Editoriale di Radicati nella fede, n° 5 - maggio 2018. Il tema è da mettere in relazione con il disposto di Traditionis custodes, art.6, che trasferisce alla competenza della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica gli istituti a suo tempo eretti dalla Pontificia Commissione Ecclesia Dei. Stringendo il cappio sulla Messa antica [qui] per imporre l'applicazione integrale del concilio, probabilmente si otterrà il risultato opposto. Un conto è il realismo di partire dal concilio in maniera critica sulle sue variazioni - indispensabile per riconoscere le ragioni della crisi e trovare le soluzioni - da cui peraltro gli istituti Ecclesia Dei già si tengono ben lontani; un altro conto è essere obbligati ad assimilarlo! Vedi i prodromi sui rischi per la vita contemplativa già colti in diretta qui - qui e più recentemente qui.
La Messa contemplativa
La cosa più insopportabile a un cuore cristiano è vedere attentare alla vita contemplativa, che è l’anima della vita cristiana.
«Quanta utilità e gioia divina rechino la solitudine e il silenzio dell’eremo a coloro che li amano, lo sanno solamente quelli che ne hanno fatto esperienza. Qui, infatti, agli uomini forti è consentito raccogliersi quanto desiderano restare con se stessi, coltivare assiduamente i germogli delle virtù e nutrirsi, felicemente, dei frutti del paradiso. Qui si conquista quell’occhio il cui sereno sguardo ferisce d’amore lo Sposo, e per mezzo della cui trasparenza e purezza si vede Dio. Qui si pratica un ozio laborioso e si riposa in un’azione quieta. Qui, per la fatica del combattimento, Dio dona ai suoi atleti la ricompensa desiderata, cioè la pace che il mondo ignora, e la gioia nello Spirito Santo.Che cosa è tanto giusto e tanto utile, e che cosa così insito e conveniente alla natura umana quanto l’amare il bene? E che cosa altro è tanto bene quanto Dio? Anzi, che cosa altro è bene se non solo Dio? Perciò l’anima santa, che, di questo bene, in parte percepisce l’incomparabile dignità, splendore e bellezza, accesa dalla fiamma d’amore dice: L’anima mia ha sete del Dio forte e vivo; quando verrò e mi presenterò davanti al volto di Dio?».
Usiamo le parole stesse di San Bruno, fondatore dell’Ordine più contemplativo che la Chiesa conosca, i Certosini, per sintetizzare nel concreto la vita contemplativa. Di questa vita contemplativa la chiesa di oggi ha urgentemente bisogno. È la vocazione più elevata che possa esistere nel popolo cristiano, e il popolo cristiano ne ha assolutamente bisogno. Se scomparisse la vita contemplativa, il mondo cristiano perderebbe la sua anima.
Abbiamo deciso la pubblicazione in italiano de “La vie contemplative, son rôle apostolique” per una felice intuizione, quasi per un istinto interiore. Man mano che sono passati i giorni, sappiamo sempre di più il perché: occorre reagire alla confusione mortale che alberga nel popolo cristiano, avvelenato da un falso cristianesimo naturalista, che utilizzando ancora le parole cattoliche le svuota di vero significato. È una confusione a tutti i livelli, a tutti i livelli della gerarchia e del popolo. È un avvelenamento che sparge morte, la morte del cristianesimo integralmente vissuto.
L’avvelenamento del naturalismo toglie a Dio il primato; fa parlare ancora di Dio, ma Dio non è più tutto e il primo. Dio è ridotto ad un interlocutore dell’uomo, che all’occorrenza l’uomo interpella o cita, ma da Dio non parte tutto e tutto non torna più a lui: è l’uomo che è al centro. E quando l’uomo è al centro, l’uomo si smarrisce, perché Dio è tutto, è il suo tutto. “Deus meus et omnia, mio Dio, mio tutto”, è l’espressione sintetica della vera religione sulle labbra di San Francesco.
La vita contemplativa pone il primato di Dio: essa in sé è giusta, perché pone l’uomo nella giusta posizione. La Chiesa senza vita contemplativa muore nel naturalismo cristiano, che usa ancora i vocaboli della Tradizione riferendoli innanzitutto a un progetto umano. Si tratta del colpo maestro del demonio, l’ultimo inganno per distruggere ciò che ancora resta del cattolicesimo nel nostro tessuto sociale.
Chi se ne avvede appieno? Chi urla al pericolo? Continuiamo a sentire un silenzio assordante e complice dell’opera di Satana.
E Satana è il menzognero: anche lui dice che Dio è tutto, ma poi ti dice che Dio passa nel fratello, nel povero, nella comunità, nel pellegrino... ma non perché tu lo riconosca e lo servi in essi, bensì perché tu lo relativizzi: ti fa dire “Dio è tutto, ma siccome è dappertutto e in tutti, continuo a vivere la mia vita umana così com’è, con un po’ di benevolenza in più...” e così compie la desacralizzazione della vita cristiana.
Il primato di Dio è un primato: è vero che passa anche attraverso i fratelli, attraverso il povero e l’afflitto, attraverso chi il Signore ti mette accanto, ma è Dio appunto che si rende presente! E lui è tutto!
Ebbene, per questo primato di Dio, da sempre la Chiesa ha riconosciuto che alcuni sono chiamati da lui a stargli di fronte primariamente, e questo stargli di fronte diventa il compito della vita. La Chiesa da sempre ha riconosciuto i contemplativi, eremiti o in comunità, li ha riconosciuti e difesi dal mondo con una legislazione precisa. Ha difeso gli “inutili” secondo il mondo, perché così necessari al mondo stesso. Sono gli uomini e le donne chiamati a fare costantemente memoria di Cristo, di Dio; e riconoscere che questa memoria è il contenuto di sé: “Mi fu detto: tutto deve essere accolto senza parole e trattenuto nel silenzio. Allora mi accorsi che forse tutta la mia esistenza sarebbe trascorsa nel rendermi conto di ciò che mi era accaduto. E il tuo ricordo mi riempie di silenzio” (Laurentius, monaco eremita).
La Chiesa di sempre li ha difesi, oggi invece tende a confondere per loro le carte e li mette in pericolo; li espone ad un pericolo ingiusto e mortale, con la scusa che Dio passa attraverso i fratelli.
Ma questo Contemplativo sarà sempre il definitivo, perché nella vita eterna, quando Dio sarà tutto in tutti, il contenuto della vita tutta dell’uomo sarà l’unione con Dio, carità infinita: “I poveri li avrete sempre con voi, ma non sempre avete me” (Gv 12,8).
Il contemplativo è perciò profetico: dice a tutti i cristiani, che vivono ancora nel mondo e dentro le occupazioni della vita, che alla fine resterà la contemplazione che è il vertice dell’attività, perché è Dio che opera. Cosa faremo nella vita eterna se non godere dell’unione perfetta con Dio? E come può un popolo senza contemplativi capire ancora la vita eterna?
Il popolo cristiano aveva nel passato, nel rito della Messa, il profetico e definitivo del contemplativo: la Messa della Tradizione ti blocca di fronte a Dio e alla sua azione, ti chiede un grado di contemplazione; la Messa della Tradizione ti chiede la contemplazione ponendoti il primato di Dio: il silenzio, le genuflessioni, il protendersi verso la sua venuta, lo spirito di adorazione... tutto e richiamo alla contemplazione.
Era così per tutto il popolo... poi hanno iniziato a dire che Dio passava attraverso i fratelli... e hanno infarcito la Messa di parole e dialoghi, acclamazioni e gesti dentro un vortice sempre più banalizzante e disumanizzante, perché l’umano è fatto per la contemplazione, è fatto per Dio.
E il primato di Dio è scomparso dalla vita del popolo. E i fedeli non hanno più visto Dio nella Messa.
Ora, dopo la distruzione delle parrocchie, è il turno degli ultimi conventi rimasti, quelli contemplativi, perché gli altri conventi già non ci sono più. E tutto questo perché Dio passa per i fratelli.
Il cristianesimo c’è dove c’è la Messa contemplativa.
Anche il monachesimo si salverà solo con la Messa contemplativa, la Messa della Tradizione.
Ecco perché ci è parso importante parlare degli “inutili” in questo bollettino. Gli inutili per il mondo, i contemplativi quelli veri salveranno il cristianesimo ponendo di nuovo il primato di Dio.
Ma attenti, gli inutili saranno salvati dalla Messa cattolica, la Messa di sempre, la Messa della contemplazione. Saranno salvati da essa, o non saranno più.
https://www.ilmessaggero.it/vaticano/papa_francesco_proiettili_busta_lettera_minaccia_milano_francia_cosa_e_successo_news-6129120.html
RispondiEliminaPapa Francesco, trovata busta con proiettili indirizzata al Pontefice: proviene dalla Francia
Lunedì 9 Agosto 2021, 10:09 - Ultimo aggiornamento: 11:09
661
Una busta con tre proiettili, indirizzata a Papa Francesco, è stata trovata dagli addetti delle Poste al Centro di Smistamento di Peschiera Borromeo, nel Milanese. Il plico, secondo quanto si è appreso stamani, proviene dalla Francia. La busta con le tre cartucce è stata sequestrata dai Carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese (Milano) e le indagini sono a carico del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Milano.
A quelli che dicono che le leggi vanno applicate, giuste o ingiuste che siano, rispondete che vanno applicate solo le leggi giuste che non siano cioè in contrasto con la legge morale naturale e la dignità della persona. Altrimenti dovremmo dedurre che anche i gerarchi nazisti fossero nel giusto, visto che si limitavano ad applicare le leggi.
RispondiEliminaVale a livello sia civile che ecclesiale
A livello ecclesiale, oltre alla legge naturale, c'è il magistero perenne.
RispondiEliminaOT
RispondiEliminala notizia viene sempre dalla Francia, un ruandese già implicato nell'incendio della cattedrale di Nantes e sotto vigilanza, ha confessato l'omicidio di un sacerdote 60enne in Vandea e si è consegnato spontaneamente alla Géndarmerie, evidentemente anche oltralpe per essere espulsi non si sa cosa si deve fare, non ci sono dettagli, ma l'omicidio viene definito efferato.
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/riformare-papato-caso-ratzinger-ancora-aperto-1967125.html
RispondiEliminahttp://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/filosofia/10293-una-battaglia-di-verita
RispondiEliminaUNA BATTAGLIA DI VERITA'
Questa è innanzitutto una battaglia per la verità. Hanno deciso di lasciar cadere le maschere: le forze oscure della grande finanza internazionale, hanno deciso di passare alla fase risolutiva del piano che perseguono da secoli di Francesco Lamendola
9 agosto 2021 lo stesso Ruandese che ha mandato in cenere la Cattedrale di Nantes e il suo organo Monumentale, uccide un sacerdote in Vandea.
RispondiEliminaI tradizionalisti sono tutti preoccupati per la "loro" messa, intenti unicamente a cercare di salvare la "loro" messa, cioè la celebrazione alla quale partecipavano. Di eliminare le cause che hanno portato al duplice assassinio liturgico (la prima volta papa Montini, la seconda papa Bergoglio, ma pure con almeno due "tentati omicidij": ad opera di papa Pacelli e di papa Sarto) non interessa nulla a nessuno. Se fosse per tale nostra piccolezza miope ed egoistica ci sarebbe da credere che realmente la messa antica è stata sepolta. Sappiamo bene però che la nostra forza non è nel nostro numero, nelle nostre argomentazioni, nelle nostre proteste. La forza è nella liturgia romana stessa, la forza è in almeno quindici secoli di storia, e, dunque, la "nostra" forza sono tutti i papi e tutti i santi degli ultimi quindici secoli. Per questo la liturgia antica non la può assassinare nessuno. E per questo vincerà. Non per noi.
RispondiEliminaLo spigolatore romano
la "loro" messa..
RispondiEliminaE' sicuro che i tradizionalisti pensano così?
O non pensano come dar maggior gloria al loro Dio Creatore,Redentore,Santificatore, a vantaggio di tutta la cristianita' e per continuare ad attrarre le anime non ancora cristiane? Mentre oggi ricordiamo la compatrona d'Europa Edith Stein la prego di non volermene se il suo scritto mi sembra un po' acidino.Le cause le possono eliminare i tradizionalisti? Nella Chiesa cattolica non ci sono fazioni come nei partiti.
Vi ricordo il quarto giorno della Novena dell'Assunta!
RispondiEliminaQui:
RispondiEliminahttps://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/08/novena-alla-b-v-maria-assunta-in-cielo.html
RispondiElimina# spigolatore romano
Un commento fuori misura.
Accusare san Pio X e Pio XII di "tentato omicidio" nei confronti della liturgia.
Suvvia...
Nel libro "Ultime conversazioni" (Milano, Garzanti, 2016), Papa Benedetto XVI° ha risposto all’affermazione: “La riabilitazione della Messa tridentina viene spesso interpretata come una concessione alla Società San Pio X”, con queste parole chiare e forti: “Questo è assolutamente falso! Per me era importante che la Chiesa preservasse la continuità interna con il suo passato. Che ciò che prima era sacro non può divenire da un momento all’altro una cosa sbagliata” (pp. 189-190)......
RispondiEliminaRimaniamo sempre nell'ambito del modernismo nel caso di Ratzinger moderato(freno) di fronte ad altri più radicali (acceleratore). Non sopravvalutiamo queste affermazioni peraltro smentite nella prassi
RispondiElimina. . . E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
RispondiEliminasereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
Buon San Lorenzo a tutti.
Benedizione nella Divina Volontà con don Umberto Dall'Igna 10 Agosto 2021
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=4zA-xSSJs5s
Siano lodati i Sacri Cuori di Gesu',Maria e Giuseppe.
Buona giornata.
E’ un errore dei “modernisti” il dire che i tempi moderni esigono opere esterne e non tante preghiere; vita attiva e non contemplativa; che bisogna operare, lavorare, uscire dalla sacrestia, quasi che fosse tempo perduto quello impiegato a pregare!
RispondiEliminaEssi, i “modernisti”, lascerebbero anche il Breviario!
Messe conventuelle à l'Abbaye Sainte-Madeleine du Barroux
RispondiEliminaStreaming avviato 61 minuti fa
Messe de saint Laurent (avec jubilé de 25 ans d'ordination d'un moine)
https://www.youtube.com/watch?v=XQl7a2KNz6U
Oggi la vera differenza è tra coloro che capiscono e coloro che non capiscono. Essa ricalca, quasi sempre, la differenza tra chi possiede una visione superiore della vita e chi non ce l'ha.
RispondiEliminaLa visione superiore della vita corrisponde all'appartenenza alla vera aristocrazia, che è sempre aristocrazia spirituale.
La visione superiore della vita è la visione trascendente che non solo nobilita l'anima, ma la rende capace di fiutare il grande inganno, mentre gli altri, i "furbi", i disincatati, i materialisti, i cinici, i realisti si consegnano al pifferaio magico.
Martino Mora
Carlo Di Pietro
RispondiEliminaNon esiste il cattolicesimo tradizionalista e il cattolicesimo non tradizionalista. Il cattolicesimo o è, oppure non è. Il cattolicesimo non è come una pizza che si può mangiare intera, oppure si lascia qualche pezzetto per i cani. Il cattolicesimo o è integrale, oppure è un'altra religione, una falsa religione come ce ne sono tante.
@Di Pietro " una falsa religione, come ce ne sono tante" : perfetto! Se tutte le religioni sono volute da Dio ( che bestemmia, che empietà!) allora sono tutte false, tutte creazioni umane ,( come la figura del diavolo, secondo quel bugiardo di Sosa Abasca), quindi Cristo era solo un profeta. Quindi si può imbonire i creduloni con la Fratelli tutti, senza citare una sola volta Cristo come unico Salvatore. In linea con Assisi 1 e 2. Tutto fila, tutta la CD " chiesa conciliare" è una sequela di inganni, menzogne, empietà, fino al motus in fine velocior di Bergoglio & C. Anatema a tutti loro!!!
EliminaGiustissimo
RispondiEliminaLa conclusione inevitabile di questo anatema, caro catholicus: non sono Papi. Ma come è possibile? Se volete ve lo spiego. Ma solo se lo volete, perché se no mi stanco a scrivere e poi mi scontro con un muro di gomma
RispondiEliminaGrazie; ma non aderiamo al sedevacantismo...
RispondiElimina
RispondiElimina"Non esiste il cattolicesimo tradizionalista e non tradizionalista, esiste il cattolicesimo e basta.."
Giusto, in generale. Occorre però distinguere. Il cattolicesimo "e basta" qual è?
Sarà quello definito nei secoli dal magistero ufficiale della Chiesa e dalla tradizione, però la tradizione riconosciuta dalla Chiesa. Quando arrivano le eresie, che attaccano il Deposito della Fede, allora si creano degli schieramenti, sul piano culturale, teologico e anche politico. E fioccano i nomi per distinguerli. In passato i nomi dati agli eretici prendevano spunto dai loro capi: ariani, luterani. Ma non solo. Si davano anche nomi collettivi riferiti alle loro teorie: scismatici greci o greco-ortodossi; monofisiti; protestanti...
Con l'apparire dell'eresia modernista e neo-modernista (dopo le condanne e la pulizia fatta da san Pio X) i difensori dell'ortodossia cattolica si sono definiti e sono stati definiti: tradizionalisti. Così, rispetto alla neo-modernistica Messa del NO, chi oppone la Messa cattolica di sempre, quella della Tradizione della Chiesa, viene definito e anche si definisce "tradizionalista". DA intendersi, a mio avviso, nel senso di "fedele alla Tradizione liturgica della Chiesa di sempre", prima delle sconvolgenti novità promosse dal VAticano II.
Allo stato, come del resto in passato, non si possono espungere questi aggettivi, che rispecchiano una situazione di fatto. Piuttosto, bisognerebbe chiarire bene il loro significato: quello di "neo-modernismo", che appare anche peggiore del primevo modernismo, e quello di "tradizionalismo", includendo questo termine una gamma di atteggiamenti, alcuni dei quali connessi ad un concetto di tradizione che non è nemmeno sicuramente cattolico e probabilmente risente di influenze esoteriche. C'è quindi un tradizionalismo buono, che è fedeltà alla tradizione liturgica e dottrinale della Chiesa, e uno meno buono o addirittura cattivo, partecipato anche da non-cattolici, che si appoggia a nozioni oscure quali "sapienza primordiale" (di origine asiatica, in genere) e si affida al simbolismo quale autentica forma del conoscere.
T.