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venerdì 20 agosto 2021

Sofferenza in solitudine: il personale ospedaliero rifiuta di consentire al clero e alla famiglia di visitare il cardinale Burke

Aggiornamento: Il Card. Burke dimesso dalla terapia intensiva. Deo gratias!
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Leggo su LifeSiteNews  un comunicato molto preoccupato (Robert Moynihan, Ph.D., fondatore di Inside the Vatican in un'intervista video con Jim Hale) circa la situazione del cardinale Burke. Sottolinea che nessun sacerdote, vescovo o cardinale, e neppure i suoi familiari, compresa la sorella che staziona continuamente presso l'ospedale, ha il permesso di vederlo. Risulta che il cappellano dell'ospedale può entrare una volta al giorno; ma non trapela alcuna notizia sulle sue condizioni e non si riesce a capire perché non viene pubblicato alcun bollettino.
Possiamo ipotizzare che le condizioni del nostro cardinale siano seriamente stazionarie e non ci sia nulla di nuovo da segnalare; ma constatiamo che egli sta condividendo con molti malati la situazione più tragica, quella veramente disumana dell'abbandono e dell'isolamento più assoluto che, con gli accorgimenti e le precauzioni del caso e molta buona volontà, potrebbe essere aggirata.
I termini della comunicazione su LifeSite sono abbastanza tragici (non li riprendo integralmente), della serie che chiunque ha una persona cara in fin di vita vorrebbe dargli l'ultimo saluto.
Personalmente sono molto preoccupata ma non la metterei in questi termini;  anche se son cose che realisticamente vengono in mente, la speranza non mi abbandona.  
Peraltro dalle precedenti comunicazioni ufficiali risulta che il cardinale ha ricevuto i Sacramenti da sacerdoti a lui vicini e ci sono diverse reliquie nella sua stanza.
Tocca il cuore e lascia trasecolati come - fatte salve eccezioni che non fanno testo perché riguardano casi isolati - si possa essere caduti così in basso umanamente e prim'ancora spiritualmente a causa di una pandemia... O forse la pandemia ha solo portato alla luce ciò che neppure poteva immaginarsi nei termini che si evidenziano su tutti i fronti. 
Ricordo la sofferenza di molti cari amici per non aver potuto dare l'estremo saluto, ma anche assicurare i conforti religiosi a propri familiari anziani. Ma penso anche alla sofferenza di quanti si trovano soli nella malattia (non solo il Covid) e bisognosi di conforto e di accompagnamento sia sulla soglia dell'eternità che, in tanti casi, anche per potersi riprendere. Spiritualmente siamo col nostro Cardinale. Auxilium christianorum, ora pro nobis! 

2 commenti:

  1. Mi meraviglio della meraviglia di life site news. Non è che in rianimazione si possa andare e venire come in qualsiasi altro reparto. Mi sembra che abbiano scoperto l'acqua calda. Il card Burke e' malato di covid ed in quanto tale sono usati i protocolli più appropriati. Alessandro Mirabelli

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  2. Se si è tenuti in coma farmacologico non si visita, se si è entrati in coma irreversibile per cause xy si può visitare per l'ultimo saluto, se si è attaccati alle macchine e svegli si può visitare con accorgimenti igenici e distanze rispettate. Queste le mie esperienze. Con il Covid è stata data una stretta su tutto il fronte fino alla fine della convalescenza. Tuttavia verso le 19/20 di sera arrivava a noi la telefonata dall'ospedale che dava notizie dei progressi o regressi giornalieri. Un bollettino quotidiano alla sorella deve essere dato e a noi ogni tre/quattro giorni e/o settimanalmente. Certamente non siamo tranquilli. Ognuno di noi ne ha viste e sentite molte più del sopportabile. L'informazione costante tranquillizza sulla onesta sollecitudine di chi cura il malato.

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