I grandi difensori della laicità dello Stato si richiamano alla celebre espressione «Libera Chiesa in libero Stato». Solo in apparenza quest'espressione è una traduzione in altri termini del detto evangelico: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». In realtà, l'idea che soggiace a tale slogan è che la Chiesa è libera, ma all'interno (in) della libertà dello Stato. Lo Stato possiede, secondo questa visione, una libertà più ampia, in grado di garantire ma anche all'occorrenza di limitare la libertà della Chiesa. Costoro non dicono «libera Chiesa e libero Stato», bensì «libera Chiesa in libero Stato». Bisogna comunque ammettere che, nelle recenti vicende legate al Covid- 19, gli Stati hanno potuto facilmente commettere abusi di potere proibendo il culto divino, a causa dell'intiepidirsi della fede, della debolezza e acquiescenza soprattutto di noi vescovi.
Nel mondo sono state numerose le situazioni in cui noi Pastori non abbiamo combattuto per preservare la libertà di culto del gregge di Cristo. In certi casi, i vescovi hanno preso decisioni ancor più restrittive dei governi civili, per esempio decidendo la chiusura delle chiese anche lì dove lo Stato non lo imponeva. Di tutto questo dovremo certamente rendere conto al giudice supremo. Oltre a trasmettere ai fedeli la falsa idea che «partecipare» a messa in streaming o anche non parteciparvi affatto è lo stesso che recarsi alla domenica in chiesa, questo atteggiamento di noi Pastori ha rafforzato la convinzione che, in fondo, pregare e dare culto a Dio sia qualcosa di meno importante della salute fisica. Quanti Pastori hanno affermato pubblicamente, durante la pandemia, che la Chiesa metteva al primo posto la salute dei cittadini! Ma Cristo è morto sulla croce per salvare la salute del corpo o per salvare le anime?
È chiaro che la salute è un dono di Dio e la Chiesa da sempre la valorizza e se ne prende cura in molteplici modi. Ma più ancora della salute del corpo, per noi Pastori conta quella dell'anima, la quale è la «suprema lex», la legge suprema, nella Chiesa. Abbiamo permesso che i nostri fedeli restassero per lungo tempo senza la liturgia, senza la Comunione eucaristica e la Confessione, quando invece come si è visto bastava organizzarsi per offrire i Sacramenti in modo sicuro anche dal punto di vista sanitario. Avremmo potuto e dovuto protestare contro gli abusi dei governi, ma quasi mai lo abbiamo fatto. Molti fedeli sono rimasti scandalizzati da questa immediata e silenziosa sottomissione dei Pastori alle autorità civili, mentre queste compivano un vero abuso di potere, privando i cristiani della libertà religiosa. D'altro canto, va lodato l'esempio contrario di quei Pastori che hanno agito secondo il Cuore di Cristo, quale, per citarne solo uno, l'arcivescovo di San Francisco, mons. Salvatore Joseph Cordileone. La sua testimonianza dimostra che lottare per la giusta causa costa fatica e attira critiche ingiuste e persino calunnie o persecuzioni di vario tipo, ma che alla fine il Signore concede la vittoria. - Fonte
«Dice l'Apostolo: "La lettera uccide, lo Spirito invece dà vita" (2 Cor 3,6). Sono uccisi dalla lettera (1) coloro che desiderano sapere unicamente le sole parole, per essere ritenuti più sapienti in mezzo agli altri [...] E sono uccisi dalla lettera quei religiosi che non vogliono seguire lo spirito della divina Scrittura, ma piuttosto bramano sapere le sole parole e spiegarle agli altri. E sono vivificati dallo spirito della divina Scrittura coloro che ogni scienza, che sanno e desiderano sapere, non l'attribuiscono al proprio io carnale, ma la restituiscono con la parola e con l'esempio all'altissimo Signore Dio, al quale appartiene ogni bene»
RispondiElimina(1) Il latino originale ha "sunt mortui a littera". Il santo gioca sul doppio senso di littera: sia "lettera" che "studio, erudizione".
(san Francesco d'Assisi, Ammonizioni, VII, FF 156)
«Tanti sono quelli che volentieri si elevano alla scienza, che sarà beato chi si renderà sterile per amore del Signore Dio [...] Un uomo è tanto sapiente quanto opera, ed è pio e bravo predicatore nella misura in cui mette in pratica; poiché l'albero si riconosce dai suoi frutti (Lc 6,44)»
(Specchio di perfezione, IV, FF 1683-1684)
15 OTTOBRE 2021: DAVANTI ALLE NOSTRE CATTEDRALI A PREGARE
RispondiEliminahttps://ilbenevincera.wordpress.com/2021/09/29/15-ottobre-2021-davanti-alle-nostre-cattedrali-a-pregare/
Se Dio vuole, personalmente spero di andare di mattina davanti a S.Giovanni perche' alla sera non potro'.,Portero' con me la Coroncina che tanto cercai con le insegne di Papa Benedetto XVI e che mi fu inaspettatamente regalata da una suora eritrea (quando si invoca lo Spirito Santo con fede Egli,se e' cosa buona per l'anima, provvede).Non che non ne avessi, ne avevo molte ma quello era il desiderio dell'anima mia bambina.
Spero in futuro di conoscere Benedetta De Vito della quale leggo con piacere i suoi articoli a tinte pastello su Stilum Curiae e che sento vicina all'anima mia.
Se Dio vuole!
"Per l'udienza del mercoledì in Sala Nervi non è stato chiesto il Green pass perché si è trattato di una celebrazione liturgica. Basta una preghiera all'inizio e una alla fine per essere esentati dal lasciapassare? Si potrebbe estendere la preghiera anche a ristoranti e cinema, allora. Eppure in nessuna liturgia ci si fa i selfie col Papa. Nel frattempo regole e violenza liturgica sono imposte ai tutti i fedeli come un pesante fardello."
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