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venerdì 7 marzo 2025

L'aspirazione verso l'alto di Michelangelo

Ricorreva ieri il 559° anniversario della nascita di Michelangelo Buonarroti, genio del Rinascimento nato il 6 marzo 1475! Scultore, pittore, architetto, poeta ecc.. ci ha regalato capolavori immortali come il David e la Cappella Sistina. Un talento ineguagliabile che Massimo Scapin commemora nel testo che segue, nella nostra traduzione da OnePeterFive.

L'aspirazione verso l'alto di Michelangelo

Oggi [ieri 6 marzo -ndT] celebriamo il 550° anniversario della nascita di Michelangelo Buonarroti, l'artista più tormentato e rivoluzionario del Rinascimento, la cui influenza ha plasmato in modo indelebile Firenze, Roma e la storia dell'arte come la conosciamo. Nato il 6 marzo 1475 a Caprese, vicino ad Arezzo, in Toscana, dove suo padre Ludovico era podestà, l'impatto di Michelangelo sul mondo dell'arte rimane senza pari.

A soli 13 anni, Michelangelo si trasferì a Firenze, dove studiò pittura sotto Domenico Ghirlandaio († 1494). Tuttavia, presto si concentrò sulla scultura, la sua vera vocazione. Sotto il patrocinio di Lorenzo de' Medici († 1492), Michelangelo approfondì la sua comprensione dell'anatomia umana studiando le statue classiche nella collezione dei Medici. Nel 1496, si trasferì a Roma e creò la sua prima Pietà, un capolavoro scolpito all'età di 23 anni, che è ora esposto alla porta del Giubileo della Basilica Vaticana. Al ritorno a Firenze, realizzò il David, simbolo della Repubblica fiorentina, e la Sacra Famiglia ( Tondo Doni ). Nel 1504, fu incaricato, insieme a Leonardo da Vinci († 1519), di affrescare Palazzo Vecchio. Tuttavia, il progetto rimase incompiuto poiché Papa Giulio II († 1513) richiamò Michelangelo a Roma per lavorare alla sua tomba.

Dal 1508 al 1512, nonostante il suo interesse principale fosse per la scultura, Michelangelo affrontò la sfida di dipingere il soffitto della Cappella Sistina in Vaticano, realizzando un'opera dallo stile drammatico e monumentale. Dopo un periodo a Firenze, tornò a Roma per dipingere l'immenso e imponente Giudizio Universale sulla parete dell'altare della Cappella Sistina, rompendo con le precedenti tradizioni artistiche. Negli ultimi anni, Michelangelo spostò la sua attenzione sull'architettura, assumendo il ruolo di architetto capo per la Basilica di San Pietro. Continuò la costruzione basandosi su un piano rivisto da Donato Bramante († 1514), perseverando nel suo compito con una dedizione rara e accurata. Completò l'opera fino al tamburo "per amore di Dio e senza alcuna ricompensa", come aveva desiderato. [1] Michelangelo morì il 18 febbraio 1564 a Roma, nella sua residenza a Macel de' Corvi, vicino al Foro Traiano, che nel frattempo è stata distrutta. All’età di 88 anni, Michelangelo morì con una pietà straordinaria, e coloro che gli furono accanto nei suoi ultimi momenti attestarono che “nessuno avrebbe potuto lasciare questa vita con un atteggiamento più delicato né con una devozione maggiore”. [2] Ha lasciato dietro di sé un’eredità artistica di ineguagliabile importanza.

Le opere sacre di Michelangelo, in particolare gli affreschi della Cappella Sistina, furono salutate da Papa Paolo VI come una «grande predicazione religiosa» . [3] A conclusione del quinto centenario della nascita di «questa gigantesca figura del genio umano», il Papa espresse gratitudine a Dio e a Michelangelo per «l'aiuto che ha dato alla nostra preghiera, incoraggiandoci con la sua visione dell'arte ad elevarci verso il divino».

Rivolgendosi per la terza volta durante il suo pontificato ai numerosi artisti presenti, Papa Montini osservò:
L'esempio che ci viene da Michelangelo è una lezione che deve continuare a risuonare anche ai nostri tempi, per la dignità della vostra missione, come anche per la gioia di una nuova primavera dell'arte cristiana, che, sotto l'impulso del Concilio Vaticano II, si preannuncia ricca di speranza nella Chiesa. E questo appello ci appare tanto più urgente e attuale, quanto più falsi principi ispirati a una visione della vita senza una speranza superiore rischiano di degradare l'arte dalle sue alte finalità. Se l'arte, secondo la definizione scultorea di Dante, «è quasi nipote di Dio» [ Inferno 11.105], ha bisogno di avvicinarsi di più a Dio, di conoscerlo e di amarlo in uno sforzo costante di purificazione e di donazione di sé […].
L'arte, soprattutto l'arte, come ogni attività umana, deve essere finalizzata a uno sforzo di sublimazione. Come la musica, come la poesia, come il lavoro, come il pensiero, come la preghiera, deve essere rivolta verso l'alto. Michelangelo, quindi, vi ricorda quanto la fede possa essere di aiuto all'artista, poiché fornisce uno stimolo costante a superare se stessi, a esprimersi meglio e a fondere le proprie esperienze in quelle magnifiche sintesi di cui la storia dell'arte, nei suoi momenti più alti, ci ha dato modelli incomparabili. Solo così, come richiede la vostra alta missione, potrete servire l'umanità in modo nobile e coscienzioso, aiutandola e guidandola a pensare bene, a sentire bene e a vivere bene. Tendendo una mano fraterna che elevi gli altri ad amare "tutto ciò che è vero, tutto ciò che è nobile, tutto ciò che è giusto, tutto ciò che è puro, tutto ciò che è amabile" (Fil 4,8), avrete contribuito all'opera della pace, e "allora il Dio della pace sarà con voi" (Fil 4,9).
Questa chiamata, se estesa oltre le arti visive, comprende anche la musica, sia che serva a esigenze liturgiche o esplori temi religiosi. Accanto a molti compositori che hanno dedicato la loro opera alla musica sacra, come Pier Luigi da Palestrina († 1594), Orlando di Lasso († 1594) e Tomás Luis de Victoria († 1611), numerosi altri, da George Frideric Handel († 1759) a Johann Sebastian Bach († 1750), da Wolfgang Amadeus Mozart († 1791) a Franz Schubert († 1828), da Ludwig van Beethoven († 1827) a Hector Berlioz († 1889), da Franz Liszt († 1886) a Giuseppe Verdi († 1901), ci hanno regalato capolavori di profonda ispirazione religiosa.

I musicisti cristiani, ispirati dall'aspirazione verso l'alto di Michelangelo, dovrebbero considerare la loro missione come un'opportunità per trascendere le forme materiali e sensoriali, rivelando "gli aspetti più veri della dignità umana, la sacralità della vita e la bellezza misteriosa e persino terrifica della concezione cristiana".
_____________________
[1] G. Vasari, Vite , Vol. IX, p. 64.
[2] Lettera citata in G. Papini, Michelangelo, la sua vita e la sua epoca, New York 1952, p. 513.
[3] Omelia del 29 febbraio 1976; nostra traduzione.

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

14 commenti:

  1. Un altro 'accadeva oggi'07 marzo, 2025 17:51

    "Quando nella sua Poetica, Aristotele scrive che il fine della tragedia (cioè del teatro) è la catarsi, egli afferma soprattutto questo, che la tragedia ha un fine pratico, la purificazione del corpo sociale, ossia la conoscenza e quindi la difesa dai mali che lo turbano, attraverso la loro rappresentazione in pubblico".
    Luciano Lucignani

    Aristotele nasce nel 384 a.C. a Stagira, una cittadina della Grecia. Figlio di un medico, la vita lo mette alla prova presto: perde i genitori da ragazzo. Ma nel 367 a.C., a soli 17 anni, eccolo catapultato ad Atene, dritto nell’Accademia di Platone. Immaginatelo: un giovane con la curiosità che gli scoppia dentro, a tu per tu con un gigante del pensiero. Non è uno che si accontenta, però. Si pone domande e ha una sete di sapere. Quando Platone muore nel 347 a.C., Aristotele non ci pensa due volte prende la sua strada.
    Il destino gli mescola le carte della vita. Intorno al 343 a.C., diventa il precettore di un certo Alessandro – sì, proprio quel Alessandro Magno che conquisterà mezzo mondo. Un filosofo a plasmare un futuro re: roba da far girare la testa! Ma Aristotele non è solo un insegnante con la bacchetta in mano. Nel 335 a.C. torna ad Atene e dà vita al Liceo, un luogo magico dove si cammina sotto i portici, si chiacchiera e si prova a decifrare i misteri dell’universo. La sua mente è un turbine incontenibile: biologia, politica, etica, logica – vuole mettere le mani su tutto. È lui a insegnarci che ogni cosa ha una causa, un perché, gettando le basi di quello che oggi chiamiamo scienza. E non dimentichiamo la catarsi: con la sua idea di purificazione delle emozioni attraverso la tragedia, ci ha regalato un modo per guardare dentro noi stessi, per liberarci dalle tempeste dell’anima.
    Non era un santo, sia chiaro. Aveva i suoi difetti, le sue cantonate. Ma ciò che mi lascia a bocca aperta è quella fame insaziabile di sapere, quel fuoco che lo spingeva a sfidare ogni certezza. Il 7 marzo del 322 a.C., Aristotele ci lascia ma le sue parole? Quelle sono vive, potenti e anche molte volte attuali.
    #Aristotele

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  2. Eredità da ricordare07 marzo, 2025 18:07

    “A quarantanove anni, Tommaso d’Aquino ci ha lasciati eredi di una tra le sintesi più originali e poderose del pensiero umano di tutti i tempi, e tale da articolarsi in una produzione letteraria che sbalordisce (...). La ricchezza delle fonti del suo pensiero è tanta che sarebbe incredibile, se non affiorasse continuamente dalle sue opere. L’Aquinate conosce benissimo (e ricorda persino a memoria) i principali tra i Padri della Chiesa greca e latina, come risulta anche dalla sua Catena aurea in Evangelia. La “selva selvaggia e aspra e forte” delle opere di s. Agostino gli è familiare. Si mostra informato di tutti gli scrittori e i documenti ecclesiastici, dalle origini ai suoi tempi. Domina l’intera letteratura greca e latina, dagli storici ai naturalisti, dai poeti ai filosofi e ai giuristi...Nel campo della bibliografia aristotelica non teme rivali, conoscendo i commentari dello Stagirita, antichi e contemporanei, arabi, ebrei, cristiani. Non si esagera se lo si ritiene l’erede più intelligente dell’intera cultura antica dell’Occidente....”.

    “È per merito del suo realismo che egli apre la via che mena alla fede nella conquista di quei motivi di credibilità che ne fanno il più accorto e felice superamento della ragione...”
    (P. Enrico Zoffoli).

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  3. Hegel diceva che una delle qualità più impressionanti di Aristotele era la capacità di affrontare un concetto esaurendone tutte le implicazioni. In effetti, il principio di causalità Aristotele l'ha definito secondo i ben noti quattro concetti che lo spiegano in modo assolutamente esaustivo.

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  4. FT notturno. Meloni all'improvviso dà i numeri.
    Non si può mai stare tranquilli un giorno, oggi. Ogni momento ce n'è una. Meloni aveva fatto bene finora a dire no al possibile invio di soldati italiani come peacemakers in Ucraina, se ci sarà la pace. Adesso all'improvviso se ne esce fuori con la proposta di estendere all'Ucraina l'art. 5 della Nato, anche senza chiamare l'Ucraina a far parte della Nato.
    L'idea è folle. L'art. 5 prevede l'assistenza ad uno Stato membro aggredito militarmente da parte degli altri membri dell'Alleanza. Ciò significherebbe che l'Italia, come gli altri, si troverebbe obbligata a mandare soldati in soccorso dell'Ucraina, invasa dai russi. Ma non ha appena detto Meloni che non manderebbe truppe italiane in Ucraina?
    La logica qui fa difetto. I russi interpreterebbero una simile mossa come un arruolamente mascherato dell'Ucraina nella Nato, con tutte le conseguenze del caso.
    Passo falso di Meloni e del nostro governo, mancanza di lucidità.
    Anche la recente approvazione del decreto sul femminicidio, eragastolo a prescindere, se l'omicidio viene commesso sulla donna per odio in quanto donna (e non per gelosia, poniamo?).
    Sono argomenti risibili. Se un marito via di testa dalla gelosia ammazza la moglie che lo tradisce, certamente l'ammazza in quanto donna, la cosa è implicita nel reato stesso, non poteva mica ammazzarla in quanto "uomo" o "animale" o quant'altro.
    Retorica femminista della peggior specie. E come sono le statistiche sui "femminicidi"? Vengono comunicate?
    Speriamo che Meloni non cominci a perdere colpi.
    Ma il resto del governo, che fa?
    ar

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    1. Troppo caviale!

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    2. Concordo pienamente con il suo commento. Per la seconda questione aggiungo giocosamente che per fortuna non mi sono mai sposato.
      Per il resto, i politici sono obbligati a fare tutto quello che vuole l'alta finanza, della quale sono al servizio. Credere ingenuamente che i politici siano al servizio dei popoli è impossibile.

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  5. Visto che si ricordano sempre COMMEMORAZIONI ED ANNIVERSARI: oggi 8 marzo due date infauste.

    -- L ' 8 marzo 1917 (calendario gregoriano) inizio della Rivoluzione russa, la cui prima sempre turbolenta fase si sarebbe conclusa il 7 novembre 1917 (25 ottobrre secondo il vecchio calendario giuliano) con il colpo di Stato militare dei bolscevichi contro la nascente democrazia russa. La Rivoluzione, organizzata dai sindacati con gli scioperi generali e dalla truppa guidata dai partiti rivoluzionari, fece cadere la Monarchia, la cui dinastia (dei Romanoff) governava la Russia da tre secoli. Lo zar abdicò. Fu organizzato un governo provvisorio appoggiato alla Duma, un'assemblea che lo zar a malincuore convocava di tanto in tanto, da qualche anno solamente. La Russia precipitò in un'anarchia sanguinosa, ogni autorità scomparve, linciaggi e omicidi erano all'ordine del giorno, esplodeva anche la "rivoluzione sessuale", insomma si erano aperte le Porte dell'Inferno e per molto tempo non si sarebbero chiuse. Nelle rivoluzioni si assiste ad un incredibile connubio di idealismo, anche eroico, e di ferocia e bestialità della peggior specie.
    La famiglia imperiale tenuta in ostaggio dai bolscevichi fu poi non molto tempo dopo barbaramente trucidata in segreto con ordine verbale segreto di Lenin e di Sverdlov, uno dei suoi ministri (commissari del popolo). In quell'8 marzo furono mobilitati dai sindacati anche le donne, con la scusa della grave situazione alimentare. Il freddo era eccezionale anche per la Russia, il sistema ferroviario si dimostrava da tempo incapace di rifornire la popolazione, oberato dal traffico bellico, mancavano molte cose (mancavano anche all'esercito). I sindacati più o meno legali sabotavano la guerra.
    Il 2 aprile 1917 il presidente americano Wilson era riuscito a convincere il Congresso a dichiarare guerra alla sola Germania, dopo l'affondamento del mercantile americano "Vigilentia". La Germania aveva stoltamente dichiarato in febbraio la guerra sottomarina totale, coinvolgente i neutrali.
    Wilson appoggiava il governo provvisorio russo. Fece affluire in Siberia grandi quantità di rifornimenti per la Russia ma i suoi tecnici non riuscirono ad utilizzare le ferrovie russe siberiane, a scartamento più grande. Non riuscì all'America quel fondamentale rifornimento militare e agroalimentare alla Russia, che ebbe invece pienamente successo nella II gm (via Murmansk con la flotta britannica, via Golfo Persico-Iran-Caucaso, via Siberia).
    (Adesso gli USA vogliono allearsi di nuovo con i russi, bisogna però vedere come chiuderanno la questione ucraina, che sta diventando sempre più spinosa).
    - Sull'8 marzo come festa della donna ossia sull'ideologia femminista della quale è espressione, c'è poco da dire, che non sia stato già detto, in chiave del tutto negativa. Il femminismo non attenua la sua presa in Occidente, manca una reazione adeguata, nonostante esso sia la causa principale della denatalità che ci sta estinguendo, grazie alla Rivoluzione Sessuale della quale si fa portavoce, cui non intende rinunciare.
    H.

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  6. Marzo "festa delle donne" perche'?
    Per ricordarsi delle donne che molti uomini ammazzano.
    ----------- --------- --------
    No comment!

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  7. "Per ricordarsi delle donne che molti uomini ammazzano..."
    Ma quanti sarebbero questi "molti uomini"? Perché non si danno le cifre del presunto "femminicidio"? Andiamo a vedere su Internet.
    Nel 2023 sono state uccise 117 donne; nel 2024 100. Nel 2023 di contro a 117 donne sono stati uccisi 217 uomini.
    Nella prima settimana di gennaio 2025 gli omicidi sono stati 7, dei quali uno solo concernente una donna (fonti della polizia di Stato). Con uccisioni od omicidi si intende l'omicidio volontario.

    Il tasso di omicidio in Italia è dello 0,51% ogni 100.000 abitanti, uno tra i più bassi d'Europa.
    Gli omicidi sono in diminuzione nel nostro Paese, come tendenza generale.
    Di cosa cianciano le femministe?

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    1. Quella e' stata la risposta alla mia considerazione : " A che serve questa inutile ideologizzata festa"?

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  8. Nessuno dice che il femminicidio in realtà era già regolamentato nell'omicidio. Altrimenti dovremmo concludere che la donna non è un essere umano.

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  9. Se non ricordo male l'8 marzo fu scelto perché  in quella data di un anno che non ricordo, tra '800 e '900, prese fuoco, in America, un capannone di una industria forse tessile, dove lavoravano solo donne e tutte o quasi tutte vi morirono. A questa terribile disgrazia si aggiunse anche la riflessione che le donne erano pagate meno degli uomini. Quindi era una data che richiamava alla attenzione di tutti e la sicurezza del lavoro per tutti e la parità  di retribuzione  per le donne lavoratrici. Non c'erano allora molti omicidi causati da erotismo fuori controllo. È  una data che ricorda la parità di stima, di rispetto e di retribuzione per il lavoro di uomini e donne. m.a.

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  10. Ma si è anche letto che la disgrazia non è così sicura, come fatto storico.
    Dell'8 marzo si sono comunque impadronite le femministe e sodali.

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  11. Ho controllato su Wikipedia che dubita sulla veridicità  dell'incendio . Di questa tragedia seppi nel '68 all'Università  da una studentessa e tanto mi impressionò sia per la disgrazia in sé, sia perché tante studentesse  mie coetanee sapevano fatti dei quali nulla sapevo. Non so se una bugia può  durare più  di 50 anni. Forse sì. Forse no. Perché le bugie hanno le gambe corte, si dice.
    m.a.

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