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domenica 14 febbraio 2021

Bergoglio, all'Angelus, oscurato dall'arazzo mentre reitera l'affermazione di Gesù peccato

Oggi il vento ha scherzato durante l'Angelus e l'arazzo che orna la finestra da cui viene pronunciato, alzato dal vento, ha coperto Bergoglio proprio nel momento in cui ancora una volta ha proferito l'eresia secondo cui Gesù si sarebbe fatto peccato .... (video dal min. 14).
Queste le sue parole: "Dio è Colui che si “contamina” con la nostra umanità ferita e non ha paura di venire a contatto con le nostre piaghe. “Ma padre, cosa sta dicendo? Che Dio si contamina?”. Non lo dico io, lo ha detto San Paolo: si è fatto peccato (cfr 2 Cor 5,21). Lui che non è peccatore, che non può peccare, si è fatto peccato. Guarda come si è contaminato Dio per avvicinarsi a noi, per avere compassione e per far capire la sua tenerezza."
Ma Dio Figlio non si è contaminato,  ha assunto la natura umana nella sua totalità eccetto il peccato che la contamina.
"Due nature, senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili, non essendo venuta meno la differenza delle nature a causa della loro unione, ma essendo stata, anzi, salvaguardata la proprietà di ciascuna natura, e concorrendo a formare una sola persona e ipostasi" (Concilio di Calcedonia)
Precedenti qui e ancora qui
Un conto è dire, com'è scritto, "ha preso su di sé i nostri peccati", per vincerne sulla Croce il Male che ne è la radice, un altro conto è dire "si è fatto peccato". Per ripareggiare la verità riporto i testi della Scrittura:
2 Cor 5, 21: "Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio".
Rm 8,3-4 - Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito.
Eb 4,14-15 - Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato.
* * *
Mi torna in mente questo precedente 'scherzo' del vento (leggete per intero qui).
Appena Benedetto XVI ha lasciato il balcone per il congedo definitivo, si è alzata una folata di vento. Ha sollevato e spostato l'arazzo con lo stemma papale, scoprendo ciò che esso copriva: la tiara (abbandonata da Paolo Vi e sostituita con la mitria vescovile), la corona dei papi con le chiavi incrociate di San Pietro, lo stemma di Alessandro VII (1665-1667) che appartiene al portale del Palazzo Apostolico. Finito un pontificato, rimane inciso nella pietra per tutta l'eternità il ministero petrino, il papato, di cui Gesù ha detto: le porte dell'inferno non prevarranno (Matteo 16:18). Poi di nuovo tutto tranquillo, ha spostato l'orlo del tappeto fin quando l'addetto non è venuto a rimuoverlo. 
È stato un caso che proprio nel momento in cui Benedetto XVI chiude una fase secolare, come da una mano invisibile il suo stemma sia stato messo da parte e sia venuto alla luce il simbolo del papato eterno ? Da non crederci ... (Foto: © Michael Hesemann)
La foto in alto, piccola ma eloquente nel dettaglio che fissa, ha il pregio di mostrare simultaneamente la Mitria dello stemma di Benedetto XVI e la Tiara  dell'altro.
Per chi ama i 'segni'; ma anche per sottolineare, se non un vero e proprio segno, qualcosa che colpisce e viene 'letto' in un certo modo da un osservatore non indifferente a ciò che accade.

30 commenti:

  1. Dio Figlio ha assunto la natura umana nella sua totalità eccetto il peccato che la contamina.
    "Due nature, senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili, non essendo venuta meno la differenza delle nature a causa della loro unione, ma essendo stata, anzi, salvaguardata la proprietà di ciascuna natura, e concorrendo a formare una sola persona e ipostasi" (Concilio di Calcedonia)

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  2. https://www.aldomariavalli.it/2021/02/13/gli-ossi-di-papa-francesco/

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  3. Colui al quale il vento e il mare obbediscono ha steso un velo pietoso...

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  4. Scusate, a chi è stato attento: oggi il vdr ha dato la benedizione?

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  5. ...a me era sfuggito, forse non a voi...Trascrivo da Mons.Viganò "Nell'ora della prova": BXVI nell'aprile 19 pubblicò un forte intervento su Klerusblatt,ripreso dal corriere sera fortemente condannato da Politi sul fatto quotidiano.....boicottato ...per impedire al SANTO PADRE (Ratzinger) di far conoscere ai vescovi la propria posizione..Il punto focale ..nesso tra omosessualità e pedofilia...tra rilassamento morale e ..piaga abusi....chi deve indagare negli scandali è fortemente coinvolto: BERGOGLIO si è circondato di personaggi compromessi...NOM a cui la chesa bergogliana aderisce...la SANTA SEDE oggetto di un colpo di stato...Infine conclude (parla a Tosatti) chiamando a raccolta i buoni per far verità su complicità e crimini...con restaurazione Re dei re e Regina con adempimento consacrazione Russia.

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  6. Stendiamo un velo...anzi un arazzo pietoso!

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  7. Questo è l'intervento di Benedetto XVI citato da Viganò
    https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/04/non-ho-ancora-letto-dunque-pubblico.html

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  8. forse un clemente richiamo a conversione.... finchè c'è il tempo di questa vita. Poi tutto sarà coperto dall'oblio, nessuna gloria ( neanche memoria terrena ) restando a un uomo che rinnega Cristo con eresie e tradimenti senza posa.

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  9. «Parla, Signore,. il tuo servo ti ascolta».15 febbraio, 2021 01:07

    radicatinellafede
    https://www.youtube.com/watch?v=LLJxf168g9s

    Domenica di Quinquagesima in rito tradizionale a Vocogno in Val Vigezzo (VB).
    Omelia di don Alberto Secci: non compresero nulla.
    Domenica 14 Febbraio 2021.

    Quanto vorrei essere in questa Parrocchia per ascoltare quest'uomo di Dio ! Essere una mattonella del Presbiterio. Eppure Lo ringrazio (Dio)per farmelo ascoltare almeno 1 volta ogni 7 gg.

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  10. Quando San Nicola schiaffeggiò l'eresiarca Ario...stavolta lo Spirito Santo, con una folata di vento, schiaffeggia l'eresiarca di biancovestito e si serve dell'arazzo! È proprio vero, una ventata di novità, mai visto a memoria d'uomo! Ahi, Bergoglio, repetita non juvant!!

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  11. Il vangelo odierno squaderna l’intransigenza con la quale Gesù sa esprimersi.
    Non lo fa con tutti, ma con i farisei e in generale con chi lo vuole mettere alla prova.
    Allora secondo certi sapienti Gesù doveva dar prova di essere in accordo con il Cielo.
    Lui il segno l’ha dato, inequivocabile: il segno della croce (la sua) e poi la risurrezione.
    Oggi secondo certi religiosi quel segno è un modo tra i tanti di guardare al Cielo.
    Se quella frangia della generazione di allora non meritò di contemplare il messaggio di Gesù, facendone tesoro e intuendone il messaggio, oggi ancor più ampie frange di mestieranti del sacro rischiano di rivolgersi a Gesù solo per udirne un profondo sospiro.
    Pare di sentirlo, quasi rotto dal pianto: le lacrime versate osservando Gerusalemme.
    Gesù non ha più niente da dire a questa generazione. Ci lascia, salendo in barca e partendo per l’altra riva. Non indice sinodi, non produce esortazioni, ma veleggia altrove materialmente sospinto dal vento che Gli obbedisce, spiritualmente dal Divin Paraclito che è come Lui Dio, nel segno della croce che rimanda al Padre nella Santissima Trinità.
    Per chi Lo vuol mettere alla prova chiedendogli altri segni, emette solo un sospiro.
    Anche in croce ha allargato le braccia. Ce lo dice anche così, che sarebbe ora di capire.

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  12. Hanno già modificato il video: si vede che hanno tagliato e incollato scene di altri Angelus perchè mi pare evidente che aun certo punto si nota uno sfasamento tra l'audio e il labiale del Papa.

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    1. Perfetto! Io ho ascoltato (e non visto) radio Maria. E strasicuramente, poiché attendevo con impazienza la benedizione, il vdr NON L'HA IMPARTITA. Ha interrotto improvvisamente per parlare dei migranti in Colombia! Pazzesco....

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  13. Minuto 9:36 qui si vede https://www.youtube.com/watch?v=fTJRuFd1-NI

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  14. Sono così estenuato dalla situazione politica ed ecclesiastica attuale che, abbandonando i miei abituali toni incendiari, cerco di analizzare con distacco e pacatezza le parole di Bergoglio.

    Da buon (spero) traduttore e da (misero) cristiano sono un cultore delle varie traduzioni della Bibbia. Il mio sospetto è stato dunque subito quello che l’argentino si fosse rifatto a una traduzione protestante della medesima. Sono quindi andato a verificare.

    La ESV (English Standard Version) riporta per 2 Cor 5, 21 il seguente testo:

    For our sake he made him to be sin who knew no sin, so that in him we might become the righteousness of God.

    La NIV (New International Version) riporta:

    God made him who had no sin to be sin for us, so that in him we might become the righteousness of God.

    Quel “for us” smussa un po’ l’eresia ma il concetto rimane comunque (volutamente?) ambiguo.

    La Bibbia luterana tedesca (ediz. 1912) traduce:

    Denn er hat den, der von keiner Sünde wußte, für uns zur Sünde gemacht, auf daß wir würden in ihm die Gerechtigkeit, die vor Gott gilt.

    Il testo originale greco, che sembrerebbe avvalorare la traduzione della NIV, è il seguente:

    τὸν μὴ γνόντα ἁμαρτίαν ὑπὲρ ἡμῶν ἁμαρτίαν ἐποίησεν, ἵνα ἡμεῖς γενώμεθα δικαιοσύνη θεοῦ ἐν αὐτῷ.

    Anche la Vulgata latina va nella stessa direzione:

    eum qui non noverat peccatum pro nobis peccatum fecitut nos efficeremur iustitia Dei in ipso

    Mi sento dunque di dire che in questo caso la traduzione ufficiale della CEI

    Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio

    sia molto più disambiguante rispetto persino all’originale, e quindi — paradossalmente — preferibile in un’epoca in cui, come direbbe Chesterton, bisogna estrarre la spada per dimostrare che l’erba è verde.

    Ripeto: le traduzioni letterali non sono affatto scorrette da un punto di vista linguistico, ma vista la loro frequenza in ambito protestante e conoscendo il personaggio che cita questo passo, c’è da alzare il sopracciglio.

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  15. Ribadisco quanto ho già detto, un termine così complesso e la differenza così sottile, non può essere usato come uno slogan in maniera pressapochista e senza spiegazioni...

    Questo spiega anche il perché della diversa traduzione (con tanto di nota: in ebraico la parola hatta't= peccato, può designare anche il sacrificio o la vittima per il peccato) della versione della Bibbia di Gerusalemme che ho io : "lo trattò da peccato"...

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  16. Repetita iuvant.

    Eum, qui non noverat peccatum, pro nobis peccatum fecit, ut nos efficeremur justitia Dei in ipso => trad: Il Quale (Dio) fece per noi peccato colui che non conobbe peccato, affinchè noi diventassimo in lui giustizia di Dio.

    Ho guardato il testo greco del Merk: Il soggetto è Dio e il verbo è epoiesen, quindi la traduzione letterale è "fece".
    Ma abbiamo visto che il problema è teologico più che letterale. In ogni caso l'affermazione del papa è comunque imprecisa, perché non è stato Cristo Gesù a "farsi" peccato, ma il soggetto è Dio Padre, come è Dio Padre che lo ha risuscitato...

    Certo, Gesù ha ubbidito fino in fondo; ma francamente questa accentuazione su Gesù come peccato (anche se ha drammaticamente subito una sorte infame come se fosse peccatore) mi ripugna, come mi ripugna la frase che nella precedente esternazione Bergoglio mette in bocca a chi va a confessarsi: "E quando noi andiamo a confessarci, per esempio, non è che diciamo il peccato e Dio ci perdona. No, non è quello! Noi troviamo Gesù Cristo e gli diciamo: 'Questo è tuo e io ti faccio peccato un'altra volta"...
    Scherziamo? Siamo noi a renderlo peccato? Questo è paradossale oltre che assurdo. Noi troviamo Gesù Cristo e, addolorati e pentiti gli diciamo: "Signore, tu che hai sofferto fino alla fine a causa del mio peccato e anche per redimerlo, perdonami e rigenerami con la tua grazia"! Come possiamo sognarci di dirgli "ti faccio peccato un'altra volta"? Tanto più che è stato il Padre, non un "io" umano qualunque a "farlo peccato" ma con tutti i distinguo che abbiamo sottolineato.
    Tutt'al più sarebbe bene che venisse sottolineato cos'è significato per il Signore e cosa gli è costato il nostro peccato e, conseguentemente, quel "lo fece peccato"!!!

    Se insisto è poi anche perché nel testo paolino, (e la sfumatura teologica è resa meglio dalla traduzione precedente lo trattò come peccato) occorre tener presente la duplice accezione di hattat : peccato oppure Sacrificio e vittima per il sacrificio.
    E inoltre non si può ignorare il contestuale significato già sottolineato di tutte le altre letture dei testi paolini. E del resto la stessa spiegazione del commento alle note, come pure quella di S. Agostino danno il senso preciso di quel lo "fece peccato"...

    Insomma è una cosa sacra e seria e grande che non può essere banalizzata in quel modo e per di più da un papa...

    Lo stesso Agostino infatti, ci tiene ad esplicitare:

    ... E' in questo senso che nostro Signore Gesù Cristo si è fatto peccato, cioè è diventato sacrificio per il peccato, egli che non conobbe peccato» (Omelia 41).

    E, se la conclusione è questa, il discorso è e resta semplicista pressappochista e scorretto!!!

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  17. L'arazzo di B16 fu sollevato dal vento a Castelgandolfo durante l'ultimo discorso pubblico, ma scoprì lo stemma con le chiavi di S.Pietro simbolo del potere dei papi, qui copre totalmente un signore vestito di nylon bianco che parla da una finestra degli ex appartamenti pontifici......una piccola chiosa, dopo aver sradicato la vigna regalata da Coldiretti a Ratzinger, sita in Castelgandolfo, ne verrà piantata un'altra sponsorizzata da un pezzo grosso del settore chic della vinicultura, per la serie se ci sono soldi e pubblicità venghino lorsignori venghino.

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  18. Esatto: il testo originale greco (e la Vulgata latina) lasciano molto chiaro che il soggetto della frase è Dio Padre, Che — traducendo letteralmente, come fanno i protestanti — “fece peccato” Dio Figlio.

    La mia disamina linguistica non era certo atta a giustificare la “rilassatezza” (chiamiamola così) del Cardinal Bergoglio, bensì a cercare una ricostruzione testuale dell’errore che, come sempre, viene (più o meno) sapientemente mascherato da non-errore.

    Giustissima la puntualizzazione sulla corretta connotazione di “sacrificio per il peccato” intesa dal testo originale e confermata da Sant’Agostino, che era ovvia ai lettori dei testi greco e latino, non così ovvia, purtroppo, oggi.

    Io aggiungerei un altro punto: si può tradurre come si vuole, anche letteralmente, ma — e siamo d’accordo — senza le dovute specificazioni siffatta traduzione indurrebbe a pensare che quel “si è fatto peccato” (scorretto anche grammaticalmente; semmai, appunto: “è stato fatto peccato” o “il Padre lo ha fatto peccato” — con la distinzione summenzionata) implichi che il peccato sia diventato legittimo e anzi divino, insomma ciò diverrebbe (o è?) una sorta di onanismo pseudo-mistico che opera come introduzione in ambito cristiano del lemma e principio basico massonico “Ordo ab Chao”, ordine a partire dal caos, dalla perversione, dalla sovversione, dal peccato, appunto. In questo modo Cristo viene fatto diventare un “Dio caduto” così come caduto — ma veramente e di brutto — è l’angelo che la massoneria stessa venera.

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  19. Mi piace quando vi ci mettete , ben venga la disamina linguistica : "E' stato detto , ma in verita' vi dico ..".
    Come fa la Chiesa , bisogna ripetere e ripetere e..
    Mi compiaccio . Bravi !

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  20. Dio lo ha fatto peccato per noi... A senso: ha permesso che, pur essendo innocente, fosse condannato come peccatore, accusato di peccati infamanti come la ribellione contro l'autorità e la bestemmia contro Dio; lo ha pemesso per la nostra salvezza, che richiedeva il sacrificio della vittima innocente.
    INvece, dal modo di esprimersi ambiguo e teologicamente pasticciato di Bergoglio ("si è fatto peccato per noi"), sembrerebbe che Gesù sia stato un peccatore come noi. Una simile immagine piace alla falsa misericordia praticata da questo Papa, che assolve i peccatori (vedi divorziati risposati) senza pretendere che si pentano e cambino vita.

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  21. Ci stavo ancora pensando su e mi lascia perplesso anche la traduzione “Dio Lo trattò da peccato”. Perché? Perché tale parafrasi può lasciar intendere che Dio Padre abbia trattato il Figlio come qualcosa di peccaminoso senza che Questi, ovviamente, lo meritasse (concetto che non è chiaramente nelle intenzioni dei traduttori ma che comunque sta lì sornione). Scompare, insomma, il senso dato dal soggiacente חטאת menzionato da mic.

    Ho consultato la versione originale della Bibbia di Gerusalemme (francese), dato che a volte quella della CEI non la segue pur mantenendone il nome. Ma in effetti:

    Celui qui n'avait pas connu le péché, Il l’a fait péché pour nous, afin qu’en lui nous devenions justice de Dieu.

    Quale sarebbe dunque la traduzione più corretta?

    Se si vuole evitare la traduzione letterale per via dell’incapacità attuale di identificare la connotazione “sacrificio per il peccato” (e non “peccato” tout court) nella parola ἁμαρτίαν, io tradurrei piuttosto:

    Dio fece sacrificio di espiazione per i nostri peccati Colui Che non conobbe peccato, affinchè noi diventassimo in Lui giustizia di Dio.

    E il trucco del Cardinal Bergoglio nel suo dire e non dire, bestemmiare senza bestemmiare consiste semplicemente nel trasformare un verbo passivo, con l’aggiunta del pronome “si”, in un riflessivo che non c’entra nulla.

    Roma locuta.

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  22. Grazie a Mic e ad Antonio per questi approfondimenti istruttivi.

    Al mio livello terra-terra, osservo solo che, oltre all'intero Vangelo, è la frase precedente di San Paolo che non lascia dubbi:

    "...Colui che non aveva conosciuto peccato..."

    Se il Signore Gesù non ha conosciuto peccato, è ovvio che l'affemrazione successiva di San Paolo (un 'muro maestro' della Chiesa), non puo'negare subito la premessa, che costituisce l'elemento centrale di tutto il vero cristianesimo.

    Bergoglio e i protestanti, invece, la estrapolano una frase letterale dalla sua premessa per giustificare la loro personale visione del cristianesimo: la nota giustificazione del peccato, comoda e blasfema, di Lutero.


    E coerentemente a questa ennesima eresia blasfema annunciata dal soglio Petrino, hanno anche cambiato i sette peccati capitali:

    https://www.google.com/amp/s/www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/25965957/papa-francesco-cambiano-vizi-capitali-confusione-nuovo-programma-tv.amp

    che ora sono:
    Disperazione, Incostanza, Gelosia, Infedeltà, Ingiustizia, Stoltezza, Ira.

    Guarda caso, manca la lussuria, così gradita al mondo...
    Aloisius

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  23. Dio che si contamina somiglia al meticciato di Maria,sempre dalla stessa bocca.Errore gravissimo.Dio mai si contamina tanto che san Paolo lo definisce come Colui che non ha conosciuto il peccato,giustamente.Dio Padre Lo tratta da peccato avendo Egli fatto causa comune coi peccatori,e Gesù stesso come natura Divina e Umana vuole prendersi la pena delle colpe, facendo causa comune ma questo in modo categorico non significa contaminazione.L'orrore che Egli Innocente prova nel conoscere come Uomo i peccati altrui Gli fa sudare Sangue perchè non si contamina proprio.La contaminazione richiede meticciato il che è falso.Il caricarsi peccati altrui ne fa un Giustiziato Innocente che per Innocenza salva i colpevoli.Se fosse contaminato non salverebbe nessuno.

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  24. Vaticano: via libera ad alcune pratiche liturgiche pre 1962
    Il più recente Ordo per il Messale di Vecchio Rito del 1962 accorda il permesso di svolgere un certo numero di pratiche minori, precedenti al 1960 (immagini qui). L'Ordo Divini Officii Recitandi Sacr…
    https://gloria.tv/post/RWJVJeM9sQnu3RThSvQQW6kqq

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  25. Ho sempre saputo e creduto che NSGC ha pagato per noi, si è sacrificato per noi, per la nostra salvezza, per salvare noi ha offerto Se stesso. Anzi più crescevo più mi diventava chiaro che il peccato lacera il corpo sottile, non solo del peccatore, ma di tutto l'esistente, quel corpo che i Sacramenti e la preghiera restaurano ed insieme potenziano di giorno in giorno a vantaggio di chi conosciamo e di chi non conosciamo. La Fede è un fatto visibile ed invisibile che non si riesce a spiegare con le parole quotidiane, in particolar modo è difficile per gli uomini carnali. Il Padre richiede quel Sacrificio dal Figlio non perché assetato di vendetta verso gli uomini disobbedienti, ma perché la disobbedienza, il peccato, non solo è segno della incredulità verso il Padre, che la fa lunga per le solite debolezze umane, ma soprattutto perché il peccato lacera il tessuto spirituale dell'esistente, quindi il peccato originale, cioè la disobbedienza al Padre ed implicito non credere alla Sua Parola e al Suo Essere Dio più i soliti peccatucci umani, che nei fatti sono lacerazioni, strappi del tessuto spirituale che sostiene la Vita, non potevano essere risanati, sanificati da nessun altro che dal Figlio e dallo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio. Quindi ecco l'importanza assoluta delle due nature del Figlio, divina ed umana, in quanto l'azione fondante e risanante ebbe ed ha valenza visibile ed invisibile. Se si vuol trovare un termine nostro comprensibile Gesù si fa restauratore, taumaturgo, dei danni procurati dalla incredulità, dalla disobbedienza degli uomini e dai loro conseguenti cattivi pensieri, parole, opere ed omissioni, sono questi peccati che lacerano la Vita terrena e precludono la Vita Eterna. Quindi non è che NSGC diventa peccato, ma per salvarci deve offrire la sua natura umana e divina ad una morte ignobile, degna di un grande peccatore, ricapitolando quindi i peccati piccoli e grandi degli esseri umani, per restaurare la Vita Santa, spirituale, sulla terra e aprire l'accesso alla Vita Eterna agli esseri umani che crederanno in Lui.

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  26. Da uno studio di Enrico Mazza del Pontificio Ateneo Sant'Anselmo

    .1“Morì per i nostri peccati,secondo le Scritture”Mi limito a riportare questa citazione di 1Cor 15,3 senza entrare nella questione poiché questo testo sarà esaminato più avanti; mi limito a citarlo come espressione del comune modo di sentire. Se ci chiediamo, infatti,che cosa ha fatto Cristo per noi, la risposta immediata è proprio questa: morì per i nostri peccati.La morte e la resurrezione della figura del messia, secondo Paolo, assicurano la riconciliazione tra Dio etuttal’umanità peccatrice.14Infatti ... se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.(2Cor 5,17-19). È in questa ottica che,subito dopo, si spiega in modo preciso come Dio abbia volutoche la figura messianica fosse “peccato”: Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato (ἁμαρτίαν ἐποίησεν) in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.(2Cor 5,21).

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  27. Maria Bottino:
    Sono veramente perplessa (eufemismo): il Vaticano licenzierà o ridimensionera` i dipendenti che rifiutino il vaccino anti-covid senza validi morivi di salute . Ma il Consiglio d'Europa ha stabilito che il vaccino non è obbligatorio . Quindi mi chiedo , a parte il grave problema dell'uso di tessuto fetale in questi "vaccini " : il Vaticano intende negare la libertà di scelta della cura sanitaria che è rispettata in Europa ? Non pensa di creare un grave precedente contro la libertà d'obiezione che verrà usato in altri contesti ???

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  28. "...Non pensa di creare un grave precedente contro la libertà d'obiezione che verrà usato in altri contesti ???"

    Non pensa di creare un grave precedente contro la libertà d'obiezione che verrà usato in altri contesti!!!

    Pensiero debolissimo ormai, attaccato solo alla macchina della propaganda.

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  29. vento servo di Dio che parla al mondo con tanta forza e delicatezza: che spettacolo!

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