Matrimonio gay in Grecia, la Chiesa ortodossa
vuole scomunicare i parlamentari che l'hanno votato
La richiesta del Santo Sinodo della Chiesa ateniese, che parla di una decisione "demoniaca" presa da "legislatori immorali". L'arcivescovo della capitale propone di sottoporre la legge a referendum
La Chiesa ortodossa greca ha chiesto la scomunica dei deputati del Parlamento di Atene dopo il voto sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, fortemente sostenuto dal premier conservatore Kyriakos Mītsotakīs. Lo riferisce il Guardian. I religiosi parlano di decisione “demoniaca” presa da “legislatori immorali” e chiedono che i parlamentari siano ostracizzati, esortandoli a pentirsi. Il leader spirituale greco, l'arcivescovo Ieronymos II, arcivescovo di Atene e primate della Chiesa ortodossa greca, ha proposto di sottoporre la votazione a un referendum popolare. Le autorità ecclesiastiche di Corfù intanto hanno vietato a due parlamentari qualsiasi rito religioso.
Nell'ambito della forte opposizione alla legge sulle nozze gay, approvata lo scorso 15 febbraio, il Santo Sinodo della Chiesa greca ortodossa ha annunciato che la liturgia del 24 marzo, la “Domenica dell'Ortodossia”, uno dei giorni più importanti del calendario ortodosso, non si terrà come da tradizione nella cattedrale della capitale greca, ma in una chiesa più piccola, alla quale la presidente della Repubblica, Aikaterinī Sakellaropoulou, non sarà invitata, riportano i media greci.
La Grecia è diventata il primo Paese a maggioranza cristiana-ortodossa e il 37° Paese al mondo a legalizzare l'adozione da parte di coppie dello stesso sesso: il provvedimento, infatti, ha previsto anche l’adozione dei figli da parte di coppie omosessuali. Lo scorso 2 marzo si è celebrato il primo matrimonio di una coppia gay in Grecia. - Fonte
~ SACRATISSIMAE SINDONIS D. N. J. C.
RispondiEliminaHUMILIÁVIT semetípsum Dóminus Jesus Christus usque ad mortem, mortem autem crucis: propter quod et Deus exaltávit illum, et donávit illi nomen, quod est super omne nomen. Misericórdias Dómini in aetérnum cantábo: in generatiónem et generatiónem annuntiábo veritátem tuam in ore meo. (Philipp. 2, 8-9; Ps. 88, 2)
La citazione appartiene alla settimana scorsa; ma l'accogliamo con gioia
RispondiEliminaIn questa circostanza debbo riconoscere che l'incenso greco sovrasta il fetore romano.
RispondiEliminaMargotti
Da noi si trastullano a Castellucci, Paglia e Zuppi....
RispondiEliminaPoco serve una censura ecclesiastica se questa fuori dalla Chiesa non ha peso.
RispondiEliminaAnche se in Grecia la religione è scritta sui documenti, non mi risulta che ci siano norme come quella in vigore in Italia fra il 1929 e il 1944 (non era norma concordataria ma solo legge dello Stato, tanto che il governo Bonomi potè abolirla agevolmente).
Conosco io stesso due signori che sono stati dichiarati scomunicati (entrambi per conversione ad altra religione), nessuno dei due ha avuto conseguenze nè sul lavoro nè in altro.
Questi hanno ancora il cervello in funzione, e lo adoperano !
RispondiEliminaCosì si fa questi sono veri vescovi timorati di Dio che non scendono a compromessi
RispondiEliminaLa scomunica , per la Chiesa Ortodossa ha conseguenze di ordine SPIRITUALE immense. Non si limita a rendere illecita (quindi peccaminosa) la ricezione di Sacramenti dopo la scomunica, in mancanza di una riconciliazione (posizione dalla Chiesa Cattolica). RENDE INVALIDI *TUTTI* I SACREMENTI RICEVUTI SINO AD ALLORA, INCLUSO IL BATTESIMO ED IL MATRIMONIO. Infatti quando ci si riconcilia, non pochi vescovi esigono che siano ripetuti sotto conditione tutti, a partire appunto dal battesimo . Scioglie i confessori dall'obbligo del segreto ed altro ancora .
RispondiEliminao norme come quella in vigore in Italia fra il 1929 e il 1944 (non era norma concordataria ma solo legge dello Stato, tanto che il governo Bonomi potè abolirla agevolmente).
RispondiEliminaConfesso la mia ignoranza. Tale norma (qualunque essa sia, ne ignoro, come ho detto, il contenuto) chi colpiva esattamente? Gli scomunicati o gli "SPRETATI"?
Ma fino a pochi decenni fa, in Grecia se non esisteva il reato di "atti osceni in luogo pubblico o aperto al pubblico (le isole greche era la meta preferita dai nudisti di mezzo mondo)", non esiteva neppure il concetto di matrimonio SOLO civile.
RispondiEliminaL'idea che le nozze potessero essere celebrate da persona diversa da un ministro di culto era totalmente estranea alla mentalità greca (e "ortodossa" in generale). Aggiungiamo che, per i cattolòici i ministri del sacramento del matrimonio sono gi sposi. Per gli "ortodossi" no. Il ministro è il vescovo ed il pope come suo delegato. Pertanto, le intezioni degli sposi (paradossalmente) sono considerate relative. Sono importanti quelle del pope. Ne consegue che, paradosso ulteriore, se ammettono il divorzio ed il matrimonio religioso dei divorziati (comunque, reputano tradizione apostolica che, tra divorzi e/o vedozanze, non ci possa sposare più di tre volte in totale), non ammettono che un matrimonio consumato possa essere considerato nullo.
Il comportamento della Chiesa Ortodossa onora N. S. Gesù Cristo.
RispondiEliminaCito Cristina Siccardi
RispondiElimina8 marzo, festa della donna? Ha proprio niente da festeggiare! Anzi...
Si guardi allo specchio la femminista e vedrà tutto quello che ha distrutto: il senso straordinario del pudore; la meraviglia della maternità vissuta in pienezza; il rapporto unico che c'è fra un uomo e una donna che si amano e vogliono costruire una famiglia, completandosi vicendevolmente, rispettando i reciproci ruoli; la dolcezza; il sorriso del candore; gli occhi innocenti; la capacità femminile di placare gli istinti irruenti; il gusto per la bellezza e la verecondia nel vestire; il rispetto fra uomo e donna, alimentando risentimento, antagonismo e odio; l'amore nell'educare i propri figli alla luce delle leggi di Dio; l'amore per la casa: rifugio e nido per tutti, compresa se stessa; l'amore per la Vita, dal suo concepimento alla sua fine terrena; la tensione per la salvezza della Vita eterna, che si prepara in questo esilio terreno. E tanto, tanto ancora...
@ chi mi ha risposto alle 11:03
RispondiEliminaSicuramente colpiva i laici che incorrevano in censura ecclesiastica, con delle salvaguardie, come la non applicazione in caso di conversione ad altro culto ammesso. Non ne conosco i particolari, probabilmente non li conosceva esattamente nemmeno il docente: ci era stata accennata nel corso di Diritto Ecclesastico (che è diverso da quello canonico), ma in linea di massima prevedeva l'interdizione dai pubblici uffici, come nel caso di condanne penali.
Non colpiva invece gli spretati (ossia chierici incorsi in censura) perchè le sanzioni civili per loro erano già indicate nel Concordato e per questo sono rimaste in vigore per altri quarant'anni, scomparendo solo a metà 1984: ricordo io stesso la vera ondata di spretamenti avvenuta a partire dal 1985, quando le sanzioni civili per loro sono venute meno.
Diciamo che la nozione mi è rimasta, ma non l'ho mai approfondita, rimango sempre su quello che ci era stato detto a lezione. Non ho mai approfondito perchè mio padre è morto prematuramente e io ho lasciato l'università e cominciato a lavorare in un'agenzia di assicurazioni, che oggi è un broker di cui attualmente sono diventato contitolare.
Leggo sul Corriere:
RispondiElimina"Don Simone Bruno: «Un omosessuale si innamora, cerca relazioni stabili e fedeli. La Chiesa riconosca il buono e il bello di queste unioni» Dobbiamo fare i conti con le nuove realtà"
La nuova chiesa vatican-secondista "inclusiva" del mondo, ma non dell'ordine veritativo della Rivelazione custodita dalla Tradizione...
Più che "fare i conti" con i cambiamenti socio-antropologici del nostro tempo, così lontani dall'etica e dall'ordine naturale, non possiamo che constatarli, ma non senza riconoscerne le cause e anche i rimedi, da promuovere e testimoniare....
«La Chiesa di Dio possiede un tesoro: la Redenzione», ha detto padre Stéphane Drillon, «che permette al Sangue di Cristo di scorrere sulla Chiesa e sul mondo intero in ogni Messa».
RispondiEliminahttps://blog.messainlatino.it/2024/03/un-canonista-francese-si-interroga.html#more
Non so se qualcuno poi leggerà qui, lo metto qui per logica.
RispondiEliminaL'anonimo del 8/3 alle 10:59 ha detto che la scomunica nella Chiesa Greco-ortodossa scioglie i sacerdoti dal vincolo del segreto.
Non è così perchè il sacerdote ortodosso non ascolta i peccati. Si trova ad una certa distanza, nel rito greco perfino seduto, mentre il penitente li enuncia sopra il vangelo (intendendo farlo direttamente a Cristo); finito questo passaggio, il sacerdote si alza, si avvicina, pone la stola sul penitente e recita la formula di assoluzione.
Nel rito slavo c'è la sola variante che il sacerdote è già in piedi, ma sempre distante. Non può rivelare i peccati anche se decade il vincolo perchè non li conosce, fossero pure crimini di sangue.
Posso rispondere solo adesso perchè ho visto stamattina il mio conoscente greco-ortodosso (convertitosi per amore della moglie greca), è venuto nel mio ufficio a rinnovare l'assicurazione per l'auto!
Chiederò a qualche presbitero ortodosso che ho tra le conoscenze di Internet .
RispondiEliminaConfessione
RispondiEliminaIl sacramento della penitenza, le cui modalità non sono state codificate in modo immutabile (dalle forme antiche di confessione pubblica si è passati gradualmente alla confessione auricolare privata), ha seguito un percorso diverso nel mondo ortodosso e cattolico romano.
Nella prassi ortodossa, la presenza invisibile di Cristo (vero fulcro di un legame triangolare di cui il prete e il penitente non sono il vertice principale) è manifestata dalla presenza di un'icona di Cristo; ciò viene ulteriormente sottolineato dalla posizione del prete e del penitente, entrambi seduti (usanza greca) o entrambi in piedi (usanza russa) di fronte all'icona del Salvatore.