Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 25 luglio 2025

Una nuova fuga di notizie sfida (ancora una volta) la narrazione vaticana

Nella nostra traduzione da OnePeterFive. Si fanno delle ipotesi sulla sorte della Messa antica. Qui l'indice degli articoli sulla Traditionis custodes e restrizioni siccessive.

Una nuova fuga di notizie sfida (ancora una volta) la narrazione vaticana

In tutti gli anni di Papa Francesco, devo credere che ci siano stati molti uomini buoni a Roma che hanno cercato di fare il possibile. Per esempio, la nota anonima del Cardinale Pell al Cardinalato [qui] in cui denunciava il pontificato di Francesco [qui denunciava incubo tossico]. Come ho già detto, un vescovo mi ha detto al Congresso Eucaristico di Indianapolis, negli Stati Uniti, che il movimento Tradizionalista gode in realtà di un ampio sostegno tra i vescovi. Ma questi uomini buoni sono o codardi, o astuti come serpenti, e giocano le loro carte al momento giusto nel pantano della politica vaticana.

Forse ora questi bravi uomini stanno agendo, facendo trapelare documenti cruciali a una delle più grandi vaticaniste inglesi, Diane Montagna [qui]. E oggi ha una nuova fuga di notizie [qui]:
Da quando ho pubblicato quell'articolo, ho ottenuto il numero di protocollo vaticano per il rapporto finale della CDF. Ho inoltre ottenuto l' introduzione alla sua Seconda Parte, che conferma che la valutazione complessiva costituiva il "parere ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede" a cui Papa Francesco fa riferimento nella Traditionis Custodes.
Questo segue i commenti del portavoce vaticano Matteo Bruni della scorsa settimana, in cui ha minimizzato alcune sezioni del rapporto finale della CDF che ho pubblicato il 1° luglio. Ha affermato che non avrebbe confermato l'autenticità di quelle sezioni, che "presumibilmente" rappresentavano solo una parte "molto parziale e incompleta" del processo decisionale che ha portato Papa Francesco a emanare la Traditionis Custodes, e che altri documenti e "rapporti riservati" erano confluiti nella decisione del Papa, cosa che il Vaticano non aveva rivelato fino ad ora.

Quindi pensiamo a cosa potrebbe succedere qui:
  • I buoni ecclesiastici scelsero di affidare a un buon giornalista informazioni importanti per il bene della Chiesa.
  • Poi Matteo Bruni ha tentato di screditare questo resoconto e di nasconderlo nella memoria.
  • Poi questi bravi ecclesiastici tornarono dalla signorina Montagna con altre fughe di notizie che confermarono l'autenticità della prima fuga di notizie.
Se la mia ipotesi è corretta, potrebbe significare che questi bravi ecclesiastici stanno giocando con Papa Leone: stanno creando una situazione in cui Papa Leone sarà costretto ad agire. Se Papa Leone è intelligente come sembra, è già pienamente consapevole della situazione.

Nel suo ultimo post, Diane Montagna ha sfidato la sala stampa vaticana a fornire le prove delle loro affermazioni, dato che lei stessa le ha fornite. Poiché la sala stampa vaticana aveva già pronto un comunicato, si può affermare con certezza che la cricca dei Nuovi Iconoclasti a Roma sta tremando, mentre il loro castello di carte oscilla e potrebbe crollare. Senza dubbio, altri giornalisti, alla prossima conferenza stampa, porranno loro domande sgradevoli …

Tutto si riduce a Papa Leone: ha già agito in modo straordinario nel modo in cui a Roma ha celebrato il Novus Ordo Missae, in linea con il miglior senso liturgico di Papa Benedetto, rompendo con Papa Francesco che non cantava nemmeno nelle sue Messe.

Ma Leone ha recentemente rotto con Francesco in modo significativo: ha scritto al cardinale Burke, incoraggiandolo, mentre questi celebrava il suo anniversario di sacerdozio. Questo è estremamente significativo perché Papa Leone dovrebbe sapere quanto Papa Francesco, comportandosi (in apparenza) come "il Papa Dittatore", abbia trattato Burke in modo terribile, perché Burke cercava di essere un fedele fratello vescovo del vescovo di Roma.

Solo il tempo rivelerà cosa si cela nel cuore di Papa Leone. Nel frattempo, attendiamo il suo primo documento o atto significativo. Che Dio lo protegga dai suoi nemici e da ogni "vermilinguo [lingua ingannatrice]" che gli sussurra all'orecchio...

GESÙ È RE!

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Papa Leone sta muovendosi in una foresta in cui molti animali sono diventati incapaci di riconoscere il Re.

La creazione bergogliana (in odore di evoluzionismo) è lontana parente della Creazione del Re, onde per cui anche il re della foresta conterebbe per modo di dire.

Anche Benedetto XVI aveva sperimentato il disporre di un potere che si esauriva all'uscio del suo studio...
Il potere oggi l'agisce sottotraccia un diffuso sistema infiltratosi ovunque, ovviamente anche nella Chiesa.

E' il potere del principe di questo mondo, basato sulla menzogna e all'occorrenza anche sull'omicidio.

Chi tira i fili sa benissimo che è necessario propagandare continuità tra l'infame dodicennio bergoglioso (che resta tuttavia un'occasione di Grazia) e il ritorno di un pensiero cattolico nell'essere della Sposa.

Non vale solo a Roma: il mondo intero, sull'orlo di una guerra nucleare, assiste al fuoco incrociato di falsi alleati contro chi dissente dalla narrazione che deve insistere.
Soprattutto vale negli USA, dove il deep State fa contro Trump quel che la deep Church orchestra contro Leone.

Lo scontro è epocale: mors tua, vita mea. I potentati globalisti e satanisti lo sanno.
Vedono aggregarsi poteri forti in tutto il mondo contro la loro delirante volontà di onnipotenza. Perdono (voce del verbo perdere) e annusano che non ci sarà perdono perchè non lo vogliono: sono efferati e destinati ad essere schiantati.

Intanto però sono ancora forti e la testa del serpente è a Londra.
Agitano qua e là i loro referenti sperando che ne esca una mossa falsa altrui che riporti in sella qualche altro loro burattino. Credono che tutto si risolva al di qua, dove regna il loro padre spirituale.

La Sposa che ragiona cattolicamente li spiazza e li innervosisce, mentre i poteri terreni loro ostili sembrano sempre più capaci di colpire (Russia) e di aggregare anche chi prima era in loro potere...

Il Russia-gate pende come un cappio e allora si agita la lista di Epstein, come se dietro a questa lista non ci fosse un gigantesco intreccio di ricatti incrociati che fino a Bergoglio poteva funzionare anche dentro la Chiesa.

Per chi agisce nel segreto muoversi alla luce del sole è un disastro: un serpente allo scoperto è facile preda dell'aquila. Chi striscia velenoso non vola alto.
Questa è la speranza, che rende discontinua la Sposa e il suo Leone, malgrado gli Spadaro di turno e tutti gli Spadaro che nelle varie forme cercano di mistificare.

Anonimo ha detto...

Di tanto in tanto si vedono su internet spezzoni di riprese dove Leone trattiene a stento le lacrime. È di facile commozione? O, di giorno in giorno, sta comprendendo dov'è capitato? Forse entrambi i moti del suo spirito: comprensione e commozione. Nei fatti dell'anima è ancora nella Camera delle lacrime, dove viene portato il Papa appena eletto. Se normalmente per un Papa c'è da piangere, qui a dirotto!

Anonimo ha detto...

Gli Spadaro si aggirano come fantasmi nella mente di diversi sacerdoti e di qualche laico cattolicone bigottone che, orfano del Bergoglione, si sente mancare la terra sotto i piedi...
Rassicuriamoli, Leone per il momento non ha mostrato segni di discontinuità se non nella superficie. Anzi, con le nomine di vescovi e funzionari di curia ha dato un preciso segnale di dove il suo cuore risiede. Non abbassiamo la guardia, come invece hanno fatto tanti tradizionalisti e conservatori, il cui entusiasmo è alle stelle.

EquesFidus ha detto...

Come già detto altrove, abbiamo il tempo: è il momento di agire, e di avanzare subito tre (e mezzo) rivendicazioni. Anzitutto, e questa è la cosa più ovvia e scontata, "Traditionis Custodes" deve essere immediatamente revocata e deve essere ripristinato, totalmente e senza sconti, "Summorum Pontificum". Poi, ci sono le tre richieste da avanzare, cioè: 1) immediato ripristino, ovunque esse siano, di tutte le Sante Messe apostoliche soppresse tramite "Traditionis Custodes"; 2) deve essere richiesto che almeno in ogni città titolare di ogni diocesi (o più di una se la diocesi ha più città titolari, ad esempio ad Adria e a Rovigo per la diocesi di Adria-Rovigo) del mondo deve essere dedicata una chiesa alla Santa Messa apostolcia ed all'amministrazione dei Sacramenti secondo la forma ante-1965, all'interno della città ed in orari congrui, senza possibilità di contestazioni, appelli o di essere ignorati da vescovi e cardinali; 3) devono essere istituiti degli ordinariati tradizionali, con vescovo e vescovo ausiliario, quantomeno su scala nazionale se non per regione ecclesiastica. Queste devono essere le richieste da avanzare a Leone XIV; da qui vedremo dove sta il suo cuore. E non potrà non fornire risposta, come faceva il suo predecessore.

Anonimo ha detto...

A 25 luglio h.10.20
Temo la seconda delle sue ipotesi si sta rendendo conto di dove si trova e siccome è molto emotivo piange senza nascondersi, io prego ogni sera per lui, che il Signore lo sostenga e abbia pietà di tutti noi.

Anonimo ha detto...

«Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode di Israele» (Sal 120, 4). Egli dunque vigila sopra di noi quando noi vegliamo, vigila anche quando noi dormiamo.
Perciò se un gregge umano si ritiene sicuro sotto un pastore umano, quanto maggiore deve essere la nostra sicurezza allorché è Dio che ci pasce!
E non soltanto perché ci pasce, ma anche perché ci ha creato.
("Discorsi", S. Agostino)

SETTANTA ANNI SENZA TRASMISSIONE DELLA FEDE: MA CONTINUIAMO A SPERIMENTARE ha detto...

Nuovi linguaggi, nuovi metodi, ma mai il coraggio di verificare cosa non ha funzionato

Ascolto la presentazione della proposta accademica del Seminario Arcivescovile di Milano, e una frase, detta quasi di passaggio, mi inchioda: «Da almeno 70-80 anni in Italia i valori radicati nel Vangelo non sono più trasmessi spontaneamente di padre in figlio». Settant’anni significano una data precisa: siamo all’alba del Concilio Vaticano II e del suo immediato post-Concilio. E allora la domanda sorge spontanea: cosa è accaduto? Se la trasmissione naturale della fede si è interrotta in quel periodo, non dovremmo forse interrogarci seriamente sulla pastorale che da allora si è sviluppata? Eppure non se ne parla. Si continua a spiegare la crisi come questione di linguaggio, di categorie culturali, di contesto sociologico. Si propone di “elaborare una lingua nuova”, di sperimentare “nuovi percorsi”, “nuovi metodi”, come se la soluzione fosse sempre e solo il nuovo, senza mai fare una verifica severa sul passato recente.

Questo è il punto che inquieta: per sessant’anni la Chiesa ha moltiplicato laboratori pastorali, assemblee, progetti, catechesi creative, reinventando parrocchie e diocesi come cantieri di sperimentazione. Ma quando si è fatta una vera verifica? Quando si è avuto il coraggio di dire: questo metodo non funziona, questa impostazione ha fallito? Non basta constatare che oggi la fede non passa più di padre in figlio: bisogna chiedersi perché, e se il problema non sia una pastorale che ha dimenticato la Tradizione, preferendo adattarsi ai linguaggi del mondo invece di annunciare con parresia il Vangelo immutabile.

E qui si apre il nodo più serio: il modello accademico di formazione dei futuri sacerdoti. Il discorso si presenta con grandi aspettative, ma a quali maestri si rifanno gli insegnamenti proposti? Sant’Anselmo ci ricordava che la teologia è fides quaerens intellectum, la fede che cerca intelligenza, non la ragione che plasma la fede. Eppure, oggi, quanti corsi di teologia hanno come riferimento autori che interpretano il dogma come linguaggio mutevole, la liturgia come cantiere aperto, la Scrittura come testo di analisi storica più che come Parola viva? Non è un segreto: pensiamo al caso della liturgia, dove figure come Andrea Grillo hanno trasformato le aule in laboratori ideologici. Possiamo illuderci che uno studente immerso per anni in queste impostazioni esca sacerdote cattolico nel senso pieno e integrale del termine? Oppure uscirà un funzionario pastorale che considera la Messa un campo di sperimentazione, che relativizza il dogma fino a chiamare la transustanziazione “una teoria”, come già abbiamo ascoltato in certe omelie? Queste affermazioni non nascono da un’improvvisa stravaganza individuale: dietro c’è un insegnamento, una facoltà di teologia, dei testi che formano, coltivano e inculturano ciò che non è cattolico, ma che si insinua come pensiero dominante.

E allora il cerchio si chiude: si ammette che la fede non si trasmette più da ottant’anni, ma non si collega questo dato alla pastorale e alla formazione teologica che hanno segnato lo stesso periodo. Si preferisce parlare di “nuovi linguaggi” senza il coraggio di riconoscere che il problema non è il latino, non è la semantica, ma è una crisi di fedeltà alla Tradizione e di santità personale. Non serve una lingua nuova, serve una vita nuova radicata nel Vangelo, nei sacramenti, nella preghiera. Non servono laboratori, servono santi. Non serve reinterpretare il contesto, serve convertirlo. Perché il problema non è essere capiti: è credere davvero in ciò che diciamo.
Mario Proietti

Anonimo ha detto...

Piaccia o meno gli unici seminari nei quali si è mantenuto l'insegnamento cattolico tradizionale sono quelli della fsspx. Ci sono anche quelli delle altre congregazioni, quali la Società Sacerdotale san Pietro e altre. Tuttavia su queste "società di vita apostolica" grava l'ombra dell'aver dovuto accettare di non criticare mai il Vaticano II. In pratica non ne parlarno mai e se vi accennano è solo per dirne bene. E si dice anche che debbano celebrare il NO almeno una volta l'anno.
I loro fedeli in genere non fanno domande scomode. Ma, se devono prender per buono in blocco il Concilio e il NO, come spiegano i sacerdoti di queste società ai fedeli la loro preferenza per il rito romano antico? Solo una questione di sensibilità liturgica più legata a certe forme del passato, come pretendeva Benedetto XVI?
Finché non si abbatterà il muro d'omertà che ancora circonda il Concilo, la rinascita della Chiesa sarà impossibile.

Anonimo ha detto...

Stanno uscendo sulla stampa articoli che ripescano i modernisti di fine '800 ed inizio '900. Continuano a battere con il loro martello. Finché non tuonerà un Santo o un Papa Papa nulla nei fatti cambierà. Ci vuole il coraggio di un grand'uomo di Dio! Che forse solo Dio, Uno e Trino, può mandarci.