Arcivescovo Carlo Maria Viganò
“Vitium consensus”
Intervento alla Catholic Identity Conference
Pittsburgh - 1 Ottobre 2023
A fructibus eorum cognoscetis eos.
Numquid colligunt de spinis uvas aut de tribulis ficus?
Sic omnis arbor bona fructus bonos facit; mala autem arbor fructus malos facit.
Non potest arbor bona fructus malos facere, neque arbor mala fructus bonos facere.
Omnis arbor quæ non facit fructum bonum exciditur et in ignem mittitur.
Igitur ex fructibus eorum cognoscetis eos.
Mt 7, 16-20
Permettetemi di rivolgere un saluto e un ringraziamento agli organizzatori della Catholic Identity Conference e a tutti coloro che vi prendono parte. In un momento di grande confusione è importante fare chiarezza su quanto accade, anche confrontandosi su posizioni differenti. Ecco perché sono grato all’amico Michael Matt per avermi dato l’opportunità di condividere con voi alcune considerazioni.
In questo mio intervento non cercherò di dare risposte, ma di porre una questione ormai non più procrastinabile, affinché noi Vescovi, il Clero e i fedeli possiamo guardare alla gravissima apostasia presente come un fatto del tutto nuovo e che non può trovare soluzione, a mio parere, ricorrendo alle categorie di giudizio e di azione ordinarie.
L’EVIDENZA DEL “PROBLEMA BERGOGLIO”
Il moltiplicarsi di dichiarazioni e comportamenti del tutto estranei a ciò che ci si aspetta da un Papa ed anzi in contrasto con la Fede e la Morale di cui il Papato è custode, ha portato molti fedeli e un numero sempre più cospicuo di Vescovi a prendere atto di qualcosa che fino a qualche tempo fa appariva inaudito: il Soglio di Pietro è occupato da un personaggio che abusa del proprio potere per lo scopo opposto a quello per cui Nostro Signore lo ha istituito.
Alcuni ritengono Jorge Mario Bergoglio palesemente eretico nelle questioni dottrinali, altri tirannico nelle questioni di governo, altri ancora considerano la sua elezione invalida a causa delle molteplici anomalie della rinunzia di Benedetto XVI e dell’elezione di chi ha preso il suo posto. Queste opinioni – più o meno suffragate da prove o frutto di speculazioni non sempre condivisibili – confermano tuttavia una realtà ormai incontestabile. Ed è questa realtà, a mio parere, che costituisce un punto di partenza comune nel cercare di porre rimedio alla sconcertante, scandalosa presenza di un Papa che si pone con ostentata arroganza come inimicus Ecclesiæ, e che come tale agisce e parla. Un nemico che, proprio perché occupa il Soglio di Pietro e abusa dell’autorità papale, è in grado di infliggere un colpo terribile e disastroso, quale nessun nemico esterno in tutta la storia della Chiesa ha mai potuto arrecare. I peggiori persecutori dei Cristiani; i più feroci adepti delle Logge massoniche; i più scatenati eresiarchi non erano riusciti, in così poco tempo e con tale efficacia, a devastare la Vigna del Signore, scandalizzarne i fedeli, disgustarne i Ministri, screditarne dinanzi al mondo l’autorità e l’autorevolezza, demolirne il Magistero, la Fede, la Morale, la Liturgia, la disciplina.
Inimicus Ecclesiæ, non solo rispetto alle membra del Corpo Mistico – che egli disprezza, ridicolizza (contro cui non cessa di lanciare velenosi epiteti), perseguita e colpisce; ma anche rispetto al Capo del Corpo Mistico, Gesù Cristo: l’autorità del Quale è da Bergoglio esercitata non più in funzione vicaria e quindi in necessaria e doverosa coerenza con il Depositum Fidei, ma in modo autoreferenziale e quindi tirannico. L’autorità del Romano Pontefice è infatti derivata dalla suprema autorità di Cristo, alla quale essa partecipa entro i confini e nell’ambito delle finalità che il divino Fondatore ha stabilito una volta per tutte, e che nessun potere umano può modificare.
L’evidenza dell’alienità di Bergoglio all’ufficio che ricopre è un fatto certamente doloroso e gravissimo; ma il prendere coscienza di questa realtà è la premessa indispensabile per porre un rimedio ad una situazione insostenibile e disastrosa.
AGERE SEQUITUR ESSE
In questi dieci anni di “pontificato” abbiamo visto Bergoglio fare tutto quello che non ci si sarebbe mai aspettati da un Papa, e viceversa tutto quello che farebbe un eresiarca o un apostata. Vi sono state occasioni in cui queste azioni sono apparse palesemente provocatorie, come se con le sue esternazioni o con certi atti di governo egli volesse deliberatamente suscitare lo sdegno del corpo ecclesiale e spingere sacerdoti e fedeli a reagire dandogli il pretesto per dichiararli scismatici. Ma questa strategia tipica del peggiore gesuitismo è ormai scoperta, perché l’intera operazione è stata condotta con troppa arroganza e in ambiti su cui nemmeno i Cattolici moderati sono disposti a transigere.
Gli scandali sessuali del Clero, ed in particolare la risposta della Santa Sede alla piaga della corruzione morale di Cardinali e Vescovi, hanno mostrato una vergognosa disparità di trattamento tra coloro che appartengono al cosiddetto “cerchio magico” di Bergoglio e quanti invece egli considera avversari. Il recente caso Rupnik è la prova di una gestione del potere simile a quella di un despota, legibus solutus e che si considera libero di agire senza dover render conto ad alcuno delle sue azioni. Spesso accade che le conseguenze delle decisioni assunte personalmente dall’Argentino vengano poi fatte ricadere sui subalterni, che si trovano accusati e screditati per scelte non loro. Penso al caso dell’immobile londinese in cui sono stati coinvolti ufficiali della Segreteria di Stato, mentre il contratto di compravendita reca l’augusto chirografo. Penso alla vergognosa gestione del caso Rupnik, che oltre ad aver riabilitato un criminale responsabile di orrendi delitti, in spregio alle numerose vittime, ha gettato discredito anche sull’ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinal Ladaria. Penso al caso McCarrick, che con la farsa di una procedura amministrativa segreta è stato frettolosamente liquidato senza alcun risarcimento alle vittime, e dichiarato res judicata inappellabile. E la lista potrebbe continuare all’infinito. Rimane evidente che gli sventurati che prestano volenti o nolenti la propria collaborazione a Bergoglio si trovano gettati a mare non appena la stampa scopre gli scandali vaticani. Di questo cinico comportamento utilitaristico si stanno accorgendo in molti, che infatti giungono a declinare nomine e promozioni proprio per non trovarsi negli scomodi panni di capro espiatorio.
SI ROMPE IL MURO DEL SILENZIO
Il silenzio dell’Episcopato dinanzi alle enormità bergogliane conferma che l’autoritarismo autoreferenziale del gesuita Bergoglio ha trovato servile obbedienza nella quasi totalità dei Vescovi, terrorizzati dall’idea di essere fatti oggetto delle ritorsioni del vendicativo e dispotico satrapo di Santa Marta. Alcuni Vescovi diocesani iniziano a non sopportare più la sua azione devastatrice, che mina l’autorità e l’autorevolezza della Chiesa intera. Il Vescovo Joseph Strickland, ad esempio, ha lodevolmente ribadito verità dottrinali immutabili che il Sinodo sulla Sinodalità dei prossimi mesi si appresta a demolire [vedi]. E il cardinal Gerhard Ludwig Müller ha giustamente ricordato che il Signore non ha conferito potere al Papa per “bullizzare” i buoni Vescovi [qui].
Qualcosa quindi inizia a cambiare: gli schieramenti vanno delineandosi e vediamo da una parte la “chiesa sinodale” di Bergoglio – che chiama emblematicamente “nostra” – e dall’altra quel che resta della Chiesa Cattolica, verso la quale egli non manca di ribadire la propria assoluta estraneità.
LA SANATIO IN RADICE DELLE IRREGOLARITÀ AL CONCLAVE
Mons. Athanasius Schneider sostiene che le eventuali irregolarità verificatesi nel Conclave del 2013 sarebbero comunque sanate in radice dal fatto che l’eletto Jorge Mario Bergoglio è stato riconosciuto come Papa dai Cardinali elettori, dall’Episcopato e dalla maggioranza dei fedeli. [qui] In pratica, a prescindere dalle vicende che possono aver portato all’elezione di un Papa – con o senza interventi esterni – la Chiesa si dà un lasso di tempo oltre il quale non sarebbe possibile impugnare un’elezione, se il nome dell’eletto è accettato dal popolo cristiano. Ma questa tesi è messa in discussione da un precedente storico.
All’epoca di Urbano VI – siamo nel 1378 – la maggioranza dei Cardinali, dei Prelati, dei Sovrani cattolici e del popolo riconobbe come Papa Clemente VII, in realtà antipapa. Tredici Cardinali su un totale di sedici mise in discussione la validità dell’elezione di papa Urbano, in ragione della minaccia di violenze del popolo romano al Sacro Collegio, e anche i pochi sostenitori di Urbano ben presto si pentirono di averlo eletto, convocando un Conclave a Fondi da cui uscì eletto l’antipapa Clemente VII. Anche San Vincenzo Ferrer era convinto che il vero papa fosse Clemente, mentre Santa Caterina da Siena era schierata con Urbano. Se il consenso universale fosse stato un argomento indefettibilmente valido, si sarebbe dovuto considerare Papa Clemente e non Urbano. L’Antipapa Clemente, sconfitto dall’esercito di Urbano VI nella battaglia di Marino del 1379, trasferì la Sede ad Avignone, dando luogo allo Scisma d’Occidente che durò trentanove anni. Vediamo quindi che il consenso universale è un argomento che non regge alla prova della Storia.
LA VIA TUTIOR DI MONS. SCHNEIDER
Mons. Athanasius Schneider ci ricorda che la via tutior consiste nel non obbedire a un Papa eretico, senza doverlo necessariamente considerare decaduto ipso facto dal suo ufficio in quanto separato dalla Chiesa e quindi non più capace di esservi a capo, come invece ritiene San Roberto Bellarmino. Ma anche questa soluzione – che se non altro riconosce che Bergoglio è eretico – non mi sembra risolutiva, dal momento che l’obbedienza che i fedeli possono negargli è solo marginale rispetto a tutti gli atti di governo e di magistero che costui ha compiuto e continua a compiere senza che i suoi sudditi possano fare alcunché. Certo, ci si può organizzare per la celebrazione clandestina della Messa cattolica, ma cosa possono fare un sacerdote o un laico quando una cupola eversiva di Vescovi manovrati da Bergoglio si appresta a introdurre con il Sinodo sulla Sinodalità cambiamenti dottrinali inaccettabili? E cosa potranno fare quando nelle loro parrocchie una diaconessa benedirà le “nozze” di due sodomiti?
Certamente la disobbedienza a ordini illegittimi di un Superiore eretico o apostata è doverosa sub gravi, poiché l’obbedienza a Dio viene prima dell’obbedienza agli uomini, e perché la virtù dell’Obbedienza è gerarchicamente subordinata alla virtù teologale della Fede. Ma il danno che ne deriva per il corpo ecclesiale non è impedito con un’azione di semplice resistenza: occorre risolvere la questione alla radice.
IL VIZIO DI CONSENSO NELL’ASSUNZIONE DEL PAPATO
Preso dunque atto che Bergoglio è eretico – e basterebbero Amoris Lætitia o la dichiarazione dell’immoralità intrinseca della pena capitale per averne la prova – dobbiamo chiederci se l’elezione del 2013 sia stata in qualche modo inficiata da un vizio di consenso; se cioè l’eletto abbia voluto diventare Papa della Chiesa Cattolica o piuttosto capo di quella che egli chiama la “nostra chiesa sinodale”, che nulla ha a che vedere con la Chiesa di Cristo proprio perché si pone come altra rispetto ad essa. Questo vizio di consenso si rileva a mio parere anche dal comportamento di Bergoglio, ostentatamente anticattolico ed eterogeneo rispetto all’essenza stessa del Papato. Non vi è azione di costui che non suoni palesemente di rottura rispetto alla prassi e al Magistero della Chiesa, e a ciò si aggiungono le prese di posizione tutt’altro che inclusive verso i fedeli che non intendono accettare arbitrarie innovazioni o peggio eresie conclamate.
La questione fondamentale verte sulla comprensione del piano eversivo della deep church, che con i metodi denunciati a suo tempo da San Pio X nei riguardi dei Modernisti si è organizzata per compiere un colpo di stato in seno alla Chiesa e portare sul Soglio di Pietro il profeta dell’Anticristo. La mens rea nell’infiltrarsi nella Gerarchia e ascenderne i gradi è evidente, così come è evidente che i piani della fazione ultra-progressista non potevano arrestarsi dinanzi a Benedetto XVI, da essi considerato troppo conservatore e soprattutto odiatissimo per aver osato promulgare il Motu Proprio Summorum Pontificum. E così ecco spinto Benedetto XVI a dimettersi, e subito pronto quello sconosciuto Arcivescovo di Buenos Aires che l’11 Ottobre 2013, in una conferenza alla Villanova University (qui), l’allora Card. McCarrick, suo amico di lunga data, rivelò essere stato fortemente voluto da un «very influential Italian gentleman», emissario del deep state presso la deep church. Chi lavora nella Curia Romana sa bene chi è chiamato «il gentiluomo» per antonomasia e quali siano i suoi legami con il potere di qua e di là del Tevere, e ne conosce pure gli imbarazzanti penchant che spiegano la contiguità con la lobby omosessuale vaticana. È altresì significativo che McCarrick si dica convinto che Bergoglio «cambierà il Papato nell’arco di quattro anni», confermando l’intenzione dolosa di manomettere l’istituzione divina e irriformabile della Chiesa.
Vedere Bergoglio partecipare a un evento della Clinton Foundation [qui], dopo altri non meno scandalosi endorsement dell’élite globalista [qui], conferma il suo ruolo di liquidatore fallimentare della Chiesa, in vista della costituzione di quella Religione dell’Umanità che dovrà servire da ancella della sinarchia del Nuovo Ordine Mondiale. Ecumenismo, ecologismo, vaccinismo, immigrazionismo, ideologia LGBTQ+, gender e altre istanze della religione globalista sono fatti propri da Bergoglio non solo tramite un’azione di ostentato e orgoglioso sostegno ai fautori dell’Agenda 2030, ma anche con un’opera di sistematica demolizione di tutto ciò che nel Magistero vi si oppone e di spietata persecuzione di chi esprime anche prudenti perplessità.
Quindi: Bergoglio è eretico e palesemente ostile alla Chiesa di Cristo. Per svolgere il compito assegnatogli dalla deep church ha dissimulato le proprie posizioni più estreme, in modo da trovare un numero sufficiente di voti al Conclave. Per garantirsi obbedienza totale, chi ha ordito il piano si è assicurato che fosse ampiamente ricattabile, come sempre avviene. E una volta eletto, Bergoglio ha potuto mostrarsi per quello che è e dare inizio alla demolizione della Chiesa e del Papato.
Ma può un Papa distruggere il Papato che egli incarna e rappresenta? Può un Papa devastare la Chiesa che il Signore gli ha affidato per difenderla? E ancora: se la partecipazione al Conclave di un Cardinale ha come scopo un’azione dolosa, un atto eversivo ai danni della Chiesa, se lo scopo è compiere un crimine, anche se si rispettano apparentemente le procedure e le norme dell’elezione, vi è incontestabilmente una mens rea. E questa intenzione criminale emerge dall’astuzia con cui è stato consumato un inganno degli Elettori in buona fede, con la collaborazione di quelli complici. Mi chiedo allora: non siamo in presenza di un vizio di consenso che inficia la validità dell’elezione? Senza dire che la stessa compresenza di un Papa rinunciatario e di un Papa regnante è già di per sé un elemento che induce a credere che costoro avessero un falso concetto dell’essenza del Papato, considerato come un ruolo condivisibile con altri. Non dimentichiamo che la distinzione tra munus e ministerium è arbitraria e che non può esserci un Papa che si dedica al “ministero orante” e uno che governa. Cristo è uno, una la Chiesa, uno solo il Successore di Pietro: un corpo con due teste è un monstrum che ripugna alla natura ancor prima che alla costituzione divina della Chiesa.
POSSIBILI OBIEZIONI
Qualcuno potrà obiettare: Ma anche se Bergoglio ha agito con il dolo, ha comunque accettato ciò che i Cardinali gli offrivano: l’elezione a Vescovo di Roma e quindi a Pontefice Romano. Quindi ha assunto l’ufficio e va considerato Papa. Io credo invece che l’accettazione del Papato sia viziata perché egli considera il Papato altra cosa rispetto a ciò che è, come il coniuge che si sposa in chiesa escludendo i fini specifici del Matrimonio e rendendo quindi nullo il Matrimonio per vizio di consenso, appunto. Non solo: quale congiurato che agisce dolosamente per ascendere a una carica sarebbe così sprovveduto da spiegare a chi deve eleggerlo di avere intenzione di diventare Papa per dare esecuzione agli ordini dei nemici di Dio e della Chiesa? Buongiorno. Sono Jorge Mario Bergoglio e ho intenzione di distruggere la Chiesa facendomi eleggere Papa. Mi date il vostro voto? La mens rea sta proprio nel ricorso all’inganno, alla dissimulazione, alla menzogna, alla delegittimazione degli avversari fastidiosi e all’eliminazione di quelli pericolosi. E che volesse compiere il piano criminale dell’élite globalista l’abbiamo sotto gli occhi: tutti i desiderata delle mail di John Podesta, braccio destro di Hillary Clinton, hanno trovato o stanno trovando esecuzione, dall’adozione della parità di genere come premessa al sacerdozio femminile all’inclusione LGBTQ+ [qui], dall’accettazione della teoria gender alla partecipazione all’Agenda 2030 in materia di cambiamento climatico, dalla colpevolizzazione del “proselitismo” all’esaltazione dell’immigrazionismo [qui] come metodo di sostituzione etnica. E parallelamente, vi è la rimozione e la condanna dell’altra Chiesa, quella “preconciliare”, fatta di rigidi intolleranti, a partire da Nostro Signore, come ha blasfemamente scritto Antonio Spadaro. E con la cancel culture applicata a Fede e Morale, anche l’eliminazione della Messa che a quella Chiesa appartiene intrinsecamente [qui], e che Bergoglio considera in conflitto con la “nuova ecclesiologia” al punto da proibirla come incompatibile con la “chiesa sinodale”.
Ecco dunque lanciato il sasso nello stagno. Vorrei che prendessimo in seria, serissima considerazione l’eventualità che Bergoglio abbia voluto ottenere l’elezione con il dolo, e che si prefiggesse di abusare dell’autorità di Romano Pontefice per fare l’esatto contrario di ciò che Gesù Cristo ha dato mandato a San Pietro e ai suoi Successori di fare: confermare i fedeli nella Fede cattolica, pascere e governare il Gregge del Signore, predicare il Vangelo a tutte le genti. Tutta l’azione di governo e di magistero di Bergoglio – sin dalla sua prima apparizione alla Loggia vaticana presentandosi con quell’inquietante “Buonasera” – si è dipanata in senso diametralmente opposto al mandato petrino: ha adulterato e continua ad adulterare il Depositum Fidei, ha creato confusione e indotto in errore i fedeli, ha disperso il Gregge, ha dichiarato di ritenere l’evangelizzazione dei popoli «una solenne sciocchezza» e abusa sistematicamente del potere delle Sante Chiavi per sciogliere quel che non può essere sciolto e legare ciò che non può essere legato.
Questa situazione è umanamente insanabile, perché le forze in gioco sono immani e perché la corruzione dell’Autorità non può essere sanata da chi ad essa è sottoposto. Dobbiamo prendere atto che la metastasi di questo “pontificato” origina dal cancro conciliare, da quel Vaticano II che ha creato le basi ideologiche, dottrinali e disciplinari che dovevano condurre inevitabilmente a questo punto. Ma quanti dei miei Confratelli, che pure riconoscono la gravità della crisi attuale, hanno la capacità di riconoscere questo legame di causalità tra la rivoluzione conciliare e le sue estreme conseguenze con Bergoglio?
CONCLUSIONE
Se questa passio Ecclesiæ prelude alla fine dei tempi, è nostro dovere prepararci spiritualmente a momenti di grande tribolazione e di vera e propria persecuzione. Ma sarà proprio ripercorrendo la via dolorosa della Croce che il corpo ecclesiale potrà purificarsi dalle sozzure che lo deturpano e meritare gli aiuti soprannaturali che la Provvidenza riserva alla Chiesa nei tempi della prova: dove abbonda il peccato, sovrabbonda la Grazia.
Permettetemi infine di ricordarvi che l’Associazione Exsurge Domine da me fondata ha come scopo dare un aiuto spirituale e materiale ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose perseguitati dalla chiesa bergogliana a causa della loro fedeltà alla Tradizione. Se volete contribuire con una donazione alla realizzazione dei nostri progetti, potete farlo dal sito dell’Associazione.
"Domani i cattolici festeggeranno l’anniversario della battaglia di Lepanto, anniversario strumentalizzato da alcuni laicisti. Ricordiamo che la Lega Santa a Lepanto ha combattuto per la società cristiana e non per una società laica negatrice della regalità sociale di Cristo. Lepanto è la vittoria della Chiesa Romana e della Cristianità, non delle nazioni apostate."
RispondiEliminaCampagna pro Ru486, la spinta mortifera di Medici del Mondo
RispondiEliminaUn rapporto dell’organizzazione Medici del Mondo se la prende con gli obiettori di coscienza e lamenta le resistenze in Italia alla diffusione dell’aborto farmacologico tramite Ru486. Un esempio di cultura della morte.
Dr.Paolo Gulisano (Medico)
https://lanuovabq.it/it/campagna-pro-ru486-la-spinta-mortifera-di-medici-del-mondo
Scrive mons. Viganò: “il danno che ne deriva per il corpo ecclesiale non è impedito con un’azione di semplice resistenza: occorre risolvere la questione alla radice”. Vero, ma intanto già ora chi resiste salvaguarda se stesso e perciò una porzione di Chiesa.
RispondiEliminaIl risolvere la questione alla radice, e dunque limitare per quanto ormai possibile il danno al corpo ecclesiale, è compito dei vescovi e la via è quella di riconoscere che Bergoglio non è e non può essere il papa. Dunque, apprezzabile il contributo chiaro di mons. Viganò (come sempre) che qui fa un passo avanti importante, ma ci permettiamo di suggerire che l’attacco all’antipapa andrebbe portato su tutti i fronti e dunque anche sul versante della non rinuncia di Benedetto XVI. E questo anche se non si condividono (giustamente) alcuni modi e posizioni di don Minutella e del suo braccio giornalistico Cionci.
Streaming avviato 2 minuti fa
RispondiEliminaQuali sono i cambiamenti che questo sinodo in corso vuole introdurre o che ha già introdotto?
Lo scopriremo con il Prof. Guido Vignelli che ci spiegherà anche la storia dei sinodi.
https://www.youtube.com/watch?v=BU_hXKoJK88
Si volga l'attenzione ai passi seguenti, verso la fine dell'intervento di S. E. R. Mons. C. M. Viganò:
RispondiEliminaDobbiamo prendere atto che la metastasi di questo "pontificato" origina dal cancro conciliare... Ma quanti dei miei Confratelli...
La risposta è: NESSUNO! I "Confratelli" si crogiolano nelle citazioni dei documenti conciliari e dei papi (falsi) santi conciliari i quali hanno condotto la S. Chiesa sull'orlo dell'abisso. Dunque, grazie di cuore, Eccellenza Reverendissima, per il suo intervento. Che Maria, Regina del Sacratissimo Rosario, ci ottenga dal Signore tutte le grazie di cui abbiamo bisogno.
Questo Vitium Consensus, mi sembra la motivazione più semplice e la più vera. Della Mafia di San Gallo sappiamo da pubblica ammissione di un partecipante, vuoi che l'interessato non fosse stato interpellato e non avesse dato preventivamente il suo assenso? Proprio, no. E se anche, per assurdo, fosse stato ignaro, avrebbe sempre potuto, nolente, rifiutare la nomina avvenuta. Purtroppo il combino non riguardava solo la Mafia di San Gallo, ma JMB e l 'emerito. Dispiace, ma sembra proprio che non possa essere altrimenti. Un autentico, vero, agito complotto in grande stile. Sempre sperando che non ci siano state pressioni e coinvolgimenti di potenze straniere non ecclesiali, cioè qualche Stato profondo. Senza vergogna!!! Una presa per i fondelli di un miliardo e passa di cattolici. Vergogna! Pazzi i cattolici che si sono lasciati coinvolgere in questa follia, la presente, colossale, gigantesca menzogna ottunde la mente di molti. La Verità deve venire a sollevare questo greve velo che rischia di dofgocarci tutti.
RispondiEliminaChe rischia di soffocarci tutti. In nome di qui due o tre giusti viventi, Signore aiutaci!
RispondiElimina
RispondiEliminaMons. Viganò ha ricordato la battaglia di Marino, nel 1379.
Fu un'importante battaglia per l'Italia. Il papato era da tempo ad Avignone, succube del Re di Francia. I cardinali francesi erano in gran numero e blanditi da quel Re, volevano restare in Francia. Per questo si opposero all'elezione di Urbano VI, uomo temuto per il suo carattere duro, e colsero la scusa fasulla del popolo tumultuante all'esterno per dichiarare nulla la sua elezione.
Si venne alla guerra. I bretoni erano truppe mercenarie impiegate nella Guerra dei Cent'anni tra Francia e Inghilterra. Taglieggiavano le popolazioni, un papa di AVignone li smistò in Italia, assieme ad altri mercenari, tra i quali gli inglesi di Giovani Acuto (John Hawke) resisi responsabili del massacro di Cesena. La popolazione si era ribellata ai soprusi delle truppe e Roberto di Ginevra, poi appunto eletto antipapa Clemente VII contro Urbano VI, accolse la loro resa, così si disse, in cambio dell'incolumità personale - ma poi li fece massacrare a tradimento dai mercenari inglesi (questo fatto contribuì all'inizio dell'anticlericalismo acceso dei romagnoli).
I bretoni e altri mercenari stranieri si trovarono di fronte la prima compagnia di ventura organizzata dagli italiani, al comando di Alberico da Barbiano, romagnolo, che riuscì a sconfiggerli in modo definitivo nella citata battaglia di Marino, meritandosi da Urbano VI lo stendardo con su scritto "Italia liberata dai barbari".
Ho citato a memoria. L'antipapa si rifugiò alla svelta in Francia, voleva riportare il papato ad Avignone.
Oggi, ci vorrebbe anche un novello Alberico da Barbiano.
Un esercito pronto a combattere per il vero papa, che ancora non c'è.
Per l'intanto bisogna ribattere punto su punto al fedifrago Bergoglio.
L'ipotesi di mons. Viganò è interessante, andrebbe sviluppata con rigore, trascurando gli aspetti non facilmente dimostrabili.
Da ribattere senza perder tempo: la bizzarra teoria avanzata dal Nuovo Prefetto dell'ex Sant'Uffizio, della diretta ispirazione divina del Papa, che così si distinguerebbe da tutti i predecessori in quanto depositario di una diretta ispirazione dello Spirito Santo. Il quale "Spirito" lo illuminerebbe nella sua opera di demolizione della Chiesa...E la Rivelazione allora non si sarebbe chiusa con la morte dell'ultimo Apostolo, ma continuerebbe con Bergoglio e le sue eresie! Siamo alla barzelletta, roba da saltinbanchi rioplatensi, appunto.
T
Ricordiamo che il 'vizio di consenso, ossia la non volontà di esercitare il compito di 'vicario di Gesù Cristo', non è una novità, è proprio la tesi del P.Guerard Des Lauriers (tesi di Cassiciacum) ossia dei sedeprivazionisti, adottata dalla comunità di Sodalitium di Verrua Savoia cf https://www.sodalitium.biz/
RispondiEliminaAl di là del pessimo gusto di invitare al sinodo uno scienziato che non ha voluto che Benedetto XVI andasse alla Sapienza (cosa che è come uno schiaffo al Papa precedente), al di là della evidente violazione dei princìpi di eguaglianza e reciprocità, e al di là del cortocircuito mentale di pensare che il mondo cattolico debba essere rappresentato al sinodo da laici che del pensiero cattolico non capiscono nulla; al di là di tutto questo, a me sorprende l’umiliazione culturale della chiesa attuale che invita al suo “sinodo” un soggetto che afferma che per lui “Dio non esiste nemmeno come ipotesi”. Uno che afferma un’idiozia del genere -- dimostrando una totale mancanza di cultura scientifica e capacità epistemologica -- il mondo cattolico (che la cultura e la scienza l’hanno creata nella storia) dovrebbe vederlo come un povero ignorante da aiutare a studiare. Invece, ce lo ritroviamo con tutti gli onori a insegnarci, dall’alto della sua cattedra di ateo ignorante, la verità su quel mondo di cui non ha capito niente di interessante. Consentitemi di mettere da parte, per un attimo, le mie perplessità e preoccupazioni di natura etica sul dramma della chiesa attuale per dire che, come intellettuale, mi vergogno soprattutto di questa chiesa ignorante e succube della mediocrità e crasso analfabetismo della società di oggi. Da Maestra del mondo a giullare e zerbino di corte. Che vergogna e che pena
RispondiEliminaCit. Fulvio Di Blasi
Monsignor Viganó procede per tappe, pare essere giunto alla presa di atto della necessità di una valutazione da parte dell'Autorità cattolica ( residua direi,decurtati gli apostati) che analizzi e decida in merito alla sussistenza, o meno, dell'attuale papa.In tale sede sarà valutato anche il concilio v.II, per mettere fine ad ogni errore e stabilire definitivamente i dubbi sui 2 punti. Il concilio cosa disse effettivamente? Fu manipolato, fu eretico, fu valido? Perchè successe questo? Cosa successe nel 1958 e conclavi successivi? Nel 2013, preso atto che due papi sono un mostro, cosa successe? Fu valida l'elezione? Puó uno fare il Papa senza munus? Un palese eretico non incorre nella bolla di Paolo IV se ben ricordo?
RispondiEliminaViganò è stato per anni nunzio apostolico in USA, quindi sa benissimo come si svolsero le cose, sa che il duo Obama-Clinton si attivò in ogni modo per portare il Vaticano dalla loro parte, sa che Biden veniva a Roma ogni 2x3 per tentare di convincere l'allora Pontefice, i Windsor fecero la loro parte con il finto arcivescovo Anglicano, alla fine Clinton non fu eletta, vinse a sorpresa Trump, ma Ratzinger se ne era andato, JMB era informato fin nei minimi particolari ed aveva sempre la valigia pronta, se si dicesse la verità, non tutta, ma in buona parte, e si facessero nomi e cognomi, si capirebbero tante cose senza ricorrere ai sofismi cionciani che pure qualcosa di vero dicono, il testamento di Ratzinger per lo svolgimento dei suoi funerali è stato chiarissimo, per conto suo non avrebbe voluto cerimonie troppo ufficiali, ma una cosa ha chiesto, che Biden NON partecipasse alla cerimonia, creando molto imbarazzo alla Casa Bianca che già aveva predisposto il viaggio, una mania senile di Ratzinger o motivi molto più che validi? En passant, qualche giorno fa JMB ha ricevuto in Vaticano l'ex speaker del Congresso dell'era obamiana e la vedova del senatore Mc Cain un altro ben attivo sul fronte contrario al papa Bavarese no aligned.
RispondiEliminaLe risposte alle domande dell’anonimo 11:10 sono tutte nel testo della intervento ripirtato qui sopra , in particolare il paragrafo che inizia col titolo seguente:
RispondiEliminaIL VIZIO DI CONSENSO NELL’ASSUNZIONE DEL PAPATO
Preso dunque atto che Bergoglio è eretico – e basterebbero Amoris Lætitia o la dichiarazione dell’immoralità intrinseca della pena capitale per averne la prova – dobbiamo chiederci se l’elezione del 2013 sia stata in qualche modo inficiata da un vizio di consenso; se cioè l’eletto abbia voluto diventare Papa della Chiesa Cattolica o piuttosto capo di quella che egli chiama la “nostra chiesa sinodale”, che nulla ha a che vedere con la Chiesa di Cristo proprio perché si pone come altra rispetto ad essa. Questo vizio di consenso si rileva a mio parere anche dal comportamento di Bergoglio, ostentatamente anticattolico ed eterogeneo rispetto all’essenza stessa del Papato. Non vi è azione di costui che non suoni palesemente di rottura rispetto alla prassi e al Magistero della Chiesa, e a ciò si aggiungono le prese di posizione tutt’altro che inclusive verso i fedeli che non intendono accettare arbitrarie innovazioni o peggio eresie conclamate.
La questione fondamentale verte sulla comprensione del piano eversivo della deep church, che con i metodi denunciati a suo tempo da San Pio X nei riguardi dei Modernisti si è organizzata per compiere un colpo di stato in seno alla Chiesa e portare sul Soglio di Pietro il profeta dell’Anticristo. La mens rea nell’infiltrarsi nella Gerarchia e ascenderne i gradi è evidente, così come è evidente che i piani della fazione ultra-progressista non potevano arrestarsi dinanzi a Benedetto XVI, da essi considerato troppo conservatore e soprattutto odiatissimo per aver osato promulgare il Motu Proprio Summorum Pontificum. E così ecco spinto Benedetto XVI a dimettersi, e subito pronto quello sconosciuto Arcivescovo di Buenos Aires che l’11 Ottobre 2013, in una conferenza alla Villanova University (qui), l’allora Card. McCarrick, suo amico di lunga data, rivelò essere stato fortemente voluto da un «very influential Italian gentleman», emissario del deep state presso la deep church.
Non mi pare che Bergoglio fosse "uno sconosciuto", poiché era già nella rosa dei papabili nel Conclave del 2005.
RispondiEliminaPoi bisognerebbe chiedersi come abbia potuto salire i vari scalini sino a diventare Cardinale....non credete ci sia qualcosa che non funziona nella macchina vaticana?
A parte Bergoglio, il problema sono le migliaia o centinaia di chierici silenti, le decine di Cardinali silenti, lo stuolo di Vescovi silenti.
Tutti proni al nuovo cattolicesimo addomesticato, sedotto e poi abbandonato?
Gz
Anonimo delle 15.58.
RispondiEliminaIl card. Bergoglio era amico di lunga data del card O'Malley di Boston che parl spagnolo e si recò sovente a Buenos Aires, non è mai stato amico di lunga data di McCarrick, checché ne dica quest'ultimo conosciuto per essere un arrivista manipolatore.
Dicendo cose false non si va mto lontano.
Bergoglil conobbe McCarrick da papà e si fece da lui consigliare, come da altri , per le nomine vescovili
RispondiEliminaIl "consenso viziato", per delegittimare il papa regnante a causa delle sue eresie, per produrre i suoi effetti deve tuttavia esser dichiarato da un atto pubblico dell'autorità vaticana competente a dichiararlo.
Torniamo quindi sempre al problema di fondo, quello che blocca ogni iniziativa intesa a far abdicare un papa manifestamente eretico: questo sarebbe un giudicare il papa ma giudicare il papa è ritenuto impossibile. Non esiste un organo della Chiesa-istituzione qualificato a giudicare il papa: il papa, ricevendo il suo potere di governo da Dio, risponde solo a Dio, come i sovrani assoluti di un tempo, i monarchi di diritto divino, appunto. Nemmeno se il papa "devia dalla fede", è giudicabile, come si riteneva nei secoli passati, prima del Codice di diritto canonico del 1917? Nemmeno in questo caso.
Ci troviamo qui di fronte ad una lacuna del diritto canonico e della teologia prevalente, le cui conseguenze sono molti gravi: la Chiesa visibile appare indifesa contro un papa manifestamente eretico, che la sta distruggendo sistematicamente.
Bisognerebbe trovare una soluzione sul piano teologico-canonistico, che fosse accetta ad un gruppo qualificato di cardinali.
I cardinali in conclave eleggono il papa ma non gli conferiscono il potere, la piena potestà su tutta la Chiesa. Scelgono tra di loro uno considerato in grado di esercitare questo potere. Nel momento in cui il prescelto accetta, acquisisce il potere, che gli viene però da Dio, non dai cardinali che l'hanno eletto (gli viene da Dio perché è stato il Signore risorto a conferire a Pietro questo potere, davanti agli Apostoli).
I cardinali valutano l'idoneità del prescelto ad esercitare questo potere, secondo le intenzioni della Chiesa perenne e quindi per la Gloria di Dio e la salvezza delle anime.
Di fronte ad un papa fedifrago potrebbero ritirargli la fiducia, ossia affermare che si è dimostrato non idoneo al papato, invitandolo a trarre le dovute conseguenze.
Un voto pubblico di censura morale e teologica da parte dei o di cardinali autorevoli lascerebbe certamente il segno,
potrebbe essere l'inizio di una delegittimazione del papato scellerato di Bergoglio.
È sbagliata quest'ipotesi di lavoro? E se lo è, perché?
Teofilo
Sì, è sbagliata, perché, come lei mette in luce , i cardinali scelgono( non necessariamente uno di loro), ma poi il Papato non viene da loro, ma da Dio. E quindi non possono ritirarlo. Però non si discuteva di un Papa fedifrago inadeguato o eretico bensì di un consenso nullo, per cui questa persona non sarebbe e non sarebbe mai stato Papa, ma solo all'apparenza, materialmente. Effettivamente qualcuno dovrebbe dichiararlo, (e non si tratterebbe di giudicare il Papa, ma qualcuno che tale non è. ) E questo perché anche un atto nullo può avere qualche conseguenza giuridica ( vedi matrimonio) e direi anche pratica, che non si può cancellare come se niente fosse successo( si è insediato là, comanda e spadroneggia , viene riconosciuto internazionalmente...). Questa dichiarazione di un ipotetico organo ( cardinali, concilio imperfetto?) appare comunque non realistica. L' unica soluzione per noi mi pare quella morale : raggiunta la convinzione morale, basata sulla Rivelazione e la logica, che tale personaggio non può essere Papa, perché
EliminaContinuo il commento 16: 56. Se raggiungiamo la convinzione che tale personaggio non può essere Papa, moralmente lo ignoriamo . Come la raggiungiamo questa convinzione? Non basandoci sull'eresia formale, che non può essere dimostrata non essendoci mai stato un ammonimento formale da chi detiene autorità per farlo. Basta il fatto che il personaggio mostra oggettivamente di non voler fare il bene della Chiesa,( quello oggettivo, lui potrebbe anche essere convinto soggettivamente di farlo " modernisticamente",). Questo dimostra che il suo consenso era viziato da una concezione erronea del Papato. E la prova provata è la diffusione di insegnamenti erronei, cosa impossibile da parte di un vero Papa, assistito da Dio in continuazione, come colonna di Verità . La questione si semplifica molto. Non lo ascoltiamo, e non per i motivi anticattolici propalati dai conservatori, che volendo salvare capra e cavoli affossano il Papato( cosa gravissima) , ma perché non è PAPA. Finalmente sembra esserci arrivato anche mons Vigano.
EliminaE naturalmente non gettiamo tutte la colpa su di lui. Sappiamo bene e abbiamo ripetuto tante volte che è solo il frutto maturo di qualcosa che prima forse per qualcuno( non tutti) era meno palese. Il giudizio coinvolge tutti, dal nefasto Vat II in avanti
EliminaCredo che quando l epoca è decadente e corrotta, nei fatti, non c è più Legge, Regolamento, Disposizione che tenga. Oggi lo possiamo toccare con mano, ogni giorno ci piovono addosso leggi, leggine regolamenti codicilli e via disponendo, quando i Dieci Comandamenti sarebbero più che sufficienti per riportare un po' di dignità a popoli che scientemente, metodicamente sono stati corrotti e si son lasciati corrompere fino all osso. Allora quello che occorre è un azione, nobile, coraggiosa, vera, schietta, completamente fuori legge ormai screditata al mille per cento, capace di dire e dimostrare, nei fatti, che il tempo del raggiro è finito, dimostrarlo ai singoli ed ai popoli in forza della verità dell azione stessa messa in atto. Il problema sta nel fatto che oggi, fino ad oggi, non è comparso un singolo né un ristretto o vasto gruppo di persone capaci di concepire, mettere in atto quella azione vera, giusta, coraggiosa, completamente fuori dalla legge da decenni manipolata e manipolante. È per questo che forse, a tempo e luogo, un' a solo o corale pernacchia de core ci salverà!!?
RispondiEliminaA Teofilo. Il consenso viziato o la non legittima elezione ( sembrano esserci entrambe) rendono nullo il papa. Cioè si ha uno che recita la parte come se fosse.. ma non è. Quindi non ha ricevuto nulla da Dio. E quindi basta dichiararlo con le motivazioni, dichiarazione pubblica che inevitabilmente porterà ad uno scisma da parte di coloro che seguiranno l'usurpatore, mentre la vera Chiesa continuerà col nuovo vero Pontefice vero Vicario di Cristo. Triste sorte per i tiepidi che verranno vomitati , come dice Apocalisse, in quanto seguiranno l'usurpatore. Divisione finale tra grano e zizzania, il grano potrebbe essere poco, un piccolo resto.
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RispondiEliminaLa non legittima elezione non è stata in alcun modo provata. Non bastano i "si dice". Occorrono prove, che al momento non ci sono.
Il "consenso viziato" a ben vedere, come prova, presenta una difficoltà di fondo: si basa su un processo alle intenzioni. Come si può provare che quando accettò di essere papa, Bergoglio stesse dando un "consenso viziato"? Perchè ha detto "buonasera" e a causa di altri gesti suoi, subito scandalosi? Tutto ciò non costituisce una prova.
C'è una massima nel diritto canonico: "de internis non curat Ecclesia". Le intenzioni le conosce solo Iddio.
Si possono presupporre ma solo sulla base di fatti accertati, quali ad esempio le acclarate eresie predicate dal presente papa.
Il criterio sicuro è dunque quello dell'accertamento delle eresie (in senso materiale) attivamente messe in opera dal papa o che egli lascia correre nella Chiesa senza far nulla per eliminarle.
Questo è materiale oggettivamente esistente, a prescindere dalle intenzioni personali del papa. Questo materiale attende solo di esser elaborato dalla "pars sanior" dei cardinali in un giudizio di censura ad personam, rivolto specificamente al papa, che in primis lo inviti ad abiurare i suoi errori.
Censura morale, teologicamente e canonicamente fondata, non un procedimento di deposizione in senso tecnico, per i noti motivi.
Questo, tanto per cominciare.
Teofilo
La non legittima elezione voluta dalla mafia san Gallo ovvero da eretici ( purtroppo tali ma non dichiarati dall'Autorità) è stata dichiarata e scritta da un cardinale prima di morire... si aggiungono altre dichiarazioni a conferma come quella di chi dichiarava cambiata la Chiesa in 4 anni ... e questo risulta provato dalle eresie evidenti e palesi, nonchè dal fatto che si sia tolto il titolo di Vicario di Cristo, il che significa palesemente che non intendeva ed intende essere tale.
RispondiEliminaEsiste un video della Clinton dove lei, su un suggerimento fuori scena, fa tele riverenza a JMB. Tutti questi indizi andrebbero raccolti e conservati, insieme al buonasera, alla scelta di Santa Marta e via catalogando. Certamente esiste qualcuno molto più capace di me in grado di raccogliere tutti questi particolari. Non ultimo il particolare Argentina, dove nessuno ha fatto mai una panoramica del bene e del male.
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RispondiEliminaIl cardinale Burke ha detto, nella conferenza dell'altro giorno, che ci sono parecchi prelati (vescovi, cardinali) che la pensano come lui e gli altri firmatari dei Dubia sulla legittimità del famoso Sinodo.
Quindi questi cardinali + mons. Schneider e mons. Viganò etc già di fatto rappresentano la "pars sanior" della Gerarchia che si sta opponendo, in nome di parecchi altri cardinali e vescovi, alla deriva imperante.
Un giudizio di censura nei confronti dell'operato del papa regnante è già contenuto nei Dubia e nelle dichiarazioni consguenti di questi prelati. Ora si tratta di alzare il tiro, anche in considerazione del ffatto che Bergoglio non ha risposto alla seconda versione dei Dubia, che manteneva le critiche.
Ormai il sinodo è in corso e bisogna aspettare che finisca, credo.
Ma la prossima dichiarazione dei cardinali e vescovi, quella della "pars sanior" (un concetto ammesso dalla tradizione canonistica della Chiesa), dovrebbe mettere direttamente sotto accusa Bergoglio, accusarlo esplicitamente di essere negligente e carente proprio in quanto papa che sta venendo meno al suo dovere di "confermare nella fede i suoi fratelli", visto che lascia circolare tutte queste eresie, a cominciare da quella diffusa dal Prefetto dell'ex S U che sembra quasi divinizzare la figura del papa in quanto tale.
La delegittimazione di papa Francesco sul piano morale e implicitamente teologico non può che basarsi sui dati di fatto oggettivi delle sue dichiarazioni, dei suoi comportamenti, delle sue omissioni, anch'esse fatti concludenti, come dicono i giuristi.
Ogni altra impostazione appare velleitaria perché non suffragata da elementi di fatto o persa nel processo alle intenzioni.
T.
Qui le intenzioni si sono manifestate in tante fessure, grandi e piccole, se uniamo queste fessure esce fuori un Colosseo. Bisogna semplicemente mettere insieme il materiale. Sommiamo i nostri ricordi, ne uscirà l enciclopedia Vaticanina, sarà un successo editoriale ed una bomba sotto il sedile di molti.
EliminaSull'Argentina parlarono subito persone, le madri dei desparecidos, ricordo anche una giornalista che lo conosceva bene e diceva, un giorno è a favore dell'aborto e il giorno dopo lo nega, e su molti argomenti: quindi dottrina errata alternata a dottrina retta equivale a dottrina errata. Sì e no uguali. Cioè falso, eretico ed amorale.
RispondiEliminaIl consenso per la detenzione della carica e l'esercizio della stessa non ha alcun senso. La potestà giurisdizionale non è un sacramento che cavolo!
RispondiEliminaPer le eresie promosse, non si può disattendere la posizione sola e sensata del Caetano.
D.
Come non ha senso? L'accettazione del Papato è un atto umano , libero e consapevole, è solo con un consenso valido che avviene l'investitura da parte di Dio.
EliminaL'accettazione dell'incarico e l'esercizio dello stesso giurisdizionalmente si attuano nella detenzione delle prerogative del potere stesso.
RispondiEliminaIl fatto che lo si abbia/faccia con simulazione o con indifferenza o in sè stesse non contano nulla essendo foro interno. Se invece previamente sia abbia un'usurpazione oppure si cada posposti in eresia non cambia nulla fintanto non si provi il dato stesso. Inoltre gli atti ugualmente possono essere legittimi come lo stesso codex burocratizzato di oggi fa comprendere riguardo gli atti giuridici passibili di rescissione ( ossia reali fintanto che non siano impugnati ) tutte cose complesse che gli stessi canonisti avrebbero difficoltà a dirimere, figuriamoci noi.
Il problema è che il munus giurisdizionale non è il munus sacramentale, l'uno è un ufficio revocabile, l'altro è una consacrazione indelebile. E' pacifico.
Uno dei motivi per cui Formoso fu riesumato per condannarlo nel biasimevole e squallido processo del cadavere era il fatto che egli fosse già episcopo di Porto.
E' dal medioevo che si è introdotta la cattiva concezione che l'episcopato non sia il sommo grado della consacrazione ministeriale.
Ora tralasciando che qualsivoglia gerarca giura sui canoni, dunque la contrarietà degli stessi in dottrina e morale, diritto-magistero, mistica e liturgia ( ossia il deposito totale desunto dalla Scrittura e la Tradizione ) implica la possibilità di epurarlo e ciò oltre che per lo spergiuro è soprattutto per una palese eresia - giacché anticamente eretico non mai solo chi contraria il dato intellettuale della Rivelazione ma tutti questi insieme od in parte - la possibilità con la specificità papale è risolvibile secondo il Caetano. Il discorso è che non ha senso chiedersi chi sia papa o no se il papa c'è perché se non doveva esserlo oppure poi se poi autodecade, fintanto non si fa nulla ( compreso avere e proporre un antipapa, ma che per essere tale deve essere egli stesso proponibile secondo criteri legittimi, come i primordi del grande scisma d'occidente per capirsi, cosa che probabilmente potrebbe accadere se qualcuno si prendesse la briga di dichiarare eretico Francesco ) ci attacchiamo come si dice a Roma.
La stessa tesi di Cassicacium non può scindere il materialiter dal formaliter se la plenitudo potestatis è prettamente personale.
D.
RispondiElimina# Ha ragione D.
L'accettazione dell'elezione al papato significa assunzione di una carica, di un potere di disciplina e governo. Non è un sacramento, ragion per cui ciò che l'eletto pensa in foro interno non conta.
Non contano i motivi personali per i quali lo fa.
Poi, nel prosieguo, si vede che tali motivi non dovevano essere buoni, se l'eletto ha agito da eretico manifesto. Ma viene messo sotto accusa per il dato di fatto oggettivo dei suoi errori, non per l'eventuale presenza di una mala intenzione nel suo foro interno, quando ha accettato la scelta.
In ogni caso, insistere sul concetto che il presente e regnante non è papa significa voler percorrere una via assai intricata e piena di ostacoli, dal punto di vista canonistico.
Che bisogno c'è? Abbiam tutti gli errori di Bergoglio, belli e squadernati. L'unica via è quella di metterlo sotto accusa dal punto di vista morale, teologico, sempre da parte del gruppo che ha firmato i Dubia, ai quali non ha risposto. Se ne avranno il fegato, perché anche una messa pubblica sotto accusa di questo tipo è un fatto rivoluzionario per la Chiesa cattolica.
Se non si riesce a cacciarlo, Bergoglio, con una regolare deposizione almeno si può cominciare a delegittimarlo pubblicamente.
Bisogna pensare a quante anime vengono ingannate dalla sua falsa "misericordia", che le culla nei loro peccati, per la loro dannazione.
Di fronte ad una seria contestazione da parte dei suddetti, forse in molti comincerebbero a riflettere, a mettersi in riga con Nostro Signore.
T.