Da LifeSiteNews, una interessante recensione di Maike Hickson di un nuovo libro sulla 'Mafia di San Gallo'. Ce ne siamo occupati in numerosi articoli: qui - qui - qui - qui - qui - qui.
“Mafia” di San Gallo, Dimissioni di Benedetto. Un Accordo in Conclave?
Un nuovo libro suggerisce che un accordo della mafia di San Gallo potrebbe aver condotto alle dimissioni di papa Benedetto XVI
– La studiosa ed editorialista americana Julia Meloni ha appena pubblicato la sua tanto attesa, eccellente e profondamente studiata storia della Mafia di San Gallo, un gruppo di vescovi progressisti che si riunivano regolarmente in Svizzera e complottavano per rivoluzionare ulteriormente la Chiesa Cattolica. The Sankt Gallen Mafia: Exposing the Secret Reformist Group Within the Church ci dice molto sulle macchinazioni di questi vescovi e cardinali di sinistra, la loro agenda, e anche la loro idea che la Chiesa avesse bisogno di un nuovo “Francesco” molto prima che Papa Francesco fosse eletto. Ma l’accattivante libro ci dice anche di più sul possibile intreccio di Papa Benedetto XVI con questo gruppo.
Meloni è in grado di ripercorrere, con l’aiuto di diverse fonti, gli eventi del Conclave del 2005 che hanno portato all’elezione di Papa Benedetto e forse alle sue successive dimissioni. Metteremo in evidenza questo aspetto di questo nuovo libro, dal momento che molti aspetti dell’elezione di Papa Francesco sono già meglio conosciuti, e anche perché i paralleli tra le intenzioni del gruppo di San Gallo e l’agenda di Papa Francesco sono ormai abbastanza noti, come la Meloni mostra così mirabilmente nel suo libro.
La Mafia di San Gallo, come molti lettori sapranno, era un gruppo di cardinali e vescovi che si incontrava regolarmente, dal 1996 in poi, a San Gallo, in Svizzera, per discutere la loro agenda di riforma della Chiesa. Ciò che hanno discusso – dalla Comunione per i divorziati e “risposati”, all’intercomunione, alla collegialità e sinodalità, al decentramento della Chiesa, e così via fino al sacerdozio “sposato” – è stato anche nell’agenda di Papa Francesco. I cardinali Karl Lehmann, Walter Kasper, Achille Silvestrini, Godfried Danneels, Carlo Maria Martini, S.J., Cormac Murphy-O’Connor e Basil Hume, solo per citarne alcuni, erano tra questi.
Meloni mostra che Martini era il capo di questo gruppo e che il suo padrino era padre Karl Rahner, S.J., il leader del gruppo rivoluzionario al Concilio Vaticano II. Ciò che questo padrino aveva iniziato, la mafia sangallese voleva portare a buon fine. È interessante notare che in un libro del 2017, Per una riforma missionaria della Chiesa, curato da padre Antonio Spadaro, S.J. e dal professor Carlos Maria Galli (entrambi stretti collaboratori di Papa Francesco), c’è un riferimento diretto a padre Rahner e al suo appello per una Chiesa decentralizzata che sembra molto vicino all’idea di creare una Chiesa “amazzonica”, per esempio. Rahner è citato per aver detto, nel 1962: “Chiese maggiori con una propria disciplina, una propria liturgia e una propria eredità spirituale e teologica potrebbero anche essere formate in futuro, per ‘divina provvidenza’ [sic], diciamo in Africa, Asia o Sud America.”
L’interconnessione tra questi rivoluzionari e i recenti Papi è interessante. Meloni racconta che il cardinale Silvestrini, a capo del gruppo di San Gallo dopo che il cardinale Martini si era ammalato di Parkinson, dal 2003 in poi, “era stato vicino a Giovanni Paolo II per decenni”, e che, intorno a quel periodo del 2003, “forniva alla mafia informazioni di prima mano sul declino della salute del pontefice”. Silvestrini fu anche una delle ultime persone a vedere il Papa prima che morisse. Ci si chiede perché Giovanni Paolo II dovrebbe dare tanta attenzione e accesso a un uomo che lui stesso, nel 1993, ha rimosso dall’incarico di capo del progressista Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE), a causa dei suoi tentativi di sovvertire l’autorità romana. Eppure, Giovanni Paolo II lo fece cardinale nel 2001.
Come si può vedere già qui, le linee di demarcazione tra i Papi “conservatori” e le loro controparti progressiste non sono così chiaramente tracciate.
Anche lo stesso Papa Benedetto aveva uno stretto legame con un leader del gruppo, Martini. Meloni racconta come egli elogiò ripetutamente Martini in pubblico nel corso degli anni. Per esempio, il cardinale tedesco invitò Martini a lavorare con lui alla Congregazione per la Dottrina della Fede negli anni ’80. Nel 1995 affermò che, nonostante le loro differenze, Martini lo completava. Nel 2006, da Papa, elogiò Martini davanti a un gruppo di giovani.
Poi, durante il conclave del 2005 – per il quale Silvestrini invitò i suoi colleghi cardinali sangallesi a Villa Nazareth a Roma per complottare contro l’elezione di Ratzinger – ebbe luogo un infausto colloquio tra Martini e Benedetto durante il pranzo prima del quarto scrutinio. Afferma Meloni: “Secondo il vaticanista Bernard Lecomte, più testimoni oculari hanno visto una misteriosa conversazione a pranzo tra Martini e Ratzinger”, aggiungendo che questa conversazione “ha lasciato almeno un testimone con l’impressione che Martini abbia spostato i suoi voti su Ratzinger, forse in cambio di una garanzia sugli orientamenti del nuovo pontificato”. Papa Benedetto, tuttavia, avrebbe poi negato l’esistenza di un tale accordo.
A quel punto, durante il Conclave, era diventato chiaro che “una lotta ‘drammatica’ tra il gruppo di Sankt Gallen e i sostenitori di Ratzinger ha preso forma”, con Ratzinger in testa e Bergoglio, il candidato del gruppo di San Gallo, dopo di lui. È interessante notare che durante quella stessa pausa pranzo in cui Ratzinger incontrò Martini, Bergoglio avrebbe detto ai suoi sostenitori di votare per Ratzinger. “Aspettatevi sorprese”, furono le parole di Martini non molto tempo dopo l’elezione di Ratzinger. Un memoriale anonimo di un cardinale, pubblicato nel 2007 e sospettato di essere stato scritto da Silvestrini, sosteneva la stessa linea: proponeva Jorge Bergoglio come futuro Papa, aggiungendo: “Questo punto è da ricordare per il futuro, nel caso in cui il pontificato di Benedetto XVI non dovesse durare a lungo”.
Martini e Ratzinger hanno fatto una sorta di accordo, con Martini che ha promesso i suoi voti e con Ratzinger che si sarebbe dimesso se la mafia sangallese lo avesse ritenuto opportuno? - Fonte
Non stupisce. Anche senza tanti particolari, non si poteva pensare che chi si è dimesso non fosse coinvolto nella pianificazione delle dimissioni. Gran brutta storia quella che copre quasi cento anni di vita della chiesa, man mano che viene alla luce il lavorio sotto traccia e la corruzione dei costumi si nota questa erosione interna portata avanti direi con ostinata cattiveria, con inveterato odio per dirla col Manzoni.
RispondiEliminaNon so come se ne uscirà e se realisticamente se ne potrà uscire. Grande vergogna. Certamente sono e sono state all'opera anche forze esterne che combattono la Chiesa da sempre, ma nulla avrebbero potuto se la chiesa fosse stata coesa.
Preghiamo il Signore di mandare grandi santi, ben poco noi possiamo. E ogni entusiasmo si fiacca. Per chi vuol vedere la punizione per la superficialità, per il tradimento, dei consacrati e dei fedeli è grande e severa. La chiesa diventata centro di potere mondano ha prodotto questa superba distorsione diabolica.
Signore, pietà!
Ben detto, caro amico, non poteva esprimersi meglio di così. Ignoriamoli tutti, non condividiamo niente con loro, saltiamoli a piè pari, come si dice, e teniamoci stretti a NSGC ed alla Sua Se.ma Madre e Madre nostra, l'Immacolata, Corredentrice, Mediatrice, Avvocata nostra
EliminaSarebbe il caso di fare la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato come richiesta e senza Bergoglio, il quale ha risposto a Putin tramite Ravasi, che loro non la faranno mai.Altrimenti saranno altri guai.
RispondiEliminaA tal proposito mi viene in mente un commento di un cattolico americano che ho appena letto sul blog di Father Z, relativamente al discorso di Putin su come l'occidente stia soccombendo al politicamente corretto e alla cancel culture.
Elimina"Una volta pregavo per le intenzioni del papa e per la conversione della Russia.
Oggi prego per le intenzioni della Russia e per la conversione del papa."
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSono contento che riemerga tale questione, peraltro portata avanti dal giornalista Cionci di Libero da qualche anno.
RispondiEliminaVa ad incidere pesantemente sulla validità della rinuncia di Ratzinger e su quella dell'elezione di Bergoglio.
Dimostra anche come laicità e ragion di Stato ormai prevalgano non solo sul Vangelo, la dottrina e il Magistero bimillenario, ma persino sulle norme di diritto canonico che disciplinano la sacra nomina del Papa.
A norma del quale i "mafiosi" di San Gallo sarebbero tutti scomunicati ipso jure.
Non è questione da sottovalutare e trascurare, ma da approfondire, pubblicizzare e approfondire.
Fa bene anche Cionci a insistere, come giornalista.
Nella storia della Chiesa non sono certo mancate situazioni simili e anche più plateali.
Ma nella modernità, le "forze progressiste" di questa Chiesa a guida laicizzata postconciliare - in realtà eretiche in senso decisamente protestante - hanno lavorato, forse come mai nella storia, in modo molto più premeditato, paziente, scientifico e a lungo termine.
I papati di GPII e BXVI sono rimasti sostanzialmente nei limiti della cattolicità e hanno avuto perlomeno il coraggio di andare contro il mondo su certe questioni basilari come il comunismo, l'aborto e il relativismo.
Ma torniamo sempre lì:
ritenendo buone e giuste le aperture al mondo e al protestantesimo, nonché la modifica protestante della Messa e tutto il CVII, hanno legittimato, più o meno direttamente, e forse per la stessa "ragion di Stato", il modernismo sempre più arrogante, cioè il nuovo protestantesimo mascherato da cattolicesimo.
Che vediamo trionfare con la "chiesa di Francesco", serva del mondo anziché del Signore.
Non hanno prodotto più anticorpi.
Serve dunque l'inoculazione eterologa di tre vaccini cristiani:
preghiera, conversione e vera Messa.
Aloisius
RispondiElimina"I papati di GPII e BXVI sono rimasti sostanzialmente nei limiti della cattolicità..." Ne siamo sicuri?
Bisogna appunto inserire un "sostanzialmente" perché su certe materie questi "limiti" sono stati oltrepassati. Faccio un esempio.
Ecco alcuni passi dalle dichiarazioni di GPII quando approvò l'apertura della Moschea di Roma. Cito dall' Osserv. Romano del 22 giugno 1995.
"...Ed è significativo che i mussulmani abbiano un loro luogo di culto nel pieno rispetto della loro libertà di coscienza...La libertà religiosa...uno dei pilastri della civiltà occidentale...Nell'esser lieto che i Mussulmani possano riunirsi in preghiera nella nuova Moschea di Roma, auspico vivamente che ai Cristiani e a tutti i credenti sia riconosciuto in ogni angolo della terra il diritto ad esprimere liberamente la propria fede. Per questo prego il Signore ed invoco l'intercessione di Maria, Madre sua sempre Vergine, onorata anche dai fedeli dell'Islam...Si deve purtroppo rilevare come in alcuni Paesi islamici manchino altrettanti segni di riconoscimento della libertà religiosa. Eppure il mondo, alle soglie del terzo millennio, attende questi segni!"
Col "terzo millennio" è arrivata invece la ripresa della "guerra santa" dei mussulmani contro l'Occidente, la persecuzione in grande stile dei cristiani.
Cosa dicevano Pio IX, Leone XIII, Pio XI della "libertà religiosa"?
C'è bisogno di ricordarlo? Non era esatamente il contrario degli elogi di GPII? Questa perorazione della libertà religiosa avrebbe potuto esser sottoscritta senza problemi da un "massone di tradizione", come amano dire.
INoltre, GPII propalava anch'egli l'equivoco di un culto mussulmano della Madonna, accettabile anche dai cristiani, base del dialogo con loro. Falsissimo: quei mussulmani che onorano la "Maria" del Corano, che non é comunque Maria madre di Gesù dei Vangeli, l'onorano sempre come madre di un profeta (Gesù), considerato tale solo in quanto precursore di Maometto e quindi (Gesù) autentico sottomesso al per loro unico Dio, ossia in quanto autentico "mussulmano" (che vuol dire "sottomesso").
Quando si smetterà di considerare GPII e BXVI autentici "difensori della fede" sarà sempre troppo tardi.
T.
Maria, io tempo fa scrissi di approfondire tutti gli articoli di Andrea Cionci.. oggi Aloisius lo sta portando di nuovo in auge.. anche perchè li ci sono elementi molto grossi e serve gente ben preparata .. mi piacerebbe che si incominciasse a trattare questo tema che Cionci sta portando avanti da molti mesi... ci vorranno molti articoli.. perchè la questione è molto articolata..... e ci sono molti punti dove ogni parola potrebbe rovesciare tutte le carte dal concilio vat.II in poi e non solo anche di qualche decennio prima... e o sai si tratta della declaratio di Benedetto.. ogni parola potrebbe far capire che male o bene Benedetto resta ancora il Papa e Bergoglio con tutto il suo gruppo e un buon gruppo conciliare sono già fuori dalla Chiesa Cattolica Romana e forse da decenni non da ieri....
RispondiEliminamons bettazzi le annuncio piu volte
RispondiEliminahttps://www.fanpage.it/attualita/dimissioni-del-papa-monsignor-bettazzi-le-anticipo-un-anno-fa-audio/
E allora che dire di questo?
RispondiElimina...
Mordkomplott. “Complotto di morte”. Fa impressione leggere nero su bianco su un documento strettamente confidenziale e riservato, pubblicato in esclusiva dal Fatto che un Cardinale autorevole, l’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo, prevede con preoccupante certezza la morte del Papa entro novembre del 2012. Una morte che, per la sicurezza con la quale è stata pronosticata, lascia intendere agli interlocutori del cardinale l’esistenza di un complotto per uccidere Benedetto XVI. L’appunto è anonimo e reca la data del 30 dicembre del 2011. E’ stato consegnato dal Cardinale colombiano Darío Castrillón Hoyos alla segreteria di Stato e al segretario del Papa nei primi giorni di gennaio con il suggerimento di effettuare indagini per comprendere esattamente cosa abbia fatto e con chi abbia parlato l’arcivescovo Romeo in Cina.
Avevamo citato la "confidenza" del card. Romeo tra i numerosi impedimenti che hanno costellato il pontificato di Benedetto XVI
Chiedo scusa anticipatamente se ripetendomi infastidirò qualcuno.
RispondiEliminaIn coscienza ritengo che possa essere meglio ripetere alcune cose.
E' risaputo che nel conclave del 2005 l'elezione di Benedetto XVI rappresentò il tentativo di opporsi alla "dittatura del relativismo", apertamente denunciata dal decano dei cardinali. Bergoglio era già più di un'opzione, data la determinazione del partito di San Gallo. Ma non c'era solo quel gruppo a far preoccupare chi ancora pensava la Chiesa come sposa di Cristo, unica misura del vero umanesimo. C'era tutto il sottobosco curiale di affarismo e vizio, smascherato tra gli altri da Mons. Viganò quando fu incaricato di indagarlo e mettervi ordine.
Un marciume tanto impresentabile e potente, che anche il gruppo facente capo al cardinal Martini ne temeva l'affermarsi attraverso una candidatura forte. Alla fine Benedetto XVI si trovò in mezzo ai lupi e con davanti la dittatura del relativismo e non pochi cardinali propensi a spalleggiarla. Tutto il pontificato di Benedetto XVI è costellato di sgarbi, cattiverie e ostilità, moltiplicate dai media.
In fondo chi lo votò non lo pensava capace di attirare le folle come Giovanni Paolo II (il che era lontano dal carattere di Benedetto, ma nella sua umiltà vi si adattò) e soprattutto di spiegare con tanta "cioia", dolcezza e chiarezza la bellezza della fede cattolica, mentre i soloni battevano ossessivamente l'incudine del panzer kardinal, del pastore tedesco e della complicatezza teologica. Chi lo votò lo pensava più manovrabile, un topo di biblioteca e non un pastore amato. E pensava pure che morisse prima. Invece no e allora si arrivò a decretarne la morte, fisica o di funzione. Alla fine arriva il 2012 e l'inizio 2013. Secondo me ha ragione Cionci quando ritiene che Benedetto XVI non si sia presentato in fondo al vicolo cieco senza prima aver ideato, nella preghiera e nella fede, l'estremo tentativo per non lasciare campo totalmente libero allo schifo che abbiamo visto dopo. Benedetto XVI tra l'altro conosce il terzo segreto di Fatima e ha concorso alla redazione dei passi del catechismo post conciliare che trattano dell'apostasia della Chiesa e del mistero dell'iniquità.
Quindi nell'accordo del conclave del 2015 Benedetto XVI entra da alternativa a due peggiori di lui e con la rinuncia al ministerium (solo a quello) del 11 febbraio 2013 (data mariana) gioca tutti gli autisti dei camion di spazzatura e di "sporcizia della chiesa", come disse nella via crucis del 25 marzo (data mariana) del 2005 a salvaguardia del seme che se non cade a terra e muore non produce frutto, altro tema molto caro a Benedetto XVI. E' spazzatura anche confondere i ruoli di Ratzinger e degli altri nei mercanteggiamenti dopo la morte di Giovanni Paolo II, i cui ultimi anni di pontificato, segnati dalla malattia, videro muoversi gli affaristi come bande in curia, mentre in pochi tentavano di mantenerle una dignità cristiana.
E' una storia che non è ancora finita e sta svolgendosi sotto i nostri occhi, se solo -come scritto da Padre Lanzetta pochi giorni fa- riusciamo a comprendere a che "cosa servano i Turchi" mentre si arriva a Lepanto e sappiamo di avere con noi la Regina delle Vittorie.
È risaputo che l'elezione di Rarzinger è stato un tentativo di opporsi alla dittatura del relativismo...ma chi l'ha detto? E se fosse stata la consapevolezza che i tempi non erano maturi per Bergoglio? Ratzinger è stato ed è (si presume, perché non ha sconfessato niente) un modernista , come i predecessori postconciliari. E allora cosa importa se la dimissione è stata valida o no ecc? Si rimarrebbe nello stesso problema.
Elimina
RispondiEliminaLa Regina delle Vittorie ha potuto vincere a Lepanto perché c'erano una flotta e un esercito cristiani capaci di combattere.
Oggi invece non ci sono né eserciti né flotte, in campo cristiano, cattolico, c'è il deserto o quasi, sia materiale che spirituale.
Forse grazie anche alla cecità della minoranza intellettuale che continua a ricamare su chi sia il vero papa (l'assurda tesi della rinuncia al ministerium ma non al munus) e a mantenere un'interpretazione "buonista", "edulcorata" dei papati polacco e tedesco, volendo ignorare il lato oscuro (postconciliare) che li ha comunque permeati.
A proposito di Fatima, terzo segreto, si dimentica che l'allora cardinale Ratzinger nel presentare la pubblicazione ufficiale del Terzo Segreto cercò di attribuire le famose visioni ad un'interpretazione personale della Veggente, Suor Lucia.
E quanto alla supposta continuazione del munus petrino da parte di Ratzinger, da "emerito", quale sarebbe stata la sua efficacia sull'andazzo imposto da papa Francesco? Si offende qualcuno se si rileva che tale efficacia è stata nulla, anche perché l'ultranovantenne Emerito finora si è tenuto piuttosto "allineato e coperto"? Ha detto o fatto dire qualcosa a proposito del Traditionis custodes, che rovescia il Summorum Pontificum, introducendo tra l'altro una cesura teologicamente insostenibile nei confronti del millenario rito romano antico?
T.
Tralcio come sempre ineccepibile, io non so se Cionci riuscirà ad avere prove concrete delle sue supposizioni, peraltro condivisibili, non saprei dare un giudizio sui fatti perché di veri e verificabili ce ne sono pochi, ma questo ho letto su un blog USA cattolico tradizionale, pare che un autorevole membro del collegio cardinalizio abbia riferito un episodio inquietante, secondo lui, che però vuole mantenere l'anonimato, Papa Benedetto si sarebbe lamentato perché si era accorto che molti documenti a lui indirizzati, strettamente confidenziali ed altro, non arrivavano mai sulla sua scrivania e inoltre esprimeva il suo sconcerto per il fatto che i suoi ordini venissero ampiamente disattesi e disobbediti e chiedeva rispetto per il suo ruolo, sembra che l'allora card. segretario di stato lo abbia afferrato per le spalle scuotendolo con forza e gridandogli in faccia 'Non hai ancora capito chi comanda qui?' Un esperto canonista ha commentato che l'atto sarebbe stato passibile di scomunica latae sententiae perché è assolutamente proibito mettere le mani addosso al pontefice e sarebbe atto di lesa maestà in caso di monarca assoluto. Prendetela come l'ho appresa e riportata, prove certe non esistono, ma qualcosa di vero ci deve pure essere, chi ha letto The dictator pope e The keys and the kingdom avrà letto di pesanti intromissioni estere nell'atto di rinuncia, poi come sempre sarà Dio ad avere l'ultima parola.
RispondiEliminaProprio così . Si continua a ricamare su astruse interpretazioni del diritto canonico, addirittura accreditando un piano per continuare a rimanere Papa pur non sembrandolo e cedendo l'esercizio del Papato (comprendente Magistero e governo ) a qualcuno che Papa non è. È assurdo. Ridicolo a prima vista come il movimento ondulatorio della signora Lamorgese. E per ottenere cosa, poi? Lo sfascio totale,il rischio della perdita di tantissime animme? Ma se anche fosse così , non potremmo comunque avere la soddisfazione(come vorrebbero i propugnatori di tale tesi)di avere il kathekon, pur del tutto inattivo. Coloro che hanno guidato il post concilio hanno contribuito attivamente all sfascio.ci scandalizziamo per il faccione di Lutero, ma lo sdoganamento era già avvenuto sotto Ratzinger... e così via. Sarebbero tantissimi gli esempi da fare, altro che sostanziale mantenimento dell'ortodossia. Che poi o è tale o non è tale, non c'è la via di mezzo. Ora è solo tutto più palese.
RispondiElimina.
Il" proprio così "era riferito al commento di T. È stupefacente che si continui a dare credito a queste illazioni. Ratzinger , anche ostacolato, avrebbe avuto la piena possibilità di fare ordine, almeno dal punto di vista dottrinale e morale, per es scrivendo una enciclica. Anche S Pio X si e trovato alle prese con i lupi nelle viscere della Chiesa, i modernisti, e li ha affrontati. Lo stesso dicasi per altri Papi. Purtroppo ci si rifiuta di capire chel'Emerito è modernista lui stesso, lui stesso fa parte di quei lupi, al di là delle beghe di potere che immagino ci siano sempre state, dei conflitti fra progressisti spinti e moderati ecc.
EliminaAlle tre di pomeriggio del venerdì Gesù, emesso un forte grido, spirò.
RispondiEliminaC'è chi ha ipotizzato che quel forte grido fosse "mamma!".
Comunque in quel momento il suo corpo umano, proprio come il nostro, cessò di vivere. Sulla terra quel pomeriggio, misteriosamente era calato il buio, da mezzogiorno. Sotto la croce ci sono la Madonna, Maria di Cleofa, la Maddalena e Giovanni. Arrivano quelli incaricati di spezzare le gambe ai condannati e vedendo già morto Gesù, uno si limita a trafiggergli il costato con una lancia, fino al cuore. Tutto avviene rapidamente: in città il velo del tempio si lacera dall'alto in basso, la terra trema, i sepolcri si aprono e molti corpi di santi resuscitano. Il centurione arriva a dire che l'uomo Gesù "ERA figlio di Dio". Poi ritorna la luce del sole. Il corpo inchiodato di Gesù, veramente morto alla vita terrena, pende dalla croce. Non l'ha evitato. Non è sceso, sfidato a farlo. Non si è fatto liberare da legioni di angeli, potendolo fare. Si è lasciato appendere e vilipendere, senza farsi difendere. Una volta morto il corpo al mondo, l'anima dell'uomo-Dio Gesù è viva. E' pura,non ha nemmeno inveito contro i nemici e i crocifissori. Non li ha fermati, arrivando a perdonarli, almeno quelli che hanno agito per sola ignoranza. Quell'anima santa dove va? Il Credo dice che "discese agli inferi". Colui che ha detto che il Suo regno non è di questo mondo e che il regno dei cieli è vicino, va nel soggiorno dei morti, là dove non è ancora Cielo. Non ci va a salvare i dannati o il diavolo. Non va a distruggere l'inferno, che resta. Va a liberare le anime dei giusti che attendevano la redenzione. E' andato a mostrare, in piena luce, l'eternità del loro destino a quelli che negli inferi ci restano. Cristo è disceso nella profondità della morte affinché i morti udissero la sua voce e, ascoltandola, vivessero. L'Autore della vita ha ridotto all'impotenza, in modo definitivo e inappellabile, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo.
A Verbo di Dio è bastato un quarto d'ora. All'uomo serve più tempo.
Murmex, la questione di cui si trattava non è la storia infinita del modernismo di GPII e BXVI, ma dell'accordo fatto dalla 'mafia' di San Gallo fuori dal conclave per eleggere Bergoglio e la validità della rinuncia di Ratzinger.
RispondiEliminaNon c'è nulla di astruso o di ridicolo.
Gli accordi extraconclave per nominare il Papa sono vietati e sanzionati gravemente con la scomunica.
Siccome il fatto è provato e dichiarato dal card. Daneels, la questione è grave e non è per nulla astrusa, né bisogna essere raffinati canonisti per capirla e parlarne.
Come anche la questione della validità della rinuncia di Ratzinger con la scissione tra munus e ministerium.
Aloisius
D'accordo, Aloisius. Io volevo solo dire che non vale la pena di perdere tempo su una questione di fatto irrisolvibile(perché non c'è una autorità che la dirima , quindi si rimane nel campo delle convinzioni personali ) , quando in sostanza poi non cambierebbe nulla. Se effettivamente la rinuncia fosse invalida, sempre rimarremmo comunque in balia del modernismo ( più sfumato , forse , posto che possiamo definire sfumati gli abominii assisiani e le deviazioni dottrinali , ma forse ancor più pericoloso)
EliminaGli accordi extraconclave per eleggere il Papa sono vietati e se ci sono le prove coloro che si sono accordati fra loro vanno scomunicati.Questo è il regolamento e sin qui siamo tutti d'accordo.Però chi potrebbe scomunicare coloro che attualmente hanno il potere assoluto nella Chiesa? Chi controlla i controllori?
RispondiElimina
RispondiEliminaLa norma di GPII che infligge la scomunica per gli accordi extra-conclava sembra la classica norma che non sarà mai applicata, velleitaria.
Forse che nelle elezioni dei Papi, e non solo degli ultimi, non ci sono mai stati accordi extra-conclave prima del conclave?
In che mondo viviamo? Ci sono sempre stati. Sino alla fine dell'Ottocento, da secoli, i monarchi cattolici (p.e. asburgici) avevano il privilegio di indicare un loro preferito tra i cardinali. Anzi si creavano precisi schieramenti (pro-Francia, pro-Spagna). La laica Reubblica francese cercò ugualmente di influire sulla scelta del papa, servendosi degli antichi privilegi dei re francesi.
Questi privilegi delle antiche monarchie (un autentico diritto di veto da loro ersercitato su candidati sgraditi) costituivano un abuso che fu eliminato solo con l'elezione di Pio X, se non erro.
Ma sempre ci sono stati conciliaboli ed accordi anteriori per decidere chi votare, è nella normale logica delle assemblee, un'istituzione democratica, che decide a maggioranza. Quella dei cardinali non fa eccezione.
Il fatto grave del conciliabolo di s. Gallo riguarda la sua qualità: messo in atto da porporati quasi tutti omofili e con un programma di governo distruttivo della sana dottrina e pastorale, ben disposto verso la "teologia della liberazione", il cui esponente era Bergoglio. Questo è il punto che conta. Dalle ultime rivelazioni sembra di capire che Ratzinger abbia dovuto negoziare la sua elezione (tramite Martini) con il gruppo di san Gallo. Se così fosse allora si dovrebbe dubitare della validità dell'elezione di Ratzinger?
Intanto la norma esiste.
EliminaIl fatto che sia inapplicabile non mi sembra un criterio valido.
Comunque San Gallo, come da lei giustamente affermato, ha avuto qualcosa in più, certamente, ed è proprio per questo che fa bene parlare della questione.
Non fa certo piacere a chi trama, proprio per quello che dice lei, cioè il programma eversivo contro la dottrina e il magistero.
La prova sono le opere del loro beniamino Bergoglio e il suo papato.
Se avessero eletto un buon Papa, fedele al Magistero e coraggioso con il mondo, perlomeno sarebbe stata una illegalità a fin di bene.
Inoltre la prova di Sana Gallo è data dalle dichiarazioni pubbliche, non smentite, del card. Daneels e di Georg.
Invece che prove ci sono sulla negoziazione dell'elezione di Ratzinger?
Aloisius
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi».
RispondiEliminaGesù è un maestro che si lascia interrogare.
La sua risposta è il vangelo. La buona notizia che è Lui stesso.
La risposta inizia con "Ascolta Israele".
Del nome Israele si sa che può significare "uomo che vede Dio".
Gesù ha detto che solo i puri di cuore vedono Dio.
Chi ascolta con cuore puro vede.
Ci tocca ascoltare con cuore puro per vedere Dio e le sue meraviglie.
Allora potremo anche amare il prossimo.
Con la carità di Dio, di Dio che è carità.
Non con la nostra, che senza di Lui resta sempre sorda e cieca.
"Senza di me non potete fare nulla".
Il dramma di tutte le ragioni umane è di far tornare i conti con le nostre misure, le nostre ragioni, i nostri tempi, i nostri schemi.
RispondiEliminaINvece che prove ci sono sulla negoziazione dell'elezione di Ratzinger?
Mi sembra che si deducessero dall'articolo che ha fatto le rivelazioni in questione.
Ad un certo punto su un candidato convergono i voti della maggioranza necessaria. E chi votava contro contratta, votando a favore a certe condizioni. Questa la prassi, in generale, non solo dei Conclavi.
Se, come pare, era il cardinale Martini la figura rappresentativa del gruppo sangallese (se non fosse stato ormai malato irreversibile, forse sarebbe stato lui ad essere eletto), sembra sia stato Martini a porre le condizioni per l'appoggio a R., direttamente o mediante qualche intermediario. In questo caso, R. avrebbe di fatto tollerato l'azione del gruppo, proibita dalle norme woytiliane.
Ma anche quelli che hanno votato per R. sin dall'inizio, non avevano un gruppo che ha coagulato i voti o molti voti per R. prima del Conclave?
Da quando esiste la politica, civile o ecclesiastica, in nessuna assemblea la volontà vincente si è formata nella sola assemblea. Non credo nemmeno nella "ecclesía" ateniese, madre di tutte le assemblee della storia, democratiche o meno che fossero.
Ritenere il contrario, significa avere una visione utopica della politica. E l'elezione di un papa è un fatto politico, di politica ecclesiastica, di politica peculiare perché religiosa, eppur sempre politica. Il fatto che possa esser influenzata dallo Spirito Santo non ne muta la natura di fatto politico.
Il cristiano è realista per sua natura. La dottrina del peccato originale e l'esistenza del male, la salvezza nel segno della croce e la possibilità della dannazione, sono puro realismo contro le mistificazioni dell'ideologia. L'idealismo infatti tende a dubitare di Dio e della sua bontà o della sua onnipotenza e la storia ha punteggiato di progressivi deliri ideologici il distacco dal solo vero umanesimo che convinse i barbari e i popoli visitati dai missionari.
RispondiEliminaCiò detto, guardiamoci dall'idealismo canonico come da ogni altro idealismo ipocrita. Tutta la storia della salvezza passa da situazioni intricate e tutt'altro che ideali. Gesù stesso non scelse dodici perfetti, né -perfetto Lui- fu ideale ciò che Gli capitò. E lo sapeva.
Gesù viene per dare compimento alla Legge, senza calpestarne uno iota: eppure anche Lui sfida i benpensanti legalisti dicendo che nessuno, di buon senso, lascerebbe un bue o un figlio nel pozzo di sabato (Lc 14).
Qui ci sono due possibili ideologie: chi vuole de-colpevolizzare a prescindere e chi pretende di giudicare illecito ciò che -conoscendo davvero le circostanze- forse non lo è affatto. Soprattutto si prescinde dalla porcilaia (rimanendo sobri...) in cui si vorrebbe che i puri escano vestiti di bianco dovendo spalare liquami e letami.
Il realismo cristiano sa che la vita non è quello che si percepisce immediatamente. C’è realismo sulla sofferenza, sui mezzi, sulla vulnerabilità e anche sulla colpa. Vogliamo essere persone buone, ma non ci riusciamo sempre. San Paolo l'ha detto chiaramente.
Alla morte di Giovanni Paolo II il conclave grondava di quarant'anni di Concilio Vaticano II, con tutti i veleni distillati dall'alambicco.
Sottostare alle pretese dei vari gruppi non è necessariamente una resa, ma può essere una croce. Facile guardare la partita dal divano e dire che quel tiro l'avrei parato anch'io... Si, con una mano il telecomando e nell'altra il telefonino, posandoli solo per la birra.