La disperazione dei cristiani di Betlemme
Betlemme, città angosciata
Chi, il 7 ottobre di un anno fa, ha visto tutto il mondo crollargli addosso è anche Rony Tabash, arabo cristiano che a Betlemme gestisce uno storico negozio di oggetti religiosi addossato alla Basilica della Natività. Tra icone sacre e presepi di ulivo che vende in piazza della Mangiatoia, lui parla con noi con voce strozzata, un nodo in gola quasi lo fa piangere: «Il 7 ottobre ha praticamente congelato la mia vita e quella della mia famiglia. Il nostro negozio è vuoto. Tutto si è fermato. La mancanza dei pellegrini ci sta gettando sul lastrico e rischia di affamare tutta la nostra comunità. Per comprendere la gravità della situazione, basta riflettere sul fatto che l’85% della popolazione, qui, guadagna grazie ai pellegrini. E la città ora è completamente deserta».
Cristiani in fuga
l problema della mancanza di lavoro non è di poco conto. È come se un missile avesse centrato in pieno tutta Betlemme. «Il mio negozio – dice Rony – dà lavoro a 25 famiglie che collaborano con noi. Ora siamo tutti sul lastrico». Per questo sono molti i cristiani che stanno cercando di fuggire col desiderio di ricongiungersi con i familiari che nel tempo hanno fatto fortuna soprattutto negli Stati Uniti o in America Latina. Ma, assicura Rony, «ce ne sono molti di più che, come me, vogliono restare per testimoniare la fede cristiana nella terra dove nacque Gesù. Ma fino a quando potremo ancora resistere?».
https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2024-10/guerra-gaza-israele-chiesa-pace.html
Nessuno può essere contento della situazione dei cristiani residenti in Palestina, ma con l'ennesima prova del veleno che quella terra instilla negli animi di coloro che credono che essa abbia una qualche valenza trascendentale (cosa impossibile), prego affichè i cristiani la abbandonino per sempre una volta per tutte e lascino al suo destino. I luoghi santi sono pur sempre luoghi fisici: essi sono un mezzo, ma non il fine.
RispondiEliminaNon capisco questo discorso e lo dico anche da discepolo di San Francesco i cui figli da oltre settecento anni per mezzo della Custodia di Terra Santa custodiscono i Luoghi Santi.
EliminaPenso che ci saranno moltissimi altri interventi a confutare il ragionamento dell'anonimo delle 14,58.
Il suo discorso, sig. Anonimo, è al limite dell' assurdità. Quei luoghi devo essere difesi e preservati dai cristiani. Che facciamo, viviamo una fede senza luogo fisico? Di questo passo vivremo tutti da protestanti...
EliminaIl n'y a pas de doute que tout sera plus facile aux Khazars quand il n'y aura plus de Palestiniens, chrétiens et musulmans, à Béthléem et partout ailleurs en Terre Sainte. Une nouvelle Californie, c'est ce dont ils rêvent… Netanyahou va-t-il parvenir à ses fins ?
RispondiEliminaChe ci fanno ebrei e musulmani in Palestina, piuttosto, a proposito di quel che dice l'anonimo delle 14,58.
RispondiElimina"I luoghi santi sono pur sempre luoghi fisici, sono un mezzo, non il fine", sussurra l'anonimo.
Se è per quello, anche la vita terrena è un mezzo, non il fine. Eppure si vive, si deve vivere, pur sapendo di dover morire. E si muore per risorgere in eterno, vivaddio!
P.s.: quando si vedono scene come quelle di oggi, mi chiedo che ci fanno galeotti e burattini della peggior sinistra del dopoguerra in un Parlamento europeo che sembra sempre più un palcoscenico in cui si recita una commedia che sa di tragicomico.
Stiamo discutendo su quale gruppo abita da piu' tempo la Palestina ?
RispondiEliminaGli ebrei possono vantare alcuni millenni di permanenza, a partire dalla conquista dopo i 40 anni trascorsi nel deserto.
I cristiani raggiungeranno i 2000 anni nel 2033. E' da allora che esiste un Vescovo a Gerusalemme. Dovrebbe trattarsi di una permanenza ininterrotta. Sto parlando del Patriarca ortodosso di Gerusalemme. I francescani , cioe' i cattolici sono arrivati 700 anni fa dice Areki. Bene. Tra la morte e Resurrezione di Nostro Signore e l'arrivo dei francescani sono arrivati i musulmani con tutte le loro pretese.
No alle conversioni al cristianesimo.
No a quelli che oggi chiamiamo matrimoni misti.
Si alla liberta' di culto di ebrei e cristiani se e solo se ci si riconosce dhimmi, cioe' sottomessi e si paga la dovuta tassa.
Non mi sembrano regole compatibili con la civilta' attuale.
Sono l'anonino dell 14:58. I commentatori qui sono cattolici o protestanti? Meglio salvare un cumulo di mattoni o salvare le anime?
RispondiEliminaLa Gerusalemme cattolica è celeste non terrena, che per noi non ha alcuna valenza se non affettiva. Gesù squarciò il velo del tempio dove avevamo venerato il Padre per secoli: se manca la fede a che servono i segni esteriori? È proprio questa nostra capacità di considerarli un mezzo e non un fine che ci ha permesso di creare le opere d'arte piu belle di sempre. Se vi bombardano la chiesa o una calamità ve la distrugge abbandonate Dio?
Per quello di San Francesco: cosa vuole dire con il fatto che sono li da 700 anni? Se non arrivassero a 701 di servizio presso i luoghi santi finirebbe il mondo?
Siete un pò freddi di carità e umiltà e un pò troppo pieni di voi stessi.
Se qualcuno era in pensiero, gli levo subito l'ansia.
RispondiEliminaIl dr. Spano, dalla sgargiante aura arcobaleno, ce l'ha fatta, entra al massimo livello nello staff del "giulivo" neoministro Giuli, e nel giubilo del peggior radicalismo chic. Come sempre, si vota a destra per fare cose semplicemente di sinistra.
L'ottimo Andrea Zambrano ce lo chiarisce su NBQ.
L'abisso anticattolico, paganeggiante e in perfetto stile gramsciano sembra che si approfondisca ogni giorno di più.
Altro che Dio, Patria e Famiglia!
Sembra che escano dalla porta... per poi rientrare dalla finestra.
RispondiEliminaLeggete qua: https://it.wikipedia.org/wiki/Neturei_Karta
RispondiEliminahttp://www.unavox.it/Strumenti/Preghiere/Preghiera_alla_Madonna_Regina_della_Palestina.html
RispondiEliminaAntonio Margheriti
RispondiElimina"Israele non solo ha ogni diritto su Gaza, non solo ha diritto a occupare il sud del Libano, ma anche buona parte della Siria, dell'Egitto, dell'Iraq, dell'Arabia e lo farà: tutto dovrà essere terra del Grande Israele"
(il ministro sionazista della finanze di Israele, Bezalel Smotrich)
E tutto dopo aver teorizzato lo sterminio della popolazione palestinese per fame e sete impendendo che trovino canali per rifocillarsi finché non siano tutti quanti morti di stenti.
Non esistono piu né dx né sinistra, sono omologate, per quel che riguarda il MO e dintorni non dimenticare il motto del fondatore del partito zion "Una terra senza stato per uno stato senza terra".
RispondiEliminaIl pellegrinaggio a Santiago fu uno degli elementi forti che favorirono la comprensione reciproca di popoli europei tanto diversi, quali erano i latini, i germani, i celti, gli anglosassoni e gli slavi. Il pellegrinaggio avvicinava, di fatto, metteva in contatto e univa tra loro quelle genti che, di secolo in secolo, raggiunte dalla predicazione dei testimoni di Cristo, abbracciavano il Vangelo e contemporaneamente, si può dire, emergevano come popoli e nazioni. […] Dopo venti secoli di storia […] si deve ancora affermare che l’identità europea è incomprensibile senza il Cristianesimo, e che proprio in esso si ritrovano quelle radici comuni dalle quali è maturata la civiltà del vecchio continente, la sua cultura, il suo dinamismo, la sua operosità, la sua capacità di espansione costruttiva anche negli altri continenti; in una parola, tutto ciò che costituisce la sua gloria».
RispondiElimina…] si deve ancora affermare che l’identità europea è incomprensibile senza il Cristianesimo, e che proprio in esso si ritrovano quelle radici comuni dalle quali è maturata la civiltà del vecchio continente, la sua cultura, il suo dinamismo, la sua operosità, la sua capacità di espansione costruttiva anche negli altri continenti; in una parola, tutto ciò che costituisce la sua gloria».
https://lanuovabq.it/it/san-giacomo-il-maggiore-1-1
Quello che emerge e' : pellegrinaggio e predicazione.
Molti ebrei israeliani lasciano Israele
RispondiElimina"Con il raid iraniano del 1° ottobre Israele ha scoperto che la sua difesa aerea Iron Dome, pur rafforzata con Patriot americani, non è invulnerabile come si credeva. Dei 181 missili lanciati dall’Iran solo una parte è stata bloccata. Il resto ha forato le difese e colpito le basi del Negev, distruggendo forse alcuni centri di comando e controllo e forse anche alcuni dei 50 caccia F-35 che Israele possiede. Lo shock deve essere stato forte a Tel Aviv, tanto più che l’attacco era dimostrativo e Teheran aveva comunicato in anticipo data e ora del raid. Dunque, se ci fosse un attacco israeliano, l’Iran potrebbe rispondere senza preavviso con mille missili balistici. E questa volta mirerebbe non solo alle basi nel deserto ma anche a obiettivi militari nelle città, per esempio al palazzo del Mossad al centro di Tel Aviv, con centinaia di morti e danni enormi.
RispondiEliminaLa riprova di questo scenario viene dagli Usa, che in fretta e furia stanno mandando a Israele il sistema contraereo Thaad, il più sofisticato che posseggono. Segno che le difese israeliane sono ritenute insufficienti. Il Thaad sarebbe azionato per ora da 100 militari americani, perché non c’è tempo per addestrare gli israeliani."
"Nel mio pezzo mi sono limitato all'aspetto tecnico-militare più basilare, per ragioni di spazio. Se l'Iran colpisse i reattori nucleari di Dimona, e le testate atomiche che contiene, per Israele sarebbe la fine e non in senso metaforico ma fisico. Non è un caso che Netanyahu abbia detto che non colpirà le centrali nucleari e i pozzi petroliferi dell'Iran: spera nella reciprocità, ossia che l'Iran non colpisca la sua base atomica."
(Paolo Di Mizio)