Si avvicina il 31 luglio, data entro la quale i Vescovi italiani – come i Vescovi di tutto il mondo – dovranno far pervenire alla Santa Sede le loro risposte al noto questionario sull’applicazione in ciascuna Diocesi del Motu Proprio Summorum Pontificum [inserito in calce per comodità di lettura] (vedi qui : vi rimando anche alle interessanti osservazioni della discussione).
Com’è ovvio, non sappiamo ciò che i nostri Presuli stiano per riferire a Roma, e possiamo solo immaginare che lo spettro delle indicazioni che essi forniranno sarà ampio. Abbiamo però motivo di credere che da molte Diocesi perverranno segnalazioni e valutazioni positive, il che davvero ci rincuora.
Tuttavia, stanno anche circolando alcune indiscrezioni, che è bene considerare solo tali (cioè informazioni non verificate e non verificabili, ancorché, purtroppo, assai plausibili), in base alle quali in talune Diocesi i Vescovi sottacerebbero l’esistenza di istanze pendenti per l’avvio di una celebrazione regolare della S. Messa tradizionale a mente del Motu Proprio. Secondo queste indiscrezioni, dunque, si realizzerebbe un meccanismo di questo genere: il Vescovo riceve l’istanza di un coetus fidelium affinché sia resa possibile la celebrazione della S. Messa (assegnando una chiesa, individuando un sacerdote celebrante, superando l’ingiusta resistenza di qualche parroco, e così via). Le istanze, ancorché formulate per iscritto e, magari, ripetute nel tempo così da esser pendenti da mesi se non anni, vengono cestinate o dimenticate in qualche cassetto, senza risposta; oppure vengono proprio respinte, senza che gli interessati abbiano poi la possibilità di coltivarle ulteriormente. Dopo di che, nel questionario il Vescovo riferisce che nella sua Diocesi non esiste domanda o interesse per la Messa antica, che per essa i fedeli non provano alcuna attrazione, che non c’è nessuno che vorrebbe celebrarla o assistervi, ecc. ecc….
Da qui un piccolo suggerimento, che sottoponiamo a tutti i coetus ancora in attesa di risposta alle loro istanze, per valutarlo e, se pare opportuno, applicarlo: poiché il questionario è anche un’occasione perché le domande tuttora pendenti vengano prese in qualche modo in considerazione, cogliendo l’opportunità di questa consultazione generale, segnalate direttamente all’ex Commissione Ecclesia Dei – oggi Sez. IV della Congregazione per la Dottrina della Fede (indirizzo postale: Congregazione per la Dottrina della Fede, Sez. IV, Palazzo del Sant’Uffizio, 00120 Città del Vaticano; indirizzo mail: sectioquarta@cfaith.va, cdf@cfaith.va; telefax: 06/69883409) – di aver presentato al Vescovo, o a chi altri competa, domanda di applicazione del Motu proprio (indicando con precisione tempi e modi), e che la domanda permane inevasa, oppure, se fosse così, che è stata esplicitamente respinta. Non è indispensabile che la segnalazione pervenga a Roma entro il 31 luglio, ma è importante che la Congregazione per la Dottrina della Fede ne disponga quando inizierà il lavoro di lettura dei questionari: per chi dovrà ordinare e valutare l’esito della consultazione sulla Messa tradizionale, potrebbe essere utile incrociare queste eventuali segnalazioni con le risposte dei Vescovi – diciamo così – più renitenti al Motu Proprio.
_____________________________7 marzo 2020
Eccellenza Reverendissima,
tredici anni dopo la pubblicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum emanato da Papa Benedetto XVI, Sua Santità Papa Francesco desidera essere informato sull’attuale applicazione del documento summenzionato.
A tal fine, questa Congregazione, a cui sono state affidate le competenze di quella che fu la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, gradirebbe che Lei inoltrasse il questionario in allegato a tutti i vescovi della Sua nazione, affinché si possa realizzare nelle loro rispettive diocesi l’inchiesta richiesta.
Le sarei grato se potesse inviare i risultati dell’inchiesta a questa Congregazione entro il 31 luglio 2020.
RingraziandoLa in anticipo per la Sua preziosa collaborazione, colgo l’occasione per rinnovare i sensi della mia più alta considerazione.
Resto devotissimo di Vostra Eccellenza,Luís F. Card. Ladaria, SJ Prefetto
***
Queste le 9 domande:
CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDE
CONSULTAZIONE DEI VESCOVI SULL’APPLICAZIONE
DEL MOTU PROPRIO SUMMORUM PONTIFICUM
(Aprile 2020)
Diocesi:
Ordinario:
Ordinario:
- Qual è la situazione all’interno della Sua diocesi riguardo alla forma straordinaria del Rito Romano?
- Se vi è celebrata la forma straordinaria, ciò è dovuto a una necessità pastorale reale o è promosso dall’iniziativa di un singolo sacerdote?
- Secondo Lei, esistono aspetti positivi o negativi nell’uso della forma straordinaria?
- Le norme e le condizioni del Summorum Pontificum sono rispettate?
- Ritiene che all’interno della Sua diocesi la forma ordinaria abbia adottato elementi della forma straordinaria?
- Per la celebrazione della Messa, Lei usa il Messale promulgato da Papa Giovanni XXIII nel 1962?
- Oltre alla celebrazione della Messa nella forma straordinaria, vengono svolte altre celebrazioni (per esempio il Battesimo, la Confermazione, il Matrimonio, la Penitenza, l’Unzione degli Infermi, l’Ordinazione, l’Ufficio Divino, il Triduo Pasquale, i riti funebri) secondo libri liturgici anteriori al Concilio Vaticano II?
- Il motu proprio Summorum Pontificum ha influenzato la vita dei seminari (il seminario della diocesi) e di altri istituti di formazione?
- Tredici anni dopo il motu proprio Summorum Pontificum, qual è il Suo giudizio sulla forma straordinaria del Rito Romano?
Allora non è «sottacerebbero...», ma «mentendo, affermerebbero...»
RispondiEliminaComunque è ben noto che il "questionario" è la tipica foglia di fico del clericostalinismo (non solo bergoglione) che ha già preso da tempo una decisione definitiva contro il Summorum Pontificum e la sta solo centellinando "a piccole dosi" in attesa di trovare qualche più comodo appiglio (che so, uno scandaletto di provincia? qualche chierico che grazie al Summorum smette di essere un don Abbondio?).
Lo stesso Signore Gesù proclama:
RispondiElimina«Questo è il mio corpo».
Prima della benedizione delle parole celesti la parola indica un particolare elemento.
Dopo la consacrazione ormai designa il Corpo e il Sangue di Cristo.
Egli stesso lo chiama Suo Sangue.
Prima della consacrazione Lo si chiama con altro nome. Dopo la consacrazione è detto Sangue.
E tu dici: «Amen», cioè, «È così».
Ciò che pronunzia la bocca, lo affermi lo spirito. Ciò che enunzia la parola, lo senta il cuore.
Anche la Chiesa vedendo una Grazia così grande, esorta i suoi figli, esorta i suoi intimi ad accorrere ai sacramenti dicendo:
«Mangiate, amici, bevete; inebriatevi, o cari» (Ct 5, 1).
Quello poi che mangiamo, Quello che beviamo, lo Spirito Santo te lo ha specificato altrove per mezzo del Profeta dicendo:
«Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia» (Sal 33, 9).
In quel Sacramento c’è Cristo, perché è il Corpo di Cristo. Non è dunque un Cibo corporale, ma un Nutrimento spirituale.
Onde anche l’Apostolo della sua figura dice:
«I nostri padri tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale» (1 Cor 10, 3).
Infatti il Corpo di Dio è un Corpo spirituale, il Corpo di Cristo è il Corpo dello Spirito divino, perché Cristo è spirito, come leggiamo: Cristo Signore è spirito davanti al nostro volto (Lam 4, 20 secondo i LXX).
Questo Nutrimento rinsalda il nostro cuore e questa Bevanda «allieta il cuore dell’uomo» (Sal 103, 15) come ha ricordato il profeta.
(Sant'Ambrogio)
Citazioni giustissime. Ma manca qualcosa...
RispondiEliminaQuesto Nutrimento rinsalda il nostro cuore perché ci redime ci guarisce ci trasforma,
questa Bevanda «allieta il cuore dell’uomo» (Sal 103, 15) come ha ricordato il profeta.
(ma se accade è perché, prim'ancora, ci lava dalle nostre colpe davanti al trono dell'Altissimo)
Un interessante "suggerimento" che girerò al alcuni gruppi che si trovano nella condizione di apprezzarlo in toto.
RispondiEliminaGrazie di cuore alla Redazione di Chiesa e post Concilio!
Buona domenica!
"sull’applicazione in ciascuna Diocesi "
RispondiEliminaNon so da voi , sicuramente non nella Diocesi in cui risiedo trovi uno che sia uno che l'abbia applicata . Alcune cose piacciono altre no : vedi ad es.il momento di riflessione dopo l'omelìa . Colgo l'occasione per porre una domanda : "Quando ci sono le adunate come a p.za S.Pietro , le GMG ecc.,e' proprio necessario distribuire la Comunione a quanti piu' possibile e a quel modo ? Dato l'Inestimabile Bene forse sarebbe il caso di non darla proprio , specie a quel modo . Che ne pensa la teologa ?
Grazie
Diretta S. Messa VII Domenica dopo Pentecoste Vocogno '20
RispondiElimina19 lug 2020 - Ore 10.30
https://www.youtube.com/watch?v=XtxNmRUbvDw&feature=youtu.be
Già 'questionario' odora di statistica mondana. Perché bisogna semplicemente dimenticare il CCVII? Perché è frammisto col mondo fin nella punteggiatura. Senza rancore si ammetta che due/tre generazioni sono cadute nella trappola del Nemico. Si organizzi un anno di penitenza a piedi nudi, vestiti di sacco, poi chi vuole torni ad essere cattolico cattolico e chi non vuole adori il palo della luce.
RispondiEliminaRisposta di un vescovo:
RispondiEliminaprima domanda: la situazione? è ancora in prognosi riservata... attendo il bollettino medico di domani e le faccio sapere...
seconda domanda: non ne sono sicuro.. una necessità reale... boh il sacerdote in effetti è un buon influencer, anche se capriccioso...
terza domanda: gli aspetti della Messa di Sempre? non pensavo potessi valutarne gli aspetti... cioè secondo me può piacere per l'estate autunno...
quarta domanda: i carcerati marciano impettiti, nessuno sgarro.cantano in latino, ma non lo parlano.
quinta domanda: no, sono stato bravo. ho portato sempre la mascherina, niente contagi straordinari. un parrocchiano non voleva cantare più le canzoncine di gen rosso... immediata punizione
sesta domanda: sì lo confesso... 2 volte ogni anno... ma poi mi sento sempre in colpa... non mi sgridi
settima domanda: ah sì? si poteva pure per gli altri sacramenti?
ottava domanda: no, non li ha influenzati i seminari. sono stato bravo, messali fatti sparire e niente internet...
nona domanda: ste cose vintage prima o poi ritornano ma poi stancheno...
Ma adesso lasciatemi fa altro... ho da partecipare stasera ad un ritrovo in cui si alzano le mani... si grida... e pare che la gente si mette a corre e butta via le carrozzine...
mi dicono che è passato lo spirito del concilio...
La " Juventutem" Foederatio Internationalis
RispondiEliminaé composta da GIOVANI - TRADIZIONALISTI
per la S. Messa Tridentina
https://en.wikipedia.org/wiki/Juventutem
esistere e resistere
Mi sembra evidente che sia un modo per legittimare l'abrogazione o disapplicazione del Summorum Pontificum.
RispondiEliminaI Vescovi, ai quali non frega nulla del rito di sempre, ma solo di piacere al mondo, risponderanno che non hanno ricevuto nessuna richiesta.
E magari è anche vero, perché il 98% dei fedeli nemmeno sa cosa siano il rito antico e il Summorum Pontificum, o ha un'idea vaga, esteriore, che riguarda solo l'uso del latino, peraltro considerata lingua morta e inutile anche dallo Stato, quindi non meritevole di seguito.
Se invece i vescovi avessero ricevuto richieste, diranno che sono pochissime, insignificanti, fatte da gente che 'ha nella testa qualcosa che non va', appellandosi a quanto dice molto carinamente Bergoglio.
Quindi verrà abrogato o formalmente disapplicato, non so con quale forma giuridica, ma in base a un criterio puramente quantitativo e mondano, secondo la logica commerciale: se non vendi chiudi il negozio o levi il prodotto dal commercio.
Il Summorum Pontificum è stata una delle cose migliori di Benedetto XVI, che in questo, a prescindere dalle sue contraddizioni e aperture, ha dimostrato una grande sensibilità religiosa (come dimostrò grande sapienza e coraggio nel discorso Ratisbona sull'Islam).
Ma per gli eretici modernisti il S.P. rappresenta l'ultima traccia della Tradizione a cui si ribellano, sebbene in modo ipocrita e ambiguo.
Per cui, essendo materialisti, useranno il sondaggio per eliminarlo del tutto e relegare la questione al passato, a "chuncaglieria ecclesiastica".
E quindi, essendo per loro solo una questione di forma, esclameranno a loro sostegno la frase di Bergoglio sui paramenti sacri:
"Ora basta con queste pagliacciate!"
Un giovane prete dominicano gli ha detto che il numero di fedeli di Vecchio rito è raddoppiato da quando è ripreso il culto pubblico. Il prete ha attribuito il crescente interesse anche alle trasmissioni in diretta. Queste hanno attirato, come sempre, specialmente le famiglie di giovani.
RispondiEliminahttps://gloria.tv/post/jXHX2rjupttT2NAZuXE9amdvZ
E' quello che ho sostenuto e sostengo io che sono ignorante .
Ho scongiurato perche' continuassero le trasmissioni in streaming ,almeno una volta alla settimana , perche' chi in 50 anni ha sbiadito il ricordo della Messa di sempre lo recuperasse e tornasse a riaprire il Messalino dalle pagine dorate che tutti possedevamo e in seconda battuta dare la possibilita' a chi non ha mai conosciuta la Messa di sempre di fare confronti con il rito "riveduto".Questo mezzo che e' internet tanto usato per propagare il male dovrebbe essere usato dai figli della Luce per la "guerra del Bene ". Magari qualche navigante restìo vi incappa per curiosita' e si ferma a vedere : perche' vuol denigrarla ( e' comunque una ricerca di Dio),ma magari e' l'occasione per una conversione e ri-cominciare un nuovo percorso di vita .E' comunque "una occasione" , un amo che si lancia alle anime .
Per quel che mi consta non e' che non si va piu' a Messa perche' c'e' lo streaming semplicemente non si va perche' non interessa , non c'e' la fede . Al contrario piu' ci si affeziona piu' si desidera partecipare "dal vero"a quella Crocifissione e bramare d'essere annegati in quel Preziosissimo Sangue che purifica . Altrettanto e' per la Confessione ben preparata e ben fatta , piu' la si fa e piu' si desidera farla pur di gettarsi tra le braccia dell'Eterno Padre.Infine , le Messe VO in streaming ,permetterebbero di integrare le frequenti omelìe sciapite di chi purtroppo non e' stato ben formato ad essere vignaiolo . Preghiera per tutti i Sacerdoti .Grazie