Ps. 96, 7-8 - Adoráte Deum, omnes
Ángeli eius: audívit, et laetáta est
Sion: et exsultavérunt fíliae Iudae.
Ps. 96, 1 - Dóminus regnávit, exsúltet terra: laeténtur ínsulae multae. Glória Patri… Ps. 96, 7-8 - Adoráte Deum, omnes Ángeli eius… |
Sal. 96, 7-8 - Adorate Dio, voi tutti
Angeli suoi: Sion ha udito e se ne
è rallegrata: ed hanno esultato le
figlie di Giuda.
Sal. 96, 1 - Il Signore regna, esulti la
terra: si rallegrino le molte genti.
Gloria al Padre…
Sal. 96, 7-8 - Adorate Dio, voi tutti Angeli suoi… |
L'instabilità della festa di Pasqua provoca quasi tutti gli anni un cambiamento nell'ordine secondo il quale si presentano nel Messale le domeniche che seguono.
La Settuagesima risale spesso fino a gennaio, e talvolta avviene perfino che la Quinquagesima precede la festa della Purificazione. Di conseguenza, l'Ufficio delle ultime quattro Domeniche dopo l'Epifania può essere rinviato ad altra epoca del ciclo liturgico.
Messa
EPISTOLA (Rm 12, 16-21). - Fratelli: Non vi stimate saggi da voi stessi. Non rendere ad alcuno male per male, e cercate di fare il bene non soltanto davanti a Dio, ma anche davanti a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto è da voi, vivete in pace con tutti. Non vi vendicate da voi stessi, o carissimi, ma lasciate fare all'ira (divina); perché sta scritto: A me la vendetta; io farò giustizia, dice il Signore. Se pertanto il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; e tu, così facendo, ammasserai carboni ardenti sopra la sua testa. Non ti lasciar vincere dal male ma vinci col bene il male.
La carità verso il prossimo che ci raccomanda l'Apostolo, attinge alla sorgente dell'universale eternità che il Salvatore venne a portarci dal cielo con la sua nascita. Egli è venuto a mettere la pace tra cielo e terra e perciò gli uomini debbono essere in pace tra loro. Il Signore ci raccomanda di non lasciarci vincere dal male, ma di vincere il male col bene. È ciò che ha fatto lui stesso quando è venuto in mezzo ai figli della collera per farne dei figli di adozione, per mezzo, delle sue umiliazioni e delle sue sofferenze.
VANGELO (Mt 8,1-13). - In quel tempo: Sceso che fu Gesù dal monte, lo seguirono molte turbe. Ed ecco un lebbroso, accostatesi, gli si prostrò dinanzi, dicendo: Signore, se vuoi, tu puoi mondarmi. E, stesa la mano, Gesù lo toccò, dicendo: Lo voglio, sii mondato. E subito sparì la sua lebbra. E Gesù gli disse: Guardati dal dirlo ad alcuno; ma va', mostrati al sacerdote e fa' l'offerta prescritta da Mosè in testimonianza per essi. Ed entrato che fu in Cafarnao, s'accostò a lui un centurione, e lo pregava, dicendo: Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente. E Gesù a lui: Io verrò e lo guarirò. Ma il centurione, rispondendo, soggiunse: Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io sono uomo sottoposto ed ho dei soldati sotto di me, e dico a questo: va', ed egli va; e a quello: vieni, ed egli viene; ed al mio servitore: fa' questo, e lo fa. Gesù, udite queste parole, ne restò ammirato, e disse a coloro che lo seguivano: In verità, vi dico: non ho trovato tanta fede in Israele. Or vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e sederanno con Abramo e Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli; e i figli del regno saranno gettati nelle tenebre esteriori, ove sarà pianto e stridor di denti. E Gesù disse al centurione: Va', e come hai creduto ti avvenga. E in quell'istante il servo fu guarito.
Il genere umano era malato della lebbra del peccato: il Figlio di Dio si degna di toccarlo nel mistero dell'Incarnazione, e gli ridona la salute; ma esige che il malato così guarito vada a mostrarsi al sacerdote, e che compia le cerimonie prescritte dalla legge, per dimostrare che egli associa un sacerdozio umano all'opera della nostra salvezza. La vocazione dei Gentili, di cui i Magi sono stati le primizie, appare anche nella fede del Centurione. Un soldato romano e migliore di altri suoi simili saranno ritenuti veri figli di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mentre i figli diretti di questi Patriarchi saranno cacciati fuori dalla sala del banchetto, nelle tenebre dell'accecamento; e il loro castigo sarà offerto in spettacolo a tutti i popoli.
Preghiamo
O Dio onnipotente ed eterno, riguarda, propizio, la nostra debolezza e stendi a nostra difesa il braccio della tua maestà.
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 243-244)
Enzo Gallo:
RispondiEliminaGESU' COMPIE UN MIRACOLO DOPO LA PREDICAZIONE PER CONFERMARE PRESSO GLI UDITORI LA DOTTRINA CHE AVEVANO APPENA ASCOLTATO ( SAN GIROLAMO)
Mentre Egli discende dal monte, le folle correvano davanti al Signore, perché esse non sono capaci di innalzarsi a cose sublimi. E il primo che gli viene incontro è un lebbroso: a causa del suo morbo egli non poteva ascoltare il così lungo discorso pronunciato dal Salvatore sulla montagna. Bisogna notare che qui è il primo caso speciale di guarigione, il secondo è quello del servo del centurione, il terzo quello della suocera di Pietro febbricitante a Cafarnao, il quarto quello degli indemoniati che sono presentati al Signore e i cui spiriti maligni sono cacciati dalla sua parola quando egli guarisce anche tutti i malati.
Ed ecco accostarsi un lebbroso, che si prostrava innanzi a lui dicendo..(Mt. 8,1). Bene a proposito, dopo la predicazione e l’istruzione, si presenta l’occasione di un prodigio affinché per la forza del miracolo sia confermata presso gli uditori la dottrina che avevano appena ascoltato. Signore, se vuoi, puoi mondarmi (Mt. 8,2). Colui che fa appello alla volontà non dubita della potenza. E Gesù, stendendo la mano, lo toccò dicendo: Lo voglio, sii mondato! (Mt. 8,3). Il Signore stende la mano e subito la lebbra fugge. Osserva come la risposta è umile e senza iattanza. Il lebbroso dice: Se tu vuoi. Il Signore risponde: Io lo voglio. Il lebbroso prima aveva detto anche: Tu puoi mondarmi. Il Signore aggiunge queste parole: Attendi a non leggere, come molti dei Latini, quelle due parole di Gesù come formanti l’espressione unica: Voglio mondare; ma devono essere prese separatamente in modo che prima egli dica: Voglio, e successivamente comandi: Sii mondato.
Allora Gesù gli dice: Bada di non dirlo a nessuno (Mt. 8,4). Del resto che bisogna c’era che il lebbroso ostentasse a parole il prodigio che si mostrava ben chiaro nel corpo. Ma va’ a mostrati al sacerdote (Mt. 8,4). Per varie cause lo manda ai sacerdoti: prima di tutto a scopo di umiltà, riconoscendone l’autorità- era infatti prescritto dalla Legge (Lev. 14,1-32) che coloro che erano stati mondati dalla lebbra offrissero doni ai sacerdoti- poi anche perché i sacerdoti davanti al fatto del lebbroso mondato o avrebbero creduto al Salvatore, e si sarebbero salvati, oppure si sarebbero rifiutati di credere, e in tal caso sarebbero divenuti inescusabili. E nello stesso tempo perché non sembrasse, come molto spesso veniva accusato, che egli non tenesse in alcun conto la Legge.
III DOMENICA DOPO L'EPIFANIA
Mt. 8,1-13 [La guarigione del lebbroso]
S.GIROLAMO
Liber I Comm. in cap. 8 Matthaei
Breviario Romano, Mattutino, Lezioni del III notturno
22 GENNAIO.
RispondiEliminaNella vita spirituale più si corre e meno si sente fatica; anzi, la pace, preludio all'eterno gaudio, s'impossesserà di noi e saremo felici e forti a misura che vivendo in questo studio, faremo vivere Gesù in noi, mortificando noi stessi (AdFP, 559).
Padre Pio
Terza Domenica dopo l'Epifania
RispondiEliminaPROPRIO DELLA S.MESSA
INTRÓITUS
Ps. 96, 7-8 - Adoráte Deum, omnes Ángeli eius: audívit, et lætáta est Sion: et exsultavérunt fíliæ Iudæ. Ps. 96, 1 - Dóminus regnávit, exsúltet terra: læténtur ínsulæ multæ. Glória Patri… Ps. 96, 7-8 - Adoráte Deum, omnes Ángeli eius…
Sal. 96, 7-8 - Adorate Dio, voi tutti Angeli suoi: Sion ha udito e se ne è rallegrata: ed hanno esultato le figlie di Giuda. Sal. 96, 1 - Il Signore regna, esulti la terra: si rallegrino le molte genti. Gloria al Padre… Sal. 96, 7-8 - Adorate Dio, voi tutti Angeli suoi…
S. MESSA CON GLÓRIA
ORÁTIO
Omnípotens sempiterne Deus, infirmitátem nostram propítius réspice: atque ad protegéndum nos, déxteram tuæ maiestátis exténde. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sæcula sæculórum.
M. - Amen.
Onnipotente e sempiterno Iddio, volgi pietoso lo sguardo alla nostra debolezza, e a nostra protezione stendi il braccio della tua potenza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.
M. - Amen.
EPISTOLA
Léctio Epístolæ B. Pauli Ap. ad Romános, 12, 16-21
Fratres: Nolíte esse prudéntes apud vosmetípsos: nulli malum pro malo reddéntes: providéntes bona non tantum coram Deo, sed étiam coram ómnibus homínibus. Si fíeri potest, quod ex vobis est, cum ómnibus homínibus pacem habéntes: non vosmetípsos defendéntes, caríssimi, sed date locum iræ. Scriptum est enim: Mihi vindícta: ego retríbuam, dicit Dóminus. Sed si esuríerit inimícus tuus, ciba illum: si sitit, potum da illi: hoc enim fáciens, carbónes ignis cóngeres super caput eius. Noli vinci a malo, sed vince in bono malum.
M. - Deo grátias.
Fratelli: abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi. Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.
M. - Deo grátias.
GRADUALE
Ps. 101, 16-17 - Timébunt gentes nómen tuum, Dómine, et omnes reges terræ glóriam tuam. Quóniam ædificávit Dóminus Sion: et vidébitur in maiestáte sua.
Sal. 101, 16-17 - Le genti temeranno il tuo nome, o Signore: tutti i re della terra la tua gloria. Poiché il Signore ha edificato Sion: e si è mostrato nella sua potenza.
ALLELÚIA
Allelúia, allelúia. Ps. 96, 1 - Dóminus regnávit, exsúltet terra:læténtur ínsulæ multæ. Allelúia.
Allelúia, allelúia. Sal. 96, 1 - Il Signore regna, esulti la terra: si rallegrino le molte genti. Allelúia.
EVANGÉLIUM
RispondiEliminaSequéntia S. Evangélii secundum Matthæum, 8, 1-13
In illo témpore: Cum descendísset Iesus de monte, secútæ sunt eum turbæ multæ: et ecce leprósus véniens adorábat eum, dicens: Dómine, si vis potes me mundáre. Et exténdens Iesus manum, tétigit eum, dicens: Volo. Mundáre. Et conféstim mundáta est lepra eius. Et ait illi Iesus: Vide, némini díxeris: sed vade, osténde te sacerdóti, et offer munus, quod præcépit Móyses, in testimónium illis. Cum áutem introísset Caphárnaum, accéssit ad eum centúrio, rogans eum, et dicens: Dómine, puer meus iacet in domo paralyticus, et male torquétur. Et ait illi Iesus: Ego véniam, et curábo eum. Et respóndens centúrio, ait: Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur puer meus. Nam et ego homo sum sub potestáte constitútus, habens sub me mílites et dico huic: Vade, et vadit; et álii: veni, et venit; et servo meo: Fac hoc, et facit. Áudiens autem Iesus, mirátus est, et sequéntibus se dixit: Amen dico vobis, non invéni tantam fidem in Israël. Dico autem vobis, quod multi ab Oriénte et Occidénte vénient, et recúmbent cum Abraham, et Isaac, et Iacob in regno coelórum: fílii autem regni eiiciéntur in ténebras exterióres: ibi erit fletus, et stridor déntium. Et dixit Iesus centurióni: Vade, et sicut credidísti, fiat tibi. Et sanátus est puer in illa hora.
M. - Laus tibi Christe.
In quel tempo quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva. Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: "Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi". E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii sanato". E subito la sua lebbra scomparve. Poi Gesù gli disse: "Guardati dal dirlo a qualcuno, ma và a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro". Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: "Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente". Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò". Ma il centurione riprese: "Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fà questo, ed egli lo fa". All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti". E Gesù disse al centurione: "Và, e sia fatto secondo la tua fede". In quell'istante il servo guarì.
M. - Laus tibi Christe.
ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM
Ps. 117, 16 et 17 - Déxtera Dómini fecit virtútem, déxtera Dómini exaltávit me: non móriar, sed vivam, et narrábo ópera Dómini.
Sal. 117, 16 e 17 - La destra del Signore ha fatto prodigi, la destra del Signore mi ha esaltato: non morirò, ma vivrò e narrerò le opere del Signore.
SECRÉTA
RispondiEliminaHæc hóstia, Dómine, quæsumus, emúndet nostra delícta: et ad sacrifícium celebrándum, subditórum tibi córpora, mentésque sanctíficet. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sæcula sæculórum.
M. - Amen.
Quest’ostia, o Signore, Te ne preghiamo, ci mondi dai nostri delitti e, santificando i corpi e le ànime dei tuoi servi, li disponga alla celebrazione del sacrificio. Per nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.
M. Amen.
PREFAZIO DELLA SS. TRINITÀ
COMMÚNIO
Lc. 4, 22 - Mirabántur omnes de his, quæ procedébant de ore Dei.
Lc. 4, 22 - Si meravigliavano tutti delle parole che uscivano dalla bocca di Dio.
POSTCOMMÚNIO
Quos tantis, Dómine, largíris uti mystériis: quæsumus; ut efféctibus nos eórum veráciter aptáre dignéris. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sæcula sæculórum.
M. - Amen.
O Signore, che ci concedi di partecipare a tanto mistero, dégnati, Te ne preghiamo, di renderci atti a riceverne realmente gli effetti. Per nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.
M. Amen.