Si continua a parlarne. Ora anche l’arcivescovo Gänswein esorta Papa Leone a porre fine alle restrizioni sulla Messa in latino e a ripristinare Summorum Pontificum, affermando che la Messa tradizionale non può essere “valida e preziosa ieri e poi non più valida domani”.
L’ex segretario personale di Papa Benedetto XVI ha quindi sottolineato che Summorum Pontificum era la via giusta per favorire la pace liturgica nel rito romano e ha detto di sperare che Papa Leone lo ripristini.
L’arciv. Gänswein esorta Papa Leone a porre fine alle restrizioni sulle messe antiquior e a ripristinare il Summorum Pontificum
Leggo su LifeSiteNews che l’arcivescovo Georg Gänswein, nunzio apostolico in Lituania, Estonia e Lettonia, in un’intervista resa pubblica nei giorni scorsi, ha detto che Papa Leone XIV dovrebbe porre fine alle restrizioni sulla Messa tradizionale e tornare alle norme del motu proprio di Papa Benedetto XVI Summorum Pontificum, perché, a suo giudizio, esso aveva portato unità nella Chiesa.
Nell’intervista, trasmessa il 7 dicembre dall’emittente cattolica tedesca Katholisches Fernsehen (K-TV), Gänswein osserva che la Messa tridentina, che per secoli ha nutrito la fede della Chiesa, non può diventare all’improvviso invalida o priva di valore oggi. Si è anche chiesto perché Papa Francesco abbia promulgato Traditionis Custodes, dal momento che la maggioranza dei vescovi era soddisfatta del motu proprio del suo predecessore, Summorum Pontificum. L’ex segretario personale di Papa Benedetto XVI ha quindi sottolineato che Summorum Pontificum era la via giusta per favorire la pace liturgica nel rito romano e ha detto di sperare che Papa Leone lo ripristini.
Gänswein è l’ultimo prelato ad esprimere la speranza che il motu proprio del 2021 di Papa Francesco venga revocato, tornando così a Summorum Pontificum.
Egli ha dichiarato: «È proprio la Messa tradizionale ad aver permesso alla Chiesa non solo di vivere, ma di vivere bene per secoli, e da essa, e attraverso di essa, è stato alimentato il senso del sacro». «Non può essere che fosse valida e preziosa ieri e poi non lo sia più domani. È una situazione innaturale».
Gänswein, apparentemente richiamando il rapporto pubblicato in estate dalla giornalista vaticana Diane Montagna sui risultati complessivi [qui - qui] del sondaggio tra i vescovi del 2020 [qui - qui - qui], condotto dall’allora Congregazione per la Dottrina della Fede e ritenuto all’origine della promulgazione di Traditionis Custodes, ha sostenuto che la grande maggioranza dei vescovi era, in definitiva, soddisfatta dell’applicazione di Summorum Pontificum.
«I risultati non sono mai stati pubblicati ufficialmente, ma, naturalmente, se ne è venuti a conoscenza, e alla fine ne è emersa una valutazione positiva», ha detto il nunzio. Summorum Pontificum era considerato un cammino di pace, soprattutto in campo liturgico, che è un ambito fondamentale della vita religiosa, e non ci dovrebbero essere cambiamenti», aggiungendo: «Perché Papa Francesco abbia comunque imposto queste restrizioni resta per me un mistero».
Alla domanda su cosa auspichi per il futuro della Messa tridentina, Gänswein ha risposto che Papa Leone dovrebbe ripristinare Summorum Pontificum, così da favorire l’unità nel rito romano.
Ha affermato: «Ritengo che la saggia disciplina stabilita da Papa Benedetto, in Summorum Pontificum, sia la strada giusta: lo è stata per oltre dieci anni, e dovremmo continuare su questa via senza polemiche e senza restrizioni». «Posso solo sperare che anche Papa Leone vada in questa direzione e prosegua semplicemente quest’opera di pacificazione, così da poter guardare avanti e lavorare insieme».
Del resto, dall’elezione di Papa Leone nel mese di maggio, diversi prelati hanno invitato il nuovo pontefice a porre fine alle ampie restrizioni sulla celebrazione della Messa tradizionale latina e a tornare alle norme fissate da Summorum Pontificum.
A giugno, il cardinale Raymond Burke, che pochi mesi dopo ha celebrato una Messa tradizionale nella Basilica di San Pietro, in occasione del pellegrinaggio annuale Summorum Pontificum, ha detto di aver già parlato con Papa Leone della persecuzione dei fedeli che partecipano alla Messa in latino:
«Mi auguro che Leone XIV ponga fine all’attuale persecuzione, dentro la Chiesa, dei fedeli che desiderano rendere culto a Dio secondo l’uso più antico del rito romano.
Ho già avuto occasione di dirlo al Santo Padre. Mi auguro che, non appena sarà possibile, egli affronti seriamente lo studio di questa questione e cerchi di ripristinare la situazione così com’era dopo Summorum Pontificum e persino di sviluppare ciò che Papa Benedetto XVI aveva così saggiamente e con tanto amore stabilito per la Chiesa».
In un’intervista dello scorso ottobre, il card. Robert Sarah ha rivelato di aver avuto anche lui la possibilità di parlare con Papa Leone della fine delle restrizioni sulla Messa tradizionale durante un’udienza privata nel mese di settembre.
Il cardinale Kurt Koch, recentemente nominato da Papa Leone presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha affermato in agosto che sarebbe «auspicabile» che il 267° pontefice ponesse fine alle restrizioni sulla Messa antiquior e tornasse a Summorum Pontificum. Il prelato svizzero ha dichiarato:
«Personalmente, sarei contento se riuscissimo a trovare una buona via d’uscita». «Papa Benedetto XVI ha indicato una strada utile, perché ha ritenuto che qualcosa praticato per secoli non possa essere semplicemente proibito. Questo mi ha convinto». E conclude: «Papa Francesco ha scelto, su questo punto, una linea molto restrittiva. Sarebbe certamente auspicabile riaprire, almeno in parte, la porta che ora è stata chiusa».
Recentemente anche il vescovo Schneider, ricevuto dal papa proprio in questi giorni, aveva in precedenza detto la sua [qui]. Non da meno il vescovo Strickland [qui], il Card Muller e il card. Arinze, già fustigatore, sotto l'egida di Benedetto XVI, della controversa liturgia neocatecumenale. (Maria Guarini)


Bene, così darà il contentino a quelli della riserva, e tutto rimarrà come prima.
RispondiEliminaC. Gazzoli
Povero Leone XIV: proprio ora che potrebbe dire "Bergoglio aveva mentito, pertanto il Traditionis Custodes va abolito", non può dirlo, altrimenti salta la tanto tanto preziosa "continuità" di pontificato, preziosissima...
EliminaMeglio un contentino o non averla per niente?
RispondiEliminaMeglio averla, se poi a celebrarla siano preti FSSPX o summorum pontificum o ecclesia dei o diocesani poco importa.
È il sacramento che opera e che converte anche i dubbiosi, non i chierici. Teniamolo a mente.
Interpretando fedelmente il medesimo pensiero di tanti fedeli, mi associo a quel che ha scritto uin lettore sopra ( 21:18) "Meglio averla, se poi a celebrarla siano preti FSSPX o summorum pontificum o ecclesia dei o diocesani poco importa.
RispondiEliminaÈ il sacramento che opera e che converte anche i dubbiosi, non i chierici. Teniamolo a mente.". Con l'acido, elemento purtroppo presente spesso in maniera predomiante in taluni "tradizionalisti"non si costruisce niente anzi si continua , a danno soprattutto delle nuove generazioni, a corrodere quindi a distruggere. Seguendo l'esortazione del Santo Padre “dobbiamo sparire, perché rimanga Cristo”: dobbiamo abbassare il nostro, troppo spesso, smisurato ego per intronizzare Cristo Gesù come hanno fatto i Santi in due anni di storia della Chiesa. Nessuno si chiede perchè tanti giovani Sacerdoti non vogliono assolutamente unirsi ai nostri gruppi "tradizionali"? Buon Natale alla Redazione di Chiesa e Post Concilio e a tutti i "colleghi" Lettori.
Concordo, la tragica situazione attuale necessita non la distruzione e il fuoco amico, ma l'impegno comune nel ricostruire dalle macerie, ognuno nel suo piccolo e per quello che può, mettendo da parte le opinioni sterili e i (pre)giudizi e la maldicenza verso i "concorrenti".
EliminaRicordiamoci che il tanto aborrito (da alcuni tradizionalisti) Summorum Pontificum del tanto aborrito Benedetto XVI (aborrito da alcuni tradizionalisti che, per chi non ha la memoria corta, ai tempi del suo regno erano benedettiani sfegatati per poi rivoltarglisi contro come cani rabbiosi)... ricordiamoci che il Summorum Pontificum di B16 ha permesso a tantissimi insipienti novusordisti, ora smemorati, di accostarsi al rito tridentino e di apprezzarlo. Così come ha dato un notevole impulso agli studi accademici sull'antico rito, cosa di cui tutti abbiamo beneficiato e continuiamo a beneficiare.
Credo che se la liberalizzazione summorumpontifichiana fosse continuata, il rito tridentino si sarebbe diffuso sempre più, sottraendo progressivamente fedeli al NO, fino a provocarne la sparizione o quasi, quantomeno invertendo le proporzioni.
E' diventato molto comune utilizzare il termine "tradizionalista", in modo ovviamente dispregiativo, per indicare chi invece si ritiene solo "normale", nel senso della Norma di Dio. Non è il "Traditionis Custodes" che va abolito, ma il "Summorum Pontificum" e molto, molto altro... Lo so che questa è "utopia" ma tutto il resto è penosa parodia.
RispondiEliminaC. Gazzoli
TOLLE ET LEGE
RispondiEliminaL'ultima proposizione del "Sillabo degli errori moderni" di Papa Pio IX, pubblicato nel 1864, condanna l'idea che il pontefice debba riconciliarsi e venire a patti con il progresso, il liberalismo e la modernità, affermando che il Papa deve rimanere autonomo e intransigente rispetto alle tendenze del mondo contemporaneo, che vede come una minaccia alla fede e alla morale cattolica, riassumendo il rifiuto totale della separazione Stato-Chiesa e dei diritti liberali.
Contesto del Sillabo
Data: 1864, allegato all'enciclica Quanta cura.
Contenuto: Una lista di 80 proposizioni, giudicate erronee, che condannavano idee liberali, socialiste, razionaliste e la modernità in generale, in un'epoca di unificazione italiana e cambiamenti sociali.
La Proposizione Finale (n. 80)
La proposizione numero 80, spesso citata, esprime che:
"Il Pontefice Romano può e deve venire a conciliazione e accordo con il progresso, il liberalismo e la moderna civiltà" è errato.
In sintesi, il Sillabo, con la sua ultima, perentoria affermazione, ribadiva la condanna della Chiesa verso le ideologie che minacciavano l'autorità papale e i valori tradizionali, chiudendo la porta a qualsiasi compromesso con il mondo moderno.
(Eleborazione della AI).