Ulteriori riflessioni da un articolo di Edward Pentin ripreso di seguito sulle dimissioni del Card. Marx. In ogni caso il cardinale potrà continuare a fare di tutto di più e con l'avallo del papa. Precedenti sulla Chiesa in Germania qui - qui - qui - qui - qui - qui (J. Ratzinger qui - qui).
ANALISI: se le dimissioni saranno accettate da papa Francesco [il che poi non è avvenuto: qui], c'è ancora molto che il cardinale tedesco potrebbe fare in Vaticano e nella Chiesa universale con il potere che gli rimane
CITTÀ DEL VATICANO — La sorprendente lettera di dimissioni del cardinale Reinhard Marx da arcivescovo di Monaco e Frisinga, la scorsa settimana, sembrava mirata a far accelerare – prendendo in prestito le parole del World Economic Forum – un “great reset”, un grande resettamento della Chiesa tedesca per quanto riguarda la sua gestione degli abusi sessuali da parte del clero.
Ma la mossa ha conseguenze potenziali di portata molto più vaste di quanto sembri, estendendosi sia al Vaticano che alla Chiesa universale, e con il tanto contestato “Cammino Sinodale” tedesco che funge da fattore determinante.
Nella sua lettera di dimissioni dello scorso 21 maggio a papa Francesco [qui], il cardinale Marx, che è stato indagato per la sua gestione di casi di abuso all'inizio di quest'anno, afferma che le indagini e le denunce di abusi nell'ultimo decennio hanno mostrato un "fallimento istituzionale o "sistemico". La Chiesa, ha aggiunto, sarebbe giunta a un “punto morto”, ma anche a un momento che potrebbe diventare un “punto di svolta”.
Scrive della necessità di una “forma rinnovata della Chiesa” e di un “nuovo inizio” – entrambe le due cose contingenti non solo alle sue dimissioni, ma anche alla prosecuzione del cammino sinodale scaturito dalla crisi e che egli ha aiutato ad avviare. "Ho fortemente sostenuto il progetto", ha scritto il cardinale Marx, aggiungendo quasi con aria angosciata: "Questo percorso deve continuare!"
In vista della pubblicazione di un rapporto sugli abusi sessuali nell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga quest'estate, il cardinale usa la maggior parte della sua lettera per sottolineare la necessità di riformare la gestione dei casi di abuso sessuale da parte della Chiesa e di prevenire tali crimini in futuro.
Eppure, questa mossa di scacchi del "sacrificio della regina" è solo parziale: il cardinale Marx non ha chiesto di rinunciare al suo cappello rosso, né alle sue altre responsabilità significative che in gran parte hanno base a Roma. “Mi piace essere sacerdote e vescovo e spero di poter continuare a lavorare per la Chiesa in futuro”, ha scritto.
Se il Papa accetterà le sue dimissioni da arcivescovo, l'ex presidente della conferenza episcopale tedesca sarà probabilmente in grado di dedicare più tempo ed energie a questi doveri vaticani che includono l'essere membro sia del Consiglio cardinalizio che fornisce consulenza al Papa sulle riforme della Curia e della Chiesa, sia del Consiglio per l'Economia che sovrintende alle finanze della Santa Sede.
Come membro del Consiglio dei Cardinali, ha trascorso gli ultimi otto anni aiutando a redigere Praedicate Evangelium (Predicare il Vangelo), la nuova costituzione apostolica per la Curia romana. La pubblicazione del documento è imminente, forse alla fine di questo mese, e il cardinale Marx si troverebbe in una posizione ideale per sovrintendere alla sua attuazione.
Le sue dimissioni lo lascerebbero anche libero di essere invitato a occupare una delle numerose posizioni di leadership nella Curia romana che andranno vacanti nei prossimi mesi. La Congregazione per il Clero e la Congregazione per i Vescovi sono due dei più probabili dicasteri che avranno presto bisogno di nuovi prefetti. Se scelto per una posizione in Vaticano, il cardinale Marx, a 67 anni, potrebbe potenzialmente trascorrere i prossimi 8-13 anni ad espandere la sua influenza a Roma.
L'autorità del cardinale Marx si estende anche oltre la Germania e il Vaticano. Ha il sostegno di vescovi che la pensano allo stesso modo in altre parti del mondo, compresi gli Stati Uniti, e dal 2012 al 2018 ha acquisito in Europa una notevole influenza come presidente della COMECE, la Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea.
Nelle parole di una fonte della Chiesa in Germania, il cardinale Marx continua ad "avere il potere su 30-40 cardinali".
Il consolidamento di tale influenza metterebbe il cardinale in una posizione di comando non solo per aiutare a far pressione sul Papa e sui funzionari vaticani al fine di sostenere i suoi piani e di altri nel “Cammino Sinodale”, ma anche applicare quelle riforme al prossimo sinodo sulla sinodalità in Vaticano, della durata di due anni, intitolato “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.
L'"agenda tedesca" per la riforma, che secondo i critici potrebbe scivolare nello scisma, non è andata così bene come il cardinale Marx e altri speravano. I loro piani, ad esempio, per consentire le benedizioni delle unioni omosessuali, l'ordinazione delle donne e la fine del celibato ecclesiastico sono rimasti insoddisfatti o definitivamente esclusi. "Può darsi che il cardinale Marx veda il progetto precipitare ad alta velocità contro un muro di mattoni", ha detto al Register una fonte della Chiesa in Germania.
Da qui sembra potersi desumere l'urgenza e la natura inedita di questa lettera di dimissioni; una lettera che, a differenza di altre missive episcopali di dimissioni, non è stata tenuta riservata bensì pubblicata con il permesso del Papa, tradotta in diverse lingue e ampiamente pubblicizzata.
Un altro aspetto chiave della mossa del cardinale potrebbe riguardare il suo confratello tedesco, il cardinale Rainer Woelki. Essendo il più autorevole critico del “Cammino Sinodale”, il cardinale Woelki, arcivescovo di Colonia, continua ad opporsi al progetto, e di conseguenza ha dovuto affrontare l'opposizione concertata dei media e di altri vescovi.
L'offerta di dimissioni del cardinale Marx ha quindi immediatamente aumentato la pressione sul cardinale Woelki, la cui arcidiocesi sta subendo una visita apostolica per ordine di papa Francesco, con resoconti dei media tedeschi e italiani che indicano la possibilità che egli possa seguire l'esempio del cardinale Marx, anche se è stato recentemente scagionato da illeciti nella gestione dei casi di abuso a Colonia. Toglierlo dal panorama servirebbe anche a neutralizzare altri avversari meno importanti, come il vescovo Rudolf Voderholzer di Ratisbona e il vescovo Stefan Oster di Passau. Il cardinale Woelki ha prontamente rifiutato di presentare le sue dimissioni, promettendo che la sua diocesi sarà "all'altezza della missione di Gesù di proteggere i deboli e prevenire gli abusi".
Quali che siano le eventuali conseguenze per l'improvvisa richiesta del cardinale Marx di rinunciare ai suoi doveri episcopali in Germania, sembra essere in gioco qualcosa di più della situazione degli abusi sessuali del clero in quel Paese. Per il cardinale, per i suoi sostenitori e per i loro piani di riformare la Chiesa, sembra essere un'altra crisi che non possono permettersi di sprecare.
Edward Pentin - Fonte: National Catholic Register, 8 Giugno 2021 - by TFP
Non so chi dei due dovrebbe uscire per primo dalla chiesa di Cristo, il fatto è che non ci sarebbero mai dovuti entrare, ma il Signore lo ha permesso forse per provarci quanto siamo fedeli a Lui o per "tornare" a Lui.
RispondiEliminaCi sarà una chiesa contraffatta. La Chiesa di Cristo è una, ma il Falso Profeta ne creerà un'altra. Questa falsa chiesa sarà mondana, ecumenica e globale ‒ una federazione di culti. Le religioni formeranno un certo tipo di associazione planetaria. Un parlamento mondiale di tutte le confessioni, che verrà privato di qualsiasi sacralità, diventando l'emblema del corpo mistico dell'Anticristo. La Chiesa sulla Terra avrà il suo Giuda Iscariota e sarà appunto il Falso Profeta. Satana lo recluterà tra i nostri vescovi.
RispondiEliminaBeato Fulton J. Sheen, Vescovo
Scusate, mi sono perso qualcosa o il trafiletto iniziale riporta erroneamente l'avvenuta accettazione delle dimissioni?
RispondiEliminaL'articolo è stato scritto prima che fosse nota la lettera del papa.
RispondiEliminaE la premessa parte da un ipotesi che, nel redigere il testo, ho completato tra parentesi :
"ANALISI: se le dimissioni saranno accettate da papa Francesco [come poi non avvenuto: qui], c'è ancora molto che il cardinale tedesco potrebbe fare in Vaticano e nella Chiesa universale con il potere che gli rimane"
Ringrazio per la segnalazione perché mi era rimasto nella tastiera il non... e ora l'ho aggiunto.
[il che poi non è avvenuto: qui]...
RispondiEliminaIn questo mondo malvagio, in questi giorni cattivi in cui la Chiesa nell'umiliazione presente prepara la grandezza futura, formandosi sotto il pungolo del timore, il tormento del dolore, la molestia delle fatiche, i pericoli delle tentazioni, riponendo la sua gioia nella speranza, quando la sua gioia è autentica, molti reprobi si mescolano ai buoni ed entrambi vengono a trovarsi come nella rete evangelica; racchiusi in essa nuotano in questo mondo confondendosi assieme come in un mare, finché giungono sulla riva, dove i cattivi saranno separati dai buoni, perché nei buoni, come nel suo tempio, Dio sia tutto in tutti.
RispondiElimina- Sant'Agostino, De Civitate Dei, XVIII, 49
Foto: due personaggi della commedia del'arte, arlecchino e pulcinella.
RispondiEliminaIl cardinale Marx ha gestito in modo pessimo gli abusi sessuali, ha guidato la rivolta tedesca sulle linee guida di Amoris Laetitia, ha guidato la spinta all'intercomunione, ha una diocesi in rovina con poche (se mai ci sono anche quelle 'poche') vocazioni e sostiene la benedizione delle unioni gay.
RispondiElimina(Steve Kojec, su OnePeterFive)
Volevo fare una considerazione notturna. Io spesso studio la notte. Arrivo subito al dunque. Noi abbiamo scelto di annunciare la verità. E annunciare la verità significa anche annunciare la verità sul peccato. Ed è qua che casca l'asino. Ed è qua che scatta l'odio della gente. Un paragrafo a parte ci vorrebbe per i cattolici cerchiobottisti. Le persecuzioni migliori vengono da loro. Ma torniamo alla generica gente. Alla gente non gliene può interessare di meno che tu ami il peccatore e odi il peccato. La gente del tuo amore non ce se ne fa proprio niente. La gente ama il peccato. Lo vuole fare. E se tu le ricordi che si chiama peccato ti odia a morte. Non c'è altro. Ma è proprio quando arrivi qua che ti viene offerta l'opportunità del salto spirituale. Il più importante. Sei disposto a perdere tutti per Cristo? Questa è la domanda delle domande. A parte il fatto che guadagni quei pazzi che come te hanno scelto di non fare compromessi con il mondo ed è una cosa bellissima ed inaspettata. Ma se chi ama il peccato non si fa più vedere io non ci soffro. Ci sono per tutti, però non mi soddisfa la relazione con chi annuncia il peccato. Sto bene anche senza. Amo la buona compagnia ed amo anche la buona solitudine. Nella vita non si può parlare solo dell'amore ma anche del peccato. E non si può tacere davanti a nessuno, neanche a costo di perdere il tuo migliore amico. Questa si chiama libertà. Questo significa vincere la paura. Anche Cristo è rimasto solo alla fine. E quando gli Apostoli glielo hanno fatto notare lui NON ha detto "parliamo meno di peccato e più di amore", ma "volete andarvene anche voi?" Loro hanno risposto di no, ma anche loro alla fine lo hanno lasciato solo in croce prima di pentirsene amaramente. Sei disposto a perdere tutti per Cristo? Sì, sono disposto a perdere tutti per Cristo.
RispondiEliminaHanno troppa paura che cessi il gettito delle donazioni.
RispondiEliminaIsabella Bellini
Card. Bassetti: "O con Francesco o fuori dalla Chiesa"
RispondiEliminaUn articolo sgangherato per uno “sfogo” sgangherato. Un esempio? La giornalista scrive: “ Gli indios portano in Vaticano una statuetta amazzonica della Pachamama e un ipercattolico austriaco la ruba e la la butta nelle acque del Tevere”. Messa così sembrerebbe che gli indios abbiano portato un cadeau, uno delle migliaia che il papa riceve, messo in un magazzino e inventariato. Ma la statuetta della Pachamama è stata oggetto di culto sciamanico nei giardini vaticani, è stata portata in processione in San Pietro, è stata esposta nella chiesa di S. Maria in transpontina come oggetto di venerazione. Anche i romani dicevano ai cristiani “Che sarà mai bruciare un grano d’incenso alla statua dell’imperatore?”. Delle due l’una, o questa giornalista è ignara delle più elementari nozioni in materia di fede e di storia della Chiesa, o è in totale malafede. Ma veniamo allo sfogo. Ma la Chiesa è fondata sul Cristo, cioè sulla Verità, o è fondata sulle idee del capo? Le metto in fila così come mi vengono: riabilitazione di Lutero, Comunione agli adulteri impenitenti (con discernimento, però), interviste a Scalfari edite a libro dalla LEV, adesione all’ecologismo maltusiano della Pontificia Accademia delle Scienze (Chi ha messo lì Sorondo?), nomina di membri della Pontificia Accademia per la Vita che hanno fatto sperimentazione con cellule embrionali ottenute da aborti volontari, di membri che ammettono l’eutanasia e di altri che ammettono la contraccezione. Distruzione del Giovanni Paolo II e sua trasformazione caricaturale. Il capo dei Gesuiti Abascal libero di dire demenzialità come quella che la dottrina sul matrimonio non è con certezza fondata sul Vangelo perché al tempo non c’erano i registratori (dunque siccome i registratori non c’erano non solo quando Gesù parlò del matrimonio, ma non esistevano proprio, nessuna dottrina è certamente fondata sul Vangelo, per costui), o vere e proprie eresie, come quella che Satana non è un essere personale, ma un simbolo, mentre ordini sono commissariati per la colpa di vivere e sposare integralmente la dottrina di Cristo. Mano libera al gesuita Martin e alla sua predicazione eretica. Della Pachamama abbiamo già detto. Mi fermo qui per non tediare. Ecco, se dunque non stiamo con tutto questo, saremmo fuori dalla Chiesa? Chi difende la Santità della Comunione, chi difende la presenza reale in Essa di Cristo, è invitato ad andare dagli evangelici, dove l’Eucaristia non esiste? Ve lo immaginate Filippo che durante il Concilio di Gerusalemme va da Paolo che resiste a muso duro a Pietro e gli dice: “O con Pietro, o vattene via?”. Accogliere, ascoltare, discernere, integrare. Che ipocrisia.
https://www.huffingtonpost.it/entry/con-francesco-o-fuori-dalla-chiesa-il-duro-sfogo-del-presidente-della-cei_it_5e2c82f7c5b6d6767fd4f74f
“Prigioniero o morto”. Le dimissioni frustrate del cardinale Marx (da Ludovicus)
RispondiEliminaSi dice che quando l’esattore degli interessi del presidente Néstor Kirchner, prevedendo complicazioni future, presentò le sue dimissioni alla vedova Kirchner, ricevette in risposta la seguente ammonizione: “Da me non ci si dimette, da qui uno se ne va o morto o in prigione”. Molto tempo prima, quando un nervoso ministro di Perón fece la stessa cosa di fronte all’incendio delle chiese, il generale gli fece dire da un suo assistente: “Dal generale ci si dimette solo quando egli lo chiede”. I Cesari ordinavano a chi cadeva in disgrazia di suicidarsi, i peronisti vietano loro di dimettersi e li costringono a suicidarsi lentamente. La perversione del potere ha molteplici forme.
Bergoglio ha ancora una volta seguito la tradizione peronista rifiutando le dimissioni del cardinale Marx. La mossa è in realtà un controgioco machiavellico, molto più machiavellico dell’ingenuo tedesco. In effetti, Marx, con le sue dimissioni, cercava candidamente due cose: sfuggire al ruolo necessariamente disciplinante del Sinodo che il suo ufficio gli imponeva; ed essere libero come un altro civile di operare a favore della ribellione sinodale, e libero come cardinale (non si è dimesso da questa carica) di impostare il suo gioco di potere a Roma. Un principe del popolo a pieno titolo che gioca questa grande lotta di potere tra la Germania e Roma, tra la mafia teutonica e l’argentino e i suoi compari.
Con questo semplice colpo, Bergoglio disarma Marx, gli toglie la sua arma principale (già non può più minacciare con dimissioni) e lo costringe ad allinearsi con Roma davanti al Sinodo. Marx è stato neutralizzato, indebolito, svuotato; con quale faccia lui, che il Papa stesso ha ratificato, può rappresentare i rivoluzionari?
Con un solo colpo preciso, Bergoglio ha ucciso Marx e ha lasciato al suo posto uno zombie. E non vedo il tedesco insistere sulle sue dimissioni, non c’è più margine, anche se sarebbe interessante vedere come gli verrebbe risposto o come finirebbe. In prigione o morto. Perché, del resto, le denunce che sarebbero il presunto motivo delle sue dimissioni sono ancora in vigore e in corso.
Non lasciamoci ingannare dal tono apparentemente mellifluo e fiducioso della lettera. Tale è l’umiltà e la mansuetudine che il suo autore si paragona a Gesù Cristo mentre infila la spada della missione suicida al povero Marx: “E questa è la mia risposta, caro fratello. Continua come tu te lo proponi, ma come arcivescovo di Munchen e Freising. E se sei tentato di pensare che, confermando la tua missione e non accettando le tue dimissioni, questo Vescovo di Roma (tuo fratello che ti ama) non ti capisca, pensa a quello che Pietro ha provato davanti al Signore quando, a modo suo, rinunciò: ‘Allontanati da me, perché sono un peccatore’, e ascolta la risposta: ‘Pasci le mie pecore'”.
Bisogna riconoscere in Bergoglio, vuoto di pensiero com’è, un frivolo professionista, un maestro di questi “piccoli trucchi”, come diceva Kafka, molto ben meditato e preparato. Come un ragno premuroso, tesserà tutti gli intrighi possibili per confondere i figli di Arminio [condottiero della popolazione dei Germani] e impedire che il suo potere venga discusso. Possiamo prevedere una lotta veramente spettacolare, piena di inciuci, cavilli e giochi sporchi, e se la biologia lo accompagna, una vittoria di Francesco sull’ingenuo episcopato progressista germanico, che finirà per prosciugarsi in un delta di luoghi comuni e banalità che nasconderanno le questioni che non saranno in grado di imporre, modulato da Marx e altri zombie. Non riusciranno a vincerlo in politica, e lo scisma è figlio della malizia, non dell’eterodossia. Non sono nemici per il compadre di Flores, emulo di Juan Perón e Néstor Kirchner.
https://www.marcotosatti.com/2021/06/15/prigioniero-o-morto-le-dimissioni-frustrate-del-cardinale-marx/