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sabato 15 aprile 2023

La dinamica della restrizione dei riti liturgici

Nella nostra traduzione da CrisisMagazine, continuano le riflessioni sulle restrizioni introdotte al Rito Romano antico da Traditionis custodes e successivi. Qui l'indice degli articoli precedenti.
La dinamica della restrizione dei riti liturgici

L'argomento essenziale di Papa Francesco e di altri che desiderano limitare o addirittura vietare la celebrazione della Messa in latino tradizionale si riduce a "Se un rito liturgico induce le persone ad abbracciare una cattiva teologia, allora dovrebbe essere vietato". Si rifanno all'equazione: Dal momento che alcuni partecipanti al Rito Romano tradizionale stanno abbracciando una cattiva ecclesiologia (cioè, "tendenze scismatiche"), allora lo stesso Rito Romano tradizionale dovrebbe essere rimosso.

Secondo una logica superficiale, l'argomento è plausibile. Del resto, una delle massime fondamentali del cattolicesimo è lex orandi, lex credendi, che significa che la legge della preghiera è la legge del credere. In altre parole, il modo in cui preghiamo e adoriamo ha un grande impatto su ciò in cui crediamo. Quindi, se una liturgia influenza una fede carente, forse le autorità della Chiesa devono limitarla.
Tuttavia, esaminiamo questo argomento un po' più specificamente nella situazione odierna, e scaviamo nell'albo d'oro della Messa Latina Tradizionale, così come della Messa Novus Ordo (NO). Dopotutto, se si può attribuire ad un rito liturgico la cattiva teologia di alcuni dei suoi partecipanti, allora tutti i riti dovrebbero essere esaminati per assicurarsi di rimuovere qualsiasi liturgia dannosa.

Il Rito tradizionale così come viene celebrato oggi è il risultato di uno sviluppo organico che si estende per oltre un millennio nel passato. Il modo in cui la Messa antica viene celebrata nel 2023 non è molto diverso da come il Rito Romano era celebrato nel 1923, 1223 o 623. Milioni di cattolici sono stati formati nella fede da questa Messa durante questo lungo periodo, inclusi santi come S. Gregorio Magno, San Tommaso d'Aquino, Santa Teresa d'Avila e San Massimiano Kolbe.

Naturalmente, questa stessa liturgia ha formato anche molti dei grandi eretici del passato, come John Wycliffe, Martin Lutero e Giovanni Calvino. In altre parole, il rito romano tradizionale non ha una garanzia di successo del 100%, producendo solo credenti ortodossi [dipende dalle disposizioni d'animo di chi vi partecipa -ndT]. A causa della natura decaduta dell'uomo, ci saranno sempre coloro che assistono a una liturgia perfettamente ortodossa e finiscono comunque per professare l'eresia. Ma nel complesso, è difficile non rimanere impressionati da ciò che ha prodotto il rito romano tradizionale; era il fondamento della cristianità medievale, l'era più gloriosa e autenticamente cattolica di tutti i tempi.

Il Novus Ordo, va da sé, ha una storia molto più breve, essendo stato istituito nel 1970. Ora, per chi sostiene che il NO sia semplicemente una riforma organica del Rito antico, mi limito a notare che non è quello che viene sostenuto per limitare la Messa antica. Di fatto considerano il NO come fondamentalmente diverso dal Rito antico; dopotutto, affermano che il Rito antico è dannoso per i fedeli (perché altrimenti limitarlo?) mentre il NO non lo è. Implicitamente (e talvolta esplicitamente) sostengono che il Novus Ordo non ha riformato la Messa latina tradizionale, ma l' ha sostituita.

Tuttavia, nella breve storia del NO, cosa vediamo? Almeno in Occidente assistiamo all'apostasia di massa: milioni di cattolici, cresciuti nel NO, hanno lasciato la Chiesa. Altrettanto preoccupante, la maggioranza di coloro che ancora frequentano regolarmente il NO sono di fatto eretici. Tanto per fare un esempio, i sondaggi mostrano che quasi il 70% dei cattolici in America non crede nella Presenza Reale. Altri indicatori, come la diffusa accettazione cattolica della contraccezione artificiale, confermano questa tragica realtà.

Ora, proprio come il rito romano tradizionale ha prodotto alcuni eretici come Martin Lutero in mezzo a secoli di diffusa ortodossia, allo stesso modo il NO ha prodotto santi in mezzo a 50 anni di diffusa eresia. Certo, poiché la nuova Messa è così, beh, nuova, ci sono solo pochi santi canonizzati di quest'epoca, ma basti dire che molte persone sante hanno partecipato al NO per tutta la loro vita o almeno per una larga parte di essa.

Detto questo, se vogliamo stabilire lo standard secondo cui "un rito liturgico che induca le persone ad abbracciare una cattiva teologia dovrebbe essere bandito", è difficile non vedere quale delle due liturgie dovrebbe essere eliminata. I precedenti contrastanti del Rito antico e del NO, se messi fianco a fianco, sono chiari.
Se vogliamo stabilire lo standard secondo cui "un rito liturgico che induca le persone ad abbracciare una cattiva teologia dovrebbe essere bandito", è difficile non vedere quale delle due liturgie dovrebbe essere messa da parte. Twitta questo
Per essere chiari, non sto discutendo qui per la restrizione o l'eliminazione del Novus Ordo. Sto argomentando contro la logica promossa dal papa e da altri per limitare il Rito Romano Tradizionale. 

Allontana la colpa dei presunti cattivi attori dalle persone e la attribuisce ad una prassi che ha oltre 1.000 anni di comprovato valore. I papi del XVI secolo avrebbero dovuto vietare il rito romano tradizionale perché era quello in cui sono cresciuti Lutero, Calvino e Zwingli? Certo che no, un suggerimento del genere è assurdo. Ma in realtà è meno assurdo dell'idea che la Messa tradizionale di oggi dovrebbe essere eliminata a causa di problemi con alcuni YouTuber e tweeter meschini.

La Chiesa, quando ha un problema con persone che seminano dissenso nel suo seno, ha un meccanismo per affrontarlo: confrontarsi con esse e chiamarle a ritrattare le loro opinioni problematiche pena la scomunica. Il fatto che oggi le gerarchie ecclesiastiche non lo facciano, ma rivolgano invece la loro ira su un venerabile e attestato rito della Chiesa, suggerisce che il problema non è quello da loro affermato.
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9 commenti:

  1. GIOVANNI, CHE VIDE I LINI RIPOSTI MA NON ENTRO' NEL SEPOLCRO, IMMAGINE DELL'INCREDULITA' DELLA SINAGOGA (S, GREGORIO MAGNO)

    Fratelli, la lettura del Santo Vangelo che avete appena ascoltato, è molto chiara riguardo alla narrazione storica ma essa contiene dei misteri che occorre esaminare brevemente. Maria Maddalena venne al sepolcro, quando era ancora buio (Gv.20,1). Il racconto nota l’ora ma il senso mistico ci informa sullo stato spirituale di colei che cercava. Maria, infatti, cercava al sepolcro il Creatore di tutte le cose, che essa aveva visto morto nella sua carne, e non trovandolo credette che era stato portato via. Era ancora buio quando essa venne al sepolcro. Si mise a correre più velocemente che poté e riferì la notizia ai discepoli. Ma quelli che più velocemente degli altri accorsero furono quelli che più amarono Gesù, ossia Pietro e Giovanni.

    E correvano ambedue insieme ma Giovanni corse più velocemente di Pietro. Arrivò prima al sepolcro ma non osò entrare. Pietro arrivò dopo e vi entrò. Fratelli, cosa significa questa corsa? Questa descrizione così precisa dell’evangelista la si deve credere priva di misteri? Certamente no. Giovanni infatti avrebbe forse detto di essere arrivato per prima e di non essere entrato se non avesse pensato che la sua stessa esitazione racchiudeva un mistero? Che cosa è raffigurato dunque per mezzo di Giovanni se non la Sinagoga e per Pietro se non la Chiesa?

    Non è da meravigliarsi che la Sinagoga sia rappresentato dal più giovane e la Chiesa dal più anziano, perché anche se la Sinagoga ha reso un culto a Dio prima della Chiesa dei pagani, la moltitudine dei pagani ha usato delle cose di questo mondo prima della Sinagoga come attesta san Paolo: Ma non è prima ciò che è spirituale, bensì ciò che è materiale (I Cor.15,46). Pietro,il più anziano, raffigura quindi la Chiesa dei pagani, e Giovanni, il più giovane, la Sinagoga. Essi hanno corso tutte e due insieme poiché dalla loro nascita fino al loro declino, i pagani e la Sinagoga hanno corso in una sola e medesima via, benché essi non avessero un solo e medesimo punto di vista. La Sinagoga è arrivata per prima al sepolcro ma non è entrata; poiché certamente essa aveva ricevuto i comandamenti della Legge e ascoltato le profezie sull’incarnazione e la Passione del Signore ma non volle credere in un morto risuscitato. [ Giovanni vide i lini riposti ma non entrò: la Sinagoga ha conosciuto i misteri della Sacra Scrittura, ma, incredula, ha differito l’ingresso per mancanza di fede nella Passione del Signore. Colui che era stata per così lungo tempo annunciato dai profeti, essa lo vide e lo rifiutò; disprezzando la sua natura umana non volle credere in un Dio divenuto mortale in ragione della Sua incarnazione. Per tal motivo essa corse più veloce e tuttavia restò inerte davanti al sepolcro. Intanto Simon Pietro che lo seguiva arrivò a sua volta ed entrò nel sepolcro. I pagani, arrivando a loro volta, hanno visto Gesù Cristo, il Mediatore tra Dio e gli uomini, Verbo Incarnato, l’hanno riconosciuto morto nella sua carne, poi vedendolo in vita, hanno creduto che fosse Dio]

    Sabato in Albis

    Gv.20,1-9

    S.GREGORIO MAGNO
    Homilia 22 in Evangelia

    Breviario Romano, Letture dal Mattutino

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  2. Sine ira et studio (spassionatamente).15 aprile, 2023 12:14

    Commento mio forse acido acido (?!):
    La celebrazione della S.Messa VO comporta che il Celebrante si comporti come Mose' davanti al Roveto Ardente e che soffra per perorare la causa delle varie anime, il Celebrante della Messa VO non e' uno che sta a "capotavola" della mensa (vedasi esempio http://blog.messainlatino.it/2023/04/ce-ancora-qualcosa-di-cattolico-vanity.html)
    Offriamo tutti i Sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria affinche' mantengano fino alla fine un cuore di bambini, come frate Leone, "Pecorella di Dio".

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  3. La soluzione di Ratzinger è stata tipica del pensiero del modernista, che nega il principio di non contraddizione. Pur di tenere tutti insieme, Ratzinger ha, andreottianamente fatto credere che i due riti fossero figli della stessa Fede. Non è vero, l'ermeneutica della continuità è stata una scemenza da archiviare. Più onesto del modernista conservatore Ratzinger è il modernista progressista Bergoglio, che ha fatto dire al suo braccio destro "card." Roche che le due messe sono frutto di due teologie diverse. Pertanto, i cattolici si tengono la Messa di S. Pio V e i modernisti si tengono quella di Bugnini.

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    1. Credo che papa Benedetto fosse abbastanza intelligente per sapere che il suo era un escamotage per far passare il rilancio del rito in latino senza svegliare il cane che allora dormiva. Ora non dorme più. Che ci guadagnamo a criticarlo?

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    2. Non abbiamo alcuna spinta a criticarlo... quel chr ci interessa è aver compreso e aiutare a comprendere che la sua famigerata "ermeneutica della continuità" è come l'araba fenice: che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa... Abbiamo scritto fiumi per dimostrarlo!

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  4. Cit. Annamaria Lo Curto

    Ogni volta che Roche apre bocca: M'INQUIETA!

    Eppure vorrei fare delle domande e mettere in risalto certa verità!

    1- Se la Riforma del 1969 di Paolo VI NON tradisce la Lex Credendi (legge del Credere; insegnamenti; Magistero Dottrinale) e come dice il Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI: "sono due espressioni del MEDESIMO rito Romano" proprio perché secondo Benedetto XVI i due Riti esprimono IL MEDESIMO magistero di cui sola differenza è l'ottica estetica comunicativa, (perchè ricordo che il Rito Liturgico è opera di COMUNICAZIONE VISIVA. Nel mondo del GRAPHIC DESIGN OGNI elemento è ordinato all'espressione, enfasi di un Messaggio.) con cui esprimono la Fede e le Realtà Misteriche, il Rito Tridentino tende ad essere più "Verticale", tende ad esprimere con delicatezza i Misteri della Fede cercando di estraniare l'uomo dal mondo almeno per un ora (funzione che è propria di un Rito Religioso); mentre invece il Rito di Paolo VI tende ad essere "più orizzontale", più da un'ottica umana penalizzando la Sacralità e tante Belle Tradizioni ritenute "incomprensibili" dall'uomo contemporaneo (cosa che io non comprendo dato che all'ateo non interessa minimamente la questione "Soprannaturale" e "Morale". Quindi, non gli interessa a prescindere la Messa e tutto quello che concerne) quindi non comprendo il perchè della riforma proprio per via di questo pretesto circa il target di riferimento! E di conseguenza non è più ordinato ad estraniare l'uomo dal mondo, ma secondo tale visione "umana" a portare Dio al mondo, Dio in mezzo al mondo (intenzione di per sè buona, ma non basta! Perchè è l'uomo che si deve sentir invogliato ad andare VERSO L'ALTO dove Dio lo Chiama! A differenza del mondo che oggi va sempre più VERSO IL BASSO): mondo che alla fine di Dio se ne sbatte altamente, purtroppo! La caratteristica è che se l'uomo cerca il Sacro, cerca innanzitutto la Bellezza, la Bellezza del Mistero. Cosi! Spessissimo col nuovo rito NON si trova questa Bellezza ANCHE estetica; basta guardare a certi modi di dire la Messa, o agli edifici contemporanei che spessissimo sono UN OBBROBRIO ed un offesa a Dio, all'arte e all'intelligenza! Perché la prima cosa che si vede è L'ESTERIORE! Questa ha grande importanza nella Comunicazione Visiva! Perchè - bando alle ciance di certi ipocriti "interioristi - seduce ed affascina i sensi umani! È INNATO!
    Segue il corso della natura! Non si può abolire il Senso della Bellezza Estetica!
    Quindi, dopo questa premessa vorrei sapere da Roche: Se il Concilio Vaticano II è Cattolico ed è Cattolica la riforma, perchè perseguitare cosi? Non sarebbe meglio chiarire gli equivoci che si son creati?
    Poi, se la Lex Credendi del Nuovo Rito ESPRIME la Medesima Fede SEMPRE espressa, perchè dire: "la teologia col Vaticano II è cambiata" o "Il Significato della Messa è cambiato"? Cosa vuole dire? Perchè è INQUIETANTE dire questo, perseguitare la Vecchia Messa PER VIA DEL SUO IMPIANTO TEOLOGICO Dottrinale e al tempo stesso ripetere la Cantilena de "La Sostanza è sempre la stessa!" circa la nuova messa?
    Perché mi pare logica la domanda: Come si può dire che la Fede è rimasta immutata col Concilio Vaticano II e successive riforme e poi dire che "Il significato della Messa nuova è altro"? Il problema Messa non è estetico o linguistico: MA DOTTRINALE!
    Come si può affermare che la Fede è rimasta Immutata con la Riforma di Paolo VI se poi il suo difensore dice ESATTAMENTE IL CONTRARIO? "LA MESSA HA CAMBIATO SIGNIFICATO"! Chi mette in dubbio l'Autorità del Concilio e della riforma minando la Credibilità?
    Se cambia il "significato" significa che è cambiata la Sostanza della Messa!
    Tra l'altro Cranmer l'anglicano eretico AVEVA già sperimentato QUESTA strategia per favorire l'apostasia di tanti inglesi!

    Repetita Iuvant! La Storia si ripete: prima come tragedia POI COME FARSA GROTTESCA!

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  5. notizie allarmanti sulle alterazioni della Messa ci insidiano la pace già precaria ogni giorno...

    da Lifesitenews...
    ripresa da renovatio21

    https://www.renovatio21.com/cattopaganesimo-ecco-la-messa-maya-la-chiesa-verso-il-sacrificio-umano/?amp=1
    Avanza nel mondo cattolico una nuova versione della Messa: si tratta della Messa con «rito maya». Questa mutazione liturgica avrebbe il pieno appoggio del papa sudamericano Jorge Mario Bergoglio. Un nuovo, allucinante capitolo di quello che su Renovatio 21 abbiamo chiamato «paganesimo papale». Un’espressione che non è più un ossimoro, ma la pura realtà dei fatti.

    Per la «messa Maya» non si tratta di una improvvisazione locale ma di qualcosa di sistematicamente preparato dalla gerarchia di Roma. Per cui esistono documenti veri e propri che stanno circolando.

    Una bozza del nuovo «rito maya» della messa è stata vista dal sito pro-life LifeSiteNews, che conferma l’introduzione di elementi nella liturgia cattolica che sembrano essere idolatrici.

    Il documento, intitolato «Adattamenti all’Ordinario della Messa tra i Popoli Indigeni della Diocesi di San Cristobal de las Casas, Chiapas» e datato aprile 2023, è lungo 31 pagine e spiega in dettaglio ogni cambiamento da apportare al rito ordinario della Messa del messale romano. Propone anche modifiche specifiche alle rubriche della Messa ordinaria

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  6. "Nella Messa è Cristo che ancora offre sé stesso e che è la Vittima con la quale diventiamo una cosa sola"

    Nessuna preghiera umana, nessun atto umano né abnegazione, nessun sacrificio è sufficiente a squarciare il cielo. Solo il sacrificio della croce può farlo ed è ciò che avviene nella Messa. Quando la celebriamo, per noi è come essere appesi alle sue vesti, aggrappati ai suoi piedi durante l’ascensione, stretti alle sue mani piagate mentre offre sé stesso al Padre celeste. Nascondendoci in lui, le nostre preghiere e i nostri sacrifici hanno il suo stesso valore. Nella Messa siamo una volta di più sul Calvario, associati a Maria, alla Maddalena, e a Giovanni, mentre vediamo tristemente alle nostre spalle i carnefici che disputano ai dadi le vesti del Signore.

    Il sacerdote che offre il sacrificio, semplicemente presta a Cristo la propria voce e le proprie dita. È Cristo il Sacerdote; è Cristo la Vittima. In tutti i sacrifici pagani e nei sacrifici giudaici, la vittima era sempre distinta dal sacerdote. Poteva trattarsi di una capra, un agnello o un toro. Ma quando è venuto Cristo, Egli, il Sacerdote, ha offerto sé stesso come Vittima. Nella Messa è Cristo che ancora offre sé stesso e che è la Vittima con la quale diventiamo una cosa sola.

    (Fulton J. Sheen, da “I 7 Sacramenti” edizioni Ares)

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  7. PARTECIPAZIONE ALLA MESSA
    La vera partecipazione alla Santa Messa è la fede: è questa virtù che ci fa comprendere il rito e partecipare al rinnovo del Sacrificio della Croce. Tutte le altre forme come parole e gesti sono accidentali: solo la fede è essenziale.

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