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lunedì 12 novembre 2018

Parola d’ordine: resistere - Don Elia

Veni, Electa mea, et ponam in te thronum meum; quia concupivit rex speciem tuam.
Desponso te Iesu Christo, Filio summi Patris, qui te illaesam custodiat.

Care monache di clausura, da qualche mese una nuova, seppur prevedibile, tempesta si è scatenata su di voi. Questa volta, a volere la vostra morte o almeno la vostra dispersione, non è il sanguinario regime rivoluzionario che, alla fine del XVIII secolo, imprigionò o decapitò tante di voi, né il neonato Stato unitario che dopo la metà del XIX vi rubò i monasteri e ve ne cacciò fuori, né ancora una legge di “separazione” tra Chiesa e Stato emanata all’inizio del XX, nonostante il ralliement del Vaticano, da una repubblica massonica nata dall’ennesima rivoluzione, e nemmeno quella analoga che la riprodusse quasi alla lettera, tredici anni dopo, in un Paese lontano appena caduto, con la regia dei “fratelli” d’Occidente, sotto uno dei regimi più feroci che la storia ricordi.
No: questa volta l’attacco vi giunge dai vertici della Chiesa stessa, cioè da quelle autorità che hanno sempre accuratamente protetto la vostra preziosa vocazione in quanto ausilio indispensabile alla buona salute di tutto il Popolo di Dio e segno inequivocabile della sua chiamata definitiva, al punto che fino a cinquant’anni fa, nella cerimonia di consacrazione delle vergini, il vescovo pronunciava una terribile maledizione contro chiunque attentasse alle monache o ai loro beni. Ora è proprio colui che occupa il Soglio di Pietro ad aver decretato la vostra fine: come ben sapete, la Costituzione Apostolica Vultum Dei quaerere (29 giugno 2016), con l’istruzione applicativa Cor orans (1° aprile 2018), vi impone di rinunciare all’autonomia dei vostri monasteri, ad una formazione specifica e alla clausura stessa, mentre l’Esortazione Gaudete et exsultate (19 marzo 2018) condanna senza mezzi termini l’amore del silenzio e della preghiera (cf. § 26).

Ovviamente tutto ciò è stato disposto – come si assicura a parole – per il vostro bene, per ravvivare lo spirito della vostra vocazione e per aiutare le comunità che fatichino ad avere una vita dignitosa a rinnovarsi o a… sparire. Per chi non fosse aggiornato sulla delicata questione, rimando ad alcune analisi i cui rinvii sono riportati in calce; ma voi, care madri e sorelle, sapete fin troppo bene di che si tratta. Entro appena un anno dalla promulgazione dell’istruzione applicativa tutti i monasteri dovranno essere entrati in una federazione la cui presidente avrà praticamente diritto di vita e di morte su di essi e di fatto esautorerà le vostre badesse, per non parlare delle visite canoniche con cui persone ostili (magari una di quelle suore moderniste, di una rigidità mentale pazzesca, che vivono non di realtà, ma di ideologia) verranno a ficcare il naso tra le vostre mura per decidere che cosa vada “riformato” e persino dove le singole monache debbano essere spedite…

Ora, non avete certo bisogno che sia io a ricordarvi gli impegni sacri e irreversibili da voi assunti: i vostri voti, pur essendo regolati da norme canoniche e riconosciuti dalla gerarchia ecclesiastica, sono stati fatti direttamente a Dio; pertanto nessuna autorità umana vi può costringere a venir meno alla loro osservanza né tanto meno annullarli, se non siete voi a richiederne la dispensa per giusta causa. Oltretutto, se un fedele di Cristo ha liberamente scelto di servire il Signore in una data forma di vita, legittima e approvata dalla Chiesa, chi mai ha il diritto di modificarla? La vocazione viene da Dio e nessun uomo al mondo la può alterare, a meno che non creda di avere un potere superiore al Suo. Le religiose espulse dai giacobini e sfuggite alla ghigliottina continuarono a rispettarla, nella misura del possibile, nelle case private che le avevano accolte, così come le monache russe portarono avanti la vita regolare in condizioni di fortuna, finché qualcuna di loro, quasi centenaria, una volta caduto il regime poté rientrare in monastero con la massima onorificenza del grande abito. Piegare l’inflessibile volontà di una donna è già cosa ben ardua; piegare quella di eroiche donne di fede consacrate a Dio è praticamente impossibile.

La consegna comune, allora, non può essere se non questa: resistere. Se il vostro monastero è indipendente, rifiutatevi di entrare in una federazione; se già ne fa parte, non acconsentite a ulteriori ingerenze che provocherebbero danni peggiori di quelli già fatti, come conflitti di autorità, abusi di potere e alterazioni dell’ordine stabilito dalle costituzioni. Per essere più forti, collegatevi semmai tra monasteri della resistenza. Mantenete la formazione interna delle candidate e declinate con garbo ogni invito a corsi, riunioni, assemblee che, obbligandovi a lasciare regolarmente la clausura, snaturerebbero la vostra vocazione, esponendovi oltretutto a un insidioso indottrinamento. Qualora decidano di sottomettervi con la coercizione, sbarrate le porte a presidenti e visitatori senza neppure lasciarli entrare. Se attaccano le vostre proprietà, ricorrete al foro civile. In una parola, preparatevi alla guerra.

Non dimenticate che l’obbedienza al Papa non può sovvertire quanto esige l’obbedienza a Dio, né l’accondiscendenza alla gerarchia offuscare il primato dei diritti divini. Come non si può obbligare un sacerdote a dare l’assoluzione, se in coscienza è convinto che non ci siano le condizioni per impartirla, così non si può costringere una monaca a rituffarsi in quel mondo che ha lasciato non per abbandonarlo al suo destino, ma per poter contribuire alla sua salvezza con la preghiera e l’offerta di tutta la propria esistenza in una forma di vita ben precisa, che nel mondo non è praticabile e richiede costitutivamente la separazione da esso. Se poi c’è qualche monaca a cui la clausura sia diventata stretta o che voglia proprio togliersi il gusto di fare shopping o di andare in spiaggia, non deve far altro che cambiare istituto, senza pretendere di stravolgere la vita monastica; ne risponderà lei allo Sposo, non tutta la sua comunità.

Se dovessero fallire tutti i mezzi di resistenza umana, potete sempre ripescare, care spose di Cristo, l’anatema cui poc’anzi accennavo. È vero che è riservato al vescovo, ma certe badesse, un tempo, portavano mitra e pastorale e, anche oggi, dimostrano di avere gli attributi ben più di molti prelati. Come vedrete, che le monache fossero sposate al Signore era un fatto preso estremamente sul serio, quando i Pastori avevano la fede. Se però non volete arrivare a tanto, ci sono pur sempre i salmi imprecatori, i quali, nel breviario evirato per forgiare preti evirati dalla spiritualità evirata sono stati purgati, ma che voi, rispettando il testo sacro, recitate integralmente. Visto che il vostro esecutore chiede sempre preghiere, applicateli a lui – o per la sua conversione o per la sua dipartita. Ricordate l’esempio di Giuditta: potreste liberare tutti noi.

Auctoritate omnipotentis Dei, et beatorum Petri et Pauli Apostolorum eius, firmiter, et sub interminatione anathematis inhibemus, ne quis praesentes Virgines, seu Sanctimoniales a divino servitio, cui sub vexillo castitatis subiectae sunt, abducat, nullus earum bona surripiat, sed ea cum quiete possideant. Si quis autem hoc attentare praesumpserit, maledictus sit in domo, et extra domum; maledictus in civitate, et in agro; maledictus vigilando, et dormiendo; maledictus manducando, et bibendo; maledictus ambulando, et sedendo; maledicta sint caro eius et ossa, et a planta pedis usque ad verticem non habeat sanitatem. Veniat super illum (illam) maledictio hominis, quam per Moysen in lege filiis iniquitatis Dominus permisit. Deleatur nomen eius de libro viventium, et cum iustis non scribatur. Fiat pars et haereditas eius cum Cain fratricida, cum Dathan, et Abiron, cum Anania, et Saphira, cum Simone mago et Iuda proditore, et cum eis, qui dixerunt Deo: Recede a nobis, semitam viarum tuarum nolumus. Pereat in die iudicii; devoret eum ignis perpetuus cum diabolo, et angelis eius, nisi restituerit, et ad emendationem venerit. Fiat, fiat.

Esempio da seguire:
Per il Vaticano Suore troppo “rigide”: presto azzerate?
Letteratura:
La rifondazione in chiave conciliarista della vita religiosa
Vultum Dei quaerere, cercare il volto di Dio: è ancora lecito? un articolo che pubblica, a seguire,
anche la Trilogia di Aldo Maria Valli : Qualcuno vuol liquidare il monachesimo?
La distruzione dei monasteri femminili.
Come il Vaticano distrugge un ordine di suore in Francia

11 commenti:

  1. http://www.marcotosatti.com/2018/11/12/come-il-vaticano-distrugge-unordine-religioso-di-suore-in-francia-34-su-39-rinunciano-ai-voti-bravi/

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  2. Credo che i laici debbano essere cordone sanitario intorno ai conventi di clausura che sono loro vicini, con l'unico scopo di sostenere dall'esterno la resistenza che le suore faranno a loro discrezione, nei modi da loro scelti, dall'interno.
    I laici non dovranno intromettersi ma, se esplicitamente richiesti agire.
    Questi gruppi laici di preghiera, devono avere, in mezzo a loro, esperti in quelle materie ecclesiali, del monachesimo in particolare, necessarie per sbugiardare i bugiardi davanti a Dio, Uno e Trino, e davanti agli uomini.

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  3. https://www.gloria.tv/article/HBHf7rKFBfzv1pB6RGHyZCTmr

    Vaticano distrugge altra comunità: 90% delle suore se ne va

    34 delle 39 suore delle Piccole Sorelle di Maria hanno chiesto di essere dispensate dai loro voti. Fondate nel 1949, gestiscono quattro case di cura nella diocesi di Laval e Tolosa (Francia). Le suore utilizzano il Novus Ordo in latino. Nel 2012 sono tornate al "vetus ordo"

    La comunità ha subito due visite canoniche nel 2016 e nel 2018 ed è stata accusata di "eccessivo settarismo". Le suore hanno definito il rapporto emesso dopo la seconda visita "una caricatura" e un "pregiudizio".

    La madre superiora e la maestra delle novizie sono state esiliate in monasteri distanti e sostituite con tre commissarie moderniste. Tutti gli appelli canonici e le richieste di misericordia sono state ignorate.

    Una commissaria, suor Geneviève Médeviellem, insegna nell'Istituto Cattolico di Parigi e afferma che la fornicazione è giustificabile.

    Il 17 settembre, il cardinale Braz de Aviz, a capo della Congregazione per i Religiosi, ha ordinato alle suore di accettare il commissariamento "senza riserve" per non essere allontanate.

    34 suore hanno annunciato il 7 novembre di aver deciso in coscienza di chiedere lo scioglimento dei loro voti.

    In passato, il Vaticano ha già distrutto le suore ad Auerbach (Germania), le suore contemplative di Saint John (Francia) e le Suore Francescane dell'Immacolata (Italia). Tutte erano benedette da molte vocazioni.

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  4. La curia al tempo di Benedetto XVI era diventata ingestibile; probabilmente l'onda lunga di un'ingestibilità risalente agli ultimi anni, i più segnati dalla malattia, del pontificato di Govanni Paolo II. In quel contesto a dare le carte furono soprattutto i Segretari di Stato, come emerge anche dalle memorie di Mons. Viganò. E' dal cilindro di quegli stessi abili mazzieri che è stata pescata la carta argentina, media ponderata di tutti i possibili mercanteggiamenti necessari a far finire la pallina gettata dal croupier sul numero voluto.
    Qualunque opinione si possa avere di J. M. Bergoglio, un conclave l'ha scelto. Rappresenta ciò che desiderava chi muove le redini (e le pedine) avendo contezza di più scheletri nell'armadio di quanti ne contenessero le catacombe, per non avere troppe sorprese e troppe scocciature con la faccenda della sporcizia diffusa, puntando su qualcuno che lo sporco proprio non lo vede e non lo giudica e se ne parla è solo per lasciarlo dov'è, provvedendo a sporcare quel poco di pulito che resta, perchè non sia più così "rigido" nel brillare.
    L'unità è stata trovata nel giustificare il vizio e nel bonificare l'ambiente dalla virtù.
    Virtuosi e buoni sono diventati quelli capaci di farsi benvolere dal mondo e di ragionare secondo gli uomini, con tanti saluti a chi si ostina a credere che il Signore ci abbia comandato di fare altro e anche con parole forti (Mc 8,33 e Mt 16,23). Poi da cosa nasce cosa.

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  5. Chissà che fardello pesante porteranno queste suore....mi dispiace molto.
    Poi sono andato a vedere su Google Immagini il nome di una dell commissarie "Geneviève Médeviellem" perchè volevo vederla in faccia. E ho capito tutto, certa gente basta vederla in faccia per capire chi sono.

    Povere suore!

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  6. Anonimo 18.04:
    Genevieve o Genevief ? Genoveffa o Genoveffo?
    Propenderei per il secondo termine.
    O Saffo, Saffo !

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  7. Tutte le scuole scozzesi finanziate dal governo, comprese le cattoliche (cioè quasi tutte), dovranno adottare un programma che comprenderà la filosofia LGBT. E’ deprimente vedere come i vescovi cattolici accettino senza batter ciglio questi programmi del governo, mentre alcuni gruppi appartenenti alla fede protestante alzino forte la voce contro questo sopruso educativo.

    Infatti, giovedì scorso il segretario per l'educazione della Scozia John Swinney ha detto al Parlamento che il suo paese diventerà "il primo paese al mondo ad avere un'educazione inclusiva LGBTI [lesbica, gay, bisessuale, transessuale e intersessuale] integrata nel programma di studi".

    Un portavoce dei vescovi cattolici scozzesi ha indicato a LifeSiteNews che i vescovi speravano in risultati "positivi" dalla mossa del governo.

    All’opposto alcuni esponenti protestanti delle tradizioni cristiane riformate scozzesi.

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  8. Le apparizioni a Marie-Julie Jahenny, Blain (Fr) 1850-1941 : “Quasi tutta la Francia sarà diventata «Maometto» e senza religione.”

    Il caso di questa mistica è a tutt’oggi uno fra i più straordinari nel suo genere. Fra i tanti doni mistici che ricevette, vi fu quello di distinguere il pane eucaristico da quello normale; poteva distinguere inoltre gli oggetti benedetti da quelli che non lo erano, sapendo dare anche indicazioni sul luogo di provenienza delle reliquie. Ebbe anche il carisma della profezia.

    O crux, ave, spes unica!
    Hoc passionis tempore
    auge piis iustitiam
    reisque dona veniam.

    Salve, o Croce, unica speranza!
    In questo tempo di Passione
    ai fedeli accresci la grazia
    e ai peccatori concedi il perdono.

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  9. S. IGNAZIO di Antiochia : LETTERA AGLI EFESINI
    http://www.monasterovirtuale.it/ignazio-di-antiochia-lettera-agli-efesini.html

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  10. Barista. 4 shot, prego!15 novembre, 2018 18:19

    Oggi andiamo al terzo dei novissimi che è il posto della dannazione, l'Inferno. Che esiste e non è vuoto. Come Gesù stesso ci spiega e una miriade di mistici e Santi ci conferma, la tradizione della Chiesa.
    E' il luogo di eterna perdizione, un destino che l'uomo abbraccia quando non si ravvede dal peccato, cioè dallo sbagliare bersaglio nella vita, dal far prevalere il proprio ego e le sue voglie alla realtà di se stesso e della vita. Alla realtà che Dio ci svela su di Lui, su di noi e sugli altri. Non è possibile pensare ad una misericordia divina se non ci fosse l'Inferno: che misericordia sarebbe una melassa sdolcinata? A che pro la nostra libertà e il peso delle nostre scelte se non ci fosse questa orribile possibilità? Non avrebbero alcun senso, saremmo dei burattini nelle mani di Dio, dei pupazzi che comunque, anche se commettessero stragi come Stalin e Pol Pot, si salverebbero non pentendosi affatto.
    Il grido dell'innocente chi lo ascolterebbe? Il grido dell'oppresso, dell'affamato, del perseguitato, dell'angariato? Nessuno.
    E nell'Inferno, luogo eterno di dolore immenso lontani per sempre da Dio, finiremo anche noi se non ci ravvediamo e torniamo a Lui, se non smettiamo di vedere le cose con i nostri occhi e iniziamo a vedere con gli occhi di Dio, ovvero della Verità.

    https://campariedemaistre.blogspot.com/2018/11/barista-4-shot-prego_13.html

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  11. "Ora, non avete certo bisogno che sia io a ricordarvi gli impegni sacri e irreversibili da voi assunti: i vostri voti, pur essendo regolati da norme canoniche e riconosciuti dalla gerarchia ecclesiastica, sono stati fatti direttamente a Dio; pertanto nessuna autorità umana vi può costringere a venir meno alla loro osservanza né tanto meno annullarli, se non siete voi a richiederne la dispensa per giusta causa. Oltretutto, se un membro della Chiesa ha liberamente scelto di servire il Signore in una data forma di vita, chi mai ha il diritto di modificarla, se è legittima? Le religiose espulse dai giacobini e sfuggite alla ghigliottina continuarono a rispettarla, nella misura del possibile, nelle case private che le avevano accolte, così come le monache russe portarono avanti la vita regolare in condizioni di fortuna, finché qualcuna di loro, quasi centenaria, una volta caduto il regime poté rientrare in monastero con la massima onorificenza del grande abito. Piegare l’inflessibile volontà di una donna è già cosa ben ardua; piegare quella di eroiche donne di fede consacrate a Dio è praticamente impossibile."

    Ottima la chiusa dell'articolo....

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