Nella nostra traduzione da Catholic News Agency osservazioni circa il “dubium” presentato al Vaticano da tre cattolici per chiedere se la Chiesa in Germania è in stato di scisma
(Bochum, CNA Deutsch). Una significativa reazione dal basso... Precedenti sulla Chiesa in Germania qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui (J. Ratzinger qui - qui).
Scisma in Germania... Si ricorre a Roma Ma questo altare non è più utilizzato |
Tre cattolici hanno presentato un “dubium” al Vaticano chiedendo se la Chiesa in Germania è in stato di scisma. Il corrispondente in lingua tedesca della CNA, CNA Deutsch, ha riferito che il trio della diocesi di Essen ha formalmente richiesto una decisione alla Congregazione per la Dottrina della Fede.
Un dubium, termine latino per “dubbio”, è una domanda rivolta alla congregazione dottrinale del Vaticano a cui si può rispondere con un “sì” o un “no”. La congregazione risponde con un “Responsum ad dubium”, come ha fatto a marzo quando è stato chiesto se la Chiesa ha l’autorità di benedire le coppie dello stesso sesso [vedi].
A volte viene chiesto alla congregazione di rispondere a più domande, plurale “dubia”. Quattro cardinali hanno presentato cinque dubia [qui] nel 2016 sull’interpretazione di Amoris laetitia, l’esortazione apostolica di Papa Francesco sull’amore nella famiglia. [totalmente ignorati -ndT]
Lo scorso 9 giugno André Wichmann, di Bochum (Germania occidentale) ha riferito a CNA Deutsch che insieme ad altre due persone aveva presentato il dubium a causa di una “grande preoccupazione riguardo l’unità”. “Dal mio punto di vista, lo scisma ha già avuto luogo”, ha detto, citando la sfida tedesca al Vaticano sull’ordinazione delle donne, sulle benedizioni delle coppie dello stesso sesso e sulla possibilità per i laici di predicare nelle messe.
Ha aggiunto: “Siamo tre cristiani cattolici della diocesi di Essen. Siamo stati anche coinvolti nella vita comunitaria in vari ministeri per molti anni”. “In un processo durato molti anni, abbiamo anche sperimentato una crescente contrapposizione nelle congregazioni locali. Non è stato sempre facile professare il Catechismo della Chiesa Cattolica. Né è stato sempre facile sostenere una liturgia celebrata secondo i libri della Chiesa”.
Wichmann ha detto che il gruppo sapeva di “non avere titolo ad una risposta” da Roma, ma che il segnale era comunque importante, commentando: “Il tetto della Chiesa è in fiamme a nord delle Alpi”.
Wichmann ha poi sottolineato le critiche al “cammino sinodale” della Chiesa tedesca fatte questa settimana dall’influente teologo cardinale Walter Kasper. L’88enne cardinale tedesco ha detto: “Non ho ancora perso la speranza che le preghiere di molti fedeli cattolici aiutino a indirizzare ilo Cammino Sinodale in Germania su binari cattolici”.
Il Cammino Sinodale è un processo pluriennale che riunisce vescovi e laici per discutere quattro temi principali: il modo in cui il potere viene esercitato nella Chiesa; la moralità sessuale; il sacerdozio e il ruolo delle donne.
Wichmann prevede che il Cammino Sinodale causerà anche frustrazione tra i “cattolici orientati alla riforma” sostenendo che, poiché le decisioni dell’iniziativa non sono legalmente vincolanti per i vescovi, le aspettative di un cambiamento dottrinale non sono realistiche. E ha aggiunto che anche per i cattolici fedeli al Magistero, il Canmmino Sinodale rischia di creare una più profonda “contrapposizione e divisione”. Ha detto: “Qui, nella Chiesa cattolica in Germania, le discussioni si svolgono separatamente dalla Chiesa universale. Molti dei temi sollevati devono essere decisi nella Chiesa universale, sulla base del Magistero”. “Trattando argomenti che contraddicono il Magistero e intraprendendo così un percorso idiosincratico, il cammino sinodale delude inevitabilmente anche le aspettative dei cattolici per i quali il Catechismo e il Magistero costituiscono un fondamento”.
Il mese scorso, il vescovo Georg Bätzing, presidente della conferenza episcopale tedesca, ha insistito sul fatto che i cattolici del paese non sono “scismatici”. Egli ha detto: “È assolutamente chiaro che ci sono questioni che possiamo discutere solo a livello della Chiesa universale. Noi contribuiremo dalla Germania con le nostre riflessioni”. “Tuttavia, vorrei respingere l’accusa ripetutamente usata di essere scismatici o di volerci staccare come Chiesa nazionale tedesca da Roma. Il nostro legame con Roma e con il Santo Padre è molto stretto”.
Per i tre autori del dubium, afferma Wichmann, “solo in base al chiarimento si può ritrovare l’unità nella fede, nell’amore e nella speranza”. “Speriamo quindi molto in una risposta da Roma”, ha detto, “anche per eliminare i dubbi di molti credenti e promuovere così la fiducia”.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Le origini remote romane del monachesimo del Monte Athos...
RispondiEliminaIl 12 giugno si festeggia San Pietro l'Athonita, che la tradizione vuole essere stato il primo monaco a praticare vita ascetica sul Monte Athos, in Grecia, che ancora oggi è uno dei centri del monachesimo orientale.
Era un soldato dell'Impero di Costantinopoli che fu fatto prigioniero dagli Arabi; desideroso di tornare in libertà, fece voto a San Nicola di Mira di consacrarsi monaco in cambio della liberazione dalla prigionia.
Ottenuto miracolosamente ciò, andò in pellegrinaggio a Roma per venerare le tombe degli Apostoli e si fece ricevere e tonsurare monaco dal Papa; raggiunto il Monte Athos, si dedicò all'eremitaggio e all'ascesi più severe.
Alla sua morte le sue reliquie vennero seppellite in quello che poi sarebbe diventato il grande monastero a lui dedicato; uno dei santi più popolari dell'Oriente cristiano, pressochè e purtroppo quasi sconosciuto in Occidente, proprio a Roma ebbe inizio la sua vita monastica con la tonsura e la benedizione papale...
Alfredo Maria Morselli
RispondiEliminaI SEMINARI VUOTI…
È sempre colpa "di altri"? Manca la fede? È il mondo che va male?
Possibile che non venga in mente il pensiero che raccogliamo i frutti di una ideologia "trans-conciliare", cioè di una ubriacatura stravolgente tutto e tutti, in una affannosa ricerca di cambiamenti, calpestando le agonizzanti "dogmatica" e "morale"?
Alcuni cambiamenti dell'ultima edizione del Messale sono un indice di questo delirio; "Confesso a voi fratelli e sorelle"… Ma ci rendiamo conto che il vero popolo di Dio non si è mai fatto queste contorsioni mentali che qualche liturgista si fa?
Si vuole una Chiesa sinodale dal basso, che in realtà è massimamente elitaria e dall'alto, e che vuole indurre nella base le proprie fisime, senza leggere i problemi reali.
Ho definito ideologia trans-conciliare il cambiamento artificiale del vero Concilio; a volte si sente dire "il vero Concilio, quello dello spirito del Concilio, non dei documenti, non è ancora stato realizzato"; tutto ciò mi ricorda la mandria di maiali indemoniati che corrono verso il baratro.
I preti giovani.… tanti che escono dal seminario male indottrinati, senza un'idea di ascesi, imbottiti di indotte allergie mariane, rovinati dal cattivo esempio dei superiori che non portano uno "straccio di colletto"; poi le cadute sono facili, e, in momenti di sconforto, arriva qualche marpiona che li fa su.
Questa è la situazione in gran parte della Chiesa italiana:
"Se esco in aperta campagna, ecco le vittime della spada; se entro nella città, ecco chi muore di fame. Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per la regione senza comprendere». (Ger 14:18)
E nessun esame di coscienza, neanche un minimo di auto-ironia e capacità di autocritica.
"Dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremia, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole»". (Ger 18:18)
"la legge non verrà meno ai sacerdoti"; abbiamo ben salde in pugno le nostre curie, le nostre nomine, le nostre riserve economiche…
Facciamo i nostri cammini sinodali ("The talking Church" diceva un mio amico inglese) e ad ogni successione episcopale cambiamo le targhe agli uffici della Curia; uffici dal nome nuovo, stessa stanza, stesse persone (ridotte anagraficamente di numero).
Forse che non si sta compiendo quanto lo Spirito Santo diceva, ancora una volta, per bocca di Geremia?
"Neppure i sacerdoti si domandarono: “Dov’è il Signore?”. Gli esperti nella legge non mi hanno conosciuto, i pastori si sono ribellati contro di me, i profeti hanno profetato in nome di Baal e hanno seguito idoli che non aiutano". (Ger 2:8)
So già che mi aspetta il titolo di "profeta di sventura": questa accusa classica denota come manchi l'umiltà di sapersi esaminare e di tornare indietro sui propri passi.
Guardiamo i seminari dell'Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, della FSSP, etc. Straripano di vocazioni… e anche il noviziato dei Francescani dell'Immacolata prima che li commissariassero…
Che fare allora? "Semplice… Ridimensioniamo il motu proprio…"
la chiesa della Germania, rappresentata dal cardinal Marx, ne uscirà vincente e imporrà le sue tesi a tutta la cristianità, vista l'aria che tira dalle parti del Vaticano!
RispondiEliminaCastellaz Giovanni
Nel libro di Peter Seewald su papa Benedetto XVI c'è scritto che tra le norme del Concilio di Nicea si era stabilito che chi avesse rinnegato la fede (era il tempo delle persecuzioni) per poi tornare nella Chiesa, avrebbe dovuto attendere dodici anni prima di tornare a fare la Comunione.
RispondiEliminaQuesta è vera Misericordia...
In questo modo si dava alle anime la possibilità di comprendere la gravità del loro atto e di purificare il loro peccato.
Ciò che si fa oggi, invece, è una barzelletta... soprattutto quando è ammantata da discorsi pseudo-devoti (tipo: l'Eucaristia è il pane dei deboli e la medicina de malati) che sono tipici del demonio, e che quindi portano le anime all'inferno.
Non perché non siano veri, tuttavia in questo modo si permette l'accesso ai sacramenti in condizione di peccato anche grave senza esigere la necessaria conversione.
si mettano in coda, sto ancora aspettando le risposte ai dubia per Amoris laetitia
RispondiEliminaAlberto Lacchini
Continuiamo a manifestare “dubia” senza risposta è a non fare niente.
RispondiEliminaDaje.
Homines, nihil agendo, agere consuescunt male.
RispondiEliminaE nella natura delle cose, ecologicamente, che i rami secchi cadano e debbano cadere.
RispondiElimina“Prigioniero o morto”. Le dimissioni frustrate del cardinale Marx (da Ludovicus)
RispondiEliminaSi dice che quando l’esattore degli interessi del presidente Néstor Kirchner, prevedendo complicazioni future, presentò le sue dimissioni alla vedova Kirchner, ricevette in risposta la seguente ammonizione: “Da me non ci si dimette, da qui uno se ne va o morto o in prigione”. Molto tempo prima, quando un nervoso ministro di Perón fece la stessa cosa di fronte all’incendio delle chiese, il generale gli fece dire da un suo assistente: “Dal generale ci si dimette solo quando egli lo chiede”. I Cesari ordinavano a chi cadeva in disgrazia di suicidarsi, i peronisti vietano loro di dimettersi e li costringono a suicidarsi lentamente. La perversione del potere ha molteplici forme.
Bergoglio ha ancora una volta seguito la tradizione peronista rifiutando le dimissioni del cardinale Marx. La mossa è in realtà un controgioco machiavellico, molto più machiavellico dell’ingenuo tedesco. In effetti, Marx, con le sue dimissioni, cercava candidamente due cose: sfuggire al ruolo necessariamente disciplinante del Sinodo che il suo ufficio gli imponeva; ed essere libero come un altro civile di operare a favore della ribellione sinodale, e libero come cardinale (non si è dimesso da questa carica) di impostare il suo gioco di potere a Roma. Un principe del popolo a pieno titolo che gioca questa grande lotta di potere tra la Germania e Roma, tra la mafia teutonica e l’argentino e i suoi compari.
Con questo semplice colpo, Bergoglio disarma Marx, gli toglie la sua arma principale (già non può più minacciare con dimissioni) e lo costringe ad allinearsi con Roma davanti al Sinodo. Marx è stato neutralizzato, indebolito, svuotato; con quale faccia lui, che il Papa stesso ha ratificato, può rappresentare i rivoluzionari?
Con un solo colpo preciso, Bergoglio ha ucciso Marx e ha lasciato al suo posto uno zombie. E non vedo il tedesco insistere sulle sue dimissioni, non c’è più margine, anche se sarebbe interessante vedere come gli verrebbe risposto o come finirebbe. In prigione o morto. Perché, del resto, le denunce che sarebbero il presunto motivo delle sue dimissioni sono ancora in vigore e in corso.
Non lasciamoci ingannare dal tono apparentemente mellifluo e fiducioso della lettera. Tale è l’umiltà e la mansuetudine che il suo autore si paragona a Gesù Cristo mentre infila la spada della missione suicida al povero Marx: “E questa è la mia risposta, caro fratello. Continua come tu te lo proponi, ma come arcivescovo di Munchen e Freising. E se sei tentato di pensare che, confermando la tua missione e non accettando le tue dimissioni, questo Vescovo di Roma (tuo fratello che ti ama) non ti capisca, pensa a quello che Pietro ha provato davanti al Signore quando, a modo suo, rinunciò: ‘Allontanati da me, perché sono un peccatore’, e ascolta la risposta: ‘Pasci le mie pecore'”.
Bisogna riconoscere in Bergoglio, vuoto di pensiero com’è, un frivolo professionista, un maestro di questi “piccoli trucchi”, come diceva Kafka, molto ben meditato e preparato. Come un ragno premuroso, tesserà tutti gli intrighi possibili per confondere i figli di Arminio [condottiero della popolazione dei Germani] e impedire che il suo potere venga discusso. Possiamo prevedere una lotta veramente spettacolare, piena di inciuci, cavilli e giochi sporchi, e se la biologia lo accompagna, una vittoria di Francesco sull’ingenuo episcopato progressista germanico, che finirà per prosciugarsi in un delta di luoghi comuni e banalità che nasconderanno le questioni che non saranno in grado di imporre, modulato da Marx e altri zombie. Non riusciranno a vincerlo in politica, e lo scisma è figlio della malizia, non dell’eterodossia. Non sono nemici per il compadre di Flores, emulo di Juan Perón e Néstor Kirchner.
https://www.marcotosatti.com/2021/06/15/prigioniero-o-morto-le-dimissioni-frustrate-del-cardinale-marx/
RispondiEliminaAl tempo del Concilio di Nicea, nel 325 AD, primo con quel nome (il secondo, condannò l'eresia iconoclasta, AD 787), le persecuzioni erano finite.
Il Concilio fu organizzato o addirittura imposto dall'imperatore Costantino, che mise a disposizione dei vescovi addirittura le poste imperiali. Costantino, preoccupato di mantenere la pace e l'ordine pubblico in tutto l'impero, voleva che finissero i disordini provocati dalle lotte fra cristiani ed ariani eretici. Ma non finirono tanto presto.
Letto su Il Foglio
RispondiEliminaFinché lo dicevano i soliti conservatori subito confinati dal pensiero dominante nella categoria dei tradizionalisti antipapisti, la questione era facilmente liquidabile. Ora che a mettere in fila gli atti papali delle ultime due settimane è Alberto Melloni, principe della Scuola di Bologna e orgoglioso storico progressista della Chiesa, la faccenda si fa più seria. Ieri, su Repubblica, Melloni ha firmato un editoriale dal titolo eloquente: “Il giugno nero della Chiesa”, che si conclude con la profezia di una “tempesta” imminente.