Nella nostra traduzione da LifeSiteNews apprendiamo che anche l'ultima affermazione del cardinale Arthur Roche per difendere le restrizioni sulla Messa tradizionale va contro l'insegnamento dei papi nel corso della storia. Le dichiarazioni scandalose del cardinale nella sua intervista alla BBC di alcuni giorni fa stanno facendo scalpore. È importante che chi ama la tradizione non si arrenda e passi all'offensiva. Non solo la teologia della Chiesa NON è cambiata, ma la vecchia liturgia la incarna e la esprime più fedelmente sotto tutti i punti di vista. La "centralità del sacerdozio" della Messa antiquior è uno dei suoi più grandi punti di forza, fonte di immensa grazia sia per il sacerdote che per il popolo. Potete trovare i miei rilievi nella nota(1) basati sul Catechismo della Chiesa Cattolica con alcune chiose.
Il card. Roche afferma che la messa antica deve essere vietata
perché "la teologia della Chiesa è cambiata"
Difendendo le crescenti restrizioni sulla Messa tradizionale, il cardinale Arthur Roche – prefetto della Congregazione vaticana (ora Dicastero) per il culto divino e la disciplina dei sacramenti – ha affermato che “la teologia della Chiesa è cambiata”.
Parlando a Radio4 BBC in un programma andato in onda il 19 marzo, Roche ha difeso le restrizioni alla Messa tradizionale, che sia lui che Papa Francesco hanno attuato dal luglio 2021 [vedi].
“La teologia della Chiesa è cambiata”, ha affermato Roche. “Mentre prima il sacerdote rappresentava, a distanza, tutto il popolo – che veniva incanalato attraverso la sua persona che da sola celebrava la messa”. [Condenso i miei rilievi nella nota(1) basandomi sul Catechismo della Chiesa Cattolica con alcune chiose -ndT]
Ora, però, Roche ha affermato che “non è solo il sacerdote che celebra la liturgia, ma con lui anche i battezzati, e si tratta di un'affermazione di enorme portata”.
In precedenza, i commenti di Roche erano stati anticipati dal biografo papale Austen Ivereigh, il quale sosteneva che i fedeli legati alla Messa tradizionale erano "diventati un movimento che minava il Concilio Vaticano II". Quindi, ha detto Ivereigh, le restrizioni erano necessarie «per porre un limite, per mettere dei confini, non per sopprimerlo, ma per rimetterlo nelle mani dei vescovi».
Lo studioso di liturgia Matthew Hazell ha evidenziato i commenti di Roche, osservando che contrariamente a quanto affermato dal cardinale, l'insegnamento della Chiesa non è cambiato. Ha indicato l'insegnamento di Papa Pio XII nella sua enciclica Mediator Dei del 1947 [vedi come è stata oltrepassata da Sacrosanctum concilium], in cui il pontefice ha delineato l'insegnamento cattolico sull'assemblea che si unisce al sacerdote nel sacrificio della Messa.
In precedenza, i commenti di Roche erano stati anticipati dal biografo papale Austen Ivereigh, il quale sosteneva che i fedeli legati alla Messa tradizionale erano "diventati un movimento che minava il Concilio Vaticano II". Quindi, ha detto Ivereigh, le restrizioni erano necessarie «per porre un limite, per mettere dei confini, non per sopprimerlo, ma per rimetterlo nelle mani dei vescovi».
Lo studioso di liturgia Matthew Hazell ha evidenziato i commenti di Roche, osservando che contrariamente a quanto affermato dal cardinale, l'insegnamento della Chiesa non è cambiato. Ha indicato l'insegnamento di Papa Pio XII nella sua enciclica Mediator Dei del 1947 [vedi come è stata oltrepassata da Sacrosanctum concilium], in cui il pontefice ha delineato l'insegnamento cattolico sull'assemblea che si unisce al sacerdote nel sacrificio della Messa.
Ora è chiaro che i fedeli offrono il sacrificio per mano del sacerdote dal fatto che il ministro all'altare, nell'offrire un sacrificio a nome di tutte le sue membra, rappresenta Cristo, Capo del Corpo mistico. Quindi si può giustamente dire che tutta la Chiesa offre la vittima per mezzo di Cristo.
Mentre le argomentazioni del “popolo sacerdotale” sono state molto evidenziate dal Vaticano II, principalmente da coloro che cercavano di sradicare la differenza [sia in grado che in essenza -ndT] tra sacerdoti e laici, Pio XII ha indicato chiaramente la differenza nelle loro rispettive azioni:
È necessario, Venerabili Fratelli, spiegare chiaramente al vostro gregge come il fatto che i fedeli prendono parte al Sacrificio Eucaristico non significa tuttavia che essi godano di poteri sacerdotali...A quest’oblazione propriamente detta i fedeli partecipano nel modo loro consentito e per un duplice motivo; perché, cioè, essi offrono il Sacrificio non soltanto per le mani del sacerdote, ma, in certo modo, anche insieme con lui, e con questa partecipazione anche l'offerta fatta dal popolo si riferisce al culto liturgico….Che i fedeli offrano il Sacrificio per mezzo del sacerdote è chiaro dal fatto che il ministro dell'altare agisce in persona di Cristo in quanto Capo, che offre a nome di tutte le membra; per cui a buon diritto si dice che tutta la Chiesa, per mezzo di Cristo, compie l'oblazione della vittima. Quando, poi, si dice che il popolo offre insieme col sacerdote, non si afferma che le membra della Chiesa, non altrimenti che il sacerdote stesso, compiono il rito liturgico visibile - il che appartiene al solo ministro da Dio a ciò deputato - ma che unisce i suoi voti di lode, di impetrazione, di espiazione e il suo ringraziamento alla intenzione del sacerdote, anzi dello stesso Sommo Sacerdote, acciocché vengano presentate a Dio Padre nella stessa oblazione della vittima, anche col rito esterno del sacerdote.È necessario, difatti, che il rito esterno del Sacrificio manifesti per natura sua il culto interno: ora, il Sacrificio della Nuova Legge significa quell'ossequio sumpremo col quale lo stesso principale offerente, che è Cristo, e con Lui e per Lui tutte le sue mistiche membra, onorano debitamente Dio.
Pio XII attinse anche da papa Innocenzo III per denotare l'insegnamento della Chiesa nell'offerta congiunta del sacrificio:
«Non solo», dice Innocenzo III di immortale memoria, «offrono il sacrificio i sacerdoti, ma anche tutti i fedeli: perché ciò che il sacerdote fa personalmente in virtù del suo ministero, lo fanno collettivamente i fedeli in virtù della loro intenzione».
Quindi, l'affermazione di Roche secondo cui la teologia è cambiata non sembra essere supportata dall'insegnamento della Chiesa – sia quello dei tempi recenti sia quello dei papi di epoche antiche. La sua tesi secondo cui ora il popolo si unisce al sacerdote nell'offrire il sacrificio è sempre stata insegnata, con l'attenta differenziazione tra i diversi ruoli del sacerdote e del popolo.
Eppure la clamorosa affermazione del cardinale inglese secondo cui “la teologia della Chiesa è cambiata” non è senza precedenti.
L'anno scorso egli ha parlato con Vatican News, affermando che le restrizioni alla Messa tradizionale erano semplicemente una "regolamentazione della precedente liturgia" resasi necessaria perché il Vaticano II propone "una nuova liturgia essenziale per la vita della Chiesa". [Analoghe affermazioni a The Tablet qui]
Il cardinale ha dichiarato:
Eppure la clamorosa affermazione del cardinale inglese secondo cui “la teologia della Chiesa è cambiata” non è senza precedenti.
L'anno scorso egli ha parlato con Vatican News, affermando che le restrizioni alla Messa tradizionale erano semplicemente una "regolamentazione della precedente liturgia" resasi necessaria perché il Vaticano II propone "una nuova liturgia essenziale per la vita della Chiesa". [Analoghe affermazioni a The Tablet qui]
Il cardinale ha dichiarato:
Tutto ciò che sta avvenendo è la regolamentazione dell'ex liturgia del Messale del 1962 interrompendone la promozione, perché è chiaro che il Concilio, i Vescovi del Concilio, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, hanno proposto una nuova liturgia per la vita essenziale della Chiesa, per renderla rivitalizzante.
Questo compito è “davvero molto importante”, ha detto, prima di aggiungere “resistere, cioè, è un fatto veramente molto serio”.
Alcune settimane dopo Roche è arrivato a suggerire che i cattolici devoti alla liturgia tradizionale siano “più protestanti” che cattolici. Ha menzionato una necessaria “riforma” della liturgia – una riforma che, ha detto, ha portato al Novus Ordo.
Ma i devoti della Messa tradizionale "la tirano per le lunghe" in opposizione, ha affermato Roche.
Alcune settimane dopo Roche è arrivato a suggerire che i cattolici devoti alla liturgia tradizionale siano “più protestanti” che cattolici. Ha menzionato una necessaria “riforma” della liturgia – una riforma che, ha detto, ha portato al Novus Ordo.
Ma i devoti della Messa tradizionale "la tirano per le lunghe" in opposizione, ha affermato Roche.
Quella riforma sta avvenendo, ma è un processo lento perché c'è chi non cede su questo e non solo resiste, ma si oppone ostinatamente a ciò che la Chiesa ha effettivamente decretato.È una cosa molto seria. Alla fine, le persone devono chiedersi: sono davvero cattolico o sono più protestante?
Ha descritto il Concilio Vaticano II come “la più alta legislazione esistente nella Chiesa”, affermando che “se lo si ignora, ci si mette di traverso, ai margini della Chiesa. Si diventa più protestanti che cattolici”.
Ma contrariamente all'affermazione di Roche secondo cui il Vaticano II propone una "nuova liturgia", nel suo discorso del 1988 [qui] in cui attaccava l'arcivescovo Marcel Lefebvre, il cardinale Joseph Ratzinger affermava: "Questo particolare Concilio non ha definito alcun dogma e ha deliberatamente scelto di rimanere su un livello modesto, come un concilio meramente pastorale; eppure molti lo trattano come se si fosse trasformato in una sorta di superdogma che toglie importanza a tutto il resto».
Nel frattempo, si dice che Roche stia preparando ulteriori restrizioni alla liturgia tradizionale, oltre ai già tre documenti di questo tipo emessi contro di essa dal luglio 2021. Secondo il rinomato vaticanista Dr. Robert Moynihan, un imminente decreto di Francesco contro la Messa tradizionale non solo conterrà una “ulteriore soppressione della Messa antica”, ma lo farà col “ 'peso' di un'esortazione apostolica”.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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1. Notazioni sul Catechismo della Chiesa Cattolica.
1069 Il termine « liturgia » significa originalmente «opera pubblica», «servizio da parte del popolo e in favore del popolo». Nella tradizione cristiana vuole significare che il popolo di Dio partecipa all'«opera di Dio» (Gv 17,4). Attraverso la liturgia Cristo, nostro Redentore e Sommo Sacerdote, continua nella sua Chiesa, con essa e per mezzo di essa, l'opera della nostra redenzione.
[Da un'affermazione vera si può giungere ad una conclusione falsa. È vero, infatti che l'actuosa participatio "sottolinea il servizio comune", ma non è difficile riconoscere in questa sottolineatura la diminutio del sacerdote, il cui ruolo nella celebrazione è stato cambiato da Mediatore in Presidente. E non è più Cristo Signore che celebra, ma l'intera assemblea (sia pure individuata come suo corpo mistico e sua immagine) -ndr]
1070 Il termine « liturgia » nel Nuovo Testamento è usato per designare non soltanto la celebrazione del culto divino, ma anche l'annunzio del Vangelo (Rm 15, 6) e la carità in atto (Rm 15,27) In tutti questi casi, si tratta del servizio di Dio e degli uomini. Nella celebrazione liturgica, la Chiesa è serva, a immagine del suo Signore, l'unico « Liturgo », (Eb, 8, 2-6)" Ministro del Santuario e della vera tenda che il Signore e non un uomo ha costruito" poiché partecipa del suo sacerdozio (culto) profetico (annunzio) e regale (servizio della carità) [che è tuttavia esercizio della Regalità, cioè del dominio su tutte le cose: Universorum Rex! -ndr]:
« Giustamente perciò la liturgia è ritenuta quell'esercizio dell'ufficio sacerdotale di Gesù Cristo, mediante il quale con segni sensibili viene significata e, in modo proprio a ciascuno, realizzata la santificazione dell'uomo, e viene esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal Capo e dalle sue membra, il culto pubblico integrale. Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo Sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado ». (Sacrosanctum Concilium, 7)
[Ma Sacrosanctum concilium dice soltanto: « offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso tramite il ministero dei sacerdoti » non aggiunge tramite il ministero del suo corpo che è la Chiesa: il "modo proprio a ciascuno" non può mai uguagliare l'Actio di Cristo, unico vero sacerdote, che è la Sua e non la nostra. Egli opera la nostra connaturalità e sempre maggiore configurazione a Lui; ma è sempre Lui che offre se stesso al Padre mediante il Sacerdote e l'offerta di noi stessi avviene solo in Lui. E la conclusione di SC appare ben diversa:
Giustamente perciò la liturgia è considerata come l'esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo. In essa, la santificazione dell'uomo è significata per mezzo di segni sensibili e realizzata in modo proprio a ciascuno di essi; in essa il culto pubblico integrale è esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal capo e dalle sue membra. Perciò ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado.
[Un conto è parlare del culto pubblico integrale esercitato dal corpo mistico insieme al suo Capo, un altro conto è inserirvi (come se il "modo proprio a ciascuno" fosse una "funzione"), un senso che porta a veicolare, subdolamente, la diminutio del sacerdozio ordinato, in linea con gli insegnamenti dei ‘falsi profeti’ che vanno per la maggiore e che enfatizzano il sacerdozio comune, battesimale, a scapito di quello ordinato. L'Azione di Cristo e anche della Chiesa in quanto suo Mistico Corpo viene snaturata quando questa si sostituisce e non si 'incorpora' a Cristo. ndr]
Il concilio di Trento sintetizza la dottrina perenne del Sacrificio, qualificandolo come: Adorazione; Propiziazione; Ringraziamento; Impetrazione [qui].
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio per le traduzioni
IBAN - Maria Guarini
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PARADOSSALMENTE IL Cardinale Roche HA RAGIONE.
RispondiEliminaLe sue (a ben rifletterci) sono le stesse del Cardinale Ottaviani, solo rovesciate di segno.
Pover'uomo .
RispondiEliminaForse conviene fare una nuova novena a S.Giuseppe solo per questo Cardine. Magari iniziandola domani Mercoledì, giorno dedicato al Santo Patriarca.
"Patriarca Immacolato di Gesù custode amato, casto sposo di Maria, proteggete la sua anima e la mia."
Amen
☩ In nómine Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti. Amen.
RispondiElimina1. O San Giuseppe, mio protettore ed avvocato, a voi ricorro, affinché m’imploriate la grazia, per la quale mi vedete gemere e supplicare davanti a voi. E’ vero che i presenti dispiaceri e le amarezze che provo sono forse il giusto castigo dei miei peccati. Riconoscendomi colpevole, dovrò per questo perdere la speranza di essere aiutato dal Signore? “Ah! No!” – mi risponde la vostra grande devota Santa Teresa – “No certo, o poveri peccatori. Rivolgetevi in qualunque bisogno, per grave che sia, alla efficace intercessione dei Patriarca San Giuseppe; andate con vera fede da lui e resterete certamente esauditi nelle vostre domande”. Con tanta fiducia, mi presento, quindi, davanti a voi e imploro misericordia e pietà. Deh!, per quanto potete, o San Giuseppe prestatemi soccorso nelle mie tribolazioni. Supplite alla mia mancanza e, potente come siete, fate che, ottenuta per la vostra pia intercessione la grazia che imploro, possa ritornare al vostro altare per rendervi l’omaggio della mia riconoscenza.
Pater, Ave, Gloria
2. Non dimenticate, o misericordioso San Giuseppe, che nessuna persona al mondo, per grande peccatrice che fosse, è ricorsa a voi, rimanendo delusa nella fede e nella speranza in voi riposte. Quante grazie e favori avete ottenuto agli afflitti! Ammalati, oppressi, calunniati, traditi, abbandonati, ricorrendo alla vostra protezione sono stati esauditi. Deh! non permettete, o gran Santo che io abbia ad essere il solo, fra tanti, a rimanere privo dei vostro conforto. Mostratevi buono e generoso anche verso di me, ed io, ringraziandovi, esalterò in voi la bontà e la misericordia del Signore.
Pater, Ave, Gloria
3. O eccelso Capo della Sacra Famiglia, io vi venero profondamente e di cuore v’invoco. Agli afflitti, che vi hanno pregato prima di me, avete concesso conforto e pace, grazie e favori. Degnatevi quindi di consolare anche l’animo mio addolorato, che non trova riposo in mezzo alle ingiustizie da cui è oppresso. Voi, o sapientissimo Santo, vedete in Dio tutti i miei bisogni prima ancora che io ve li esponga con la mia preghiera. Voi dunque sapete benissimo quanto mi è necessaria la grazia che vi domando. Nessun cuore umano mi può consolare; da voi spero d’essere confortato: da voi, o glorioso Santo. Se mi concedete la grazia che con tanta insistenza io domando, prometto di diffondere la devozione verso di voi, di aiutare e sostenere le opere che, nel vostro Nome, sorgono a sollievo di tanti infelici e dei poveri morenti. O San Giuseppe, consolatore degli afflitti, abbiate pietà dei mio dolore!
Pater, Ave, Gloria
℣. Constituit eum dominum domus suæ.
℞. Et principem omnis possessionis suæ.
℣. Ora pro nobis, sancte Joseph.
℞. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus.
Deus, qui in ineffabili providentia beatum Joseph sanctissimæ Genetricis tuæ Sponsum eligere dignatus es, præsta, quæsumus, ut quem protectorem veneramur in terris, intercessorem habere mereamur in cœlis: Qui vivis et regnas in sæcula sæculorum. Amen.
INDULGENZE
Ai fedeli che parteciperanno alla novena pubblicamente celebrata prima della festa di san Giuseppe, Sposo della beata Vergine Maria, si concede: un’indulgenza di sette anni in qualsiasi giorno; un’indulgenza plenaria se avranno assistito ad almeno cinque giorni della novena. A coloro invero che durante lo stesso tempo, pregheranno in privato in onore di san Giuseppe, col proposito di offrire lo stesso ufficio per nove giorni continui, si concede: un’indulgenza di cinque anni una volta in qualsivoglia giorno; un’indulgenza plenaria alle solite condizioni, una volta compiuto l’esercizio Dove il pio esercizio viene celebrato pubblicamente quest’ultima indulgenza può esser lucrata solo da coloro che saranno legittimamente impediti ad assistervi (S. C. Indulg., 26 nov. 1876; S. Paen. Ap., 4 mart. 1935).
Sì, è vero che alla teologia della chiesa conciliare corrisponde la messa moderna, mentre alla teologia del S. Sacrificio della Messa corrisponde la teologia della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. E viceversa. Di conseguenza, non aspettatevi niente di buono da chi è completamente estraneo alla Chiesa Cattolica. Perché continuate a rincorrerli?
RispondiEliminaCiò che è cambiato è solo il loro cervello, che hanno mandato all' ammasso, asservito al Principe di questo mondo che, quando arriveranno di là, li ricompenserà per il servizio prestatogli, magari allestendo un girone infernale tutto per loro ( sarà sicuramente con i peggiori tormenti possibili, data l' entità del loro tradimento). Rileggiamoci il libello di mons. Celada : " Agli assassini della luturgia", è stato scritto anche per loro....
RispondiEliminaMa, mi chiedo, come sia possibile che non cristiani (perché di questo di tratta) vengano nominati cardinali ...
EliminaSe veramente la "teologia della Chiesa fosse cambiata" ci troveremmo di fronte ad una neochiesa non più cattolica che non avrebbe alcun diritto di dare ordini, restrizioni e insegnamenti ai fedeli cattolici.
RispondiEliminaRoche prima di parlare di protestanti ci dovrebbe dire che cosa ne pensa della statua di Lutero in Vaticano e degli elogi che Lutero ha ricevuto dallo stesso Bergoglio!
Una volta tanto dicono la verità, almeno una parte di essa. E' vero è cambiata la Teologia, è cambiata l'interpretazione umana del Disegno di Dio, ma non è cambiato il Disegno di Dio. Questi quà... pure un bambino educato con il Catechismo, quello vero, capirebbe a guardarli che dovrebbero cercarsi un bravo esorcista, ammesso che lo trovino, visto che stanno sopprimendo pure loro.
RispondiElimina
RispondiEliminaSi « la teologia della Chiesa [catolica] è cambiata », la religion de l'Église est. elle aussi, changée. Il ne s'agit donc plus du catholicisme, sinon par un abus de langage, une véritable imposture.
Quelle est donc la nouvelle religion du « cardinal » Roche ?
Une chose est sûre, celle dont il parle n'est pas la mienne.
Non ho letto tutto causa latte alle ginocchia. Tuttavia è vero che la teologia è cambiata. Chi l ha cambiata? Per quali motivi? Veri o presunti. PRESUNTI, presunti presunti, cioè di copertura. Copertura del vuoto vocazionale. Vocazione Assente. Allora cambiate mestiere. Semplicemente, onestamente. I preti dovrebbero essere quelli mediamente più avanti nelle virtù, nella preghiera, nel rapporto con Dio, Uno e Trino...
RispondiEliminaPersonalmente, della "chiesa" del card. Roche io non ne voglio far parte. Che si tenga la sua "chiesa", la sua "teologia", la sua "messa"!
RispondiElimina"La battaglia per la liturgia cattolica non consiste nel far coesistere il vecchio e il nuovo rito, ma di conservare la Messa di san Pio V e di rifiutare la nuova messa di Paolo VI. Fin dal 1969 padre Guérard des Lauriers, teologo domenicano all’epoca docente all’Università del Laterano, dopo aver composto la parte dottrinale del “Breve esame critico del Novus ordo Missæ”, manifestò pubblicamente il suo rifiuto al nuovo messale. La testimonianza pubblica della Fede gli costò l’allontanamento dall’Università lateranense, insieme allo stesso Rettore, Mons. Antonio Piolanti, che nel 1961 gli aveva assegnato la cattedra."
RispondiEliminaEcco i cattivi pastori che disperdono il gregge. Noi dobbiamo resistere, le forze del male non prevarranno.
RispondiEliminaEleonora Valerioti
Cara Eleonora, parole sante le sue, dobbiamo resistere ad oltranza, a qualunque costo, ne va della salvezza della nostra anima e di quella di coloro che riusciamo a strappare dagli artigli malefici di questa generazione perfida e perversa di chierici, empi e traditori, sempre più spudoratamente apostati. "chi resisterà fino in fondo, vedrà cose che mai occhio umano vide" ha detto Maria SS.ma in un Suo recente messaggio....
EliminaÈ vero, è cambiata la teologia come è cambiata la Chiesa. Quindi deve essere abolito non il VO, ma il NO.
RispondiEliminaSe il modernismo è un'eresia, i modernisti sono eretici. La gerarchia vaticana, grazie all'influenza crescente del modernismo, è in massima parte eretica.
RispondiEliminaNon credo di aver detto un'eresia, ma fatto una logica constatazione.
Il danno che costoro fanno alla Chiesa Cattolica è enorme.
Dovrebbero essere scomunicati (pensiamo a titolo di esempio ai 2/3 dei Vescovi tedeschi, che fungono da avanguardia eretica senza incorrere in alcuna sanzione, perché questo è il loro ruolo e tanto più "scandalose" sono le loro proposte quanto più è necessario allo sfaldamento della dottrina ad opera della gerarchia).
La Chiesa Cattolica, lo dico con dolore, somiglia a un treno in pieno deragliamento, uscito dai binari che per circa duemila anni lo mantenevano saldo nella rotta.
Gz
RispondiEliminaI concetti riportati nell'articolo, il cardinale Roche li va ripetendo da tempo: sono sempre gli stessi.
Che nel Vaticano II ci siano spunti contrari alla Mediator Dei perché inclinano alla celebrazione collettiva della Messa, senza distinguere bene tra l'offerta fatta dal sacerdote, che è l'unica sacramentale, e l'offerta fatta dai fedeli, che ha luogo solo in voto, come pura intenzione e partecipazione spirituale, e quindi è un'offerta "quodammodo", solo per modo di dire - sembra difficile poterlo negare.
Nella Sacrosanctum Concilium ci sono effettivamente già gli elementi per una nuova teologia della Messa, quella della celebrazione collettiva con il sacerdote come presidente dell'assemblea o sinassi eucaristica.
Senza rendersene conto il povero cardinale Roche sta smascherando il Concilo, rendendo evidente che ha introdotto una nuova concezione della Chiesa e della Messa, cosa possibile solo a patto di "fornicare con gli idoli".
Il Novus Ordo va semplicemente abolito. Punto.
L'argentino e la sua cricca si possono mettere il cuore in pace, non li seguirò mai più. Possono fare alto e basso, ostinarsi ad occupare abusivamente ed esercitare un potere che è solo temporale. Hanno solo la sede, non la Fede. Finirà male, per loro.
RispondiEliminaEnzo Gallo
RispondiEliminaIn effetti è la pura verità, a nuova ecclesiologia corrisponde una nuova religione, ex ore tuo iudico te.
Ha ragione... la teologia della Messa è cambiata ...il nuovo Messale non è fondato sulla medesima teologia della Messa di sempre. Si riconferma la posizione di mons. Lefebvre, unica cattolica senza compromessi
RispondiEliminaQuel Cardinale rivoluzionario, che offende la schiera dei Martiri dell'Inghilterra, da cui proviene, Martiri che rifiutarono l'elegante prosa riformatrice dell'Arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer offrendoo a Cristo il loro sangue innocente in difesa della Messa dei loro Padri, ha provocato uno schunami di proporsioni gigantesche.
RispondiEliminaQuel Cardinale ha anche contraddetto i santi Papi Paolo VI e San Giovanni Paolo II ed ha umiliato la memoria di Benedetto XV che lo aveva piazzato dentro le sacre mura.
Secondo quel Cardinale, santalselmino e grillino, la teologia della Chiesa sarebbe infatti cambiata; non è più cattolica ma un'altra cosa: cattoprotestante, cattoecologista, o quello che volete.
Come al solito, oggi come negli anni '70, la lobby liturgica è quella più potente ed impunita nella Santa Chiesa.
Pur rappresentando una parte minoritaria del Clero e dei popolo santo di Dio è quella che detta legge dagli "adeguamenti liturgici" degli spazi antichi, antichissimi, moderni e modernissimi delle chiese a tutto quanto è connesso al culto divino.
Mi scuso per l'anonimato, debbo pur vivere e far vivere le mie pecorelle tridentine, ma non mi sento "in comunione" con quel Cardinale faziosamente scandaloso.
Quel Cardinale rivoluzionario, che offende la schiera dei Martiri dell'Inghilterra, da cui proviene, Martiri che rifiutarono l'elegante prosa riformatrice dell'Arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer offrendoo a Cristo il loro sangue innocente in difesa della Messa dei loro Padri, ha provocato uno schunami di proporsioni gigantesche.
RispondiEliminaQuel Cardinale ha anche contraddetto i santi Papi Paolo VI e San Giovanni Paolo II ed ha umiliato la memoria di Benedetto XV che lo aveva piazzato dentro le sacre mura.
Secondo quel Cardinale, santalselmino e grillino, la teologia della Chiesa sarebbe infatti cambiata; non è più cattolica ma un'altra cosa: cattoprotestante, cattoecologista, o quello che volete.
Come al solito, oggi come negli anni '70, la lobby liturgica è quella più potente ed impunita nella Santa Chiesa.
Pur rappresentando una parte minoritaria del Clero e dei popolo santo di Dio è quella che detta legge dagli "adeguamenti liturgici" degli spazi antichi, antichissimi, moderni e modernissimi delle chiese a tutto quanto è connesso al culto divino.
Mi scuso per l'anonimato, debbo pur vivere e far vivere le mie pecorelle tridentine, ma non mi sento "in comunione" con quel Cardinale faziosamente scandaloso.
Andrea Sandri
RispondiEliminaLa strana affermazione del Cardinal Arthur Roche
Nelle dichiarazioni del Cardinal Arthur Roche sulla necessità di vietare il Vetus Ordo (la Messa antica deve essere vietata perché «la teologia della Chiesa è cambiata») c'è tutta la confusione tra rivelazione (e dogma) (*) e ricerca teologica. La rivelazione è il recinto aureo della teologia. Quando la teologia pretende si farsi nuovi dogmi, si fa anche una nuova chiesa, diversa da quella fondata da Cristo. Non a caso tutte le confessioni protestanti portano il nome di un teologo: la Confessione di Smalcalda è la confessione di Lutero, la Confessione di Augusta è la confessione di Melantone, la Confessione di Zurigo è la confessione di Zwigli etc. etc. La Chiesa cattolica non ha nuove professioni, perché ha il dogma. Su questo punto Johann Adam Möhler nella prefazione della sua Simbolica è chiarissimo e coglie perfettamente la differenza fra Chiesa cattolica e chiese riformate.
(*) https://roma-perenne.blogspot.com/2023/03/il-card-roche-afferma-che-la-messa.html
Federico Michielan
RispondiEliminaAllora, qui dinanzi ad affermazioni del genere bisogna scegliere, non si può rimanere indifferenti.
E la scelta è tra queste due opzioni: o il Cardinale Prefetto del Culto Divino (non esattamente l’ultimo arrivato ecco) ha torto, e allora dobbiamo riconoscere che abbiamo un Cardinale Prefetto del Culto Divino ignorante e anche un po’ eretico, oppure ha ragione.
Però attenzione, perché se ha ragione lui allora dobbiamo ammettere per forza che aveva ragione anche Mons. Lefebvre, che diceva grossomodo le stesse cose, con tutto ciò che ne consegue.
Tertium non datur.
A voi la scelta.
RispondiEliminaIl cardinale ha ragione, per questo ha torto : ha torto a voler proibire la Messa Ordo Vetus, essendo questa l'unica vera Messa cattolica.
In Iota Unum Amerio scrive ad un certo punto che subito dopo l'inizio della Riforma Liturgica il popolo credente mugugnava, dicendo: "Ci hanno cambiato la religione". Il sensus fidei dei fedeli aveva capito d'istinto, d'intuito quello che era successo: una cosa spaventosa, i cui frutti amarissimi siamo costretti tuttora ad ingoiare.
Ma i fedeli poveretti oltre non potevano andare. I veri traditori sono stati i capi, che continuano a tradire, di fronte ad un'opposizione interna molto debole e quasi inesistente.
In un romanzo di uno scrittore cattolico irlandese del Nord, Moore, oggi scomparso, "Catholics", si descriveva l'inzio della Messa riformata: le donne entravano, gli uomini stavano fuori a fumare e chiaccherare, avevano capito subito che quella Messa era posticcia, che non era una cosa seria. Secondo me, l'atteggiamento riportato nel romanzo deve esserci stato nella realtà.
Speriamo che oggi tanti fedeli e sacerdoti traggano le dovute conclusioni dalle dichiarazioni del cardinale Roche: la Nuova Messa esprime una teologia e una Chiesa che non è più quella cattolica ma la sua contraffazione. Stop. Almeno le dichiarazioni del card. Roche hanno il merito di far chiarezza, di dissipare finalmente l'equivoco della "riforma nella continuità", leggenda diffusa da Ratzinger per conciliare a tutti i costi il nuovo rito con l'antico, cosa impossibile perché dimostrano i due riti un'idea molto diversa della Messa. Tant'è vero che la nuova può essere accetta ai protestanti, cosa assolutamente impossibile per l'antica, non per nulla odiatissima da Lutero.
T.
L'intervento del cardinale è chiarissimo e va preso proprio come immagine perfetta di quello che il modernismo pensa e ha prodotto.
RispondiEliminaÈ innegabile che la teologia SIA STATA CAMBIATA, non che sia cambiata. Qualcuno l'ha cambiata. L'uomo corrotto da questo nuovo umanesimo ha prodotto un adattamento della teologia e della liturgia che sono estranee al Magistero PERENNE.
Due chiese, non più una. Resistere per tramandare alle nuove generazioni la Fede in Nostro Signore.
Io ho litigato con un prete simile, sono quelli che sputano sulla propria ordinazione equiparando di fatto "populisticamente" "il sacerdozio battesimale" al "sacerdozio ordinato" (gli ho chiesto cosa fossi andato a confessarmi da lui a fare se siamo davvero tutti uguali), mi chiedo cosa si siano fatti preti a fare se pensano davvero che la dignità sacerdotale sia qualcosa di misero, trascurabile e sminuibile... però i loro privilegi e il loro potere che gli deriva da quelle cariche lo conservano bene, eh
RispondiEliminaEpistula aperta ad "traditionalistas". Carissimi Fratres, etsi Sanctam Missam Extraordinarium Ritum non participem (Divinam Liturgiam Byzantinam vel Sanctam Missam in Ritu Ordinario participo), magnopere aestimo Traditionem et antiquam Missam. In hoc tempore omnem sollicitudinem vestram video et bene intellego, sed tamen memini, donec paucis ante annis paucissimis tantum hominum numero Missam fruebantur secundum Missale 1962, quod cogitare non potuit nisi ante paucos annos hodie exstet! Fuerunt anni gratiae et augmenti, nunc venit vinitor vineam suam estimare. Noli timere! Videtur vinea putata mori, ut initio temeritatis auctoris gestus videatur, sed in fine etiam pulchriores uvae ab illa vinea nascentur! Deo spera et Ecclesiae suae promissio! Noli raptum a Petro discedere! Sta adhuc fidens praedictae promissionis! Sedevacatistae, vetero-catholici vel similes, dolentes sunt confractiones quae pro Ecclesia non sunt bonae. Oppugnatum ecquid sentis? Didici quod rectum iter est quod ascendit! Noli metuere, ne res atroces scribas, sed pergas orare pro Ecclesia et hominibus, qui eam in hoc tempore dirigunt, ut tui spiritualitatis decorem ostendas et in parvis et magnis gratiis, quas Dominus tibi dat, gaudeas. Veniet tempus, quo redibis ad celebrandum gratis; in quo etiam ritus Bracarensis et Lugdunensis iterum celebrabuntur in variis dioecesibus paroecialibus; in quo ritus Sarum etiam a catholicis iterum celebrabitur. Noli timere, nunc patitur vinea, quia secantur forfices, sed surget lucens; Dominus scit quid facit!
RispondiEliminaQuello che i modernisti e i papolatri conservatori non riescono a capire è che la dottrina cattolica già definita è immutabile e irriformabile: neppure un concilio dogmatico e neppure un papa parlando ex cathedra hanno il potere di contraddirne un solo iota, figuriamoci se può farlo il CVII e i papi conciliari e post-conciliari che, praticando l'ecumenismo, hanno smesso di voler vincolare le persone ai loro insegnamenti: gli ebrei si possono salvare anche rigettando Cristo, tutti i dogmi e tutti i papi?
RispondiEliminaAllora non si capisce perché non si possa salvare chi si limita a rigettare il loro "magistero" modernista.
Su questo ha ragione Roche: due messe diverse per due fedi diverse...peccato che lui e Bergoglio abbiano la "fede" modernista e non quella cattolica e che quindi vogliano imporre a tutti la messa protestantizzata.
Non si facciano illusioni: non riusciranno a impedire ai fedeli cattolici di andare alle Messe in Vetus Ordo, neppure se dovessero dichiarare ipso facto scomunicati tutti i sacerdoti che le celebrano e tutte le persone che vi assistono.
Fortunatamente ci sono ancora moltissimi cattolici, fra cui molti Sacerdoti, che preferiscono obbedire a Dio piuttosto che ai modernisti!
Dispiace sinceramente che un sacerdote anziano abbia vissuto così il suo sacerdozio.
RispondiEliminaComunque va detto in questa affermazione dimostra una grande coerenza logica e una onestà intellettuale assente presso tanti coservatori che si ostinano a dire che ambo i messali sono espressione dell'unico rito romano.
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RispondiEliminaI vescovi belgi dicono che il rito da loro studiato per la "benedizione delle coppie omosessuali" è stato approvato di fronte a loro dal Papa, con la formula (ipocrita) del "è la vostra Conferenza Episcopale, fate voi". Non ha detto né sì né no, ha detto solo "è roba vostra, fate voi" o qualcosa del genere.
Questo ormai lo conosciamo bene, è il metodo perverso di Bergoglio per demolire l'etica cristiana e in sostanza la Chiesa.
Rilascia interviste ambigue, non chiarisce, lascia fare ai rivoluzionari, per gradi. Interviene con durezza solo contro i tradizionalisti o comunque quelli che vogliono mantenere la Messa di rito romano antico.
Quand'è che qualche cardinale si deciderà ad attaccare apertamente Bergoglio, a chiedergli di giustificare pubblicamente la sua negligenza o desistenza, il suo non-governare la Chiesa?
E a chiedergli perché continua a tacere di fronte agli obbrobri tedescchi?
T.
Trovo penoso, da parte di questi anziani, arroccarsi sugli errori del loro tempo per piaggeria verso un capo che non si sa neanche se è il vero capo. È un aver vissuto a vuoto, significa non aver sviluppato affatto un senso del Bene e del Male, il che per i consacrati è gravissimo.
RispondiEliminaCANONI SUI SACRAMENTI, IN GENERE
RispondiElimina13. Se qualcuno afferma che i riti tramandati e approvati dalla chiesa cattolica, soliti ad essere usati nell’amministrazione solenne dei sacramenti, possano essere disprezzati o tralasciati a discrezione senza peccato da chi amministra il sacramento, o cambiati da qualsivoglia pastore di chiese con altri nuovi riti: sia anatema.
Sia lodato Gesu' Cristo!
RispondiEliminaDa giovedì 23 Marzo fino a lunedì 27 Marzo (quindi compresa Domenica 26 Marzo) all'IBP di Roma sara' celebrata un'unica S.Messa alle ore 12:00.
L'Istituto del Buon Pastore - Casa S.Clemente - si trova in Via delle Fornaci, 203, 00165 Roma RM
Angelus Dómini nuntiávit Mariæ...
Ma perché se si amano non li lasciamo in pace? Tanti secoli fa erano un po" troppo ossessionati dal 6 comandamento che in realtà in origine era non commettere adulterio... cioè non tradire la tua sposa o il tuo sposo
RispondiEliminaSe si amano ma intrattengono rapporti contro natura ciò che li condanna non è il moralismo ma la legge divina espressa nella Scrittura e insegnata dalla Chiesa quando esercita correttamente il suo munus docendi (misericordia nell'accompagnamento e giustizia nel chiamare il peccato col suo nome ai fini della conversione: è questa la salus animarum!).
RispondiEliminaIl 6° comandamento, riferito dell'adulterio, riguarda in primis la fedeltà al Dio "geloso" che ha con l'anima un rapporto "sponsale" di cui le nozze umane sono "figura"...
In linea di principio Roche ha ragione. La Messa Tridentina non esprime la teologia della Kiesa postvaticanosecondista neoprotestante e neomodernista.
RispondiEliminaAvendo avuto modo di osservare ormai la mia e l altri vita, ho notato che venire meno ai comandamenti cambia il modo di pensare, di giudicare, di agire verso se stessi e verso il prossimo. Il sesto è uno di quei comandamenti che si è completamente ignorato, considerando la sua inosservanza una sciocchezza, così fan tutti e tutte. Ieri una signora, di cui non ricordo il nome, nella intervista che le è stata fatta, ha dichiarato di aver avuto 100 uomini. Mai e poi mai ho sentito o letto la sottolineatura di tale particolare curricolare. Ora dietro questo centinaio o si trova qualche alterazione fisiologica, psicologica e ambientale o tutte e tre insieme. Credo nella loro somma che poi va elevata alla ennesima. Qui i pensieri, i giudizi, le azioni di una intera epoca sono mutati in peggio, sono peggiorati al massimo eppoi non scandalizziamoci della corruzione dei bambi I piccoli, magari da parte degli stessi genitori. Ma torniamo al centinaio, la signora il centinaio biblicamente conosciuto l ha amato stimato, rispettato? Forse sì nell erezione, ma poi finisce lì. Mediamente l inosservanza del sesto è una reciproca masturbazione, una illusione, una bugia, una menzogna che reciprocamente ci si racconta. È pur vero che qualche meretrice poi onorevolmente si accasa, cambiando vita totalmente, sono quelle creature che per disgrazia e loro malgrado sono cadute, sono quelle che sempre hanno avuto chiara la differenza tra verità ed ipocrisia. Altrimenti rimane nell esercizio sessuali solo una questione di potere e di soldi. E questo vale anche per tutte le varianti dei loro diritti.
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RispondiElimina# Se si amano etc...
Bisogna anche dire che gli atti che si compiono per soddisfare questo c.d. "amore" sono ripugnanti per le persone normali e sono stati sempre considerati nei secoli "atti contro natura" (c'è anche un passo di Platone in proposito, nell'ultima sua opera, incompiuta, "Le leggi"). Possono avvenire anche tra il maschio e la femmina ma non cessano per questo di essere ripugnanti e contro natura.
C'è pertanto anche questo aspetto da considerare, che oggi viene taciuto per paura, dato il grande potere che la lobby gay è riuscita a procurarsi.
Che poi le passioni disordinate tra omosessuali di ambo i sessi siano da considerarsi "amore", lo dicono loro. Ma che amore può essere? In realtà è solo una passione disordinata, in tutti i sensi, ed estremamente nociva per la società perché porta alla sua estinzione fisica innanzitutto. Ai tempi del Boccaccio, l'omosessualità era chiamata, volendosi usare un termine elegante, letterario, "l'amore disonesto"; un modo per dire che non poteva considerarsi vero amore.
O.
E , finestra dopo finestra, siamo arrivati al “vietata”
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