Questo articolo di Danilo Quinto, che introduce una seria e purtroppo tuttora irrisolta problematica, mi offre l'occasione per una testimonianza personale.
Il mio incontro con Padre Zoffoli ha segnato una svolta nel mio percorso di approfondimento e purificazione della fede ricevuta da bambina. E' accaduto in relazione ad una profonda crisi dovuta al fatto che negli anni '80, cambiando quartiere, ero capitata in una parrocchia esclusivamente neocatecumentale e in quegli insegnamenti e prassi non riconoscevo la Chiesa che,
ex abrupto e mancando punti di riferimento, era logico identificare col Cammino NC. Finché, alla resa dei conti, ho potuto nettamente identificarlo come una realtà settaria infarcita di suggestioni giudeo-luterano-gnostiche, che ha potuto incistarsi nella Chiesa grazie alla
creatività ed alle indiscriminate aperture al movimentismo introdotte dalle innovazioni conciliari. Una volta confermata nei miei dubbi proprio da padre Zoffoli, ho cominciato a chiedermi il motivo per cui nella Chiesa, nonostante le denunce precise e circostanziate, nessuno intervenisse; ma soprattutto come potesse accadere che sacerdoti, vescovi e cardinali assistessero senza reagire e senza riconoscerle, alla predicazione di vere e proprie eresie. Ed eccomi arrivata fin qui a partire da questa esperienza, che è stata un punto di svolta, insieme ad altre sui fronti del dialogo ecumenico ed ebraico-cristiano nei quali, sul campo, ho pure riconosciuto pecche e incongruenze mentre, nel frattempo, completavo la mia formazione anche accademica. Di Padre Zoffoli potete consultare alcuni testi in rete:
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Per chi volesse approfondire, inserisco i link ad una pagina ricca di
documentazione e ad un'altra di
analisi. Da esse in ogni caso è raggiungibile l'articolata struttura del sito a suo tempo costruito per raccogliere e diffondere i contenuti delle critiche e delle denunce inoltrate alla Dottrina della Fede, apparentemente senz'alcun esito. Tuttavia, al di là e nonostante la desistenza delle autorità, un effetto concreto c'è stato. Uno stuolo innumerevole di anime che non riuscivano a dar nome ai loro disagi e sofferenze non solo spirituali, ha rifiutato le lusinghe e gli inganni anche manipolatori di una realtà settaria e ora porta avanti la campagna di denuncia e informazione [
qui] da me iniziata e che non riesco più a seguire perché ormai impegnata su altri fronti. (Maria Guarini)
Questo è quello che avviene. In molte chiese, i sacerdoti, dai pulpiti, affermano: «Dio non può essere offeso dal peccato»1; «L’uomo non può peccare perché non è libero di resistere al male»; «L’uomo, dunque, non contrae alcun dovere di riparazione»; «D’altra parte, il sacrificio di espiazione non è cristiano, perché residuo di paganesimo»; «La morte di Cristo non è un sacrificio di espiazione»; «Egli non ha redento l’uomo»; «L’uomo, perciò, rimasto fondamentalmente traviato, non è capace di bene ed è schiavo del maligno»; «Per salvarsi, gli basta riconoscersi peccatore e credere nella potenza di Cristo risorto»; «Il quale non è affatto un suo modello di vita»; «Per cui è inutile per l’uomo promettere e sforzarsi di correggersi»; «Egli può soltanto affidarsi alla misericordia di Dio, che salva tutti»; «La Messa non è un vero sacrificio, ma un banchetto comunitario che celebra la potenza salvifica del Cristo risorto»; «Il pane consacrato non si trasforma nella sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo, non avendo altra funzione che quella di simboleggiare la presenza spirituale di Lui, che, risorto, tutti trascina sul Suo carro di fuoco».