Oggi, 7 luglio 2023, ricordiamo l'anniversario – il sedicesimo – della promulgazione del motu proprio Summorum Pontificum (entrato in vigore il successivo 14 settembre), che ha sdoganato come tesoro della Chiesa universale il Rito Romano Antiquior, che ci rifiutiamo di considerare oltrepassato da Traditionis custodes, dai Responsa e, in fundo, dalla, ancor più amara, Desiderio desideravi [vedi].
Benedetto XVI lo ha pubblicato con tanto di lettera di accompagnamento indirizzata ai vescovi furentissimi (specialmente francesi, ma non solo).
Quella data andrebbe considerata una festa per la Chiesa, visto che dopo diversi decenni è stato riaffermato dal Papa un principio molto semplice, che noi cattolici conosciamo bene: «Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso».
È un principio che vale non solo nella liturgia ma in tanti altri ambiti – nelle vite dei santi, nel Magistero, ecc.
È un principio che vale non solo nella liturgia ma in tanti altri ambiti – nelle vite dei santi, nel Magistero, ecc.
È un principio che i "rivoluzionari" odiano a morte, perché riduce drammaticamente l'importanza di qualsiasi "rivoluzione". Le "rivoluzioni", infatti, intendono sovvertire l'esistente, intendono buttar via tutto ciò che c'era di "antico", di "sacro", di "grande", per sostituirlo con qualche "novità" moderna che sarebbe più "adeguata".
Non c'era nessuna necessità di fare la "rivoluzione" vaticansecondista (ed infatti nelle intenzioni di Giovanni XXIII il Concilio doveva essere breve, doveva riaffermare alcune verità, e concludersi senza novità; ma fu tradito fin dagli inizi, da quando spazzarono via gli "schemi preparatori").
La "rivoluzione" vaticansecondista – e con essa tutti i furbetti rivoluzionari, inclusi gli eretici che da tempo bramavano di inventarsi un "nuovo" cristianesimo su misura del proprio business plan – pretese di introdurre "novità" nella Chiesa e di proibire e addirittura giudicare dannoso "ciò che per le generazioni anteriori era sacro".
Vi rimando alla rievocazione della prima applicazione, dopo 39 anni, avvenuta il 14 settembre successivo a Santa Maria Maggiore.
Molto abbiamo dibattuto e tutti siamo consapevoli del ruolo centrale della Liturgia che continuiamo ad amare e cerchiamo di vivere e far conoscere, Deo adiuvante, nonostante gli strali sempre più incalzanti.
Colgo l'occasione per riproporvi la lettura di un testo pubblicato anni fa ma sempre attuale.
OT ma non tanto
RispondiEliminaIl sito dei Gesuiti "Civilta' Cattolica, offre una recensione (non si puo' rifiutare a nessuno, in nome della "sacra inclusivita'"), al film "Stranizza d'amuri" di Fiorello, che racconta della "storia d'amore" tra due sodomiti.
Cosi' commenta il padre Giuseppe Amalfa:
"Alta densità di Sicilia in Stranizza d’amuri, il film che inaugura l’attività di Beppe Fiorello come regista. Racconta la storia d’amore tra due adolescenti, ispirata da un fatto di cronaca dei primi anni Ottanta: l’omicidio a Giarre di due ragazzi omosessuali. Fiorello descrive la vicenda con la riverenza che si ha di fronte al sacro: quello dell’amore e dell’adolescenza secondo le parole dello stesso regista; ma anche quel sacro della sua Sicilia che, dopo anni di gestazione, decide di raccontare con il dialetto dell’isola e con citazioni musicali di un siciliano doc, Franco Battiato…"
il padre commentatore, riferendosi all'amore omosessuale, ne riferisce la "sacralita'" confermando le "indiscutibili" parole del regista.
Ormai senza limiti di pudore. https://www.laciviltacattolica.it/articolo/abitare-nella-possibilita-4150/
NOVENA ALLA B.V. MARIA DEL M.TE CARMELO
RispondiEliminaPRIMO GIORNO
http://www.carmelitanescalzearezzo.com/novena-alla-b-v-maria-del-m-te-carmelo/
"Il problema del nuovo Messale sta nell'abbandono di una storia sempre continua, prima e dopo San Pio V, e nella creazione di un libro completamente nuovo (anche se compilato con materiale vecchio)...Ciò che le generazioni precedenti ritenevano sacro, rimane sacro e grande anche per noi" (Josef Card. Ratzinger, poi Papa Benedetto XVI)
RispondiEliminaIl 7 luglio è l'anniversario della promulgazione del Motu Proprio "Summorum Pontificum" ad opera di Benedetto XVI (+ in memoriam), che liberalizzava l'antico Messale latino, uno dei principali atti del suo pontificato; al di là delle ambiguità e anche delle problematiche, rimane l'atto più significativo del suo magistero, grazie al quale, dopo decenni di ostracismo e di oblio, con celebrazioni relegate a situazioni canoniche irregolari ma giustificate o persino scismatiche se non eretiche, l'antica Messa romana (essendo il Messale di San Pio V l'antico Messale della Diocesi di Roma esteso al mondo latino) tornava ad essere celebrata e riscoperta, e i frutti, in questo quindicennio, sono positivi. Nella maggior parte dei casi chi ha scoperto o riscoperto l'antica Messa romana non è nato quando era il rito ordinario del mondo occidentale, non ha vissuto l'ostracismo e, dalla parte opposta, nemmeno la battaglia contro di esso, o le sue distorsioni, ma, più semplicemente, vuole vivere e pregare come hanno fatto i suoi antenati e i santi del passato, e, forse, potrà tornare ad offrire una credenza, un culto e uno stile di vita retti e non meramente passatisti o perfino ideologici e macchiettistici, ma semplici e allo stesso tempo profondi e verticali come il rito romano antico...Te Deum laudamus!
Friday 7th July 2023: First Friday (followed by Sacred Heart devotions)
RispondiEliminaSacred Heart Church - Limerick - ICKSP
https://www.youtube.com/watch?v=yw84hi8Lzww
Primo Venerdì del Preziosissimo Sangue di Gesu'in unione di preghiera
Streaming avviato 6 minuti fa
@ 07 luglio, 2023 18:18
RispondiEliminaLa mia considerazione e domanda e':
"Cosa mai avrebbe potuto fare un Papa umile,rispettoso, obbediente, che ha saputo stare al suo posto (quello che di volta in volta la storia gli ha assegnato senza che invadesse il campo altrui) che strada facendo si e' reso conto dell'affievolimento della fede, della derisione dei Comandamenti, ecc.ecc. in tutti gli strati della popolazione nell'anno di grazia 2005, dopo ben 27 anni di regno dei Pontefici: Giovanni XXIII, Paolo VI, G.Paolo I, G.Paolo II ?"
Ecco il mio servo che io sostengo,
Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta.
Proclamerà il diritto con fermezza;
non verrà meno e non si abbatterà,
Mamma mia...si è accorto strada facendo...e dov'era prima, teologo non sprovveduto, anzi abbastanza sagace da essere testa di ponte dei novayori senza apparire dirompente, non certo estimatore del pensiero tomista? E dopo, rimasto ammiratore della primavera conciliare? Rimasto al posto assegnatogli dalla storia( ?!!!l , non da Dio, eh, senza invadere il campo altrui( di chi?)... mah
RispondiEliminaIl 6 luglio, era il terzo anniversario della morte del compositore e direttore d'orchestra romano Ennio Morricone (+ in memoriam), che non ha bisogno di presentazioni, e 7 luglio, sedicesimo anniversario della promulgazione del Motu Proprio "Summorum Pontificum" da parte di Benedetto XVI (+ in memoriam)
RispondiElimina"La Chiesa che nasce con il Concilio Vaticano II ha commesso un grosso errore, sostituendo la plurisecolare liturgia gregoriana con schitarrate e canzonette popolari. Non mi piace per niente.
Il canto gregoriano è una tradizione vitale e importante della Chiesa, e sprecare questo facendo mescolare parole religiose con canzoni occidentali profane è enormemente grave". (Ennio Morricone)
Cit.: "[...] non può essere improvvisamente del tutto proibito".
RispondiEliminaFaccio notare la grande ambiguità che l'avverbio "improvvisamente" conferisce a tutta la frase: si può ben interpretare, infatti, come se si intendesse dire che il male sta nei cambiamenti radicali improvvisi, quasi che se, invece, i medesimi cambiamenti (totalmente eretici) si attuassero per gradi, allora sarebbero leciti, in quanto privati della componente che li rende scioccanti... Purtroppo anche Papa Benedetto XVI non è stato privo di profonde ambiguità, si veda l'ermeneutica della continuità e la sua uscita di scena con tutti gli elementi che hanno alimentato le ipotesi iperboliche alla Cionci. Quousque tandem abutere, [...], patientia nostra?
Il rito latino non era stato esplicitamente proibito dopo il Vat2, però stava cadendo in disuso per il prevalere dell'idea opposta e per il fatto che i nuovi sacerdoti via via ordinati ignoravano il latino. Quindi penso che "improvvisamente" non si riferisca alle disposizioni conciliari, ma alla successiva ideologizzazione modernista. "Improvvisamente" inoltre ben si adatta a definire le ultime mosse del papa attuale per estirpare il rito latino. Ratzinger fu facile profeta?
RispondiEliminaNo. Il S. Sacrificio della Messa fu esplicitamente proibito da Montini, i non pochi sacerdoti che continuarono a celebrarlo furono perseguitati e la invito a ritrovare (sul sito di Una Voce Venetia dovrebbero esserci ancora) la lettera con la quale l'allora Patriarca di Venezia Albino Luciani significava a don Siro Cisilino, che celebrava in San Simon Piccolo, la PROIBIZIONE della S. Messa di sempre su tutto il territorio della sua Diocesi. È solo un modesto esempio. Gli episodi di persecuzione furono infiniti, in tutto il mondo. L'odio dei modernisti per il S. Sacrificio della Messa era ed è infinito, diabolico. La trovata ratzingeriana del Vetus e del Novus è di un'astuzia diabolica, peggiore dell'aperta persecuzione montiniana e pure delle blandizie woytiliane. Il S. Sacrificio della Messa NON è un'opzione intercambiabile con un rito che esprime un'altra religione: la messa-cena protestante moderna.
EliminaMa se invece di giudicare tutto e tutti senza sapere niente di come se le' passata chi stava lì, provassimo ad ascoltare (non con le orecchie ma con il cuore, cioè senza mettere il nostro ego in primo piano, conosciamo tutto ? Sappiamo tutti i fatti? Eravamo presenti?), ci accorgeremmo che, come per magia, inizia a crescere un irrefrenabile moto di comprensione e permetterebbe di imparare qualcosa di più su noi stessi. Mettiamoci nei panni/ nelle scarpe/ nel ruolo degli altri, perché magari quelle macchie potremmo averle fatte proprio noi, con il nostro giudizio, provocate da qualcuno che, a sua volta, ci ha giudicato inflessibilmente…
RispondiEliminaE chissà che proprio quelle macchie non siano l’antidoto all’irrefrenabile e antico impulso di puntare il dito continuamente contro chi ci sta di fronte, ricordando a noi stessi che ogni mattina, quando si mettono i piedi giù dal letto, ognuno ce la mette tutta per fare del proprio meglio...
Il Santo Sacrificio della Messa: perché il diavolo non lo sopporta (1)
RispondiEliminaDon Alfredo Maria Morselli
https://www.youtube.com/watch?v=gZ-69tWUkz4&t=1235s
RispondiElimina# Il Santo Sacrificio non fu espressamente abrogato da Montini.
L'ha confermato Benedetto XVI nel Summorum Pontificum, mi pare.
Proprio perché non espressamente abrogato, Benedetto XVI poteva autorizzarne la celebrazione e la partecipazione senza dover chiedere ogni volta un permesso specifico ad hoc. Benedetto XVI non ha richiamato in vita un rito abrogato o estintosi. Ha semplicemente rimosso alcune restrizioni alla sua celebrazione, restrizioni rimesse in vigore dal presente papa. Che è sempre continuata, questa celebrazione, anche se eseguita e seguita da una esigua minoranza di sacerdoti e fedeli.
Luciani allora Patriarca di Venezia avrà anche "proibito" la celebrazione di questo rito antico nella sua diocesi. In questo caso, ha commesso un abuso di potere. Non poteva proibire un rito non abrogato dal Papa e quindi al tempo legittimamente esistente nella Liturgia della Chiesa.
Montini come avrebbe potuto abrogare espressamente un rito il cui canone risaliva agli Apostoli, celebrato dai Papi da tanti secoli e da essi raccomandato?
Montini e suoi sodali erano convinti che il rito romano antico si sarebbe estinto da solo, sarebbe scomparso "per desuetudine" come si suol dire.
E invece si è mantenuto, vivo e vegeto, grazie alla tenace battaglia ingaggiata da mons. Lefebvre e mons. Castro Mayer.
T.
Forse la frase evidenziata di papa Ratzinger è una citazione implicita di Mons. Levevbre.
RispondiEliminaForse la cricca era molto più numerosa di quanto possiamo aver immaginato: Roncalli forse era parte di cripto modernisti; Montini era espressione di una parte politico/ ecumenica; forse vi era anche un notevole numero di infiltrati senza vocazione, ma con un inveterato odio verso la Chiesa per motivi biografico /ideologici... se si sommano tutti i possibili gruppi di preti di mestiere, di copertura, forse si copre con il loro numero il famoso concilio dei media, che invece fu dei medi, dei tiepidi, di coloro che non furono mai vocati da NSGC, ma tirati dentro da chissà quali reali motivi umani, troppo umani. Uno sfascio così grande non sarebbe mai potuto accadere se già nel 1958 la Chiesa non avesse avuto nel suo interno colonie di tarli.
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