima beffa delle dittature è rendere i popoli assoggettati più mostruosi dei regimi che li hanno oppressi.
RispondiEliminaDa tempo nutrivo il timore che, stante la pressione psicologica e il dissesto economico provocati dalla situazione in corso, si sarebbero potuti verificare episodi di disordine sociale. Da più parti mi giunge notizia che questi fenomeni cominciano ad avere luogo.
Se da una parte trovo quantomeno discutibili certe modalità di intervento delle forze dell'ordine, dall'altra considero ancor più pericolosi comportamenti a carattere rivoltoso posti in essere da gruppi di facinorosi, la cui aggressività infarcita di provocazioni e bestemmie è di per sé sufficiente a smascherarne la reale natura. Lo stesso dicasi per chi inneggia a "libertà, uguaglianza e fratellanza"... già sentita... e ben sappiamo che si tratta dello slogan dei peggiori in circolazione (sempre gli stessi, prima e dopo).
Guardiamoci bene dal cadere in certi tranelli. Tanto una passività da "popolo bue" quanto un'esagitazione da "rivoluzionari" non fanno altro che il gioco del regime.
Occorre esercitare la vigilanza su sé stessi per cercare in tutti i modi di farsi valere senza scadere nella maleducazione e nella violenza. Mai detto che sia facile.
Ma c'è una cosa - una sola - necessaria più di ogni altra, e non me ne frega niente se molti si rifiutano di capirlo, perché ho il sacrosanto dovere di ripeterla finché avrò respiro: convertirsi. La vera libertà è una conseguenza e tutto il resto è un inganno.
Filippo Mancini su Fb
"Scusate la diffidenza ma: come si fa a dire che il prossimo autunno ritornerà il Covid19? Con che sicurezza un ente come l'Oms lo può dichiarare, se ogni inverno le influenze cambiano, se virus come Sars non sono più tornate (senza vaccino per altro!), se non si sa nemmeno quello che succederà da qui al prossimo mese? E se invece il prossimo autunno ci impestiamo di un altro virus (l'ennesimo scappato dall'ennesimo laboratorio)...?
RispondiEliminaCioè quello che voglio dire, perché tanta sicurezza nel dichiarare un altra pandemia? Quali sono davvero gli interessi che ci stanno sotto?
Mi puzzano troppo questi discorsi.
I virus non sono batteri.
Per chi mastica un minimo di Medicina sa che i virus mutano continuamente, sono si, a diffusione più immediata ma hanno vita molto più breve di un battere.
E quindi???" Lorena Poloni
Cara mic si mi indigna, ma se sono messa in condizione di dover scegliere o rifiutare penso di avere solo una scelta, cioè di rifiutare. Capisco che la maggior parte delle persone che devono muoversi per lavoro dovranno fare scelte diverse, e non ho nessuna intenzione di giudicare, ma poiché è una richiesta che considero immorale non posso fare altro.
RispondiEliminaEcco risolto il mistero della Lombardia!
RispondiElimina"TUTTI I CEPPI dell'ANTINFLUENZALE di QUEST'ANNO (2019-2020) CONTENGONO il COVID.
SU 60 PAZIENTI ANALIZZATI, 58 AVEVANO FATTO il VACCINO"
By: Cristian Atzori Auret: E' una verifica che stiamo conducendo su scala nazionale Monica. Collaborano medici negli ospedali e nel 118.
"Da 60 verifiche che ho condotto ricavando i dati di pazienti in t.i.r., grazie all'aiuto di chi ci appoggia nella libera scelta, 58 avevano ricevuto i vaccini antinfluenzali. Gli intubati giovani avevano usato VaxiGrip Tetra, che si propina anche ai bambini.
Tutti i ceppi contenuti degli antinfluenzali di questo anno vennero indicati dall'OMS ad inizio 2019, e contengono 2 ceppi di coronavirus (definito inattivato).
Non è una questione secondaria....
I vaccini sotto osservazione sono: Fluad 2019-2020, Influvac S Tetra, Influvac S, Vaxigrip Tetra
E' da novembre 2019 che raccolgo notizie di persone ricoverate, con polmoniti, pochi giorni dopo i vaccini. Quando nemmeno si leggeva un solo articolo in italiano riguardo il covid".
"Casualmente" esistono studi scientifici pubblicati, che sostengono come il vaccino per l'influenza ed il #CORONAVIRUS #SARS, possano indurre malattie polmonari e "casualmente" la Cina a novembre 2019 ha cominciato i test di questo vaccino sulla popolazione e "casualmente", da settembre vige l'obbligo vaccinale coatto in Cina. - vedi: Controllo della Popolazione
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31607599/
https://journals.plos.org/plosone/article/figure?id=10.1371%2Fjournal.pone.0035421.g002
In Inghilterra raccomandano a chi ha fatto il vaccino antinfluenzale, di stare in casa 12 settimane perché a forte rischio per il CV e di ammalarsi proprio per il Vaccino !
Ecco lo studio che conferma la correlazione tra vaccinazioni anti influenzali e aggravamento delle infezioni all'apparato respiratorio.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5337467/
https://www.mirror.co.uk/news/uk-news/coronavirus-top-medic-warns-anyone-21708701
Da
RispondiEliminaStudio Legale Tributario Superiori
Patrocinio nanti le Magistrature Superiori
Avv.Paola Musu
Studio Legale Tributario Superiori
Patrocinio nanti le Magistrature Superiori
Avv. Debora Mura
Studio Legale
Avv. Patrizia Francesca Orsini
Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Senato
Al Presidente della Camera
Alla Corte Costituzionale in persona del Suo Presidentee dei suoi Giudici
Leggi l’appello completo APPELLO.PDF »»
[…] “Senza entrare nel merito dell’incidenza concreta dell’evento morboso, comunque non giustificante, qualunque ne sia la reale proporzione, agli effetti della condotta tenuta, è accaduto che,veicolata da un’operazione mediatica di alimentazione del panicocollettivo di massa, degna di un’ipotesi di scuola da guerra psicologica, e consolidata da interventi travalicanti dell’esecutivo, al di fuori da ogni precedente, non è stata solo intaccata la libertà di circolazione, è stata violata la libertà personale, in totale dispetto dell’articolo 13 della Costituzione, imponendo una carcerazione di massa ai domiciliari, de facto, ad oltre il 99% della popolazione, senza alcun rispetto per la persona umana,come preteso dall’art.32 invocato dagli artefici di tutto questo, è stato soppresso l’esercizio del culto, la libertà di riunione e di associazione, compromesso il diritto all’istruzione, il diritto al lavoro e alla libera iniziativa economica, è stata fatta macelleria del tessuto economico e sociale, molte attività sono definitivamente compromesse e per molte persone non ci sarà un futuro: questa è la vera emergenza e sarà ben più grave e irrimediabile di ciò che è stato preteso sul fronte sanitario, perché l’effetto a catena che le è connaturato non è valutabile a priori.
Questa follia deve terminare.
Ritengo che sta cosa dell'App o del braccialetto per gli spostamenti sia da "stato di polizia sanitaria". Ma che vogliono dalla nostra vita? Il gruppo di "esperti" mira a fare politica, non su mandato del popolo ma su mandato di qualche casa farmaceutica.
RispondiEliminaLa pandemia c'è ed è reale, ci mancherebbe. Ma non è solo una pandemia, è anche un esperimento sociale.
"... In realtà, ad essere in pericolo non era la patria, ma la Rivoluzione..."
RispondiEliminaGià abbiamo visto con le fake news che 'spesso' chi le vuol silenziare 'in realtà' le propala.
"... Almeno negli ultimi due secoli, le emergenze, fittizie o reali che fossero, sono state l’occasione per imporre cambiamenti rivoluzionari permanenti..."
Di emergenze fittizie ne abbiamo viste e ne vediamo parecchie e chi non vi si piega viene etichettato come irresponsabile, asociale, fondamentalista. Bisognerebbe che un buon numero non si piegasse.
"... Una teologia secolarizzata, erede del modernismo, del trascendentalismo e del progressismo, non aveva più nulla da dire..."
La teologia che ha messo in soffitta la Fede e la Speranza e si occupa solo della mirata carità corporale, non è più neanche teologia. Infatti Fede, Speranza, Carità Spirituale son virtù teologali assenti nel magistero aggiornato. Quindi non si capisce come un consacrato, un credente in Dio, Uno e Trino possa dirsi tale senza conoscerle e praticarle.
Infine tutto discende dalla Fede, dal Credo, se mancano riempiamo volumi e volumi di piani, di progetti di aria fritta.
Il dottor Manera conferma ciò che dicevamo da giorni: adesso che abbiamo capito, il virus può essere curato a domicilio. Anzi deve essere curato casa, subito ai primi sintomi, per scongiurare l’aggravamento che porta i colpiti dal Cv-19 alla terapia intensiva, dove muoiono.
RispondiEliminaManera conferma che è risolutivo l’uso precoce della idrossiclorochina e dell’eparina, come era ormai evidente a tutti, tranne che agli “scenziati” tv.
“Farmaci vecchi”, dice. Che costano poco.
Cosa significa veramente farmaci “vecchi”? Che sono stati concepiti e sintetizzati in un tempo passato, in cui i medicinali dovevano servire a trattare le patologie, non ad aumentare i fatturati della Case farmaceutiche, oggi alla ricerca di blockbuster di successo, come Hollywood.
https://www.maurizioblondet.it/il-pd-minaccia-mazzucco-chiudere-la-bocca/
http://www.giuliotarro.it/wordpress/i-meccanismi-dazione-e-dellossigeno-ozono-su-virus-e-batteri/
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/BolganLoretta/
https://www.youtube.com/watch?v=gFSj2_9grvk&feature=youtu.be
RispondiEliminaAnonimo 18.19,
RispondiEliminalei l'articolo che cita, americano, lo ha letto ? Se si, può riassumerlo agli altri commentatori ?
Perché io l'ho letto ed analizzato, e dice ESATTAMENTE IL CONTRARIO di quanto lei afferma:
NON SI E' RISCONTRATO ALCUNA ASSOCIAZIONE TRA LA VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE, alla quale sono obbligatamente soggetti i militari americani, E LA PRESENZA DI ALTRI VIRUS nel lor sangue o in gola, tra cui anche il coronavirus, quello banale del raffreddore.
Per gli altri lettori, che sono quelli per cui commento: ecco cosa succede quando si parte da una tesi precostituita, e si cercano prove nella letteratura scientifica, ma non si legge, o non si capisce, quanto si legge.
Questo articolo, citato, si, ma NON capito, sta facendo il giro del web rovinando la mente ad un sacco di gente !!!!
C'è modo e modo per dire la stessa cosa! Se io con tono sprezzante dico: "se apre la Lombardia chiudo i confini della Campania", lanciando, con il tono sprezzante e con le parole taglienti un messaggio di disprezzo verso altri italiani (in grande parte meridionali essi stessi) di una regione martoriata, che in tal modo si sente respinta e, soprattutto, sente la totale assenza di solidarietà umana e pratica, poi non ti puoi aspettare applausi! Ed ecco che Feltri risponde con pari disprezzo, e colpisce dove il dente duole, si una piaga ben conosciuta a Napoli! Io al posto di de Luca avrei detto: comprendiamo le ragioni dei lombardi ma per motivi sanitari, nel loro stesso interesse, chi vorrà venire in Campania dovrà sottoporsi a quarantena obbligatoria! In tal modo avrebbe lanciato il messaggio "è inutile venire per periodi inferiori ai 14 giorni, perché li passi in quarantena", sfoltendo (senza irritare nessuno) gli intenzionati, e garantendo allo stesso tempo i campani! È inutile e controproducente fare lo sprezzante, anche perché vogliamo ricordare che la "invasione" di residenti in Lombardia precedente è stata esclusivamente colpa di Conte e del governo! Conte con il suo rendere pubblico, nel pomeriggio precedente, la propria intenzione di chiudere la Lombardia, ed il ministro dei trasporti con il non aver bloccato i treni diretti al sud! Fu un invito a scappare, fu un dire "avete ancora la possibilità di fuggire, fatelo che da domani blocco tutto"! Invito raccolto subito con i treni diretti al sud della notte stracolmi! De Luca si è incazzato ma se la prendesse con il suo PD che, fino a prova contraria, sgoverna, questa disgraziata Italia! Certamente la giunta regionale della Lombardia non ha il potere di bloccare i treni né di far chiudere le stazioni ferroviarie dalla polizia, compiti esclusivamente del governo! Quindi se il tono sprezzante di de Luca deriva da quel precedente episodio ha sbagliato completamente indirizzo, ma, da buon piddino, cane non mangia cane, non è vero? Quindi come fai a lamentarti se vieni mandato affanculo? Per ultimo, onestamente, non c'è cosa più fastidiosa per me, meridionale, avere a che fare con i razzistelli di risulta, quelli del nord ma anche quelli del sud, che sono tanti! I razzistelli del sud li sopporto ancora di meno, perché sono io meridionale come loro e quindi mi sento umiliato per colpa loro, e perché sono doppiamente stupidi, in quanto si rivolgono ad popolo di Lombardia che è per 3/4 meridionale, di prima, seconda, e terza generazione! Sono persone degne di rispetto perché hanno avuto il coraggio di abbandonare le terre natie, strappare le loro radici, e cercare fortuna lontano da casa, si sono rimboccate le maniche dando lustro ed onore al meridione, invece di preferire l'assistenzialismo di ieri e di oggi, redditi di divananza et similia! Onestamente, tra queste due categorie di meridionali io mi tolgo il cappello davanti ai coraggiosi che se ne sono andati, i razzistelli con il reddito di divananza non mi danno nessuna simpatia! E questo è! Tanto per essere chiari! E così sia!
RispondiEliminaDomenico Napolitano
Dans ce contexte de chaos socio-politico économique et sanitaire, nos forces de l’ordre sont à nouveau les cibles de violences des banlieues où ni le confinement ni le droit republicain sont respectés. #SoutienPolice
RispondiEliminaAlexandre Del Valle