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giovedì 30 marzo 2023

Rimosso mons. Daniel Fernández Torres nella Chiesa della misericordia! "Troppo cattolico"

Precedente qui. Di seguito alcuni dettagli in più. Qui l'indice degli articoli sulla Chiesa in tempo di pandemia.
Rimosso mons. Daniel Fernández Torres
nella Chiesa della misericordia! "Troppo cattolico"


Il 9 marzo 2022 papa Francesco lo ha sollevato dalla cura pastorale della diocesi di Arecibo, di “Porto Rico” mons.Daniel Fernández Torres, (uno Stato di fatto associato agli Stati Uniti, una sorta di protettorato). La decisione di Bergoglio di rimuoverlo improvvisamente dalla guida della sua diocesi sarebbe stata dovuta in gran parte alla difesa da parte del vescovo delle obiezioni di coscienza nei confronti dei vaccini. Il delegato apostolico di Porto Rico ne ha chiesto le dimissioni dopo che il vescovo Fernández Torres si è rifiutato di firmare una lettera emessa dalla conferenza episcopale dell’isola che annunciava un severo obbligo di vaccinazione per sacerdoti e dipendenti delle diocesi. La lettera imponeva anche che all’interno delle chiese ci fosse, durante le Messe, una divisione tra fedeli vaccinati e non vaccinati, una vera e propria segregazione di questi ultimi. Questa lettera era nelle intenzioni dell’episcopato portoricano una decisa e pronta risposta alla sollecitazione venuta dal Vaticano, secondo la quale vaccinarsi sarebbe un “dovere morale”, il celebre “atto d’amore” di cui ha parlato Bergoglio.
Giorni prima il vescovo Fernández Torres aveva rilasciato una dichiarazione in cui difendeva il diritto di rifiutare la vaccinazione sulla base della coscienza e insisteva sul fatto che “è possibile per un fedele cattolico fare obiezione di coscienza alla presunta natura obbligatoria del vaccino Covid-19”.La sua lettera rifletteva le posizioni di numerosi altri presuli e la stessa nota dottrinale del Vaticano sui vaccini Covid, in cui si afferma che “la vaccinazione non è, di regola, un obbligo morale e che, quindi, deve essere volontaria”. Il suo sostegno ai diritti di coscienza trovava fondamento anche nel fatto che tutti i vaccini Covid approvati per l’uso negli Stati Uniti erano stati sviluppati o testati con linee cellulari derivate da bambini abortiti.

Quella che era una legittima richiesta di tutelare la libertà di coscienza è però sembrata una grave “insubordinazione” al papa, ed è diventata il pretesto per far fuori il vescovo non allineato. Sembra da alcune fonti, riportate da LifeSiteNews, che il più attivo tra i confratelli nell’episcopato a chiedere la testa del vescovo di Arecibo sia stato l’arcivescovo González Nieves, noto per le sue posizioni ultra-progressiste in materia morale e apertamente pro LGBTQI. L’arcivescovo chiamò in suo supporto il cardinale di Chicago Cupich, anch’egli noto per le sue posizioni alla tedesca, chiedendogli una sorta di “visita apostolica” per poi riferire autorevolmente a chi di dovere su quel vescovo a loro dire “no vax”. Il risultato non si fece attendere: monsignor Torres fu immediatamente e immotivatamente rimosso, e al suo posto venne insediato da Bergoglio monsignor Alberto Arturo Figueroa Morales, fino a quel momento vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di San Juan, nonché braccio destro di González Nieves. 

Il vescovo Torres ha rotto mesi di silenzio con una dichiarazione di qualche giorno fa. “Sento ancora la stessa perplessità che ho provato quando mi è stato chiesto improvvisamente di dimettermi e quando, in modo frettoloso, è stata eseguita la rimozione”, ha scritto in una lettera indirizzata a “tutti coloro che mi hanno accompagnato spiritualmente”. “Dopo un anno, ribadisco esattamente le stesse parole della dichiarazione pubblica che ho fatto il 9 marzo 2022”, ha aggiunto. Nella sua dichiarazione del marzo 2022 il vescovo di Arecibo ha denunciato l’allontanamento da parte di papa Francesco definendolo “un’azione totalmente ingiusta”. “Nessun processo è stato fatto contro di me – disse allora – né sono stato formalmente accusato di nulla, ma semplicemente un giorno il delegato apostolico mi ha comunicato verbalmente che Roma mi chiedeva le dimissioni”. “Sono stato informato che non avevo commesso alcun crimine ma che presumibilmente non ero stato obbediente al papa né ero stato in sufficiente comunione con i miei fratelli vescovi di Porto Rico”, ha spiegato ancora il presule.

In effetti, in alcune sue dichiarazioni l’arcivescovo Roberto González Nieves di San Juan aveva affermato che il vescovo Fernández Torres era stato rimosso per presunta “insubordinazione al Papa” ma senza alcuna accusa formale.

In realtà non c’è traccia di disobbedienza all’autorità del Sommo Pontefice. Forse di monsignor Torres dava fastidio che il suo seminario fosse fiorente di vocazioni, e che la sua diocesi fosse ricca di iniziative di apostolato con grande beneficio per i fedeli. In seguito al suo licenziamento ci sono state petizioni, raccolte di migliaia di firme, ma Roma non ha riservato loro alcun segno di attenzione.

La lettera del vescovo sottolinea il suo dolore per essere stato deposto dalla propria sede, ma esorta i cattolici oltraggiati dagli scandali nella Chiesa a “pregare e avere fiducia”. “Quando sono entrato in seminario nel 1990, l’ho fatto pieno di speranza e convinto che Dio mi avesse chiamato a servire la Chiesa per il resto della mia vita”.

Fernández Torres è stato per anni l’unico prelato cattolico dell’isola che si è battuto regolarmente per la vita, la famiglia mons.Fernández Torres è stato l'unico dei vescovi di Porto Rico a non avere firmato diverse altre dichiarazioni congiunte dei vescovi di Porto Rico, inclusa una sulla limitazione della celebrazione nella forma straordinaria della Messa,"in latino" un punto di riferimento morale per l’intero paese. “Grazie a lui è stata raggiunta un’unità di intenti per la protezione della vita umana, della famiglia naturale e dei diritti umani fondamentali dell’essere umano”, ha detto la senatrice Joanne Rodríguez Veve.

Monsignor Hector Aguer, arcivescovo emerito di La Plata (Argentina), in un duro comunicato di denuncia sulla rimozione, definisce Torres “un uomo di Dio, fedele alla grande Tradizione ecclesiale”.
Evidentemente, essere tale non è bastato. O forse è diventata una colpa.

La presunta insubordinazione alle direttive del Jefe Máximo, per non aver prestato culto a una nuova forma di idolatria, gli è costata cara.

9 commenti:

  1. La cecità ideologica non consente di distinguere il bene dal male e spacca ogni comunità. Gli ideologizzati capiscono fischi per fiaschi e dividono, dividono furiosamente. Inutile dire che sono servi del diavolo.

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  2. Intanto i vescovi che benedicono le unioni gay restano al loro posto e non sono rimossi!!

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  3. "Restiamo fedeli alla Chiesa, anche quando ci sembra ch'Essa ci tartassi"

    Beato chi vive nella Chiesa e non si scandalizza delle miserie umane che come nebbia pesante ne offuscano gli splendori; beato chi riposa sul materno suo cuore, per sentire solo i palpiti della vita divina che la vivificano. Chi si ferma alla miserie degli uomini che la formano è simile a colui che non distingue il terriccio dalla gemma preziosa e la disprezza, andando poi in cerca di cocci di vetro che gli sembrano più rifulgenti.

    Restiamo fedeli alla Chiesa, anche quando ci sembra ch'Essa ci tartassi. Sicuro, ci sono anime che sono a volte percosse dall'autorità della Chiesa, anche a torto, per calunnie o per intrighi. In questi casi la Chiesa può apparire brutta, deformata, avvilita, perchè noi riguardiamo con orrore quello che ci dà pena. Siamo fedeli anche in questi oscuri momenti che sono le supreme prove dell'amore, e serriamoci di più al cuore della Chiesa, e lavoriamo per Lei anche se ci percuote e ci annienta.

    Che importa che Essa ci disprezzi? Il suo disprezzo medesimo è come acido che corrode le nostre miserie e rende più luminosa l'anima nostra, il suo rigore è come colpo di martello che raddrizza le nostre stortezze, la sua severità è come cesello che ci rende opera d'arte preziosa innanzi a Dio. Tutto ciò che viene dalla Chiesa è vivificante, anche quando per la sensibilità delle nostre piaghe ci appare castigo; sappiamo riposare tacendo anche sotto i tagli del suo ferro chirurgico, e pensiamo che allora Essa ci è maggiormente madre. Non guardiamo agli uomini che sono solo strumento nelle mani di Dio, strumenti di espiazione e di purificazione per noi, guardiamo più in alto, e diamo a Dio la massima testimonianza del nostro amore adorando la sua volontà e tacendo nelle mani della Chiesa come cagnolini frustati ma sempre accucciati ai piedi del padrone.

    (Don Dolindo Ruotolo dal commento al libro delle Cronache)

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  4. Quello scritto si Don Dolindo non ha nulla a che fare con l'attuale situazione: è adatto soltanto ai tempi ordinari per incoraggiare le persone GIUSTAMENTE punite dalla gerarchia per allontanarle dal peccato (o quando degli innocenti vengono puniti per errori di valutazione, come nel caso di Padre Pio).
    È tutta un'altra cosa quando una gerarchia eretica punisce IN ODIUM FIDEI.
    In questo caso si ha il diritto ed il dovere di resistere, di rifiutare gli ordini ingiusti e non tenere conto di sanzioni ricevute PER IL SOLO FATTO di essere fedeli a Cristo e al dogma.
    In tempi come quelli odierni gli esempi più luminosi sono Mons. Lefebvre e Sant'Atanasio e gli scritti più edificanti sono i loro.

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  5. Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli.

    - Lc 22, 31-32

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  6. Ancora con la papolatria?
    Se Sant'Atanasio non avesse resistito al successore di Pietro ora saremmo tutti ariani!
    La storia ha dimostrato che i papi possono sbagliare anche in materia di fede.
    La grazia non è imposta e può essere respinta.
    Se Bergoglio avesse ragione avrebbero torto sia la Sacra Scrittura che parecchi successori di Pietro, anche nel loro magistero infallibile, quindi non ci si potrebbe più fidare di nessun successore di Pietro.
    Non resta altro da pensare che nel caso di Bergoglio Simone non si sia ravveduto e conferma i suoi fratelli nell'errore.

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  7. Il Papa derise anche il card. Burke per non essersi vaccinato ed essersi ammalato di covid, da cui però guarì.
    Però il Papa, da quello che ho sentito, nonostante il vaccino, si sarebbe preso una brutta infezione polmonare.
    Così la gran parte dei vaccinati si è presa il covid, nonostante la propaganda sull'immunizzazione e gli ambienti sicuri col green pass
    Senza contare gli scandali che stanno emergendo, taciuti da quasi tutti i media, salvo lodevoli eccezioni.
    Quindi non si capisce tutto questo furore vaccinista della Chiesa, nonostante gli abusi subiti dal potere civile, come le interruzioni delle Messe, dei funerali, ecc..
    Segno oggettivo di declino spirituale, oltre che della ragionevolezza elementare.
    Aloisius

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  8. In questi anni del pontificato di papa Francesco si è prodotta una rivoluzione antropologica dai contorni indefiniti; liquida, come del resto liquida è anche l’apostasia che flagella la Chiesa e la fede dei piccoli. Il cambiamento radicale, o riformismo, inizia con una virata morale di non poco conto, con Amoris laetitia che prova ad allargare le maglie dell’amore. Rivolgendo tutto all’amore (parola più che realtà) si è provocata una re-finalizzazione battezzata come “cambio di paradigma”: non più la legge morale quale via sicura al fine, al bene, al centro dell’agire morale, ma l’amore espressione della misericordia senza giustizia.

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  9. Ci piacerebbe sentire qualche Vescovo o il Papa condannare la persecuzione dei cristiani in Ucraina

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