Un fatto del genere non dovrebbe essere oggetto di discussione né tantomeno sottoposto a votazione. L’Arcivescovo Cordileone parla di ri-catechizzazione dei fedeli; e i vescovi chi li ri-catechizza? Precedenti negli USA qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui.
L’Arcivescovo Cordileone: “serve un grande sforzo per
ri-catechizzare i cattolici sull’Eucaristia”
ri-catechizzare i cattolici sull’Eucaristia”
In un’intervista andata in onda su EWTN Pro-Life Weekly, l’arcivescovo di San Francisco Salvatore Cordileone ha affermato che la questione della coerenza eucaristica riguarda tutti i cattolici, non solo i funzionari pubblici.
I vescovi dovrebbero discutere la questione nella loro prossima riunione del 16-18 giugno e votare se iniziare o meno la stesura di un documento didattico sull’Eucaristia.
Riguardo alla ricezione della Comunione per i cattolici, compresi i politici che sostengono pubblicamente una legislazione permissiva su mali gravi come l’aborto, ha detto che “il problema è che la nostra gente non capisce cosa significhi veramente l’atto di comunione, nel senso della dignità di ricevere la santa comunione. La coerenza eucaristica vale per ogni cattolico. I cattolici di spicco nella vita pubblica hanno una responsabilità aggiuntiva, in termini di testimonianza pubblica che danno. Dobbiamo fare un grande sforzo per ri-catechizzare la nostra gente sull’Eucaristia”.
Durante la loro prossima riunione online i vescovi degli Stati Uniti dovrebbero decidere se iniziare a redigere un documento sulla “coerenza eucaristica”.
Il termine «coerenza eucaristica», utilizzato nel documento di Aparecida 2007 dei vescovi dell’America Latina e dei Caraibi, si riferisce alla “coerenza tra il modo in cui riceviamo la Santa Eucaristia e il modo in cui viviamo la nostra vita”, ha spiegato Cordileone.
Quel documento, in cui l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio contribuì all’elaborazione, mise in evidenza anche il ruolo dei funzionari pubblici nella difesa della santità della vita su temi come l’aborto e l’eutanasia.
Quando i funzionari cattolici sostengono questi e “altri gravi crimini contro la vita e la famiglia”, non dovrebbero “presentarsi per la Comunione”, avevano detto i vescovi ad Aparecida.
Purtroppo alcuni vescovi, guidati dal cardinale Blasé Cupich di Chicago, hanno scritto all’arcivescovo Gomez nel tentativo di ritardare le discussioni sull’Eucaristia da parte dei vescovi americani. Gomez ha risposto che il punto all’ordine del giorno per l’esame del documento dell’Eucaristia è stato approvato dal comitato amministrativo della conferenza e si svolgerà come previsto nella prossima riunione.
“Ci sarà un dibattito”, ha confermato Cordileone. Se i vescovi andassero avanti con la stesura di un documento, il Comitato dottrinale redigerebbe il documento, il cui testo completo sarebbe discusso e votato nella riunione autunnale dei vescovi a novembre.
La Conferenza episcopale degli Stati Uniti aveva convocato una task force speciale dopo l’elezione alla presidenza di Joe Biden a novembre. Una delle raccomandazioni della task force era un documento didattico sull’Eucaristia, che coprisse sia l’insegnamento della Chiesa sulla modalità generale di ricevere la Comunione, sia che chiarisse che i cattolici nella vita pubblica hanno una responsabilità speciale nel sostenere gli insegnamenti della Chiesa in pubblico.
La questione della Comunione, soprattutto per i politici abortisti, è stata discussa dai singoli vescovi negli ultimi mesi dopo l’elezione di Joe Biden alla presidenza.
Sia Biden che la presidente della Camera Nancy Pelosi sono noti abortisti e hanno promosso politiche contrarie agli insegnamenti della Chiesa sulla vita, il matrimonio e la sessualità, compreso il sostegno all’aborto finanziato dai contribuenti.
Nel 2004, il cardinale Joseph Ratzinger scrisse all’allora cardinale Theodore McCarrick, affermando che un politico cattolico “facendo campagna e votando costantemente per leggi permissive sull’aborto e sull’eutanasia era impegnato in una cooperazione aperta e formale nel peccato grave”.
In tal caso, il pastore del politico «deve incontrarlo, istruirlo sull’insegnamento della Chiesa, informarlo che non deve presentarsi alla santa Comunione fino a quando non sia cessata la situazione oggettiva di peccato, e avvertirlo che altrimenti gli sarà negata l’Eucaristia”, scriveva il cardinale Ratzinger.
Aveva anche aggiunto che, se il funzionario persiste in tali azioni e si avvicina a ricevere la Comunione, ” il ministro della Santa Comunione deve rifiutarsi di distribuirla”.
Quella nota del 2004 era un’applicazione del canone 915 del Codice di diritto canonico, che afferma che i cattolici “che perseverano ostinatamente nel peccato grave manifesto non dovrebbero essere ammessi alla santa comunione”.
A marzo, il presidente dei vescovi americani, l’arcivescovo José Gómez di Los Angeles, ha scritto alla Congregazione vaticana per la dottrina della fede, informando la congregazione che i vescovi avrebbero discusso un documento sulla coerenza eucaristica nella loro riunione.
Il 7 maggio, il cardinale Luis Ladaria, prefetto della congregazione, ha risposto a Gómez in una lettera, istruendo i vescovi su cosa fare se emanassero una politica nazionale sulla comunione per i funzionari cattolici che sostengono una legislazione permissiva su gravi mali come l’aborto. Ha detto che i vescovi potrebbero usare il memorandum di Ratzinger del 2004 sulla comunione, ma solo alla luce della nota vaticana del 2002 sulla partecipazione dei cattolici alla politica e sull’importanza di salvaguardare i diritti della gente comune nelle loro chiese locali.
Il cardinale Ladaria ha affermato che i vescovi devono prima dialogare con calma tra loro per assicurare l’unità negli insegnamenti della Chiesa, prima di dialogare con i funzionari pubblici cattolici.
Il dialogo che il Vaticano ha recentemente richiesto ai vescovi statunitensi sul tema della coerenza eucaristica ha già avuto luogo, ha detto monsignor Cordileone a EWTN Pro-Life Weekly.
“Il cardinale Ladaria ha dato dei consigli molto ragionevoli ai vescovi … dobbiamo avere delle conversazioni tranquille …. un dialogo su questo. Lo facciamo da 20 anni”.
Di Matteo Orlando - Fonte
Così parla un vero vescovo!
RispondiEliminasecondo me il problema principale è concentrare tutta la questione sull'aborto, invece di parlare più in generale che chiunque ha peccato gravemente ed è impenitente non può comunicarsi, e se lo facesse commetterebbe sacrilegio, in quanto non può accedere al Sacramento della Carità chi non è in comunione con Dio e con i fratelli
RispondiEliminaquindi non solo chi pratica ed appoggia l'aborto, ma anche chi sfrutta il prossimo, chi bestemmia, chi semina il falso e la discordia, chi ruba etc
senza il piccolo ma necessario contributo della nostra volontà i Sacramenti non possono produrre frutto in noi, e accedendovi indegnamente senza conversione prendiamo in giro noi stessi e Dio
Infatti, sono da evangelizzare i vescovi in orimis!
RispondiEliminaDare l’Eucarestia a coloro che non possono riceverla significa fare un sacrilegio, una violenza al Signore. Per questo, è meglio per gli stessi reprobi, non nutrirsi del Corpus Domini, perché altrimenti, come spiega sempre San Paolo, mangerebbero non la loro salvezza, ma purtroppo la loro condanna (cfr. 1Cor 11, 23-29). I “no” della Santa Madre Chiesa non sono mai contro i peccatori, ma sempre a loro beneficio
RispondiElimina“Oggi non ci sono più eresie, non si ha abbastanza carattere neanche per questo. [...] No, ora sono i falsari che sono in voga, non c’è che la miseranda falsificazione di ‘giocare al Cristianesimo’ , il far finta che sia Cristianesimo l’insegnamento e la vita correnti; mentre non sono che sentimentalismo annacquato e svirilizzato, raffinato epicureismo. Oh, migliori, molto migliori erano i tempi quando si lasciava che il Cristianesimo fosse quel che era; o lo si accettava o si rompeva con esso sul serio.”
RispondiElimina— Diario di Kierkegaard
https://www.informazionecattolica.it/2021/06/16/il-52-degli-americani-considera-laborto-inaccettabile/
RispondiEliminaPurtroppo non si può rispondere direttamente ai commenti, ma il commento del 17/6 ore 17:49 mi ha fatto ricordare di un signore cui è stato attribuito il crimine di profanazione perchè pur impossibilitato a ricevere l'Eucaristia era andato a riceverla dove non lo conoscevano (e pare sia una cosa "non frequentissima ma..."), di fatto avrebbe ingannato il celebrante.
RispondiEliminaMa qui le cose erano chiare, c'era il dolo.
Vorrei chiedere a chi ne sa: se ne fosse a conoscenza dell'impedimento, commette sacrilegio anche il sacerdote che la dà?
Con 168 voti a favore contro 55 i pastori americani riuniti in assemblea hanno approvato di avviare la redazione di un documento che richiama l'insegnamento della Chiesa sull'eucaristia
RispondiEliminaAntonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, gesuita, dice che la comunione "non è la ricompensa dei santi ma il pane dei peccatori".
RispondiEliminaDimentica, però, una parolina fondamentale, "pentiti", laddove Biden non solo non lo è, ma ha da poco ottenuto nuovi fondi statali per l'aborto, per realizzare meglio il genocidio seriale di bimbi inermi e innocenti.
Solo bazzecole, naturalmente, per Spadaro.
20 GIUGNO.
RispondiElimina«Padre, mi sento indegno della santa comunione. Ne sono indegno!».
Risposta: «E' vero, non siamo degni di un tal dono; ma altro è accostarsi indegnamente col peccato mortale, altro è non essere degni.
Indegni siamo tutti; ma è lui che ci invita, è lui che lo vuole.
Umiliamoci e riceviamolo con tutto il cuore pieno d'amore » (LdP, 55).
La recente decisione dei vescovi statunitensi che a larga maggioranza hanno ribadito come per poter accedere alla santa Comunione è necessario essere in istato di grazia e non difendere pratiche contrarie ai Comandamenti come l'aborto, è stata salutata con gioia ovunque; e certamente è una notizia consolante se si considera il rischio che vi era di trionfo delle posizioni avverse. Ma è una notizia di una tristezza infinita e scandalosa gravità, che i più non percepiscono. Le stesse disposizioni per accedere ai Sacramenti cioè oramai vengono messe ai voti, come se i vescovi avessero il potere di decidere se si può commettere un sacrilegio, come se un sacrilegio sia meno grave se fatto con una benedizione apostolica! o se un cattolico possa comunicarsi anche se è favorevole all'infanticidio abominevole dell'aborto. Tutto ciò è semplicemente scandaloso e inaccettabile. I vescovi, compreso il papa di Roma, non possono decidere nulla su tali questioni e possono e devono solo ricordare a tutti, e tutti ammonire, sia su quali condizioni è necessario avere per comunicarsi e sia sul fatto che non si può difendere una pratica come l'aborto, proibita da un Comandamento divino. I vescovi non sono i proprietari della Chiesa, né della sua Dottrina, e neppure della sua disciplina, che devono solo rispettare per primi, prima di farla rispettare. I vescovi, a cominciare dal papa, non sono proprietari delle tradizioni che, anzi, sono chiamati a venerare, difendere e conservare gelosamente, come tante volte nei secoli ricordato dai papi stessi, ad esempio Gregorio XIII nella bolla Inter Gravissimas del 1582 e per argomenti di mero computo calendariale. E' sommamente urgente che i vescovi, a cominciare dal papa, tornino immediatamente a comportarsi da ciò che sono: servi. Servus servorum Dei non è e non può essere solo un titolo bello, antico e altisonante, ma deve esprimere una mentalità e un modo di agire ed esercitare l'autorità. La Chiesa non è una dittatura ed il potere episcopale non è arbitrio clericale. Ormai da troppo tempo invece i sacri Gerarchi, a cominciare dai papi e su loro esempio, agiscono in ogni ambito come fossero autocrati, tiranni e despoti. I Gerarchi hanno il sacro dovere di vigilare attentamente perché ovunque sia osservata la disciplina ecclesiastica e conservata l'ortodossia della fede. I papi non solo non possono e non devono avviare "processi" ma devono impedire con ogni mezzo qualunque processo che possa portare, anche nel lunghissimo periodo ed anche solo indirettamente, all'allontanamento dall'ortodossia, dalla disciplina, dalle tradizioni.
RispondiEliminaQuindi... "giustamente" il clero americano nega la Santa Comunione al presidente Biden... noto abortista e finanziatore delle campagne pro aborto e Bergoglio risponde stizzito... "rivedere il divieto. Non siate una casta".
RispondiEliminaMa quale casta... l'aborto è un omicidio. Peccato mortale. E la Santa Comunione non può essere data a chi finanzia gli omicidi. Prima Biden si confessi e si converta. Andare a Messa la domenica non vuol dire essere cattolici.