Formare le menti in tempi di grandi cambiamenti
Invito alla Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa
dell'Osservatorio Van Thuân
di Don Samuele Cecotti
Viviamo in tempi di grandi cambiamenti, segnati da eventi e situazioni che modificano su larga scala le condizioni socio-politiche in cui viviamo: ora la guerra russo-ucraina con le relative ricadute economiche ed energetiche; da due anni la pandemia covid-19 con tutto il suo portato di lockdown, green-pass, obblighi vaccinali e “cinesizzazione” del vivere occidentale; quella che ci dicono essere l’emergenza climatica che necessiterebbe una transizione ecologica dall’impatto socio-economico e culturale devastante; la transizione digitale che lascia intravvedere un orizzonte transumanista per il nostro domani, etc.
Molti neppure si avvedono dei processi in atto, altri li percepiscono ma ne restano indifferenti o ne minimizzano l’impatto, altri ancora sono ben consapevoli della gravità della situazione ma si limitano a giudizi “di pancia” dettati dai sentimenti e dalle impressioni, sono pochi coloro che riescono ad affrontare le sfide di questa post-modernità sempre in moto (e ricordiamo: motus in fine velocior) con rigore razionale e solidità dottrinale.
Anche noi cattolici viviamo questa difficoltà a leggere il presente con razionale lucidità e avendo come criterio d’analisi e giudizio una solida dottrina. Spesso è proprio la dottrina che ci manca. Anzi molti cattolici (clero compreso) ignorano addirittura l’esistenza di una Dottrina Cattolica relativa all’ambito socio-politico.
La Dottrina sociale della Chiesa, dopo il pontificato di san Giovanni Paolo II che con forza la rilanciò, vive oggi una nuova stagione di marginalità. È ignorata dai più e dimenticata dagli stessi pastori.
Compito dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân è proprio lo studio e la divulgazione della Dottrina sociale della Chiesa al fine di formare i cattolici ad un pensiero realmente cattolico capace di giudicare la realtà socio-politico-economica secondo una dottrina espressione, in morale sociale, della Verità Cattolica.
Le scuole di Dottrina sociale della Chiesa che l’Osservatorio organizza da anni, in presenza e on-line, hanno proprio questa finalità: formare ad una comprensione cattolica dell’economia, del diritto, della politica, della vita sociale.
Venerdì 11 marzo prossimo inizierà la Scuola Nazionale di Dottrina sociale della Chiesa (on-line) con la lezione del professor Stefano Fontana sulla natura della Dottrina sociale così come espressa nei documenti del Magistero. Dieci video-lezioni quest’anno dedicate allo studio di altrettanti documenti papali, da Leone XIII a Benedetto XVI. Saranno così affrontati, attraverso la lettura delle encicliche sociali, i temi della costituzione cristiana degli Stati, della proprietà privata, della libertà politica, della sussidiarietà, del matrimonio e della famiglia, dell’educazione e della scuola, del lavoro, della democrazia, della difesa della vita. L’insegnamento sociale dei Papi guiderà il cammino della scuola così da fornire ai partecipanti solide basi dottrinali per pensare e agire cattolicamente nella vita sociale e politica.
Dallo studio del Magistero sociale dei Papi emergerà con chiarezza la alterità del pensiero cattolico rispetto alle ideologie della modernità che dominano da secoli (almeno dalla Rivoluzione francese in poi) l’Europa e l’Occidente. Ciò consentirà di assumere quel salutare distacco critico dal pensiero dominante che troppo spesso, invece, occupa anche le menti dei cattolici. Si vedrà, di lezione in lezione, come la Dottrina sociale della Chiesa sia in perfetta continuità con il pensiero classico-cristiano, come sia naturalmente ancorata al realismo metafisico-gnoseologico e al giusnaturalismo classico, come intenda la società degli uomini quale campo di evangelizzazione a trecentosessanta gradi (non vi è un ambito che non debba essere cristianizzato).
La Scuola è aperta a tutti e a tutti si rivolge volendo essere uno stimolo intellettuale all’impegno integralmente cattolico in politica e nella società. Chi si iscriverà e parteciperà alle lezioni scoprirà, nelle encicliche che esamineremo, una ricchezza e una attualità sorprendenti e, ne sono certo, sarà invogliato ad approfondire, a studiare altri documenti, a scoprire o riscoprire l’immenso patrimonio dottrinale della morale sociale cattolica.
Le urgenze premono. In questi giorni tutti siamo presi dalla guerra in Ucraina. La nostra attenzione insegue di giorno in giorno i fatti. Però c’è anche bisogno di fermarsi e recuperare i criteri di fondo i quali, mentre i fatti passano, non possano mai.
Don Samuele Cecotti_____________________
Per scaricare il programma qui
Qui per iscriversi o per informazioni scuole.ossvanthuan@gmail.com
Qui per iscriversi o per informazioni scuole.ossvanthuan@gmail.com
Escludere la Russia dallo swift, cioè escluderla dalla gran parte degli scambi commerciali nel mondo, inviare aiuti militari all’Ucraina del golpista Zelesky (sostenuto da neonazisti), far entrare la Finlandia nella Nato, annullare concerti con musicisti e direttori russi (Milano, Bari)… altro che sanzioni! E cominciano a vacillare un po’ alla volta i cosiddetti pacifisti che vorrebbero la pace a prescindere, meglio le sanzioni che la terza guerra mondiale, come se la guerra non vedesse proprio nelle sanzioni la premessa della sua conflagrazione. Molti ancora non hanno capito in quale realtà siamo precipitati, non hanno capito che la propaganda di guerra occupa tutti gli spazi mediatici (su canale 262 si può sentire qualcosa di diverso). Siamo passati direttamente dalla propaganda pandemica a quella militare. E chi sventola bandiere ucraine non è amico del popolo ucraino ma oggettivamente esprime amicizia per la cricca golpista di Kiev e per la potente corporazione della guerra che vede in Biden non un vecchio rincoglionito (come al solito i fessi si esprimono per categorie patologiche e/o morali) ma la sua espressione politica (democratica). Un po’ alla volta i critici diventeranno dubbiosi, i dubbiosi passeranno a “piuttosto le sanzioni che la guerra”, intanto il partito guerrafondaio fa passi da gigante. Capitan Letta si è calato definitivamente l’elmetto e cinguetta che lui ha posto alla Camera la necessità di non limitarsi al sostegno politico ed economico, bisogna passare all’aiuto diretto fornendo materiale e attrezzature militari. Non si vuole capire che non è quel pazzo tiranno o chiamatelo come vi pare di Putin ad aver scatenato la guerra, qualsiasi altro presidente russo avrebbe agito come lui (russo non marionetta, attenzione), altrimenti perché spingere sull’acceleratore delle manovre militari e dell’accerchiamento che va avanti da anni? Non si vuol capire che la Russia è preparata a tutto e che Mosca risponderà con conseguenze mai viste prima, come dichiarato qualche giorno fa dal suo presidente.
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo. Trovo strano che in molte "analisi" quello che prevale sia una forma di irrazionalità che parte e si ferma su quanto accade in Ucraina da pochi giorni, e non tenga conto del panorama geopolitico che va, almeno, dal 2014 ad oggi. Quanto meno ci si dovrebbe ricordare che sono alcuni decenni che la Russia non è l'unione Sovietica, che Putin governa con la Duma, che la Nato è un organismo sovranazionale che risponde ad interessi sovranazionali. E con questo voglio dire che, dei reali interessi delle popolazioni che affermano di difendere, non gli potrebbe importare di meno. Non fa nemmeno gli interessi degli USA, come si afferma erroneamente. Se così fosse servirebbe la politica del Governo, qualsiasi esso sia, nella realtà la Nato serve quella del deep state USA e di chi lo rappresenta e, alla fine dei conti, della grande finanza. Quella grande finanza di proprietà dei "soliti noti", che per altro non nascondono la loro soddisfazione di aver già "penetrato" alcuni governi. Schwab dixit. E la scelta del termine "penetrato" assomiglia ad un lapsus.
EliminaLa Chiesa è maestra di realismo. Non ignora affatto il dolore dell' Ucraina, abitata tra il resto, a differenza della Russia, da tanti cattolici. Ma non ignora neppure tutto il contesto, i precedenti ( qualcuno ricorda che furono Chiesa e Russia a fermare una possibile guerra devastante in Siria, voluta da Obama?) ed i rischi connessi a questa guerra. Per questo non le interessa ora distribuire le colpe, che ovviamente ci sono, ma solo fermare il conflitto prima che sia troppo tardi
RispondiEliminaFrancesco Agnoli
sono d'accordissimo con quanto espresso nei due commenti qui sopra.. - il globalismo ed il mondialismo sono un'unica espressione di quello che vogliono fare dell'umanità... in fondo, Putin non si sarebbe mai mosso (certo non è che sia un Santo.. per carità tutt'altro) ma quando il globalismo, rappresentato dalle organizzazioni di cui sopra e che rispondono a certa finanza internazionale, a certe lobby mondiali ed a certa immondizia, e diciamolo apertamente e senza paura, vuole sottomettere con tutti i mezzi e a tutti i costi, anche scatenando una guerra nucleare chi vuole stare al sicuro e tranquillo, è logico che stiamo provocando chi dorme al punto di diventare peggio di Stalin o Hitler... prima di ogni altra cosa dobbiamo guardare cosa ha fatto l'occidente, la Nato, l'America.. -- è finita con le armi sotto il naso di Putin e gli ha puntato un mitra alla testa... ha fatto in modo che tutte le nazioni intorno alla Russia, con la caduta dell'Unione Sovietica, fossero potute entrare nell'occidente, e la Federazione russa si è trovata i confini scoperti ed indifesi.. dove stanno gli stati cuscinetto di protezione sia dell'occidente che della Russia?? era rimasta l'Ucraina, che sembra ci fosse l'accordo che diceva .. quella non dovete toccarla.. e vediamo invece cosa si è fatto e dove si è voluti arrivare... questa era la democrazia degli Usa e dell'occidente tutto??? arrivare al punto di far credere a Putin di essere in pericolo.. si sarebbe mai mosso Putin l'occidente tutto non avesse fatto negli anni tutto questo?? ma non ha calcolato che la Russia potrebbe in fin dei conti allearsi con la Cina... e dunque scatenare una guerra totale e magari nucleare.. cosa voleva quel NOW e quel mondialismo formato da qualche migliaio di famiglia che detengono il potere del mondo?? la distruzione dell'umanità???? solo quello volevano.. dobbiamo credere che dietro ognuno di loro c'è proprio il demonio.. i peggiori pazzi da quando Dio ha creato il cielo e la terra.. ma ancora non vediamo la reazione di Dio e potrebbe essere una reazione che non possiamo neppure immaginare come uomini.. ma quella gente pagherà un conto salatissimo.. Dio potrebbe anche fare come il buon grano e l'oglio.. dividere... e far pagare...
RispondiElimina"Non si vuole capire che .."
RispondiEliminaLo hanno capito benissimo, anzi lo sanno benissimo, ma , come si dice "Ogni pretesto e' buono per rovesciare il ragionamento e proseguire con l'agenda dettata dalla Nato o chi per essa.
LA CRIMEA E L'IMPERO ROMANO
RispondiEliminaForse non tutti sanno che Roma, all'apice della sua potenza, arrivò fino alla Crimea, oggi zona di guerra tra Ucraina e Russia.
Questa penisola sul Mar Nero era stata colonizzata nel VII sec. a.C. dai Greci che, secondo Diodoro Siculo, diedero vita al Regno del Bosforo Cimmerio, governato da varie dinastie e sovrani secondo il modello delle poleis greche, con un arconte (magistrato supremo) al vertice.
In seguito alle guerre fra Mitridate e Roma, divenne un regno cliente (protettorato) di quest'ultima nel I sec. a.C., rimanendo tale per i successivi tre secoli fino alla caduta dell'Impero Romano, che al suo apogeo si estendeva dall'Oceano Atlantico al Mar Caspio.
Sulla" Crimea" va detto che quel nome di etimo russo-variago, compare appena nel XIII secolo, e che per una più corretta descrizione geografica di quell'area vale sempre il testo di Pomponio Mela (libro primo, Capo II "breve descrizione dell'Asia" e libro secondo capo I) in cui il famoso geografo parla di "Scizia Europea".
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