Leggo su Riposte catholique che circolano nuove voci su ulteriori sviluppi delle direttive vaticane sulla Liturgia. Da letture di commenti in gruppi tradizionalisti U.S.A. apprendo che nella redazione di La Croix, da cui provengono le notizie sotto riportate, ci sono allievi di Grillo, uno dei maggiori avversari della Messa antica e che tanta parte ha avuto anche nell'ultima stretta (vedi). Il che ci darebbe anche un'idea sulle fonti vaticane... Qui l'indice degli articoli sulla Traditionis Custodes e sui Responsa.
La Croix dedica due articoli al tema della liturgia postconciliare. Cito dal primo:
Il Vaticano starebbe lavorando ad altri testi sulla liturgia : sarebbe in corso di elaborazione un documento più ampio sulla liturgia post-conciliare, in sostituzione dell’istruzione Liturgiam authenticam del 2001. E un nuovo decreto sugli Istituti Ecclesia Dei sarebbe in preparazione per marzo.
Il primo documento potrebbe generare nuove basi al consolidarsi della Chiesa rivoluzionaria di conio vaticansecondista, le cui variazioni - ormai vere e proprie rotture - si fanno sempre più audaci ad ogni tappa successiva, in continuità esclusivamente all'interno del loro nuovo impianto paradigmatico, ma senz'alcun legame, e quindi in discontinuità, col magistero perenne ritenuto obsoleto per definizione. Proprio sulla Liturgia, il recente motu proprio Traditionis custodes attribuisce alla Messa riformata dai Paolo VI l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano. Inquietante cosa ancora potrebbe attenderci posto quanto segue.
Dell'Istruzione Liturgiam authenticam mi ero occupata fin dalle prime avvisaglie focalizzando minacce e rischi temuti e preconizzati [qui], peraltro ora già concretizzati nel Magnum principium (9.9.2017) [qui e relative implicazioni, in particolare sui nuovi messali qui], che modifica il can. 838 del Codice di diritto canonico, riguardante le competenze della Santa Sede, delle Conferenze episcopali e dei Vescovi diocesani nell’ordinamento della liturgia. Un vero e proprio colpo di spugna alla Liturgiam authenticam “sull’uso delle lingue volgari nella pubblicazione dei libri della liturgia romana”. Di fatto il 'rompete le righe' anche col decentramento alle Conferenze episcopali della preparazione dei libri liturgici, che mina l'unità e l'universalità de La Catholica.
Richiede attenzione il seguente passaggio della Correctio papale alle affermazioni del card. Sarah in un documento [qui] che attenuava la svolta rivoluzionaria della Lettera Apostolica : «Il Magnum Principium non sostiene più che le traduzioni devono essere conformi in tutti i punti alle norme del Liturgiam Authenticam, così come veniva effettuato nel passato». Tale affermazione unita all’altra secondo cui una traduzione liturgica “fedele” «implica una triplice fedeltà» – al testo originale, alla lingua della traduzione, alla comprensibilità dei destinatari – lascia intendere che Magnum Principium è considerato come l’inizio di un processo che può portare molto lontano in direzione di una vera e propria devolution liturgica.
I ‘processi’ innescati come mine vaganti sono più d’uno e la frammentazione nella Chiesa acquista velocità sia sulla dottrina che sulla morale e ora sulla liturgia, fons et culmen di tutto.
Quanto al secondo documento, gli istituti Ecclesia Dei vedrebbero messa in discussione la loro posizione in base all'ermeneutica della riforma nella continuità, che già più volte abbiamo visto proclamata (Ratzinger discorso 2005); ma in chiave storicista, poiché riferita, anziché all'oggetto-rivelazione (fondamento oggettivo, dato per sempre, pur se sempre ulteriormente approfondito e chiarito nelle sue innumerevoli ricchezze), al soggetto-chiesa, transeunte perché in evoluzione a seconda dei tempi. Il che, non esplicitamente ma pragmaticamente [pastorale conciliare versus dottrina docet], provoca la negata rottura.
Nel secondo articolo La Croix così si esprime:
Quanto ai seminaristi e ai sacerdoti, tra alcuni cresce la tentazione di entrare nei ranghi della Fraternità San Pio X (FSSPX), in rottura di comunione con Roma [falso: vedi -ndr]. « È una questione seria, confida un responsabile di un istituto “Ecclesia Dei”. Ci dicono : “Vi avevamo avvisati che avrebbero fatto marcia indietro”. Ognuno dovrà decidere. Rompere con Roma sarà difficile, ma poiché la FSSPX è meno ostracizzata rispetto ad anni addietro e i sacramenti che amministra sono riconosciuti dalla Santa Sede, c'è chi si sta interrogando. »
Che dire? Che forse dobbiamo prepararci al peggio, ma che la resistenza si fa sempre più forte, costi quel che costi [vedi]. (Maria Guarini)
Mi domando se ci sarà qualche vescovo che nel conferire le ordinazioni sacerdotali secondo il Pontificale del rito antico seguirà l'esempio di mons. Lebfevre pur rischiando sanzioni canoniche. Mi sembra che questa sia l'ora della decisione per molte persone: saranno disposte ad aderire non solo nelle parole ma con i fatti al rito antico e al tesoro prezioso di teologia, spiritualità, liturgica che è della Tradizione della Chiesa con il rischio di vivere in una situazione di non comunione canonica?
RispondiEliminaAlla fine gli istituti Ecclesia Dei dovranno ritornare nell'alveo della FSSPX e riconoscere che mons. Lebfevre aveva avuto ragione. Lo scisma è stato un atto grave ma devo riconoscere che è stato per molti aspetti un profeta e molti fedeli tradizionali devono ringraziarlo per avere usufruito della possibilità di accostarsi alla liturgia vetus ordo.
RispondiEliminaWhat does Pope Francis really think about Catholic traditionalists?It is a question more and more people have been asking these past six months since the publication of Traditionis custodes, the "motu proprio" the pope issued to sharply restrict celebration of the pre-Vatican II liturgy known as the Tridentine Rite. And that question has become even more persistent since December, after the Congregation for Divine Worship put out a second document that confirms, among other things, that it is forbidden to celebrate sacraments according to the so-called Old Rite.
RispondiEliminaRead more at: https://international.la-croix.com/news/religion/how-pope-francis-sees-church-traditionalists/15495
Deve essersela presa perché la vecchia liturgia della settimana santa conteneva le preghiere per la conversione degli ebrei e dei musulmani...
RispondiEliminaPer me tutto parte già da quando ha commissariato e soppresso i Francescani dell'Immacolata. Il resto è la codificazione del suo pensiero...
RispondiEliminaMic ha centrato il nocciolo della questione. Standing ovation. Alessandro Mirabelli
RispondiEliminaCome la stampa e certa editoria hanno riempito di mondezza gli scaffali delle librerie per annegare la buona stampa e i buoni libri, ora costoro producono carta stampata su carta stampata per soffocare i Testi Tradizionali. Ma si sbagliano primo perché alla fine, per saturazione, nessuno leggerà più le loro 'pensate'; secondo perché queste esaltate pretese titaniche generano un inevitabile moto contrario nelle persone sane, che si sentono violentate dai loro crescenti flussi innovativi, quindi diventano dubbiose degli intenti dei rifacitori del mondo ecclesiale, infine senza dialogo alcuno li prenderanno a pernacchie e calci in cxlx.
RispondiEliminaSiamo guidati da pazzi, da ciechi che dicono "noi vediamo"
RispondiEliminaBeaulieu Carlo
https://www.romanitaspress.com/priests-webinar
RispondiEliminaL'articolo ripreso da Tosatti
RispondiEliminahttps://www.marcotosatti.com/2022/01/20/in-preparazione-un-nuovo-testo-sulla-liturgia-nuovi-decreti-sugli-istituti-ecclesia-dei/
Ma se il rito antico è destinato ad estinguersi, perché tanto impegno nel porre azioni finalizzate a farlo estinguere? Non sarà forse perché neppure i più scalmanati liturgisti e pastori non son per nulla convinti che tale estinzione si verificherà in maniera naturale, e pertanto la devono attuare con azioni specifiche? Non è il rito antico destinato ad estinguersi, sono i modernisti che vogliono si estingua. E' ben diversa la cosa. E per questo sono cinquant'anni che fanno di tutto per farlo estinguere. Senza alcun risultato se non il farlo conoscere ed amare ancor di più. Pensare di far estinguere una liturgia che può vantare come minimo quindici secoli di tradizione (ma proprio come minimo visto che sappiamo tutti che il rito antico è il discendente diretto, legittimo ed unico del rito romano dei tempi apostolici) è solo una follia. Anche se si riuscisse ad impedire a tutti i sacerdoti "canonicamente regolari"di usare il messale antico resterebbero tutti i sacerdoti di mons. Lefebvre (anche se von Balthasar diceva che il vescovo francese e "i suoi non sono veri cattolici" oggi tutti han capito che i "lefebvriani" con tutti i loro difetti sono più cattolici di tutti gli altri messi insieme) che in ogni angolo del mondo lo usano e lo fan conoscere e sui quali i modernisti che occupano oggi la Chiesa non hanno alcun potere coercitivo. E di questo sia ringraziato Iddio. Inoltre, e non è un dettaglio di poco conto, come si può pensare di far estinguere o anche solo dimenticare tale grandiosa liturgia al giorno d'oggi, coi mezzi di comunicazione che la modernità ci offre? Basta solo andare su youtube per vedere migliaia e migliaia di immagini della liturgia antica! Ma i modernisti in che mondo vivono? Non lo sanno che almeno il 90% delle pagine internet che parlano di liturgia, come questa, sono "pro missa antiqua"? Ottengono più "mi piace" certi post di questa pagina che non le scalmanate esternazioni contro la messa antica di Grillo e Augé messe insieme! http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2022/01/20/per-abolire-l%e2%80%99antica-messa-in-latino-c%e2%80%99e-voluto-francesco-nemmeno-von-balthasar-ci-aveva-mai-pensato/
RispondiEliminaDon Alfredo Maria Morselli:
RispondiEliminaOligarchia autoreferenziale lobbiforme, appollaiata al vertice di una struttura che sta crollando e che non vogliono abbandonare tanto è il loro orgoglio, attenti a non concedere un millimetro di spazio a chi mette in dubbio la loro autointossicazione intellettuale; il tutto condito con ridondante linguaggio vetero sessantottino, di ipocrita finto ascolto della base e di poveri e di dissenzienti purché stiano lontani.
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