Il nostro amico Cristiano Lugli ha scritto un commento sugli articoli che la Nuova Bussola Quotidiana ha pubblicato in questi giorni sulla FSSPX. Un altro tassello al fervente dibattito suscitato tuttora in corso; anche pensando che in questo particolare momento di confusione e di crisi ingravescente c'è bisogno di ripareggiare la verità e non di creare diffidenza sulla tradizione.
La Nuova Bussola Quotidiana e la negazione della semplice realtà
Seminaristi FSSPX al Laterano |
Come già è stato ampiamente detto, tutte le tesi mosse a sostegno di una critica verso la suddetta Fraternità ed al presunto scisma in cui essa permarrebbe, sono trite e ritrite, confutate lungo i decenni da numerosi studiosi e dalla Fraternità stessa.
Risulterebbe perciò molto semplice riprendere alcuni dei vari articoli e studi dati alle stampe od alle pubblicazioni per rispondere a chi, come la Nuova Bussola, ha sostenuto lungo gli anni la pericolosità dell’ accostarsi alla fraternità fondata da Mons. Marcel Lefebvre per rispondere ad un’oggettiva crisi senza precedenti nella storia della Chiesa almeno fino all’anno d’inizio del Concilio Vaticano II.
Non è tuttavia mia intenzione fare e ridire ciò che altri, molto più esperti del sottoscritto, hanno già ampiamente spiegato, confutato e che probabilmente, raccogliendo questa nuova occasione, ancora confuteranno per fugare ogni dubbio rispetto alle quantomeno opinabili tesi mosse dal quotidiano de La Nuova Bussola: è indubbio che aldilà di ciò che già è stato detto a più riprese, valga la pena profittare di questa nuova occasione per fare chiarezza, tenendo ben presenti di quanti nuovi fedeli, specie nell’ultimo triennio di psico-pandemie, deliri ecclesiali e dj-set di preti tecno-house, si sono avvicinate alla Messa di sempre e, quindi, di conseguenza, a tutta la galassia cosiddetta “tradizionale”.
Dal canto mio, come noto, non ho mancato in alcune circostanze di dire ciò pensavo rispetto ad alcune dichiarazioni della Fraternità San Pio X circa i vaccini, o comunque di un certo atteggiamento assunto dai vertici durante l’era Covid, respirato da molti come poco chiaro. Questo solo per dire che se mi esprimo in questa circostanza, non è certo per partito preso e per una volontà od un senso di appartenenza che mi spinge a prendere le parti di qualcuno a tutti i costi: anzi, penso che la Fraternità abbia da sola tutti gli argomenti e gli esempi per “difendersi” dalle varie e presunte accuse mossele.
Mi esprimo per onore della verità, e per quel senso di profonda ed assoluta gratitudine verso Mons. Marcel Lefebvre, che cerco di trasmettere anche ai miei figli spiegando loro che il Buon Dio ha messo nelle mani di quel bravo vescovo e dei suoi sacerdoti gli strumenti per conservare la Santa Messa di sempre, strumento fondamentale, insieme al sacerdozio cattolico, per la salvezza delle anime, ovvero per tutto ciò per cui la Santa Chiesa esiste ed è stata così voluta e fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, resistendo nei secoli ai molteplici attacchi del mondo.
Non è dunque fra le mie intenzioni, come dicevo, quella di de-costruire passo dopo passo la sequenza di ciascun articolo pubblicato da La Nuova Bussola Quotidiana,: questo, tuttalpiù, è un compito che spetta ai diretti interessati, ovvero la FSSPX, se deciderà di ribattere.
Mi preme invece soffermarmi brevemente su qualcosa che potrebbe persino risultare banale o che, di contro, non può esser dato troppo per scontato, ma che ritengo invece essere la cosa più elementare per capire quanto sia assurdo, oggi più che mai, sostenere una tesi come quella di colei che ha firmato la sequela di articoli sul quotidiano cattolico de La Nuova Bussola: la drammatica crisi in cui versa la Barca di Pietro, con grave, gravissimo pericolo per i fedeli.
Come si può pensare che il problema, oggi, sia l’eventuale “scisma” di chi ha deciso di continuare a fare ciò che la Chiesa ha sempre fatto?
Come si può parlare di “scisma” per chi ha deciso di conservare la Messa di sempre, i sacramenti di sempre, la dottrina di sempre, la teologia di sempre?
Il prezzo da pagare se non si fosse rimasti fedeli alle “cose di sempre”, sarebbe stato il graduale annientamento: tutti gli esperimenti “conservatori” sono crollati, sono stati annientati attraverso un nemmeno troppo lento veleno. Si pensi solo all’esperienza di Le Barroux, con dom Gérard che decise di “rientrare”: in breve tempo il Monastero di Le Barroux si vide costretto a piegarsi alla celebrazione del nuovo rito della Messa ed alla concelebrazione della medesima.
Ora, davanti al disastro che si perpetra da oltre sessant’anni a questa parte, ora con ancora maggiore intensità, mettere in guardia i fedeli cattolici dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X è quanto di più assurdo.
Tutto crolla intorno, e ogni altra soluzione votata al compromesso è destinata ad essere soffocata, come di fatto già sta accadendo.
Siamo davanti ad una tale situazione di crisi, ad un tale di rischio di perdere la Fede per il quale valgono più che mai le parole di San Paolo: «non líttera, sed spíritu: líttera enim occídit, spíritus autem vivíficat» (2 Cor. 3:4-8)
Tutte le articolesse de La Nuova Bussola Quotidiana potrebbero trovare un senso in una situazione normale, quale, appunto, oggi non è.
I sacerdoti della FSSPX fanno quello che la Chiesa ha sempre fatto lungo i secoli, niente più, niente meno. È necessario che facciano questo, per il bene delle anime, brancolanti come non mai oggi nel buio della più grave crisi. È una situazione momentanea, che non potrà durare per sempre, ed è a motivo di ciò che bisogna vedere nell’opera di Monsignor Lefebvre un’opera di passaggio, di transito, di necessario intervento per conservare la Santa Messa di sempre. Nulla di scismatico, nulla di assurdo, ma quanto, invece, di più necessario per il bene delle anime!
Chi non comprende questo elementare punto chiave, ostinandosi a proclamare il cavillo canonico come legge, fa esattamente ciò che facevano e proclamavano i farisei.
Infine, quanto al “perché?” di questa presa di posizione della Nuova Bussola, si può trovare una risposta proprio nell’ultimo articolo a firma del Direttore, Riccardo Cascioli: è evidente che l’ambiente conservatore non riesce a capire e non riesce ad accettare il fatto che la San Pio X pare essere l’unica realtà non toccata da Bergoglio, ma anzi definita come “la migliore alleata di Bergoglio” in virtù delle concessioni su matrimoni e confessioni, mentre tutte le realtà Ecclesia Dei e Summorum Pontificum sono sotto un evidente attacco.
Questo è un fatto tutto sommato oggettivo, e che non può essere scansato pensando che, essendo la Fraternità “fuori”, non potrebbe per questo subire attacchi.
Certamente il libro “Parole chiare sulla Chiesa”, che invito a leggere, ha risposto ad alcuni dei dubbi che si pongono rispetto a quanto appena detto. Non si deve e non si può però in alcun modo abbassare la guardia.
Nemmeno si può pretendere un’assoluta esclusività, a volte più in voga fra i fedeli che fra i sacerdoti della Fraternità, a dire il vero.
La Fraternità San Pio X non si sostituisce alla Chiesa, ma è essa stessa parte della Chiesa.
Certo, la struttura e l’organizzazione della Fraternità, per come saggiamente l’ha voluta il suo fondatore, la rende unica perché solida, gerarchica, strutturata ed organizzata a livello di numeri e di tutto ciò che un istituto deve avere.
A motivo della grave crisi in cui versa la Sposa di Cristo, però, non si può pretendere nessuna esclusività all’interno di qualsivoglia ambiente: tutto ciò che non si vota al compromesso ha ragione di essere, e quindi di essere rispettato. Si possono avere vedute diverse, ma nessuna pretesa di esclusività. Come ormai noto, purtroppo le divisioni, specie nell’ambiente cosiddetto “tradizionalista”, non sono poche. È un vero peccato, ma sono quesiti di difficile risoluzione. Ciò non toglie, però, che tutte possono portare del bene alle anime, e questo è ciò che davvero conta.
Quanto alla Bussola Quotidiana, non si può che concludere ricordando loro le sempreverdi parole del vescovo di Campos, Mons. Antonio de Castro Mayer, pronunciate nel 1989, e che però devono valere come monito per tutti:
«Basterebbe che le autorità della Chiesa si riconcilino con la Tradizione infallibile di Roma, che condannino le deviazioni del Concilio Vaticano II e le follie del cosiddetto ‘spirito del Concilio’ e la riconciliazione sarà automatica, ipso facto. Chiedere perdono significherebbe andare contro un preciso dovere di coscienza, sarebbe condannare tutto ciò che ho fatto per il bene della Chiesa e la salvezza delle anime, sarebbe abbandonare la causa per la quale ho lottato, la causa della Tradizione apostolica. San Tommaso d’Aquino insegna che quando la Fede è in pericolo è obbligatorio e urgente fare una professione pubblica di Fede anche a rischio della propria vita. Ora la situazione in cui ci troviamo è proprio questa: viviamo una crisi senza precedenti nella storia della Chiesa, crisi che riguarda ciò che vi è di essenziale in Lei, il santo Sacrificio della Messa e il Sacerdozio cattolico. È doloroso constatare quanti vescovi non vogliono vedere la crisi attuale e lo stato di necessità in cui ci troviamo, mentre è necessario resistere al modernismo regnante per essere fedeli alla missione che Dio ci ha conferito, non farlo sarebbe un peccato mortale»
Cristiano Lugli
"coloro che vorrebbero proporre cambiamenti a ciò che non può essere cambiato cercano di requisire la Chiesa di Cristo, e sono davvero i veri scismatici"
RispondiEliminaVescovo Joseph E. Strickland, 22.08.2023
Aspettate quando la Luisella scoprirà che la scomunica per l'ordinazione episcopale senza mandato fu istituita ad hoc da Pio XII per la questione cinese, e per il resto non era mai esistita in 20 secoli
RispondiEliminaAh istituita per i cinesi? A me pare che stiate esagerando alla grande... ecco perchè non mi piacete. Volete fare quel che vi va ed essere approvati perchè vi autoapprovate.
RispondiEliminaLeggere con attenzione https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_29061958_ad-apostolorum-principis.html
EliminaNel suo ultimo articolo sul sito "conservatore" l'autrice addirittura sostiene che la partecipazione alle S. Messe della Fraternità non soddisferebbe il precetto. Ci faccia capire, costei, la messa semi-protestante postconciliare sarebbe valida, la S. Messa di sempre officiata dalla FSSPX no?
RispondiEliminaSilente
RispondiEliminaIntanto Bergoglio continua nella sua azione di sostegno ai gruppi lgbt eetc cattolici.
Ha appena mandato una lettera di incoraggiamento ad uno di tali gruppi operante in Australia (fonte LSNews).
Costoro non formano gruppo per convertirsi dal loro stato peccaminoso, lo formano per diffondere il loro stile di vita peccaminoso tra i cattolici, fanno quindi opera perversa.
E proprio un papa li incoraggia?!
E in una situazione del genere, dobbiamo concentrarci sul problema che sarebbe rappresentato per la Chiesa dall'esistenza della FSSPX, colpevole solo di esser rimasta fedele all'insegnamento di sempre della Chiesa, a cominciare dalla celeberazione della Messa cattolica di sempre? L'esistenza della FSSPX costituirebbe un problema che affetterebbe "l'essenza stessa della Chiesa"?
Non le abominevoli deviazioni dottrinali e pastorali delle quali si macchia senza requie papa Francesco bensì l'esistenza stessa della FSSPX, con la sua pretesa di continuare a celebrare l'Ordo Vetus e di mantenere Seminari dove si insegnano san Tommaso e correlati e non le oscenità teologiche imperversanti nei pochi seminari rimasti aperti della Chiesa ufficiale...
Forse bisognerebbe riacquistare il senso delle proporzioni.
Teofilo
"Nel suo ultimo articolo sul sito "conservatore" l'autrice addirittura sostiene che la partecipazione alle S. Messe della Fraternità non soddisferebbe il precetto. Ci faccia capire, costei, la messa semi-protestante postconciliare sarebbe valida, la S. Messa di sempre officiata dalla FSSPX no?"
RispondiEliminaPeggio ancora: se può soddisfare il precetto con l'anafora di Addai e Mari...
Nell'articolo di Replica su la NBQuotidiana la dottoressa Scrosati ribadisce le sue tesi, sottolineandone il carattere giuridico. A suo dire il carattere giuridico dell'Istituzione-Chiesa non sarebbe stato capito dai suoi critici.
RispondiEliminaDAl punto di vista del diritto canonico bisogna allora sostenere, secondo Scrosati, che mons. Lefebvre ha compiuto uno scisma e che la FSSPX è scismatica..
Essa rispolvera un documento del Dicastero per i Testi legislativi del VAticano, del 1996, secondo il quale chi frequenta le Messe dei "lefebvriani" incorrerebbe nella scomunica di scisma inflitta a suo tempo. Il documento però distingue tra scismatici in senso formale (e sarebbero i preti e diaconi della FSSPX) e in senso solo "interno" o morale, come potrebbere essere quello dei fedeli che vanno alle Messe della Fraternità ma solo, aggiungo, per andare ad una Messa Vetus Ordo, non per altri motivi. Andarvi però occasionalmente. Su questo secondo aspetto il documento non giunge a conclusioni nette, limitandosi a dire che qui si dovrebbe giudicare caso per caso, distinguendo sempre tra il peccato di scisma e il delitto di scisma, punibile a norma del CIC.
Il documento nega lo stato di necessità invocato a suo tempo da Mons. Lefebvre perché scrive: "non si dà mai una necessità di ordinare Vescovi contro la volontà del Romano Pontefice, Capo del Collegio dei Vescovi" (p. 2/3). Non si dà mai? Davvero?
Il fatto di mettere in evidenza il documento del 1996 appena citato, dimostra, sembra evidente, che lo scopo di questa riesumazione del "Caso Lefebvre" è prorpio quello di spaventare i fedeli che vanno alle Messe della FSSPX, facendo loro credere che commetterebbero il peccato di scisma. L'accusa potrebbe essere valida ma solo se mons. Lefebvre avesse veramente attuato uno scisma, il che non è.
Per restare sempre nell'ambito giudirico, ci sembra insostenibile la tesi dell'Autrice, secondo la quale la remissione della scomunica da parte di Bened. XVI non avrebbe tolto lo scisma. FA il paragone con lo scisma ortodosso, rimasto dopo che Paolo VI e il patriarca di Cost. si sono tolti le reciproche scomuniche. Per forza è rimasto: gli Ortodossi da secoli negano apertamente il Primato di Pietro e costituiscono una Chiesa indipendente, ostile a Roma, professante anche eresie. Nulla di tutto ciò dal lato della FSSPX.
Come si fa a dire allora che lo scisma è rimasto? Benedetto XVI avrebbe rimesso le scomuniche solo per buon cuore, per misericordia.
Scrosati vuol ragionare a stretto rigore di diritto ma qui vuol negare all'atto della remissione un significato giuridico che oggettivamente gli pertiene. Vale a dire: la scomunica mi caccia dalla Chiesa in senso giuridico; se il Papa me la toglie, allora non sono più cacciato dalla Chiesa.
Tra l'altro, cosa disse GP II quando mise al bando mons. Lefebvre, non disse forse che la sua consacrazione era un atto "dal significato scismatico"? Si poteva quindi intendere che lo scisma in senso proprio fosse ancora potenziale. Ricontrollare la formula usata da GP II.
In ogni caso, i 4 vescovi supposti scismatici giurarono fedeltà a Benedetto XVI in undienza privata, mantenendo solo delle riserve sul Vaticano II, un Concilio pastorale, senza dogmi proclamati, fautore di novità.
Dopo questo giuramento, il papa rimise loro le scomuniche: ciò significa che non li considerava più degli scismatici.
Mancava solo il loro inquadramento nel nuovo Codice di diritto canonico. UN fatto giuridico formale, esteriore. Che saltò soprattutto perché in Vaticano qualcuno (forse il card. Mueller e altri) voleva imporre la clausola del preventivo riconoscimento del Concilio, come era stato fatto con il Barroux.
Non fu il permanere dell'inesistente scisma a far saltare l'accordo che si profilava, fu lo scoglio rappresentato dal Concilio.
Questo è lo scoglio sul quale sta naufragando l'intera Chiesa e cattolicità ma sembra che alla NBQ non se ne siano ancora accorti.
T.
Davide Carollo
RispondiEliminaPer dirla col Guareschi la Fsspx ha "custodito il seme" mentre imperversava l'onda distruttrice del neomodernismo postconciliare nelle chiese di ogni continente. Anche chi va alla Messa Tridentina ma non "ama" Monsignor Lefebvre dovrà prima o poi riconoscergli il merito.
@ Teofilo : "Forse bisognerebbe riacquistare il senso delle proporzioni." : caro Teofilo, ma è più che evidente che chi lancia questa campagna accusatoria e denigratoria sulla FSSPX, sottacendo le blasfemie ed i sacrilegi del clero bergogliano, appoggia apertamente l'opera demolitrice di Bergoglio, e del uso clan di eretici ed apostati, verso quel poco di cattolico che resiste ancora sulla faccia della terra. Inutile girarci attorno : si sono votati al male, ed il modo in cui agiscono, scrivono, offendono velatamente, sottacendo l'iniquità del clero bergogliano (a tutti i livelli, ma particolarmernte a livello della gerarchia) costituisce un atto di accusa contro di loro; non perdiamoci il sonno, caro Teofilo, sappiamo bene che sono irrecuperabili, umanamente parlando; noi rimaniamo fermi nella fede e nella Verità tutta intera, rifugiandoci sotto il manto Santo di Maria SS.ma : contro di Lei tutte le potenze dell'inferno nulla possono, e i dèmonifuggono a gambe levate al solo udire il Suo SS.mo Nome, lasciamoli andare là dove hanno scelto di andare (se ne pentiranno quando sarà toppo tardi, per loro, per tormnare indietro),ma senza di noi...Pace e bene...
RispondiEliminaPiù passa il tempo, più vedo il caos nella Chiesa, più amo questo vescovo!
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RispondiElimina# Catholicus
Non direi tuttavia che la NBQ appoggi la deriva morale che affligge la Chiesa di oggi. Anche senza criticare direttamente il papa, che ne è il principale responsabile, la NBQ pubblica sempre articoli che denunciano questa deriva.
Non voglio pensare ad una malafede precostituita. Vi sono molti cattolici contrari appunto alla decadenza attuale che tuttavia considerano sbagliato l'atteggiamento della FSSPX.
Si tratta di un'impostazione errata, che va controbattuta ma senza eccedere a nostra volta in atteggiamenti estremisti, demonizzando a priori l'avversario.
Teofilo
@ Treofilo : "Si tratta di un'impostazione errata, che va controbattuta ma senza eccedere a nostra volta in atteggiamenti estremisti, demonizzando a priori l'avversario." : vedo che lei è molto più misericorsdioso di me, caro Teofilo; sicuramente io avrò più colpe da farmi perdonare, da NSGC; ma a mia umilissima discolpa posso addurre la giustificazion di un remoto, appassionato studio delle opere del Fondatore (così ci si riferisce a mons. Léfèbve, ricordo), con la frequentazione dei suoi sacerdoti, quando ancora non c'era stata la svolta del 2012, che ha portato alla presa di distanza di mons. Richard Williamson (che a mio modesto avviso è il prelato che mglio incarna lo spirito del Fondatore); tutto questo mi ha portato ad essere molto sospettoso, oltreché molto critico, verso chiunque avanzi anche solamente dubbi sulla liceità dell'operato di mons. Léfebvre e della FSSPX; la deriva apostatica del circo Barnum bergogliano e i suoi collaboratori occulti, infine, mi fanno vedere nemici forse anche dove non ce ne sono, ma la prudenza non è mai troppa, e dove non riscontro traccia dell'evangelico motto "si si, no no" sento subito puzza di bruciato....con stima...
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